CARLO LEOPOLDO LUALDI

Alta tecnologia in Val d'Arzino

Produrre ferri chirurgici nel Friuli del dopoguerra, ed in particolare in un piccolo paese come Anduins, esigeva più fantasia che razionalità. Ma specialmente di fantasia e lungimiranza è stato ricco Carlo Leopoldo Lualdi.

I testi e le immagini sono liberamente tratti dalla monografia "Al centro... l'uomo" pubblicata nel 1996 a cura della LIMA, in occasione del cinquantenario di fondazione.

 

 

 

 

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La LIMA ha in catalogo prodotti per l'impiego aeronautico (componenti per velivoli), prodotti per l'impiego motoristico (componenti per motori, turbine etc.), prodotti per l'impiego meccanico (componenti antiusura, sollevamento, meccanica in generale).

Diversi sono stati i modelli di elicottero costruiti dalla Aerlualdi tra il 1953 ed i primi anni '60. Nel 1961, all'aeroporto parigino di Le Bourget , una di queste macchine si classificherà al terzo posto nelle prove di velocità.

Quando nella primavera del 1945 Carlo Leopoldo Lualdi decide di spiccare il volo, confidando nelle proprie ali e aiutato dalla moglie Fiorenza Querini, certo non parte da zero. Ha trentacinque anni e, alle spalle l'esperienza maturata dirigendo lo stabilimento Mangiarotti di Codroipo, impegnato nel campo degli esplosivi. Nulla a che vedere comunque, con quel suo proposito di cimentarsi nella meccanica di precisione, un settore privo di tradizioni nel grande contado friulano, uscito stremato dal conflitto bellico. Tanto più che per impiantare la nuova fabbrica ha scelto Anduins, un piccolo paese disposto lungo i contrafforti della montagna che si apre nella VaI d'Arzino.
La LIMA (Lualdi Industrie Meccaniche Anduins), di cui affida al fratello Paolo la gestione amministrativa, nasce così, tra i viottoli sassosi di un borgo immerso nella quiete dei suoi boschi di lecci antichi. Di origini lombarde, nella sua azione riesce a saldare il pragmatismo meneghino al rigore friulano. Quando ad Anduins viene allestita la prima officina, la guerra non è ancora finita e il paese ha bisogno di tutto. C'è l'emergenza dell'essenziale; la necessità di ripristinare quanto si è dissolto nel rogo del grande conflitto. Lualdi è attento all'evoluzione del sistema industriale in Italia e all'estero, ai bisogni emergenti che si manifestano nel tessuto sociale del paese. Provvede costantemente all'aggiornamento della fabbrica che via via si ingrandisce. Idea congegni meccanici e macchine di nuovo tipo, fino a costruire un prototipo di elicottero che viene allestito con tecnologia completamente italiana. Questo apparecchio costituisce un capitolo a sé nella vicenda di Anduins, ma tuttavia diventerà il fiore all'occhiello dell'Ingegnere, il simbolo della sua fantasia e del suo ingegno. In seguito i fatti dimostreranno che quel prototipo, che poteva apparire come una divagazione hobbistica, finirà per dare alla LIMA sbocchi produttivi, fino ad allora impensabili.
Nel frattempo la fabbrica continua a produrre strumenti chirurgici. Una svolta significativa avviene nel 1968 quando, per la morte del fratello Paolo, Carlo Lualdi affida la responsabilità amministrativa dell'azienda al figlio Gabriele, che diviene amministratore a soli 24 anni. Per la LIMA è l'inizio di una nuova fase che porta nel '70 alla costruzione di un nuovo stabilimento a Flagogna, nel comune di Forgaria.
Negli anni successivi Gabriele Lualdi si applica allo studio delle possibilità di utilizzo del titanio, un metallo che era ancora poco conosciuto negli impieghi industriali.
Dopo un periodo trascorso in Gran Bretagna per approfondire la conoscenza di un campo così ricco di prospettive. La LIMA è stata la prima azienda italiana a impiegare il titanio nella produzione di strumenti chirurgici e della componentistica aeronautica.
Si aprono così per l'azienda nuovi mercati nell'industria aeronautica e automobilistica, divenendo fornitore delle principali case, anche grazie al nuovo stabilimento di Avellino.
Il sisma del '76 si abbatte improvviso, in un momento così stimolante e ricco di fervore per la LIMA. Lo stabilimento di Anduins è distrutto, quello di Flagogna riporta danni gravissimi. Ma la volontà e il carattere prevalgono sulle avversità: viene ripristinata l'unità di Flagogna e in 10 mesi lo stabilimento di Anduins è ricostruito a Casiacco, una frazione sempre del Comune di Vito d'Asio, del quale Gabriele Lualdi era in quel periodo Sindaco. Alla fine degli anni '70 la LIMA è una tra le prime aziende al mondo a sviluppare la tecnologia del titanio nella realizzazione di protesi per le articolazioni ossee. Vengono ideate e brevettate nuove artroprotesi di ginocchio ed anca che subito si affermano sui mercati europei. E' una produzione sofisticata che in breve tempo sostituisce quella degli strumenti chirurgici. Il 16 gennaio 1980 Carlo Lualdi muore. E' una perdita grave per tutto il Friuli. Esce di scena una delle figure più rappresentative del grande cambiamento avvenuto in questa regione a partire dal dopoguerra, che si è risolto nell'affermazione di un'industria agguerrita, all'avanguardia, la quale soppianta i moduli di un'agricoltura arcaica e si impone su scala internazionale, ribaltando i vecchi schemi dell'emigrazione. Il cambiamento è epocale. Non si esportano più braccia, ma cervelli. Con la scomparsa di Carlo Lualdi la totale responsabilità delle aziende passa ai figli, Gabriele e Carla che danno un'iniezione di energie esuberanti, pur non perdendo di vista gli ammaestramenti del passato e i significati della tradizione.
Continua l'espansione nei settori tradizionali (medicale, meccanico e aerospaziale) e nel 1992 viene costituita la società TAV (Tecnologie Aeronautiche Venezia) per unire le tecnologie e le capacità produttive della LIMA a quelle di altre due aziende italiane, leader nelle forniture di componenti aeronautiche. Attualmente il Gruppo è presente con la propria produzione sui principali mercati mondiali. Il suo programma è affrontare la sfida dei prossimi anni contando sulla propria autonomia, sulla sperimentata imprenditorialità dei manager e sulla professionalità degli uomini che compongono l'azienda, di cui costituiscono l'autentico patrimonio.