L'opera faceva parte della decorazione pittorica della Scuola di San Giovannni evangelista ed è una tempera su tela di Giovanni Mansueti realizzata dopo il 1502. 
Il soggetto è narrativo, infatti, nel dipinto è raffigurata la figlia di Benvegnudo che si erge dal letto, la quale riacquistò l'uso degli arti dopo aver toccato tre candele che il padre aveva accostato alla reliquia della Santa Croce. L'interno della stanza è descritto con precisione ed anche gli arredi sono rappresentati con molta cura; fra loro spiccano il camino riccamente decorato, le tarsie marmoree delle pareti e i cassettoni del soffitto.
La scena si svolge su due piani collegati da una scala affollata dove la gente assiste animata e incuriosita alla guarigione; in basso altri personaggi ritraggono probabilmente notabili dell'epoca che, volgendo lo sguardo verso l'osservatore, si estraneano dall'evento. Vicino alla scala, curiosamente compare un ghepardo trattenuto dal padrone: un signore anziano e barbuto.
Il palazzo ove si svolge il fatto ha un accesso al canale, in basso, dal quale sopraggiungono delle imbarcazioni. Nel secondo piano dell'edificio la stanza ha al centro due monofore dalle quali si intravedono le costruzioni di una città, mentre sulla parete sinistra sporge un terrazzino con una donna che osserva curiosa la folla. Di fronte compaiono delle arcate a tutto sesto sorrette da colonne, che continuano in primo piano sottolineando il pianerottolo e la larghezza della scala. Le decorazioni del soffitto e delle pareti ripetono un motivo con ritmo modulare. Domina nell'intero dipinto una atmosfera attonita, cadenzata dal ritmico susseguirsi delle figure e dell'architettura che danno all'insieme una sensazione di staticità.