ElettroMacumba - 21 Gennaio 2000


Mini Recensione: A un esatto anno di distanza dall'uscita del precedente Infinito (almeno nella mia città) il nuovo album dei nuovi Litfiba fa capolino nei negozi. Bisogna premettere che un'attesa spasmodica ha preceduto l'uscita di questo album, da parte mia come da parte di chiunque apprezzi di più i Litfiba vecchio stile. Nel nuovo cantante, CABO, sono state riposte grandi "speranze" ed un'attesa fiduciosa ha seguito i loro passi fin da quando è stato annunciato il nuovo album; tutta la band è stata rinnovata in toto (a parte Ghigo) in seguito agli spiacevoli episodi di circa 6 mesi fa... ma anche le conseguenze di quegli episodi sono state spiacevoli?? L'attesa è stata ricompensata??

DATO DI FATTO: nell'album sono contenuti brani MALEDETTAMENTE FIGHI.
Brani che acchiappano!!! CABO ha una gran bella voce, più che altro versatile, molto duttile, che gli consente di esibirsi in diversi stili adattandosi alla canzone. Esempi di questo sono facili a trovarsi nel disco, che in 10 tracce amalgama diversi stili, ballate e brani più vivaci. I testi (scritti da CABO) non sono stati vincolati da un percorso monotematico come quelli che hanno caratterizzato gli album della pentalogia degli elementi; spaziano da patti col DIABLO :) a problemi cybernetici.
Personalmente li ho apprezzati parecchio, sopra tutti quello del primo singolo Elettromacumba: testo decisamente attuale, che riguarda il nuovo, largamente inesplorato, misterioso e sconosciuto a molti mondo del virtuale, denunciandone molti problemi, l'ambiente in cui voi che leggete state sguazzando proprio adesso. Internet è l'unico luogo ancora VERAMENTE ANARCHICO al mondo, se ci pensate. Al suo interno non esistono leggi o obblighi, nè sistemi di regolazioni, controllo o via dicendo. Ma proprio per questo può nascondere insidie ad ogni angolo: un esperto può facilmente entrare nel sistema di chicchessia facendo man bassa di dati. E ritengo bellissimo il verso "rimpiangerai la penna, l'uomo e l'errore".
Ne "Il Pazzo che Ride" ho trovato invece concezioni romantiche, "The fool doesn't see the same tree a wise man sees. (Blake)"; nella nostra società è ormai pratica consolidata quella di considerare pazzi coloro che hanno idee diverse dalle nostre, ma già il buon vecchio (e PAZZO eheh) Blake sosteneva che qualcuno vede la realtà in modo diverso dal nostro, oltre il velo che ci copre la verità. Insomma, i testi in generale sono molto buoni, a tratti non molto originali ma molto buoni, estremamente superiori alla media italiana attuale.
Unico neo è costituito da C'est la Vie, che, probabilmente non sarà vero, ma sa veramente troppo di frecciata a Piero. Ok, probabilmente è solo una coincidenza, ma troppi elementi fanno pensare a lui... duetti e terzetti... la televisione... sorrisi suadenti... a volte falsetti... chissà se Piero se la prenderà.
Ma non di soli testi vive un album. La sezione ritmica della band svolge il suo lavoro veramente bene: Janlu al basso e Uthor alla batteria sono 2 nuovi validissimi componenti. La voce di CABO, come sopra, si fa apprezzare in diverse maniere... a tratti è anche un discreto "animale", se mi passate il termine, in senso buono, anzi ottimo! :). Qui si apre però lo scomodissimo ma inevitabile problema del confronto con Pelù. A chi dice "CABO non potrà mai essere come Pelù", io rispondo "...neanche Pelù potrà mai essere come CABO": ognuno va apprezzato per le qualità diverse che offre, senza pregiudizi. Se poi vi piace di più l'uno o l'altro sono questioni vostre; ad esempio a me piace molto di più CABO che il Piero di Infinito o Mondi Sommersi.
Purtroppo ho riscontrato qualche pecca nelle chitarre. Sono spesso confuse e non sono presenti, a mio giudizio, assoletti così puliti e potenti tipo quello di Il Mistero di Giulia: il suono è qui spesso "poco definito", non si "innalza" sopra gli altri strumenti quando serve. Alcuni brani ricordano anche Infinito, per come suonano gli accordi, specie quelli iniziali, lo stile non si discosta poi in modo così marcato. Evidente sì, ma non così tanto. Non raggiunge mai un elevato livello di cattiveria. Ciò non toglie che, sebbene non cattivissimi, ci sono brani dannatamente agitati: "ovviamente" i miei preferiti sono Elettromacumba, Piegami, Spia e Il Patto, dove le chitarre sono anche un pochino più distorte. Profumo ricorda molto Onda Araba.
Concludendo, un grande nuovo inizio, un potente rilancio per la migliore band d'Italia che negli ultimi anni era andata sbiadendo. Personalmente attendo parecchissimo un'esibizione live, sono curiosissimo di sapere quali brani metteranno di "contorno" ai 9 qui presenti: pensate che grosso un concerto con questi brani più molti del vecchio repertorio litfibiano con protagonista un CABO che metta da parte i recenti "femminismi" nella voce di Piero!

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