POZZIS (Comune di Verzegnis)

 

 

 

Il primo paese che l'Arzino incontra, poco dopo la sorgente, è Pozzis. Abbandonato da quasi mezzo secolo dai suoi originari abitanti, si trova nel territorio del comune di Verzegnis, sotto l'amministrazione provinciale di Udine.

 

 

 

In alto: una panoramica del paese di Pozzis ripresa da sud, con in primo piano la chiesetta dedicata alla Madonna delle Grazie cui è annesso anche un piccolo cimitero. In passato è stata oggetto di contesa tra i parroci di Verzegnis e di San Francesco.

Sotto: ecco invece come appare da nord, a chi proviene dalla valle di Preone.

Pozzis è di recente salito agli onori della cronaca per una vicenda di sangue che ha visto tragico protagonista Alfeo Carnelutti, conosciuto con il soprannome di "Cocco", un singolare personaggio che aveva come unico sogno il ridare vita ad un paese fantasma; un sogno che alla fine ha ingoiato tutto, anche il suo desiderio di preservare un angolo di terra che per lui rappresentava un Eden popolato di cavalli, capre, mucche, galline, black music e ... Harley Davidson.

 

Articolo di Umberto Sarcinelli pubblicato su "Il Gazzettino" del 24 marzo 1999, sulla scia del clamore generato dalla scoperta di un omicidio consumato tra le case di questo paese.

Pozzis ha tutto il fascino del "paese dell'orrore e della follia". Quelle quattro case nell'alta valle dell'Arzino, con i muri che perdono sassi a ogni intemperie, racchiudono segreti e storie che a pochi è dato di sapere. Molte di queste pagine sono ormai parte della storia, come l'epidemia di isterodemonopatie (possessioni demoniache), che colpì tutto il comune di Verzegnis nel 1972 o gli episodi della prima e della seconda guerra mondiale. Ma l'atmosfera di questo paese fantasma, abbandonato definitivamente dagli abitanti agli inizi degli anni sessanta è un qualcosa di impalpabile. Sono i luoghi che suscitano strane inquietudini. Pozzis è una frazione di Verzegnis, ma è isolata da questo dal monte Pizzat. La sede comunale e gli altri paesi sono sul versante nord, nella valle del Tagliamento. A dividerli la Sella Chianzutan, ora asfaltata e percorribile con facilità, ma fino a non molti decenni fa non certo agevole da superare. A sud c'è la stretta dell'Arzino, prima di arrivare a S. Francesco, in comune di Vito d'Asio, ora provincia di Pordenone. Un paese condannato inevitabilmente all'isolamento, dunque. Anche perché la nuova strada è stata tracciata qualche centinaio di metri sopra le case, in un versante scosceso, tagliandolo fuori ulteriormente dai collegamenti. E l'amenità dei luoghi (un torrente cristallino, poco più su le spettacolari cascate, i boschi di faggio) contrasta sinistramente con l'abbandono delle case. Isolamento vuol dire anche un passato che evoca emozioni antiche, ancestrali paure. Qui era luogo di agane e di salvans, qui le creature del mondo pagano si fondevano con una religiosità primordiale. Non può stupire che nel 1872 tale Margherita Vidusson, una ragazza di 25 anni, manifestasse di essere posseduta dal demonio, dando vita a una epidemia che coinvolse altre 24 ragazze e un giovane carabiniere. Tutto era cominciato dopo la predica di un domenicano alla "fiesta dai spiritaz" di Clauzetto, un esorcismo collettivo diventato festa religiosa ("dal perdon"). Tutto finì con l'intervento di un medico udinese massone e illuminato, Giuseppe Chiappolino, che tra l'altro ci ha lasciato una splendida relazione che è uno spaccato interessantissimo sulla vita di allora. Pozzis è protagonista anche nella prima guerra mondiale, con la Quarta armata alpina che cerca, scendendo dalla Carnia, di congiungersi alla Terza, ma trova nel mezzo gli austrotedeschi: massacri e terrore. E entra anche nella seconda guerra mondiale, diventando un luogo ideale per i resistenti della Brigata Garibaldi della Val d'Arzino: anche qui uccisioni e terrore.

 

L'occasionale visitatore in transito per Pozzis, magari alla ricerca di formaggio di capra, era accolto da una scritta posta sulla parete in legno della stalla, abbinata ad una pelle di volpe inchiodata e alle corna di una capra con il teschio.

Nel 1982, il regista Pasquale Festa Campanile girò a Pozzis alcune scene del film "Porca vacca", con Renato Pozzetto e Laura Antonelli.

     

 

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