Passaporto per il cielo, un volume di Elsa Emmy che presenta, sotto veste autobiografica, un misterioso transito dal naturale al sovran-naturale, un confronto tra materia e spirito (Sovera editrice, Roma 1999)

 Passaporto per il cielo di Elsa Emmy è un’ardita esternazione che s’indentra nel paranormale, un tema tanto arduo, misterioso e sempre assai problematico. La Emmy lo fa con la massima disinvoltura, con cognizione di causa, avvalendosi di una straordinaria sperimentazione personale, imbastita nell’ordinario rapporto familiare, cosa che le ha consentito di ‘provare’ certe esperienze di fenomeni para-normali che possono lasciare perplessi. La comunicazione con l’aldilà è stato sempre un tema che ha fatto scorrere fiumi dinchiostro, un tema che ha avuto sostenitori, oppure scettici, un tema che ha assillato personaggi caratterolo-gicamente fragili, un tema che la religione cristiana sintetizza con la preghiera. Il paranormale ha avuto seguaci in tutti i tempi, realizzato con sedute medianiche o spiritiche, ma sempre contenuto in questo ristretto ambito selettivo. Lautrice si dilunga nel rievocare le numerose occasioni nelle quali ha avuto netta la sensazione che qualcosa di anormale le stesse capitando; li chiama ‘feno-meni strani’, ma altro non sono che esperienze difficilmente spiegabili, strane coincidenze che preludono a quello che sarà poi considerato ‘il prodigio scaturito da eventi luttuo-si: la morte della sorella e della madre, due elementi con i quali lei ha cominciato a colloquiare e dai quali ha appreso informazioni, consigli, suggerimenti, proibizioni, ma, soprattutto, protezione. Questo strano modo di scambiare pensieri con esseri deceduti costituisce una prerogativa ultraterrena non a tutti consentita, ma la Emmy si rende ‘medium’ fra materia e spirito, saggiando il terreno dell’al-dilà con lo stimolo ansioso di un esploratore. Ciò le permette di individuare gli spiriti buoni da quelli cattivi, dislocazioni, ambientazioni, sistemi di vita ultraterrena, addirittura temporaneità fra i defunti. Molteplici sono state le esperienze in tal senso, tutte proposte con naturalezza sconcertante; leggendo questo percorso spiritistico ci si sente catturati, avvinti dal desiderio di sapere, di scoprire, ma anche frastornati dalla naturalità, dall’abitudinarietà dialogica, tanto che in certi momenti si stenta a credere che il partner sia un extraterrestre. Spesso l’autrice avanza il dubbio d’essere considerata ‘folle’, oppure ‘immaginifica’, ma lei dichiara che è sempre pronta ad esibire «le prove di quanto hanno sentito le mie orecchie». Il circostanziato diario, man mano che s’inoltra, affronta tematiche sempre più impegnative. Il nocciolo del volume può essere individuato proprio nel punto in cui la Emmy rivela come è riuscita a comunicare con la madre nell’aldilà, evento eccezionale che, per la semplicità con cui viene proposto, assume una fisionomia naturale. Gli stessi scambi di battute sono talmente usuali che lasciano allibiti. Il percorso che la Emmy compie è quello di un transito dal naturale al sovran-naturale, un confronto fra materia e spirito, incontri mistici con Santi, con la Vergine, scontri con il Maligno, insomma un condensato di umano ed extraumano, di confronto fra corpo e anima. Non mancano gli spunti etici come pure apprezzamenti sulla nostra fede, l’autrice ne viene fuori con disinvoltura, stile sobrio e convincente. Non nego che dopo questa lettura, certe mie convinzioni e certe prevenzioni si siano modificate, questo mondo ‘mediatico’ m’è apparso meno irreale, più umanizzato, meno terrificante, ma pur sempre ricco di fascino e di mistero. Si può o meno dar fede a quanto riportato nel libro, ma sta di fatto che chi lo ha scritto ha tutti i crismi della realisticità e della veridicità. Credo che nessuno possa negare, se non preconcettual-mente, che il contatto fra il terreno, linvisibile, avviene in modi diversi, Emmy ne ha documentato uno, lo ha proposto al lettore, documentandolo. Il volume si chiude con alcuni utili suggerimenti: «Per poter comunicare con le anime e con le entità superiori bisogna essere scelti ed avere uno spirito guida. Occorre però una particolare predisposizione a percepire fenomeni extrasensoriali». Come voler dire, non è cosa da tutti!

Pacifico Topa