Un retroterra di ricordi e di rimpianti fissati nella memoria in Frammenti del passato e del presente, silloge di Milvia Lauro (Villar editore) 

Una delicata riproduzione di Felice Casorati decora la copertina di questa breve, ma intensa, raccolta di liriche. Con sensibilità tutta femminile, Milvia Lauro ripercorre un mondo delicato ed insieme struggente di sentimenti, di ricordi, di sensazioni, reali quanti impalpabili. I suoi versi sono semplici, ma di grande musicalità e limpidezza formale, pervasi da un profondo senso d’immedesimazione con la natura, in tutte le sue manifestazioni e in tutti i suoi fenomeni: «l’aspro odore del mare / colmava intorno / l’aria tiepida / della sera: / Che fissavi, / forse tanta bel-lezza / o un punto lontano / o il mio volto di pietra? / Io lo ricordo / c’era tanta pace / e la risacca / non mutava / i nostri pensieri: / A che pensavo? / Forse alla vita» (Io lo ricordo). Milvia Lauro rievoca tutto un retroterra di ricordi, di rimpianti talvolta, intensi, fissati nella memoria come altrettanti flash, vividi e indelebili, per sublimarli nel verso, cristallino e struggente. «Dalla mia finestra aperta sulla notte / cerco la stessa luna d’allora, / chiara, sorridente. Un cane / abbaia forte cercando fra la / lurida immondizia. Piano, io chiudo / la mia finestra aperta sulla notte» (da: Dalla mia finestra aperta sulla notte). In questo riandare da quello che è stato a quel che è adesso sono i “frammenti del passato e del presente”, attraverso i quali l’Autrice rivive emozioni perdute, bagliori di una felicità irrevocabilmente sfuggita, come nei versi evocativi di “Le rose che non raccolsi”: «Le rose che non raccolsi / sono appassite già. / Splendide nella rugiada / dall’alba, a primavera, / io le ricordo, con petali carnosi, / e le foglie tenere di verde / che nascondean le spine. / Dondolavano al vento, pigre / bellezze, con la corolla in alto, / sfidando il dardeggiante sole. / Sono appassite ed io non le raccolsi: / i petali sfioriti, inceneriti, / mandano un lezzo dal sapor di morte». Poesia d’amore e del ricordo, di rimembranze espresse in una vibrante immedesimazione con gli elementi della natura, in un linguaggio che, rifuggendo da ogni retorica o da suggestioni ermetiche, non è mai stucchevole o decadente.

Maristella Dilettoso