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Poichè dalla
propria storia possono sempre arrivare preziose indicazioni e stimoli per
superare momenti e situazioni che possono anche apparire insormontabili,
pubblichiamo lo stralcio di un articolo apparso sul Messaggero Veneto, nel
1949, per ricordare l'arrivo a Pielungo e S. Francesco dell'energia
elettrica, su iniziativa della popolazione.
Il Sindic,
Cav. Giovanni Marin, in spadola al Sergio dai Tinei
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Indice Pielungo
Indice S. Francesco
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Si tratta di una lezione di efficienza e spirito di iniziativa,
doti che dovremmo cercare di far riaffiorare più spesso, nell'interesse della
nostra Valle.
"... Mancava ancora un'opera alle realizzazioni di Giacomo Ceconi, opera
che lo stesso non poté compiere, per il sopraggiungere della morte.
Passarono gli anni in studi, richieste, domande.
Tutto fu vano. La spesa era troppo elevata, gli utenti troppo
pochi.
Nessuna Società elettrica poteva quindi averne interesse, né
esisteva più un mecenate della grandezza di Giacomo Ceconi.
Ma le cose maturano sempre col tempo e con le circostanze. Così
avvenne che un giorno pochi uomini, di poche parole, nell'osteria del paese
con il sindaco Giovanni Marin decisero di tentare da soli.
L'impresa era ardua: quindici chilometri di linea di alta tensione, venti
circa di bassa, quattro cabine di trasformazione, un migliaio di pali per
allacciare tutte le borgate, da Pradis di Sopra a Pielungo, S. Francesco e
Oltrefoce.
Venti milioni circa di spesa, più altri sei per gli impianti
interni che dovevano gravare solo su 200 utenti.
Gli uomini si guardarono severi, pensando forse, allora, alle
opere presenti di Giacomo Ceconi e chinarono il capo in segno di assenso.
La Società Elettrica del Tul, alla quale si allaccia il nuovo impianto, diede
la sua collaborazione tecnica ed ogni possibile agevolazione.
La Postbellica concorse nella spesa con 2 milioni di lire, il
Comune con 300 mila lire. L'Ente per l'Economia montana, che tanto ebbe dalla
generosità della Contessina Magda Ceconi, offrì duecento pali.
La popolazione tutta si mise all'opera. Le donne scavarono
buche. Gli uomini tagliarono piante, trasportandone i pali...
Laborioso lavoro dell'intera popolazione che, con tenace volontà, compatta,
scavalcò ogni ostacolo, superò la prova e la luce fu!"
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