LA CHIESA DI CASIACCO

In un paese in cui convivono forti legami con la tradizione e siti industriali ad alta tecnologia, anche la chiesa rispecchia questo dualismo: linee ardite e decise che inglobano il vecchio campanile, garante della continuità..

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Progettata dall’architetto Gianpaolo Bortoluzzi di Pordenone, la nuova chiesa di Casiacco è stata ufficiamente aperta al culto domenica 4 gennaio 1987, con una sontuosa cerimonia alla presenza del Vescovo di Concordia-Pordenone. Al suo interno è ospitata una Via Crucis realizzata dal pittore Gian Carlo Prior di Portogruaro.

Il colpo d’occhio sull’ingresso che si ha dall’altare maggiore.

Lo splendido tabernacolo risparmiato dal sisma, con doratura in foglia d’oro zecchino, che fu trasportato dalla parrocchiale di Vito d’Asio nel ‘500, su imperio del vescovo Nores, in attuazione dei decreti del Concilio di Trento, che istituivano i tabernacoli per l'eucarestia, da porre al centro dell'altare. Quest’ultimo era disposto in modo che il sacerdote volgesse le spalle ai fedeli.

  

Nella ricostruzione della chiesa di Casiacco, si è cercato di valorizzare e rendere presenti nel ricordo del passato, le due preesistenze più significative: il Campanile ed il vecchio Altare maggiore. La pianta della nuova chiesa è ad elle e si dispone a lato del basamento della torre campanaria, creando uno spazio che funge da filtro tra interno ed esterno. Il Campanile diviene così il punto focale del complesso, accentuato dalla presenza del grande tetto in rame a due falde spioventi che, con la semplice facciata bianca triangolare, si affaccia sulla piazza principale. L'interno viene illuminato attraverso la vetrata d'ingresso. Un'altra grande apertura illumina la zona presbiterale nell'area retrostante: viene lasciato in vista il piccolo giardino ricavato nel vecchio catino absidale, con al centro il preesistente e restaurato altare maggiore, rivestito di marmi preziosi. Il presbiterio con il nuovo altare maggiore, il prezioso dorato tabernacolo e l'ambone, si allunga su un lato dando spazio alla statua della Vergine e ai Santi Patroni. Nell'area retrostante è stato costruito un corpo più basso, con la sacrestia al piano terra, magazzino e centrale termica al piano interrato. Nella scelta dei materiali si è cercato di attenersi ad una rigorosa semplicità dettata dall'ambiente circostante e dalla funzione dell'edificio. Le strutture portanti antisismiche delle facciate, sono state rivestite all'esterno con graniglia di marmorino color chiaro e dipinte di bianco all'interno. Il grande tetto a due spioventi, dall'abside agli ingressi, è sorretto da grandi travature lamellari in legno, disposte a raggiera e convergenti verso la torre campanaria. Le pareti interne, lungo tutto il perimetro, sono state rivestite con tavole in legno tinteggiato che s'innalzano fino al tetto nella zona absidale. Le pavimentazioni interne sono in lastre di pietra locale levigata. Iniziata nel 1985, la ricostruzione è terminata l'anno successivo e, con una sontuosa cerimonia, domenica 4 gennaio 1987, alla presenza del Vescovo di Concordia-Pordenone, ne è stata decretata l’apertura al culto. Dopo la ricostruzione della Parrocchiale "S. Osvaldo", oltre alla realizzazione di due edifici abitativi e alla casa canonica che chiudono lo spazio a levante della piazza, si è provveduto al riassetto definitivo di quest’ultima. Prima del terremoto, la piazza consisteva in una grande area inclinata ed indifferenziata, in cui era posto al centro il Monumento ai Caduti. Con una sofferta decisione dell'Amministrazione Comunale e dell’intera comunità, si è optato per il trasferimento del monumento nel piazzale del cimitero. La piazza è stata concepita a più livelli, collegati da scalinate e rampe a spazi pedonali. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con lo scultore Simon Benetton. Una scultura bronzea, formata da due ali che si congiungono verso l’alto, è stata collocata nel punto focale sud, diventando un simbolico ingresso alla piazza e quindi anche alla Chiesa.

 La vecchia chiesa

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