La poesia di Paola Cenedese Bordignon tra il personale e l’universale in Sonata per alberi e acque, (Montedit, Milano 2001)

«Rincorro il silenzio (…)»: ecco il verso con cui si apre questo piccolo libro: scrigno contenente emozioni pure e primordiali che, ben lungi da farsi silenzio, irrompe come canto leggero, soave e coinvolgente di un’anima in estatica contemplazione della natura e della vita. Paola Cenedese Bordignon ha saputo disegnare con versi rapidi e incisivi, come pennellate decise e corpose, immagini senza tempo di paesaggi e di stagioni, di tempi, di volti, di luoghi: ogni lirica dischiude una nuova, inaspettata prospettiva per osservare la vita, la quotidianità, l’amore e la fede. Ogni verso, ogni poesia è un pezzetto di storia vissuta, un ricordo, una memoria personale che scopriamo essere comune, universale e per questo coinvolgente per il lettore, che ad ogni parola, ad ogni immagine, riscopre una parte di mondo e di sé. Nella prefazione, a cura del dott. Rodolfo Gerhardinger, leggiamo: «La sua poesia è canto che scandisce ritmi spontanei e semplici, talora con ardite immagini più efficaci di un lungo discorso, evocatrici di vita, sogni, ricordi, speranze, liberate del tempo, che scorre senza imprigionarle». I versi di Paola Cenedese Bordignon sono tutto questo e ancora di più: in essi si intrecciano l’universale e il personale, in un nodo inestricabile che affascina e cattura il lettore fino all’ultima pagina. Un canto di gioia, di speranza, d’amore per la vita: tutto questo è “Sonata per Alberi ed Acque”, e ci sembra doveroso ricordare che per questo libro la nostra poetessa si è classificata prima al Concorso Letterario di Sartirana Lomellina nel 2000: un premio prestigioso, che esalta ancora di più una breve opera così densa e ricca di spunti, idee ed emozioni.

Monica Balestrero