Universalità
delle emozioni in Oltre i silenzi
di Rosa Spera (Ed. Giuseppe Laterza, Bari 2001) Rosa Spera, nata e residente a Barletta, in provincia di Bari, è una
poetessa che mostra una profonda sensibilità ed un grande afflato
poetico. Ecco il motivo per cui ha ottenuto moltissimi riconoscimenti. E
la valenza della sua poesia è dimostrata anche dalla sua ultima silloge
dal titolo “Oltre i silenzi”, in cui vengono cantati, come è scritto
nell’epigrafe, «mondi arcani che aleggiano oltre i silenzi, ove
l’anima fluttua rapita da sublimi dimensioni». Questa espressione
diventa la chiave interpretativa della sua lirica sempre elevata e
costante, senza alcun cedimento e soprattutto penetrante e accattivante.
Aleggia in essa un’aura di mistero, intrecciata ad un intenso lirismo.
Si tratta chiaramente di una poesia interiore che però non schiva la
problematica sociale e soprattutto certi temi che riguardano il Meridione,
come quello della donna o dell’emigrazione. Ma la sua interpretazione
del reale non è mai banale o ovvia, al contrario è profonda e
interiorizzata attraverso una visione che spinge verso l’infinito. La
silloge è divisa in quattro parti: Fremiti del cuore, Florilegi d’amore, Sentieri di fede e Percorsi
esistenziali. Nella prima parte attraverso una poesia intrecciata a
riflessioni filosofiche e personali, è la natura ad essere oggetto
principale di riflessione. Si tratta di una poesia che va verso
l’infinito, che contempla la natura con occhi smagati e affettivamente
profondi. È una poesia che mira verso l’alto e spinge all’estasi,
alla contemplazione, quasi ci si trovasse di fronte ad un ‘infinito’
leopardiano. La funzione estatica nella poesia della Spera è infatti
preminente. Il lettore viene travolto e coinvolto nella contemplazione e
spinto alla meditazione. «Il cuore pulsante della poesia di Rosa Spera è
dunque nel sogno segreto di uno spazio infinito nel quale pensieri ed
emozioni tornino ad accordarsi, al di là del ‘livido grigiore del
quotidiano annaspare’, nella prospettiva di un consenso con la vita che
non potrà non chiamarsi amore e che non potrà non rappresentare, anche
per l’uomo che avverte terminata la sua partita col mondo, una luce di
speranza, un sogno di una vita altra…» scrive nella profonda prefazione
Ettore Catalano. Oggetto essenziale è spesso il silenzio. Esso è
condizione esistenziale per l’uomo e momento di riflessione e di pace.
Il tutto spesso è espresso attraverso bellissime e delicate metafore. Una
ad esempio: «Fiori di luce s’aggirano nell’aria, / come lanterne
accese fendono il buio / intrecciando corolle di tremule stelle, / come le
lucciole rischiarano un cielo denso di ombre / tracciando sentieri
d’inebrianti promesse». Un altro tema interessante e da approfondire è
quello degli affetti familiari, in cui l’elevatezza lirica porta
all’universalità delle emozioni, tanto che si potrebbe definire la
Spera poetessa dell’infinito e dell’astratto filosofico, in un
continuo rapporto tra astrale e contingente, tra ombre e luci, tra arcano
e mistero. La poesia della Spera spesso assume una tonalità classica non
solo sotto l’aspetto espressivo, ma pure contenutistico. Richiami
infatti si possono fare alla poesia di Saffo e di Catullo, evidenziando
anche un legame a quella grecità che molto ha dato all’arte e alla
letteratura. La seconda sezione della silloge ha come tema specifico
l’amore. In un mondo dove spesso si parla d’amore, ma dove l’amore
vero è cosa rara, la poesia di Rosa Spera si pone quale espressione
emblematica di un sentimento universale. La parola ‘amore’, che già
appare nei titoli delle liriche numerose volte, ne è il segno più
tangibile. L’amore è visto sotto le più ampie sfaccettature, ma sempre
nel senso più positivo. Questo concetto è sempre legato, attraverso
metafore, a termini indefiniti e ‘poetici’ come ‘mare’,
‘infinito’ e ‘felicità’. La terza parte, la più breve raccoglie
invece poesie religiose. In esse il centro di ogni cosa è Dio, ma
unitamente al suo interlocutore: l’uomo. E l’uomo appare nelle sue più
ampie sfaccettature nelle liriche dell’ultima sezione. Un esempio per
tutte è “Donne del Sud”, dove al tema sociale si accosta il dramma
umano della donna che «bambola muta cavalcava sottomessa e indifesa
l’onda impietosa del tempo». Ora però è giunto il tempo della
riscossa. La donna acquisisce una maggiore personalità e spirito di
iniziativa. Tra le altre problematiche ad essere prese in considerazione
sono l’emarginazione, l’infanzia violata, i diseredati. Ma tutto è
espresso con tale partecipazione e con tale delicatezza che leggere le
poesie di Rosa Spera è rilassante e piacevole. Angelo Manitta |