Il Programma Badaloni
Abbiamo fondamenta solide.
Cinque anni fa abbiamo iniziato la nostra esperienza di
governo della Regione Lazio, in questi anni abbiamo sperimentato la fatica di risanare,
ricostruire, gestire problemi difficili e situazioni apparentemente senza sbocco.
Governare è difficile e soprattutto è difficile farlo cercando di ascoltare le ragioni
di tutti quelle dei cittadini e quelle di chi gestisce i servizi, le ragioni di chi
produce e di chi consuma, quelle di chi ha un lavoro e vuole giustamente migliorare le sue
condizioni, quelle di chi non ha un lavoro e chiede che vengano rispettati i suoi diritti.
Presentare il programma per i prossimi cinque anni di lavoro è in un certo senso
più facile, si parte oggi con più esperienza di governo e con molti risultati alle
spalle, abbiamo costruito fondamenta solide e chiediamo il vostro appoggio per realizzare
un grande progetto. Il prossimo consiglio regionale avrà in larga misura poteri
costituenti, dovrà definire i valori e le regole, con i quali la nostra Regione
affronterà il terzo millennio.
I nostri valori non sono cambiati in questi cinque anni e vogliamo ribadirli a noi
stessi, ai nostri alleati, ai nostri elettori.
Crediamo che benessere e solidarietà si debbano costruire insieme. Non c'è
benessere e non c'è sviluppo se non si è attenti ai bisogni di tutti.
Le difficoltà dei più deboli, dei bambini e degli anziani, dei giovani e delle
loro famiglie, degli ammalati e dei portatori di handicap, sono indici dei bisogni di
tutti. Per questo vogliamo qualificare la nostra scelta politica in senso alternativo a
quei modelli di comportamento che avviliscono e strumentalizzano la persona umana.
Vogliamo portare la nostra proposta politica particolarmente là dove esistono situazioni
di emarginazione e di sfruttamento.
Crediamo in un ruolo attivo della Regione Lazio nellassunzione dei valori
della pace e dellaccoglienza.
Crediamo che imprenditorialità e partecipazione siano due volti della stessa
voglia di protagonismo dei cittadini.
Crediamo nella democrazia, dunque le scelte che faremo dovranno essere sempre
comprensibili, trasparenti e verificabili da tutti i cittadini.
Crediamo nel rispetto delle regole. Le regole devono essere al servizio della
comunità e alla comunità daremo regole chiare e facili da rispettare.
Crediamo nella politica come luogo di servizio, come momento di incontro tra le
domande dei cittadini, le risorse umane, ambientali ed economiche e le risposte
dell'esperienza, della scienza e della tecnologia.
Abbiamo raggiunto lobiettivo di portare il Lazio al 2000 come una delle più
grandi e significative Regioni Europee, per vivere l'Anno Santo nel suo significato
profondo di liberazione e di riconciliazione degli uomini fra loro e di riconciliazione
degli uomini con la natura.
Ora vogliamo che lEuropa che abbiamo contribuito a costruire superi la sola
unione economica e diventi sempre più lEuropa dei cittadini, della solidarietà,
del lavoro e dello sviluppo con i suoi irrinunciabili valori di democrazia. Per questo
siamo favorevoli allallargamento dellUnione Europea e riteniamo necessaria una
grande attenzione ai paesi extraeuropei che si affacciano sul mediterraneo. Per questo
insieme alle altre regioni del Centro Italia, ci candidiamo ad essere punto di riferimento
delle politiche europee per il mediterraneo.
La forza della ragione e la forza dell'esperienza
Il primo messaggio della mia proposta, è "La forza della ragione". Ho
voluto indicare un metodo che parte dall'osservazione e dall'ascolto.
La nostra forza in questi anni non è stata quella di chi avendo il potere cerca
di imporre le proprie idee. Non abbiamo avuto e non avremo la ragione degli spot, ma la
ragione dell'intelligenza, della comprensione, dello studio e del lavoro. Le ragioni della
nostra forza oggi sono in un lavoro svolto umilmente, che però ha portato a risanare il
bilancio della nostra Regione, a stabilire con tutti i sindaci quale che fosse la loro
appartenenza politica, un terreno di collaborazione, a ristabilire con le forze sociali,
sindacati ed imprenditori, un rapporto utile. La nostra forza è nel risanamento
delleconomia della nostra Regione, oggi più capace di far valere le sue ragioni in
Italia ed in Europa, oggi considerata economicamente affidabile come dimostra
lemissione dei Buoni regionali in tutto il mondo, da Tokyo a New York. La nostra
forza è stata la capacità di investire in pieno le risorse europee: oggi non cè
territorio del Lazio in cui non si vedano opere realizzate con lintervento della
Regione.
In questo percorso abbiamo sempre fatto riferimento a valori precisi, quelli del
primato della persona, delle pari opportunità, dell'efficienza e della solidarietà.
La forza della ragione ci ha aiutato a definire obiettivi verificabili e percorsi
realistici per raggiungerli.
Non basta indicare fini su cui tutti siamo d'accordo: bisogna individuare i mezzi
adatti, valutarne i costi, considerare le risorse disponibili e dotarsi di sistemi di
verifica e valutazione. Per questo oggi siamo in grado di affermare che le nostre
politiche per il lavoro hanno contribuito a migliorare la situazione della nostra Regione.
Dobbiamo impegnarci, tuttavia, con tutte le energie a sviluppare quelle politiche
necessarie a rimuovere le difficoltà che ancora emergono.
Formazione professionale, contributi alle aziende per la formazione continua,
formazione superiore integrata, apprendistato, diplomi universitari ci hanno consentito di
raggiungere circa 250.000 persone e di contribuire al loro ingresso nel mercato del
lavoro, 4 su 10 hanno trovato una occupazione entro sei mesi dalla fine del nostro
intervento. Abbiamo ricostruito il tessuto normativo regionale con leggi quadro come
quella sullambiente, quella sul decentramento, quella urbanistica, quella sulla
riforma dei servizi per limpiego, il testo unico sul lavoro. Abbiamo progettato un
sistema di trasporti più efficace, un piano porti che valorizzerà le coste della nostra
Regione.
Le ragioni della nostra forza sono state nella capacità di fare lavorare sullo
stesso progetto persone provenienti da esperienze diverse, di utilizzare l'esperienza dei
partiti politici e le competenze di chi esercita la propria professionalità nell'impresa,
nel lavoro, nelle organizzazioni sociali.
Sappiamo che è dalla collaborazione e dal confronto che nascono benefici per
tutti.
Dalla generosità e non dagli egoismi di parte nascono le premesse per uno
sviluppo compatibile solidale.
Uno sviluppo che porti a tutti non solo più benessere e più ricchezza, ma una
condizione di lavoro, sicurezza e di felicità in accordo con l'ambiente.
Governare con la forza della ragione vuol dire infine assumere con coraggio, con
senso di responsabilità e con fermezza le scelte necessarie.
Abbiamo le risorse per il nostro progetto
I giovani, le donne, i lavoratori, i professionisti, gli imprenditori le famiglie
sono stati e sono la forza e la risorsa più importante del nostro progetto.
Abbiamo bisogno delle capacità di tutti. Non dimentichiamo gli anziani, che
costituiscono un patrimonio di esperienza ed una ricchezza di umanità della quale non
possiamo fare a meno.
Una grande risorsa sono inoltre gli amministratori, i sindaci e gli assessori
comunali, con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco per programmare lo sviluppo locale
e per affrontare le emergenze occupazionali.
Il secondo grande patrimonio della nostra Regione sono le sue risorse ambientali,
che abbiamo tutelato con la legge quadro sui parchi, con la legge urbanistica, con i Piani
Territoriali Paesistici, con il quadro di sviluppo territoriale, con il piano dei porti,
il piano faunistico-venatorio.
La natura, la storia e la posizione geografica fanno del Lazio un ambiente
privilegiato. Con esso abbiamo stabilito un rapporto di grande rispetto. Se sapremo farne
un uso intelligente, il Lazio ci ripagherà con più ricchezza e più benessere.
La politica economica della Regione individua nelle imprese pubbliche e private,
nelle piccole imprese, nelle cooperative e negli Enti Locali i soggetti fondamentali dello
sviluppo. Dobbiamo però rendere più semplice la loro vita, dare regole certe per gli
investimenti, dare a tutte le strutture produttive la possibilità di crescere e di creare
ricchezza: dalla grande industria all'artigianato, dal commercio al turismo, dall'edilizia
e all'agricoltura.
Anche il settore dei servizi per la presenza di uffici pubblici e privati di
interesse nazionale e internazionale si presenta come una grande risorsa in grado di
produrre lavoro e occupazione.
Il 2001 con lavvio del federalismo fiscale ci vedrà autosufficienti dal
punto di vista finanziario. Si passerà da un sistema fondato su una finanza derivata,
legata cioè a trasferimenti dallo Stato, ad una finanza autonoma in cui le risorse
verranno dalla partecipazione ai tributi erariali (IVA, IRPEF, Irap, Carburanti) o da
tributi propri il cui utilizzo è in misura crescente, lasciato allautonoma
decisione regionale.
Le nostre risorse sono tali da metterci in grado di contribuire a finanziare il
fondo di solidarietà con le regioni del paese a minore sviluppo.
Abbiamo già iniziato a lavorare in questa direzione semplificando il nostro
sistema e riducendo il numero di tasse a carico dei cittadini passate da 47 a 28.
Valuteremo insieme agli Enti locali ed alle forze sociali il sistema delle entrate e delle
uscite guardando alle aspettative dei cittadini.
Ci impegniamo a governare i prossimi cinque anni con le risorse della nostra
Regione, senza aumentare le tasse.
1 Per una Regione dei cittadini che governi con le autonomie locali e le forze
sociali
5 Per la difesa dellambiente, per lo sviluppo delle risorse per
l'agricoltura 8 Per la cultura, il patrimonio storico-artistico e il turismo
2 Una nuova fase di sviluppo delleconomia regionale. 6 Le reti, le
infrastrutture e il sistema della mobilità 9 Per il sostegno della
famiglia e della persona
3 Per la crescita dell'occupazione 7 Per la sicurezza nelle città 10 Per il
rinnovamento delle città del Lazio,
4 Ci impegniamo per la salute ed il benessere dei cittadini
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Una Regione allaltezza dei nuovi compiti
Abbiamo guidato una grande stagione di riforme, siamo stati tra le prime regioni
italiane ad approvare le leggi di recepimento delle nuove funzioni. E siamo stati anche
tra i primi a trasferire ai Comuni, alle Province e alle Comunità montane il potere di
prendere decisioni importanti per la vita dei cittadini.
Sappiamo di avere seminato bene, uscendo dalle ottiche localistiche e conferendo
alla Regione il ruolo di ente di programmazione, di impulso e di coordinamento.
L'accordo di cooperazione per lo sviluppo che abbiamo stabilito con le regioni
dell'Italia centrale consentirà di realizzare azioni comuni sfruttando risorse nazionali
ed europee.
Ora dobbiamo darci uno Statuto che garantisca un governo sempre più efficiente.
Se vogliamo una Regione capace di assumere un ruolo di programmazione, di indicare le
priorità e di favorire uno sviluppo equilibrato, una Regione dotata di strutture agili
che snelliscano gli iter burocratici e garantiscano l'efficacia dei risultati, il
Consiglio Regionale deve darsi nuove regole che impediscano lostruzionismo fine a se
stesso e consentano un vero confronto democratico sul merito dei problemi. Grazie al
lavoro svolto finora, il Lazio ha acquistato unautorevolezza, a livello nazionale ed
europeo, di cui non aveva mai goduto in passato, dobbiamo proseguire in questo lavoro per
poter attrarre e portare nuove risorse nei nostri territori e aprire nuovi spazi e nuovi
mercati alle forze economiche e sociali.
Oggi il nome Lazio è segno di qualità e ci adopereremo perché diventi un
marchio che accompagni nel mondo i frutti del nostro lavoro e le bellezze del nostro
territorio.
DIECI IMPEGNI PER IL PROGETTO REGIONE
Il lavoro svolto in questi cinque anni consente oggi di assumere con gli elettori
dieci grandi impegni che saranno la base per il nostro governo della Regione.
Ci impegniamo per una Regione dei cittadini che governi insieme alle autonomie
locali e alle forze sociali, all'associazionismo ed al volontariato.
Ci impegniamo una nuova fase di sviluppo sostenibile delleconomia regionale
Ci impegniamo per la crescita dell'occupazione in particolare dei giovani, delle
donne, per la tutela dei diritti dei lavoratori, per lemersione del lavoro nero, per
la sicurezza sul lavoro.
Ci impegniamo per la salute ed il benessere dei cittadini
Ci impegniamo per la difesa dell'ambiente e per una valorizzazione piena delle
risorse naturali e per lo sviluppo delle attività agricole
Ci impegniamo a completare e modernizzare le reti, le infrastrutture e il sistema
della mobilità.
Ci impegniamo per la sicurezza nelle città e per una migliore qualità della vita
dei cittadini
Ci impegniamo a promuovere la cultura e le arti esaltando il patrimonio di storia
delle nostre città e a sviluppare unofferta turistica di qualità.
Ci impegniamo a sostenere la famiglia con specifici interventi per la maternità e
per l'infanzia, favorendo l'accesso alla casa e ai servizi per le giovani coppie. Ci
impegniamo per la qualità della vita per gli anziani, per l'accoglienza e la
valorizzazione degli immigrati.
Ci impegniamo al rinnovamento delle città del Lazio, dotandole di moderni sistemi
di servizi di abitazione e attrezzature.
1.
Ci impegniamo per una Regione dei cittadini che governi insieme alle autonomie
locali e alle forze sociali, all'associazionismo ed al volontariato.
Il nostro primo obiettivo è stato quello di trasformare la Regione da "ente
burocratico" a motore di rilancio del Lazio, capace di utilizzare tutte le competenze
e le risorse.
Il metodo della concertazione istituzionale e del confronto sociale che abbiamo
seguito in tutti i nostri processi di decisione, seppure faticoso, ci ha consentito di
coinvolgere tutte le componenti sociali, dagli imprenditori alle organizzazioni sindacali,
dalle istituzioni locali allassociazionismo, per ascoltare spesso anche singoli
soggetti interessati dai provvedimenti.
Non si è trattato di un lavoro improvvisato. Le consultazioni con la società
civile hanno gettato le basi per la realizzazione pratica del principio di sussidiarietà,
che nel Lazio si sta traducendo in una reale partecipazione "dal basso" al
governo della Regione. In questa chiave abbiamo ridistribuito le competenze tra gli enti
locali (prevedendo anche il trasferimento di risorse e di personale dalla Regione a
Province, Comuni e Comunità montane) e abbiamo avviato il percorso che dovrà portare
allistituzione della Città metropolitana di Roma. Ma soprattutto abbiamo creato le
condizioni per una responsabilizzazione delle formazioni sociali nella gestione di
provvedimenti di particolare impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Il ruolo svolto
dalla famiglia, oltre che dalle associazioni profit e non profit operanti nel sociale, ha
ricevuto in questo modo un riconoscimento che nel Lazio non cera mai stato.
Nel riaffermare il ruolo pubblico come garanzia di pari opportunità per tutti i
cittadini, e di piena realizzazione ed esigibilità dei diritti sociali, è da sviluppare
la funzione del terzo settore come ambito di allargamento e integrazione della sfera dei
servizi pubblici.
Dobbiamo ampliare ulteriormente le forme di partecipazione fino a coinvolgere
tutti i cittadini. Perché abbiamo realizzato buone leggi: è necessario ora che le
famiglie, gli operatori economici, le forze sociali e del lavoro le utilizzino e le
mettano a frutto. Il governo del Lazio deve vedere partecipi e coinvolte a tutte le
componenti della società civile, fino ai singoli cittadini. Tutti dovranno essere
protagonisti e partecipi della seconda fase del nostro lavoro, una fase che vedrà
completati i processi di apertura alla società civile e che ci vedrà concentrati sulla
qualità dei servizi, evitando che si operi nella sola logica della riduzione dei costi e
degli appalti al massimo ribasso, privi di tutele della qualità e dei diritti
contrattuali dei lavoratori e della sicurezza sul lavoro.
Sul piano del decentramento amministrativo, dobbiamo prepararci a gestire
"sul campo" le trasformazioni che, con lapporto di tutto il sistema delle
autonomie, abbiamo prodotto finora. In questa fase Comuni, Provincie e Comunità Montane
avranno un ruolo più incisivo, e potranno rispondere meglio e più prontamente alle
esigenze dei cittadini e delle imprese che operano sul territorio. La Regione dovrà
mettere in gioco tutti gli strumenti di cui dispone (strategici, formativi, finanziari,
organizzativi, ecc
), per aiutare gli enti locali a svolgere il nuovo ruolo previsto
dalle più recenti leggi regionali. La legge sul governo del territorio approvata nel
1999, in particolare, delinea una radicale riforma istituzionale: lattività
prevalente nel campo urbanistico è infatti delegata ai comuni ed alle province. Nello
stesso tempo allente Regione toccherà il compito di definire le linee
programmatiche del governo del Lazio, coordinando lattività degli enti locali.
Restano dunque alla Regione gli esclusivi poteri di grande programmazione strategica. La
fase che si apre dovrà pertanto prevedere la conclusione della fase di trasferimento di
funzioni, personale e risorse umane verso gli enti locali.
Tra le grandi riforme che nei prossimi cinque anni dovranno tradursi in atti
concreti e "visibili", la nascita della Città metropolitana di Roma è
senzaltro quella di maggiore rilievo. Tutti coloro che risiedono nella Capitale,
così come tutti coloro che vi si recano ogni mattina per lavoro, sanno quanto sia urgente
adeguare i servizi, le infrastrutture, i collegamenti, gli insediamenti commerciali e gli
uffici della pubblica amministrazione. È unoperazione che può essere portata a
termine solo rafforzando lautonomia amministrativa della città metropolitana,
accentuando il decentramento interno e la semplificazione delle sue strutture e gestendo
in maniera integrata le funzioni di rilievo metropolitano. La Città metropolitana, così
come prefigurata dalla legge regionale e da un disegno di legge in via di approvazione
alla Camera dei Deputati, offrirà una soluzione stabile a questi problemi garantendo, nel
contempo, lintegrazione con il resto del territorio e, per questa via, un più
efficace sviluppo di tutto il Lazio.
Su questi e su tutti gli altri temi di competenza della Regione; sui settori di
intervento e di spesa e sui risultati di volta in volta ottenuti, abbiamo sempre cercato
di informare i cittadini, con onestà e pacatezza. Per creare le condizioni di una
maggiore partecipazione democratica alla vita della Regione abbiamo operato attraverso
sportelli informativi, numeri verdi, televideo, siti internet e opuscoli. Tutto questo,
però, non può bastare se non si lavora anche per lo sviluppo e la qualificazione dei
sistemi di informazione locale, ai quali va riconosciuta la funzione di garanti della
crescita libera e democratica di una Regione. I prossimi anni dovranno vedere i mass media
del Lazio crescere in termini quantitativi e soprattutto qualitativi, così da offrire ai
cittadini una informazione sempre più aggiornata, corretta, competente e allaltezza
dei cambiamenti che stanno modificando alla radice la nostra vita quotidiana.
2.
Una nuova fase di sviluppo delleconomia regionale.
In questi anni è cresciuta la collaborazione tra gli operatori economici e la
Regione.
Abbiamo oggi una grande occasione di ripresa economica.
Il paese è entrato nellEuro, linflazione cinque anni fa era al 5.4%
oggi, è più che dimezzata. Il denaro per gli investimenti costa la metà di cinque anni
fa. Il sistema produttivo nazionale si avvia ad una ripresa ancora moderata per l'anno in
corso, ma a detta di tutti gli esperti, passibile di accelerazioni per gli anni
successivi.
In questo processo il Lazio deve svolgere il suo ruolo di grande Regione, seconda
solo alla Lombardia in termini di prodotto interno lordo (PIL) complessivo (Fonte Istat).
Anche sul terreno delle esportazioni, che è stato tradizionalmente un punto debole della
economia laziale registriamo una significativa inversione di tendenza.
Oggi i conti della Regione sono sotto controllo, il disavanzo è stato ridotto a
1500 miliardi e si continua a lavorare per abbatterlo ulteriormente. Nel 1999 la quota
degli investimenti ha superato quella delle spese correnti: su un bilancio di 24 mila
miliardi, infatti, al netto dei 10mila miliardi per la sanità, oltre 7mila sono destinati
allo sviluppo e alla occupazione. Ma l'operazione più innovativa su questo terreno, che
ci ha qualificati come pionieri nel campo della finanza regionale e sui mercati finanziari
internazionali, è stata quella dei Bor, che finora hanno fruttato 850 milioni di euro e
300 milioni di dollari collocati in tutti i mercati del mondo: America, Europa e da ultimo
in Asia, garantendo le risorse necessarie agli investimenti. Abbiamo ridotto di 2/3
l'onere su 600 miliardi di mutuo.
Abbiamo attivato tutti gli strumenti per favorire l'accesso al credito da parte
delle imprese. Abbiamo sostenuto i consorzi di garanzia fidi e le cooperative di garanzia,
creato l'Unionfidi per le garanzie a medio termine a favore di tutti i settori produttivi
(industria, artigianato, agricoltura, commercio, cooperazione, turismo e servizi),
sostenuto l'Artigiancassa e favorito la nascita di Artigiancredito, definito l'accordo con
il Mediocredito per le leggi agevolate trasferite alla Regione.
Abbiamo usato la leva creditizia anche per gli investimenti degli enti locali,
ponendo a carico della Regione gli oneri per i prestiti destinati ad opere quali gli
edifici pubblici nei centri storici, gli edifici di culto, le opere igenico-sanitarie, gli
impianti sportivi.
Infine abbiamo creato la nuova Agenzia Regionale di Sviluppo chiamata ad un ruolo
fondamentale per il sostegno agli investimenti.
Abbiamo promosso e sostenuto in molti territori i patti territoriali, il contratto
d'area di Montalto di Castro, strumenti della programmazione negoziata che vedono le
imprese e le istituzioni lavorare insieme per realizzare sviluppo e occupazione, con la
garanzia delle tutele contrattuali per i lavoratori.
Il 2000 vede l'avvio della nuova stagione dei programmi comunitari di Agenda 2000,
che dureranno sette anni e porteranno nel Lazio oltre 5000 miliardi di risorse pubbliche.
Definite le aree eleggibili con un ampliamento dei comuni interessati che passano da 261 a
296, partirà quest'anno il nuovo obiettivo 2 per favorire lo sviluppo delle aree del
sistema Lazio; ad esso si affiancano l'obiettivo 3 per le risorse umane e l'occupazione,
il programma di sviluppo agricolo e gli altri programmi definiti d'intesa con la U.E.
(Leader, Interreg, Urban, ecc).
L'intesa istituzionale di programma, un accordo che stiamo concludendo con il
Governo per realizzare un piano di interventi di interesse comune, consentirà grandi
investimenti in settori di interesse prioritario, lo sviluppo economico e
dell'occupazione, le infrastrutture, l'ambiente, il turismo e la cultura.
Abbiamo ottenuto segnali positivi anche dal punto di vista occupazionale. Tra il
95 ed il 99 registriamo un incremento costante di occupati pari a + 64mila unità di cui
54mila donne. L'incremento di occupazione è dovuto in gran parte al terziario ed ai
servizi, mentre ancora difficile rimane la situazione dell'industria anche se nell'ultimo
scorcio dell'anno in questo settore come in altri ci sono segnali di inversione di
tendenza.
Di fondamentale ausilio per lo sviluppo economico, sarà il completamento della
grande rete infrastrutturale del Lazio: inizia ormai a delinearsi infatti un moderno
sistema "a rete" in grado di rispondere alle attuali esigenze degli imprenditori
e delleconomia.
Abbiamo operato per creare le condizioni necessarie ad una affermazione della
Regione e della sua economia nel nuovo scenario competitivo europeo e mondiale determinato
dall'ingresso nell'Unione Europea Monetaria e dalla crescente globalizzazione dei mercati.
I risultati già si apprezzano, ma è necessario perseverare nella direzione di una
maggiore efficienza complessiva del sistema economico. La pubblica amministrazione deve
essere modernizzata non solo per tenere il passo con le rapide evoluzioni dell'economia,
ma perché essa stessa rappresenta nella nostra Regione una parte importante
dell'attività economica. La pubblica amministrazione può e deve contribuire a
modernizzare l'apparato produttivo regionale a cominciare dal settore dei servizi, così
importante nella Regione e ancora scarsamente competitivo. In questa prospettiva vanno
proseguiti i lavori di delegificazione, la produzione di testi unici, la riforma delle
procedure amministrative, e va resa operativa la riforma dell'apparato regionale.
Altro non meno importante obiettivo, è quello di valorizzare rendendole
efficienti e competitive le tante aree produttive specializzate presenti nella nostra
Regione. I distretti agricoli della Tuscia e del basso Lazio; i distretti industriali, da
Cittaducale a Pomezia, da Civitacastellana a Cassino; le aree minerarie da Guidonia a
Coreno Ausonio; le aree turistiche , montane, culturali, marine, di cui la Regione è
ricchissima; le aree commerciali, da Viterbo a Fondi, ecc.
Dobbiamo operare per rafforzare ogni sistema produttivo locale e per collegarlo
nella rete del più vasto sistema regionale, così da accrescere ulteriormente la forza
competitiva della Regione e lanciare il Lazio nella pacifica sfida della prosperità e
della cooperazione internazionale.
3.
Per la crescita dell'occupazione in particolare dei giovani, delle donne per la
tutela dei diritti dei lavoratori, per lemersione del lavoro nero e la sicurezza sul
lavoro.
In questi cinque anni abbiamo lavorato fianco a fianco con le organizzazioni
sindacali per affrontare tutte le crisi che il sistema industriale ha attraversato ed al
tempo stesso cercato di raggiungere risultati con le politiche attive del lavoro.
Partendo da una situazione di largo inutilizzo del F.S.E. e dagli esiti di una
gestione praticamente senza regole né controlli che la Commissione U.E ha duramente
contestato, siamo passati ad una gestione controllata ed al pieno utilizzo del fondo
sociale Europeo. Questo ci ha consentito di formare circa 250.000 giovani e di dare a
circa 100.000 una occasione di lavoro entro sei mesi dalla fine degli interventi. Le leggi
sullimprenditoria giovanile e sul prestito donore ci hanno consentito di
realizzare oltre 350 iniziative dimpresa. La riforma dei servizi per limpiego
ci consentirà di migliorare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro.
Abbiamo oggi nuove funzioni che ci consentono di indirizzare e sostenere
l'attività delle scuole e delle università e di incrementare il loro livello di
integrazione con il mondo del lavoro attraverso stage in impresa in modo che i giovani
siano, come ci chiede l'Unione europea, "occupabili" già alla fine dei percorsi
di studio.
Tra i primi in Italia stiamo innovando la formazione professionale iniziale per
renderla una risposta efficace per i giovani che, dopo lobbligo scolastico,
sceglieranno di realizzare lobbligo formativo in un indirizzo professionalizzante.
Rimangono poi due grandi problemi sui quali proseguire nell'impegno dare garanzie
e tutela ai giovani e a tutti i lavoratori che vivono forme di lavoro atipico e sviluppare
la lotta al lavoro sommerso.
Vanno intensificati gli sforzi per realizzare lutilizzazione del patrimonio
di conoscenze prodotte dal settore ricerca attraverso la realizzazione di incubatori
dimpresa e di convenzioni che aiutino il sistema dimpresa a mettersi in
rapporto con le università, il CNR, lENEA, l'INFN e tutti gli altri centri di
eccellenza presenti in Regione.
Le persone in cerca d'occupazione nel Lazio sono circa 250mila, esse rappresentano
l'11.7% delle forze di lavoro. Si tratta soprattutto di giovani. Tuttavia l'indice di
disoccupazione che oggi è quasi pari alla media italiana si è ridotto nel complesso dal
95 al 99 di quasi un punto percentuale, mentre per le donne nello stesso periodo si è
ridotto di un punto e mezzo. Abbiamo ottenuto dei primi risultati, ma c'è ancora molto
cammino da fare.
Il documento di programmazione che abbiamo messo a punto per il Fondo Sociale
Europeo dell'Agenda 2000 consentirà di utilizzare su tutto il territorio regionale
ingenti risorse comunitarie, nazionali e regionali per la formazione e le politiche attive
del lavoro. I pilastri di questo progetto sono a) occupabilità e servizi all'impiego, b)
integrazione delle fasce deboli, c) adeguamento dell'offerta formativa, d) occupazione e
competitività dei sistemi produttivi, e) pari opportunità. L'obiettivo è quello di
mettere in grado giovani ed adulti di essere protagonisti della società conoscitiva,
capaci di utilizzare le grandi potenzialità di Internet e delle tecnologie multimediali.
Vogliamo continuare ad investire sulle capacità dei giovani di intraprendere e
offrire loro nuove opportunità e mezzi per farlo, per questo il nostro progetto prevede
di:
garantire il diritto allo studio per la scuola e per l'università, aumentare i
servizi di mense e alloggio per gli studenti universitari, incrementando le risorse ed i
servizi;
· coordinare lofferta formativa di scuole, università e formazione
professionale orientando l'offerta formativa verso sbocchi professionali certi e verso le
effettive esigenze della riqualificazione dello sviluppo e della nuova occupazione
derivante dalla programmazione regionale in tutti i settori di competenza.
Consolidare la riforma della formazione professionale iniziale e proseguire la
sperimentazione dellapprendistato in funzione dell'obbligo formativo a 18 anni.
Supportare le iniziative dei Centri Territoriali per l'educazione degli adulti e
le università della terza età e realizzare un progetto per leliminazione
dellanalfabetismo iniziale e di ritorno nella popolazione adulta.
Proseguire nell'analisi degli esiti occupazionali dei corsi passando da indagini
campionarie al monitoraggio di tutto il sistema (istituzione Valutazione Impatto
Occupazionale) ed utilizzarne i risultati per la programmazione.
Ampliare gli interventi di Formazione superiore integrata e di formazione post
secondaria.
In relazione a questi impegni si dovrà approvare una legge quadro sulla
formazione professionale che recepisca tutte le indicazioni innovative in questo settore.
· Costruire insieme alle province, ai comuni e con l'ausilio dell'Agenzia Lazio
Lavoro una rete dei servizi per l'impiego in grado di garantire a tutti i cittadini,
informazioni e orientamento e fornire attraverso i Centri per l'impiego un reale supporto
all'incontro di domanda e offerta di lavoro.
Trasformare la rete dei centri di orientamento (CILO) inserendola nel più
complessivo sistema dei servizi per l'impiego.
In particolare sarà necessario attuare il passaggio della gestione della
formazione professionale alle province superando le inerzie di alcune di loro.
Potenziare le strutture di vigilanza e di controllo finalizzate alla sicurezza ed
alla tutela della salute nei posti di lavoro raggiungendo gli obiettivi fissati dalla
recente legislazione nazionale.
· proseguire nel lavoro di costruzione di offerte occupazionali a tempo
indeterminato a tutti i lavoratori socialmente utili secondo l'indirizzo recentemente
approvato dal Consiglio Regionale.
· diffondere l'imprenditoria sociale utilizzando la legge regionale per la
cooperazione sociale ed il sostegno e la valorizzazione delle imprese senza fine di lucro
e realizzando interventi per lattivazione di nuove imprese sociali sul modello
dellimprenditoria giovanile.
Incentivare la costituzione di nuove imprese attraverso le leggi per
l'imprenditoria giovanile, l'imprenditoria femminile e il prestito d'onore.
Proseguire il lavoro avviato con l'accordo con le organizzazioni sindacali sui
lavori atipici e realizzare progetti per l'emersione del lavoro nero.
Promuovere misure di sostegno alla contrattazione delle forme di riduzione degli
orari di lavoro e di diversa distribuzione delle stesse.
4.
Ci impegniamo per la salute ed il benessere dei cittadini
La tutela del diritto alla salute dei cittadini è uno dei compiti che le Leggi
dello Stato affidano alla responsabilità delle Regioni.
La sanità del Lazio, all'inizio della passata legislatura, era sull'orlo del
tracollo organizzativo e finanziario.
Bisognava ridefinire regole certe e condivise , superare un clima dominato da
improvvisazione e arbitrio e ricondurre i diversi soggetti (pubblici, no-profit, privati)
all'interno di un progetto comune , di una politica che rimettesse al centro il
soddisfacimento del diritto alla salute del cittadino.
Molti obiettivi sono stati raggiunti, l'era degli ospedali incompiuti è finita.
Oggi lo Spallanzani è un centro di riferimento a livello Europeo per la lotta all'AIDS, e
il S. Andrea è un'azienda mista Regione -università che ospita la seconda Facoltà di
Medicina de "La Sapienza". Abbiamo recuperato 1000 miliardi di fondi statali per
la riqualificazione edilizia e approvato un piano di interventi per ristrutturare gli
ospedali della Regione. Sono stati aperti oltre 70 cantieri: la maggior parte dei lavori
ad oggi è stata conclusa. Gli interventi più significativi hanno riguardato a Roma San
Camillo, San Giovanni e San Filippo, a Viterbo l'Ospedale di Belcolle, a Latina il Santa
Maria Goretti e il De Lellis a Rieti. A Frosinone e a Cassino ci sono due nuove e moderne
realtà ospedaliere. E' stata rimessa a nuovo tutta la rete dei poliambulatori.
Grazie ai fondi per il Giubileo la Regione ha finanziato con 156 miliardi altri 19
progetti intervenendo sul Santo Spirito di Roma, sui dipartimenti di emergenza del San
Giovanni, del Grassi di Ostia e del Sant'Eugenio, del Gemelli, del Policlinico Umberto I,
del San Filippo Neri e i DEA di Bracciano, Subiaco e Albano.
Per il prossimo triennio è prevista l'utilizzazione di ulteriori 1500 miliardi di
fondi statali che verranno utilizzati per potenziare ulteriormente il sistema e per
costruire due nuovi ospedali nell'area dei Castelli Romani e in quella di Tivoli e
Guidonia.
In realtà i risultati in termini di riorganizzazione, di qualificazione della
spesa, di rinnovo del patrimonio edilizio e tecnologico, producono lentamente effetti
diretti sull'innalzamento della qualità percepita e sulla tempestività delle prestazioni
che i cittadini a gran voce giustamente richiedono.
Ciò non toglie che il risanamento finanziario, strutturale e organizzativo del
sistema sanitario è la base indispensabile per un vero salto di qualità nella tutela
della salute.
In questo contesto la Regione sta appieno dispiegando la sua funzione di
programmazione cioè la possibilità di scegliere i settori da potenziare e i servizi da
attivare e di definire regole chiare e definite che diano certezze ai cittadini, ai
lavoratori e alle imprese del settore.
Per questo abbiamo predisposto il primo Piano Sanitario Regionale che a partire
dalla analisi dello stato di salute della popolazione e dai bisogni espressi dai cittadini
traccia le linee del futuro sviluppo della Sanità del Lazio che renderemo operativo nella
prossima legislatura.
Possiamo sintetizzare gli obiettivi che ci siamo dati e che saranno al centro
della nostra attività nella prossima legislatura:
Riequilibrio territoriale dei servizi. Occorre lavorare per avvicinare i servizi
ai cittadini superando i limiti di un sistema sanitario concentrato in una zona ristretta
della città di Roma, sviluppando e riqualificando gli ospedali di provincia e realizzando
una rete organica di strutture sanitarie, potenziando nel territorio una rete di
poliambulatori specialistici funzionali ad un progressivo processo di deospedalizzazione
per le patologie meno gravi.
Attivazione dei distretti socio-sanitari, previsti dalla riforma, e pieno
coinvolgimento nel raggiungimento degli obiettivi di salute dei medici di medicina
generale. Il distretto diventa punto di riferimento e interlocutore del cittadino, non
limitandosi alla prenotazione delle prestazioni, ma rispondendo direttamente ai bisogni
dei cittadini. ( assistenza infermieristica e assistenza domiciliare) in stretto rapporto
con il medico di medicina generale
Riduzione dei tempi di attesa : abbiamo già ridotto i tempi di attesa necessari
per accedere alle visite specialistiche in tutti gli ospedali pubblici, bisogna comunque
migliorare questo risultato attivando sistemi di prenotazione integrati ( è in fase di
avvio il CUP di Roma ) che indirizzano i cittadini ai presidi accreditati con minore
attesa; adottando protocolli di priorità in base all'urgenza della prestazione; riducendo
in accordo con i medici le prestazioni inutili; potenziando ulteriormente nelle zone più
carenti attrezzature e personale qualificato
Miglioramento della qualità assistenziale e alberghiera : progressivo
completamento della trasformazione dei reparti di degenza con camere a 2 letti con bagno,
spazi per i genitori nei reparti di pediatria, spazi attesa attrezzati negli ambulatori,
riduzione dei tempi di attesa per referti e cartelle cliniche, potenziamento degli uffici
relazioni con il pubblico. La Regione tramite l'Agenzia di Sanità Pubblica, fornirà dati
relativi ai risultati raggiunti dalle strutture ospedaliere e distrettuali sulle attività
mediche, chirurgiche, sulle infezioni ospedaliere, sulla mortalità post operatoria, sulle
campagne di prevenzione e pubblicherà periodicamente una Guida ai servizi sanitari per i
cittadini.
Percorsi ed accesso agevolato per i soggetti deboli: agli anziani, ai disabili
fisici e psichici, ai malati cronici vanno riservate corsie preferenziali che prevedano
l'accompagnamento e l'assistenza in tutte le fasi del rapporto con il servizio sanitario
dalla prenotazione di visite ed esami , alla richiesta di assistenza domiciliare alla
fornitura di farmaci o presidi sanitari a domicilio ecc
Integrazione socio-sanitaria e strutture residenziali. La separazione nella
erogazione di prestazioni sociali e sanitarie rende meno efficace l'intervento pubblico.
Una vera integrazione funzionale permetterà una risposta più esauriente alla domanda che
viene dal cittadino, domanda nella quale aspetti sociali e sanitari sono sempre più
collegati tra loro. In questa logica abbiamo previsto l'attivazione o l'incremento delle
strutture assistenziali per i malati terminali, per i malati di alzheimer, per i disabili,
per anziani non autosufficienti incentivando anche le strutture di casa famiglia.
Emergenza : Il servizio 118 è stato potenziato con 115 nuove ambulanze, 30 auto
medicalizzate e il servizio di elisoccorso affidato ai vigili del fuoco. E' imminente
inoltre l'assunzione di 200 infermieri ed 80 medici per questo servizio. Abbiamo in
programma, conservando la gestione pubblica regionale la ridislocazione e il decentramento
delle postazioni nel territorio, il completamento della informatizzazione dei dipartimenti
di emergenza con monitoraggio in tempo reale della disponibilità di sale operatorie e
posti letto.
Prevenzione e lotta alle patologie a grande diffusione. Va sicuramente rilanciata
una iniziativa sulla prevenzione , sulla tutela della salute nei luoghi di vita e di
lavoro. Particolare importanza dovrà assumere la lotta contro i tumori con campagne di
prevenzione e screening mirati. La realizzazione a Roma di un polo oncologico di
riferimento nazionale sarà il perno di una strategia più complessiva. Si dovranno
intensificare le iniziative di informazione e prevenzione contro i comportamenti dei
singoli e della società che favoriscono le malattie cardio-vascolari e respiratorie
Attivazione della libera professione intra-moenia. E' necessario che le ASL si
impegnino a rendere rapidamente attuabile la possibilità di attività libero
professionale prevista dalla legge per i medici pubblici riportando nel sistema pubblico,
con tutte le garanzie per i cittadini, competenze e professionisti di valore.
Formazione permanente e valorizzazione di tutte le professioni sanitarie.
L'attivazione di momenti di formazione permanente di tutti gli operatori sanitari, la
valorizzazione delle professioni non mediche con l'attribuzione di responsabilità
organizzative e gestionali, adeguamento delle piante organiche alle effettive esigenze
delle strutture per garantire la qualità professionale e le condizioni di lavoro.
A questi obiettivi, tutti mirati alla miglior tutela della salute dei cittadini
del Lazio si arriverà con la piena applicazione della legge di riforma del sistema
sanitario nazionale a cui dovremo dare attuazione nella prossima legislatura.
5.
Per la difesa dellambiente, per lo sviluppo delle risorse naturali e delle
attività agricole
AMBIENTE E TERRITORIO
AMBIENTE, ENERGIA e TRASPORTI
La tutela dell'ambiente deve realizzarsi a partire dalla qualità dell'aria che
respiriamo, a tal fine la Regione provvederà a valutare la qualità dell'aria ambiente
individuando le zone che comportano rischio di superamento dei valori limite, quelle in ci
almeno un inquinante supera il valore limite e quelle in cui bisognerà realizzare piani
di mantenimento della qualità. Individuate le zone, daremo inizio alla elaborazione di
piani di azione per il raggiungimento degli obiettivi di qualità accettabile dell'aria.
Il piano energetico regionale attraverso il risparmio energetico, l'uso razionale
dell'energia e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative si pone l'obiettivo di una
riduzione delle emissioni di anidride carbonica tra il 9 e 16% entro il 2010. L'uso di
fonti energetiche pulite può consentire di ridurre le emissioni. La razionalizzazione
dell'uso dell'energia è in grado di ridurre, sempre entro il 2010 le emissioni del
sistema industriale del 34%. Una politica ed un rapporto stretto con il mondo industriale
incentrati sulla qualità dei processi e dei prodotti sono le premesse indispensabili di
qualsiasi politica di risanamento dell'ambiente.
Il piano regionale dei trasporti, i piani urbani del traffico, il miglioramento
dei carburanti, il rinnovamento del parco macchine sono gli strumenti per intervenire sul
settore dei trasporti che incide per il 48% sui consumi di energia ed è responsabile del
30% delle emissioni di anidride carbonica, del 60% degli ossidi di azoto, del 90% del
monossido di carbonio e del 94% dei composti aromatici.
Aree protette. Il sistema delle aree protette del Lazio, deve diventare, come
nelle regioni più evolute una grande opportunità di nuovi lavori e di attività
economiche coerenti con lo sviluppo sostenibile.
Dopo aver raddoppiato la superficie protetta (da 80,000 a 160.000 ettari) e
quintuplicato le risorse in bilancio (da 6,5 a 34 miliardi in cinque anni) vanno
completate la gestione delle aree protette e l'offerta di turismo ambientale. Il modello
già esiste: è quello della riserva di Monte Rufeno (comune di Acquapendente) che, con
3000 ettari di superficie, dopo aver ristrutturato numerosi casali con i fondi strutturali
occupa direttamente 100 addetti nella gestione, nei servizi e nell'accoglienza. I grandi
parchi come i Simbruini (30.000 ettari), i Lucretili (20.000 ettari) o i Castelli Romani,
a ridosso del bacino d'utenza di Roma ed il sistema dei parchi con le sue 53 aree
protette, consentiranno di realizzare dai cinque ai settemila posti di lavoro.
L'Agenzia dei Parchi, attivata nel 1999, la prima nel suo genere realizzata in
Italia, sarà il momento di coordinamento e di promozione di questi programmi.
L'EDUCAZIONE e L'INFORMAZIONE AMBIENTALE
Leducazione e l'informazione ambientale sono indispensabili. Per questo
abbiamo realizzato una rete di laboratori situati nelle Aree Protette regionali coordinati
con il laboratorio di educazione ambientale di Sabaudia, e la rete nazionale
"Labnet". I laboratori dei Parchi non solo offrono al mondo della scuola
straordinarie opportunità didattiche, ma dovranno sviluppare sempre più programmi ed
iniziative volte alla migliore conoscenza ed alluso del sistema dei parchi da parte
di tutta la popolazione. Il sistema di laboratori, nel suo complesso, svilupperà un
progetto organico di educazione permanente per la tutela del nostro patrimonio naturale e
per la promozione della partecipazione dei cittadini nelle politiche regionali per lo
sviluppo sostenibile.
Difesa del suolo: con i piani straordinari per la prevenzione del rischio
idreogeologico e la programmazione degli interventi più urgenti si è avviata un'azione
radicale per mettere in sicurezza il territorio regionale. L'azione di manutenzione e
controllo del territorio sarà svolta dall'Agenzia Regionale per la difesa del suolo
(ARDIS) e dai consorzi di bonifica di cui occorre completare, attraverso un ulteriore
processo di riforma e di riorganizzazione. Un ulteriore impegno, già realizzato sul
litorale di Ostia, è quello per la ricostituzione delle spiagge in erosione
Acque. Il controllo del ciclo dell'acqua è il presupposto indispensabile per
conseguire nell'insieme del territorio regionale più elevati livelli di qualità
ambientale. La Regione ha già avviato la riforma dei servizi idrici che diverrà
pienamente operativa nel corso del 2000. Entro il 2000 infatti saranno chiusi i cantieri
dei grandi depuratori nei comuni di Tivoli e Guidonia che risaneranno l'Aniene e quindi il
Tevere.
Il risanamento e l'attuazione della legge 152/99 indica nei "piani di tutela
per i bacini idrografici da realizzare entro il 2004 lo scenario strategico delle
politiche di risanamento delle acque. Altro obiettivo è costituito dal monitoraggio delle
acque superficiali.
Rifiuti. Gli obiettivi strategici restano la riduzione dei rifiuti alla fonte, il
potenziamento della raccolta differenziata e il recupero e il riciclaggio dei materiali.
Stiamo completando la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti (93 discariche chiuse, avvio
della raccolta differenziata in tutto il territorio regionale, realizzazione di quattro
grandi impianti di trattamento che già lavorano il 40% dei rifiuti solidi urbani), avvio
dei quattro impianti AMA finanziati dalla Regione attualmente in costruzione: due per il
trattamento de Rifiuti solidi urbani, uno per la separazione del multimateriale
proveniente dalla raccolta differenziata e uno per la produzione del compost verde di
qualità. Entro il 2000 questa manovra consentirà di trattare e/o recuperare il 90% dei
rifiuti solidi urbani.
I comuni dovranno diventare protagonisti nella raccolta differenziata e nella
organizzazione di forme di riciclaggio che, a parte punte di eccellenza (20% a Ceccano,
15% nell'alta Tuscia) è ancora in ritardo sugli obiettivi di legge.
L'AGENZIA REGIONALE per L'AMBIENTE
Dopo aver istituito e reso operativa l'agenzia quest'anno la Regione ha previsto
una in bilancio per il suo funzionamento 93 miliardi. Queste attività di monitoraggio e
di controllo ambientale, la promozione della qualità ambientale e la divulgazione e
l'informazione ambientale comporteranno progressivamente la formazione e
loccupazione di migliaia di tecnici dellambiente. L'Agenzia dovrà costituire
il referente per i piani di ristrutturazione e di recupero ambientale e urbanistico.
PROTEZIONE CIVILE
Nel corso della legislatura trascorsa gli stanziamenti di bilancio per la
protezione civile sono più che raddoppiati, gli incendi boschivi sono più che dimezzati.
E il volontariato del Lazio organizzato nella FO.PI.VO.L. è diventato un esempio
di operatività a livello nazionale.
E' in corso di approvazione la localizzazione e l'organizzazione degli oltre 80
Centri Operativi Intercomunali, che saranno direttamente collegati alla sala operativa
regionale la cui costituzione è programmata nei prossimi mesi.
Sono in corso di realizzazione la costituzione delle sale operative provinciali
antincendio ed una più stretta integrazione tra Regione, volontariato, vigili del fuoco e
corpo forestale dello stato.
In relazione alle nuove funzioni attribuite alle regioni si dovrà dare luogo ad
una Agenzia regionale per la protezione civile con funzioni di coordinamento del sistema.
AGRICOLTURA
Anche lagricoltura del Lazio ha fatto in questi anni grandi progressi.
E oggi necessario che si sostenga leconomia agricola, consolidandone il ruolo
nelleconomia produttiva regionale.
L'economia agricola deve restare settore centrale dell'economia dei territori
rurali. Lo sviluppo agricolo infatti è qualcosa di più del semplice sviluppo del sistema
agro-industriale, E devono essere superate le divisione tra agricoltura e ambiente, tra
sviluppo agricolo e sviluppo rurale:
Le aziende agricole del Lazio, sono circa 180mila di cui 175.000 a conduzione
diretta e di queste 162.500, oltre l83%, impiegano esclusivamente manodopera
familiare. E dunque necessario fare in modo che queste aziende, che sono la
struttura portante dellagricoltura laziale, siano sostenute, per mantenere e
migliorare quelle caratteristiche di qualità e quella organizzazione che consentano di
far fronte alla concorrenza.
Sarà dunque necessario lavorare in modo che i sostegni pubblici per
lagricoltura siano ripartiti in modo equo e che sia evitata la concentrazione su
poche realtà produttive.
Lobiettivo strategico è la salvaguardia e lo sviluppo dei livelli di
occupazione, sia in termini di lavoro che di terre occupate da attività agricole.
Il nostro obiettivo di lungo periodo è quello di consolidare dei territori rurali
durevoli, In cui l'atto produttivo sia ripartito in modo socialmente giusto e capace di
mantenere il numero più alto possibile di addetti in campagna sia in agricoltura che
negli altri settori.
Questo si può realizzare attraverso un'economia diversificata accompagnata da
unagricoltura diversificata capace di trasformare in valore aggiunto le differenze e
le specificità delle aziende, dei territori, delle tradizioni culturali, dei paesaggi,
degli agroecosistemi della nostra Regione
Un'economia articolata, a partire dal locale, in rete coordinata di cicli corti
(nel tempo e nello spazio) capaci di potenziare la qualità dei prodotti e dei sistemi di
produzione e sfruttare al meglio il potenziale rappresentato dal mercato regionale
interno, di Roma, in particolare.
La Regione dovrà aiutare a ristabilire un contatto ed un dialogo diretto con i
consumatori, sempre più lontani dai processi di produzione degli alimenti, sui prezzi,
sulla qualità, sui vincoli della produzione, per riattivare i legami tra città e
campagna, produttori e consumatori nella nostra Regione.
Bisognerà completare utilizzare le normative regionali ed europee per incentivare
quegli agricoltori che accettano e rispettano disciplinari di produzione finalizzati a
favorire l'occupazione e l'uso durevole delle risorse naturali disponibili a livello
regionale
Dovremo favorire la ricerca e linnovazione in agricoltura utilizzando e
potenziando lAgenzia Regionale per lo Sviluppo e lInnovazione (ARSIAL) perché
realizzi appieno la funzione di servizio al sistema agricolo regionale, liberandosi da
impropri impegni di gestione, per stimolare un migliore adattamento delle coltivazioni e
degli allevamenti agli agroecosistemi e promuovere una maggiore sicurezza degli alimenti.
Gli obiettivi:
procedere nella riconversione ecologica dell'agricoltura laziale, in particolare
per le produzioni di migliore qualità (ortofrutta, olio, vino, formaggi, latte fresco,
etc), appoggiando i sistemi di produzione biologici e biodinamici, sostenendo la
diversificazione produttiva delle aziende e dei territori.
migliorare la qualità delle materie prime agricole prodotte nella Regione
escludendo l'uso di OGM (Organismi Geneticarnente Modificati) ed elaborando etichettature
dei prodotti che ne traccino l'intero percorso, dal campo al piatto.
sostenere un migliore accesso alla terra per le aziende direttocoltivatrici ed i
giovani che si installano attraverso sistemi di affittanza che ridistribuiscano in modo
più equo le terre in particolare quelle pubbliche
avviare iniziative di permute e riaccorpamento per favorire l'allargamento della
maglia poderale sostenendo l'azione dei Comuni in questa direzione e finalizzando
all'acquisizione di terre i proventi derivanti dallalienazione gli usi civici.
Rafforzare il ruolo e gli strumenti di difesa degli interessi collettivi delle Università
Agrarie. Recuperare alle attività agricole le terre dei comprensori industriali dismessi.
sostenere una nuova contrattualistica che favorisca l'accesso all'erba per i
pastori
Sostenere lo sviluppo del mercato regionale (Roma ed i Capoluoghi) dei prodotti
agroalimentari laziali attraverso il riconoscimento di DOP e IGP ed il Sostegno alle PMI
(Piccole e Medie Imprese)
Potenziare i servizi sociali nelle zone rurali: più asili nido, e interventi per
migliorare le condizioni della manodopera stagionale.
Potenziare la collaborazione tra Assessorato alla Sanità e Assessorato
all'Agricoltura in materia di sanità animale e questioni igienico sanitarie negli
allevamenti.
Attuare il piano faunistico venatorio regionale divenuto finalmente una realtà.
Elemento costitutivo di uno sviluppo sostenibile è il rapporto tra uomini e mondo
animale. La protezione, la cura, l'organizzazione di servizi per gli animali d'affezione
è dunque il riconoscimento di diritti. In questo ambito la prevenzione e la campagna
contro il randagismo, i piani di sterilizzazione, l'organizzazione di una rete di centri
di accoglienza, di assistenza veterinaria e di rifugio su tutto il territorio regionale
deve costituire un vincolo per le amministrazioni locali e un'occasione di valorizzazione
del rapporto con le associazioni di volontariato.
6.
Le reti, le infrastrutture e il sistema della mobilità
Il Piano delle reti e delle infrastrutture che abbiamo approvato definisce un
quadro integrato di scelte di breve e di medio termine e individuando le risorse
finanziarie, pubbliche e private da mettere in campo. Il piano regionale dei trasporti è
lo strumento fondamentale per raggiungere il riequilibrio tra le diverse modalità di
trasporto, a favore del trasporto collettivo e di quello su ferro su scala regionale e
nell'area metropolitana. Si tratta di realizzare assieme ai Comuni una risposta forte ai
problemi del traffico, del pendolarismo e ai problemi dello sviluppo economico regionale.
Questi progetti dovranno nella prossima legislatura concretizzarsi attraverso la
effettiva realizzazione delle infrastrutture necessarie e la modernizzazione dei sistemi
di organizzazione e gestione.
Viabilità: la riorganizzazione ed il completamento del sistema viario regionale
costituiscono azioni fondamentali per restituire vivibilità e competitività al sistema
Lazio. Accanto alla concreta realizzazione delle trasversali già programmate ed avviate
(trasversale Nord Civitavecchia-Viterbo-Terni; Dorsale appenninica Terni-Rieti Torano e
Avezzano-Sora-Cassino; Cisterna-Valmontone; Cassino-Formia) ed all'adeguamento della
Cassia e della Salaria occorre assicurare con il potenziamento del corridoio tirrenico un
equilibrio nuovo del sistema regionale e del suo rapporto con la rete nazionale. Al
protocollo d'intesa con la Regione Toscana ed il ministero dei lavori pubblici per
l'adeguamento dell'Aurelia a standard autostradali andrà affiancata una analoga
iniziativa per la Pontina ed il collegamento Roma-Latina-Frosinone.
Sul terreno organizzativo si costituirà una specifica società per azioni con la
partecipazione delle province per la gestione della rete ANAS trasferita alla Regione.
Porti. Il Piano Porti ha stabilito le prospettive della portualità sia turistica
sia commerciale e industriale. Lo sportello unico regionale sarà sostegno per le
iniziative imprenditoriali relative alla portualità turistica. L'istituzione di una
Agenzia Regionale per i porti è la chiave per costituire un network portuale regionale
integrando le funzioni di livello nazionale dell'autorità portuale di Civitavecchia, con
la portualità di scala regionale, rappresentata da Fiumicino e Gaeta, ed il sistema degli
scali a valenza locale (Anzio, Terracina, Formia e le isole).
Trasporto pubblico locale. La riforma del settore, già in larga parte realizzata
dovrà essere completata assieme al trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni e
da queste agli Enti locali. Saranno inoltre completati i processi di trasformazione e di
risanamento delle aziende di trasporto sia pubbliche che private che operano nel Lazio. In
questo quadro assume importanza decisiva la trasformazione di ATAC e COTRAL in società
per azioni a capitale pubblico e la realizzazione di piani industriali di sviluppo che
assicurino ai cittadini/utenti, ai lavoratori ed ai proprietari un adeguato equilibrio nel
rapporto costi benefici.
Trasporto ferroviario. Porteremo a termine l'azione di ristrutturazione e
ammodernamento della rete e dei servizi su ferro, che sposterà quote significative di
pendolari dalla gomma al ferro, riducendo i costi per l'utenza, i tempi di percorrenza e
abbattendo i livelli di inquinamento.
L'accordo di programma tra Ministero dei trasporti, Regione Lazio, Comune di Roma
e FFSS individua come obiettivi il completamento degli interventi infrastrutturali su
linee, stazioni e tecnologie di segnalamento e controllo, la realizzazione di centri
intermodali di scambio a servizio dei passeggeri.
Daremo attuazione al Piano regionale delle merci realizzando i centri merci più
direttamente al servizio dell'area romana sia realizzando e ammodernando le altre
infrastrutture regionali. Il Lazio disporrà così di una rete di centri capace di
trasferire una parte significativa del trasporto merci dalla strada alla ferrovia.
L'ESTENSIONE DELLA COMUNITA' TARIFFARIA REGIONALE.
Occorre completare il sistema tariffario ed il Metrebus per consentire ai
cittadini di utilizzare i vari sistemi di trasporto con un unico titolo di viaggio
riconfermando gli indirizzi previsti per le agevolazioni alle fasce sociali meno abbienti.
7.
Per la sicurezza nelle città e per una migliore qualità della vita dei cittadini
Una delle emergenze più sentite dai cittadini, è rappresentata dalla diffusione
di episodi di criminalità, anche non organizzata, ma non per questo meno violenta e
pericolosa. Cosa può fare la Regione per prevenire queste forme di delinquenza, per
ridurre la minaccia dellusura, contrastare il radicamento delle organizzazioni
criminali, sostenere le vittime di ogni tipo di violenza, restituire fiducia e sicurezza
agli abitanti dei quartieri e delle comunità locali più esposte?
A questo riguardo, il governo regionale, non ha competenze dirette tuttavia può
lavorare d'intesa dintesa con le amministrazioni locali, con le forze sociali e del
volontariato e con le autorità preposte.
Per garantire la sicurezza sul territorio, prima che fenomeni di criminalità
comune si evolvano verso forme strutturate di attività delittuose, la Regione può, da un
lato, utilizzando l'Osservatorio sulla criminalità, concorrere a ridefinire la
distribuzione dei presidi dello Stato sul territorio (Commissariati e stazioni dei
Carabinieri e guardia di Finanza), dallaltra può avanzare una proposta di riforma
delle circoscrizioni giudiziarie, in modo che tribunali e preture siano diffusi secondo le
effettive necessità e i Comuni possano avere un interlocutore quotidiano nelle loro
attività di prevenzione e reinserimento sociale. Linserimento della criminalità
organizzata nelle grandi città può essere impedito attraverso un sistema di
monitoraggio, condotto insieme con le Prefetture e le Procure della Repubblica e le forze
sociali, dei grandi programmi di spesa per opere e infrastrutture; delle rilevazioni di
negozi, alberghi, ristoranti, imprese industriali e agricole da parte di persone colluse
con ambienti criminali; degli spostamenti delle organizzazioni di trafficanti e
spacciatori di droga. Occorre soprattutto adottare un piano regionale-quadro e piani
locali attuativi di prevenzione della microcriminalità diffusa e per la promozione
sociale dei quartieri con problemi di devianza. Allinterno del piano troveranno
posto misure specifiche in favore delle vittime della violenza, specialmente se donne o
minori, che devono poter contare su una rete rafforzata di consultori familiari e su una
solida realtà costituita da associazioni che abbiano già realizzato esperienze
significative su questo fronte.
I danni di natura economica che la criminalità può causare al tessuto delle
imprese sono ingenti. Tra questi, lusura rappresenta una vera e propria piaga che va
curata attraverso unincentivazione delle misure già esistenti e la realizzazione di
forme di sostegno sia sul piano tecnico-giuridico che su quello psico sociale, che
favoriscano il ripristino delle normali relazioni di lavoro, familiari, sociali, ecc.. La
riduzione delle disfunzioni e dei fattori di rischio per le imprese può essere operata
attraverso un programma di prevenzione generale da attuarsi tramite strumenti quali
lagenzia Sviluppo Lazio, Bic, Unionfidi, con il coinvolgimento responsabile del
sistema bancario nel suo complesso. In questo quadro occorre valorizzare il contributo che
le organizzazioni del volontariato e delle parti sociali (associazioni degli imprenditori,
sindacati, rappresentanti dei consumatori e degli utenti) possono dare ad una soluzione
del problema, a partire dallesperienza che ciascuno ha maturato sul campo.
Il Lazio vanta unaltissima presenza di associazioni di volontariato ma
scarseggia quanto ad assistenti sociali.
Per questo intendiamo procedere alla definizione di una Agenzia per la sicurezza
sociale, con l'obiettivo di formare gruppi di operatori sociali pubblici e di coordinare
limpiego di giovani, insieme agli Enti Locali e ai servizi sociali territoriali e
alle organizzazioni di volontariato, per aiutare a migliorare la convivenza nei quartieri.
La realizzazione di servizi quali laccompagnamento degli anziani, la
vigilanza allentrata e alluscita degli alunni dalle scuole, la distribuzione
dei certificati anagrafici o altro ancora, sarà un contributo indiretto a favore di una
maggiore sicurezza nelle nostre città e in definitiva di una più elevata qualità della
vita.
Dovremo continuare nell'azione di qualificazione della polizia municipale
attraverso appositi corsi di formazione.
Un contributo per la sicurezza dei cittadini sono anche le azioni positive di
formazione e di reinserimento sociale dei detenuti che abbiamo realizzato in
collaborazione con gli Istituti di pena del Lazio.
Tuttavia per la sicurezza dei cittadini l'intervento più efficace consiste in
azioni positive che rendano le nostre città più vivibili e più vissute, più
illuminate, più ricche di iniziative culturali e sociali e di attività imprenditoriali.
8.
Ci impegniamo a promuovere la cultura e le arti esaltando il patrimonio di storia
delle nostre città e a sviluppare unofferta turistica di qualità.
UNA POLITICA per la CULTURA e per le ARTI
La cultura è nella nostra Regione una grande risorsa per lo sviluppo, è una
risorsa che sarà efficace solo se riusciremo ad affermare la cultura come un patrimonio
ed un diritto di tutti i cittadini del Lazio.
Nel campo delle attività culturali i Lazio si è trasformata da Regione povera di
iniziative e squilibrata dalla ricchezza delle proposte romane in una Regione considerata
all'avanguardia per i programmi di riequilibrio culturale, per aver sviluppato le
attività in stretta relazione alla ristrutturazione degli spazi e per aver connotato
anche l'arte e lo spettacolo come risorse effettive per l'occupazione e lo sviluppo. Nella
prossima legislatura occorrerà portare avanti le linee di politica culturale che già
stanno dando risultati positivi:
In primo luogo listituzione di una struttura di progetto
atta a diffondere cultura di pace e comportamenti di accoglienza
capace di sviluppare rapporti di collaborazione con i soggetti e le associazioni
che già operano nella Regione e soprattutto a Roma
in grado di coordinare e finalizzare le politiche di tutti gli assessorati
interessati.
Sarà portato avanti lo sviluppo del sistema delle residenze di spettacolo
attraverso l'istituzione di almeno altre due residenze, una in provincia di Roma e una in
provincia di Latina, per completare quelle già istituite e funzionanti a Tuscania,
Magliano Sabina e Fiuggi. La Regione sosterrà la ristrutturazione di immobili da
destinare a spazi di cltura e spettacolo e la costruzione di nuove strutture anche per
sostenere i bisogni della città di Roma. Tali spazi potranno essere di proprietà
pubblica o privata e comunque puntare a modelli gestionali economici. A queste è
collegato il recupero del vecchio stabilimento Miralanza a Roma, per la creazione di uno
spazio teatrale e artistico. Occorre poi sviluppare un progetto di "spettacolo dal
vivo per l'infanzia e i giovani", con l'obiettivo di utilizzare le potenzialità
offerte dalle arti e dallo spettacolo come strumenti di prevenzione e di recupero del
disagio giovanile.
A questo proposito occorrerà rapportarsi con altri poli europei che operano in
questo campo e mettere in rete le risorse professionali del Lazio sviluppando la capacità
di accesso ai sostegni previsti dai programmi europei.
Se con i primi mesi del 2000 si sta procedendo all'inaugurazione ed apertura al
pubblico di importanti strutture espositive e di spettacolo (tra cui il Centro culturale
di Palazzo Chigi di Ariccia, il Polo museale per l'arte contemporanea di Genazzano, il
Museo Tuscolano di Frascati, il Centro internazionale per lo spettacolo a Villa
Piccolomini frutto del recupero del patrimonio immobiliare di un'IPAB). Occorrerà al più
presto procedere al definitivo allestimento degli spazi e procedere all'avvio della
gestione delle strutture attraverso il coinvolgimento di organismi diversi (associazioni
ONLUS, società miste pubblico privato, ecc.) in un'ottica di valorizzazione del
patrimonio culturale, ma anche di efficienza gestionale.
Uno specifico intervento dovrà essere effettuato sui teatri storici del Lazio,
alcuni dei quali chiusi da anni. L'operazione, che consentirebbe di riavvicinare grandi
fasce di popolazione allo spettacolo dal vivo, è certamente impegnativa ma può contare
sulle modifiche già apportate alla normativa regionale, che ora prevede contributi fino
al 70 per cento sui mutui contratti dagli enti proprietari, consentendo di distribuire la
spesa su più anni. Lo stesso discorso vale per le sale cinematografiche.
Sul fronte dell'offerta, infine, occorrerà intervenire attraverso la creazione di
un circuito regionale che dia spazio al cinema europeo di qualità e a quei prodotti che
difficilmente raggiungono la distribuzione commerciale. Occorrerà poi portare a
completamento la trasformazione degli enti lirici in Fondazioni, con l'ingresso e il
coinvolgimento dei privati nella gestione del teatro dell'Opera e dell'Accademia di Santa
Cecilia. Questi organismi, insieme al Teatro di Roma, dovranno rappresentare sempre più
una risorsa effettiva non solo romana ma per l'intero territorio regionale.
L'industria dell'audiovisivo. L'industria dello spettacolo, cinema, teatro, delle
radio, delle televisioni ha a Roma una grande tradizione e rappresenta uno dei poli
economici di maggior rilievo della nostra Regione. Una tradizione che ha vissuto un
periodo di appannamento, ma che nel corso degli ultimi anni, ha ritrovato alimento grazie
anche al riaccendersi della domanda ed al moltiplicarsi di piccole e medie iniziative
imprenditoriali. Bisognerà favorirne lo sviluppo, collegarla con il polo tecnologico
intervenire con interventi formativi che facciano crescere e rendano competitive le nostre
imprese.
Siti archeologici. I siti sono una ricchezza immensa per la cultura, l'arte e
l'economia del Lazio. La linea seguita dalla Regione non è stata solo quella di portarli
alla luce e metterli in condizione di essere fruibili, ma anche quella di renderli vivi,
per esempio attraverso l'illuminazione notturna, che rende quei luoghi quasi fiabeschi. Da
questo punto di vista, l'esperienza di Villa Adriana a Tivoli e di Ostia Antica,
costituisce il parametro anche per il recupero dei siti architettonici - le grandi ville,
dal Tuscolo al Viterbese alla campagna romana - per cui bisogna immaginare una grande
politica culturale, artistica e di spettacolo che li renda fruibili alla domanda sempre
più forte di offerta culturale.
BIBLIOTECHE. Nei confronti del ricchissimo patrimonio di biblioteche presenti nel
Lazio (728 solo a Roma, tra statali, ecclesiastiche, universitarie, di istituti culturali,
ecc
, e 170 negli enti locali) occorre favorire una migliore cooperazione
interistituzionale, soprattutto con le Province e i Comuni, tesa all'integrazione di
risorse e di programmi, in particolare nella città di Roma. Gli obiettivi per la prossima
legislatura sono:
Passaggio anche delle biblioteche medio-piccole al Servizio bibliotecario
nazionale;
Promozione dell'attività di catalogazione su cd-rom;
Prosecuzione degli interventi di tutela del patrimonio librario raro, attraverso
il censimento, l'inventariazione, il restauro e l'acquisizione di fondi librari;
Attività di aggiornamento e formazione rivolta agli operatori del servizio;
Impulso alla nascita di sistemi bibliotecari intercomunali;
Verifica di della effettiva utilizzazione dei contributi in termini di incremento
dei servizi al pubblico
Coordinamento degli orari di accesso al pubblico delle biblioteche.
Promozione di iniziative per incentivare la lettura
SVILUPPARE un'OFFERTA TURISTICA di QUALITA'
Una Regione come il Lazio caratterizzata da un territorio estremamente variegato e
da una frammentazione dell'offerta trova qualche difficoltà nel promuovere i propri
differenti prodotti turistici. Tuttavia la sfida deve essere affrontata perché ormai la
tendenza conclamata della domanda turistica, sempre più esigente, va in direzione della
ricerca di una soddisfazione di specifici interessi. Si tende perciò sempre più a
parlare di "turismi" e di "prodotti turistici". In questo senso il
Lazio, ricco di tutto ciò che in natura, arte, cultura può attrarre potenzialmente un
turista, risulta avvantaggiato nella difficile competizione nazionale ed internazionale.
Roma e Lazio potranno confermare la posizione di leadership sul mercato
internazionale puntando ad un'offerta di qualità e compatibile con l'ambiente e la vita
urbana, a conferma di quanto sta avvenendo con l'anno del Giubileo. Sul piano strategico
appare essenziale stabilizzare e se possibile rafforzare la posizione del Lazio sui
mercati esteri, USA, Giappone e, per quanto concerne il Vecchio Continente, Germania,
Regno Unito e Francia, da cui proviene la stragrande maggioranza dei visitatori stranieri.
Una particolare considerazione dovrà essere dedicata ai cosiddetti mercati emergenti ed
in particolare a quelli asiatici, Cina e India in testa, estremamente appetibili specie
nel medio termine come comprovato dall'intensificarsi di azioni turistico-promozionali
condotte su quei territori dallo stesso ENIT.
Per questo occorre completare il processo di riforma degli enti di promozione
turistica, con la costituzione dell'Agenzia Regionale di promozione e la crescita di
strutture locali di promozione e informazione turistica che valorizzino i prodotti
turistici delle diverse aree.
La partecipazione dei privati e la stretta collaborazione con gli Enti pubblici
(in particolare Camere di Commercio e Comuni) nel settore della promozione turistica è
obiettivo oramai raggiunto, ma certamente da consolidare.
Infine va rafforzata la nostra offerta turistica innanzitutto sostenendo tutte le
azioni che rendano più vivibili e belli i centri di vacanza e soggiorno in armonia con
l'ambiente e la cultura locale, la vita dei residenti e i servizi collettivi. Occorre
continuare a sostenere i processi di innovazione delle imprese turistiche e le capacità
di offerta del turismo sociale e religioso.
Sarà importante favorire altresì il prolungamento del soggiorno degli ospiti non
solo a Roma ma anche nelle altre città d'arte della Regione. Per fare ciò bisognerà
continuare a ragionare in funzione dei prodotti turistici, promuovendo questi ultimi e non
le destinazioni con il risultato di superare i radicati localismi che ostacolano lo
sviluppo complessivo del territorio. È necessario in questa prospettiva conseguire il
consenso dei privati, che dovranno sempre più propendere verso forme di aggregazione e di
specializzazione in grado di indirizzare la propria azione verso specifiche nicchie di
mercato.
Sul mercato interno si avverte l'esigenza di valorizzare maggiormente il sistema
delle città d'arte cosiddette minori ed i piccoli centri turistici, culturali, storici,
nell'ambito di circuiti turistici ed itinerari sinergici con la comunicazione avviata per
la Capitale, rivolti essenzialmente ad incrementare la percentuale di turisti individuali.
9.
Per sostenere la famiglia con specifici interventi per la maternità e per
l'infanzia, e favorendo l'accesso alla casa e ai servizi per le giovani coppie; per la
qualità della vita per gli anziani e per l'accoglienza e la valorizzazione degli
immigrati.
Il Lazio vive in maniera accentuata rispetto ad altre regioni le contraddizioni
tipiche di un Paese e di una società in profonda trasformazione. Bisogna ripensare
l'assistenza non più soltanto come sussidio, ma in una vera ottica di promozione umana e
sociale.
Solo in questo modo si possono affrontare le contraddizioni che incidono in modo
significativo sui giovani, quali le difficoltà di trovare un lavoro, la mancanza di
tutela della maternità nelle condizioni di lavoro atipico, il problema della casa, specie
per le giovani coppie. Difficoltà che frenano anche la costituzione di nuove famiglie e
sono un ostacolo alla natalità.
La famiglia deve rappresentare elemento fondante della solidarietà, sostegno ai
giovani, soggetto attivo di socialità, di ricchezza e vitalità per la comunità e per il
sistema sociale.
Dobbiamo recuperare un'idea globale della famiglia e del suo reddito, sviluppando
le scelte compiute a proposito del diritto allo studio universitario e al calcolo ai fini
dell'assistenza abitativa, compresa la presenza degli anziani e dei figli piccoli in età
scolare e lavorativa, ristabilendone il peso economico nel sistema sociale.
Siamo la prima Regione in Italia che ha approvato una legge di sostegno alle
politiche familiari. Tutto ciò si deve inserire in un quadro di sperimentazione che
abbiamo già avviato da più di due anni per lintegrazione dei servizi sociali,
sanitari e lavorativi a livello di distretto sanitario.
Dovremo agevolare e sostenere la formazione dei nuovi nuclei familiari con
interventi diretti a rendere più agevoli le scelte e le responsabilità relative alla
maternità e alla cura dei figli.
Continueremo nella sperimentazione di nuovi servizi per l'infanzia, anche
utilizzando le risorse europee per le pari opportunità.
Nella nuova legislatura continueremo e svilupperemo misure che favoriscano,
attraverso diverse forme di incentivazione la soluzione del problema abitativo per le
giovani coppie che abbiamo avviato con l'istituzione del buono casa e i programmi di
costruzione di alloggi per l'affitto a canone convenzionato..
Lo stato di protezione sociale oltre ai compiti e ai servizi gestiti dal settore
pubblico, deve coinvolgere il settore no profit, il privato sociale, la cooperazione e il
volontariato per accrescere il loro ruolo nelle politiche dei servizi aggiuntivi alle
persone.
La realtà della nostra Regione vede accanto a situazioni di grande ricchezza e
sviluppo, situazioni di grave emarginazione sociale.
Dopo un periodo di silenzio e inattività durato anni, a partire dal 1995 abbiamo
promosso programmi nei confronti degli Enti Locali per laffermazione dei diritti dei
più deboli e per la realizzazione dei servizi alla persona. Lo slogan "non per
favore ma per diritto" ha accompagnato lavvio di un grosso lavoro di recupero
della coesione sociale nelle nostre città e nei quartieri più a rischio.
La spesa sociale è aumentata negli ultimi due anni da 187 a 236 miliardi. Ora si
tratta di consolidare e sviluppare i risultati già ottenuti sul campo della
multiculturalità, la devianza minorile, il sostegno agli anziani, le politiche in favore
della famiglia e lassistenza ai disabili.
Per questo, nei prossimi anni, sarà necessario:
Completare lattuazione del primo Piano socio sanitario, che ha consentito
agli enti locali di mettere al centro della loro iniziativa istituzionale il tema dei
diritti e dei servizi alla persona, realizzando i primi piani a livello territoriale. Ora,
con lavvio del secondo Piano socio sanitario, dobbiamo stabilire gli standard e i
regolamenti attuativi e lavorare perché si realizzino servizi di qualità.
Sviluppare programmi e progetti a favore dellinfanzia e
delladolescenza.
Potenziare i servizi a favore delle persone con handicap, per realizzare
uneffettiva autonomia e integrazione sociale, culturale e lavorativa e, in
particolare, migliorare i servizi per chi soffre di handicap grave e gravissimo (case
alloggio e assistenza domiciliare). Partiamo da importanti interventi realizzati con i
fondi dell'edilizia residenziale pubblica e con i fondi del Giubileo per le strutture di
accoglienza che saranno riconvertite a questi fini.
Potenziare e consolidare il primo centro di riabilitazione e integrazione sociale
per i pazienti usciti dal coma.
Porre sempre più attenzione nei confronti della terza e della quarta età,
rafforzando i servizi a favore degli anziani non autosufficienti, senza dimenticare quella
maggioranza operosa e attiva che reclama spazi e occasioni per la propria realizzazione.
In questottica investiremo ulteriori risorse nellassistenza domiciliare
integrata sociale e sanitaria; potenzieremo le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA);
aumenteremo le case-alloggio e svilupperemo in tutta la Regione esperienza di lavoro
socialmente utile per anziani, forme di integrazione e scambio tra le generazioni,
accompagnate dalla realizzazione di centri di Arti e Mestieri per i quali sono già
stanziati 15 miliardi di fondo ERP.
Potenziare gli scambi, anche di natura culturale e professionale, con le nuove
generazioni di immigrati laziali nel mondo; realizzare la prima Conferenza mondiale dei
giovani di origine italiana residenti allestero.
Dare continuità al lavoro avviato per potenziare i servizi pubblici e i programmi
degli enti ausiliari e delle associazioni di volontariato impegnate nella prevenzione,
riduzione del danno e il reinserimento sociale e lavorativo dei giovani tossicodipendenti.
UNA COMUNITA' MULTIETNICA
Abbiamo già detto che la nostra Regione sarà una Regione accogliente e solidale,
uno dei modi per rendere visibile questo stile sarà nella capacità di accogliere e
valorizzare i molti immigrati che lavorando nella nostra Regione si stanno inserendo a
pieno titolo nella società laziale.
Abbiamo cominciato a lavorare in questa direzione a partire dai bambini e dagli
adolescenti: a Roma sono nate tre scuole di intercultura, a Corviale, a Tor Bella Monaca e
a Torre Gaia, dove i bambini imparano a conoscere usi e tradizioni di popoli diversi, è
stato inaugurato informa-immigrati uno sportello informativo mediante il quale mediatori
culturali danno informazioni sulle diverse opportunità offerte agli immigrati sia nel
Lazio, sia in tutta Italia.
Bisognerà potenziare i servizi in favore di uneffettiva accoglienza
sociale, culturale e lavorativa degli immigrati (centri di prima accoglienza, formazione
professionale, servizi per l'impiego, programmi multiculturali nelle scuole, ecc.).
A questi programmi vanno aggiunti la realizzazione di interventi mirati per
lospitalità dei pellegrini disagiati del Giubileo, le cui strutture saranno
riconvertite all'accoglienza delle fasce deboli. e la progettazione del villaggio
sperimentale per il gruppo di nomadi Rom-Rudari di Via dei Gordiani, a Roma. Intervento
fortemente innovativo, sia dal punto di vista urbanistico-progettuale che da punto di
vista sociale, previsto con un protocollo dintesa siglato con il Comune di Roma e lo
Iacp di Roma.
Riteniamo che sia importante studiare, insieme alle associazioni degli immigrati
iniziative che favoriscano il collegamento tra gli immigrati e i loro paesi d'origine,
aiutando a trasformare le rimesse dei lavoratori alle famiglie, integrandole con nostre
iniziative, in vere e proprie politiche di sostegno alle economie locali.
Sosterremo l'associazionismo tra immigrati anche lavorando insieme ai Comuni per
individuare luoghi di ritrovo che consentano, l'incontro, la socializzazione e il
mantenimento delle proprie tradizioni.
Infine vogliamo realizzare a Roma il primo museo in Italia dellintolleranza
e degli stermini, per documentare e vigilare contro ogni fenomeno di razzismo e xenofobia
e antisemitismo.
10.
Ci impegniamo al rinnovamento delle città del Lazio, dotandole di moderni sistemi
di servizi e attrezzature
Il Lazio ha un sistema di città di grande rilievo storico, artistico e culturale.
Molti centri storici presentano livelli di stratificazione insediativa, di
continuità storica e di qualità complessiva di primario livello. In moltissime delle
nostre 377 città hanno lavorato i grandi artisti e architetti che operavano a Roma. Il
patrimonio archeologico, storico e artistico è un valore aggiunto che deve essere
pienamente recuperato.
Circa la metà dei finanziamenti destinati alledilizia residenziale sono
stati in questi anni indirizzati verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio
esistente. Si tratta di oltre 1000 miliardi. Altre leggi di settore hanno consentito il
restauro di conventi, chiese, edifici storici, apertura di nuovi musei.
La stessa occasione del Grande Giubileo del 2000 è stata utilizzata sulla base
della priorità della riutilizzazione e sul recupero del patrimonio e delle attività
esistenti.
Al di là di Roma, insomma, si delinea una straordinaria rete di luoghi che devono
formare un sistema storico e culturale. Un sistema di città in grado di competere per le
nuove sfide che ci attendono. Si tratta quindi di avviare una organica fase di
"rinnovo urbano" delle nostre città. Esse sono ancora carenti di sistemi di
accessibilità, di parcheggi, di servizi innovativi in grado di richiamare interessi e
finanziamenti, di collocarsi al livello che merita nel sistema economico italiano e
mondiale.
La legge urbanistica approvata nel 1999, la prima del Lazio, una delle più
originali nel panorama nazionale, si fonda su due concetti chiave: la tutela
dellidentità storica dei luoghi e dellintegrità fisica del territorio.
Attraverso la tutela dellidentità storica intendiamo recuperare la
continuità dello sviluppo storico dei luoghi, migliorandone la qualità.
Attraverso la tutela dellintegrità fisica intendiamo perseguire il rigoroso
rispetto delle aree a rischio geologico, in frana o possibile esondazione: insieme
allavvio dellattività delle Autorità di bacino, sarà un valido strumento
per evitare che, come nel passato, sia possibile edificare in zone a rischio.
Ma il vero rinnovamento delle città del Lazio passa principalmente per
lavvio di una sistematica opera di recupero e riqualificazione del patrimonio
edilizio esistente anche mediante piani di demolizione e ricostruzione di parti di città
che costituisce la nuova sfida dell'urbanistica nella ristrutturazione urbana. Esso,
infatti, presenta valori quantitativi molto elevati e livelli di manutenzione generalmente
modesti.
In questa direzione vanno sia la legge sullautorecupero di patrimonio
pubblico da destinare ad edilizia residenziale pubblica, sia il finanziamento di tutti gli
undici contratti di quartiere presentati dai Comuni per il bando promosso dal Ministero
dei Lavori Pubblici. Con un finanziamento di più di 110 miliardi, 65 miliardi per Roma 56
per il resto del Lazio, la Regione Lazio ha garantito la possibilità di attuazione di
tutti gli 11 progetti di Contratti di Quartiere presentati dai Comuni.
Si tratta di una scelta unica in Italia: mentre le altre regioni hanno atteso i
risultati dellistruttoria del Ministero noi abbiamo deciso di finanziare
autonomamente tutti i progetti.
Per ledilizia Residenziale Pubblica è stato attivato il piano quadriennale
di interventi, per un importo di oltre 1500 miliardi, di cui 1112 miliardi per
ledilizia sovvenzionata e circa 400 miliardi per ledilizia agevolata. Abbiamo
inoltre finanziato i programmi di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria del
patrimonio degradato di proprietà dello IACP di Roma, e quelli per le case popolari
dellintera provincia, attivando qui interventi sul 91% del patrimonio con uno
stanziamento di 365 miliardi. In questo piano assume particolare rilevanza la
realizzazione di edilizia agevolata destinata allaffitto permanente a canone
convenzionato, per favorire laccesso alla casa a quelle fasce di cittadini che non
possono comprarla e non possono sostenere i canoni di mercato.
Se si calcolano anche gli interventi di finanziamento di progetti di recupero
urbano e i programmi integrati, alcuni dei quali già in fase di realizzazione, si arriva
ad un intervento complessivo di finanziamento pari a circa 3000 miliardi che attiveranno
investimenti per 4057 miliardi e stimoleranno la creaione di oltre 80.000 posti di lavoro
e la creazione di oltre 13.000 alloggi.
Per ledilizia privata, abbiamo attivato i recenti bandi per il recupero
delle parti comuni dei condomini (per un finanziamento totale di oltre 121 miliardi) ed il
bando per i cosiddetti "buoni casa", cioè un contributo concesso a particolari
categorie per agevolarne lacquisto delle prima casa (per un finanziamento totale di
60 miliardi di lire).
Il comparto delle costruzioni deve essere rapidamente riconvertito verso le
attività di recupero e manutenzione, così da non rischiare unulteriore
ridimensionamento nelleconomia laziale. Infatti, se è sostanzialmente in riduzione
il comparto delle nuove costruzioni, vanno adeguatamente potenziate tutte le attività di
intervento sul patrimonio esistente.
Limpostazione con cui abbiamo affrontato i primi cinque anni del governo
regionale, quindi, deve diventare ancor più efficace. Levoluzione del quadro
istituzionale, peraltro, aiuta oggettivamente la definizione di un ruolo maggiormente
autonomo e autorevole.
Pur in una differente fase storica, caratterizzata da una decisa contrazione dei
finanziamenti statali verso le Regioni, si potranno concentrare i finanziamenti verso il
settore del recupero, così da consentire una ripresa produttiva di lungo periodo del
comparto delledilizia.
Questultima condizione può consentire di perseguire due fondamentali
obiettivi. Da un lato si potrà consentire al sistema delle imprese che operano nel
settore di programmare la propria attività in modo meno frammentario e condizionato dal
mercato fondiario. Daltro lato si consentirà loro di operare nel senso di una
proficua specializzazione dimpresa, del miglioramento degli strumenti tecnologici
dimpresa a disposizione, di una sempre più elevato livello di qualità della
produzione. Sarà la qualità, infatti, a dettare regole e gerarchie nel mondo delle
imprese che operano nel mercato unificato: il Lazio farà fino in fondo la sua parte.
La legge urbanistica regionale sancisce, in base al principio della
sussidiarietà, la responsabilizzazione delle province e dei comuni nel governo del
proprio territorio, riservando alla Regione i poteri di indirizzo e di verifica di
conformità con le scelte di politica del territorio attuate sullintera Regione.
E chiaro che questo processo non e automatico, bensì va organizzato e
gestito; tenendo conto in particolare che le province, che fino ad oggi hanno avuto
competenze tecniche in altri settori, si trovano a dover organizzare in breve tempo
strutture complesse.
Per questo la Regione si impegna ad organizzare corsi di alta formazione e
procedure di indirizzo e di verifica, monitorando lavvio delle procedure per una
corretta e rapida entrata a regime delle nuove competenze.
Una particolare attenzione verrà riservata al completamento della pianificazione
comunale. Nel Lazio vi sono ancora alcuni comuni del tutto sprovvisti di strumento
urbanistico e 75 dotati di uno strumento obsoleto come il Programma di Fabbricazione
(PdF), i quali, come prescrive la legge nazionale 109/94 (c.d. Merloni), se alla fine
dellanno 2000 risulteranno ancora sprovvisti di strumento urbanistico non potranno
accedere a finanziamenti per opere pubbliche. Per questo è un impegno preciso fare tutto
il necessario affinche nel primo anno del nuovo governo regionale sia completata la
pianificazione urbanistica comunale, anche tramite lattivazione dei poteri
sostitutivi, che nel corso della presente legislatura sono stati definiti nelle procedure
e nelle modalità di attuazione.
Per quanto riguarda ledilizia residenziale, si apre una stagione nuova.
Infatti il Comitato per ledilizia residenziale pubblica del Ministero dei lavori
pubblici, ha sostanzialmente concluso la sua attività e consegnerà alle Regioni funzioni
ed attività. Con la legge 12/99 la Regione Lazio si è già dotata del comitato regionale
previsto per programmare, indirizzare e verificare le attività del settore e guidare una
politica della casa in collegamento con i Comuni.
A tal fine sarà anche indispensabile realizzare in breve tempo le riforme degli
IACP per renderli più efficienti e più efficaci strumenti di gestione della politica
sociale della casa e interlocutori attenti dei diritti degli inquilini assegnatari.
Abbiamo imparato a lavorare insieme su di un progetto: oggi limpegno è
completarlo insieme
Le forze politiche che compongono la nostra coalizione in questi anni anche
superando diverse difficoltà hanno coerentemente rispettato gli impegni assunti con il
programma di fronte ai cittadini. Abbiamo imparato che la diversità può portare a
momenti di debolezza, ma che diventa forza quando si condividono valori, scelte,
obiettivi. Oggi più di ieri sappiamo di poter realizzare il nostro progetto per la
Regione, di poter offrire un governo stabile, capace, efficace, onesto.
Le forze politiche che hanno deciso di appoggiare la mia candidatura, che rimane
la candidatura di un cittadino indipendente, portano ciascuna la ricchezza di una
tradizione importante e al tempo stesso il travaglio di un grande sforzo di rinnovamento.
La nostra Regione ha determinato un modello di riferimento che ha consentito al
centro sinistra di raggiungere lesperienza di governo. Siamo riusciti, in questa
difficile transizione italiana, a dare vita ad una esperienza democratica, in grado di
portare a termine una difficile legislatura di ricostruzione e di rilancio. Oggi ci
riproponiamo di continuare nel governo della Regione e di essere di aiuto perché in tutto
il Paese la politica assuma il profilo di arte per la soluzione dei problemi della vita
sociale così come noi labbiamo interpretata.
Le idee che sono alla base delle nostre scelte stanno già camminando tra i
cittadini in tutto il Paese.
Insieme, ci stiamo battendo per la libertà e il pluralismo dell'informazione.
Insieme, abbiamo costruito scelte di politica economica e finanziaria giuste ed efficaci e
possiamo così oggi aiutare il Paese ad affrontare la riforma dello stato sociale
attraverso il consenso e il confronto tra le parti sociali.
Sono le stesse scelte che ci portano a restare uniti. Forti delle basi solide
costruite in questi anni vogliamo realizzare una fase di sviluppo e di ammodernamento di
questa Regione per renderla competitiva nello scenario europeo. Questo ambizioso programma
di governo rende possibile ladesione di un così vasto schieramento.
Ma ci sono anche principi e valori di fondo, solidarietà, uguaglianza, pari
opportunità, la comune volontà di contrastare qualsiasi deriva autoritaria, che tengono
saldamente unite le forze della tradizione cattolico democratica, la sinistra democratica
e socialista, Rifondazione Comunista, le forze laiche, liberaldemocratiche e
ambientaliste.
Ciò che chiediamo a tutti voi non è solo un voto, ma un impegno che parte da
oggi e deve proseguire per i prossimi cinque anni, l'impegno ad esserci vicini con la
vostra esperienza, con le vostre professionalità, con la vostra generosità, per
completare insieme la costruzione della nostra Regione.
Piero Badaloni