Tu e la luna
di Dante Di Bella
 
Non guardo più la luna,
non guardo più te!
 
Mi adagio silenzioso, immobile,
sul mio letto di pietra,
dove non è possibile pensare o sognare,
né guardare oltre i confini,
se non con gli occhi dell’innocenza,
rimasta a dondolarsi, ignara,
sull’altalena di quel giardino
dove fiorivano, con i giochi,
i nostri primi sguardi di amore.
 
Quando la luna
era soltanto polvere d’argento
caduta sul velo nero delle notti,
e tu, solo una bambina
dai riccioli d’oro, chiusa
nel suo abitino d’organza rosa,
che occhieggiava felice
dietro la siepe dei biancospini.
 
Disteso sul mio letto di pietra,
ammalato d’insonnia e d’amore
osservo il roteare degli astri,
il mutare di stagioni e maree,
il migrare alterno di folaghe e gabbiani,
e chissà… forse
in una notte stregata,
quando le fugaci ombre
del sonno e dell’oblio
si attardano maliziose
nel crepuscolo dei sensi…
la visione fiabesca, irreale, magica
di una falce di luna
e di una bambola bionda
legata ad un filo di seta.