UrbanisticaParrocchiale di Santa Maria AssuntaStoriaToponimoDati Home Frames No frames

URBANISTICA

Frazione del comune di Saviore dell’Adamello, accanto alle tipiche abitazioni rurali, costruite a ridosso del corso del torrente Poia o Poglia di Salarno, spicca una notevole casa signorile seicentesca: si tratta di un palazzo in stile veneziano, con le tipiche finestre lavorate in ferro battuto ed portone semplice ma raffinato in granito, al quale si accede salendo ampi gradini. L’edificio è posto lungo la via principale ed è una delle abitazioni risalenti all’epoca della Serenissima meglio conservate in Valsaviore. A Ponte nacque il pittore Gian Giacomo Borni o Gaioni, detto Bate, che operò nella Valle Camonica del Seicento.

PARROCCHIALE DI SANTA MARIA ASSUNTA

Citata come parrocchiale dal vescovo Marino Giorgio nel 1603, S. Maria Assunta è un edificio tipico del tardo barocco seicentesco; conserva un’Adorazione dei Magi particolarmente interessante per la raffinatezza descrittiva. Probabilmente si tratta di un’opera riferibile al gruppo di artisti lignei altoatesini operanti nel territorio bresciano, testimonianza di un linguaggio comune elaborato poi particolarmente. La composizione si trova sul lato destro del presbiterio e proviene dall'antica chiesetta dell'Epifania di Malegno, ceduta per l'inaugurazione della chiesa attuale. In Valle Camonica si conoscono solo quattro opere lignee del ‘400: in S. Giovanni a Edolo, una Madonna con Bambino a Monno, forse di provenienza nordica o di intagliatori tedeschi già affermati in Veneto ed in Trentino. La scultura, accanto alla Madonna lignea della parrocchiale di San Giovanni Battista a Saviore, è uno dei capolavori del patrimonio artistico della Valsaviore.

STORIA

Le antiche miniere di rame dette Tambe dei Pagà, situate sul crinale del monte detto Vac de Put, tra Ponte e Valle, costituiscono un esempio davvero interessante sulla frequentazione preistorica in Valsaviore e sono legate all’introduzione del Cattolicesimo nelle Alpi. La storia del piccolo borgo di Ponte segue le vicende della Valsaviore; in epoca medievale appartenne alla Vicinia di Saviore; nella visita del vescovo Bollani del 1567 risultava chiesa sussidiaria della parrocchia di Saviore, da cui poté distaccarsi (con decreto del 6 ottobre 1633) mantenendo l’obbligo di recarsi in processione nel capoluogo per la festa di S. Giovanni Battista; tale prescrizione non fu tuttavia accettata di buon grado, tanto che nel 1690, non avendovi adempiuto, il parroco don Santo Riardi ed i parrocchiani furono costretti a rispettarla per mezzo d’un avvocato, il dottor Sebastiani. Anche il fatto che il parroco di Ponte voleva portare la stola nella chiesa di Saviore, non riconoscendo l’autorità del vicario, finì davanti al Vescovo. Nel 1870 la parrocchia di Ponte dipendeva dalla Vicaria di Saviore. Durante la dominazione veneziana la ricchezza che proveniva dal commercio del legname e dai benefici fiscali ottenuti grazie a famiglie influenti presenti anche a Ponte, come testimonia la signorilità dell’abitazione di cui si è parlato.

Gli archivi parrocchiali risalgono al 1623 e conservano il manoscritto degli Statuti della General Vicinia, raccolta di leggi che disciplinavano i rapporti di diritto privato e pubblico; questo testo contiene informazioni preziose sulla politica e la vita quotidiana dell’epoca. Il torrente Poglia, che passa da Ponte anticamente si chiamava Sanazara. Un cronista dell’Ottocento riferisce che l’acqua proveniva dai laghi Massino e Lacame: è possibile che il primo corrispondesse all’attuale Macesso (Masés); impossibile identificare il secondo. Nel 1777 una forte alluvione distrusse le fucine di Ponte, che stavano lì da tempi remoti. L’erosione provocata da essa portò alla luce infatti gli avanzi di una fucina di probabile epoca preistorica: la massa, l’incudinello, i macigni del maglio, “della quale non si aveva alcun barlume avuto giammai nemmeno nelle tradizioni umane”.

Le famiglie di un tempo si dedicavano all'agricoltura di sussistenza. La storia di Ponte segue le vicende generali della Valsaviore: per approfondimenti rimando alle sezioni che trattano gli eventi storici legati ai transiti attraverso il Passo di Campo, le opere di captazione idroelettrica del Novecento, i conflitti mondiali del 1915 e del 1940.

TOPONIMO

Il toponimo sta ad indicare quella parte del territorio di Saviore situato a ridosso del ponte sul torrente Poia; anticamente si chiamava Saviore al ponte.

DATI

Frazione del comune di Saviore dell'Adamello
Abitanti 103
Distanza da Brescia km
Altitudine

1060 mslm

Parroco don Battista Turetti

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