Eleganza espressiva e stilistica in I cristalli di Gian Paolo Candido (Gabrieli, Roma 2001)

 

“I cristalli” di Gian Paolo Candido è un’opera che emerge dal panorama letterario italiano per la sua eleganza stilistica ed espressiva. Infatti scrive l’editore Gabrieli nella prefazione che la sua poesia, scaturita dal profondo dell’Io, lascia «orme del suo spirito in compagnia del quale ha vissuto l’esperienza dei suoi anni, conoscendo, ora perples-so ora angosciato, le indecifrabili ed ignote forme delle possibilità del bene e del male, dell’amore e dell’odio, ed anche dei sensi della vita nella sua magnificenza del pensiero». Si tratta di una poesia che si tramuta in senti-mento, che gode di uno sfondo classico ed esalta l’amore come il più puro degli affetti. La donna che personifica l’amore, assumendo sembianze di ninfa, «affonda i suoi piedi nell’incanto / e con gli occhi scruta il fluire» di un fiume d’agosto che «scorre maestoso / nei riverberi di luce crespata. / Limiti di alture possenti». In realtà leggendo le liriche di Gian Paolo Candido ci immergiamo in un mondo surreale dove «l’arte è contemplazione: è il piacere di uno spirito che penetra la natura e scopre che anch’essa ha un’anima; è la più sublime missione dell’uomo, poiché è esercizio del pensiero che cerca di comprendere l’universo e di farlo comprendere»(Rodin).

Giuseppe Manitta