ISTITUTO AUTONOMO PER LE CASE POPOLARI PROGETTO PER LA
REALIZZAZIONE DI UN VILLAGGIO SPERIMENTALE PROTOCOLLO D’INTESA 9.9.97 TRA REGIONE LAZIO, COMUNE DI ROMA
E IACP DELLA PROVINCIA DI ROMA |
|
|
ATTI |
- Protocollo d’intesa sottoscritto in data 9.9.97 tra Regione Lazio, Comune di Roma e IACP della Provincia di Roma per la realizzazione di un villaggio sperimentale per il Gruppo Rom Rudari residente in via dei Gordiani a Roma. - Deliberazione del Consiglio d’Amministrazione dell’IACP di Roma n. 170 del 17.6.99 di approvazione del Progetto preliminare per la realizzazione di un villaggio sperimentale per il Gruppo Rom Rudari in Roma, via dei Gordiani, visto il parere favorevole espresso dalla Commissione ex Art. 63/865 nella seduta del 3.6.99
GENERALITA’ E SPERIMENTAZIONE In attesa di una revisione della legge regionale n. 82/95 che detta norme a favore del Popolo Zingaro, in assenza pertanto di norme che diano indirizzi alla costituzione di un piano organico di interventi sull’intero territorio determinando, in particolare, idonei standards tipologici congrui sia alla strumentazione urbanistica vigente, sia alla cultura ed alle varie forme insediative dei gruppi zingari presenti nel territorio, si ritiene di comprendere gli interventi abitativi per il Popolo Zingaro negli ordinari programmi di Edilizia Residenziale Pubblica sovvenzionata destinati alle "particolari categorie sociali" ai sensi dell’Art. 4, comma 1, della Legge n. 179/92. A tal fine l’attuazione del Programma che prevede la realizzazione di un villaggio per il gruppo Rom Rudari già residente in via dei Gordiani a Roma su aree di proprietà dell’IACP di Roma, oltre a risolvere una grave questione abitativa per l’assenza o l’inadeguatezza di qualsivoglia requisito igienico-ambientale nell’attuale preesistente insediamento, può rappresentare un utile riferimento allo standard (tipologico ma ancor prima metodologico/progettuale) da adottare per i prossimi interventi da destinare al Popolo Zingaro sull’intera area metropolitana. In tal senso è riconosciuto al Programma per la realizzazione del villaggio per il Gruppo Rom Rudari il carattere di "sperimentalità".
Uno staff costituito in base al citato Protocollo d’intesa 9.9.97 ha avuto, successivamente alla sottoscrizione di detto Atto, incontri con gli Enti e strutture territorialmente competenti al fine di risolvere, raccordandoli preliminarmente alla fase della progettazione, gli aspetti urbanistici, edilizi, legislativi, amministrativi, gestionali, culturali. La morfologia planimetrica ed edilizia è stata fatta derivare dalle indicazioni fornite dagli Enti competenti preposti alla ri-definizione delle destinazioni dell’intero comprensorio nell’ambito dei vincoli legislativi previsti. Il progetto tipologico ed edilizio è stato pertanto orientato ad una edificazione di valenza paesistica, frammentata, prevalentemente longitudinale, assi visuali liberi, moduli singoli, materiali naturali e colori di tipica tradizione dell’area romana, orti, vasti spazi liberi esclusivamente pedonali che si conformano ai tipi delle attrezzature per il verde. Un apposito censimento -successivo ad un autocensimento- ha precisato il numero dei componenti di ciascun nucleo familiare del Gruppo Rom Rudari, definendone l’età, il sesso, il ruolo, prefigurando altresì la possibile geometria dei raggruppamenti tra nuclei. Il progetto morfologico e tipologico dell’unità abitativa e delle sue aggregazioni ha tenuto conto, quindi, dell’organizzazione sociale del Gruppo Rom strutturata sull’unità base della "famiglia estesa" composta da più nuclei familiari, sulle alleanze tra famiglie, sulla identità di religione, sulla provenienza etnica e geografica. In tal senso viene ricompreso l’ulteriore livello di "sperimentazione" sulle tipologie, innovative rispetto agli standards dell’Edilizia Residenziale Pubblica, con l’adozione di soluzioni tecniche e procedurali adeguate alle specifiche situazioni di bisogno, possibili (e necessarie) nell’ambito dei Programmi destinati alla soluzione dei problemi abitativi delle particolari categorie sociali di cui all’Art. 4 della legge n. 179/92.
L’area oggetto dell’intervento edilizio relativo al villaggio ha una superficie pari a c.ca mq.9.000. All’esterno di essa sono state individuate aree per il verde pubblico attrezzato (c.ca mq. 18.000), a servizio del villaggio ma anche dell’intero quartiere, ed aree destinate a parcheggi e strade d’accesso relative (c.ca mq. 3.000). L’organizzazione planimetrica del villaggio avviene per moduli (ml. 10.00x10.00 il modulo base, ml. 10.00x15.00 il modulo esteso, ml. 10.00x5.00 il modulo ridotto) corrispondenti ciascuno al lotto d’area di pertinenza delle singole unità abitative. Ai n. 3 moduli estensivi sono afferenti n. 5 tipologie edilizie, rispettivamente:
ovviamente calibrate su ciascun nucleo familiare così come risultante dai citati censimenti. La costruzione del villaggio avverrà per fasi successive. Ciascuna unità residenziale ha la dotazione di n. 1 posto macchina esterno al villaggio (i cui percorsi sono rigorosamente pedonali, salvo il possibile accesso da parte di automezzi di soccorso). Ogni unità abitativa (tipi A, B, C, D) contiene n. 1 SP-K, n. 1, 2, 3 o 4 L2 secondo il numero dei componenti del nucleo familiare, n. 1 o 2 WC, cantine, un orto, un patio ombreggiabile con struttura a pergolato, un serbatoio per la raccolta delle acque meteoriche, un doppio camino (interno/esterno con intercettazione diaframmata dei fumi per un’unica canna) per la cottura dei cibi, terrazzi-stenditoio, collettori solari per la produzione di acqua calda d’uso igienico e domestico, pannelli fotovoltaici con immissione in rete di energia elettrica. I materiali previsti sono, in sintesi, in mattone pieno del tipo fatto a mano nelle murature faccia a vista (con una struttura portante del tipo tradizionale-evoluto), il legno nelle pavimentazioni esterne, il cotto nelle pavimentazioni interne, l’acciaio nelle capriate, lamiere ondulate di copertura, canne fumarie e comignoli, il rame nelle gronde, discendenti e bocchelli, il ferro nelle scale esterne interpiano, il sughero per gli isolamenti, il vetrocemento, i coppi in laterizio, il travertino. Gli alloggi parcheggio (tipologia A1) prevedono tipi di ambienti analoghi e materiali simili rispetto a quelli indicati per le altre tipologie edilizie. La Casa comune prevede anch’essa gli stessi materiali. Gli spazi esterni collettivi pedonali (i percorsi, la piazza) saranno pavimentati in porfido, con cubetti e lastre a disegno. Gli ingressi al villaggio sono contrassegnati ciascuno da una particolare figura di pavimentazione (sorta di toponomastica stradale) luna, sole, stella, onde, ruota. Il segno ondulato dei dossi che solcano le pavimentazioni individuano gli ambiti dei raggruppamenti tra i nuclei familiari. Un sottile corso d’acqua nasce al centro del villaggio, lo percorre trasversalmente, scompare sotto la pavimentazione della piazza, riaffiora nella fontana. Nella piazza un grande albero, un rovere (quercus petraea), segna il luogo del ritrovarsi. Lungo il perimetro del villaggio non vi sono recinzioni, ne’ cancelli. Semplici cippi in ghisa amovibili posti in corrispondenza dei cinque ingressi consentiranno l’accesso veicolare solo agli automezzi di soccorso (tutti gli spazi collettivi, come già detto, sono esclusivamente pedonali). L’alto muro delle unità residenziali e degli orti fa affacciare le case verso l’interno, apre e proietta gli alloggi verso il proprio spazio familiare e verso quello degli altri nuclei familiari del raggruppamento dai quali il solo percorso pedonale antistante separa (o, nel caso, unisce). Le aperture verso l’esterno sono scarse e discrete. Il modello archetipo è proprio dell’area d’origine, la casa d’oriente. Gli impianti sono concentrati, nelle loro canalizzazioni, in un’apposita "galleria dei servizi" interamente ispezionabile e percorribile -quindi manutenibile- che ha il suo tracciato sottostante ai percorsi pedonali, impostata alla medesima quota (-2,68) dei piani interrati destinati a cantine delle attigue unità residenziali. L’impianto termico è previsto del tipo a sistema centralizzato con generatori di calore ad alto rendimento (a condensazione e/o a temperatura scorrevole), contabilizzazione del calore a lettura diretta per i singoli alloggi, termoregolazione, corpi scaldanti costituiti da elementi radianti a battiscopa. L’altezza massima del costruito (tipologie A, B, C, D) al colmo delle coperture a doppia falda è pari a quota +8,38 (+8,61 per la tipologia A1), assumendo come quota +-0.00 quella relativa ai percorsi pedonali interni al villaggio (quota inferiore al ciglio del patio). L’altezza massima del costruito per la Casa comune al colmo della copertura è pari a quota +8,65 (+14,75 al colmo delle strutture tubolari).
Si riportano di seguito i seguenti dati di progetto:
|
DATI GENERALI DEL COMPARTO |
||
Zonizzazione |
Superficie (mq) |
Cubatura (volume di piano) |
Residenza | 3.942,24 |
11.957,16 |
Verde privato (ortopatio) | 1.463,80 | |
Attrezzature collettive | 420,73 |
1.073,97 |
Percorsi ed aree pedonali | 2.675,71 | |
Parcheggi e percorsi veicolari | 2.981,14 | |
Verde pubblico attrezzato | A) 576,97 B) 18.165,67 TOT. 18.742,64 |
|
COMPARTO | A) 12.060,59 B) 30.226,26 |
13.031,13 |