DOS & Internet

La stragrande maggioranza dei computers correntemente utilizzati per collegarsi ad Internet adoperano processori tipo Pentium od equivalenti, con sistemi ad interfaccia grafica. Questo non vuol dire però che Internet sia off limits per gli apparecchi più anziani, i 286/386 che impiegano il sistema operativo DOS. D'altra parte, Internet ha più o meno trent'anni: ha funzionato per vent'anni senza Windows e può continuare a farne benissimo a meno.

Usare un vecchio computer (magari con lo schermo a fosfori verdi) può essere per alcuni un vezzo, per altri una necessità: l'Est europeo gronda ad esempio di cloni 386 fabbricati in Bulgaria sino a tempi relativamente recenti, e per molti non c'è alternativa praticabile sul piano economico. Ma per determinate applicazioni (la posta elettronica soprattutto) una soluzione su piattaforma DOS può essere una scelta molto sensata sotto un profilo eminentemente pratico. Le macchine DOS hanno un funzionamento incredibilmente più semplice e stabile di quelle basate su Windows: blocchi e crashes sono praticamente ignoti. Un mio 286, che gestisce una porzione della mia posta elettronica professionale, per un'intera normale sessione di lavoro Internet (composizione del numero, ingresso in rete, invio di un paio di messaggi, disconnessione) impiega lo stesso tempo che occorre ad uno qualunque dei miei Pentium per stabilire il solo collegamento alla rete. Quel che è più importante, non si è mai (dico: mai) piantato, né ha mai esitato un solo istante a stabilire il collegamento col server di posta.

Lo scenario è quello magistralmente descritto da Nicholas Negroponte del MIT come "Digital Obesity". Il duo Microsoft/Intel propone, con cadenza serratissima, macchine sempre più potenti che gestiscono sistemi operativi sempre più complessi, ma la spirale è in larga parte autoalimentata: in altri termini, la maggior potenza serve in parte a fare cose nuove, ma soprattutto a compensare il fatto che softwares di una complessità ormai fuori da ogni controllo fanno le cose di sempre in modo astruso. Per tornare coi piedi per terra basta dare un'occhiata al sito QNX, ove si scopre che un sistema operativo, un browser per Internet, il software di comunicazione e svariate altre cose (anche le torri di Hanoi, tanto per dire) possono stare in un solo floppy da 1.44 MB. Avendo un suo sistema operativo autonomo, il floppy avvierà il vostro PC sotto UNIX ignorando totalmente l'hard disk e tutto Windows: è autosufficiente. E stiamo parlando di 1.44 MB in tutto.

Ma torniamo a DOS & Internet. Quali programmi usare?

I puristi difficilmente rinunceranno ad usare programmi distinti per il collegamento, la navigazione e la posta elettronica. Se ne trova cliccando qui una piccola selezione. Trovo però più pratici i pacchetti integrati all-in-one, e ne raccomando un paio.

Per 286 e 386 non particolarmente veloci il massimo credo sia NetTamer: è quello che equipaggia i miei 286, solido come la Rocca di Gibilterra. I comandi sono però tipicamente DOS, non particolarmente user-friendly. La navigazione web è possibile ma non molto piacevole; la posta funziona invece a meraviglia.

Se si dispone di un 386 di buona potenza, la prima scelta è certamente un programma ceco: Arachne. Riesce ad ottenere in ambiente DOS prestazioni che parrebbero riservate ai Mac o a Win95/98, compresa un poco di multimedialità. L'interfaccia è di tipo grafico: sorprendente. Molto più comodo di NetTamer, anche se ovviamente è più ingombrante e (a parità di hardware) più lento.

Ugo Bechini