SPELEOLOGIA A PRADIS

 

 

Museo Civico di Pradis

In questi luoghi sono stati ritrovati fossili, materiali archeologici e reperti paleontologici, come punte di freccia o raschiatoi. I ritrovamenti pių interessanti sono senza dubbio l'Ursus Speleus ed uno scheletro dell'uomo preistorico, in fase di datazione. Č inoltre in avanzata fase di allestimento un museo, voluto dal Gruppo Speleologico e dal Comitato Culturale, che raccoglie i reperti delle grotte.

 

 

 

 

 

 

 

 

Le prime esplorazioni speleologiche di Gerchia

 

Nel 1946, Ugo Baschiera e Fabio Forti visitano la prima parte dell'inghiottitoio di Gerchia e molte grotte nella forra del torrente Cosa. Solo nel 1949 incomincia lo studio e il rilevamento delle cavitā di Gerchia da parte della "Commissione Grotte" S.A.G. di Trieste, con la presenza di Ugo Baschiera, Fabio Forti, Carlo Finocchiaro, Tullio Tommasini, Coloni, Maucci, Eugenio Boegan, che porterā alla scoperta e al rilevamento delle maggiori cavitā: Fossa del Noglar (2800 m), La Val (1700 m), Inghiottitoio dell' Osteria di Gerchia (766 m), Inghiottitoio dell'Arco Naturale (687 m) e Inghiottitoio di Fornez (343 m). Il complesso formato dalle grotte La Val, Noglar, Mainarda, e dall'Inghiottitoio a NW di Battei č il terzo del F.V.G., con 6724 m. di sviluppo e 343 m. di profonditā.

 

 

 

Le grotte Verdi di Pradis

 

Nel 1965 inizia l'avventura di Don Terziano Cattaruzza, che vede nella valorizzazione degli Andri di Gerchia la possibilitā di sviluppo della comunitā di Pradis. Aiutato dalla popolazione e in particolare da un gruppo di ragazzi di Pradis, allievi dell'istituto Bearzi di Udine (i "Magnifíci 7"), incomincia i lavori di sistemazione delle grotte e la realizzazione della scalinata che porta alla forra del torrente Cosa.

 

 

 

Il Gruppo Speleologico Pradis

 

Fondato nel 1966 č il primo gruppo speleologico della destra Tagliamento, nato in seguito alla passione dei giovani di Pradis, che avvertono la necessitā di avere una struttura ufficiale per proseguire lo studio e la ricerca sulle cavitā locali.

 

 

 

Fulvio Comin scrive sul Popolo (2-7-67)

 

Il Gruppo Speleologico Pradis (a quanto ci hanno detto composto da 22 giovani, scarsi di materiale tecnico ma molto ben allenati, se non altro dal fatto che le grotte sono abituati a percorrerle sin da bambini avendole fuori della porta di casa) ha iniziato una serie di ricerche che sono poi state valorizzate dal parroco, vorremmo aggiungere, con un intervento di estrema intelligenza per l'economia di tutta la popolazione del luogo."

 

 

 

I primi ritrovamenti preistorici

 

Le grotte di Pradis forniscono diverso materiale archeologico e preistorico. Nel corso di alcuni sopralluoghi sono state trovate infatti: ossa di orso delle caverne, cocci di vasi e numerose selci, che dimostrano con certezza che le grotte del luogo erano abitate.

 

 

 

1967 - Primo Natale nella grotta di Pradis

 

I gruppi speleologici della Destra Tagliamento hanno assistito alla Messa di mezzanotte nella grande cavitā di Pradis. La manifestazione ha richiamato un gran numero di persone che hanno percorso la prima parte dell'orrido della forra del torrente Cosa, alla luce delle torce.

 

 

 

1968

 

Nel corso del 1968 si continua la ricerca di nuove cavitā e il recupero di materiale preistorico affiorante nelle grotte di Pradis. Si inizia il lavoro di scavo e di sgombero del materiale che intasa la caverna 2 nella forra del Cosa.

 

 

 

Inaugurate ufficialmente le Grotte Verdi di Pradis

 

Il 10 dicembre 1968 con la presenza dell' On. Fioret, dell'Assessore regionale Giust e dei Consiglieri Frattini e Rigutti, si inaugurano le Grotte Verdi. Il gruppo allestisce una fiaccolata e il presepio per la seconda Messa di mezzanotte nelle grotte di Pradis. Al termine della cerimonia vengono conferite le insegne di "soci ad honorem" all' On. Fioret, all'Assessore regionale Giust, al presidente del Comitato per lo Sviluppo Turistico della Provincia di Pordenone dott. Zuliani. Infine si annuncia il progetto di istituire nelle grotte di Pradis il Tempio Nazionale della Speleologia.

 

 

 

Cerimonia d'apertura della mostra di reperti antichi

 

L'Assessore Regionale all'Istruzione e alle Attivitā Culturali cav. Bruno Giust inaugura la mostra-museo, allestita dal gruppo speleologico nel mese di luglio 1969, che riassume l'attivitā di ricerca e di studio compiuta in questi anni nelle grotte locali.

 

 

 

1970 Preromano lo scheletro di Pradis?

 

Continua l'attivitā di ricerca di nuove cavitā: a Pradis , durante una perlustrazione della zona del Rio Secco, vengono ritrovate alcune ossa umane.

 

 

 

Il Gazzettino del 16-9-1970

 

"Il ritrovamento risale ai giorni scorsi ed č stato opera del gruppo speleologico di Pradis di Sotto, sempre particolarmente attivo. Si tratta di uno scheletro umano privo di una gamba e di metā del secondo arto inferiore. E' stato trovato quasi in superficie, in una grotta percorsa da acqua sorgiva, che l'ha riportato alla luce chissā dopo quanti anni. Il ritrovamento č importante per uno studio non soltanto dell'habitat, ma anche dei primi insediamenti umani nella zona prealpina". L'Istituto di Antropologia dell'Universitā di Padova ha visionato i reperti. Ad una prima analisi sembra che risalga al periodo preromano."

 

 

 

Scavi nelle Grotte Verdi

 

Inizia lo scavo del riparo 1, condotto dall'Associazione Nazionale per Aquileia e dall'Istituto di Geologia dell'Universitā di Ferrara, sotto la direzione del dott. Giorgio Bartolomei .

 

 

 

Ricordāti gli speleologi caduti

 

A conclusione della Messa di mezzanotte, alla quale ha assistito folla eccezionale ( 1200-1300 persone ), č stato inaugurato un cippo commemorativo degli speleologi caduti in tutta Italia dal dopoguerra ad oggi. I nomi scritti sulla lapide sono quelli di Marisa Bolla, Bruno Boschi, Fulvio Breschi, Valentino Brunale, Dario Cresci, Enrico Davanzo, Luigi Donini, Virgilio Erbisti, Lucio Mersi, Carlo Pelagalli, Gianni Piatti, Paolo Picciola, Federico Pez, Eraldo Saracco e Marino Vianello.

 

 

 

Scoperta della grotta "Giordani" (Inghiottitoio a NW di Planelles) da "Il Gazzettino del 26-9-1971"

 

"Da una prima esplorazione presenta le analoghe caratteristiche dei meandri della nota grotta di La Val, che si trova assai vicina. Nei prossimi gíomi proseguiranno altre esplorazioni per studiare il sifone che per ora impedisce di proseguire. Come č avvenuto in altre grotte, come prima sorpresa, gli speleologi hanno trovato un piccolo arsenale di armi della prima e seconda guerra mondiale. Le armi sono estremamente corrose ed inutilizzabili dato il carattere torrentizio della grotta."

 

 

 

Continuano gli scavi nelle Grotte Verdi

 

Gli scavi condotti dal prof. Bartolomei continuano nel riparo II delle Grotte Verdi.

 

 

 

Dal 1972 al 1974 proseguono le varie attivitā

 

L'attivitā del gruppo continua con vari corsi di approccio alla speleologia, ricerca di nuove cavitā e le tradizionali Messe di mezzanotte in Grotta.

 

 

 

La Grotta dell'Orso (Risorgiva 1 ad ovest di Ominutz)

 

Questa cavitā, oltre al valore speleologico presenta un particolare interesse per la particolaritā delle concrezioni che vi si trovano. In effetti la parte fossile della grotta presenta una serie di vaschette di stillicidio con delle concrezioni a forma di funghi e una sala ricca di concrezioni colore bianco, con una pavimentazione completamente calcificata. Grande interesse paleontologico ha suscitato il ritrovamento in loco di ossa di orso delle caverne.

 

 

 

Uscita del 16-06-1974

 

Localitā: Val d'Aichies. Scopo: raggiungimento di un'apertura lungo la parete sinistra del torrente Cosa. Partecipante: Patrick, Giorgio, Arturo. Giunti sul posto ci siamo calati fino a raggiungere l'apertura che a prima vista ci era ostile. Dopo aver controllato se vi erano altre aperture, Patrick ha provato a forzare l'ingresso e successivamente lo seguivo anch'io, richiamato dalla scoperta di conchiglie fossili. Oltre l'ingresso (molto basso) ed un basso cunicolo di circa 30 m, si arriva ad una cascatella e quindi ad un bivio. Lo scenario che si presenta č meraviglioso. Stalattiti, stalagmiti, colonne, concrezioni di ogni tipo. Rapiti da questo scenario abbiamo girato per stanze bellissime ed infine ci siamo fermati davanti a due salti dai quali si sentiva il rumore di un torrente ed un eco fortissimo. Il lavoro di rilevamento ed esplorazione della grotta, assieme al recupero dello scheletro dell'orso, impegna tutte le energie del gruppo.

 

 

 

 

 

Gruppo Speleologico Pradis: Gerometta Rinaldo Tel..0427.80320

 

 

Comitato Culturale Pradis - Museo Grotta: Colledani Luigi Tel..0427.80329

 

 

 

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