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68-77

  gruppi e movimenti si raccontano

68-77 gruppi e movimenti si raccontano

Che cos’è Vis-à-Vis?

I

Vis-à-Vis, cioè classe vis-à-vis capitale. Partiamo da questo assunto imprescindibile, dall’assunto dello scontro di classe, del conflitto sociale. Partiamo anche dall’assunto che questo conflitto si gioca attorno al lavoro, sul terreno dei rapporti sociali di produzione e riproduzione, e che dunque la categoria del lavoro é la categoria chiave per la comprensione del capitalismo e per la formulazione di ipotesi strategiche per il suo superamento.

Questi assunti molto generali si articolano attorno a sei nodi teorici.

1) Il lavoro é il fine stesso (ed é il fine a se stesso) del capitale: lavoro, dunque, in quanto lavoro astratto, valore e capitale, come imposizione illimitata di lavoro e lotta contro di essa. Ma di quale lavoro, quindi, e di quali soggetti lavorativi parliamo?

2) In quanto lavoro astratto, in quanto lavoro senza qualità e limiti, l’imposizione capitalistica di lavoro abbraccia una dimensione sincronica ed una diacronica. Nel primo caso si parla di valorizzazione del capitale, movimento senza limiti intrinseci della triade denaro-merci-più denaro e, quindi, accumulazione del proletariato ed espansione del rapporto di classe. Nel secondo caso si parla di lavoro che tende a sussumere tutti gli aspetti della vita, sia di quella produttiva che di quella riproduttiva.

3) E’ chiaro che queste dimensioni prendono forma con caratteri determinati, come risultato di strategie capitalistiche particolari, strategie che occorre dissezionare per scoprirne le direzioni e l’efficacia, i punti forti così come quelli deboli. Per esempio, ciò che oggi prende il nome di "post-fordismo" è per noi non la strategia, ma una delle opzioni strategiche in mano al capitale, in condizioni di classe pur determinate da tale nuova frontiera raggiunta dalla valorizzazione del capitale stesso.

4) L’antagonismo può esprimersi, dunque, sia fra i salariati che fra i non salariati, fra i lavoratori e le lavoratrici delle fabbriche high-tech del Nord, come fra quelli/e dei sweatshops delle zone di esportazione del Sud, fra le lavoratrici della riproduzione della forza-lavoro in un milione di condizioni lavorative diverse, nella fabbrica globale della forza-lavoro, così come fra gli indios od i contadini del Sud del mondo, forzati alla miseria per la produzione di prodotti per l’esportazione, ecc.,ecc. Checché se ne dica, il lavoro in quanto lavoro capitalistico nelle sue molteplici forme é oggi tutt’altro che marginale. Esso é invece centrale al ciclo complessivo del capitale.

5) Il problema teorico e politico non é tanto quello di optare per una delle due ipotesi sinora delineatesi in merito ad una presunzione di attuale centralità di uno specifico comparto di classe, l’operaio-massa dell’operaismo italiano degli anni ’60 od il lavoratore immateriale degli anni ’90. Da entrambe le opzioni possiamo riprendere segmenti di analisi, ma nessuna esaurisce la nostra posizione. Invece, il problema è quello della pluralità dei soggetti antagonistici, è quello della loro reciprocità, all’interno della scala gerarchica sociale, e della/e forma/e della loro generale ricomposizione politica.

6) Lo scontro di classe si gioca a livello mondiale ed investe tutti i rami del lavoro di produzione di merci e di riproduzione della forza-lavoro. Dunque, anche il terreno dell’autonomia dei soggetti protagonisti di tale scontro tende ad acquistare valenze antagonistiche generali.

La ricomposizione politica della classe contro ed oltre il capitale può avvenire solamente nei termini di:

a- una circolazione delle lotte, tra diversi settori di classe dispersi geograficamente sul pianeta, per rompere da più parti il ciclo della valorizzazione del capitale;

b- una circolazione dei significati di autonomia e di autodeterminazione provenienti da diversi settori del proletariato universale. Così come non c’è spazio per l’egemonia di un soggetto politico all’esterno della classe, non c’è spazio neanche per un’astratta, omologante surdeterminazione delle concrete, diverse espressioni che vengono dalle più disparate esperienze di lotta a livello mondiale. Lo sviluppo di nuovi germi dell’incompatibilità antisistemica e la costruzione di un immaginario e di una progettualità comunista vanno oltre vecchie valenze egemoniche di stampo politicistico.

II

Vis-à-Vis, dunque, non pretende di avere la classica "linea politica in tasca", di gruppuscolare memoria, né, tanto meno, ambisce ad ergersi "facitrice" di movimenti, "direzione politica" di soggetti sociali. In questo senso, non c’è una dietrologia che possa servire per classificare e catalogare questa rivista ed il suo gruppo redazionale. La nostra linea politica non può che andare a formulare se stessa lungo le articolazioni di quello che si auto-disvelerà come il processo della ricomposizione politica del soggetto collettivo del conflitto anticapitalistico del nuovo millennio. Il nostro grande-grandissimo sforzo é quello di cercare di comprendere e promuovere, per quanto possibile, la circolazione delle lotte tra diversi soggetti sociali, tra i lavoratori industriali italiani e le comunità indigene messicane, tra il movimento degli ecologisti nord-europei ed i movimenti contro il FMI e la Banca mondiale ed il loro operato nell’Africa sub-sahariana, ecc., ecc. Il nostrogrande-grandissimo sforzo non potrà, quindi, esaurirsi nel mero rispetto delle plurime specificità concrete dei singoli segmenti di antagonismo sociale, ma sarà diretto a contribuire, per la sua parte, all’individuazione dei più o meno sotterranei percorsi della ri/composizione di classe, trasversali all’asse centrale della valorizzazione. E’ in questi percorsi che dovrà fondarsi il futuro indispensabile processo di fusione collettiva di una soggettività rivoluzionaria di massa: é solo nella misura in cui si svilupperà, all’interno dello scontro di classe su scala mondiale, una centralità del processo costitutivo dell’interazione di tutte le autonomie parziali, che si potrà ri/fondare e ri/esprimere un’opzione strategica comunista radicata nell’autonomia della classe.

 

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What is Vis-à-Vis?

I

Vis-à-Vis, that is class vis-à-vis capital. Let's start from this, unavoidable assumption, the assumption of the class war, of the social conflict. Let's also start from the assumption that this struggle is being fought around labour, on the field of the social relationship of production and reproduction, and that therefore the category of labour is the key category for the understanding of capitalism and for the formulation of strategic hypotheses for its overcoming. These very general assumptions are related to six theoretical points:

1- Labour is the purpose itself (and the purpose for itself) of capital: labour means therefore abstract labour, value and capital. It means both unlimited imposition of labour and struggle against it. But what kind of labour and what kind of workers are we dealing with?

2- In this abstract labour, in this labour without quality and limits, the capitalistic imposition of labour embraces both a synchronic and a diachronic dimension. The former is related to the valorization of capital, a movement without intrinsic limits of the triad money-goods-more money and, therefore, accumulation of proletariat and expansion of the class relationship. The latter is related to labour tending to subsume all the aspects of productive and reproductive life.

3- It is clear that these dimensions take shape with specific characters, as a result of particular capitalistic strategies, which it is necessary to dissect to find out their aims and their force, their weaknesses and their strenghts. For instance, we believe that what is today called "post-fordism" is not THE strategy, but just ONE of the strategic options in the hands of capital, although class conditions tend to be determined by this new frontier, reached by the valorization of the capital itself.

4- The antagonism can then express itself among salaried and non-salaried people, high-tech workers in the North, sweatshop workers in the export areas in the South, women working for the reproduction of the workforce, as well as among the indios and the campesinos of the South of the world, forced to live in misery for the production of commodities to be exported, etc. Whatever one may say, the labour, intended as capitalistic labour in its various forms, is today all but marginal. On the contrary, it is central to the whole cycle of the capital.

5- The main theoretical and political problem is not to choose one of the ipotheses emerged so far about the presumption of actual centrality of a specific class partition, the assembly-line worker of the Italian operaismo of the sixties or the brain worker of the nineties. We can use segments of analysis from both options, but none of them would fully describe our position. On the contrary, the problem is related to the plurality of the antagonistic subjects, to their reciprocity, within the social hierarchy, and to the forms of their general political recomposition.

6- The class struggle is fought on a worldwide field, it involves all the branches of work: the production of commodities and the reproduction of workforce. Therefore, also the area of the autonomy of subjects, protagonists of this struggle, tends to acquire general antagonistic values.

The political recomposition of the class against and beyond the capital, can only take place in terms of:

a- a circulation of struggles, among different class sectors, geographically widespread all over the planet, in order to break, from different sides, the cycle of the valorization of the capital;

b- a circulation of the meanings of autonomy and self-determination coming from different sectors of the universal proletariat. There is no room for the hegemony of a political subject outside the class, neither is there any for an abstract homologation of the real, different expressions coming from different experiences of struggle on a worldwide level. The development of new germs of anti-systemic incompatibility and the construction of a communist collective imagination and project go far beyond the old hegemonic values promoted by professional politicians.

II

Vis-à-Vis, then, does not claim to have the classical "political line ready made", it does ut claim to become a "maker" of movements, "political direction" of social subjects. In this sense, no misleading research of hidden intention can be used to catalogue this review and its editorial staff. Our political line can only define itself along with the articulations of what will unveil itself and to itself as the process of political recomposition of the collective subject in the anti-capitalistic struggle of the new millennium. Our biggest effort is directed towards trying to understand and promote, as far as possible, the circulation of struggles among different social subjects: Italian industrial workers and Mexican native communities, North European ecologist movement and the movements against IMF and the World Bank and its actions in Southern Africa, and so on. Our biggest effort will not then be limited to the mere respect of the several concrete specificnesses of the various segments of social antagonism. We intend to discover, for our share, the more or less subterrenean paths that lead to class re/composition, which are transversal to the central axis of the valorization. These are the paths upon which the future, unavoidable process of fusion of a revolutionary subject will have to be founded: it is only to the extent to which, a centrality of the costitutive process of the interaction of all particular autonomies, that a communist strategic option, rooted in class autonomy, will be able to be re/formed and re/expressed. According to this project, Vis-à-Vis has decided to be an yearly review. For those who want to go beyond the contingent to understand the meaning of long period processes, chasing the chronicle can easily become wearisome and might have a harmful effect. Only a view point embracing wide periodizations allows a criticism able to find out the trends that can be experienced in the social dialectics. That's why we hope that the single issues of Vis-à-Vis might have an analytic and instrumental value far beyond the ephemeral space of a specific temporal contingency.

 

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Redazione

Collettivo redazionale:

Marina Biggiero, Fabio Ciabatti, Giuseppe De Biase, Alessio Gagliardi, Stefano Macera, Marco Melotti, Rosario Piccolo, Andrea Tenore.

Web design: Gioacchino Toni

I primi 8 fascicoli di Vis-à-Vis si sono avvalsi degli scritti e dei più svariati contributi di:

Pasquale Abatangelo, Renato Antidoto, Renato Arreni, Christopher J. Arthur, Assemblea Cittadina per l'autonomia di classe (GE), Assemblea Generale di Movimento di Bologna addì 09-03-1999, Assemblea romana per l'autonomia di classe, Loredana Baglio, Raffaele Baldi, Franco Barchiesi, Andrés Barreda, Riccardo Bellofiore, Fabrizio Bernardi, Piero Bernocchi, Antonio Bevere, Alain Bihr, Marina Biggiero, Bruno Bongiovanni, Antonio Brillanti, Enrico Calzolari, Paolo Cassetta, Ana Esther Ceceña, Centro di Documentazione "Francesco Lorusso" (BO), Centro di Documentazione per la Critica della Politica e il Soggetto Collettivo (RM), Centro Sociale Autogestito "Dordoni" (CR), Centro Sociale Autogestito "Murazzi" (TO), Centro Sociale Occupato Autogestito "Askatasuna" (TO), Massimo Cervelli, Fabio Ciabatti, Harry Cleaver, Cobas Studenti Universitari (RM), Adriana Collavo, Collettivo Autonomo "Malcom X" (RM), Collettivo Autonomo Studentesco (RM), Collettivo Politico Antagonista Universitario (RM), Collettivo Universitario Antagonista "Metropoli" (RM), Collettivo Universitario "Vecchia Talpa" (BO), Comitato Antagonista (VT), Comitato di Lotta del Quadraro (RM), Comitato "Senza Frontiere" (BO), Commissione per la Critica del Diritto e dello Stato del Coll.Pol.Antag.Univers. (RM), Geraldina Colotti, Mariarosa Dalla Costa, Tano D'Amico, Massimo De Angelis, Giuseppe De Biase, Suzanne de Brunhoff, Nicola Delussu, Marco D'Ubaldo, Gustavo Esteva, Valerio Evangelisti, Giovanni Falcone, Pino Ferraris, Roberto Finelli, Marcello Flores, Paolo Fornari, Alessio Gagliardi, Prospero Gallinari, Marisa Garberi, Giorgio Gattei, Sergio Ghirardi, Diego Giachetti, Dennis Hayes, John Holloway, Salvatore Improta, Infoshop "Senza Pazienza" (TO), Louis Janover, Odile Krugel, Armando Lancellotti, Rudy Leonelli, Luca Leuzzi, Enrico Livraghi, Francesco Lo Bianco, Maurizio Locusta, Carla Lonzi, Stefano Macera, Roberto Massari, Giuseppe May, Marco Melotti, Francesca Alfano Miglietti, Vincenzo Miliucci, Anton Monti / (Toni Negri?), Germano Monti, Primo Moroni, Movimento Antagonista della Toscana, Alfonso Natella, Sante Notarnicola, Dario Paccino, Gianfranco Pala, Damiano Palano, Remo Pancelli, Rita Pareschi, Ivan Peruzzi, Rosario Piccolo, Daniele Pifano, Diego Polani, Rigel Polani, Gianfranco Ragona, Bruno Ramirez, Redazione di "Comunicazione Antagonista", Redazione di "Deragliamenti", Redazione di "Per l'autonomia di classe", Wilhelm Reich, René Riesel, Karl Heinz Roth, Maximilien Rubel, Vincenzo Ruggiero, Catherine Samary, Raffaele Sbardella, Bruno Seghetti, Teresa Scinica, Enrico Semprini, Tony Smith, Paolo Sodani, Laura Talarico, Andrea Tenore, Mimmo Teramo, Gioacchino Toni, Jorge Veraza Urtuzuàstegui, Luciano Villani, Jean Pierre Voyer, Nick Witheford, Angelo Zaccaria, Zerowork Collective.

 

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Contatti

Vis-à-Vis è distribuita nelle librerie di tutt’Italia da PDE. Presso quelle librerie che dovessero risultare sprovviste della nostra riviste vi invitiamo a insistere affinchè l’ordine venga trasmesso al distributore. E’ un diritto del lettore.

Per contatti in merito a invio di articoli, proposte di collaborazione nonché alla richiesta di numeri arretrati, singoli articoli e materiale bibliografico da noi posseduto, è possibile mettersi in contatto con la segreteria di redazione:

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Vis-à-Vis è edita da:

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