[BLACK
VELVET è una nuova casa editrice creata da Omar Martini e Luca Bernardi
che si è subito segnalata all’attenzione del lettore e del mercato
italiano per la particolare scelta di Fumetto. Tra i titoli finora
pubblicati: Frontiera - romanzo incompiuto in otto capitoli, con
la partecipazione di Otto Gabos, Semerano, Accardi e altri autori
della new wave italiana; “Non mi sei mai piaciuto”, l’acclamato
capolavoro autobiografico di Chester Brown e “Nowhere” di Debbie
Dreschler.]
1)
ULTRAzine: Perché Black Velvet? O meglio, perché la necessità da
parte vostra di creare una nuova casa editrice in un panorama fumettistico
italiano in cui da anni ormai non si fa altro che parlare, con una
vena di masochismo aggiungo, di "crisi"? Un atto di coraggio
o di follia?
OMAR
MARTINI: Probabilmente c’è un po’ di tutte e due le cose...
però la molla fondamentale che ha spinto il mio socio Luca Bernardi
e me a fondare la Black Velvet è stato il profondo amore che abbiamo
per il fumetto e lo stupore che provavamo nel vedere (si parla del
1997) che negli Stati Uniti venivano pubblicati numerosi libri a
fumetti molto belli, che probabilmente non sarebbero mai stati pubblicati
in Italia. Allora, forse un po’ follemente, abbiamo deciso di provare
a farli noi quei libri che avremmo voluto leggere qui e da lì è
nato tutto.
Anch’io
sono convinto che questa “crisi” che viene periodicamente e frequentemente
citata non sia poi così vera. Mai come adesso si sono stampati così
tanti libri e albi, le piccole case editrici continuano a nascere
e spesso pubblicano prodotti molto interessanti... e allora dove
sta il problema? Si parla di mancanza di idee e di pubblico, però
sono convinto che in realtà il pubblico per il fumetto di qualsiasi
genere, dal più disimpegnato a quello d’autore, in realtà ci sia.
Il grosso problema (uno dei tanti, a dire il vero) è che è stato
allontanato e gli editori di fumetti spesso non sanno come fare
per riavvicinarlo. La fumetteria è stata sicuramente un’evoluzione
molto interessante e indispensabile per certe case editrici, ma
ormai non possiamo aspettarci che la fumetteria riesca a sostenere
tutti gli editori. Il pubblico è limitato e tende a crescere molto
lentamente e quindi non ci sono i numeri per sostenere tutti. Facciamo
un esempio, forse un po’ stupido. Un ragazzo di 22-23 anni, interessato
a un fumetto adulto e con dei contenuti, è molto probabile che compri
dei libri della Magic Press come “Sandman”, “Preacher”, “Invisibles”
o “Stray Bullets”, però è altrettanto probabile che possa essere
interessato anche ai libri di Will Eisner della Punto Zero, a qualche
volume della Rasputin oppure a qualcuna delle nostre pubblicazioni.
Ma questo lettore avrà tutti i soldi per comprare questi libri?
Probabilmente no e dovrà compiere delle scelte. Il fatto è che queste
scelte si riflettono sulla sopravvivenza delle case editrici stesse.
Se quindi i clienti delle fumetterie hanno una percentuale di aumento
molto bassa, bisognerà rivolgersi a un altro canale... e questo
canale è quello della libreria canonica. Io sono convinto che attualmente
anche la libreria non dà da vivere (anzi, è proprio tutto il contrario),
però espone dei libri a fumetti a un pubblico che probabilmente
non ha come abitudine quella di entrare in una fumetteria, quindi
a un pubblico e a dei lettori diversi. Se l’edicola ormai è proibitiva,
la “battaglia” dei prossimi anni si combatterà in fumetteria e in
libreria.
2)
ULTRAzine: Black Velvet propone, dalle uscite annunciate, un fumetto
"diverso", sia italiano che straniero. Un fumetto direi
della "parola", un fumetto "romanzo" che pone
l'accento sul racconto e non sulla stucchevole spettacolarità fine
a se stessa del disegno.
Puoi
parlarci in dettaglio dei vari progetti che state proponendo e su
come la scelta sia caduta su quei fumetti e non su altri.
OMAR
MARTINI: Probabilmente il fatto di aver scelto un fumetto che
abbia il proprio punto di forza nella storia è una conseguenza del
tipo di mercato e del tipo di pubblico a cui ci vogliamo rivolgere:
quello della libreria. Noi non abbiamo certo la forza (né come persone
né economica) di ideare una testata da mandare in edicola e quindi
la fumetteria è diventata una scelta quasi obbligata. Ci siamo quindi
guardati attorno e abbiamo fatto una serie di scelte che piacessero
in primo luogo a noi.
Siamo
coscienti del fatto che il pubblico che ci segue (o che ci potrà
seguire) non è grandissimo ed è per questo che abbiamo voluto fare
delle scelte che seguissero una determinata linea, in questo caso
storie di ambientazione quotidiana o autobiografiche. Questo non
perché non ci interessassero altri generi di storie, ma perché,
quasi casualmente, erano proprio quel tipo di libri che ci sembrava
mancassero in quel momento. Tieni presente che, sebbene i nostri
libri stiano uscendo adesso, il progetto editoriale è nato un paio
di anni fa. Vista la quasi contemporaneità di certe proposte provenienti
da case editrici diverse, probabilmente percepivamo inconsciamente
un desiderio comune a molti. Abbiamo quindi seguito questa fase
che si è concretizzata nella selezione di determinati autori e opere.
La
prima scelta, quasi obbligata, fu quella di Chester Brown e del
suo capolavoro “I never liked you”, uno degli autori più interessanti,
profondi e notevoli in un genere come quello “autobiografico” che
non ha avuto molto seguito qui in Italia. La sincerità di Chester
Brown è davvero insuperabile, unita a uno stile e a una tecnica
di disegno e di narrazione davvero raffinata. Il suo è solo un apparente
tratto minimale... in realtà ogni segno è perfettamente controllato
e voluto e i suoi stacchi e silenzi sono davvero insuperabili.
Se
Chester Brown è stata una scelta comune, si deve al mio socio Luca
la proposta di pubblicare due autrici davvero brave come Debbie
Drechsler e Jessica Abel, che pur lavorando entrambe nel fumetto
quotidiano, lo realizzano con stili e approcci completamente diversi.
Debbie Drechsler è una disegnatrice profondamente influenzata dalla
sua attività di illustratrice, che ha realizzato due opere molto
interessanti: Nowhere, una serie di cui al momento sono usciti cinque
episodi, tratta della vita di tutti i giorni di due sorelle che
si trovano catapultate in una nuova città, con tutti i problemi
e le difficoltà del caso. L’altra opera, che contiamo di pubblicare
in futuro, è Daddy’s girl, una vibrante storia che affronta il difficile
tema dell’incesto.
Jessica
Abel, già presentata al pubblico italiano tramite un numero di Schizzo
Presenta del Centro Fumetto A. Pazienza, scrive e disegna storie
autoconclusive e slegate l’una dall’altra di ragazzi di circa 25-30
anni che affrontano le difficoltà comuni di tutti noi. La sua forza
è in una narrazione che fa quasi “recitare” i vari personaggi, che
si muovono e parlano in maniera assolutamente credibile e realistica,
lontana dalle affettazioni e dagli stereotipi creati dalla pubblicità
e dalla cosiddetta “M-Tv Generation”.
Un
altro autore notevole è Jason Lutes, che con il suo Jar of fools,
narra la toccante storia di un gruppo di persone che si trovano
ai margini della società: un giovane prestigiatore fallito, ossessionato
dal possibile suicidio del fratello; la sua ex-fidanzata, che ha
dei problemi nel bar dove lavora; il mentore del protagonista, un
vecchio prestigiatore, che scappa in continuazione dalla casa di
riposo dove si trova; un truffatore che vive alla giornata assieme
alla figlia. Anche in questo caso, le capacità di narratore di questo
autore sono notevoli e, a differenza di tutti gli altri disegnatori
che pubblicheremo, ha un profondo legame con l’Europa e con la ligne
claire franco-belga.
Questa
fase realista subirà una leggera deviazione con altre due opere.
Stile e registri completamente diversi sono quelli di Brian Michael
Bendis, un autore (che il pubblico italiano sta iniziando a conoscere
come sceneggiatore, grazie alla serie Sam & Twitch, uno spin-off
di Spawn pubblicato da Marvel Italia) di cui pubblicheremo la sua
opera più importante, AKA Goldfish, un noir di oltre duecento pagine
che colpirà molto per la dinamica costruzione della tavola a fumetti,
nonché per la vivacità dei dialoghi e dei personaggi. Un’opera che
ha riferimenti e omaggia i film degli anni ‘40, ma con un gusto
tutto moderno.
Infine,
abbiamo anche un albo di Eddie Campbell, l’interessante disegnatore
del capolavoro di Alan Moore From Hell, di cui ci siamo assicurati
proprio l’adattamento di un’opera teatrale del geniale sceneggiatore
inglese: The birth caul. Si tratta di una complessa vicenda che,
partendo dalla morte della madre dello sceneggiatore, va a ritroso
nel tempo, mescolando la vita personale della donna alla storia
inglese. Un volumetto che sicuramente farà parlare (e forse dividerà
il pubblico) per lo stile narrativo adottato.
Passando
al fumetto italiano, dopo il libro Frontiera, continuiamo proponendo
Rosa di Strada, una miniserie di quattro numeri scritta e disegnata
da Massimo Semerano, un autore che ha lavorato su riviste come Frigidaire,
Dolce Vita, Cyborg, Rumore, Mondo Naif (prima serie) e che ormai
da troppo tempo non disegna più. Quella che narrerà sarà una storia
oscura, di ambientazione realistica, che si snoderà attraverso varie
città dell’Europa.
3)
ULTRAzine: Che cosa è per te il Fumetto?
OMAR
MARTINI: Per me il fumetto è un mezzo di comunicazione dalle
possibilità infinite, che spesso sono state esplorate solamente
in parte. E’ un mezzo di narrazione che in molti (troppi) paesi
viene identificato con un unico genere, ignorando (o rifiutando)
tutte le altre “variazioni” che può offrire. Ci sono così tanti
generi, autori e storie che considero la lettura del materiale di
un solo tipo o di un solo paese come estremamente limitante. Le
ghettizzazioni che spesso vengono fatte dai lettori di super-eroi,
manga, Bonelli o degli stessi estimatori dei cartonati d’autore
alla francese le trovo estremamente limitanti, ma soprattutto controproducenti,
non facendo assolutamente crescere un mercato e favorendo chi vuole
relegare il fumetto in una lettura di second’ordine.
4)
ULTRAzine: Oltre i titoli già noti avete altro in lavorazione o
lavori che vorreste pubblicare e/o sognate di pubblicare? Che ne
dici di Tomine, Kochalka, Seth?
OMAR
MARTINI: Due degli autori che citi (Tomine e Seth) erano nei
nostri programmi, ma la Phoenix Enterprise ha acquisito i diritti
e li dovrebbe pubblicare lei. Certamente ci sono degli autori che
ci piacerebbe pubblicare e può darsi che si riesca a stabilire un
qualche contatto. Se vuoi dei nomi, eccoteli: Paul Pope, Richard
Sala, Joe Matt, Craig Thompson, Dylan Horrocks... due fumetti che
adoro, ma che sicuramente non faremo mai invece, ma per ragioni
completamente diverse, sono Box Office Poison di Alex Robinson e
Acme Novelty Library di Chris Ware. Il primo è un fumetto americano
fino al midollo, che parla della vita (e dei problemi) di tutti
i giorni di un gruppo di amici a New York. E’ però anche un meta-fumetto,
in cui uno dei protagonisti lavora per un vecchio disegnatore, che
è la rappresentazione (abbastanza scoperta) di Jack Kirby e dei
problemi che ebbe con la Marvel per la perdita dei diritti delle
sue creazioni. Il segno (non proprio perfetto) e certe tematiche
lo rendono però al momento di difficile digeribilità per il nostro
pubblico. La seconda serie invece è un vero gioiello per gli occhi
e per la mente, realizzato da uno dei più bravi designer che lavorano
nel mondo del fumetto. Ogni numero è un oggetto a sé, con una propria
forma e grandezza (farebbe impazzire i collezionisti!), e con delle
storie molto rarefatte e sospese, di una rara bellezza. L’adattamento
italiano però sarebbe davvero folle per la mole di lavoro coinvolto,
nonché per il costo elevato con cui si sarebbe costretti a vendere
l’albo... però entrambi rimangono dei sogni nel cassetto.
5)
ULTRAzine: Un tuo parere sul panorama editoriale italiano. Quale
futuro?
OMAR
MARTINI: A mio parere il futuro editoriale italiano non potrà
prescindere assolutamente da un salto di qualità nei settori della
distribuzione e della promozione.
Se
la qualità delle case editrici medio-piccole, come Magic Press,
Hazard, Phoenix, Rasputin, Punto Zero, Kappa, è già elevata e si
sta elevando sempre di più il problema della promozione rimane quello
più forte. Attualmente si sta notando un incremento degli articoli
sul fumetto in riviste che non si occupano di fumetti; le librerie
tradizionali stanno allargando lo spazio ad esso dedicato... la
strada è sicuramente quella perché, oggettivamente, il pubblico
che frequenta le fumetterie è piccolo e se una casa editrice dovesse
basarsi esclusivamente su di esso potrebbe tranquillamente chiudere
immediatamente i battenti. L’aspetto importante è quello di allargare
la base e questo lo si può ottenere solo attraverso un aumento delle
“vetrine” dove trovare i libri. Ben vengano le librerie, ma anche
i centri sociali, i locali alternativi e tutti i posti dove si possono
trovare questi libri... senza però dimenticare le fumetterie. Sono
esse un punto molto importante e bisognerebbe trovare un modo per
poterle favorire e appoggiare il più possibile. Se il meccanismo
delle fumetterie (diverso da quello delle librerie) è quello del
conto assoluto (cioè tutto quello che è presente in una fumetteria
è già stato acquistato), che favorisce l’editore che sa già quanto
ha venduto, diventa però estremamente oneroso per il libraio che
deve comprare tutto, stando attento a quello che acquista perché
potrebbe restargli in magazzino. In una situazione come quella attuale,
dove c’è una vera e propria lotta degli sconti, la conseguenza è
che il libraio spesso non rischia. Forse una soluzione potrebbe
essere quella di un acquisto metà in conto assoluto e metà in conto
vendita, però questa è solo una modesta proposta. L’obiettivo sicuramente
da raggiungere è quello di far esporre il più possibile i fumetti.
Quando in Italia vengono pubblicate opere come Cronaca del grande
male, Love & Rockets e i volumi di Eisner, diventa quasi un
imperativo morale!
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