GRAN TEATRO ROMANO
Teatro della verità
Duj Furatte Mulo
Due volte morto
dramma bilingue di Santino Spinelli e Daniele Ruzzier
Lettura scenica con musiche, canti e danze romanès originali
interpreti : "Alexian" Santino
Spinelli:
(Fisarmonica, canto e
recitazione) Daniele
Ruzzier. (recitazione
e danza) Musiche originali di
Alexian Santino Spinelli Coreografia di Daniele
Ruzzier regia: Santino
Spinelli e Daniele Ruzzier Alexian Santino Spinelli Daniele Ruzzier
È una cronaca toccante, un dramma che si ripete e continua a ripetersi sul popolo Rom in cui viene espresso il dualismo tipico che condensa il pensare zingaro "ÒuÒipé e "millipé", puro e impuro, "baxt" e bibaxt", fortuna e sfortuna. È stato scritto in due lingue, in italiano e in lingua romaní (zingara) come due parti essenziali e inscindibili, così come i due personaggi legati dallo stesso sangue diventano un solo personaggio che vive un conflitto interiore: una persona sdoppiata nello stesso spazio-tempo.
La ripetizione nelle due lingue sembra un'eco che abbatte ogni barriera fra determinato e indeterminabile, fra sogno e realtà, tra vita e morte. Nella simbologia teatrale si sono adoperati canti, danze e poesie originali zingare, filtrando l'idea di scrittura attraverso un linguaggio metaforico.
Un malato racconta la sua morte (impuro), un musicista racconta la sua vita (puro) e viceversa, ma nello stesso tempo la vicenda si trasforma. Nella malattia (considerata impura dai rom) si scopre il dolore, il destino, la persecuzione e cadono le maschere, le ipocrisie, rimane solo la verità o meglio la denuncia contro chi non vuol capire. La malattia dei rom è lo specchio della società malata. La storia è fatta di tante piccole storie accadute nella realtà e in ogni parola e in ogni frase è condensata la cultura remota dei rom, rifiutata, incompresa, avvelenata.
La denuncia è l'urlo di giustizia che si propaga nello spazio scenico con fatti e personaggi, vivi e veramente vissuti. L'opera fa rivivere questo conflitto, fra società maggioritaria e mondo zingaro, come una riflessione sulla profondità dell'essere umano, per allontanare lo spettro del razzismo perennemente in agguato contro vecchie e nuove minoranze e sempre crescente nell'uomo "imbestialito" dalla società tecnologica.
Il rom muore due volte ucciso dalla malattia e dalla società maggioritaria ingiusta, intollerante, indifferente ed inospitale. In ultima analisi l'opera sottolinea l'impotenza dell'uomo di fronte alla sorte avversa, rimarcata anche dall'andamento circolare senza fine o forse senza inizio.
Duj Furatte Mulo non è uno spettacolo sugli zingari e con gli zingari, quanto uno spettacolo zingaro, anzi Rom, nel quale il sentire zingaro si rende percettibile attraverso un complesso manifestarsi di movimenti suoni e parole.
Anzi più precisamente, lo spettacolo ci da il sapore dell'essenza ritmica Rom che trova la sua incarnazione tipicamente nel movimento (la dan-za), nel suono (la musica), nella parola (la poesia). Duj furatte mulo è uno spettacolo delle arti sulle arti stesse che sul piano estetico (il piano delle sensazioni) fuggono dalla stabilità, l'hortus conclusus dell'incarnazione data una volta per tutte e resa visibile in immagini, mentre sul piano etico (il piano dei rapporti) fuggono dalla comodità di una ideologia, che risolva in un sistema rigido e definitivo ogni evento che il movimento delle cose ci mostra.
Santino Spinelli
Motivazione della
Giuria "Con un testo asciutto
ed essenziale i due autori scavano nella psicologia dei
personaggi tratteggiando il dramma della diversità
del popolo Rom senza mai toccare le facili corde della
banalità. L'uso sistematico del bilinguismo, le
ricerche etnografiche e le inbdicazioni musicali dettagliate
contribuiscono adelineare un quadro greve e originale che
non scade mai nel didascalismo". Daniele Ruzzier con il prof.
Edoardo Tiboni, organizzatore del prestigioso Premio
Internazionale Flaiano e Alexian Santino Spinelli
Daniela De Rentiis
tel. e fax 0872 714760
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