A Maria Grazia Cutuli
di Claudio Rampin
La tua guerra,
le tue battaglie
si sono estinte oramai.
Ora rimarrà il silenzio,
un foglio bianco da riempire
e un perché senza pace.
L’ignoranza sovrana
è una mina vagante;
la penna informatica
sembra un mitra carico.
La rappresaglia...
sotto quale Dio si nasconde?
sotto quale parola?
Maria Grazia,
di te non so nulla,
è un richiamo a spingermi
e ad estrarmi questi versi.
Una passione che avvolge
e tinge d’animo la carta,
a volte la sporca.
Eri in prima linea
con coraggio puro
come “La Piccola Vedetta”
sfidando il pericolo
sfidando la propria vita,
per chi non capirà mai
il tuo atto di sfida.
L’informazione pretende di più
e il di più è...
una traccia irreversibile.
Una macchina rossa
firma l’ultimo articolo,
l’informazione è caduta sul campo,
non eri e non sarai sola
altri t’hanno seguita
uniti dalla medesima passione.
Hai raggiunto, conquistato lo scoop
e oggi, qualcuno parlerà di te.
Io lascerò questi versi
come pietra miliare,
per te e per tutti quelli che prima di te
hanno intrapreso la stessa via,
lasciando nel tempo
un segno indelebile.
Buon riposo... piccola voce.