PremessaLa famiglia ZendriniLa famiglia Sisti
La famiglia BoldiniLa famiglia BonomelliAltri personaggi  

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PREMESSA

In questa sezione ho elencato le famiglie e le persone che in qualche modo hanno fatto la storia della Valsaviore. Gli artisti nati in Valsaviore, tra cui lo scultore Beniamino Simoni, autore della Via Crucis di Cerveno, il pittore Gian Giacomo Borni, più conosciuto come Gian Giacomo Gaioni, la bottega artigiana di doratori dei Magnini, sono approfonditi nelle pagine collegate ai loro nomi.


LA FAMIGLIA ZENDRINI

Per tre secoli gli Zendrini furono determinanti per le vicende del paese di Valle. La famiglia sarebbe originaria di Venezia e l’antico cognome era Milani, secondo altri de Lunghis, divenuti Zendrini in seguito al matrimonio con una ricca Zendrini veneziana. Il capostipite sarebbe un tal Zendrino, dell’esistenza del quale non si hanno però prove certe; il primo appartenente indicato nei registri parrocchiali di Valle è Vincenzo, di Battista e di Catalotta, nato nel 1539. Nessun membro fu mai eletto Console o Reggente di Vicinia, cariche a cui avevano diritto solo i capifamiglia originari; ciò ne dimostrerebbe la provenienza esterna; certamente amministrarono i beni economici in qualità di Massari. Gli Zendrini seguirono le sorti della Serenissima Repubblica di Venezia e nessuno dei discendenti è rimasto in Valsaviore; restano tracce del cognome in una famiglia di Cevo. Forse giunsero a Valle per segnalare a Venezia transiti sospetti dal Passo di Campo. Il membro più illustre fu Bernardino Zendrini, matematico della Serenissima, astronomo, medico, uomo di scienza. L’elemento più misterioso degli Zendrini è don Stefano, che in seguito ad un naufragio nel Benàco, attuale Lago di Garda, divenne pazzo, al punto che uccise una bella nipote, convinto che avesse rubato ostie consacrate. La ragazza negò ma lo zio la costrinse a giurare davanti all’altare; non si sa che cosa sia accaduto di preciso: certo è che la fanciulla morì, "pugnalata alli precordi". Il fatto è ricordato in una leggenda. Anche la sua data di nascita resta oscura: Cristoforo Boldini lo dice nato nel 1745, ma dai registri parrocchiali risulta nato nel 1724. Il delitto avvenne nel 1774. Don Stefano Zendrini venne eletto parroco nel 1753 e lo rimase fino al 1775; in seguito all’episodio fu sostituito da suo fratello don Bartolomeo, classe 1714. Il Vescovo di Brescia, monsignor Nava, andò a fargli visita e se ne andò ingiuriato come Anticristo dallo Zendrini, essendo sostenitore di Napoleone, reo di avere ceduto Venezia all’Austria con il trattato di Campoformio e di aver esautorato il precedente vescovo di Brescia Giovanni Nani, veneziano.

Abate Angelo Zendrini (1763 – 1849), docente di matematica all’Ateneo di Padova, figlio della saviorese Anna Boldini, membro ordinario ed elettore nel Consiglio dei Dotti. Pubblicò l’Elogio di Bernardino Zendrini e Memorie storiche dello stato antico e moderno delle Lagune di Venezia.

Giovan Maria Zendrini (1783-1858) professore di Storia Naturale e Rettore Magnifico nell’I.R. Università di Pavia, autore dell’opera Rudimenti mineralogici.

Bernardino Zendrini, (1839–1879), omonimo del grande matematico, poeta, professore di Letteratura germanica all’Università di Padova e di Letteratura italiana all’Università di Palermo.

Antonio Zendrini,tra i primi sostenitori dell’idea risorgimentale in Valle Camonica, partecipò ai moti di Alessandria del 1821.

Don Andrea Zendrini, nominato parroco di Breno nel 1656, il cui fratello, architetto, progettò il campanile del Duomo di Breno, realizzato insieme all’impresario brenese Taboni, con il quale aveva operato in Oriente per la costruzione di moschee e minareti.

LA FAMIGLIA SISTI

Quasi certamente di origine veneziana, la famiglia Sisti è legata alla storia di Saviore, in particolare alla costruzione della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Saviore: un certo Bernardino Sisti fece costruire il primo oratorio dedicato a S. Antonio, nel 1652, una piccola chiesetta ad uso personale. Francesco Sisti fu probabilmente il committente o il finanziatore della parrocchiale di San Giovanni Battista, visto che il suo nome è dipinto sul medaglione ligneo che si trova dietro l'altare maggiore, recante data 1604. La famiglia Sisti possedeva tutto il territorio che viene chiamato Poia e palazzi anche a Venezia.

Marco Andrea Sisti era un medico, laureatosi all'università di Padova, figlio del capitano navale Olderico. Suo nonno, Sisto Sisti, era stato due volte sindaco di Valle Camonica. Si maritò con Candida Francesconi di Bienno, figlia anch'ella di un sindaco di Valle Camonica, conosciuta a Venezia. Alla famiglia appartenevano numerosi sacerdoti.

Antonia Sisti, maritata in Capo di Ponte in certo messer Boccaccio, mediante testamento si rese benemerita con la sua patria con un generoso legato. Questo ricavato, adempiuto il dovere delle messe a suffragio della pia testatrice, venne ripartito fra tutti gli abitanti del paese, circa mille: esattamente "163 lire abusive di Valcamonica a testa" (la moneta corrente era allora la lira austriaca).

Presso il Museo Civico Camuno di Breno è conservato il ritratto di una certa Maria Sixti Cattaneo con il figlio Giovanni Battista, del XVI secolo.

LA FAMIGLIA BOLDINI

In realtà, non si ha notizia di una vera e propria famiglia, da cui poi originarono le centinaia di Boldini di Saviore. La prima citazione del cognome è del 1388 ed investe, per la riscossione delle decime, tal Boldino del fu Andriolo Tancredi di Saviore; ciò rende improbabile l'ipotesi di un'origine veneziana del cognome Boldini, considerato che la Serenissima si instaurò in Valle Camonica a partire dal 1428; nella prima metà dell'Ottocento un terzo delle famiglie portava questo cognome (probabilmente anche oggidì). Secondo Don Alessandro Sina, apparterrebbe ad una famiglia originaria di Saviore anche il grande ritrattista Giovanni Boldini, nato a Ferrara nel 1842. 

Cristoforo Boldini nel 1812 scrisse un volume di Cronache, ora conservato all’Eremo di Bienno. Nel 1800 arrivò in casa del camuno signor Panzarini per dissuadere il generale MacDonald dal "piombare sopra Trento dalla parte del Monte Braguz", facendogli conoscere come fosse cosa sconveniente attraversare il Passo di Campo in gennaio. Fu detenuto per cause politiche.

Stefano Boldini è uno dei nomi più significativi tra gli artigiani della Val Saviore, dove nacque nel 1774. Abilissimo costruttore di meccanismi d'orologi da torre, iniziò la propria attività nel paese natio, in Valle Camonica, con piccoli orologi in legno, capolavori di precisione. Nel 1811 si trasferì a Rovato, dove lavorò con Carlo Angelini e Carlo Frassoni dal 1827, fondando un'impresa di produzione. Autore degli orologi di ben quaranta campanili bresciani, tra cui Saviore, Valle, Rovato (suo è anche l'orologio dell'Ospedale, del 1816), si occupò anche della costruzione di vari congegni meccanici dedicandosi allo studio del moto perpetuo. Morì a Rovato nel 1854, dove è sepolto. Una delle vie del paese di Saviore è dedicata a questo valido concittadino.

A Cerveno, fu sacerdote tale Andrea Boldini, dal 1732 al 1750, e fu lui a convocare il conterraneo Beniamino Simoni per l'esecuzione delle statue delle Cappelle della Santa Crùs, al posto di Andrea Fantoni, indicato in un primo momento. Nel 1750 fu promosso arciprete di Rogno.

LA FAMIGLIA BONOMELLI

In allestimento: la figura di Monsignor Vittorio Bonomelli; Gian Maria Bonomelli, storiografo della Valsaviore. Se desiderate essere informati dell'aggiornamento, inviate la vostra richiesta via e-mail.

ALTRI VALSAVIORESI

Altri antichi abitanti della Valsaviore, in modo più o meno meritevole, sono passati alla storia, ricordati nelle cronache del tempo:

Simone Magnini, pastore nato a Saviore nel 1853,  aiutato da uno scrivano austriaco, racconta la sua particolare storia: ad otto anni si trasferì a Vermiglio, sotto il dominio austro-ungarico, probabilmente per fare il pastore, come accadeva a tanti bimbi del tempo; combatté così nell'esercito austriaco nel periodo della battaglia di San Martino e Solferino e la pace di Villafranca; poi, nel 1859, Cecco Beppe cedette il Lombardo - Veneto e Simone Magnini tornò italiano, terminando il servizio militare a Brescia; disertò in seguito per tornare a fare il pastore a Vermiglio, dove si sposò ed ebbe cinque figli: Giovanni, Giuseppe, Luigi, Vigilio ed Oreste. 

Don Giovanni Battista Monica, nominò erede di tutti i suoi beni la vicinia di Valle, per consentire l’istruzione nelle cose di religione e buoni costumi.

Zambonellus de Savioro, il primo prete documentato di Cerveno, vissuto nel XV secolo, era uno dei sacerdoti del Plebanato di Cemmo.

Maddalena Polatela, "confinata da Valle essendo questa disonorata… onde si obliga che nessuna persona non possi dare albergo alla detta".

Giovanni Pugna, saviorese, bandito dalla provincia per gravi delitti, forse legati alle scorrerie capitanate dai conti di Lodrone contro il castello di Breno. L'uomo fu catturato dal capitano di Valle Camonican il 29 dicembre del 1491, giustiziato ed "appeso con catena, sicché da sé cascasse fradicio"; il suo cadavere rimase esposto per giorni e giorni a Breno, nella piazzetta sotto il castello, macabro monito per chi lo volesse imitare. Il suo cognome potrebbe essere assimilato a Pogna, presenti ad Andrista e nei dintorni di Cedegolo.


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