Una sera di fine luglio del 1999,
su un'autostrada tedesca,
vicino a Friburgo, ...

... il mio camper, un vecchio Ford Transit del 1976, comincia all'improvviso ad emettere un rumore sospetto ed ha un netto calo di potenza. Incoccio in una pattuglia della Polizia e chiedo loro di far intervenire il soccorso dell'ADAC, il celebre Automobile Club tedesco, di cui mi ero formato un'eccellente opinione vedendo la fiducia che in esso ripongono i turisti tedeschi in viaggio da noi: spesso preferiscono rimpatriare il proprio veicolo sulle bisarche gialle ADAC piuttosto che cadere nelle mani degli inaffidabili riparatori italiani ...

L'addetto arriva e si mostra subito preoccupato, dice che il guasto è serio, il motore è compromesso, probabilmente ce ne vorrà uno nuovo. La riparazione richiederà almeno una settimana: mi suggerisce di rientrare in Italia (mi spiega persino che l'aeroporto più comodo è quello svizzero di Basilea) e di tornare a lavoro eseguito. Il camper viene trasferito in un prato vicino all'officina ADAC e lì pernotto. La notte porta consiglio, come suol dirsi, e nel mio caso comincio a covare il sospetto che si tratti di una commedia. Al mattino presto trovo una panetteria aperta, chiedo l'elenco del telefono e mi procuro il numero della più vicina assistenza Ford. Alle otto e mezzo arriva il meccanico, mi fa aprire il cofano ed accendere il motore: senza attendere un secondo ripete la diagnosi notturna del suo collega. Mi domanda però subito dopo: è diesel o benzina? I camperisti di lungo corso a questo punto staranno già ridendo: il diesel 2400 di un Transit del 1976 ha un bel vocione da trattore; in cima al motore troneggia una maestosa pompa d'iniezione vecchia maniera, col pomello della pompa di spurgo grande come una prugna. Un meccanico con la testa nel cofano che stia sinceramente tentando di capire quel che succede non può non accorgersene: o il nostro è un imbecille oppure si è tradito (o forse le due cose insieme). Poco me ne importa, in definitiva: chiedo che il camper venga trasferito alla Ford di Friburgo. L'autista (quello della sera prima) arriva alle nove ed il carro è lì parcheggiato. I due fanno melina, leggono la corrispondenza, vanno in bagno, si siedono alla scrivania con le gambe ostentatamente sul tavolo, chiedono il pagamento anticipato, compilano la ricevuta con la velocità di un ghiro insonnolito, ed intanto fanno i brillanti: "ma cosa crede che possano fare alla Ford che qui non si possa fare?" e via così.

Contatto col mio cellulare la Ford per spiegare la situazione, loro chiamano l'officina ove mi trovavo (la telefonata mi è parsa un po' tesa, ma io non conosco il tedesco) e finalmente alle 11 ci muoviamo. Alle 11.20 siamo alla Ford, ma attenzione: è sabato. Ciondondimeno, qualche minuto prima di mezzogiorno il vecchio Transit trotterella fuori dall'officina sulle sue ruote. Si era inceppato, se ho ben capito, un iniettore, colpa forse (hanno detto) di una lubrificazione imperfetta: hanno dato un affettuoso buffetto all'iniettore e cambiato l'olio mettendo un sintetico molto buono. Si sono fatti pagare solo l'olio. Sono 5000 km (di cui 1000 circa di sterrato in Islanda) che il motore continua a girare perfettamente.
 

ugo bechini
 

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