Proposta
di programma per la prima legislatura del nuovo millennio
Il Lazio: una grande regione italiana e
una grande regione europea.
Il
16 aprile i cittadini del Lazio eleggeranno direttamente, per la prima volta,
il loro presidente della regione. Il presidente eletto direttamente avrà ancora
più autorevolezza e più forza per attuare gli impegni assunti con il programma.
Ritengo
un punto di onore mantenere fede alla fiducia che tante persone, diverse per
storia e per idee, mi hanno concesso cinque anni fa e ritengo un dovere
continuare a realizzare quanto è stato cominciato.
Sono
stati cinque anni di grande lavoro e di grandi risultati. Oggi, guardando alle
cose fatte, posso dire che se c’è un’espressione che riassume la nostra
esperienza, questa è "valeva la pena". Perché i risultati compensano
la fatica, la fiducia dei cittadini compensa le difficoltà di una politica che
fatica a ritrovare la sua identità. È in nome di questa fiducia che ho
accettato di impegnarmi nuovamente per vincere insieme questa grande sfida.
L’esperienza
che abbiamo maturato consente di affrontare la nuova legislatura che ci vedrà
impegnati in una fase costituente, a scrivere le regole per una regione con
nuovi poteri e con un programma ancora più ambizioso. Il Lazio, la regione di
Roma capitale, può oggi proporsi come regione guida a livello europeo. Guida di
uno sviluppo compatibile e solidale del mediterraneo, di una integrazione
europea non solo economica, che veda i cittadini, le forze sociali e gli Enti
Locali protagonisti.
La
scelta del 16 aprile inciderà sulla vita di tutti e di ognuno di noi. Piero
Badaloni
Abbiamo fondamenta solide.
Cinque
anni fa abbiamo iniziato la nostra esperienza di governo della regione Lazio,
in questi anni abbiamo sperimentato la fatica di risanare, ricostruire, gestire
problemi difficili e situazioni apparentemente senza sbocco. Governare è
difficile e soprattutto è difficile farlo cercando di ascoltare le ragioni di
tutti quelle dei cittadini e quelle di chi gestisce i servizi, le ragioni di chi
produce e di chi consuma, quelle di chi ha un lavoro e vuole giustamente
migliorare le sue condizioni, quelle di chi non ha un lavoro e chiede che
vengano rispettati i suoi diritti.
Presentare
il programma per i prossimi cinque anni di lavoro è in un certo senso più
facile, si parte oggi con più esperienza di governo e con molti risultati alle
spalle, abbiamo costruito fondamenta solide e chiediamo il vostro appoggio per
realizzare un grande progetto. Il prossimo consiglio regionale avrà in larga
misura poteri costituenti, dovrà definire i valori e le regole, con i quali la
nostra regione affronterà il terzo millennio.
I
nostri valori non sono cambiati in questi cinque anni e vogliamo ribadirli a
noi stessi, ai nostri alleati, ai nostri elettori.
Abbiamo
raggiunto l’obiettivo di portare il Lazio al 2000 come una delle più grandi e
significative Regioni Europee, per vivere l'Anno Santo nel suo significato
profondo di riconciliazione degli uomini fra loro e di riconciliazione degli
uomini con la natura.
Ora
vogliamo che l’Europa che abbiamo contribuito a costruire superi la sola unione
economica e diventi sempre più l’Europa dei cittadini, della solidarietà, del
lavoro e dello sviluppo con i suoi irrinunciabili valori di democrazia. Per
questo siamo favorevoli all’allargamento dell’Unione Europea e riteniamo
necessaria una grande attenzione ai paesi extraeuropei che si affacciano sul
mediterraneo. Per questo insieme alle altre regioni del Centro Italia, ci
candidiamo ad essere punto di riferimento delle politiche europee per il
mediterraneo.
La forza della ragione e la forza dell'esperienza
Il
primo messaggio della mia proposta, è "La forza della ragione". Ho
voluto indicare un metodo che parte dall'osservazione e dall'ascolto.
La
nostra forza in questi anni non è stata quella di chi avendo il potere cerca di
imporre le proprie idee. Non abbiamo avuto e non avremo la ragione degli spot,
ma la ragione dell'intelligenza, della comprensione, dello studio e del lavoro.
Le ragioni della nostra forza oggi sono in un lavoro svolto umilmente, che però
ha portato a risanare il bilancio della nostra Regione, a stabilire con tutti i
sindaci quale che fosse la loro appartenenza politica, un terreno di
collaborazione, a ristabilire con le forze sociali, sindacati ed imprenditori,
un rapporto utile. La nostra forza è nel risanamento dell’economia della nostra
Regione, oggi più capace di far valere le sue ragioni in Italia ed in Europa,
oggi considerata economicamente affidabile come dimostra l’emissione dei Buoni
regionali in tutto il mondo, da Tokyo a New York. La nostra forza è stata la
capacità di investire in pieno le risorse europee: oggi non c’è territorio del
Lazio in cui non si vedano opere realizzate con l’intervento della regione.
In
questo percorso abbiamo sempre fatto riferimento a valori precisi, quelli del
primato della persona, delle pari opportunità, dell'efficienza e della
solidarietà.
La
forza della ragione ci ha aiutato a definire obiettivi verificabili e percorsi
realistici per raggiungerli.
Non
basta indicare fini su cui tutti siamo d'accordo: bisogna individuare i mezzi
adatti, valutarne i costi, considerare le risorse disponibili e dotarsi di
sistemi di verifica e valutazione. Per questo oggi siamo in grado di affermare
che le nostre politiche per il lavoro hanno contribuito a migliorare la
situazione della nostra regione. Dobbiamo impegnarci, tuttavia, con tutte le
energie a sviluppare quelle politiche necessarie a rimuovere le difficoltà che
ancora emergono.
Formazione
professionale, contributi alle aziende per la formazione continua, formazione
superiore integrata, apprendistato, diplomi universitari ci hanno consentito di
raggiungere circa 250.000 persone e di contribuire al loro ingresso nel mercato
del lavoro, 4 su 10 hanno trovato una occupazione entro sei mesi dalla fine del
nostro intervento. Abbiamo ricostruito il tessuto normativo regionale con leggi
quadro come quella sull’ambiente, quella sul decentramento, quella urbanistica,
quella sulla riforma dei servizi per l’impiego, il testo unico sul lavoro.
Abbiamo progettato un sistema di trasporti più efficace, un piano porti che
valorizzerà le coste della nostra regione.
Le
ragioni della nostra forza sono state nella capacità di fare lavorare sullo
stesso progetto persone provenienti da esperienze diverse, di utilizzare
l'esperienza dei partiti politici e le competenze di chi esercita la propria
professionalità nell'impresa, nel lavoro, nelle organizzazioni sociali.
Sappiamo
che è dalla collaborazione e non dallo scontro che nascono benefici per tutti.
Dalla
generosità e non dagli egoismi di parte nascono le premesse per uno sviluppo
compatibile solidale.
Uno
sviluppo che porti a tutti non solo più benessere e più ricchezza, ma una
condizione di lavoro, sicurezza e di felicità in accordo con l'ambiente.
Governare
con la forza della ragione vuol dire infine assumere con coraggio, con senso di
responsabilità e con fermezza le scelte necessarie.
Abbiamo le risorse per il nostro progetto
I
giovani, le donne, i lavoratori, i professionisti, gli imprenditori le famiglie
sono stati e sono la forza e la risorsa più importante del nostro progetto.
Abbiamo
bisogno delle capacità di tutti. Non dimentichiamo gli anziani, che costituiscono
un patrimonio di esperienza ed una ricchezza di umanità della quale non
possiamo fare a meno.
Una
grande risorsa sono inoltre gli amministratori, i sindaci e gli assessori
comunali, con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco per programmare lo
sviluppo locale e per affrontare le emergenze occupazionali.
Il
secondo grande patrimonio della nostra Regione sono le sue risorse ambientali,
che abbiamo tutelato con la legge quadro sui parchi, con la legge urbanistica,
con il quadro di sviluppo territoriale, con il piano dei porti, il piano
faunistico-venatorio.
La
natura, la storia e la posizione geografica fanno del Lazio un ambiente
privilegiato. Con esso abbiamo stabilito un rapporto di grande rispetto. Se
sapremo farne un uso intelligente, il Lazio ci ripagherà con più ricchezza e
più benessere.
La
politica economica della regione individua nelle imprese pubbliche e private,
nelle piccole imprese, nelle cooperative e negli Enti Locali i soggetti
fondamentali dello sviluppo. Dobbiamo però rendere più semplice la loro vita,
dare regole certe per gli investimenti, dare a tutte le strutture produttive la
possibilità di crescere e di creare ricchezza: dalla grande industria
all'artigianato, dal commercio al turismo, dall'edilizia e all'agricoltura.
Anche
il settore dei servizi per la presenza di uffici pubblici e privati di
interesse nazionale e internazionale si presenta come una grande risorsa in
grado di produrre lavoro e occupazione.
Il
2001 con l’avvio del federalismo fiscale ci vedrà autosufficienti dal punto di
vista finanziario. Si passerà da un sistema fondato su una finanza derivata,
legata cioè a trasferimenti dallo Stato, ad una finanza autonoma in cui le
risorse verranno dalla partecipazione ai tributi erariali (IVA, IRPEF, Irap,
Carburanti) o da tributi propri il cui utilizzo è in misura crescente, lasciato
all’autonoma decisione regionale.
Le
nostre risorse sono tali da metterci in grado di contribuire a finanziare il
fondo di solidarietà con le regioni del paese a minore sviluppo.
Abbiamo
già iniziato a lavorare in questa direzione semplificando il nostro sistema e
riducendo il numero di tasse a carico dei cittadini passate da 47 a 28.
Valuteremo insieme agli Enti locali ed alle forze sociali il sistema delle
entrate e delle uscite guardando alle aspettative dei cittadini.
Ci
impegniamo a governare i prossimi cinque anni con le risorse della nostra
regione, senza aumentare le tasse.
Una Regione all’altezza dei nuovi compiti
Abbiamo
guidato una grande stagione di riforme, siamo stati tra le prime regioni
italiane ad approvare le leggi di recepimento delle nuove funzioni. E siamo
stati anche tra i primi a trasferire ai Comuni, alle Province e alle Comunità
montane il potere di prendere decisioni importanti per la vita dei cittadini.
Sappiamo
di avere seminato bene, uscendo dalle ottiche localistiche e conferendo alla
Regione il ruolo di ente di programmazione, di impulso e di coordinamento.
L'accordo
di cooperazione per lo sviluppo che abbiamo stabilito con le regioni
dell'Italia centrale consentirà di realizzare azioni comuni sfruttando risorse
nazionali ed europee.
Ora
dobbiamo darci uno Statuto che garantisca un governo sempre più efficiente. Se
vogliamo una Regione capace di assumere un ruolo di programmazione, di indicare
le priorità e di favorire uno sviluppo equilibrato, una Regione dotata di
strutture agili che snelliscano gli iter burocratici e garantiscano l'efficacia
dei risultati, il Consiglio Regionale deve darsi nuove regole che impediscano
l’ostruzionismo fine a se stesso e consentano un vero confronto democratico sul
merito dei problemi. Grazie
al lavoro svolto finora, il Lazio ha acquistato un’autorevolezza, a livello
nazionale ed europeo, di cui non aveva mai goduto in passato, dobbiamo
proseguire in questo lavoro per poter attrarre e portare nuove risorse nei
nostri territori e aprire nuovi spazi e nuovi mercati alle forze economiche e
sociali.
Oggi
il nome Lazio è segno di qualità e ci adopereremo perché diventi un marchio che
accompagni nel mondo i frutti del nostro lavoro e le bellezze del nostro
territorio.
Dieci impegni per il progetto regione
Il
lavoro svolto in questi cinque anni consente oggi di assumere con gli elettori
dieci grandi impegni che saranno la base per il nostro governo della regione.
1. Ci impegniamo per una Regione dei cittadini che governi insieme
alle autonomie locali e alle forze sociali, all'associazionismo ed al
volontariato.
Il
nostro primo obiettivo è stato quello di trasformare la Regione da "ente
burocratico" a motore di rilancio del Lazio, capace di utilizzare tutte le
competenze e le risorse.
Il
metodo della concertazione che abbiamo seguito in tutti i nostri processi di
decisione, seppure faticoso, ci ha consentito di coinvolgere tutte le
componenti sociali, dagli imprenditori alle organizzazioni sindacali, dalle
istituzioni locali all’associazionismo, per ascoltare spesso anche singoli soggetti
interessati dai provvedimenti.
Non
si è trattato di un lavoro improvvisato. Le consultazioni con la società civile
hanno gettato le basi per la realizzazione pratica del principio di
sussidiarietà, che nel Lazio si sta traducendo in una reale partecipazione
"dal basso" al governo della Regione. In questa chiave abbiamo
ridistribuito le competenze tra gli enti locali (prevedendo anche il
trasferimento di risorse e di personale dalla Regione a Province, Comuni e
Comunità montane) e abbiamo avviato il percorso che dovrà portare
all’istituzione della Città metropolitana di Roma. Ma soprattutto abbiamo
creato le condizioni per una responsabilizzazione delle formazioni sociali
nella gestione di provvedimenti di particolare impatto sulla vita quotidiana
dei cittadini. Il ruolo svolto dalla famiglia, oltre che dalle associazioni
profit e non profit operanti nel sociale, ha ricevuto in questo modo un
riconoscimento che nel Lazio non c’era mai stato.
Nel
riaffermare il ruolo pubblico come garanzia di pari opportunità per tutti i
cittadini, e di piena realizzazione ed esigibilità dei diritti sociali, è da
sviluppare la funzione del terzo settore come ambito di allargamento e
integrazione della sfera dei servizi pubblici.
Dobbiamo
ampliare ulteriormente le forme di partecipazione fino a coinvolgere tutti i
cittadini. Perché abbiamo realizzato buone leggi: è necessario ora che le
famiglie, gli operatori economici, le forze sociali e del lavoro le utilizzino
e le mettano a frutto. Il governo del Lazio deve vedere partecipi e coinvolte a
tutte le componenti della società civile, fino ai singoli cittadini. Tutti
dovranno essere protagonisti e partecipi della seconda fase del nostro lavoro,
una fase che vedrà completati i processi di apertura alla società civile e che
ci vedrà concentrati sulla qualità dei servizi, evitando che si operi nella
sola logica della riduzione dei costi e degli appalti al massimo ribasso, privi
di tutele della qualità e dei diritti contrattuali dei lavoratori e della
sicurezza sul lavoro.
Sul
piano del decentramento amministrativo, dobbiamo prepararci a gestire "sul
campo" le trasformazioni che, con l’apporto di tutto il sistema delle
autonomie, abbiamo prodotto finora. In questa fase Comuni, Provincie e Comunità
Montane avranno un ruolo più incisivo, e potranno rispondere meglio e più
prontamente alle esigenze dei cittadini e delle imprese che operano sul
territorio. La Regione dovrà mettere in gioco tutti gli strumenti di cui
dispone (strategici, formativi, finanziari, organizzativi, ecc…), per aiutare
gli enti locali a svolgere il nuovo ruolo previsto dalle più recenti leggi
regionali. La legge sul governo del territorio approvata nel 1999, in
particolare, delinea una radicale riforma istituzionale: l’attività prevalente
nel campo urbanistico è infatti delegata ai comuni ed alle province. Nello
stesso tempo all’ente Regione toccherà il compito di definire le linee
programmatiche del governo del Lazio, coordinando l’attività degli enti locali.
Restano dunque alla Regione gli esclusivi poteri di grande programmazione
strategica. La fase che si apre dovrà pertanto prevedere la conclusione della
fase di trasferimento di funzioni, personale e risorse umane verso gli enti
locali.
Tra
le grandi riforme che nei prossimi cinque anni dovranno tradursi in atti
concreti e "visibili", la nascita della Città metropolitana di Roma è
senz’altro quella di maggiore rilievo. Tutti coloro che risiedono nella
Capitale, così come tutti coloro che vi si recano ogni mattina per lavoro, sanno
quanto sia urgente adeguare i servizi, le infrastrutture, i collegamenti, gli
insediamenti commerciali e gli uffici della pubblica amministrazione. È
un’operazione che può essere portata a termine solo rafforzando l’autonomia
amministrativa della città metropolitana, accentuando il decentramento interno
e la semplificazione delle sue strutture e gestendo in maniera integrata le
funzioni di rilievo metropolitano. La Città metropolitana, così come
prefigurata dalla legge regionale e da un disegno di legge in via di
approvazione alla Camera dei Deputati, offrirà una soluzione stabile a questi
problemi garantendo, nel contempo, l’integrazione con il resto del territorio
e, per questa via, un più efficace sviluppo di tutto il Lazio.
Su
questi e su tutti gli altri temi di competenza della Regione; sui settori di
intervento e di spesa e sui risultati di volta in volta ottenuti, abbiamo
sempre cercato di informare i cittadini, con onestà e pacatezza. Per creare le
condizioni di una maggiore partecipazione democratica alla vita della Regione
abbiamo operato attraverso sportelli informativi, numeri verdi, televideo, siti
internet e opuscoli. Tutto questo, però, non può bastare se non si lavora anche
per lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi di informazione locale, ai
quali va riconosciuta la funzione di garanti della crescita libera e
democratica di una regione. I prossimi anni dovranno vedere i mass media del
Lazio crescere in termini quantitativi e soprattutto qualitativi, così da
offrire ai cittadini una informazione sempre più aggiornata, corretta,
competente e all’altezza dei cambiamenti che stanno modificando alla radice la
nostra vita quotidiana.
2. Una nuova fase di sviluppo dell’economia regionale.
In
questi anni è cresciuta la collaborazione tra gli operatori economici e la
regione.
Abbiamo
oggi una grande occasione di ripresa economica.
Il
paese è entrato nell’Euro, l’inflazione cinque anni fa era al 5.4% oggi, è più
che dimezzata. Il denaro per gli investimenti costa la metà di cinque anni fa.
Il sistema produttivo nazionale si avvia ad una ripresa ancora moderata per
l'anno in corso, ma a detta di tutti gli esperti, passibile di accelerazioni
per gli anni successivi.
In
questo processo il Lazio deve svolgere il suo ruolo di grande regione, seconda solo
alla Lombardia in termini di prodotto interno lordo (PIL) complessivo (Fonte
Istat). Anche sul terreno delle esportazioni, che è stato tradizionalmente un
punto debole della economia laziale registriamo una significativa inversione di
tendenza.
Oggi
i conti della regione sono sotto controllo, il disavanzo è stato ridotto a 1500
miliardi e si continua a lavorare per abbatterlo ulteriormente. Nel 1999 la
quota degli investimenti ha superato quella delle spese correnti: su un
bilancio di 24 mila miliardi, infatti, al netto dei 10mila miliardi per la
sanità, oltre 7mila sono destinati allo sviluppo e alla occupazione. Ma
l'operazione più innovativa su questo terreno, che ci ha qualificati come
pionieri nel campo della finanza regionale e sui mercati finanziari
internazionali, è stata quella dei Bor, che finora hanno fruttato 850 milioni
di euro e 300 milioni di dollari collocati in tutti i mercati del mondo:
America, Europa e da ultimo in Asia, garantendo le risorse necessarie agli
investimenti. Abbiamo ridotto di 2/3 l'onere su 600 miliardi di mutuo.
Abbiamo
attivato tutti gli strumenti per favorire l'accesso al credito da parte delle
imprese. Abbiamo sostenuto i consorzi di granzia fidi e le cooperative di
garanzia, creato l'Unionfidi per le garanzie a medio termine a favore di tutti
i settori produttivi (industria, artigianato, agricoltura, commercio,
cooperazione, turismo e servizi), sostenuto l'Artigiancassa e favorito la
nascita di Artigiancredito, definito l'accordo con il Mediocredito per le leggi
agevolate trasferite alla regione.
Abbiamo
usato la leva creditizia anche per gli investimenti degli enti locali, ponendo
a carico della regione gli oneri per i prestiti destinati ad opere quali gli
edifici pubblici nei centri storici, gli edifici di culto, le opere
igenico-sanitarie, gli impianti sportivi.
Infine
abbiamo creato la nuova Agenzia Regionale di Sviluppo chiamata ad un ruolo
fondamentale per il sostegno agli investimenti.
Abbiamo
promosso e sostenuto in molti territori i patti territoriali, (Frosinone,
Rieti, Pomezia, area nord e area sud Pontina, Etruschi Ostia e Fiumicino, V e
VIII circoscrizione di Roma), il contratto d'area di Montalto di Castro,
strumenti della programmazione negoziata che vedono le imprese e le istituzioni
lavorare insieme per realizzare sviluppo e occupazione.
Il
2000 vede l'avvio della nuova stagione dei programmi comunitari di Agenda 2000,
che dureranno sette anni e porteranno nel Lazio oltre 5000 miliardi di risorse
pubbliche. Definite le aree eleggibili con un ampliamento dei comuni
interessati che passano da 261 a 296, partirà quest'anno il nuovo obiettivo 2
per favorire lo sviluppo delle aree del sistema Lazio; ad esso si affiancano
l'obiettivo 3 per le risorse umane e l'occupazione, il programma di sviluppo
agricolo e gli altri programmi definiti d'intesa con la U.E. (Leader, Interreg,
Urban, ecc).
L'intesa
istituzionale di programma, un accordo che stiamo concludendo con il Governo
per realizzare un piano di interventi di interesse comune, consentirà grandi
investimenti in settori di interesse prioritario, lo sviluppo economico e
dell'occupazione, le infrastrutture, l'ambiente, il turismo e la cultura.
Abbiamo
ottenuto segnali positivi anche dal punto di vista occupazionale. Tra il 95 ed
il 99 registriamo un incremento costante di occupati pari a + 64mila unità di
cui 54mila donne. L'incremento di occupazione è dovuto in gran parte al
terziario ed ai servizi, mentre ancora difficile rimane la situazione
dell'industria anche se nell'ultimo scorcio dell'anno in questo settore come in
altri ci sono segnali di inversione di tendenza.
Di
fondamentale ausilio per lo sviluppo economico, sarà il completamento della
grande rete infrastrutturale del Lazio: inizia ormai a delinearsi infatti un
moderno sistema "a rete" in grado di rispondere alle attuali esigenze
degli imprenditori e dell’economia.
Abbiamo
operato per creare le condizioni necessarie ad una affermazione della regione e
della sua economia nel nuovo scenario competitivo europeo e mondiale
determinato dall'ingresso nell'Unione Europea Monetaria e dalla crescente
globalizzazione dei mercati. I risultati già si apprezzano, ma è necessario
perseverare nella direzione di una maggiore efficienza complessiva del sistema
economico. La pubblica amministrazione deve essere modernizzata non solo per
tenere il passo con le rapide evoluzioni dell'economia, ma perché essa stessa
rappresenta nella nostra regione una parte importante dell'attività economica.
La pubblica amministrazione può e deve contribuire a modernizzare l'apparato produttivo
regionale a cominciare dal settore dei servizi, così importante nella regione e
ancora scarsamente competitivo. In questa prospettiva vanno proseguiti i lavori
di delegificazione, la produzione di testi unici, la riforma delle procedure
amministrative, e va resa operativa la riforma dell'apparato regionale.
Altro
non meno importante obiettivo, è quello di valorizzare rendendole efficienti e
competitive le tante aree produttive specializzate presenti nella nostra
regione. I distretti agricoli della Tuscia e del basso Lazio; i distretti
industriali, da Cittaducale a Pomezia, da Civitacastellana a Cassino; le aree
minerarie da Guidonia a Coreno Ausonio; le aree turistiche , montane,
culturali, marine, di cui la regione è ricchissima; le aree commerciali, da
Viterbo a Fondi, ecc.
Dobbiamo
operare per rafforzare ogni sistema produttivo locale e per collegarlo nella
rete del più vasto sistema regionale, così da accrescere ulteriormente la forza
competitiva della regione e lanciare il Lazio nella pacifica sfida della
prosperità e della cooperazione internazionale.
3. Per la crescita dell'occupazione in particolare dei giovani,
delle donne per la tutela dei diritti dei lavoratori, per l’emersione del
lavoro nero e la sicurezza sul lavoro.
In
questi cinque anni abbiamo lavorato fianco a fianco con le organizzazioni
sindacali per affrontare tutte le crisi che il sistema industriale ha
attraversato ed al tempo stesso cercato di raggiungere risultati con le
politiche attive del lavoro.
Partendo
da una situazione di largo inutilizzo del F.S.E. e dagli esiti di una gestione
praticamente senza regole né controlli che la Commissione U.E ha duramente
contestato, siamo passati ad una gestione controllata ed al pieno utilizzo del
fondo sociale Europeo. Questo ci ha consentito di formare circa 250.000 giovani
e di dare a circa 100.000 una occasione di lavoro entro sei mesi dalla fine
degli interventi. Le leggi sull’imprenditoria giovanile e sul prestito d’onore
ci hanno consentito di realizzare oltre 350 iniziative d’impresa. La riforma
dei servizi per l’impiego ci consentirà di migliorare il rapporto tra domanda e
offerta di lavoro.
Abbiamo
oggi nuove funzioni che ci consentono di indirizzare e sostenere l'attività
delle scuole e delle università e di incrementare il loro livello di
integrazione con il mondo del lavoro attraverso stage in impresa in modo che i
giovani siano, come ci chiede l'Unione europea, "occupabili" già alla
fine dei percorsi di studio.
Tra
i primi in Italia stiamo innovando la formazione professionale iniziale per
renderla una risposta efficace per i giovani che, dopo l’obbligo scolastico,
sceglieranno di realizzare l’obbligo formativo in un indirizzo
professionalizzante.
Rimangono
poi due grandi problemi sui quali proseguire nell'impegno quello di dare
garanzie e tutela ai giovani e a tutti i lavoratori che accettano forme di
lavoro atipico e quello di sviluppare la lotta al lavoro sommerso.
Vanno
intensificati gli sforzi per realizzare l’utilizzazione del patrimonio di
conoscenze prodotte dal settore ricerca attraverso la realizzazione di
incubatori d’impresa e di convenzioni che aiutino il sistema d’impresa a
mettersi in rapporto con le università, il CNR, l’ENEA, l'INFN e tutti gli
altri centri di eccellenza presenti in regione.
Le
persone in cerca d'occupazione nel Lazio sono circa 250mila, esse rappresentano
l'11.7% delle forze di lavoro. Si tratta soprattutto di giovani. Tuttavia
l'indice di disoccupazione che oggi è quasi pari alla media italiana si è
ridotto nel complesso dal 95 al 99 di quasi un punto percentuale, mentre per le
donne nello stesso periodo si è ridotto di un punto e mezzo. Abbiamo ottenuto
dei primi risultati, ma c'è ancora molto cammino da fare.
Il
documento di programmazione che abbiamo messo a punto per il Fondo Sociale
Europeo dell'Agenda 2000 consentirà di utilizzare su tutto il territorio
regionale ingenti risorse comunitarie, nazionali e regionali per la formazione
e le politiche attive del lavoro. I pilastri di questo progetto sono a)
occupabilità e servizi all'impiego, b) integrazione delle fasce deboli, c)
adeguamento dell'offerta formativa, d) occupazione e competitività dei sistemi
produttivi, e) pari opportunità. L'obiettivo è quello di mettere in grado
giovani ed adulti di essere protagonisti della società conoscitiva, capaci di
utilizzare le grandi potenzialità di Internet e delle tecnologie multimediali.
Vogliamo
continuare ad investire sulle capacità dei giovani di intraprendere e offrire
loro nuove opportunità e mezzi per farlo, per questo il nostro progetto prevede
di:
· coordinare l’offerta
formativa di scuole, università e formazione professionale orientando l'offerta
formativa verso sbocchi professionali certi e verso le effettive esigenze della
riqualificazione dello sviluppo e della nuova occupazione derivante dalla
programmazione regionale in tutti i settori di competenza.
· Costruire insieme alle
province, ai comuni e con l'ausilio dell'Agenzia Lazio Lavoro una rete dei
servizi per l'impiego in grado di garantire a tutti i cittadini, informazioni e
orientamento e fornire attraverso i Centri per l'impiego un reale supporto
all'incontro di domanda e offerta di lavoro.
· In particolare sarà
necessario attuare il passaggio della gestione della formazione professionale
alle province superando le inerzie di alcune di loro.
· proseguire nel lavoro
di costruzione di offerte occupazionali a tempo indeterminato a tutti i
lavoratori socialmente utili secondo l'indirizzo recentemente approvato dal
Consiglio Regionale.
diffondere l'imprenditoria sociale
utilizzando la legge regionale per la cooperazione sociale ed il sostegno e la
valorizzazione delle imprese senza fine di lucro e realizzando interventi per
il l’attivazione di nuove imprese sociali sul modello dell’imprenditoria
giovanile.
4. Ci impegniamo per la salute ed il benessere dei cittadini
La
tutela del diritto alla salute dei cittadini è uno dei compiti che le Leggi
dello Stato affidano alla responsabilità delle Regioni.
La
sanità del Lazio, all'inizio della passata legislatura, era sull'orlo del
tracollo organizzativo e finanziario.
Bisognava
ridefinire regole certe e condivise , superare un clima dominato da
improvvisazione e arbitrio e ricondurre i diversi soggetti (pubblici,
no-profit, privati) all'interno di un progetto comune , di una politica che
rimettesse al centro il soddisfacimento del diritto alla salute del cittadino.
Molti
obiettivi sono stati raggiunti, l'era degli ospedali incompiuti è finita. Oggi
lo Spallanzani è un centro di riferimento a livello Europeo per la lotta
all'AIDS, e il S. Andrea è un'azienda mista Regione -università che ospita la
seconda Facoltà di Medicina de "La Sapienza". Abbiamo recuperato 1000
miliardi di fondi statali per la riqualificazione edilizia e approvato un piano
di interventi per ristrutturare gli ospedali della regione. Sono stati aperti
oltre 70 cantieri: la maggior parte dei lavori ad oggi è stata conclusa. Gli
interventi più significativi hanno riguardato a Roma San Camillo, San Giovanni
e San Filippo, a Viterbo l'Ospedale di Belcolle, a Latina il Santa Maria
Goretti e il De Lellis a Rieti. A Frosinone e a Cassino ci sono due nuove e
moderne realtà ospedaliere. E' stata rimessa a nuovo tutta la rete dei
poliambulatori.
Grazie
ai fondi per il Giubileo la Regione ha finanziato con 156 miliardi altri 19
progetti intervenendo sul Santo Spirito di Roma, sui dipartimenti di emergenza
del San Giovanni, del Grassi di Ostia e del Sant'Eugenio, del Gemelli, del
Policlinico Umberto I, del San Filippo Neri e i DEA di Bracciano, Subiaco e
Albano.
Per
il prossimo triennio è prevista l'utilizzazione di ulteriori 1500 miliardi di
fondi statali che verranno utilizzati per potenziare ulteriormente il sistema e
per costruire due nuovi ospedali nell'area dei Castelli Romani e in quella di
Tivoli e Guidonia.
In
realtà i risultati in termini di riorganizzazione, di qualificazione della
spesa, di rinnovo del patrimonio edilizio e tecnologico, producono lentamente
effetti diretti sull'innalzamento della qualità percepita e sulla tempestività
delle prestazioni che i cittadini a gran voce giustamente richiedono.
Ciò
non toglie che il risanamento finanziario, strutturale e organizzativo del
sistema sanitario è la base indispensabile per un vero salto di qualità nella
tutela della salute.
In
questo contesto la Regione sta appieno dispiegando la sua funzione di
programmazione cioè la possibilità di scegliere i settori da potenziare e i
servizi da attivare e di definire regole chiare e definite che diano certezze
ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese del settore.
Per
questo abbiamo predisposto il primo Piano Sanitario Regionale che a partire
dalla analisi dello stato di salute della popolazione e dai bisogni espressi
dai cittadini traccia le linee del futuro sviluppo della Sanità del Lazio che
renderemo operativo nella prossima legislatura.
Possiamo
sintetizzare gli obiettivi che ci siamo dati e che saranno al centro della
nostra attività nella prossima legislatura:
Riequilibrio
territoriale dei servizi. Occorre lavorare per avvicinare i servizi
ai cittadini superando i limiti di un sistema sanitario concentrato in una zona
ristretta della città di Roma, sviluppando e riqualificando gli ospedali di
provincia e realizzando una rete organica di strutture sanitarie, potenziando
nel territorio una rete di poliambulatori specialistici funzionali ad un
progressivo processo di deospedalizzazione per le patologie meno gravi.
Attivazione
dei distretti socio-sanitari, previsti dalla riforma, e pieno coinvolgimento
nel raggiungimento degli obiettivi di salute dei medici di medicina generale.
Il distretto diventa punto di riferimento e interlocutore del cittadino, non
limitandosi alla prenotazione delle prestazioni, ma rispondendo direttamente ai
bisogni dei cittadini. ( assistenza infermieristica e assistenza domiciliare)
in stretto rapporto con il medico di medicina generale
Riduzione
dei tempi di attesa : abbiamo già ridotto i tempi di attesa
necessari per accedere alle visite specialistiche in tutti gli ospedali
pubblici, bisogna comunque migliorare questo risultato attivando sistemi di
prenotazione integrati ( è in fase di avvio il CUP di Roma ) che indirizzano i
cittadini ai presidi accreditati con minore attesa; adottando protocolli di
priorità in base all'urgenza della prestazione; riducendo in accordo con i
medici le prestazioni inutili; potenziando ulteriormente nelle zone più carenti
attrezzature e personale qualificato
Miglioramento
della qualità assistenziale e alberghiera : progressivo
completamento della trasformazione dei reparti di degenza con camere a 2 letti
con bagno, spazi per i genitori nei reparti di pediatria, spazi attesa
attrezzati negli ambulatori, riduzione dei tempi di attesa per referti e
cartelle cliniche, potenziamento degli uffici relazioni con il pubblico. La
Regione tramite l'Agenzia di Sanità Pubblica, fornirà dati relativi ai
risultati raggiunti dalle strutture ospedaliere e distrettuali sulle attività
mediche, chirurgiche, sulle infezioni ospedaliere, sulla mortalità post
operatoria, sulle campagne di prevenzione e pubblicherà periodicamente una
Guida ai servizi sanitari per i cittadini.
Percorsi
ed accesso agevolato per i soggetti deboli: agli anziani,
ai disabili fisici e psichici, ai malati cronici vanno riservate corsie
preferenziali che prevedano l'accompagnamento e l'assistenza in tutte le fasi
del rapporto con il servizio sanitario dalla prenotazione di visite ed esami ,
alla richiesta di assistenza domiciliare alla fornitura di farmaci o presidi
sanitari a domicilio ecc
Integrazione
socio-sanitaria e strutture residenziali. La separazione
nella erogazione di prestazioni sociali e sanitarie rende meno efficace
l'intervento pubblico. Una vera integrazione funzionale permetterà una risposta
più esauriente alla domanda che viene dal cittadino, domanda nella quale
aspetti sociali e sanitari sono sempre più collegati tra loro. In questa logica
abbiamo previsto l'attivazione o l'incremento delle strutture assistenziali per
i malati terminali, per i malati di alzheimer, per i disabili, per anziani non
autosufficienti incentivando anche le strutture di casa famiglia.
Emergenza
: Il servizio 118 è stato potenziato con 115 nuove ambulanze, 30 auto
medicalizzate e il servizio di elisoccorso affidato ai vigili del fuoco. E'
imminente inoltre l'assunzione di 200 infermieri ed 80 medici per questo
servizio. Abbiamo in programma, conservando la gestione pubblica regionale la
ridislocazione e il decentramento delle postazioni nel territorio, il
completamento della informatizzazione dei dipartimenti di emergenza con
monitoraggio in tempo reale della disponibilità di sale operatorie e posti
letto.
Prevenzione
e lotta alle patologie a grande diffusione. Va sicuramente
rilanciata una iniziativa sulla prevenzione , sulla tutela della salute nei
luoghi di vita e di lavoro. Particolare importanza dovrà assumere la lotta
contro i tumori con campagne di prevenzione e screening mirati. La realizzazione
a Roma di un polo oncologico di riferimento nazionale sarà il perno di una
strategia più complessiva. Si dovranno intensificare le iniziative di
informazione e prevenzione contro i comportamenti dei singoli e della società
che favoriscono le malattie cardio-vascolari e respiratorie
Attivazione
della libera professione intra-moenia. E' necessario che le ASL
si impegnino a rendere rapidamente attuabile la possibilità di attività libero
professionale prevista dalla legge per i medici pubblici riportando nel sistema
pubblico, con tutte le garanzie per i cittadini, competenze e professionisti di
valore.
Formazione
permanente e valorizzazione di tutte le professioni sanitarie. L'attivazione
di momenti di formazione permanente di tutti gli operatori sanitari, la
valorizzazione delle professioni non mediche con l'attribuzione di
responsabilità organizzative e gestionali, adeguamento delle piante organiche
alle effettive esigenze delle strutture.
A
questi obiettivi, tutti mirati alla miglior tutela della salute dei cittadini
del Lazio si arriverà con la piena applicazione della legge di riforma del
sistema sanitario nazionale a cui dovremo dare attuazione nella prossima
legislatura.
5. Per la difesa dell’ambiente, per lo sviluppo delle risorse
naturali e delle attività agricole
Ambiente,
energie e trasporti
La
tutela dell'ambiente deve realizzarsi a partire dalla qualità dell'aria che
respiriamo, a tal fine la Regione provvederà a valutare la qualità dell'aria
ambiente individuando le zone che comportano rischio di superamento dei valori
limite, quelle in ci almeno un inquinante supera il valore limite e quelle in
cui bisognerà realizzare piani di mantenimento della qualità. Individuate le
zone, daremo inizio alla elaborazione di piani di azione per il raggiungimento
degli obiettivi di qualità accettabile dell'aria.
Il
piano energetico regionale attraverso il risparmio energetico, l'uso razionale
dell'energia e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative si pone
l'obiettivo di una riduzione delle emissioni di anidride carbonica tra il 9 e
16% entro il 2010. L'uso di fonti energetiche pulite può consentire di ridurre
le emissioni. La razionalizzazione dell'uso dell'energia è in grado di ridurre,
sempre entro il 2010 le emissioni del sistema industriale del 34%. Una politica
ed un rapporto stretto con il mondo industriale incentrati sulla qualità dei
processi e dei prodotti sono le premesse indispensabili di qualsiasi politica
di risanamento dell'ambiente.
Il
piano regionale dei trasporti, i piani urbani del traffico, il miglioramento
dei carburanti, il rinnovamento del parco macchine sono gli strumenti per
intervenire sul settore dei trasporti che incide per il 48% sui consumi di
energia ed è responsabile del 30% delle emissioni di anidride carbonica, del
60% degli ossidi di azoto, del 90% del monossido di carbonio e del 94% dei
composti aromatici.
Aree
protette. Il sistema delle aree protette del Lazio, deve
diventare, come nelle regioni più evolute una grande opportunità di nuovi
lavori e di attività economiche coerenti con lo sviluppo sostenibile.
Dopo
aver raddoppiato la superficie protetta (da 80,000 a 160.000 ettari) e
quintuplicato le risorse in bilancio (da 6,5 a 34 miliardi in cinque anni) vanno
completate la gestione delle aree protette e l'offerta di turismo ambientale.
Il modello già esiste: è quello della riserva di Monte Rufeno (comune di
Acquapendente) che, con 3000 ettari di superficie, dopo aver ristrutturato
numerosi casali con i fondi strutturali occupa direttamente 100 addetti nella
gestione, nei servizi e nell'accoglienza. I grandi parchi come i Simbruini
(30.000 ettari), i Lucretili (20.000 ettari) o i Castelli Romani, a ridosso del
bacino d'utenza di Roma ed il sistema dei parchi con le sue 53 aree protette,
consentiranno di realizzare dai cinque ai settemila posti di lavoro.
L'Agenzia
dei Parchi, attivata nel 1999, la prima nel suo genere realizzata in Italia,
sarà il momento di coordinamento e di promozione di questi programmi.
L’educazione
e l'informazione ambientale
L’educazione
e l'informazione ambientale sono indispensabili. Per questo abbiamo realizzato
una rete di laboratori situati nelle Aree Protette regionali coordinati con il
laboratorio di educazione ambientale di Sabaudia, e la rete nazionale
"Labnet". I laboratori dei Parchi non solo offrono al mondo della
scuola straordinarie opportunità didattiche, ma dovranno sviluppare sempre più
programmi ed iniziative volte alla migliore conoscenza ed all’uso del sistema
dei parchi da parte di tutta la popolazione. Il sistema di laboratori, nel suo
complesso, svilupperà un progetto organico di educazione permanente per la
tutela del nostro patrimonio naturale e per la promozione della partecipazione
dei cittadini nelle politiche regionali per lo sviluppo sostenibile.
Difesa
del suolo: con i piani straordinari per la prevenzione del
rischio idreogeologico e la programmazione degli interventi più urgenti si è
avviata un'azione radicale per mettere in sicurezza il territorio regionale.
L'azione di manutenzione e controllo del territorio sarà svolta dall'Agenzia
Regionale per la difesa del suolo (ARDIS) e dai consorzi di bonifica di cui
occorre completare, attraverso un ulteriore processo di riforma, la
riorganizzazione in termini imprenditoriali. Un ulteriore impegno, già
realizzato sul litorale di Ostia, è quello per la ricostituzione delle spiagge
in erosione
Acque.
Il controllo del ciclo dell'acqua è il presupposto
indispensabile per conseguire nell'insieme del territorio regionale più elevati
livelli di qualità ambientale. La regione ha già avviato la riforma dei servizi
idrici che diverrà pienamente operativa nel corso del 2000. Entro il 2000
infatti saranno chiusi i cantieri dei grandi depuratori nei comuni di Tivoli e
Guidonia che risaneranno l'Aniene e quindi il Tevere.
Il
risanamento e l'attuazione della legge 152/99 indica nei "piani di tutela
per i bacini idrografici da realizzare entro il 2004 lo scenario strategico
delle politiche di risanamento delle acque. Altro obiettivo è costituito dal
monitoraggio delle acque superficiali.
Rifiuti.
Gli obiettivi strategici restano la riduzione dei
rifiuti alla fonte, il potenziamento della raccolta differenziata e il
recupero. Stiamo completando la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti (93
discariche chiuse, avvio della raccolta differenziata in tutto il territorio
regionale, realizzazione di quattro grandi impianti di trattamento che già
lavorano il 40% dei rifiuti solidi urbani), avvio dei quattro impianti AMA
finanziati dalla Regione attualmente in costruzione: due per il trattamento de
Rifiuti solidi urbani, uno per la separazione del multimateriale proveniente
dalla raccolta differenziata e uno per la produzione del compost verde di
qualità. Entro il 2000 questa manovra consentirà di trattare e/o recuperare il
90% dei rifiuti solidi urbani.
I
comuni dovranno diventare protagonisti nella raccolta differenziata che, a
parte punte di eccellenza (20% a Ceccano, 15% nell'alta Tuscia) è ancora in
ritardo sugli obiettivi di legge.
L'Agenzia
Regionale per l'Ambiente
Dopo
aver istituito e reso operativa l'agenzia quest'anno la Regione ha previsto una
in bilancio per il suo funzionamento 93 miliardi. Queste attività di
monitoraggio e di controllo ambientale, la promozione della qualità ambientale
e la divulgazione e l'informazione ambientale comporteranno progressivamente la
formazione e l’occupazione di migliaia di tecnici dell’ambiente.
Protezione
civile
Nel
corso della legislatura trascorsa gli stanziamenti di bilancio per la
protezione civile sono più che raddoppiati, gli incendi boschivi sono più che
dimezzati
E
il volontariato del Lazio organizzato nella FO.PI.VO.L. è diventato un esempio
di operatività a livello nazionale.
E'
in corso di approvazione la localizzazione e l'organizzazione degli oltre 80
Centri Operativi Intercomunali, che saranno direttamente collegati alla sala
operativa regionale la cui costituzione è programmata nei prossimi mesi.
Sono
in corso di realizzazione la costituzione delle sale operative provinciali
antincendio ed una più stretta integrazione tra Regione, volontariato, vigili
del fuoco e corpo forestale dello stato.
In
relazione alle nuove funzioni attribuite alle regioni si dovrà dare luogo ad
una Agenzia regionale per la protezione civile con funzioni di coordinamento
del sistema.
Agricoltura
Anche
l’agricoltura del Lazio ha fatto in questi anni grandi progressi. E’ oggi
necessario che si sostenga l’economia agricola, consolidandone il ruolo
nell’economia produttiva regionale.
L'economia
agricola deve restare settore centrale dell'economia dei territori rurali. Lo
sviluppo agricolo infatti è qualcosa di più del semplice sviluppo del sistema
agro-industriale, E devono essere superate le divisione tra agricoltura e
ambiente, tra sviluppo agricolo e sviluppo rurale:
Le
aziende agricole del Lazio, sono circa 180mila di cui 175.000 a conduzione
diretta e di queste 162.500, oltre l’83%, impiegano esclusivamente manodopera
familiare. E’ dunque necessario fare in modo che queste aziende, che sono la
struttura portante dell’agricoltura laziale, siano sostenute, per mantenere e
migliorare quelle caratteristiche di qualità e quella organizzazione che
consentano di far fronte alla concorrenza.
Sarà
dunque necessario lavorare in modo che i sostegni pubblici per l’agricoltura
siano ripartiti in modo equo e che sia evitata la concentrazione su poche
realtà produttive.
L’obiettivo
strategico è la salvaguardia e lo sviluppo dei livelli di occupazione, sia in
termini di lavoro che di terre occupate da attività agricole.
Il
nostro obiettivo di lungo periodo è quello di consolidare dei territori rurali
durevoli, In cui l'atto produttivo sia ripartito in modo socialmente giusto e
capace di mantenere il numero più alto possibile di addetti in campagna sia in
agricoltura che negli altri settori.
Questo
si può realizzare attraverso un'economia diversificata accompagnata da un’agricoltura
diversificata capace di trasformare in valore aggiunto le differenze e le
specificità delle aziende, dei territori, delle tradizioni culturali, dei
paesaggi, degli agroecosistemi della nostra Regione
Un'economia
articolata, a partire dal locale, in rete coordinata di cicli corti (nel tempo
e nello spazio) capaci di potenziare la qualità dei prodotti e dei sistemi di
produzione e sfruttare al meglio il potenziale rappresentato dal mercato
regionale interno, di Roma, in particolare.
La
regione dovrà aiutare a ristabilire un contatto ed un dialogo diretto con i
consumatori, sempre più lontani dai processi di produzione degli alimenti, sui
prezzi, sulla qualità, sui vincoli della produzione, per riattivare i legami
tra città e campagna, produttori e consumatori nella nostra Regione.
Bisognerà
completare utilizzare le normative regionali ed europee per incentivare quegli
agricoltori che accettano e rispettano disciplinari di produzione finalizzati a
favorire l'occupazione e l'uso durevole delle risorse naturali disponibili a
livello regionale
Dovremo
favorire la ricerca e l’innovazione in agricoltura utilizzando e potenziando
l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione (ARSIAL) perché realizzi
appieno la funzione di servizio al sistema agricolo regionale, liberandosi da
impropri impegni di gestione, per stimolare un migliore adattamento delle
coltivazioni e degli allevamenti agli agroecosistemi e promuovere una maggiore
sicurezza degli alimenti.
Gli
obiettivi:
Attuare
il piano faunistico venatorio regionale divenuto finalmente una realtà.
6. Le reti, le infrastrutture e il sistema della mobilità
Il
Piano delle reti e delle infrastrutture che abbiamo approvato definisce un
quadro integrato di scelte di breve e di medio termine e individuando le
risorse finanziarie, pubbliche e private da mettere in campo. Il piano regionale
dei trasporti è lo strumento fondamentale per raggiungere il riequilibrio tra
le diverse modalità di trasporto, a favore del trasporto collettivo e di quello
su ferro su scala regionale e nell'area metropolitana. Si tratta di realizzare
assieme ai Comuni una risposta forte ai problemi del traffico, del pendolarismo
e ai problemi dello sviluppo economico regionale.
Questi
progetti dovranno nella prossima legislatura concretizzarsi attraverso la
effettiva realizzazione delle infrastrutture necessarie e la modernizzazione
dei sistemi di organizzazione e gestione.
Viabilità:
la riorganizzazione ed il completamento del sistema viario regionale
costituiscono azioni fondamentali per restituire vivibilità e competitività al
sistema Lazio. Accanto alla concreta realizzazione delle trasversali già
programmate ed avviate (trasversale Nord Civitavecchia-Viterbo-Terni; Dorsale
appenninica Terni-Rieti Torano e Avezzano-Sora-Cassino; Cisterna-Valmontone;
Cassino-Formia)
ed all'adeguamento della Cassia e della Salaria occorre
assicurare con il potenziamento del corridoio tirrenico un equilibrio nuovo del
sistema regionale e del suo rapporto con la rete nazionale. Al protocollo
d'intesa con la regione Toscana ed il ministero dei lavori pubblici per
l'adeguamento dell'Aurelia a standard autostradali andrà affiancata una analoga
iniziativa per la Pontina ed il collegamento Roma-Latina-Frosinone.
Sul
terreno organizzativo si costituirà una specifica società per azioni con la
partecipazione delle province per la gestione della rete ANAS trasferita alla
regione.
Porti.
Il Piano Porti ha stabilito le prospettive della portualità sia turistica sia
commerciale e industriale. Lo sportello unico regionale sarà sostegno per le
iniziative imprenditoriali relative alla portualità turistica. L'istituzione di
una Agenzia Regionale per i porti è la chiave per costituire un network
portuale regionale integrando le funzioni di livello nazionale dell'autorità
portuale di Civitavecchia, con la portualità di scala regionale, rappresentata
da Fiumicino e Gaeta, ed il sistema degli scali a valenza locale (Anzio,
Terracina, Formia e le isole).
Trasporto
pubblico locale. La riforma del settore, già in larga parte
realizzata dovrà essere completata assieme al trasferimento di competenze dallo
Stato alle Regioni e da queste agli Enti locali. Saranno inoltre completati i
processi di trasformazione e di risanamento delle aziende di trasporto sia
pubbliche che private che operano nel Lazio. In questo quadro assume importanza decisiva
la trasformazione di ATAC e COTRAL in società per azioni a capitale pubblico e
la realizzazione di piani industriali di sviluppo che assicurino ai
cittadini/utenti, ai lavoratori ed ai proprietari un adeguato equilibrio
rapporto costi benefici.
Trasporto
ferroviario. Porteremo a termine l'azione di ristrutturazione e
ammodernamento della rete e dei servizi su ferro, che sposterà quote
significative di pendolari dalla gomma al ferro, riducendo i costi per
l'utenza, i tempi di percorrenza e abbattendo i livelli di inquinamento.
L'accordo
di programma tra Ministero dei trasporti, Regione Lazio, Comune di Roma e FFSS
individua come obiettivi l'apertura entro il 2004 della linea ad alta velocità
Roma-Napoli, il completamento degli interventi infrastrutturali su linee,
stazioni e tecnologie di segnalamento e controllo, la realizzazione di centri
intermodali di scambio a servizio dei passeggeri.
Daremo
attuazione al Piano regionale delle merci realizzando i centri merci più
direttamente al servizio dell'area romana sia realizzando e ammodernando le
altre infrastrutture regionali. Il Lazio disporrà così di una rete di centri
capace di trasferire una parte significativa del trasporto merci dalla strada
alla ferrovia.
L'estensione
della comunità tariffaria regionale.
Occorre
completare il sistema tariffario ed il Metrebus per consentire ai cittadini di
utilizzare i vari sistemi di trasporto con un unico titolo di viaggio.
7. Per la sicurezza nelle città e per una migliore qualità della
vita dei cittadini
Una
delle emergenze più sentite dai cittadini, è rappresentata dalla diffusione di
episodi di criminalità, anche non organizzata, ma non per questo meno violenta
e pericolosa. Cosa può fare la Regione per prevenire queste forme di
delinquenza, per ridurre la minaccia dell’usura, contrastare il radicamento
delle organizzazioni criminali, sostenere le vittime di ogni tipo di violenza,
restituire fiducia e sicurezza agli abitanti dei quartieri e delle comunità
locali più esposte?
A
questo riguardo, il governo regionale, non ha competenze dirette tuttavia può
lavorare d'intesa d’intesa con le amministrazioni locali, con le forze sociali
e del volontariato e con le autorità preposte.
Per
garantire la sicurezza sul territorio, prima che fenomeni di criminalità comune
si evolvano verso forme strutturate di attività delittuose, la Regione può, da
un lato, utilizzando l'Osservatorio sulla criminalità, concorrere a ridefinire
la distribuzione dei presidi dello Stato sul territorio (Commissariati e
stazioni dei Carabinieri e guardia di Finanza), dall’altra può avanzare una
proposta di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, in modo che tribunali e
preture siano diffusi secondo le effettive necessità e i Comuni possano avere
un interlocutore quotidiano nelle loro attività di prevenzione e reinserimento
sociale. L’inserimento della criminalità organizzata nelle grandi città può
essere impedito attraverso un sistema di monitoraggio, condotto insieme con le
Prefetture e le Procure della Repubblica e le forze sociali, dei grandi
programmi di spesa per opere e infrastrutture; delle rilevazioni di negozi,
alberghi, ristoranti, imprese industriali e agricole da parte di persone
colluse con ambienti criminali; degli spostamenti delle organizzazioni di
trafficanti e spacciatori di droga. Occorre soprattutto adottare un piano
regionale-quadro e piani locali attuativi di prevenzione della microcriminalità
diffusa e per la promozione sociale dei quartieri con problemi di devianza.
All’interno del piano troveranno posto misure specifiche in favore delle
vittime della violenza, specialmente se donne o minori, che devono poter
contare su una rete rafforzata di consultori familiari e su una solida realtà
costituita da associazioni che abbiano già realizzato esperienze significative
su questo fronte.
I
danni di natura economica che la criminalità può causare al tessuto delle
imprese sono ingenti. Tra questi, l’usura rappresenta una vera e propria piaga
che va curata attraverso un’incentivazione delle misure già esistenti e la
realizzazione di forme di sostegno sia sul piano tecnico-giuridico che su
quello psico sociale, che favoriscano il ripristino delle normali relazioni di
lavoro, familiari, sociali, ecc.. La riduzione delle disfunzioni e dei fattori
di rischio per le imprese può essere operata attraverso un programma di
prevenzione generale da attuarsi tramite strumenti quali l’agenzia Sviluppo
Lazio, Bic, Unionfidi, con il coinvolgimento responsabile del sistema bancario
nel suo complesso. In questo quadro occorre valorizzare il contributo che le
organizzazioni del volontariato e delle parti sociali (associazioni degli
imprenditori, sindacati, rappresentanti dei consumatori e degli utenti) possono
dare ad una soluzione del problema, a partire dall’esperienza che ciascuno ha
maturato sul campo.
Il
Lazio vanta un’altissima presenza di associazioni di volontariato ma scarseggia
quanto ad assistenti sociali.
Per
questo intendiamo procedere alla definizione di una Agenzia per la sicurezza
sociale, con l'obiettivo di formare gruppi di operatori sociali pubblici e di
coordinare l’impiego di giovani, insieme agli Enti Locali e ai servizi sociali
territoriali e alle organizzazioni di volontariato, per aiutare a migliorare la
convivenza nei quartieri.
La
realizzazione di servizi quali l’accompagnamento degli anziani, la vigilanza
all’entrata e all’uscita degli alunni dalle scuole, la distribuzione dei
certificati anagrafici o altro ancora, sarà un contributo indiretto a favore di
una maggiore sicurezza nelle nostre città e in definitiva di una più elevata
qualità della vita.
Dovremo
continuare nell'azione di qualificazione della polizia municipale attraverso
appositi corsi di formazione.
Un
contributo per la sicurezza dei cittadini sono anche le azioni positive di
formazione e di reinserimento sociale dei detenuti che abbiamo realizzato in
collaborazione con gli Istituti di pena del Lazio.
Tuttavia
per la sicurezza dei cittadini l'intervento più efficace consiste in azioni
positive che rendano le nostre città più vivibili e più vissute, più
illuminate, più ricche di iniziative culturali e sociali e di attività
imprenditoriali.
8. Ci impegniamo a promuovere la cultura e le arti esaltando il
patrimonio di storia delle nostre città e a sviluppare un’offerta turistica di
qualità.
Una
politica per la cultura e per le arti.
La
cultura è nella nostra regione una grande risorsa per lo sviluppo, è una
risorsa che sarà efficace solo se riusciremo ad affermare la cultura come un
patrimonio ed un diritto di tutti i cittadini del Lazio.
Nel
campo delle attività culturali i Lazio si è trasformata da regione povera di
iniziative e squilibrata dalla ricchezza delle proposte romane in una regione
considerata all'avanguardia per i programmi di riequilibrio culturale, per aver
sviluppato le attività in stretta relazione alla ristrutturazione degli spazi e
per aver connotato anche l'arte e lo spettacolo come risorse effettive per
l'occupazione e lo sviluppo. Nella prossima legislatura occorrerà portare
avanti le linee di politica culturale che già stanno dando risultati positivi:
· A questo proposito
occorrerà rapportarsi con altri poli europei che operano in questo campo e
mettere in rete le risorse professionali del Lazio sviluppando la capacità di
accesso ai sostegni previsti dai programmi europei.
Uno
specifico intervento dovrà essere effettuato sui teatri storici del Lazio,
alcuni dei quali chiusi da anni. L'operazione, che consentirebbe di
riavvicinare grandi fasce di popolazione allo spettacolo dal vivo, è certamente
impegnativa ma può contare sulle modifiche già apportate alla normativa
regionale, che ora prevede contributi fino al 70 per cento sui mutui contratti
dagli enti proprietari, consentendo di distribuire la spesa su più anni. Lo
stesso discorso vale per le sale cinematografiche.
Sul
fronte dell'offerta, infine, occorrerà intervenire attraverso la creazione di
un circuito regionale che dia spazio al cinema europeo di qualità e a quei
prodotti che difficilmente raggiungono la distribuzione commerciale. Occorrerà
poi portare a completamento la trasformazione degli enti lirici in Fondazioni,
con l'ingresso e il coinvolgimento dei privati nella gestione del teatro
dell'Opera e dell'Accademia di Santa Cecilia. Questi organismi, insieme al Teatro
di Roma, dovranno rappresentare sempre più una risorsa effettiva non solo
romana ma per l'intero territorio regionale.
L'industria
dell'audiovisivo. L'industria dello spettacolo, cinema,
teatro, delle radio, delle televisioni ha a Roma una grande tradizione e
rappresenta uno dei poli economici di maggior rilievo della nostra Regione. Una
tradizione che ha vissuto un periodo di appannamento, ma che nel corso degli
ultimi anni, ha ritrovato alimento grazie anche al riaccendersi della domanda
ed al moltiplicarsi di piccole e medie iniziative imprenditoriali. Bisognerà
favorirne lo sviluppo, collegarla con il polo tecnologico intervenire con
interventi formativi che facciano crescere e rendano competitive le nostre
imprese.
Siti
archeologici. I siti sono una ricchezza immensa per la cultura,
l'arte e l'economia del Lazio. La linea seguita dalla Regione non è stata solo
quella di portarli alla luce e metterli in condizione di essere fruibili, ma
anche quella di renderli vivi, per esempio attraverso l'illuminazione notturna,
che rende quei luoghi quasi fiabeschi. Da questo punto di vista, l'esperienza
di Villa Adriana a Tivoli e di Ostia Antica, costituisce il parametro anche per
il recupero dei siti architettonici - le grandi ville, dal Tuscolo al Viterbese
alla campagna romana - per cui bisogna immaginare una grande politica
culturale, artistica e di spettacolo che li renda fruibili alla domanda sempre
più forte di offerta culturale.
BIBLIOTECHE.
Nei confronti del ricchissimo patrimonio di biblioteche presenti nel Lazio (728
solo a Roma, tra statali, ecclesiastiche, universitarie, di istituti culturali,
ecc…, e 170 negli enti locali) occorre favorire una migliore cooperazione
interistituzionale, soprattutto con le Province e i Comuni, tesa
all'integrazione di risorse e di programmi, in particolare nella città di Roma.
Gli obiettivi per la prossima legislatura sono:
Sviluppare
un'offerta turistica di qualità
Una
Regione come il Lazio caratterizzata da un territorio estremamente variegato e
da una frammentazione dell'offerta trova qualche difficoltà nel promuovere i
propri differenti prodotti turistici. Tuttavia la sfida deve essere affrontata
perché ormai la tendenza conclamata della domanda turistica, sempre più
esigente, va in direzione della ricerca di una soddisfazione di specifici
interessi. Si tende perciò sempre più a parlare di "turismi" e di
"prodotti turistici". In questo senso il Lazio, ricco di tutto ciò
che in natura, arte, cultura può attrarre potenzialmente un turista, risulta
avvantaggiato nella difficile competizione nazionale ed internazionale.
Roma
e Lazio potranno confermare la posizione di leadership sul mercato
internazionale puntando ad un'offerta di qualità e compatibile con l'ambiente e
la vita urbana, a conferma di quanto sta avvenendo con l'anno del Giubileo. Sul
piano strategico appare essenziale stabilizzare e se possibile rafforzare la
posizione del Lazio sui mercati esteri, USA, Giappone e, per quanto concerne il
Vecchio Continente, Germania, Regno Unito e Francia, da cui proviene la
stragrande maggioranza dei visitatori stranieri. Una particolare considerazione
dovrà essere dedicata ai cosiddetti mercati emergenti ed in particolare a
quelli asiatici, Cina e India in testa, estremamente appetibili specie nel
medio termine come comprovato dall'intensificarsi di azioni
turistico-promozionali condotte su quei territori dallo stesso ENIT.
Per
questo occorre completare il processo di riforma degli enti di promozione
turistica, con la costituzione dell'Agenzia Regionale di promozione e la
crescita di strutture locali di promozione e informazione turistica che valorizzino
i prodotti turistici delle diverse aree.
La
partecipazione dei privati e la stretta collaborazione con gli Enti pubblici
(in particolare Camere di Commercio e Comuni) nel settore della promozione
turistica è obiettivo oramai raggiunto, ma certamente da consolidare.
Infine
va rafforzata la nostra offerta turistica innanzitutto sostenendo tutte le
azioni che rendano più vivibili e belli i centri di vacanza e soggiorno in
armonia con l'ambiente e la cultura locale, la vita dei residenti e i servizi
collettivi. Occorre continuare a sostenere i processi di innovazione delle
imprese turistiche e le capacità di offerta del turismo sociale e religioso.
Sarà
importante favorire altresì il prolungamento del soggiorno degli ospiti non
solo a Roma ma anche nelle altre città d'arte della regione. Per fare ciò
bisognerà continuare a ragionare in funzione dei prodotti turistici,
promuovendo questi ultimi e non le destinazioni con il risultato di superare i
radicati localismi che ostacolano lo sviluppo complessivo del territorio. È
necessario in questa prospettiva conseguire il consenso dei privati, che
dovranno sempre più propendere verso forme di aggregazione e di
specializzazione in grado di indirizzare la propria azione verso specifiche
nicchie di mercato.
Sul
mercato interno si avverte l'esigenza di valorizzare maggiormente il sistema
delle città d'arte cosiddette minori ed i piccoli centri turistici, culturali,
storici, nell'ambito di circuiti turistici ed itinerari sinergici con la
comunicazione avviata per la Capitale, rivolti essenzialmente ad incrementare
la percentuale di turisti individuali.
9. Per sostenere la famiglia con specifici interventi per la
maternità e per l'infanzia, e favorendo l'accesso alla casa e ai servizi per le
giovani coppie; per la qualità della vita per gli anziani e per l'accoglienza e
la valorizzazione degli immigrati.
Il
Lazio vive in maniera accentuata rispetto ad altre regioni le contraddizioni
tipiche di un Paese e di una società in profonda trasformazione. Bisogna
ripensare l'assistenza non più soltanto come sussidio, ma in una vera ottica di
promozione umana e sociale.
Solo
in questo modo si possono affrontare le contraddizioni che incidono in modo
significativo sui giovani, quali le difficoltà di trovare un lavoro, la mancanza
di tutela della maternità nelle condizioni di lavoro atipico, il problema della
casa. Difficoltà che frenano anche la costituzione di nuove famiglie e sono un
ostacolo alla natalità.
La
famiglia deve rappresentare elemento fondante della solidarietà, sostegno ai
giovani, soggetto attivo di produzione di servizi di socialità, di ricchezza e
vitalità economica per la comunità e per il sistema territoriale.
Dobbiamo
recuperare un'idea globale della famiglia e del suo reddito, compresa la
prsenza degli anziani e dei figli piccoli in età scolare e lavorativa,
ristabilendone il peso economico nel sistema sociale.
Siamo
la prima Regione in Italia che ha approvato una legge di sostegno alle
politiche familiari. Tutto ciò si deve inserire in un quadro di sperimentazione
che abbiamo già avviato da più di due anni per l’integrazione dei servizi
sociali, sanitari e lavorativi a livello di distretto sanitario.
Dovremo
agevolare e sostenere la formazione dei nuovi nuclei familiari con interventi
diretti a rendere più agevoli le scelte e le responsabilità relative alla
maternità e alla cura dei figli.
Continueremo
nella sperimentazione di nuovi servizi per l'infanzia, anche utilizzando le
risorse europee per le pari opportunità.
Nella
nuova legislatura attueremo misure che favoriscano, attraverso diverse forme di
incentivazione la soluzione del problema abitativo per le giovani coppie.
Lo
stato di protezione sociale non si deve esaurire nei compiti e nei servizi
gestiti dal settore pubblico, il no profit, il privato sociale, la cooperazione
e il volontariato devono accrescere il loro ruolo nelle politiche dei servizi
aggiuntivi alle persone.
La
realtà della nostra Regione vede accanto a situazioni di grande ricchezza e
sviluppo, situazioni di grave emarginazione sociale.
Dopo
un periodo di silenzio e inattività durato anni, a partire dal 1995 abbiamo
promosso programmi nei confronti degli Enti Locali per l’affermazione dei
diritti dei più deboli e per la realizzazione dei servizi alla persona. Lo
slogan "non per favore ma per diritto" ha accompagnato l’avvio di un
grosso lavoro di recupero della coesione sociale nelle nostre città e nei
quartieri più a rischio.
La
spesa sociale è aumentata negli ultimi due anni da 187 a 236 milardi. Ora si
tratta di consolidare e sviluppare i risultati già ottenuti sul campo
dell’integrazione culturale, la devianza minorile, il sostegno agli anziani, le
politiche in favore della famiglia e l’assistenza ai disabili.
Per
questo, nei prossimi anni, sarà necessario:
Una
comunità multietnica
Abbiamo
già detto che la nostra regione sarà una regione accogliente e solidale, uno
dei modi per rendere visibile questo stile sarà nella capacità di accogliere e
valorizzare i molti immigrati che lavorando nella nostra regione si stanno
inserendo a pieno titolo nella società laziale.
Abbiamo
cominciato a lavorare in questa direzione a partire dai bambini e dagli
adolescenti: a Roma sono nate tre scuole di intercultura, a Corviale, a Tor
Bella Monaca e a Torre Gaia, dove i bambini imparano a conoscere usi e
tradizioni di popoli diversi, è stato inaugurato informa-immigrati uno
sportello informativo mediante il quale mediatori culturali danno informazioni
sulle diverse opportunità offerte agli immigrati sia nel Lazio, sia in tutta
Italia.
Bisognerà
potenziare i servizi in favore di un’effettiva integrazione sociale, culturale
e lavorativa degli immigrati (centri di prima accoglienza, formazione
professionale, servizi per l'impiego, programmi multiculturali nelle scuole,
ecc.).
Riteniamo
che sia importante studiare, insieme alle associazioni degli immigrati
iniziative che favoriscano il collegamento tra gli immigrati e i loro paesi
d'origine, aiutando a trasformare le rimesse dei lavoratori alle famiglie,
integrandole con nostre iniziative, in vere e proprie politiche di sostegno
alle economie locali.
Sosterremo
l'associazionismo tra immigrati anche lavorando insieme ai Comuni per
individuare luoghi di ritrovo che consentano, l'incontro, la socializzazione e
il mantenimento delle proprie tradizioni.
Infine
vogliamo realizzare a Roma il primo museo in Italia dell’intolleranza e degli
stermini, per documentare e vigilare contro ogni fenomeno di razzismo e
xenofobia e antisemitismo.
10. Ci impegniamo al rinnovamento delle città del Lazio, dotandole
di moderni sistemi di servizi e attrezzature
Il
Lazio ha un sistema di città di grande rilievo storico, artistico e culturale.
Molti
centri storici presentano livelli di stratificazione insediativa, di continuità
storica e di qualità complessiva di primario livello. In moltissime delle
nostre 377 città hanno lavorato i grandi artisti e architetti che operavano a
Roma. Il patrimonio archeologico, storico e artistico è un valore aggiunto che
deve essere pienamente recuperato.
Circa
la metà dei finanziamenti destinati all’edilizia residenziale sono stati in
questi anni indirizzati verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio
esistente. Si tratta di oltre 1000 miliardi. Altre leggi di settore hanno
consentito il restauro di conventi, chiese, edifici storici, apertura di nuovi
musei.
La
stessa occasione del Grande Giubileo del 2000 è stata utilizzata sulla base
della priorità della riutilizzazione e sul recupero del patrimonio e delle
attività esistenti.
Al
di là di Roma, insomma, si delinea una straordinaria rete di luoghi che devono
formare un sistema storico e culturale. Un sistema di città in grado di
competere per le nuove sfide che ci attendono. Si tratta quindi di avviare una
organica fase di "rinnovo urbano" delle nostre città. Esse sono
ancora carenti di sistemi di accessibilità, di parcheggi, di servizi innovativi
in grado di richiamare interessi e finanziamenti, di collocarsi al livello che
merita nel sistema economico italiano e mondiale.
La
legge urbanistica approvata nel 1999, la prima del Lazio, una delle più
originali nel panorama nazionale, si fonda su due concetti chiave: la tutela
dell’identità storica dei luoghi e dell’integrità fisica del territorio.
Attraverso
la tutela dell’identità storica intendiamo recuperare la continuità dello
sviluppo storico dei luoghi, migliorandone la qualità.
Attraverso
la tutela dell’integrità fisica intendiamo perseguire il rigoroso rispetto
delle aree a rischio geologico, in frana o possibile esondazione: insieme
all’avvio dell’attività delle Autorità di bacino, sarà un valido strumento per
evitare che, come nel passato, sia possibile edificare in zone a rischio.
Ma
il vero rinnovamento delle città del Lazio passa principalmente per l’avvio di
una sistematica opera di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio
esistente. Esso, infatti, presenta valori quantitativi molto elevati e livelli
di manutenzione generalmente modesti.
In
questa direzione vanno sia la legge sull’autorecupero di patrimonio pubblico da
destinare ad edilizia residenziale pubblica, sia il finanziamento di tutti gli
undici contratti di quartiere presentati dai Comuni per il bando promosso dal
Ministero dei Lavori Pubblici. Con un finanziamento di più di 110 miliardi, 65
miliardi per Roma 56 per il resto del Lazio, la Regione Lazio ha garantito la
possibilità di attuazione di tutti gli 11 progetti di Contratti di Quartiere
presentati dai Comuni.
Si
tratta di una scelta unica in Italia: mentre le altre regioni hanno atteso i
risultati dell’istruttoria del Ministero noi abbiamo deciso di finanziare
autonomamente tutti i progetti.
Per
l’edilizia Residenziale Pubblica è stato attivato il piano quadriennale di
interventi, per un importo di oltre 1500 miliardi, di cui 1112 miliardi per
l’edilizia sovvenzionata e circa 400 miliardi per l’edilizia agevolata. Abbiamo
inoltre finanziato i programmi di ristrutturazione e di manutenzione
straordinaria del patrimonio degradato di proprietà dello IACP di Roma, e
quelli per le case popolari dell’intera provincia, attivando qui interventi sul
91% del patrimonio. In questo piano assume particolare rilevanza il la
realizzazione di edilizia agevolata destinata all’affitto, per favorire
l’accesso alla casa a quelle fasce di cittadini che non possono comprarla.
Se
si calcolano anche gli interventi di finanziamento di progetti di recupero
urbano e i programmi integrati, alcuni dei quali già in fase di realizzazione,
si arriva ad un intervento complessivo di finanziamento pari a circa 3000
miliardi.
Per
l’edilizia privata, abbiamo attivato i recenti bandi per il recupero delle
parti comuni dei condomini (per un finanziamento totale di oltre 121 miliardi)
ed il bando per i cosiddetti "buoni casa", cioè un contributo
concesso a particolari categorie per agevolarne l’acquisto delle prima casa
(per un finanziamento totale di 40 miliardi di lire).
A
questi programmi vanno aggiunti la realizzazione di interventi mirati per
l’ospitalità dei pellegrini disagiati in vista del Giubileo e la progettazione
del villaggio sperimentale per il gruppo di nomadi Rom-Rudari di Via dei
Gordiani, a Roma. Intervento fortemente innovativo, sia dal punto di vista
urbanistico-progettuale che da punto di vista sociale, previsto con un
protocollo d’intesa siglato con il Comune di Roma e lo Iacp di Roma.
Il
comparto delle costruzioni deve essere rapidamente riconvertito verso le
attività di recupero e manutenzione, così da non rischiare un’ulteriore
marginalizzazione nell’economia laziale. Infatti, se è sostanzialmente marginale
il comparto delle nuove costruzioni, vanno adeguatamente potenziate tutte le
attività di intervento sul patrimonio esistente.
L’impostazione
con cui abbiamo affrontato i primi cinque anni del governo regionale, quindi,
deve diventare ancor più efficace. L’evoluzione del quadro istituzionale,
peraltro, aiuta oggettivamente la definizione di un ruolo maggiormente autonomo
e autorevole. Il Comitato per l’edilizia residenziale pubblica del Ministero
dei lavori pubblici, infatti, ha sostanzialmente concluso la sua attività e
consegnerà alle Regioni funzioni ed attività.
Pur
in una differente fase storica, caratterizzata da una decisa contrazione dei
finanziamenti statali verso le Regioni, si potranno concentrare i finanziamenti
verso il settore del recupero, così da consentire una ripresa produttiva di
lungo periodo del comparto dell’edilizia.
Quest’ultima
condizione può consentire di perseguire due fondamentali obiettivi. Da un lato
si potrà consentire al sistema delle imprese che operano nel settore di programmare
la propria attività in modo meno frammentario e condizionato dal mercato
fondiario. D’altro lato si consentirà loro di operare nel senso di una proficua
specializzazione d’impresa, del miglioramento degli strumenti tecnologici
d’impresa a disposizione, di una sempre più elevato livello di qualità della
produzione. Sarà la qualità, infatti, a dettare regole e gerarchie nel mondo
delle imprese che operano nel mercato unificato: il Lazio farà fino in fondo la
sua parte.
La
legge urbanistica regionale sancisce, in base al principio della sussidiarietà,
la responsabilizzazione delle province e dei comuni nel governo del proprio
territorio, riservando alla regione i poteri di indirizzo e di verifica di
conformità con le scelte di politica del territorio attuate sull’intera regione.
E’
chiaro che questo processo non e’ automatico, bensì va organizzato e gestito;
tenendo conto in particolare che le province, che fino ad oggi hanno avuto
competenze tecniche in altri settori, si trovano a dover organizzare in breve
tempo strutture complesse.
Per
questo la Regione si impegna ad organizzare corsi di alta formazione e
procedure di indirizzo e di verifica, monitorando l’avvio delle procedure per
una corretta e rapida entrata a regime delle nuove competenze.
Una
particolare attenzione verrà riservata al completamento della pianificazione
comunale. Nel Lazio vi sono ancora ancora 30 comuni del tutto sprovvisti di
strumento urbanistico e 75 dotati di uno strumento obsoleto come il Programma
di Fabbricazione (PdF), i quali, come prescrive la legge nazionale 109/94 (c.d.
Merloni), se alla fine dell’anno 2000 risulteranno ancora sprovvisti di
strumento urbanistico non potranno accedere a finanziamenti per opere
pubbliche. Per questo è un impegno preciso fare tutto il necessario affinche’
nel primo anno del nuovo governo regionale sia completata la pianificazione
urbanistica comunale, anche tramite l’attivazione dei poteri sostitutivi, che
nel corso della presente legislatura sono stati definiti nelle procedure e
nelle modalità di attuazione.
Per
quanto riguarda l’edilizia residenziale, si apre una stazione nuova. Infatti il
Comitato per l’edilizia residenziale pubblica del Ministero dei lavori
pubblici, ha sostanzialmente concluso la sua attività e consegnerà alle Regioni
funzioni ed attività.
Per
questo dovrà essere subito attivato l'analogo comitato regionale previsto per
programmare, indirizzare e verificare le attività del settore.
A
tal fine sarà anche indispensabile realizzare in breve tempo le riforme degli
IACP.
Abbiamo imparato a lavorare insieme su di un progetto: oggi
l’impegno è completarlo insieme
Le
forze politiche che compongono la nostra coalizione in questi anni anche
superando diverse difficoltà hanno coerentemente rispettato gli impegni assunti
con il programma di fronte ai cittadini. Abbiamo imparato che la diversità può
portare a momenti di debolezza, ma che diventa forza quando si condividono
valori, scelte, obiettivi. Oggi più di ieri sappiamo di poter realizzare il
nostro progetto per la regione, di poter offrire un governo stabile, capace,
efficace, onesto.
Le
forze politiche che hanno deciso di appoggiare la mia candidatura, che rimane
la candidatura di un cittadino indipendente, portano ciascuna la ricchezza di
una tradizione importante e al tempo stesso il travaglio di un grande sforzo di
rinnovamento.
La
nostra regione ha determinato un modello di riferimento che ha consentito al
centro sinistra di raggiungere l’esperienza di governo. Siamo riusciti, in
questa difficile transizione italiana, a dare vita ad una esperienza
democratica, in grado di portare a termine una difficile legislatura di
ricostruzione e di rilancio. Oggi ci riproponiamo di continuare nel governo
della regione e di essere di aiuto perché in tutto il paese la politica assuma
il profilo di arte per la soluzione dei problemi della vita sociale così come
noi l’abbiamo interpretata.
Le
idee che sono alla base delle nostre scelte stanno già camminando tra i
cittadini in tutto il paese.
Insieme,
ci stiamo battendo per la libertà e il pluralismo dell'informazione. Insieme,
abbiamo costruito scelte di politica economica e finanziaria giuste ed efficaci
e possiamo così oggi aiutare il Paese ad affrontare la riforma dello stato
sociale attraverso il consenso e il confronto tra le parti sociali.
Sono
le stesse scelte che ci portano a restare uniti. Forti delle basi solide
costruite in questi anni vogliamo realizzare una fase di sviluppo e di
ammodernamento di questa regione per renderla competitiva nello scenario
europeo. Questo ambizioso programma di governo rende possibile l’adesione di un
così vasto schieramento.
Ma
ci sono anche principi e valori di fondo, uguaglianza, pari opportunità, la
comune volontà di contrastare qualsiasi deriva autoritaria che tengono
saldamente unite le forze della tradizione cattolico democratica, la sinistra
democratica e socialista, Rifondazione Comunista, le forze laiche,
liberaldemocratiche e ambientaliste.
Ciò
che chiediamo a tutti voi non è solo un voto, ma un impegno che parte da oggi e
deve proseguire per i prossimi cinque anni, l'impegno ad esserci vicini con la
vostra esperienza, con le vostre professionalità, con la vostra generosità, per
completare insieme la costruzione della nostra Regione.
Piero
Badaloni