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MANTOVA    

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Città d’arte, capoluogo di provincia della Lombardia, situata nella Bassa Padana, nel punto in cui il fiume Mincio si allarga per dare vita a un lago che cinge la città su tre lati; il lago è attraversato da due viadotti che lo dividono in lago Superiore, Inferiore e di Mezzo. La città è sede di fiorenti attività agricole, commerciali e industriali.
Ha dato i natali al poeta Virgilio.

Insediamento etrusco, passò ai Galli Cenomani e poi ai Romani; sottomessa da Goti, Bizantini, Longobardi e Franchi, divenne possedimento dei Canossa alla fine del X secolo. Conquistata la libertà comunale, la città visse un secolo di inquietudine prima di divenire dominio dei Bonacolsi (1273) e poi dei Gonzaga (1328-1707). Tra il XV e il XVI secolo si ebbe il periodo di maggior splendore della città. lì saccheggio del 1630 da parte delle truppe imperiali segnò l’inizio della decadenza; caduta sotto gli Austriaci e i Francesi, che la conquistarono per due volte, la città legò il suo nome alle vicende risorgimentali con gli undici martiri di Belfiore.

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Centro delle attività politiche e culturali della Mantova risorgimentale era piazza Sordello, sulla quale prospettano il duomo e il palazzo ducale. Dalla piazza si accede anche al museo del Risorgimento, dedicato quasi interamente agli undici martiri di Belfiore.

Il duomo, dedicato a san Pietro, venne ricostruito nel XVI secolo sul luogo di un precedente edificio, lì massiccio campanile è di età romanica mentre la facciata venne eretta nel Settecento da Nicolò Baschiera. L’interno a pianta basilicale, dalle forme armoniose, fu disegnato nel 1545 da Giulio Romano che lo volle a cinque navate su colonne architravate. Nella navata destra si trovano un pregevole sarcofago paleocristiano a rilievi del V secolo e il battistero con resti di affreschi del XIV-XV secolo. Nel catino absidale è l’affresco Trinità con la Vergine e Giovanni Battista, eseguito da Domenico Fetti nel XVII secolo; dalla navata sinistra si accede alla cappella dell’Incoronata, dalle armoniose forme quattrocentesche attribuite a Luca Fancelli.

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I due edifici a portici che chiudono a est la piazza rappresentano i nuclei più antichi del palazzo ducale, la reggia dei Gonzaga, complesso architettonico composto da più corpi di fabbrica costruiti tra il XIII e il XVIII secolo. Una visita della durata di un’ora e mezzo permette di visitare i principali ambienti fra i 500 presenti nella reggia. Tra questi sono la sala dei Principi in cui, recentemente, sono stati riportati alla luce affreschi e sinopie del Pisanello; l’appartamento degli Arazzi, con repliche degli arazzi fiamminghi eseguite da Raffaello e qui conservate; l’appartamento ducale, della fine del XVI secolo e caratterizzato da soffitti splendidamente ornati

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La visita prosegue con l’appartamento dei Nani, costituito da ambienti di dimensioni ridotte (XVIII secolol; l’appartamento delle Metamorfosi, decorato con scene tratte dall’opera omonima di Ovidio; la Rustica o appartamento estivale progettata da Giulio Romano e successivamente rimaneggiata e, ancora, la galleria della Mostra, che si apre sul bel cortile della Cavallerizza, disegnato dal Bertani. Dalla galleria dei Mesi, attraverso una serie di sale affrescate e ornate di stucchi nei XVI secolo da Giulio Romano si accede alla maestosa sala del Manto. Di particolare interesse al suo interno sono gli affreschi scoperti recentemente, che apparterrebbero a un ciclo cavalleresco dipinto forse dal Pisanello tra il 1446 e il 1447.

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Dalla sala del Manto attraverso uno scalone si accede al castello di S. Giorgio, eretto alla fine del XIV secolo da Bartolino da Novara.

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Nel castello si trova la celeberrima camera degli Sposi, superbamente affrescata dal Mantegna nel 1474 con scene della vita dei Gonzaga. Il palazzo accoglie anche nei suoi ambienti alcune raccolte museologiche; la raccolta archeologica ospita materiale preistorico, egizio, greco e romano. La raccolta di sculture di epoca medievale e rinascimentale annovera il mirabile busto di Francesco Il Gonzaga, attribuito al Mantegna, e il sarcofago quattrocentesco di Margherita Malatesta eseguito dai delle Masegne. Nella galleria sono conservate le tele con i Duchi e le duchesse Gonzaga di Rubens, la Cacciata dei Bonacolsi di D. Morone (1494) e dipinti di Foppa, Bonsignori, Giulio Romano, Tintoretto, D. Petti e altri. Al piano superiore del palazzo dell’Accademia Virgiliana, in via Accademia Idalla bella facciata del Piermarinii, si trova il teatro scientifico o accademico. L’ambiente è una raffinata opera tardobarocca di Antonio Bibiena 117691. Al piano superiore è una biblioteca con preziose edizioni di opere virgiliane.

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Su piazza dei Broletto sorge il palazzo del Podestà, o broletto, costruito nel XIII secolo e modificato dal Fancelli nel Cinquecento. Il retro del broletto prospetta su piazza delle Erbe, cinta da edifici medievali che le conferiscono un aspetto pittoresco, tra cui sono importanti costruzioni. Tra queste il palazzo della Ragione, con merli e trifore, eretto alla metà del XIII secolo e rimaneggiato nel XVI secolo con l’inserimento di un portico al pianterreno. A fianco è la torre dell’Orologio opera di Luca Fancelli del 1473. Sempre sulla piazza si trova la romanica rotonda di S. Lorenzo, eretta nelI’XI secolo con pianta circolare e piccola abside.

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La chiesa di S. Andrea, opera notevole del Rinascimento, venne disegnata da L.B. Alberti nel 1470 e costruita dopo la sua morte (1472) da Luca Fancelli che la terminò nel 1494. La cupola, aggiunta tra il 1732 e il 1782, venne disegnata da Filippo luvarra. La facciata, elegante e imponente, è di forma classica e ricorda gli archi trionfali romani. Accanto è un campanile gotico cuspidato (1413); sotto il vestibolo, con volte a cassettoni, è un portale con tini rilievi dei primi anni del XVI secolo. L’interno, d’impronta classica, è a navata unica con volta a botte e transetto. Tra le numerose e notevoli opere d’arte che arricchiscono la chiesa vanno ricordate la Vergine in trono e santi, dipinta da Lorenzo Costa nel 1552 e conservata nella seconda cappella a sinistra. Nella prima cappella a sinistra è la tomba diAndrea Mantegna (morto nel 1507), con un busto bronzeo che la tradizione vuole sia stato scolpito dallo stesso pittore e, alle pareti, affreschi eseguiti da artisti della sua cerchia.

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Da piazza Mantegna, seguendo via Roma, si giunge in piazza Martiri di Belfiore da cui si imbocca via Frattini, affiancata da numerose costruzioni; dapprima si incontra un edificio settecentesco oggi adibito a scuola, poi un quattrocentesco palazzo, decorato con statue in terracotta, quindi l’imponente mole del seicentesco palazzo Valenti e la casa Andreasi (13), del XV secolo.

Sulla facciata a capanna della chiesa romanicogotica (Xli secolo) di S. Marta di Gradaro, spiccano il portale ogivale e il rosone; interno, decorato nel XVI secolo, conserva nell’abside resti di affreschi duecenteschi.Tornando verso ovest si raggiunge il grandioso palazzo Te, villa realizzata nel 1525 da Giuio Romano per volere di Federico Il Gonzaga. La costruzione, nello stile maturo del Rinascimento, prende il nome dalla località di Teieto, nella quale sorge. La villa, a pianta quadrata, è distribuita su di un solo piano con cortile centrale, in fondo al quale si trova il raffinato casino della Grotta. All’interno è una ricca decorazione dovuta a Giulio Romano e alla sua cerchia. Da notare, tra i vari ambienti, la sala dei Cavalli, quella di Psiche, quella di Fetonte, degli Stucchi e dei Giganti.

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Nel palazzo è ospitato il museo civico palazzo Te, suddiviso in varie sezioni, con opere di artisti mantovani dalla seconda metà del XIX secolo al 1950 e opere di altri artisti italiani del Novecento. Nel museo si trovano anche la sezione permanente gonzaghesca, con reperti, pesi e misure dal 1328 al 1707 e la collezione egizia di G. Acerbi costituita da circa 400 reperti, Nella via Acerbi si trova  S. Sebastiano, chiesa progettata in forme sobrie ed originali da L.B. Alberti nel 1460. La facciata, svilita da un brutto restauro eseguito nel 1925, è conclusa da un timpano. L’interno a croce greca, il primo di tutto il Rinascimento, è costituito da un vasto vano quadrato privo di decorazioni; sulla destra un sarcofago conserva le spoglie di tre martiri di Belfiore.

Di fronte alla chiesa è la casa del Mantegna, realizzata nel 1476, probabilmente dall’artista stesso; interessante il cortile circolare interno. Restaurata, la casa è attualmente adibita a mostre temporanee.Nei paraggi, in via Poma, è il cinquecentesco bel palazzo di Giustizia, imponente costruzione seicentesca, tardomanierista, con cariatidi sulla fronte. Quasi di fronte si trova la casa di Giulio Romano, di forme classicheggianti, progettata dall’artista medesimo nel 1544.

In altra parte della città, presso il lago superiore, è la chiesa di S. Francesco, eretta nel XIV secolo, con facciata gotica in cotto (restaurata), bel portale e rosone. L’interno, a tre navate e con profondo presbiterio, conserva resti di affreschi eseguiti tra i secoli XIII e XVI; all’interno della cappella dei Gonzaga sono degli interessanti affreschi eseguiti da Tommaso da Modena nel XIV secolo.

Nella vicina piazza d’Arco prospetta il palazzo d’Arco, settecentesco, dal bel cortile. Nel giardino si trovano i resti di un palazzo quattrocentesco con un salone decorato da affreschi del Cinquecento attribuiti al Falconetto,

Gastronomia: tortelli di zucca, agnoli dei Gonzaga, risotto alla mantovana o alla pilota, stufato alla mantovana, frittata di rane, frittate di cipollotti, torta sbrisolona.

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