LE MUSICHE, I BALLI

Il suono del "baghèt" doveva essere fine e potente. Fine e penetrante quello della "diana" potente e pieno quello dei
bordoni che non per niente erano detti "orghegn " (come fossero canne d' organo), tanto da far rimbombare la stalla. Il
suono era così vigoroso che permetteva ai "baghetér" di dialogare" anche a distanze considerevoli, come facevano il
vecchio "Seri"ed il Fiaì"- Era infatti consuetudine di quest' ultimo, quando aveva terminato la sua giornata di contadino,
di prendere lo strumento e di suonare nel campo dal "Casteli" nell"Agher"di Casnigo. Subito in risposta iniziava il "Seri"
dalla sua cascina, che però si trovava di là dal fiume, sulle prime pendici dell'altro versante della Val Seriana, a Semonte.


Il "baghèt" è strumento solìsta. Provvede da solo ad eseguire melodia ed accompagnamento senza che altri sostengano
la parte del canto. Il repertorio, oltre ai brani canonici come la " pastorella "di Natale ed i balli tradizionali, traeva liberamente
spunto da tutti quei canti popolari che per la loro estensione rientravano nelle possibilità dello strumento. Una delle
caratteristiche del "baghèt" era proprio quella di accompagnare il canto. Unico vincolo era il rispetto del periodo in cui
suonare. Con l'ultimo giorno di carnevale lo strumento andava riposto, per essere poi ripreso nell'inverno successivo.
Nella esecuzione si faceva spesso uso di acciaccature superiori e inferiori e di glissati. Tutto ciò concorreva a creare uno
stile melodico dove la tessitura musicale fosse"vicina" come esecuzione al canto. Gli informatori hanno concordemente e
insistentemente affermato che la " pia "doveva cantare, non avere un suono "sfacciato"da trombetta.








La diana, con sette fori sul davanti
più uno alto sul retro per il pollice,
ha l'estensíone di una ottava.
Chiudendo tutto si ottiene la
sensibile. La tonalità originale degli
strumenti della Val Gandino è il LA
maggiore. I due bordoni sono così
accordati: quello piccolo una
ottava sotto la tonica della diana,
quello grande due ottave sotto la
tonica.


Per suonare il baghèt si
tiene il sacco sotto
l'avambraccio sinistro, con
il bordone superiore sopra
la spalla sinistra e quello
minore sull'avambraccio
destro.

bochi
baga
prim orghen
diana o pia
segond orghen
ALCUNI BALLI E MUSICHE
ESEGUITI CON IL BAGHET


" LA PASTORELLA "
Si tratta di uno dei brani più significativi del repertorio del "baghèt". Le pastorelle venivano eseguite nel periodo
natalizio nei paesi di Gandino, Casnigo, Semonte, dove vivevano i suonatori, ed anche al Santuario della Trinità di
Casnigo.

" BAL DEL MORT "
Il "bal del mort"è un ballo tradizionale, conosciuto dai vecchi "baghetér" ma che aveva nei "Seiì"i più importanti
esecutori. Nella famiglia Maffeis era il padre che suonava il "baghèt", mentre i figli Carlo e Piero ballavano. Importante
momento comunicativo della cultura popolare, carico di significati magico rituali, era già in crisi all' inizio del secolo, tanto
che, come afferma il Ruggeri, non erano molte le persone che avevano ballato o anche solo visto, nelle stalle, il "bal del
mort" Scomparsi poi gli ultimi anziani suonatori, questo costume è andato dimenticato quasi totalmente.

" CIAMELA NDRE CHE LA BACIUCHINA "
Brano intitolato " Ciamela ndré chè la baciuchina " appartenente al repertorio dei vecchi "baghetér". Si tratta di un
brano prettamente musicale, in quanto il testo è di scarso significato nel contesto della sonata: Va ciàmela 'ndré chèla
baciuchina ciàmela 'ndrè ciàmela 'ndré va ciàmela 'ndre chèla baciuchina ciàmela 'ndré che la vegnerà. (Vai, chiamala
indietro quella ragazzina chiamala indietro chiamala indietro vai, chiamala indietro quella ragazzina , chiamala indietro
che lei verrà).


" LA LAVANDINA "
La lavandina , oggi non più in uso, è divisa in due parti. Nella parte A le donne mimano il lavare, utilizzando un fazzoletto,
inginocchiate ora su una gamba ora sull'altra, mentre gli uomini girano attorno seguendo il ritmo della musica. Nella parte
B le donne sceglievano i cavalieri. Il fazzoletto veniva tenuto in mano mentre la coppia eseguiva dei passi simili allo
scottisch, l' informatore parla di "marcia vecchia" con saltelli meno accentuati e pochi spostamenti. Succedeva spesso
che le donne fossero in numero inferiore agli uomini. A questi toccava rimanere in disparte fino a quando, seguendo il
ritmo e i movimenti del ballo, riuscivano a sfilare il fazzoletto alla coppia, acquisendo perciò il diritto di ballare con la dama.
La parte B era eseguita tante volte quante decidevano i suonatori. Il ballo riprendeva poi con la parte A, dove si
riprendeva a mimare il lavare.


Testo e immagini tratti da " IL BAGHET UNA ANTICA TRADIZIONE
BERGAMASCA " - Edizioni Villadiseriane - e da " IL BAGHET La
cornamusa bergamasca " - Meridiana Edizioni -

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