La presentazione del Convegno

Il Partito della Rifondazione Comunista tra organizzazione e pratica sociale

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IL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA,

TRA ORGANIZZAZIONE E PRATICA SOCIALE.

Il Partito della Rifondazione Comunista, in controtendenza rispetto al panorama nazionale, vuole dare voce a quella parte di società meno garantita, tentando di invertire il processo che vede ampliarsi la divaricazione tra politico e sociale, tra la società ed il mondo della rappresentanza istituzionale.

Questo asse strategico, che rappresenta in fondo la ragione stessa della Rifondazione Comunista, non sempre ha rappresentato il punto di riferimento della nostra prassi quotidiana ; crediamo sia evidente a tutti la distanza che, molte volte, c’è tra ciò che vorremmo essere (partito aperto e polifonico, Case del popolo, Camere del lavoro metropolitano, ecc..) e ciò che siamo, tra quello che sono i nostri Circoli e ciò che devono diventare, in fretta e bene, per interpretare al meglio la fase politica e sociale che stiamo vivendo.

In questo senso riteniamo determinante la sperimentazione di forme nuove di presenza sociale, l’apertura e la contaminazione con tutti quei soggetti che sul territorio rappresentano materialmente e simbolicamente dei lacerti di resistenza al modello neo liberista. Riteniamo fondamentale la comprensione del valore fondante dell’apertura del partito ai soggetti sociali diffusi, che non vuol dire pretesa di egemonia o, peggio ancora, l’illusione che sia sufficiente essere rappresentati, più o meno bene, in qualche associazione o sindacato.

Il Convegno che proponiamo cerca proprio di interrogarsi, a partire dalle esperienze concrete, sulla costruzione del partito di massa, di un partito in grado di esserci e di saper fare, in grado di saper costruire progetto e visibilità, che non è e non dovrà mai più essere un partito altro rispetto a quello che si rappresenta nelle istituzioni. Se una scissione che rappresenta il 5% degli iscritti riesce a sottrarre al partito il 52% degli eletti nelle istituzioni significa che dobbiamo tornare a riflettere sul nostro modo di selezionare i gruppi dirigenti, di garantire di più e meglio il rapporto tra il partito dei Circoli e quello che opera negli enti locali.

Discutere di come si costruisce il partito di massa significa anche indagare a fondo i nostri limiti, le difficoltà che incontriamo ogni giorno quando proviamo a tradurre in prassi le indicazioni che nei Congressi il partito si è dato.

A nostro avviso è giunto il momento di ragionare sulle priorità, sul come e sul dove spendere le energie e le risorse di cui il partito dispone : sperimentare pratica sociale territoriale è per noi una delle priorità.

L’impegno quotidiano di migliaia di compagne e compagni, non solo nelle strutture formali del partito ma anche nelle associazioni, nella cooperazione sociale, nelle vertenze di quartiere, rappresenta oggi la forza su cui rilanciare il processo della Rifondazione.

Questo modo pluriforme, differenziato e ricco d’intendere la militanza dovrebbe essere maggiormente valorizzato nel dibattito interno del partito, nella costruzione della sua strategia e nella partecipazione alle scelte politiche e organizzative.

Il Convegno del 18 e del 19 dicembre vuole essere un primo momento di riflessione sui temi della rappresentanza sociale e della pratica politica.

Vogliamo cominciare a discutere del rapporto tra forma partito e l’analisi della società e dei mutamenti determinati dalla frammentazione dei soggetti sociali nel processo globale di trasformazione neo capitalista della produzione.

Vogliamo offrire a tutto il partito i punti di vista di quelle che chiamiamo esperienze di pratica sociale inserendo un elemento nuovo di dibattito che parte dall’agire politico per ragionare in termini complessivi piuttosto che il contrario.

Il Convegno è stato costruito da compagni di diversi Circoli di Roma con una modalità di collegamento orizzontale : ci sembra un esperimento prezioso per rinnovare la nostra cultura organizzativa.

Abbiamo, inoltre, voluto fortemente coinvolgere la Federazione romana ed il Nazionale per dare l’idea di un’iniziativa utile per tutti i compagni e per tutte le realtà del partito.

" Nel nostro partito si è avuto a lamentare un altro soggetto del pericolo : l’isterilirsi di ogni attività dei singoli, la passività della massa del partito, la ebete sicurezza che tanto c’era chi a tutto pensava, a tutto provvedeva ...." (Antonio Gramsci)