Ironia velata di partecipata emozione in Ridendo castigantur mores di Clara Giandolfo (Libroitaliano, Ragusa 1995) 

Nella sua silloge Ridendo castigantur mores Clara Giandolfo, nel fascino genuino di un mondo infantile, ci offre con un’ironia velata di partecipata emozione, i contenuti della sua protesta contro costumi, mode, manie, comportamenti errati del mondo contemporaneo. La sua è una denuncia ai mali di una società corrotta ed effimera, minata alla base proprio dagli atteggiamenti negativi dell’uomo che ha perduto la sua capacità d’essere uomo e ha assunto, invece, il compito di inventarsi un proditorio ruolo di fattore di mali e di atteggiamenti negativi. La sua Poesia è una Poesia semplice ed immediata, filtrata attraverso forme espressive dirette quali quelle della filastrocca e della poesia popolare, proprio per rendere più diretta la partecipazione di chi legge, quasi come un tempo si assisteva nella cultura orale al compito di affidare alle parole limmediatezza del loro valore nei contenuti e farne strumento per acquisire comportamenti ed atteggiamenti, conoscenze e riflessioni. Proprio tenendo fede al principio espresso nel titolo, mai tale Poesia scade nel retorico, mantenendo sempre alta la qualità espressiva attraverso l’ironia sagace, pungente ed efficace del verso, nel ritmo e nelle assonanze che si rivestono di una musicale essenza che dona all’espressione anche forza di denuncia e di accusa. I temi, infine, sono quelli strettamente legati al mondo dell’autrice, la scuola, la famiglia, la società, con i suoi personaggi emblematici, simboli di un mondo di affetti e di valori verso i quali la Giandolfo cerca di porre la sua attenzione in maniera che essi siano tutelati contro l’affermazione dei valori negativi che s'insinuano, deteriorando, il substrato positivo esistente.

Franco Dino Lalli