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Sala di Troia
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Costruito da Giulio Romano dal 1536 al 1539 su commissione del duca Federico Il. Fu per qualche tempo la residenza ufficiale della famiglia ducale, poi passò ad ospitare gli ospiti di riguardo. Lo compongono: la bellissima Sala di Troia affrescata da Giulio Romano con scene tratte dal poema omerico; la Sala delle Teste così chiamata per la bellissima serie di teste un tempo inserite nelle nicchie clipeate delle pareti; il famoso gabinetto dei Cesari, nel quale il grande Tiziano Vecellio ha dipinto i mirabili ritratti degli imperatori romani. Da segnalarsi per la ricchezza delle decorazioni i camerini dei "Falconi" e degli "Uccelli".

Gli stupendi affreschi di questa sala furono eseguiti dagli allievi di Giulio Romano, sotto la sua supervisione, tra il 1538 al 1539. Tra quegli allievi spiccano i nomi di Anselmo de Ganis, Rinaldo Mantovano, Fermo da Caravaggio e Nicolò da Faenza detto il Figurino. A partire dalla sinistra della porta di ingresso gli affreschi raffigurano le seguenti scene mitologiche: "il giudizio di Paride", che narra la vicenda del giovane troiano, arbitro della contesa di bellezza tra Afrodite, Era e Atena; "Teti consegna le armi ad Achille"";" I greci si preparano ad entrare nel Cavallo"; "Vulcano fabbrica le armi per Achille"; "Lacoonte e i suoi figli assaliti dai serpenti", nel quale vediamo la tragica fine che Atena serbò per il saggio sacerdote troiano e per i suoi figli; "Aiace è fulminato sullo scoglio"; "il ratto dì Elena e il sogno di Ecuba". Per la scelta e la descrizione delle scene più salienti dell’opera omerico, Giulio Romano si servi dell’aiuto del letterato di corte Benedetto Lampridio.