Il dipinto rappresenta David, figura biblica, ma il personaggio è interpretato secondo il gusto del '600, infatti l'immagine è di un giovane cavaliere, dal berretto rosso ornato di piume, che indossa una camicia chiara dal colletto spumeggiante e dalle maniche sforbiciate. I capelli sono lunghi e ricci, lo sguardo spavaldo. Una mano è appoggiata sulla preziosa impugnatura della spada e l'altra sul fianco. L'atteggiamento fa pensare alla sua azione valorosa, mentre, nascosta nell'ombra, si intravede la testa di Golia. Lo sfondo scuro determina insicurezza, angoscia e paura.
Il forte contrasto chiaroscurale del personaggio aumenta l'introspezione psicologica: questo fiero ed arrogante ragazzo che ostenta forza e ricchezza nelle vesti, sembra rappresentare il comportamento sociale di molti "bravi", che spadroneggiavano in quell'epoca.
Il dipinto fu donato all'Accademia nel 1838 dal discendente della nobile famiglia di Giorgio Contarini dagli Scrigni che fu il mecenate del Fetti a Venezia.