Premessa


Non c'è alcuna ragione per non essere d'accordo con il fatto che i mezzi di comunicazione, attraverso i quali la gente comunica al giorno d'oggi e in modo sempre più onnicomprensivo, influenzano la loro maniera di pensare e anche la società in cui essa vive.

Dal punto di vista della comunicazione, se pensiamo al passato, è noto che possiamo individuare, a grandi linee, alcune rivoluzioni che si sono susseguite nel tempo. Esse riguardano:

Come conseguenza di queste rivoluzioni si è ottenuto un risultato di notevole importanza, e cioè che la circolazione delle informazioni è avvenuta a velocità sempre crescente fino ad arrivare a quella attuale che ha il suo limite relativistico nella velocità della luce (~ 300 000 km/s). Ma non solo. Altro grande risultato è stato quello di ottenere una comunicazione sempre più a basso costo e sempre più pervasiva. Tutto ciò ha portato recentemente all'idea che vi sia, in modo ineluttabile , un passaggio dalla cultura tipografica del libro cartaceo a quella dei media elettronici in forma digitale. 

Sembra interessante ricordare l'osservazione di Massimo Baldini, il quale nella sua Storia della Comunicazione afferma che «sino ad allora le notizie si erano mosse  alla velocità del messaggero, cioè alla velocità delle gambe dell'uomo o del cavallo, della corrente dei fiumi o della locomotiva dei primi treni. Tutti i tentativi di trasmissione istantanea dei messaggi erano falliti». Ed è vero. Fu solo con Samuel Morse (l'inventore del codice Morse e del telegrafo elettrico a fili) che nel 1844 si inaugura negli Stati Uniti il primo collegamento telegrafico su filo tra Washington e Baltimora. E questa, afferma Baldini, «può essere assunta come la data di inizio della cultura dei media elettrici, di quella cultura, la nostra, in cui la tipografia ha visto venir meno il suo monopolio nel mondo della comunicazione». 

Abbiamo parlato di telegrafia attraverso i fili perchè in quella data la trasmissione dei segnali  avveniva dentro dei fili di metallo. Solo alla fine del secolo (H. Hertz, 1 888) vi fu il salto di qualità della trasmissione dei segnali nello spazio (si diceva allora, in modo scorretto, nell'etere) che anticipò di pochi lustri la trasmissione radio di onde elettromagnetiche nello spazio (Branly, Ducruet,  Marconi, Popov).

Fu solo con l'avvento del telegrafo, nota MacLuhan, che i messaggi poterono viaggiare più in fretta del messaggero. Baldini aggiunge altresì che «prima esisteva uno stretto rapporto tra le strade e la parola scritta. Con il telegrafo l'informazione si è staccata da materie solide come la pietra e il papiro, nello stesso modo in cui il denaro si era precedentemente staccato dalle pelli, dai lingotti e dai metalli per diventare carta. Il termine comunicazione è stato ampiamente usato con riferimento alle strade, ai ponti, alle rotte navali, ai fiumi e ai canali, prima di trasformarsi con l'era elettronica in movimento di informazione». Il vocabolario (De Felice-Duro), alla voce comunicazione, dice testualmente: «l'azione, il fatto di comunicare, e cioè di trasmettere e rendere partecipe». Salvo alcuni usi isolati è comune soltanto nel significato di «portare a conoscenza, informare», soprattutto nella forma assoluta, senza specificazioni. Comunicazione è il fatto e il modo di portare a conoscenza, è la cosa stessa che si fa conoscere.

Naturalmente si dipartono da queste poche ma interessanti considerazioni una serie di studi che sono allo stesso tempo importanti e straordinari. Si tratta di tutta una serie di rapporti molto profondi tra comunicazione  e  scienza, tra mondo dell'informazione e società che sono alla base di una enorme serie di studi che qui, come è facile comprendere, non è possibile affrontare. Accanto al potere e ai condizionamenti che la comunicazione esercita sulla società e sulla politica, una osservazione tra le tante ci sembra interessante proporla, a mo' di curiosità. E cioè che i torchi di Gutemberg diedero un contributo decisivo alla nascita della rivoluzione scientifica perchè la stampa permise di veicolare in modo efficace e innovativo i prodotti della cultura, mettendo a disposizione della scienza la raccolta delle informazioni, dei dati, che liberò gli scienziati dall'onere della copiatura manuale.

Dal nostro punto di vista ci sono anche interessanti rapporti tra l'informazione e la comunicazione nascosta o segreta (ma noi, per meglio chiarire la terminologia, abbiamo preferito chiamarla «comunicazione  protetta», anche se spesso citeremo anche gli altri due aggettivi). La ragione è  dovuta alla esigenza di  rinnovati traffici commerciali e diplomatici, nonché di strumento al servizio di scopi militari e di spionaggio industriale. Ma non solo. Le nuove ragioni della comunicazione protetta, sono altri e molto importanti. Queste ragioni hanno a che vedere con il tentativo di aiutare il cittadino, che vive in una società come quella attuale, che scruta e spia in continuazione le persone in modo tale da fornire sicurezza e protezione alla comunicazione per ragioni dovute  alla privacy.

Nel titolo del lavoro multimediale prodotto dalla classe 2°C a indirizzo scientifico compare l'acronimo PGP. Si tratta di un programma gratutito per computer, ideato da Phil Zimmermann, che ha lo scopo di cifrare un messaggio (posto in forma digitale) in modo tale da renderlo illeggibile a tutti coloro i quali non sono i legittimi destinatari. PGP proviene dalle tre parole "Pretty Good Privacy" e nel mondo della informatica e della telematica rappresenta di fatto lo standard della crittografia mondiale. Nel mondo decine di milioni di utilizzatori lo adoperano ogni giorno per proteggersi da possibili intrusioni.

Tenuto conto del quadro generale della Comunicazione  e nella prospettiva di un approfondimento pluridisciplinare è di questo che qui si parlerà più in dettaglio.


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