- Tu e la luna
- di Dante
Di Bella
-
- Non guardo più la
luna,
- non guardo più te!
-
- Mi adagio silenzioso,
immobile,
- sul mio letto di
pietra,
- dove non è possibile
pensare o sognare,
- né guardare oltre i
confini,
- se non con gli occhi
dell’innocenza,
- rimasta a dondolarsi,
ignara,
- sull’altalena di
quel giardino
- dove fiorivano, con i
giochi,
- i nostri primi sguardi
di amore.
-
- Quando la luna
- era soltanto polvere
d’argento
- caduta sul velo nero
delle notti,
- e tu, solo una bambina
- dai riccioli d’oro,
chiusa
- nel suo abitino
d’organza rosa,
- che occhieggiava
felice
- dietro la siepe dei
biancospini.
-
- Disteso sul mio letto
di pietra,
- ammalato d’insonnia
e d’amore
- osservo il roteare
degli astri,
- il mutare di stagioni
e maree,
- il migrare alterno di
folaghe e gabbiani,
- e chissà…
forse
- in una notte stregata,
- quando le fugaci ombre
- del sonno e
dell’oblio
- si attardano maliziose
- nel crepuscolo dei
sensi…
- la visione fiabesca,
irreale, magica
- di una falce di luna
- e di una bambola
bionda
- legata
ad un filo di seta.
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