Antonio Zanghì
non è interessato
ad una registrazione
mimetica del reale, ma
neppure trasforma la tela in una pagina di diario in cui appuntare
le proprie sensazioni. «Egli piuttosto mette a profitto le
suggestioni della natura e le trasforma in pittura, in una pittura
che, pur fermando la sua attenzione sul paesaggio o su squarci della realtà,
diventa a sua volta stimolo di ulteriori suggestioni. È cioè
qualcosa di diverso dalla natura vista dall’artista, ma al tempo
stesso anche dalla impressione che dalla natura ha subìto
l’artista; è, per dir tutto, pittura che, nata dalla pittura,
la natura ricrea»
(Lucio
Barbera).
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Antonio
Zanghì, Pescatori
all’alba, olio su tela |