Capradosso


Anticamente Capradosso esisteva ad Ovest dell'attuale paese nella zona denominata "Capradosso Vecchio" sul crinale dello spartiacque che si protende fino alla confluenza del fosso grande e dell'altro fosso che dà origine al Torbidello II. Nella parte boreale si scorgono i resti di un antico torrione, ruderi di mura castellane e fondamenta. Secondo quanto asserisce Don Guido Cossetti, attuale parroco (1971), i più vecchi del luogo asserivano che i torrioni erano quattro. Lo storico Pietro Capponi nelle "Memorie Storiche della Chiesa Ascolana" edite nel 1898... a pag. 22, alla voce del Vescovo Epifanio così scrive: "....il duca longobardo Faroaldo spietato tiranno scese alla conquista di Ascoli. Precorsane la terribile novella per aver quel crudele incenerito altri paesi e città, gli ascolani furono incolti da una spaventevole costernazione. Due terzi di essi, con la fuga, si posero in salvo. Fu allora che furono edificati i castelli di Casalena, Capradosso, Poggio Canoso, Patrignone, Montalto dai fuggitivi ascolani...."

Purtroppo, gran parte della sua storia ci sfugge perché l'archivio comunale andò distrutto sotto le macerie del vecchio Capradosso a parte venne manomesso durante l'aggregazione al Comune di Rotella. Al tempo dello Stato Pontificio, Capradosso ebbe privilegi dalla Santa Sede e, per i servizi resi alla causa della sede apostolica, fu eretto a libero comune. Il parroco Don Antonio Cardarelli che esplicò il suo ministero a Capradosso dal 1939 al 1952, ha scritto nella cronaca parrocchiale: "....da una moneta che potei avere fra mano al principio del mio ministero pastorale qui, si poteva leggere e bene l'espressione: I baiocco e mezzo di Capradosso; nel retro le chiavi di San Pietro ed illeggibile la dicitura, di modo che non è stato possibile stabilire l'epoca ed il Papa che concesse tale favore." Secondo alcuni storici del sec. XIX, e secondo quanto abbiamo già accennato, la fondazione di Capradosso risalirebbe al mille. Il Luzi nelle sue Memorie Ascolane a pag. 224 scrive: "Capradosso sorge sulle falde da parte di tramontana del Monte Nero (Monte Ascensione); fu fabbricato dai monaci sui primi del mille in figura di dosso di capra...."

Gabriele Calindri nel "Saggio Statistico Storico del Pontificio Stato -Perugia 1829- pag. 33 così scrive: "....Capradosso: questo paese situato alle falde del monte Polesio (Ascensione) è stato fabbricato cieca il sec. X in figura di dosso di capra e però fu forse detto Capradosso." Come si vede è qui descritto Capradosso vecchio. Sappiamo dal Luzi che nel sec. XVI per intemperie e lotte intestine fu distrutto e che nel 1730 fu fatto riedificare da Clemente XII. Fu libero comune fino all'avvento del Regno di Vittorio Emanuele e nel 1870 fu privato della sua autonomia amministrativa ed aggregato a Rotella. Il resto della storia si confonde con quella di Rotella e quella nazionale.