Proposta di programma per la prima legislatura del nuovo millennio

Il Lazio: una grande regione italiana e una grande regione europea.

 

Il 16 aprile i cittadini del Lazio eleggeranno direttamente, per la prima volta, il loro presidente della regione. Il presidente eletto direttamente avrà ancora più autorevolezza e più forza per attuare gli impegni assunti con il programma.

Ritengo un punto di onore mantenere fede alla fiducia che tante persone, diverse per storia e per idee, mi hanno concesso cinque anni fa e ritengo un dovere continuare a realizzare quanto è stato cominciato.

Sono stati cinque anni di grande lavoro e di grandi risultati. Oggi, guardando alle cose fatte, posso dire che se c’è un’espressione che riassume la nostra esperienza, questa è "valeva la pena". Perché i risultati compensano la fatica, la fiducia dei cittadini compensa le difficoltà di una politica che fatica a ritrovare la sua identità. È in nome di questa fiducia che ho accettato di impegnarmi nuovamente per vincere insieme questa grande sfida.

L’esperienza che abbiamo maturato consente di affrontare la nuova legislatura che ci vedrà impegnati in una fase costituente, a scrivere le regole per una regione con nuovi poteri e con un programma ancora più ambizioso. Il Lazio, la regione di Roma capitale, può oggi proporsi come regione guida a livello europeo. Guida di uno sviluppo compatibile e solidale del mediterraneo, di una integrazione europea non solo economica, che veda i cittadini, le forze sociali e gli Enti Locali protagonisti.

La scelta del 16 aprile inciderà sulla vita di tutti e di ognuno di noi. Piero Badaloni

Abbiamo fondamenta solide.

Cinque anni fa abbiamo iniziato la nostra esperienza di governo della regione Lazio, in questi anni abbiamo sperimentato la fatica di risanare, ricostruire, gestire problemi difficili e situazioni apparentemente senza sbocco. Governare è difficile e soprattutto è difficile farlo cercando di ascoltare le ragioni di tutti quelle dei cittadini e quelle di chi gestisce i servizi, le ragioni di chi produce e di chi consuma, quelle di chi ha un lavoro e vuole giustamente migliorare le sue condizioni, quelle di chi non ha un lavoro e chiede che vengano rispettati i suoi diritti.

Presentare il programma per i prossimi cinque anni di lavoro è in un certo senso più facile, si parte oggi con più esperienza di governo e con molti risultati alle spalle, abbiamo costruito fondamenta solide e chiediamo il vostro appoggio per realizzare un grande progetto. Il prossimo consiglio regionale avrà in larga misura poteri costituenti, dovrà definire i valori e le regole, con i quali la nostra regione affronterà il terzo millennio.

I nostri valori non sono cambiati in questi cinque anni e vogliamo ribadirli a noi stessi, ai nostri alleati, ai nostri elettori.

Abbiamo raggiunto l’obiettivo di portare il Lazio al 2000 come una delle più grandi e significative Regioni Europee, per vivere l'Anno Santo nel suo significato profondo di riconciliazione degli uomini fra loro e di riconciliazione degli uomini con la natura.

Ora vogliamo che l’Europa che abbiamo contribuito a costruire superi la sola unione economica e diventi sempre più l’Europa dei cittadini, della solidarietà, del lavoro e dello sviluppo con i suoi irrinunciabili valori di democrazia. Per questo siamo favorevoli all’allargamento dell’Unione Europea e riteniamo necessaria una grande attenzione ai paesi extraeuropei che si affacciano sul mediterraneo. Per questo insieme alle altre regioni del Centro Italia, ci candidiamo ad essere punto di riferimento delle politiche europee per il mediterraneo.

La forza della ragione e la forza dell'esperienza

Il primo messaggio della mia proposta, è "La forza della ragione". Ho voluto indicare un metodo che parte dall'osservazione e dall'ascolto.

La nostra forza in questi anni non è stata quella di chi avendo il potere cerca di imporre le proprie idee. Non abbiamo avuto e non avremo la ragione degli spot, ma la ragione dell'intelligenza, della comprensione, dello studio e del lavoro. Le ragioni della nostra forza oggi sono in un lavoro svolto umilmente, che però ha portato a risanare il bilancio della nostra Regione, a stabilire con tutti i sindaci quale che fosse la loro appartenenza politica, un terreno di collaborazione, a ristabilire con le forze sociali, sindacati ed imprenditori, un rapporto utile. La nostra forza è nel risanamento dell’economia della nostra Regione, oggi più capace di far valere le sue ragioni in Italia ed in Europa, oggi considerata economicamente affidabile come dimostra l’emissione dei Buoni regionali in tutto il mondo, da Tokyo a New York. La nostra forza è stata la capacità di investire in pieno le risorse europee: oggi non c’è territorio del Lazio in cui non si vedano opere realizzate con l’intervento della regione.

In questo percorso abbiamo sempre fatto riferimento a valori precisi, quelli del primato della persona, delle pari opportunità, dell'efficienza e della solidarietà.

La forza della ragione ci ha aiutato a definire obiettivi verificabili e percorsi realistici per raggiungerli.

Non basta indicare fini su cui tutti siamo d'accordo: bisogna individuare i mezzi adatti, valutarne i costi, considerare le risorse disponibili e dotarsi di sistemi di verifica e valutazione. Per questo oggi siamo in grado di affermare che le nostre politiche per il lavoro hanno contribuito a migliorare la situazione della nostra regione. Dobbiamo impegnarci, tuttavia, con tutte le energie a sviluppare quelle politiche necessarie a rimuovere le difficoltà che ancora emergono.

Formazione professionale, contributi alle aziende per la formazione continua, formazione superiore integrata, apprendistato, diplomi universitari ci hanno consentito di raggiungere circa 250.000 persone e di contribuire al loro ingresso nel mercato del lavoro, 4 su 10 hanno trovato una occupazione entro sei mesi dalla fine del nostro intervento. Abbiamo ricostruito il tessuto normativo regionale con leggi quadro come quella sull’ambiente, quella sul decentramento, quella urbanistica, quella sulla riforma dei servizi per l’impiego, il testo unico sul lavoro. Abbiamo progettato un sistema di trasporti più efficace, un piano porti che valorizzerà le coste della nostra regione.

Le ragioni della nostra forza sono state nella capacità di fare lavorare sullo stesso progetto persone provenienti da esperienze diverse, di utilizzare l'esperienza dei partiti politici e le competenze di chi esercita la propria professionalità nell'impresa, nel lavoro, nelle organizzazioni sociali.

Sappiamo che è dalla collaborazione e non dallo scontro che nascono benefici per tutti.

Dalla generosità e non dagli egoismi di parte nascono le premesse per uno sviluppo compatibile solidale.

Uno sviluppo che porti a tutti non solo più benessere e più ricchezza, ma una condizione di lavoro, sicurezza e di felicità in accordo con l'ambiente.

Governare con la forza della ragione vuol dire infine assumere con coraggio, con senso di responsabilità e con fermezza le scelte necessarie.

Abbiamo le risorse per il nostro progetto

I giovani, le donne, i lavoratori, i professionisti, gli imprenditori le famiglie sono stati e sono la forza e la risorsa più importante del nostro progetto.

Abbiamo bisogno delle capacità di tutti. Non dimentichiamo gli anziani, che costituiscono un patrimonio di esperienza ed una ricchezza di umanità della quale non possiamo fare a meno.

Una grande risorsa sono inoltre gli amministratori, i sindaci e gli assessori comunali, con i quali abbiamo lavorato fianco a fianco per programmare lo sviluppo locale e per affrontare le emergenze occupazionali.

Il secondo grande patrimonio della nostra Regione sono le sue risorse ambientali, che abbiamo tutelato con la legge quadro sui parchi, con la legge urbanistica, con il quadro di sviluppo territoriale, con il piano dei porti, il piano faunistico-venatorio.

La natura, la storia e la posizione geografica fanno del Lazio un ambiente privilegiato. Con esso abbiamo stabilito un rapporto di grande rispetto. Se sapremo farne un uso intelligente, il Lazio ci ripagherà con più ricchezza e più benessere.

La politica economica della regione individua nelle imprese pubbliche e private, nelle piccole imprese, nelle cooperative e negli Enti Locali i soggetti fondamentali dello sviluppo. Dobbiamo però rendere più semplice la loro vita, dare regole certe per gli investimenti, dare a tutte le strutture produttive la possibilità di crescere e di creare ricchezza: dalla grande industria all'artigianato, dal commercio al turismo, dall'edilizia e all'agricoltura.

Anche il settore dei servizi per la presenza di uffici pubblici e privati di interesse nazionale e internazionale si presenta come una grande risorsa in grado di produrre lavoro e occupazione.

Il 2001 con l’avvio del federalismo fiscale ci vedrà autosufficienti dal punto di vista finanziario. Si passerà da un sistema fondato su una finanza derivata, legata cioè a trasferimenti dallo Stato, ad una finanza autonoma in cui le risorse verranno dalla partecipazione ai tributi erariali (IVA, IRPEF, Irap, Carburanti) o da tributi propri il cui utilizzo è in misura crescente, lasciato all’autonoma decisione regionale.

Le nostre risorse sono tali da metterci in grado di contribuire a finanziare il fondo di solidarietà con le regioni del paese a minore sviluppo.

Abbiamo già iniziato a lavorare in questa direzione semplificando il nostro sistema e riducendo il numero di tasse a carico dei cittadini passate da 47 a 28. Valuteremo insieme agli Enti locali ed alle forze sociali il sistema delle entrate e delle uscite guardando alle aspettative dei cittadini.

Ci impegniamo a governare i prossimi cinque anni con le risorse della nostra regione, senza aumentare le tasse.

Una Regione all’altezza dei nuovi compiti

Abbiamo guidato una grande stagione di riforme, siamo stati tra le prime regioni italiane ad approvare le leggi di recepimento delle nuove funzioni. E siamo stati anche tra i primi a trasferire ai Comuni, alle Province e alle Comunità montane il potere di prendere decisioni importanti per la vita dei cittadini.

Sappiamo di avere seminato bene, uscendo dalle ottiche localistiche e conferendo alla Regione il ruolo di ente di programmazione, di impulso e di coordinamento.

L'accordo di cooperazione per lo sviluppo che abbiamo stabilito con le regioni dell'Italia centrale consentirà di realizzare azioni comuni sfruttando risorse nazionali ed europee.

Ora dobbiamo darci uno Statuto che garantisca un governo sempre più efficiente. Se vogliamo una Regione capace di assumere un ruolo di programmazione, di indicare le priorità e di favorire uno sviluppo equilibrato, una Regione dotata di strutture agili che snelliscano gli iter burocratici e garantiscano l'efficacia dei risultati, il Consiglio Regionale deve darsi nuove regole che impediscano l’ostruzionismo fine a se stesso e consentano un vero confronto democratico sul merito dei problemi. Grazie al lavoro svolto finora, il Lazio ha acquistato un’autorevolezza, a livello nazionale ed europeo, di cui non aveva mai goduto in passato, dobbiamo proseguire in questo lavoro per poter attrarre e portare nuove risorse nei nostri territori e aprire nuovi spazi e nuovi mercati alle forze economiche e sociali.

Oggi il nome Lazio è segno di qualità e ci adopereremo perché diventi un marchio che accompagni nel mondo i frutti del nostro lavoro e le bellezze del nostro territorio.

Dieci impegni per il progetto regione

Il lavoro svolto in questi cinque anni consente oggi di assumere con gli elettori dieci grandi impegni che saranno la base per il nostro governo della regione.

1. Ci impegniamo per una Regione dei cittadini che governi insieme alle autonomie locali e alle forze sociali, all'associazionismo ed al volontariato.

Il nostro primo obiettivo è stato quello di trasformare la Regione da "ente burocratico" a motore di rilancio del Lazio, capace di utilizzare tutte le competenze e le risorse.

Il metodo della concertazione che abbiamo seguito in tutti i nostri processi di decisione, seppure faticoso, ci ha consentito di coinvolgere tutte le componenti sociali, dagli imprenditori alle organizzazioni sindacali, dalle istituzioni locali all’associazionismo, per ascoltare spesso anche singoli soggetti interessati dai provvedimenti.

Non si è trattato di un lavoro improvvisato. Le consultazioni con la società civile hanno gettato le basi per la realizzazione pratica del principio di sussidiarietà, che nel Lazio si sta traducendo in una reale partecipazione "dal basso" al governo della Regione. In questa chiave abbiamo ridistribuito le competenze tra gli enti locali (prevedendo anche il trasferimento di risorse e di personale dalla Regione a Province, Comuni e Comunità montane) e abbiamo avviato il percorso che dovrà portare all’istituzione della Città metropolitana di Roma. Ma soprattutto abbiamo creato le condizioni per una responsabilizzazione delle formazioni sociali nella gestione di provvedimenti di particolare impatto sulla vita quotidiana dei cittadini. Il ruolo svolto dalla famiglia, oltre che dalle associazioni profit e non profit operanti nel sociale, ha ricevuto in questo modo un riconoscimento che nel Lazio non c’era mai stato.

Nel riaffermare il ruolo pubblico come garanzia di pari opportunità per tutti i cittadini, e di piena realizzazione ed esigibilità dei diritti sociali, è da sviluppare la funzione del terzo settore come ambito di allargamento e integrazione della sfera dei servizi pubblici.

Dobbiamo ampliare ulteriormente le forme di partecipazione fino a coinvolgere tutti i cittadini. Perché abbiamo realizzato buone leggi: è necessario ora che le famiglie, gli operatori economici, le forze sociali e del lavoro le utilizzino e le mettano a frutto. Il governo del Lazio deve vedere partecipi e coinvolte a tutte le componenti della società civile, fino ai singoli cittadini. Tutti dovranno essere protagonisti e partecipi della seconda fase del nostro lavoro, una fase che vedrà completati i processi di apertura alla società civile e che ci vedrà concentrati sulla qualità dei servizi, evitando che si operi nella sola logica della riduzione dei costi e degli appalti al massimo ribasso, privi di tutele della qualità e dei diritti contrattuali dei lavoratori e della sicurezza sul lavoro.

Sul piano del decentramento amministrativo, dobbiamo prepararci a gestire "sul campo" le trasformazioni che, con l’apporto di tutto il sistema delle autonomie, abbiamo prodotto finora. In questa fase Comuni, Provincie e Comunità Montane avranno un ruolo più incisivo, e potranno rispondere meglio e più prontamente alle esigenze dei cittadini e delle imprese che operano sul territorio. La Regione dovrà mettere in gioco tutti gli strumenti di cui dispone (strategici, formativi, finanziari, organizzativi, ecc…), per aiutare gli enti locali a svolgere il nuovo ruolo previsto dalle più recenti leggi regionali. La legge sul governo del territorio approvata nel 1999, in particolare, delinea una radicale riforma istituzionale: l’attività prevalente nel campo urbanistico è infatti delegata ai comuni ed alle province. Nello stesso tempo all’ente Regione toccherà il compito di definire le linee programmatiche del governo del Lazio, coordinando l’attività degli enti locali. Restano dunque alla Regione gli esclusivi poteri di grande programmazione strategica. La fase che si apre dovrà pertanto prevedere la conclusione della fase di trasferimento di funzioni, personale e risorse umane verso gli enti locali.

Tra le grandi riforme che nei prossimi cinque anni dovranno tradursi in atti concreti e "visibili", la nascita della Città metropolitana di Roma è senz’altro quella di maggiore rilievo. Tutti coloro che risiedono nella Capitale, così come tutti coloro che vi si recano ogni mattina per lavoro, sanno quanto sia urgente adeguare i servizi, le infrastrutture, i collegamenti, gli insediamenti commerciali e gli uffici della pubblica amministrazione. È un’operazione che può essere portata a termine solo rafforzando l’autonomia amministrativa della città metropolitana, accentuando il decentramento interno e la semplificazione delle sue strutture e gestendo in maniera integrata le funzioni di rilievo metropolitano. La Città metropolitana, così come prefigurata dalla legge regionale e da un disegno di legge in via di approvazione alla Camera dei Deputati, offrirà una soluzione stabile a questi problemi garantendo, nel contempo, l’integrazione con il resto del territorio e, per questa via, un più efficace sviluppo di tutto il Lazio.

Su questi e su tutti gli altri temi di competenza della Regione; sui settori di intervento e di spesa e sui risultati di volta in volta ottenuti, abbiamo sempre cercato di informare i cittadini, con onestà e pacatezza. Per creare le condizioni di una maggiore partecipazione democratica alla vita della Regione abbiamo operato attraverso sportelli informativi, numeri verdi, televideo, siti internet e opuscoli. Tutto questo, però, non può bastare se non si lavora anche per lo sviluppo e la qualificazione dei sistemi di informazione locale, ai quali va riconosciuta la funzione di garanti della crescita libera e democratica di una regione. I prossimi anni dovranno vedere i mass media del Lazio crescere in termini quantitativi e soprattutto qualitativi, così da offrire ai cittadini una informazione sempre più aggiornata, corretta, competente e all’altezza dei cambiamenti che stanno modificando alla radice la nostra vita quotidiana.

2. Una nuova fase di sviluppo dell’economia regionale.

In questi anni è cresciuta la collaborazione tra gli operatori economici e la regione.

Abbiamo oggi una grande occasione di ripresa economica.

Il paese è entrato nell’Euro, l’inflazione cinque anni fa era al 5.4% oggi, è più che dimezzata. Il denaro per gli investimenti costa la metà di cinque anni fa. Il sistema produttivo nazionale si avvia ad una ripresa ancora moderata per l'anno in corso, ma a detta di tutti gli esperti, passibile di accelerazioni per gli anni successivi.

In questo processo il Lazio deve svolgere il suo ruolo di grande regione, seconda solo alla Lombardia in termini di prodotto interno lordo (PIL) complessivo (Fonte Istat). Anche sul terreno delle esportazioni, che è stato tradizionalmente un punto debole della economia laziale registriamo una significativa inversione di tendenza.

Oggi i conti della regione sono sotto controllo, il disavanzo è stato ridotto a 1500 miliardi e si continua a lavorare per abbatterlo ulteriormente. Nel 1999 la quota degli investimenti ha superato quella delle spese correnti: su un bilancio di 24 mila miliardi, infatti, al netto dei 10mila miliardi per la sanità, oltre 7mila sono destinati allo sviluppo e alla occupazione. Ma l'operazione più innovativa su questo terreno, che ci ha qualificati come pionieri nel campo della finanza regionale e sui mercati finanziari internazionali, è stata quella dei Bor, che finora hanno fruttato 850 milioni di euro e 300 milioni di dollari collocati in tutti i mercati del mondo: America, Europa e da ultimo in Asia, garantendo le risorse necessarie agli investimenti. Abbiamo ridotto di 2/3 l'onere su 600 miliardi di mutuo.

Abbiamo attivato tutti gli strumenti per favorire l'accesso al credito da parte delle imprese. Abbiamo sostenuto i consorzi di granzia fidi e le cooperative di garanzia, creato l'Unionfidi per le garanzie a medio termine a favore di tutti i settori produttivi (industria, artigianato, agricoltura, commercio, cooperazione, turismo e servizi), sostenuto l'Artigiancassa e favorito la nascita di Artigiancredito, definito l'accordo con il Mediocredito per le leggi agevolate trasferite alla regione.

Abbiamo usato la leva creditizia anche per gli investimenti degli enti locali, ponendo a carico della regione gli oneri per i prestiti destinati ad opere quali gli edifici pubblici nei centri storici, gli edifici di culto, le opere igenico-sanitarie, gli impianti sportivi.

Infine abbiamo creato la nuova Agenzia Regionale di Sviluppo chiamata ad un ruolo fondamentale per il sostegno agli investimenti.

Abbiamo promosso e sostenuto in molti territori i patti territoriali, (Frosinone, Rieti, Pomezia, area nord e area sud Pontina, Etruschi Ostia e Fiumicino, V e VIII circoscrizione di Roma), il contratto d'area di Montalto di Castro, strumenti della programmazione negoziata che vedono le imprese e le istituzioni lavorare insieme per realizzare sviluppo e occupazione.

Il 2000 vede l'avvio della nuova stagione dei programmi comunitari di Agenda 2000, che dureranno sette anni e porteranno nel Lazio oltre 5000 miliardi di risorse pubbliche. Definite le aree eleggibili con un ampliamento dei comuni interessati che passano da 261 a 296, partirà quest'anno il nuovo obiettivo 2 per favorire lo sviluppo delle aree del sistema Lazio; ad esso si affiancano l'obiettivo 3 per le risorse umane e l'occupazione, il programma di sviluppo agricolo e gli altri programmi definiti d'intesa con la U.E. (Leader, Interreg, Urban, ecc).

L'intesa istituzionale di programma, un accordo che stiamo concludendo con il Governo per realizzare un piano di interventi di interesse comune, consentirà grandi investimenti in settori di interesse prioritario, lo sviluppo economico e dell'occupazione, le infrastrutture, l'ambiente, il turismo e la cultura.

Abbiamo ottenuto segnali positivi anche dal punto di vista occupazionale. Tra il 95 ed il 99 registriamo un incremento costante di occupati pari a + 64mila unità di cui 54mila donne. L'incremento di occupazione è dovuto in gran parte al terziario ed ai servizi, mentre ancora difficile rimane la situazione dell'industria anche se nell'ultimo scorcio dell'anno in questo settore come in altri ci sono segnali di inversione di tendenza.

Di fondamentale ausilio per lo sviluppo economico, sarà il completamento della grande rete infrastrutturale del Lazio: inizia ormai a delinearsi infatti un moderno sistema "a rete" in grado di rispondere alle attuali esigenze degli imprenditori e dell’economia.

Abbiamo operato per creare le condizioni necessarie ad una affermazione della regione e della sua economia nel nuovo scenario competitivo europeo e mondiale determinato dall'ingresso nell'Unione Europea Monetaria e dalla crescente globalizzazione dei mercati. I risultati già si apprezzano, ma è necessario perseverare nella direzione di una maggiore efficienza complessiva del sistema economico. La pubblica amministrazione deve essere modernizzata non solo per tenere il passo con le rapide evoluzioni dell'economia, ma perché essa stessa rappresenta nella nostra regione una parte importante dell'attività economica. La pubblica amministrazione può e deve contribuire a modernizzare l'apparato produttivo regionale a cominciare dal settore dei servizi, così importante nella regione e ancora scarsamente competitivo. In questa prospettiva vanno proseguiti i lavori di delegificazione, la produzione di testi unici, la riforma delle procedure amministrative, e va resa operativa la riforma dell'apparato regionale.

Altro non meno importante obiettivo, è quello di valorizzare rendendole efficienti e competitive le tante aree produttive specializzate presenti nella nostra regione. I distretti agricoli della Tuscia e del basso Lazio; i distretti industriali, da Cittaducale a Pomezia, da Civitacastellana a Cassino; le aree minerarie da Guidonia a Coreno Ausonio; le aree turistiche , montane, culturali, marine, di cui la regione è ricchissima; le aree commerciali, da Viterbo a Fondi, ecc.

Dobbiamo operare per rafforzare ogni sistema produttivo locale e per collegarlo nella rete del più vasto sistema regionale, così da accrescere ulteriormente la forza competitiva della regione e lanciare il Lazio nella pacifica sfida della prosperità e della cooperazione internazionale.

3. Per la crescita dell'occupazione in particolare dei giovani, delle donne per la tutela dei diritti dei lavoratori, per l’emersione del lavoro nero e la sicurezza sul lavoro.

In questi cinque anni abbiamo lavorato fianco a fianco con le organizzazioni sindacali per affrontare tutte le crisi che il sistema industriale ha attraversato ed al tempo stesso cercato di raggiungere risultati con le politiche attive del lavoro.

Partendo da una situazione di largo inutilizzo del F.S.E. e dagli esiti di una gestione praticamente senza regole né controlli che la Commissione U.E ha duramente contestato, siamo passati ad una gestione controllata ed al pieno utilizzo del fondo sociale Europeo. Questo ci ha consentito di formare circa 250.000 giovani e di dare a circa 100.000 una occasione di lavoro entro sei mesi dalla fine degli interventi. Le leggi sull’imprenditoria giovanile e sul prestito d’onore ci hanno consentito di realizzare oltre 350 iniziative d’impresa. La riforma dei servizi per l’impiego ci consentirà di migliorare il rapporto tra domanda e offerta di lavoro.

Abbiamo oggi nuove funzioni che ci consentono di indirizzare e sostenere l'attività delle scuole e delle università e di incrementare il loro livello di integrazione con il mondo del lavoro attraverso stage in impresa in modo che i giovani siano, come ci chiede l'Unione europea, "occupabili" già alla fine dei percorsi di studio.

Tra i primi in Italia stiamo innovando la formazione professionale iniziale per renderla una risposta efficace per i giovani che, dopo l’obbligo scolastico, sceglieranno di realizzare l’obbligo formativo in un indirizzo professionalizzante.

Rimangono poi due grandi problemi sui quali proseguire nell'impegno quello di dare garanzie e tutela ai giovani e a tutti i lavoratori che accettano forme di lavoro atipico e quello di sviluppare la lotta al lavoro sommerso.

Vanno intensificati gli sforzi per realizzare l’utilizzazione del patrimonio di conoscenze prodotte dal settore ricerca attraverso la realizzazione di incubatori d’impresa e di convenzioni che aiutino il sistema d’impresa a mettersi in rapporto con le università, il CNR, l’ENEA, l'INFN e tutti gli altri centri di eccellenza presenti in regione.

Le persone in cerca d'occupazione nel Lazio sono circa 250mila, esse rappresentano l'11.7% delle forze di lavoro. Si tratta soprattutto di giovani. Tuttavia l'indice di disoccupazione che oggi è quasi pari alla media italiana si è ridotto nel complesso dal 95 al 99 di quasi un punto percentuale, mentre per le donne nello stesso periodo si è ridotto di un punto e mezzo. Abbiamo ottenuto dei primi risultati, ma c'è ancora molto cammino da fare.

Il documento di programmazione che abbiamo messo a punto per il Fondo Sociale Europeo dell'Agenda 2000 consentirà di utilizzare su tutto il territorio regionale ingenti risorse comunitarie, nazionali e regionali per la formazione e le politiche attive del lavoro. I pilastri di questo progetto sono a) occupabilità e servizi all'impiego, b) integrazione delle fasce deboli, c) adeguamento dell'offerta formativa, d) occupazione e competitività dei sistemi produttivi, e) pari opportunità. L'obiettivo è quello di mettere in grado giovani ed adulti di essere protagonisti della società conoscitiva, capaci di utilizzare le grandi potenzialità di Internet e delle tecnologie multimediali.

Vogliamo continuare ad investire sulle capacità dei giovani di intraprendere e offrire loro nuove opportunità e mezzi per farlo, per questo il nostro progetto prevede di:

·  coordinare l’offerta formativa di scuole, università e formazione professionale orientando l'offerta formativa verso sbocchi professionali certi e verso le effettive esigenze della riqualificazione dello sviluppo e della nuova occupazione derivante dalla programmazione regionale in tutti i settori di competenza.

·  Costruire insieme alle province, ai comuni e con l'ausilio dell'Agenzia Lazio Lavoro una rete dei servizi per l'impiego in grado di garantire a tutti i cittadini, informazioni e orientamento e fornire attraverso i Centri per l'impiego un reale supporto all'incontro di domanda e offerta di lavoro.

·  In particolare sarà necessario attuare il passaggio della gestione della formazione professionale alle province superando le inerzie di alcune di loro.

·  proseguire nel lavoro di costruzione di offerte occupazionali a tempo indeterminato a tutti i lavoratori socialmente utili secondo l'indirizzo recentemente approvato dal Consiglio Regionale.

diffondere l'imprenditoria sociale utilizzando la legge regionale per la cooperazione sociale ed il sostegno e la valorizzazione delle imprese senza fine di lucro e realizzando interventi per il l’attivazione di nuove imprese sociali sul modello dell’imprenditoria giovanile.

4. Ci impegniamo per la salute ed il benessere dei cittadini

La tutela del diritto alla salute dei cittadini è uno dei compiti che le Leggi dello Stato affidano alla responsabilità delle Regioni.

La sanità del Lazio, all'inizio della passata legislatura, era sull'orlo del tracollo organizzativo e finanziario.

Bisognava ridefinire regole certe e condivise , superare un clima dominato da improvvisazione e arbitrio e ricondurre i diversi soggetti (pubblici, no-profit, privati) all'interno di un progetto comune , di una politica che rimettesse al centro il soddisfacimento del diritto alla salute del cittadino.

Molti obiettivi sono stati raggiunti, l'era degli ospedali incompiuti è finita. Oggi lo Spallanzani è un centro di riferimento a livello Europeo per la lotta all'AIDS, e il S. Andrea è un'azienda mista Regione -università che ospita la seconda Facoltà di Medicina de "La Sapienza". Abbiamo recuperato 1000 miliardi di fondi statali per la riqualificazione edilizia e approvato un piano di interventi per ristrutturare gli ospedali della regione. Sono stati aperti oltre 70 cantieri: la maggior parte dei lavori ad oggi è stata conclusa. Gli interventi più significativi hanno riguardato a Roma San Camillo, San Giovanni e San Filippo, a Viterbo l'Ospedale di Belcolle, a Latina il Santa Maria Goretti e il De Lellis a Rieti. A Frosinone e a Cassino ci sono due nuove e moderne realtà ospedaliere. E' stata rimessa a nuovo tutta la rete dei poliambulatori.

Grazie ai fondi per il Giubileo la Regione ha finanziato con 156 miliardi altri 19 progetti intervenendo sul Santo Spirito di Roma, sui dipartimenti di emergenza del San Giovanni, del Grassi di Ostia e del Sant'Eugenio, del Gemelli, del Policlinico Umberto I, del San Filippo Neri e i DEA di Bracciano, Subiaco e Albano.

Per il prossimo triennio è prevista l'utilizzazione di ulteriori 1500 miliardi di fondi statali che verranno utilizzati per potenziare ulteriormente il sistema e per costruire due nuovi ospedali nell'area dei Castelli Romani e in quella di Tivoli e Guidonia.

In realtà i risultati in termini di riorganizzazione, di qualificazione della spesa, di rinnovo del patrimonio edilizio e tecnologico, producono lentamente effetti diretti sull'innalzamento della qualità percepita e sulla tempestività delle prestazioni che i cittadini a gran voce giustamente richiedono.

Ciò non toglie che il risanamento finanziario, strutturale e organizzativo del sistema sanitario è la base indispensabile per un vero salto di qualità nella tutela della salute.

In questo contesto la Regione sta appieno dispiegando la sua funzione di programmazione cioè la possibilità di scegliere i settori da potenziare e i servizi da attivare e di definire regole chiare e definite che diano certezze ai cittadini, ai lavoratori e alle imprese del settore.

Per questo abbiamo predisposto il primo Piano Sanitario Regionale che a partire dalla analisi dello stato di salute della popolazione e dai bisogni espressi dai cittadini traccia le linee del futuro sviluppo della Sanità del Lazio che renderemo operativo nella prossima legislatura.

Possiamo sintetizzare gli obiettivi che ci siamo dati e che saranno al centro della nostra attività nella prossima legislatura:

Riequilibrio territoriale dei servizi. Occorre lavorare per avvicinare i servizi ai cittadini superando i limiti di un sistema sanitario concentrato in una zona ristretta della città di Roma, sviluppando e riqualificando gli ospedali di provincia e realizzando una rete organica di strutture sanitarie, potenziando nel territorio una rete di poliambulatori specialistici funzionali ad un progressivo processo di deospedalizzazione per le patologie meno gravi.

Attivazione dei distretti socio-sanitari, previsti dalla riforma, e pieno coinvolgimento nel raggiungimento degli obiettivi di salute dei medici di medicina generale. Il distretto diventa punto di riferimento e interlocutore del cittadino, non limitandosi alla prenotazione delle prestazioni, ma rispondendo direttamente ai bisogni dei cittadini. ( assistenza infermieristica e assistenza domiciliare) in stretto rapporto con il medico di medicina generale

Riduzione dei tempi di attesa : abbiamo già ridotto i tempi di attesa necessari per accedere alle visite specialistiche in tutti gli ospedali pubblici, bisogna comunque migliorare questo risultato attivando sistemi di prenotazione integrati ( è in fase di avvio il CUP di Roma ) che indirizzano i cittadini ai presidi accreditati con minore attesa; adottando protocolli di priorità in base all'urgenza della prestazione; riducendo in accordo con i medici le prestazioni inutili; potenziando ulteriormente nelle zone più carenti attrezzature e personale qualificato

Miglioramento della qualità assistenziale e alberghiera : progressivo completamento della trasformazione dei reparti di degenza con camere a 2 letti con bagno, spazi per i genitori nei reparti di pediatria, spazi attesa attrezzati negli ambulatori, riduzione dei tempi di attesa per referti e cartelle cliniche, potenziamento degli uffici relazioni con il pubblico. La Regione tramite l'Agenzia di Sanità Pubblica, fornirà dati relativi ai risultati raggiunti dalle strutture ospedaliere e distrettuali sulle attività mediche, chirurgiche, sulle infezioni ospedaliere, sulla mortalità post operatoria, sulle campagne di prevenzione e pubblicherà periodicamente una Guida ai servizi sanitari per i cittadini.

Percorsi ed accesso agevolato per i soggetti deboli: agli anziani, ai disabili fisici e psichici, ai malati cronici vanno riservate corsie preferenziali che prevedano l'accompagnamento e l'assistenza in tutte le fasi del rapporto con il servizio sanitario dalla prenotazione di visite ed esami , alla richiesta di assistenza domiciliare alla fornitura di farmaci o presidi sanitari a domicilio ecc

Integrazione socio-sanitaria e strutture residenziali. La separazione nella erogazione di prestazioni sociali e sanitarie rende meno efficace l'intervento pubblico. Una vera integrazione funzionale permetterà una risposta più esauriente alla domanda che viene dal cittadino, domanda nella quale aspetti sociali e sanitari sono sempre più collegati tra loro. In questa logica abbiamo previsto l'attivazione o l'incremento delle strutture assistenziali per i malati terminali, per i malati di alzheimer, per i disabili, per anziani non autosufficienti incentivando anche le strutture di casa famiglia.

Emergenza : Il servizio 118 è stato potenziato con 115 nuove ambulanze, 30 auto medicalizzate e il servizio di elisoccorso affidato ai vigili del fuoco. E' imminente inoltre l'assunzione di 200 infermieri ed 80 medici per questo servizio. Abbiamo in programma, conservando la gestione pubblica regionale la ridislocazione e il decentramento delle postazioni nel territorio, il completamento della informatizzazione dei dipartimenti di emergenza con monitoraggio in tempo reale della disponibilità di sale operatorie e posti letto.

Prevenzione e lotta alle patologie a grande diffusione. Va sicuramente rilanciata una iniziativa sulla prevenzione , sulla tutela della salute nei luoghi di vita e di lavoro. Particolare importanza dovrà assumere la lotta contro i tumori con campagne di prevenzione e screening mirati. La realizzazione a Roma di un polo oncologico di riferimento nazionale sarà il perno di una strategia più complessiva. Si dovranno intensificare le iniziative di informazione e prevenzione contro i comportamenti dei singoli e della società che favoriscono le malattie cardio-vascolari e respiratorie

Attivazione della libera professione intra-moenia. E' necessario che le ASL si impegnino a rendere rapidamente attuabile la possibilità di attività libero professionale prevista dalla legge per i medici pubblici riportando nel sistema pubblico, con tutte le garanzie per i cittadini, competenze e professionisti di valore.

Formazione permanente e valorizzazione di tutte le professioni sanitarie. L'attivazione di momenti di formazione permanente di tutti gli operatori sanitari, la valorizzazione delle professioni non mediche con l'attribuzione di responsabilità organizzative e gestionali, adeguamento delle piante organiche alle effettive esigenze delle strutture.

A questi obiettivi, tutti mirati alla miglior tutela della salute dei cittadini del Lazio si arriverà con la piena applicazione della legge di riforma del sistema sanitario nazionale a cui dovremo dare attuazione nella prossima legislatura.

 

5. Per la difesa dell’ambiente, per lo sviluppo delle risorse naturali e delle attività agricole

Ambiente, energie e trasporti

La tutela dell'ambiente deve realizzarsi a partire dalla qualità dell'aria che respiriamo, a tal fine la Regione provvederà a valutare la qualità dell'aria ambiente individuando le zone che comportano rischio di superamento dei valori limite, quelle in ci almeno un inquinante supera il valore limite e quelle in cui bisognerà realizzare piani di mantenimento della qualità. Individuate le zone, daremo inizio alla elaborazione di piani di azione per il raggiungimento degli obiettivi di qualità accettabile dell'aria.

Il piano energetico regionale attraverso il risparmio energetico, l'uso razionale dell'energia e lo sviluppo delle fonti energetiche alternative si pone l'obiettivo di una riduzione delle emissioni di anidride carbonica tra il 9 e 16% entro il 2010. L'uso di fonti energetiche pulite può consentire di ridurre le emissioni. La razionalizzazione dell'uso dell'energia è in grado di ridurre, sempre entro il 2010 le emissioni del sistema industriale del 34%. Una politica ed un rapporto stretto con il mondo industriale incentrati sulla qualità dei processi e dei prodotti sono le premesse indispensabili di qualsiasi politica di risanamento dell'ambiente.

Il piano regionale dei trasporti, i piani urbani del traffico, il miglioramento dei carburanti, il rinnovamento del parco macchine sono gli strumenti per intervenire sul settore dei trasporti che incide per il 48% sui consumi di energia ed è responsabile del 30% delle emissioni di anidride carbonica, del 60% degli ossidi di azoto, del 90% del monossido di carbonio e del 94% dei composti aromatici.

Aree protette. Il sistema delle aree protette del Lazio, deve diventare, come nelle regioni più evolute una grande opportunità di nuovi lavori e di attività economiche coerenti con lo sviluppo sostenibile.

Dopo aver raddoppiato la superficie protetta (da 80,000 a 160.000 ettari) e quintuplicato le risorse in bilancio (da 6,5 a 34 miliardi in cinque anni) vanno completate la gestione delle aree protette e l'offerta di turismo ambientale. Il modello già esiste: è quello della riserva di Monte Rufeno (comune di Acquapendente) che, con 3000 ettari di superficie, dopo aver ristrutturato numerosi casali con i fondi strutturali occupa direttamente 100 addetti nella gestione, nei servizi e nell'accoglienza. I grandi parchi come i Simbruini (30.000 ettari), i Lucretili (20.000 ettari) o i Castelli Romani, a ridosso del bacino d'utenza di Roma ed il sistema dei parchi con le sue 53 aree protette, consentiranno di realizzare dai cinque ai settemila posti di lavoro.

L'Agenzia dei Parchi, attivata nel 1999, la prima nel suo genere realizzata in Italia, sarà il momento di coordinamento e di promozione di questi programmi.

L’educazione e l'informazione ambientale

L’educazione e l'informazione ambientale sono indispensabili. Per questo abbiamo realizzato una rete di laboratori situati nelle Aree Protette regionali coordinati con il laboratorio di educazione ambientale di Sabaudia, e la rete nazionale "Labnet". I laboratori dei Parchi non solo offrono al mondo della scuola straordinarie opportunità didattiche, ma dovranno sviluppare sempre più programmi ed iniziative volte alla migliore conoscenza ed all’uso del sistema dei parchi da parte di tutta la popolazione. Il sistema di laboratori, nel suo complesso, svilupperà un progetto organico di educazione permanente per la tutela del nostro patrimonio naturale e per la promozione della partecipazione dei cittadini nelle politiche regionali per lo sviluppo sostenibile.

Difesa del suolo: con i piani straordinari per la prevenzione del rischio idreogeologico e la programmazione degli interventi più urgenti si è avviata un'azione radicale per mettere in sicurezza il territorio regionale. L'azione di manutenzione e controllo del territorio sarà svolta dall'Agenzia Regionale per la difesa del suolo (ARDIS) e dai consorzi di bonifica di cui occorre completare, attraverso un ulteriore processo di riforma, la riorganizzazione in termini imprenditoriali. Un ulteriore impegno, già realizzato sul litorale di Ostia, è quello per la ricostituzione delle spiagge in erosione

Acque. Il controllo del ciclo dell'acqua è il presupposto indispensabile per conseguire nell'insieme del territorio regionale più elevati livelli di qualità ambientale. La regione ha già avviato la riforma dei servizi idrici che diverrà pienamente operativa nel corso del 2000. Entro il 2000 infatti saranno chiusi i cantieri dei grandi depuratori nei comuni di Tivoli e Guidonia che risaneranno l'Aniene e quindi il Tevere.

Il risanamento e l'attuazione della legge 152/99 indica nei "piani di tutela per i bacini idrografici da realizzare entro il 2004 lo scenario strategico delle politiche di risanamento delle acque. Altro obiettivo è costituito dal monitoraggio delle acque superficiali.

Rifiuti. Gli obiettivi strategici restano la riduzione dei rifiuti alla fonte, il potenziamento della raccolta differenziata e il recupero. Stiamo completando la riorganizzazione del ciclo dei rifiuti (93 discariche chiuse, avvio della raccolta differenziata in tutto il territorio regionale, realizzazione di quattro grandi impianti di trattamento che già lavorano il 40% dei rifiuti solidi urbani), avvio dei quattro impianti AMA finanziati dalla Regione attualmente in costruzione: due per il trattamento de Rifiuti solidi urbani, uno per la separazione del multimateriale proveniente dalla raccolta differenziata e uno per la produzione del compost verde di qualità. Entro il 2000 questa manovra consentirà di trattare e/o recuperare il 90% dei rifiuti solidi urbani.

I comuni dovranno diventare protagonisti nella raccolta differenziata che, a parte punte di eccellenza (20% a Ceccano, 15% nell'alta Tuscia) è ancora in ritardo sugli obiettivi di legge.

L'Agenzia Regionale per l'Ambiente

Dopo aver istituito e reso operativa l'agenzia quest'anno la Regione ha previsto una in bilancio per il suo funzionamento 93 miliardi. Queste attività di monitoraggio e di controllo ambientale, la promozione della qualità ambientale e la divulgazione e l'informazione ambientale comporteranno progressivamente la formazione e l’occupazione di migliaia di tecnici dell’ambiente.

Protezione civile

Nel corso della legislatura trascorsa gli stanziamenti di bilancio per la protezione civile sono più che raddoppiati, gli incendi boschivi sono più che dimezzati

E il volontariato del Lazio organizzato nella FO.PI.VO.L. è diventato un esempio di operatività a livello nazionale.

E' in corso di approvazione la localizzazione e l'organizzazione degli oltre 80 Centri Operativi Intercomunali, che saranno direttamente collegati alla sala operativa regionale la cui costituzione è programmata nei prossimi mesi.

Sono in corso di realizzazione la costituzione delle sale operative provinciali antincendio ed una più stretta integrazione tra Regione, volontariato, vigili del fuoco e corpo forestale dello stato.

In relazione alle nuove funzioni attribuite alle regioni si dovrà dare luogo ad una Agenzia regionale per la protezione civile con funzioni di coordinamento del sistema.

Agricoltura

Anche l’agricoltura del Lazio ha fatto in questi anni grandi progressi. E’ oggi necessario che si sostenga l’economia agricola, consolidandone il ruolo nell’economia produttiva regionale.

L'economia agricola deve restare settore centrale dell'economia dei territori rurali. Lo sviluppo agricolo infatti è qualcosa di più del semplice sviluppo del sistema agro-industriale, E devono essere superate le divisione tra agricoltura e ambiente, tra sviluppo agricolo e sviluppo rurale:

Le aziende agricole del Lazio, sono circa 180mila di cui 175.000 a conduzione diretta e di queste 162.500, oltre l’83%, impiegano esclusivamente manodopera familiare. E’ dunque necessario fare in modo che queste aziende, che sono la struttura portante dell’agricoltura laziale, siano sostenute, per mantenere e migliorare quelle caratteristiche di qualità e quella organizzazione che consentano di far fronte alla concorrenza.

Sarà dunque necessario lavorare in modo che i sostegni pubblici per l’agricoltura siano ripartiti in modo equo e che sia evitata la concentrazione su poche realtà produttive.

L’obiettivo strategico è la salvaguardia e lo sviluppo dei livelli di occupazione, sia in termini di lavoro che di terre occupate da attività agricole.

Il nostro obiettivo di lungo periodo è quello di consolidare dei territori rurali durevoli, In cui l'atto produttivo sia ripartito in modo socialmente giusto e capace di mantenere il numero più alto possibile di addetti in campagna sia in agricoltura che negli altri settori.

Questo si può realizzare attraverso un'economia diversificata accompagnata da unagricoltura diversificata capace di trasformare in valore aggiunto le differenze e le specificità delle aziende, dei territori, delle tradizioni culturali, dei paesaggi, degli agroecosistemi della nostra Regione

Un'economia articolata, a partire dal locale, in rete coordinata di cicli corti (nel tempo e nello spazio) capaci di potenziare la qualità dei prodotti e dei sistemi di produzione e sfruttare al meglio il potenziale rappresentato dal mercato regionale interno, di Roma, in particolare.

La regione dovrà aiutare a ristabilire un contatto ed un dialogo diretto con i consumatori, sempre più lontani dai processi di produzione degli alimenti, sui prezzi, sulla qualità, sui vincoli della produzione, per riattivare i legami tra città e campagna, produttori e consumatori nella nostra Regione.

Bisognerà completare utilizzare le normative regionali ed europee per incentivare quegli agricoltori che accettano e rispettano disciplinari di produzione finalizzati a favorire l'occupazione e l'uso durevole delle risorse naturali disponibili a livello regionale

Dovremo favorire la ricerca e l’innovazione in agricoltura utilizzando e potenziando l’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e l’Innovazione (ARSIAL) perché realizzi appieno la funzione di servizio al sistema agricolo regionale, liberandosi da impropri impegni di gestione, per stimolare un migliore adattamento delle coltivazioni e degli allevamenti agli agroecosistemi e promuovere una maggiore sicurezza degli alimenti.

Gli obiettivi:

Attuare il piano faunistico venatorio regionale divenuto finalmente una realtà.

 

6. Le reti, le infrastrutture e il sistema della mobilità

Il Piano delle reti e delle infrastrutture che abbiamo approvato definisce un quadro integrato di scelte di breve e di medio termine e individuando le risorse finanziarie, pubbliche e private da mettere in campo. Il piano regionale dei trasporti è lo strumento fondamentale per raggiungere il riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto, a favore del trasporto collettivo e di quello su ferro su scala regionale e nell'area metropolitana. Si tratta di realizzare assieme ai Comuni una risposta forte ai problemi del traffico, del pendolarismo e ai problemi dello sviluppo economico regionale.

Questi progetti dovranno nella prossima legislatura concretizzarsi attraverso la effettiva realizzazione delle infrastrutture necessarie e la modernizzazione dei sistemi di organizzazione e gestione.

Viabilità: la riorganizzazione ed il completamento del sistema viario regionale costituiscono azioni fondamentali per restituire vivibilità e competitività al sistema Lazio. Accanto alla concreta realizzazione delle trasversali già programmate ed avviate (trasversale Nord Civitavecchia-Viterbo-Terni; Dorsale appenninica Terni-Rieti Torano e Avezzano-Sora-Cassino; Cisterna-Valmontone; Cassino-Formia) ed all'adeguamento della Cassia e della Salaria occorre assicurare con il potenziamento del corridoio tirrenico un equilibrio nuovo del sistema regionale e del suo rapporto con la rete nazionale. Al protocollo d'intesa con la regione Toscana ed il ministero dei lavori pubblici per l'adeguamento dell'Aurelia a standard autostradali andrà affiancata una analoga iniziativa per la Pontina ed il collegamento Roma-Latina-Frosinone.

Sul terreno organizzativo si costituirà una specifica società per azioni con la partecipazione delle province per la gestione della rete ANAS trasferita alla regione.

Porti. Il Piano Porti ha stabilito le prospettive della portualità sia turistica sia commerciale e industriale. Lo sportello unico regionale sarà sostegno per le iniziative imprenditoriali relative alla portualità turistica. L'istituzione di una Agenzia Regionale per i porti è la chiave per costituire un network portuale regionale integrando le funzioni di livello nazionale dell'autorità portuale di Civitavecchia, con la portualità di scala regionale, rappresentata da Fiumicino e Gaeta, ed il sistema degli scali a valenza locale (Anzio, Terracina, Formia e le isole).

Trasporto pubblico locale. La riforma del settore, già in larga parte realizzata dovrà essere completata assieme al trasferimento di competenze dallo Stato alle Regioni e da queste agli Enti locali. Saranno inoltre completati i processi di trasformazione e di risanamento delle aziende di trasporto sia pubbliche che private che operano nel Lazio. In questo quadro assume importanza decisiva la trasformazione di ATAC e COTRAL in società per azioni a capitale pubblico e la realizzazione di piani industriali di sviluppo che assicurino ai cittadini/utenti, ai lavoratori ed ai proprietari un adeguato equilibrio rapporto costi benefici.

Trasporto ferroviario. Porteremo a termine l'azione di ristrutturazione e ammodernamento della rete e dei servizi su ferro, che sposterà quote significative di pendolari dalla gomma al ferro, riducendo i costi per l'utenza, i tempi di percorrenza e abbattendo i livelli di inquinamento.

L'accordo di programma tra Ministero dei trasporti, Regione Lazio, Comune di Roma e FFSS individua come obiettivi l'apertura entro il 2004 della linea ad alta velocità Roma-Napoli, il completamento degli interventi infrastrutturali su linee, stazioni e tecnologie di segnalamento e controllo, la realizzazione di centri intermodali di scambio a servizio dei passeggeri.

Daremo attuazione al Piano regionale delle merci realizzando i centri merci più direttamente al servizio dell'area romana sia realizzando e ammodernando le altre infrastrutture regionali. Il Lazio disporrà così di una rete di centri capace di trasferire una parte significativa del trasporto merci dalla strada alla ferrovia.

L'estensione della comunità tariffaria regionale.

Occorre completare il sistema tariffario ed il Metrebus per consentire ai cittadini di utilizzare i vari sistemi di trasporto con un unico titolo di viaggio.

 

 

7. Per la sicurezza nelle città e per una migliore qualità della vita dei cittadini

Una delle emergenze più sentite dai cittadini, è rappresentata dalla diffusione di episodi di criminalità, anche non organizzata, ma non per questo meno violenta e pericolosa. Cosa può fare la Regione per prevenire queste forme di delinquenza, per ridurre la minaccia dell’usura, contrastare il radicamento delle organizzazioni criminali, sostenere le vittime di ogni tipo di violenza, restituire fiducia e sicurezza agli abitanti dei quartieri e delle comunità locali più esposte?

A questo riguardo, il governo regionale, non ha competenze dirette tuttavia può lavorare d'intesa d’intesa con le amministrazioni locali, con le forze sociali e del volontariato e con le autorità preposte.

Per garantire la sicurezza sul territorio, prima che fenomeni di criminalità comune si evolvano verso forme strutturate di attività delittuose, la Regione può, da un lato, utilizzando l'Osservatorio sulla criminalità, concorrere a ridefinire la distribuzione dei presidi dello Stato sul territorio (Commissariati e stazioni dei Carabinieri e guardia di Finanza), dall’altra può avanzare una proposta di riforma delle circoscrizioni giudiziarie, in modo che tribunali e preture siano diffusi secondo le effettive necessità e i Comuni possano avere un interlocutore quotidiano nelle loro attività di prevenzione e reinserimento sociale. L’inserimento della criminalità organizzata nelle grandi città può essere impedito attraverso un sistema di monitoraggio, condotto insieme con le Prefetture e le Procure della Repubblica e le forze sociali, dei grandi programmi di spesa per opere e infrastrutture; delle rilevazioni di negozi, alberghi, ristoranti, imprese industriali e agricole da parte di persone colluse con ambienti criminali; degli spostamenti delle organizzazioni di trafficanti e spacciatori di droga. Occorre soprattutto adottare un piano regionale-quadro e piani locali attuativi di prevenzione della microcriminalità diffusa e per la promozione sociale dei quartieri con problemi di devianza. All’interno del piano troveranno posto misure specifiche in favore delle vittime della violenza, specialmente se donne o minori, che devono poter contare su una rete rafforzata di consultori familiari e su una solida realtà costituita da associazioni che abbiano già realizzato esperienze significative su questo fronte.

I danni di natura economica che la criminalità può causare al tessuto delle imprese sono ingenti. Tra questi, l’usura rappresenta una vera e propria piaga che va curata attraverso un’incentivazione delle misure già esistenti e la realizzazione di forme di sostegno sia sul piano tecnico-giuridico che su quello psico sociale, che favoriscano il ripristino delle normali relazioni di lavoro, familiari, sociali, ecc.. La riduzione delle disfunzioni e dei fattori di rischio per le imprese può essere operata attraverso un programma di prevenzione generale da attuarsi tramite strumenti quali l’agenzia Sviluppo Lazio, Bic, Unionfidi, con il coinvolgimento responsabile del sistema bancario nel suo complesso. In questo quadro occorre valorizzare il contributo che le organizzazioni del volontariato e delle parti sociali (associazioni degli imprenditori, sindacati, rappresentanti dei consumatori e degli utenti) possono dare ad una soluzione del problema, a partire dall’esperienza che ciascuno ha maturato sul campo.

Il Lazio vanta un’altissima presenza di associazioni di volontariato ma scarseggia quanto ad assistenti sociali.

Per questo intendiamo procedere alla definizione di una Agenzia per la sicurezza sociale, con l'obiettivo di formare gruppi di operatori sociali pubblici e di coordinare l’impiego di giovani, insieme agli Enti Locali e ai servizi sociali territoriali e alle organizzazioni di volontariato, per aiutare a migliorare la convivenza nei quartieri.

La realizzazione di servizi quali l’accompagnamento degli anziani, la vigilanza all’entrata e all’uscita degli alunni dalle scuole, la distribuzione dei certificati anagrafici o altro ancora, sarà un contributo indiretto a favore di una maggiore sicurezza nelle nostre città e in definitiva di una più elevata qualità della vita.

Dovremo continuare nell'azione di qualificazione della polizia municipale attraverso appositi corsi di formazione.

Un contributo per la sicurezza dei cittadini sono anche le azioni positive di formazione e di reinserimento sociale dei detenuti che abbiamo realizzato in collaborazione con gli Istituti di pena del Lazio.

Tuttavia per la sicurezza dei cittadini l'intervento più efficace consiste in azioni positive che rendano le nostre città più vivibili e più vissute, più illuminate, più ricche di iniziative culturali e sociali e di attività imprenditoriali.

 

8. Ci impegniamo a promuovere la cultura e le arti esaltando il patrimonio di storia delle nostre città e a sviluppare un’offerta turistica di qualità.

Una politica per la cultura e per le arti.

La cultura è nella nostra regione una grande risorsa per lo sviluppo, è una risorsa che sarà efficace solo se riusciremo ad affermare la cultura come un patrimonio ed un diritto di tutti i cittadini del Lazio.

Nel campo delle attività culturali i Lazio si è trasformata da regione povera di iniziative e squilibrata dalla ricchezza delle proposte romane in una regione considerata all'avanguardia per i programmi di riequilibrio culturale, per aver sviluppato le attività in stretta relazione alla ristrutturazione degli spazi e per aver connotato anche l'arte e lo spettacolo come risorse effettive per l'occupazione e lo sviluppo. Nella prossima legislatura occorrerà portare avanti le linee di politica culturale che già stanno dando risultati positivi:

·  A questo proposito occorrerà rapportarsi con altri poli europei che operano in questo campo e mettere in rete le risorse professionali del Lazio sviluppando la capacità di accesso ai sostegni previsti dai programmi europei.

Uno specifico intervento dovrà essere effettuato sui teatri storici del Lazio, alcuni dei quali chiusi da anni. L'operazione, che consentirebbe di riavvicinare grandi fasce di popolazione allo spettacolo dal vivo, è certamente impegnativa ma può contare sulle modifiche già apportate alla normativa regionale, che ora prevede contributi fino al 70 per cento sui mutui contratti dagli enti proprietari, consentendo di distribuire la spesa su più anni. Lo stesso discorso vale per le sale cinematografiche.

Sul fronte dell'offerta, infine, occorrerà intervenire attraverso la creazione di un circuito regionale che dia spazio al cinema europeo di qualità e a quei prodotti che difficilmente raggiungono la distribuzione commerciale. Occorrerà poi portare a completamento la trasformazione degli enti lirici in Fondazioni, con l'ingresso e il coinvolgimento dei privati nella gestione del teatro dell'Opera e dell'Accademia di Santa Cecilia. Questi organismi, insieme al Teatro di Roma, dovranno rappresentare sempre più una risorsa effettiva non solo romana ma per l'intero territorio regionale.

L'industria dell'audiovisivo. L'industria dello spettacolo, cinema, teatro, delle radio, delle televisioni ha a Roma una grande tradizione e rappresenta uno dei poli economici di maggior rilievo della nostra Regione. Una tradizione che ha vissuto un periodo di appannamento, ma che nel corso degli ultimi anni, ha ritrovato alimento grazie anche al riaccendersi della domanda ed al moltiplicarsi di piccole e medie iniziative imprenditoriali. Bisognerà favorirne lo sviluppo, collegarla con il polo tecnologico intervenire con interventi formativi che facciano crescere e rendano competitive le nostre imprese.

Siti archeologici. I siti sono una ricchezza immensa per la cultura, l'arte e l'economia del Lazio. La linea seguita dalla Regione non è stata solo quella di portarli alla luce e metterli in condizione di essere fruibili, ma anche quella di renderli vivi, per esempio attraverso l'illuminazione notturna, che rende quei luoghi quasi fiabeschi. Da questo punto di vista, l'esperienza di Villa Adriana a Tivoli e di Ostia Antica, costituisce il parametro anche per il recupero dei siti architettonici - le grandi ville, dal Tuscolo al Viterbese alla campagna romana - per cui bisogna immaginare una grande politica culturale, artistica e di spettacolo che li renda fruibili alla domanda sempre più forte di offerta culturale.

BIBLIOTECHE. Nei confronti del ricchissimo patrimonio di biblioteche presenti nel Lazio (728 solo a Roma, tra statali, ecclesiastiche, universitarie, di istituti culturali, ecc…, e 170 negli enti locali) occorre favorire una migliore cooperazione interistituzionale, soprattutto con le Province e i Comuni, tesa all'integrazione di risorse e di programmi, in particolare nella città di Roma. Gli obiettivi per la prossima legislatura sono:

Sviluppare un'offerta turistica di qualità

Una Regione come il Lazio caratterizzata da un territorio estremamente variegato e da una frammentazione dell'offerta trova qualche difficoltà nel promuovere i propri differenti prodotti turistici. Tuttavia la sfida deve essere affrontata perché ormai la tendenza conclamata della domanda turistica, sempre più esigente, va in direzione della ricerca di una soddisfazione di specifici interessi. Si tende perciò sempre più a parlare di "turismi" e di "prodotti turistici". In questo senso il Lazio, ricco di tutto ciò che in natura, arte, cultura può attrarre potenzialmente un turista, risulta avvantaggiato nella difficile competizione nazionale ed internazionale.

Roma e Lazio potranno confermare la posizione di leadership sul mercato internazionale puntando ad un'offerta di qualità e compatibile con l'ambiente e la vita urbana, a conferma di quanto sta avvenendo con l'anno del Giubileo. Sul piano strategico appare essenziale stabilizzare e se possibile rafforzare la posizione del Lazio sui mercati esteri, USA, Giappone e, per quanto concerne il Vecchio Continente, Germania, Regno Unito e Francia, da cui proviene la stragrande maggioranza dei visitatori stranieri. Una particolare considerazione dovrà essere dedicata ai cosiddetti mercati emergenti ed in particolare a quelli asiatici, Cina e India in testa, estremamente appetibili specie nel medio termine come comprovato dall'intensificarsi di azioni turistico-promozionali condotte su quei territori dallo stesso ENIT.

Per questo occorre completare il processo di riforma degli enti di promozione turistica, con la costituzione dell'Agenzia Regionale di promozione e la crescita di strutture locali di promozione e informazione turistica che valorizzino i prodotti turistici delle diverse aree.

La partecipazione dei privati e la stretta collaborazione con gli Enti pubblici (in particolare Camere di Commercio e Comuni) nel settore della promozione turistica è obiettivo oramai raggiunto, ma certamente da consolidare.

Infine va rafforzata la nostra offerta turistica innanzitutto sostenendo tutte le azioni che rendano più vivibili e belli i centri di vacanza e soggiorno in armonia con l'ambiente e la cultura locale, la vita dei residenti e i servizi collettivi. Occorre continuare a sostenere i processi di innovazione delle imprese turistiche e le capacità di offerta del turismo sociale e religioso.

Sarà importante favorire altresì il prolungamento del soggiorno degli ospiti non solo a Roma ma anche nelle altre città d'arte della regione. Per fare ciò bisognerà continuare a ragionare in funzione dei prodotti turistici, promuovendo questi ultimi e non le destinazioni con il risultato di superare i radicati localismi che ostacolano lo sviluppo complessivo del territorio. È necessario in questa prospettiva conseguire il consenso dei privati, che dovranno sempre più propendere verso forme di aggregazione e di specializzazione in grado di indirizzare la propria azione verso specifiche nicchie di mercato.

Sul mercato interno si avverte l'esigenza di valorizzare maggiormente il sistema delle città d'arte cosiddette minori ed i piccoli centri turistici, culturali, storici, nell'ambito di circuiti turistici ed itinerari sinergici con la comunicazione avviata per la Capitale, rivolti essenzialmente ad incrementare la percentuale di turisti individuali.

 

 

 

9. Per sostenere la famiglia con specifici interventi per la maternità e per l'infanzia, e favorendo l'accesso alla casa e ai servizi per le giovani coppie; per la qualità della vita per gli anziani e per l'accoglienza e la valorizzazione degli immigrati.

Il Lazio vive in maniera accentuata rispetto ad altre regioni le contraddizioni tipiche di un Paese e di una società in profonda trasformazione. Bisogna ripensare l'assistenza non più soltanto come sussidio, ma in una vera ottica di promozione umana e sociale.

Solo in questo modo si possono affrontare le contraddizioni che incidono in modo significativo sui giovani, quali le difficoltà di trovare un lavoro, la mancanza di tutela della maternità nelle condizioni di lavoro atipico, il problema della casa. Difficoltà che frenano anche la costituzione di nuove famiglie e sono un ostacolo alla natalità.

La famiglia deve rappresentare elemento fondante della solidarietà, sostegno ai giovani, soggetto attivo di produzione di servizi di socialità, di ricchezza e vitalità economica per la comunità e per il sistema territoriale.

Dobbiamo recuperare un'idea globale della famiglia e del suo reddito, compresa la prsenza degli anziani e dei figli piccoli in età scolare e lavorativa, ristabilendone il peso economico nel sistema sociale.

Siamo la prima Regione in Italia che ha approvato una legge di sostegno alle politiche familiari. Tutto ciò si deve inserire in un quadro di sperimentazione che abbiamo già avviato da più di due anni per l’integrazione dei servizi sociali, sanitari e lavorativi a livello di distretto sanitario.

Dovremo agevolare e sostenere la formazione dei nuovi nuclei familiari con interventi diretti a rendere più agevoli le scelte e le responsabilità relative alla maternità e alla cura dei figli.

Continueremo nella sperimentazione di nuovi servizi per l'infanzia, anche utilizzando le risorse europee per le pari opportunità.

Nella nuova legislatura attueremo misure che favoriscano, attraverso diverse forme di incentivazione la soluzione del problema abitativo per le giovani coppie.

Lo stato di protezione sociale non si deve esaurire nei compiti e nei servizi gestiti dal settore pubblico, il no profit, il privato sociale, la cooperazione e il volontariato devono accrescere il loro ruolo nelle politiche dei servizi aggiuntivi alle persone.

La realtà della nostra Regione vede accanto a situazioni di grande ricchezza e sviluppo, situazioni di grave emarginazione sociale.

Dopo un periodo di silenzio e inattività durato anni, a partire dal 1995 abbiamo promosso programmi nei confronti degli Enti Locali per l’affermazione dei diritti dei più deboli e per la realizzazione dei servizi alla persona. Lo slogan "non per favore ma per diritto" ha accompagnato l’avvio di un grosso lavoro di recupero della coesione sociale nelle nostre città e nei quartieri più a rischio.

La spesa sociale è aumentata negli ultimi due anni da 187 a 236 milardi. Ora si tratta di consolidare e sviluppare i risultati già ottenuti sul campo dell’integrazione culturale, la devianza minorile, il sostegno agli anziani, le politiche in favore della famiglia e l’assistenza ai disabili.

Per questo, nei prossimi anni, sarà necessario:

Una comunità multietnica

Abbiamo già detto che la nostra regione sarà una regione accogliente e solidale, uno dei modi per rendere visibile questo stile sarà nella capacità di accogliere e valorizzare i molti immigrati che lavorando nella nostra regione si stanno inserendo a pieno titolo nella società laziale.

Abbiamo cominciato a lavorare in questa direzione a partire dai bambini e dagli adolescenti: a Roma sono nate tre scuole di intercultura, a Corviale, a Tor Bella Monaca e a Torre Gaia, dove i bambini imparano a conoscere usi e tradizioni di popoli diversi, è stato inaugurato informa-immigrati uno sportello informativo mediante il quale mediatori culturali danno informazioni sulle diverse opportunità offerte agli immigrati sia nel Lazio, sia in tutta Italia.

Bisognerà potenziare i servizi in favore di un’effettiva integrazione sociale, culturale e lavorativa degli immigrati (centri di prima accoglienza, formazione professionale, servizi per l'impiego, programmi multiculturali nelle scuole, ecc.).

Riteniamo che sia importante studiare, insieme alle associazioni degli immigrati iniziative che favoriscano il collegamento tra gli immigrati e i loro paesi d'origine, aiutando a trasformare le rimesse dei lavoratori alle famiglie, integrandole con nostre iniziative, in vere e proprie politiche di sostegno alle economie locali.

Sosterremo l'associazionismo tra immigrati anche lavorando insieme ai Comuni per individuare luoghi di ritrovo che consentano, l'incontro, la socializzazione e il mantenimento delle proprie tradizioni.

Infine vogliamo realizzare a Roma il primo museo in Italia dell’intolleranza e degli stermini, per documentare e vigilare contro ogni fenomeno di razzismo e xenofobia e antisemitismo.

 

10. Ci impegniamo al rinnovamento delle città del Lazio, dotandole di moderni sistemi di servizi e attrezzature

Il Lazio ha un sistema di città di grande rilievo storico, artistico e culturale.

Molti centri storici presentano livelli di stratificazione insediativa, di continuità storica e di qualità complessiva di primario livello. In moltissime delle nostre 377 città hanno lavorato i grandi artisti e architetti che operavano a Roma. Il patrimonio archeologico, storico e artistico è un valore aggiunto che deve essere pienamente recuperato.

Circa la metà dei finanziamenti destinati all’edilizia residenziale sono stati in questi anni indirizzati verso il recupero e la riqualificazione del patrimonio esistente. Si tratta di oltre 1000 miliardi. Altre leggi di settore hanno consentito il restauro di conventi, chiese, edifici storici, apertura di nuovi musei.

La stessa occasione del Grande Giubileo del 2000 è stata utilizzata sulla base della priorità della riutilizzazione e sul recupero del patrimonio e delle attività esistenti.

Al di là di Roma, insomma, si delinea una straordinaria rete di luoghi che devono formare un sistema storico e culturale. Un sistema di città in grado di competere per le nuove sfide che ci attendono. Si tratta quindi di avviare una organica fase di "rinnovo urbano" delle nostre città. Esse sono ancora carenti di sistemi di accessibilità, di parcheggi, di servizi innovativi in grado di richiamare interessi e finanziamenti, di collocarsi al livello che merita nel sistema economico italiano e mondiale.

La legge urbanistica approvata nel 1999, la prima del Lazio, una delle più originali nel panorama nazionale, si fonda su due concetti chiave: la tutela dell’identità storica dei luoghi e dell’integrità fisica del territorio.

Attraverso la tutela dell’identità storica intendiamo recuperare la continuità dello sviluppo storico dei luoghi, migliorandone la qualità.

Attraverso la tutela dell’integrità fisica intendiamo perseguire il rigoroso rispetto delle aree a rischio geologico, in frana o possibile esondazione: insieme all’avvio dell’attività delle Autorità di bacino, sarà un valido strumento per evitare che, come nel passato, sia possibile edificare in zone a rischio.

Ma il vero rinnovamento delle città del Lazio passa principalmente per l’avvio di una sistematica opera di recupero e riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. Esso, infatti, presenta valori quantitativi molto elevati e livelli di manutenzione generalmente modesti.

In questa direzione vanno sia la legge sull’autorecupero di patrimonio pubblico da destinare ad edilizia residenziale pubblica, sia il finanziamento di tutti gli undici contratti di quartiere presentati dai Comuni per il bando promosso dal Ministero dei Lavori Pubblici. Con un finanziamento di più di 110 miliardi, 65 miliardi per Roma 56 per il resto del Lazio, la Regione Lazio ha garantito la possibilità di attuazione di tutti gli 11 progetti di Contratti di Quartiere presentati dai Comuni.

Si tratta di una scelta unica in Italia: mentre le altre regioni hanno atteso i risultati dell’istruttoria del Ministero noi abbiamo deciso di finanziare autonomamente tutti i progetti.

Per l’edilizia Residenziale Pubblica è stato attivato il piano quadriennale di interventi, per un importo di oltre 1500 miliardi, di cui 1112 miliardi per l’edilizia sovvenzionata e circa 400 miliardi per l’edilizia agevolata. Abbiamo inoltre finanziato i programmi di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria del patrimonio degradato di proprietà dello IACP di Roma, e quelli per le case popolari dell’intera provincia, attivando qui interventi sul 91% del patrimonio. In questo piano assume particolare rilevanza il la realizzazione di edilizia agevolata destinata all’affitto, per favorire l’accesso alla casa a quelle fasce di cittadini che non possono comprarla.

Se si calcolano anche gli interventi di finanziamento di progetti di recupero urbano e i programmi integrati, alcuni dei quali già in fase di realizzazione, si arriva ad un intervento complessivo di finanziamento pari a circa 3000 miliardi.

Per l’edilizia privata, abbiamo attivato i recenti bandi per il recupero delle parti comuni dei condomini (per un finanziamento totale di oltre 121 miliardi) ed il bando per i cosiddetti "buoni casa", cioè un contributo concesso a particolari categorie per agevolarne l’acquisto delle prima casa (per un finanziamento totale di 40 miliardi di lire).

A questi programmi vanno aggiunti la realizzazione di interventi mirati per l’ospitalità dei pellegrini disagiati in vista del Giubileo e la progettazione del villaggio sperimentale per il gruppo di nomadi Rom-Rudari di Via dei Gordiani, a Roma. Intervento fortemente innovativo, sia dal punto di vista urbanistico-progettuale che da punto di vista sociale, previsto con un protocollo d’intesa siglato con il Comune di Roma e lo Iacp di Roma.

Il comparto delle costruzioni deve essere rapidamente riconvertito verso le attività di recupero e manutenzione, così da non rischiare un’ulteriore marginalizzazione nell’economia laziale. Infatti, se è sostanzialmente marginale il comparto delle nuove costruzioni, vanno adeguatamente potenziate tutte le attività di intervento sul patrimonio esistente.

L’impostazione con cui abbiamo affrontato i primi cinque anni del governo regionale, quindi, deve diventare ancor più efficace. L’evoluzione del quadro istituzionale, peraltro, aiuta oggettivamente la definizione di un ruolo maggiormente autonomo e autorevole. Il Comitato per l’edilizia residenziale pubblica del Ministero dei lavori pubblici, infatti, ha sostanzialmente concluso la sua attività e consegnerà alle Regioni funzioni ed attività.

Pur in una differente fase storica, caratterizzata da una decisa contrazione dei finanziamenti statali verso le Regioni, si potranno concentrare i finanziamenti verso il settore del recupero, così da consentire una ripresa produttiva di lungo periodo del comparto dell’edilizia.

Quest’ultima condizione può consentire di perseguire due fondamentali obiettivi. Da un lato si potrà consentire al sistema delle imprese che operano nel settore di programmare la propria attività in modo meno frammentario e condizionato dal mercato fondiario. D’altro lato si consentirà loro di operare nel senso di una proficua specializzazione d’impresa, del miglioramento degli strumenti tecnologici d’impresa a disposizione, di una sempre più elevato livello di qualità della produzione. Sarà la qualità, infatti, a dettare regole e gerarchie nel mondo delle imprese che operano nel mercato unificato: il Lazio farà fino in fondo la sua parte.

La legge urbanistica regionale sancisce, in base al principio della sussidiarietà, la responsabilizzazione delle province e dei comuni nel governo del proprio territorio, riservando alla regione i poteri di indirizzo e di verifica di conformità con le scelte di politica del territorio attuate sull’intera regione.

E’ chiaro che questo processo non e’ automatico, bensì va organizzato e gestito; tenendo conto in particolare che le province, che fino ad oggi hanno avuto competenze tecniche in altri settori, si trovano a dover organizzare in breve tempo strutture complesse.

Per questo la Regione si impegna ad organizzare corsi di alta formazione e procedure di indirizzo e di verifica, monitorando l’avvio delle procedure per una corretta e rapida entrata a regime delle nuove competenze.

Una particolare attenzione verrà riservata al completamento della pianificazione comunale. Nel Lazio vi sono ancora ancora 30 comuni del tutto sprovvisti di strumento urbanistico e 75 dotati di uno strumento obsoleto come il Programma di Fabbricazione (PdF), i quali, come prescrive la legge nazionale 109/94 (c.d. Merloni), se alla fine dell’anno 2000 risulteranno ancora sprovvisti di strumento urbanistico non potranno accedere a finanziamenti per opere pubbliche. Per questo è un impegno preciso fare tutto il necessario affinche’ nel primo anno del nuovo governo regionale sia completata la pianificazione urbanistica comunale, anche tramite l’attivazione dei poteri sostitutivi, che nel corso della presente legislatura sono stati definiti nelle procedure e nelle modalità di attuazione.

Per quanto riguarda l’edilizia residenziale, si apre una stazione nuova. Infatti il Comitato per l’edilizia residenziale pubblica del Ministero dei lavori pubblici, ha sostanzialmente concluso la sua attività e consegnerà alle Regioni funzioni ed attività.

Per questo dovrà essere subito attivato l'analogo comitato regionale previsto per programmare, indirizzare e verificare le attività del settore.

A tal fine sarà anche indispensabile realizzare in breve tempo le riforme degli IACP.

 

Abbiamo imparato a lavorare insieme su di un progetto: oggi l’impegno è completarlo insieme

Le forze politiche che compongono la nostra coalizione in questi anni anche superando diverse difficoltà hanno coerentemente rispettato gli impegni assunti con il programma di fronte ai cittadini. Abbiamo imparato che la diversità può portare a momenti di debolezza, ma che diventa forza quando si condividono valori, scelte, obiettivi. Oggi più di ieri sappiamo di poter realizzare il nostro progetto per la regione, di poter offrire un governo stabile, capace, efficace, onesto.

Le forze politiche che hanno deciso di appoggiare la mia candidatura, che rimane la candidatura di un cittadino indipendente, portano ciascuna la ricchezza di una tradizione importante e al tempo stesso il travaglio di un grande sforzo di rinnovamento.

La nostra regione ha determinato un modello di riferimento che ha consentito al centro sinistra di raggiungere l’esperienza di governo. Siamo riusciti, in questa difficile transizione italiana, a dare vita ad una esperienza democratica, in grado di portare a termine una difficile legislatura di ricostruzione e di rilancio. Oggi ci riproponiamo di continuare nel governo della regione e di essere di aiuto perché in tutto il paese la politica assuma il profilo di arte per la soluzione dei problemi della vita sociale così come noi l’abbiamo interpretata.

Le idee che sono alla base delle nostre scelte stanno già camminando tra i cittadini in tutto il paese.

Insieme, ci stiamo battendo per la libertà e il pluralismo dell'informazione. Insieme, abbiamo costruito scelte di politica economica e finanziaria giuste ed efficaci e possiamo così oggi aiutare il Paese ad affrontare la riforma dello stato sociale attraverso il consenso e il confronto tra le parti sociali.

Sono le stesse scelte che ci portano a restare uniti. Forti delle basi solide costruite in questi anni vogliamo realizzare una fase di sviluppo e di ammodernamento di questa regione per renderla competitiva nello scenario europeo. Questo ambizioso programma di governo rende possibile l’adesione di un così vasto schieramento.

Ma ci sono anche principi e valori di fondo, uguaglianza, pari opportunità, la comune volontà di contrastare qualsiasi deriva autoritaria che tengono saldamente unite le forze della tradizione cattolico democratica, la sinistra democratica e socialista, Rifondazione Comunista, le forze laiche, liberaldemocratiche e ambientaliste.

Ciò che chiediamo a tutti voi non è solo un voto, ma un impegno che parte da oggi e deve proseguire per i prossimi cinque anni, l'impegno ad esserci vicini con la vostra esperienza, con le vostre professionalità, con la vostra generosità, per completare insieme la costruzione della nostra Regione.

Piero Badaloni