Romolo Liberale, Pastorizia e Tratturi in Abruzzo. Breve profilo storico (Arsa Edizioni, Avezzano 2000) 

Le strade della poesia conducono sempre alla ricerca e alla conoscenza dei valori fondamentali dell’uomo, per l’uomo, per la sua dignità, all’indagine e alla ricerca delle sue radici, storiche, culturali, artistiche che portano ad un ritorno sperato e cercato da tempo immemorabile. Sui sentieri impervi della memoria questopera di Romolo Liberale fiorisce d’immagini e parole che provano a comunicare quanto si è cercato di trattenere e di non disperdere nel tempo. E solo la voce di un poeta come Liberale, un poeta con un bagaglio di vita e d’esperienze, poteva, così capillarmente, offrire un quadro esplicativo dei fenomeni indagati. Proprio perché, come dice in una nota iniziale Corrado Barberis, la poesia è l’altro modo di conoscere la realtà. Conoscerla e appropriarsene in maniera diretta, in maniera reale e concreta attraverso il vissuto e 1’esperienza personale della propria memoria che è lo strumento più acuto a cui 1’uomo riserva le speranze e la dignità delle sue radici e le manifesta con i suoi atteggiamenti, con la sua parola, con la sua poesia.

Romolo Liberale offre così un’opera dettagliata, una visione esauriente e completa della memoria della pastorizia, della transumanza, la sua espressione più dolorosa, la memoria della fierezza e della dignità: dignità storica e dignità culturale. La pastorizia è analizzata nel campo eco-nomico occidentale con i suoi risvolti sociali ed economici, nei suoi contrasti e nella convivenza con il mondo agricolo, cioè come componente di un unico fattore produttivo. L’analisi conduce lungo la storia dell’introduzione delle pecore in Spagna e i conflitti storici ad essa legati, lo sviluppo della pastorizia nella nostra penisola e come si cercò di organizzare 1’attivita armentizia nei secoli successivi.

Viene analizzato ampiamente e precisamente il fenomeno dei tratturi, le vie erbose dello spostamento delle greggi che avevano una loro organizzazione e un loro disciplinamento. Ai tratturi era collegato un sistema ben preciso che comprendeva vie erbose e spazi di sosta, i tratturelli, i bracci e i riposi. L’analisi della storia dei tratturi ci guida lungo la serie della loro organizzazione, della difesa e della codificazione delle regole al proprio interno. Individuiamo così la loro precisa costituzione e la stessa organizzazione interna al gruppo degli uomini addetti, la sofferenza, la fatica, la lotta per la sopravvivenza.

Anche in riferimento alla decadenza della transumanza, Liberale ci offre un quadro sinottico dei motivi e dei contenuti per individuare il declino del più importante monumento della storia economica e sociale di quei territori interessati alle migrazioni stagionali degli armenti, e cioè come il fenomeno della pastorizia diventava ed era ridotto a fatto secondario, marginale, pressoché trascurabile. Nell’anno 1908, con 1’atto Costitutivo del Commissariato per la reintegra dei Tratturi, si determina-rono le norme per 1’alienazione dei terreni tratturali e si cercò di salvaguardare, per i valori storico-culturali che custodiscono, le vie rappresentate dai Tratturi che andavano da L’Aquila a Foggia, da Celano a Foggia, da Castel di Sangro a Lucera, da Pescasseroli a Candela. La tutela dei Tratturi, che sono territori facenti parte del demanio dello Stato, quindi di natura pubblica, diventa così il principio cardine degli interventi successivi ai quali ogni provvedi-mento legislativo deve fare riferimento. Così, oggi, il problema assume un duplice aspetto: la necessità della destinazione del patrimonio rappresentato dai tratturi come bene produttivo e come testimonianza storica e 1’esigenza di evitare ogni tentativo di risolvere il problema a livello centralistico, cioè di emarginare i tentativi dei vari enti, associazioni e forze locali che cercano di gestire in maniera autonoma e diretta una materia che ha una parte rilevante e fondamentale della nostra storia sociale, economica e culturale. In sostanza (e a questo scopo non solo documentativo, ma soprattutto propositivo, va il merito all’opera di Libe-rale) il fine sarebbe quello di «dare una risposta a quesiti, richieste e sollecitazioni capaci di armonizzare insieme tutto ciò che, riferito alla lunga storia dei Tratturi, appar-tiene all’uomo come patrimonio di tempi lontani, ma anche come realtà in cui si può operare oggi per costruire meglio il nostro tempo e il tempo delle generazioni che verranno».

Un posto a parte, nel saggio di Liberale, occupa il capitolo su La pastorizia nella letteratura e nelle arti. In esso 1’autore fornisce ampi e precisi riferimenti, esplicativi e connotativi del fenomeno. Tutti i contenuti e le forme analizzati servono ad identificare nella pastorizia e nella transumanza, il motivo ispiratore di numerose forme d’arte, non tralasciando quelle cosiddette ‘minori’, quali quelle rinvenibili nei vari paesi interessati al fenomeno, nelle varie chiese, nella cultura tradizionale, nella poesia dialettale L’analisi è condotta sempre con notevole precisione, con l’impegno del poeta che all’interno della cultura va ricercando e ritrova, nella sua essenza di frutto degli uomini, le sue e le nostre radici più autentiche. È questo il senso più profondo della vasta ricerca che, dai riferimenti presenti nel Vecchio Testamento, arriva fino agli autori più recenti del Novecento offrendo un panorama completo su come e in che modo la pastorizia occupa un posto di rilievo nelle religioni, nella letteratura, nelle più diverse discipline d’arte.

Completano il saggio, a mo di sintesi didascalico, le appendici che comprendono un quadro sinottico sulla pastorizia come fattore di tutela ambientale, un’indagine del Corpo Forestale dello Stato sulle attuali condizioni delle vie armentizie e di alcuni termini ricorrenti nell’indagine sui tratturi. L’opera e inoltre corredata da una scelta di riproduzioni artistiche e artigianali sulla pastorizia in significativi momenti di epoche storiche e culture diverse.

Franco Dino Lalli