Bambino negro
di Giovanni Di Girolamo
 
Bambino negro, tu
figlio di Sierra, Congo o di Liberia,
che nel tuo mondo fatto di miseria,
di privazioni, stenti… e nulla più,
ma con negli occhi un’aria d’innocenza
(ove non può albergar odio o violenza!)
ugualmente sognavi di giocare
su un prato verde, o all’ombra di un
[cortile…
 
invece un mondo adulto, ebbro
[e crudele,
da dentro una foresta secolare,
t’han messo in mano solo un gran
[fucile,
t’hanno riempito l’anima di fiele,
t’han reso ostile fin della tua Terra…
 
E adesso il gioco tuo è far la guerra;
e nei tuoi occhi vispi d’allegria
non sai neppure questa cosa sia;
ma è il tuo divertimento:
spari ed uccidi, e poi fuggi nel vento;
tagli le mani, e ridi dell’impresa;
mozzi una testa, a farne il tuo trofeo…
E da quel mondo reo,
hai già bruciato la tua gioventù!
               Mondo civile, tu
               che ignavo te ne stai,
tu, dimmi dove sei?
Dimmi che cosa fai?…
Dimmi, mondo civile:
di quell’infanzia ardita,
violata e, ahimè!, tradita
dimmi, che vedi tu?
 
Che sentimento in te
s’imprime alla coscienza
veder quei bimbi ingenui
votati alla violenza?…
Ahimé, nel tuo candore,
già sazio di progresso,
ebbro del tuo successo,
quel mondo, no, non c’è!
 
Non c’è quel mondo, eh già!
Quell’ansia di potere
che t’ha serrato il cuore
non te lo fa vedere.
Ma è ciò che in fondo vuoi:
pensar solo a te stesso,
benessere e successo,
con la “tua” civiltà…
 
               (II)
Bambino negro, tu
figlio del Mali, Angola o della Sierra,
se intender ti vien fatto che la guerra
non porta che ferite… ed altro più!,
capirai pure – e ti farai capace –
che il tuo progresso è solo nella Pace;
che nella Pace il mondo è assai più
[bello,
e ogn’uomo che tu incontri è un tuo
[fratello.
 
E ciò che credi sia il mondo civile
ti mette, invece, in mano un gran
[fucile,
che uccide e che distrugge
dietro la scusa della libertà.
E lungi che saprai la verità,
da te frattanto fugge,
con l’innocenza, la tua gioventù.
 
Bambino negro, tu
trova la forza di svegliarti; e poi
capire finalmente tu lo puoi
che nell’amore è la tua civiltà,
…e qualcosa di più: la libertà!