Poesia nostalgica e lirica, quella di Rolando Tani, in Da sotto l’arco (Collana del Bucaneve, a cura di Poeti nella Società)

La silloge di Rolando Tani si apre con alcune liriche narrative volutamente elegiache: “Firenze”, città natale del poeta; “Sotto l’arco”, che dà il titolo alla raccolta, e “L’avo vicolo”, in cui lo stesso autore utilizza il caratteristico idioma toscano. Fortemente nostalgica e molto bella, tessuta a mo’ di dialogo, è la lirica “La quercia e l’uomo”, dov’è l’albero a parlare all’uomo: «Ti ricordi / le tue corse fanciullesche / ed i frenetici gioiosi girotondo / intorno al mio tronco / ed i tuoi salti / sull’emergenti ed ampie radici». Ed ancora: «Ti ricordi / le tue soste solìe / sotto le mie fronde ospitali / per riparar dal sole cocente / la testa innevata ed a rinfrescar dolorose e gaudiose rimembranze?». Tuttavia ecco il suggerimento: «Non essere triste, deh! Non devi, / siam simili sotto lo stess’arco / ed entrambi travolti dai marosi / della nerbante e frangente esistenza, / sull’arrancato sentier della vita / e verso quello silente della morte». Il poeta è anche un po’ istrione, come si autodefinisce non senza ironia, ma diventa molto serio quando fa auto-analisi in “Diario”: «Non è il calar del sole / che ti mette tristezza / ma il saldo della giornata / trascorsa malamente / e vagamente  insoddisfatto dell’opra / fiacca e senza lena / per l’assenza d’idee… / e costruisci la tua vita senza amore». In questo suo percorso poetico esistenziale sono espressi così tutti i sentimenti verso le persone amate ed i luoghi ameni, soprattutto dell’infanzia, nei quali riposare, sognare e ritemprarsi dagli affanni quotidiani. «Infatti l’autore – come scrive Edoardo Ganci nella presentazione – non è alla ricerca di vaghe glorificazioni, ma di un intendimento sano alla ricerca del dialogo, modesto e semplice, privo di ambiguità e compromessi». Rolando Tani è nato a Firenze. Solo dal 1981 è apparso nel giro letterario. Spesso premiato, ha ottenuto buoni piazzamenti nei concorsi letterari e compare in numerose antologie. Egli si  dedica pure alla critica e collabora ad alcuni periodici.

Giuseppe Portale