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gli articoli del quotidiano di sabato 16.12.00
Otto misteriosi roghi che dal primo dicembre
stanno seminando paura e terrore negli ospedali di Ancona e provincia. Otto attentati,
nessuno dei quali rivendicato.
Ecco la cronologia.
1 DICEMBRE (ORE 00.25) - OSPEDALE REGIONALE TORRETTE - Scoppiano due focolai nei
sotterranei, alimentati accatastando rifiuti e biancheria sporca. Fuori uso i quadri
elettrici e sei reparti, 113 malati evacuati.
1 DICEMBRE (ORE 16) - OSPEDALE CIVILE UMBERTO I - Due principi di incendio interessano in
poco poco più di mezz' ora la divisione di gastroenterologia diretta dal sindaco Renato
Galeazzi.
1 DICEMBRE (ORE 21) - OSPEDALE CIVILE UMBERTO I - Va a fuoco un cestino portarifiuti
sempre nel reparto di gastroenterologia.
2 DICEMBRE (ORE 10.30) - OSPEDALE DI CHIARAVALLE - Incendio di una sedia pieghevole e
altro materiale lungo un corridoio.
2 DICEMBRE (ORE 21.50) - OSPEDALE CIVILE UMBERTO I - I piromani danno fuoco a un
armadietto degli infermieri nel reparto di gastroenterologia (15 i pazienti sgomberati).
6 DICEMBRE - (ORE 04.20) - OSPEDALE REGIONALE TORRETTE - Incendio nello stesso
seminterrato del primo rogo; per poco non disattiva la centralina elettrica generale (25
evacuati).
7 DICEMBRE (ORE 1) - CLINICA PRIVATA VILLA IGEA - Fiamme nella lavanderia-stireria, sotto
il reparto maternità.
11 DICEMBRE (ORE 16.30) CASA DI RIPOSO «VITTORIO EMANUELE II» DI JESI - Fiamme nel
sottoscala. Bruciano quintali di carta. Evacuati cinquanta pazienti.
Gli inquirenti dicono che erano lì da chissà quanto. Ma più di un dubbio sorge dopo il
ritrovamento delle tre taniche in un magazzino nei sotterranei dell'ospedale di Torrette.
Erano vicino ad una parete all'interno di un ripostiglio che si trova a metà strada tra
il punto in cui è scoppiato il primo incendio la notte del primo dicembre e il luogo in
cui è divampato il secondo rogo all'alba del 6 dicembre. Tre taniche da mezzo litro
riempite per poco più di metà. Una conteneva benzina, le altre due solvente,
probabilmente un additivo per gas da riscaldamento. Sostanze altamente infiammabili
all'interno di latte piene di polvere, vicino a tubi di plastica ed attrezzature
inutilizzate da tempo. Tutte chiuse da tappi. Ad accorgersi della presenza delle taniche
è stato un Metronotte. Attorno alle 23 la guardia giurata che faceva le ronde nei
sotterranei dell'ospedale di Torrette si è accorta che una porta lungo uno dei corridoi
del labirinto sotterraneo dell'ospedale era stranamente aperta. Stranamente perchè erano
stati gli stessi Metronotte ad accertare nel tardo pomeriggio che la porta fosse chiusa a
chiave. Non è stata mai notata una persona entrare in quello stanzino. Fatto sta che la
sera l'uscio era aperto. Il vigilante è entrato ed ha notato le taniche. Ha chiamato i
carabinieri che sono arrivati subito sul posto. Poi sono arrivate le macchine della
polizia. Gli inquirenti hanno sequestrato le tre latte. La sostanza infiammabile è al
vaglio degli esperti. Si sta accertando se si tratta dello stesso liquido le cui tracce
sono state trovate in occasione dei due incendi all'ospedale di Torrette. Dal modo in cui
sono state rinvenute secondo gli investigatori le taniche erano in quel ripostiglio da
tempo e non erano state aperte di recente. Sarebbero sfuggite all'opera di bonifica dei
sotterranei di Torrette. Ammesso che sia così sarebbe un fatto molto grave. Chiunque
sarebbe potuto entrare e combinare disastri. Ma non si spiega come mai quella porta era
aperta. Le chiavi erano nel quadro. Qualcuno potrebbe aver preso la chiave aprendo la
porta. Ma per fare cosa? Da notare che quella stanza era stata passata al setaccio in
occasione dei due incendi: nessuno aveva mai notato prima d'ora le taniche.
Andrea Massaro
L'obiettivo del piromane o dei piromani era quello di lanciare un 'messaggio'. E l'hanno
fatto. Probabilmente concludendo i 'blitz'constro lestrutture sanitarie con il rogo di
«Villa Igea». Quelli nell'ospedale di Chiaravalle e nella casa di riposo «Vittorio
Emanuele II» di Jesi, dunque, resterebbero episodi a parte. Anche se, almeno per
quest'ultimo, gli inquirenti non si sbilanciano più di tanto. E' questa una delle
certezze del sostituto procuratore Irene Bilotta (foto) che, insieme al procuratore
Vincenzo Luzi e al sostituto Marco Mansi, fa parte del 'pool' di magistrati che indaga
sugli incendi. La sensazione, non nascosta da Bilotta, è che la situazione si stia
normalizzando. Almeno per quel che riguarda gli ospedali maggiori. Rispetto alla scorsa
settimana, quando era stata ipotizzata una conclusione degli attentati, poi 'smentita'
dall'incendio di Jesi, gli inquirenti ci vanno più cauti. Non viene dunque esclusa la
possibilità di un ripetersi dei fuochi, quelli ritenuti episodi di minore entità,
dimostrativi od emulativi. Come l'incendio di sterpaglie sulla collinetta davanti
all'ospedale di Torrette, o come lo stesso principio d'incendio nella casa di riposo di
Jesi. Ma l'ospedale regionale e quelli maggiori, strettamente presidiati già da diversi
giorni («ormai ci sono più carabinieri che pazienti», ha commentato ieri scherzosamente
il direttore generale dell'Azienda ospedaliera Alfeo Montesi), dovrebbero essere ormai off
limits per il piromane o la banda che hanno spadroneggiato per più di una settimana nelle
strutture sanitarie della provincia. Sul piano delle indagini, proseguono gli accertamenti
per risalire attraverso alcune testimonianze e materiale filmato
all'identikit della persona, o delle persone, che potrebbero aver appiccato il fuoco ed
essere rimaste poi nelle vicinanze dei luoghi presi di mira anche dopo l' arrivo di
polizia e carabinieri. Quanto alle piste, non vi sarebbe stato ancora un restringimento
del campo delle ipotesi. Per la Procura le taniche rinvenute a Torrette sarebbero
dell'ospedale,abbandonate da diverso tempo in un posto «pieno di rifiuti».
di Lorenzo Moroni
«Sciacallaggio» dietro le lettere anonime, le poesi via Internet e i versetti politici.
Gli inquirenti non hanno dubbi. La valanga dei messaggi rinvenuti da quando è iniziata la
lunga scia degli incendi nelle strutture sanitarie di Ancona e provincia, è solo opera di
mitomani. C'è chi si diverte lascia intendere il sostituto procuratore Irene
Bilotta e chi approfitta del momento per gettare 'ombre' sulla politica. I
magistrati, appare chiaro, nemmeno prendono in considerazione il materiale giunto in
questi giorni nelle sedi di alcuni organi di informazione e negli ospedali. Pare venga
dato poco credito anche il messaggio fatto recapitare l'altro ieri nella redazione
anconetana dell'Ansa. Una sorta di filastrocca dalla quale emerge l'acronimo, mettendo
insieme le prime lettere di ogni capoverso delmovimento politico di destra «Forza
Nuova». Gli esponenti del movimento hanno già preso le distanze da quel messaggio che
tira in ballo la Fiamma, parla di una città che trema, di Galeazzi che si circonda di
pupazzi e via dicendo. La Procura non gli dà neanche peso e ritiene che il testo ha nulla
a che vedere con gli incendi negli ospedali. Soprattutto in quelli nelle grosse strutture
sanitarie, Torrette, Umberto I e «Villa Igea». Stesso discorsoper quanto riguarda il
messaggio 'natalizio', raffigurante l'immagine di Babbo Natale, rinvenuta sopra una
bocchetta del sistemaantincendio dell'ospedale di Senigallia. Prendeva di mira i medici
'rei', secondo il mittente, di aver fatto nulla per strappare una donna alla morte, solo
perché non era di... bell'aspetto. Gli inquirenti, come ribadito più volte, preferiscono
andare avanti con gli elementi certi e veritieri raccolti sino ad oggi neivari luoghi dove
sono stati appiccati gli incendi. La Procura è in attesa di conoscere il risultato delle
analisi su alcuni indizi. Tra cui l'alcool utilizzato per appiccare il primo rogo a
Torrette. Dall'esame si può risalire alla tipologia del liquido e accertare se si tratti
di un prodotto in dotazione all'ospedale.
l. mo.
Un uomo misterioso che sarebbe comparso in tre diverse occasioni. Per due volte è stato
notato all'ospedale di Torrette e la sera del 7 dicembre qualcuno giura di averlo visto
fuggire dalla clinica Villa Igea. Non è un identikit ufficiale. Quella che riportiamo in
prima pagina è una nostra ricostruzione grafica, non ufficiale, disegnata sulla base di
elementi che corrispondono alla descrizione fisica dell'uomo che si sta ricercando. La
persona notata in tre distinte occasioni ha circa 40 anni, corporatura media, carnagione
olivastra, naso dritto, bocca ampia, capelli castano scuri, barba incolta. La carnagione
è scura, forse olivastra. Quando è stato visto indossava un cappellino di lana tipo
«Lucio Dalla», giubbotto e pantaloni scuri. Una persona con queste caratteristiche
sarebbe stata vista sabato scorso nel reparto di neurologia dell'ospedale di Torrette. Si
aggirava per i corridoi. Tre infermieri lo hanno fermato chiedendogli dove andava. Lui non
ha risposto. Si è voltato ed è scappato, destando più di un sospetto. Non sono riusciti
a fermarlo. Questo episodio non è stato mai reso noto dagli inquirenti, ma potrebbe
rivelarsi molto importante. Secondo ciak mercoledì sera. Vicino all'ospedale regionale
vanno a fuoco alcune sterpaglie, su una collinetta poco distante dall'ingresso principale.
L'incendio, di natura sicuramente dolosa, divampa attorno alle 23. Ci sarebbe la
testimonianza di una persona che ha visto fuggire una persona nel buio della notte. Messo
di fronte all'identikit costruito dagli investigatori il «teste» avrebbe riconosciuto in
quel disegno molti tratti somiglianti a quell'uomo dileguatosi nel nulla. L'identikit è
stato sottoposto all'attenzione anche di alcuni infermieri della clinica «Villa Igea»
che la sera del 7 dicembre avrebbero visto una persona allontanarsi con fare sospetto.
Anche queste persone hanno visto nel disegno i tratti di quell'uomo che stava fuggendo.
Insomma i sospetti adesso hanno un volto. Potrebbe anche essere una persona che non ha
nulla a che vedere con il piromane o con i piromani che si stanno ricercando. Ma è
comunque un qualcosa in più rispetto al passato. Un qualcosa che potrebbe rivelarsi
fondamentale.
a.mas.
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