Gianni Ferrara, poesie D’incompiute emozioni, (Libroitaliano, 1999)

 L’autore di questa raccolta poetica, peraltro insignita del Premio Selezione “Poesia’98”, è un giovane trentenne di origini calabrese. Leggiamo sulla copertina: «Questa collezione, che costituisce uno splendido mosaico umanistico, rappresenta la tramatura ideale per raggiungere gli obiettivi di civiltà e di libertà propri di ogni singolo componimento poetico. La poesia ha bisogno… di comuni-care con gli altri, di parlare alle gente, per questo deve uscire dalle accademie, dalle aristocrazie letterarie…». E tale assunto viene rispettato: infatti la raccolta di Ferrara, poco più di trenta componimenti, è di lettura agevole, i versi sono scorrevoli, rifuggono dalle forme criptiche, ma anche, al tempo stesso, dalla banalità. Versi che nascono con spontaneità e musicalità per andare incontro al mondo, alla natura: «Ecco un altro verso / posarsi / come uno scarabeo / sul mio petto / per poi sporgersi / tra le pieghe della carta / al giudizio / di un nuovo sole» (da ‘Poiesis’); versi che approdano ai ricordi ed ai sentimenti: «Dai profondi / acquitrini della memoria / emergono voci di labbra assenti / emergono / trascinate dal trasparente calore del pianto» (Voci). Quella di Gianni Ferrara è poesia d’im-medesimazione nella natura e nei suoi scenari, come in “La mano”: «Una piccola stella afflitta / arpeggia l’aria notturna / con le sue cinque punte lucenti. / Lontano da lei s’alza contro un muro / l’ombra della mia mano / solitaria / nella torbida luce», poesia che si fa anche anelito alla libertà e all’infinito: «Non importa / se le parole/ battono contro i denti / o se dietro le mie spalle / tutto si chiude / in un ri-fiuto, / perché nulla / potrà arrestare / la nuda libertà / delle mie iridi alate» (Libertà). Immedesimazione e compenetra-zione nella natura, dove anche il dolore acquista un che di limpido, di cristallino, e prelude a un rasserenamento cosmico: «Dai miei sogni / non guarirò mai / e le mie lacri-me / saranno come le ceneri / delle eterne solitudini lunari».

                             Maristella Dilettoso