In memoria di d. Guglielmo Ricca.

LA NOSTRA CHIESA

"Camminare insieme,,

PIANO GLOBALE ORIENTATIVO

Numero Speciale del Bollettino della Diocesi di Teano-Calvi

Teano, Aprile 1994

 

            Il nuovo piano pastorale " Camminare Insieme ", dopo un lungo periodo di preparazione, è nelle nostre mani. E’ opera della grazia dello Spirito Santo e insieme il frutto del lavoro di tutti gli operatori pastorali. E’ il dono di Dio per i nostri tempi e orienterà il cammino della nostra Chiesa nei prossimi anni. Raccoglie il ricco patrimonio di fede dei nostri antenati e, attraverso tre tappe - kerigmatica, precatecumenale e catecumenale - imprimerà un dinamismo di rinnovamento alla pastorale e aiuterà la nostra Chiesa a passare dalla situazione attuale a quella ideale, delineata dal Concilio Vaticano II e dai successivi documenti del Magistero. E’ affidata ora al nostro cuore e richiede in tutti fiducia, coraggio e generosità nell'attuazione. Cerchiamo di cogliere l'intimo dinamismo che lo attraversa e mettiamoci a lavoro con umiltà, senza pretese, come servi inutili, con l'unico desiderio di vedere questa nostra santa Chiesa di Teano-Calvi sempre più splendente di santità, segno e strumento della nostra intima unione con Dio e dell'amore tra noi.

Maria SS. dei Lattani, i Santi Casto e Paride nostri patroni, ci accompagnino e ci sostengano in questo nuovo cammino.

+ Francesco, vescovo

Teano, 31 marzo 1994, Giovedì Santo.

PRESENTAZIONE

           Questo piano è il frutto di un cammino triennale (1990-1993) degli operatori pastorali diocesani, avvenuto con la riflessione, il dialogo e la preghiera, in convegni, corsi di aggiornamento, esercizi e ritiri spirituali, fino a culminare nel consenso pressoché unanime avvenuto, per settori, negli incontri foraniali del novembre 1993. Questo testo contiene una prima descrizione, a mo' di approccio problematico, del punto iniziale della situazione. Si delinea poi, nei suoi tratti fondamentali, l'ideale di Chiesa come la meta cui vogliamo tendere. Si enuclea dopo il problema fondamentale o punto critico in cui si concentra l'insieme degli elementi problematici presenti nella situazione, a livello umano ed ecclesiale. Segue l'itinerario da percorrere per passare dalla situazione di partenza all'Ideale delineato e assunto. Si precisano, infine, i cinque criteri o politiche pastorali che devono regolare tutto il nostro agire pastorale. Si tratta di un "piano" in quanto, uscendo dall'incertezza paralizzante, abbiamo in esso precisato le condizioni generali dell'azione pastorale della diocesi. Abbiamo infatti definito, in modo chiaro ed esplicito, cosa vogliamo, dove siamo, come camminiamo. Come diocesi siamo così pervenuti a una dichiarazione di intenti che dà razionalità alla nostra azione evangelizzatrice. Si tratta, ancora, di un piano "globale" perché dà, in poche pagine, un colpo d'occhio sull'insieme. Non si sofferma in modo analitico e specifico sulle diverse componenti del piano pastorale. Tutto è raccolto e concentrato nei suoi elementi caratterizzanti, come il seme che contiene l'albero, se non " la foresta ", del nostro futuro di chiesa. Si tratta, infìne, di un piano "orientativo" in quanto precisa, con sufficiente chiarezza, tutte le condizioni della nostra azione pastorale, orientandone la logica. C'è infatti la chiave orientativa per capire la situazione; c'è in sintesi, e con linguaggio progettuale, la chiave ideale del nostro progetto-chiesa; c'è la chiave strategica dell'azione nelle grandi tappe e nei grandi criteri del cammino. Abbiamo, così, nelle cinque parti del testo, una specie di mappa o di stella polare che orienta e guida con sicurezza le ulteriori e molteplici decisioni che dovremo prendere per edificare, insieme e ordinatamente, la nostra chiesa particolare.

I. PUNTO DI PARTENZA.

           La semplice osservazione della vita della nostra Chiesa attuale ci pone di fronte a un fatto indiscutibile: la maggioranza del nostro popolo battezzato si sente estraneo alla Chiesa Istituzione, è passivo e ricorre alla Istituzione principalmente per soddisfare le sue esigenze religiose. Gli operatori pastorali - Preti, Religiosi, Laici - vorrebbero arrivare a tutto il popolo con la Evangelizzazione, però non riescono a trovare né il linguaggio, né una struttura adeguata allo scopo. Pertanto, esiste una sfasatura tra la Chiesa Istituzione e la vita della gente. Le cause sono molteplici, però possiamo ricondurle a un cambiamento profondo e rapido che interessa tutto il mondo e che si ripercuote sulla vita e sulla missione della Chiesa universale e per conseguenza anche sulla nostra Chiesa di Teano-Calvi. Siamo passati da un mondo statico a uno dinamico, da una società verticistica e autoritario-monarchica ad un'altra, partecipativo-dinamica, da una società isolata ad un'altra sempre più interdipendente. Tutto questo pone la Chiesa di fronte all'urgenza di un cambiamento, che il Concilio Vaticano Il (1962-1965) ha delineato nei suoi nuclei fondamentali a livello dottrinale, pastorale e spirituale e che noi ora, tutti insieme, siamo chiamati a tradurre e applicare nella nostra quotidiana realtà di chiesa. Non possiamo chiudere gli occhi davanti al fatto che la sfasatura appena indicata implica un problema culturale e strutturale che tocca la natura stessa della Chiesa chiamata ad essere Popolo di Dio e Corpo di Cristo, segno e strumento della comunione e partecipazione del- la vita che Dio Padre ha offerto per Cristo nello Spirito. In effetti questa sfasatura potrebbe portare ad una Chiesa di "élite", a un ministero sacerdotale staccato dalla cultura del proprio popolo, al mondo ecclesiastico sempre meno compreso, a un popolo disorientato ad una Chiesa che tende a chiudersi in se stessa ed estraniarsi alla vita del popolo. Questa è la sfida che la nostra Chiesa ha oggi davanti a sé: ricostituirsi come Popolo di Dio in modo che tutti i battezzati vivano la partecipazione e la comunione nell'unico Dio, in questa Chiesa di Teano-Calvi in cammino verso la pienezza dell'unità al servizio del Regno di Dio.

2. IL NOSTRO IDEALE DI DIOCESI.

Tenendo conto del problema segnalato e in coerenza con la dottrina del Vaticano II, possiamo delineare la Chiesa ideale cui tendere, attorno ai tratti seguenti:

a) la comunione di tutti i battezzati, qualunque sia la loro collocazione nella Chiesa, nell'unica e medesima vita che Dio ci ha partecipato:

- comunione con Dio che genera una nuova relazione tra tutti i battezzati;

- comunione fraterna, di figli di Dio, che integra tutto il creato in questa stessa fraternità.

Ogni battezzato deve, pertanto, poter esprimere e vivere questa comunione nelle relazioni ecclesiali, in modo che tutti possano fare l'esperienza dell'unità dello Spirito nell'integrazione delle diversità.

Spazio di tale esperienza di fede sono:

- la famiglia cristiana chiamata alla santità e nella quale ogni battezzato vive la prima esperienza della stessa fede condivisa nelle diversità;

- le piccole comunità o C.E.B. nelle quali i battezzati e le famiglie cristiane vivono la propria relazione primaria di fede e, come Chiese domestiche, esprimono il mistero della Chiesa come comunità di fede, di culto e di vita cristiana, di carità e di missione. E’ lo spazio più vicino alla persona nel quale vivere l'appartenenza alla Chiesa e partecipare alla sua vita e missione;

- la "moltitudine" e Il popolo di Dio della Parrocchia e della Diocesi come lo spazio più ampio in cui i battezzati sperimentano ordinariamente l'universalità della Chiesa e la comunione con tutte le Chiese. Esperienza di comunione ecclesiale senza confini di razza, di sesso, di età, di cultura, di impegno politico, di condizione sociale, né di doni, carismi e ministeri. E’ l'esperienza dell'unità della fede, dell'identità comune, dell'unica Chiesa di Cristo. Nello stesso tempo si deve dare la possibilità a tutti i battezzati di poter sperimentare l'originalità dello Spirito nella propria diversità. Perciò si devono dare spazi perché ciascuna peculiarità ecclesiale possa essere vissuta in intensità. In concreto: uno spazio per una pastorale settoriale o specializzata che aiuti a vivere, in accordo con la fede e come testimonianza della stessa nel mondo, la diversità di ruoli che i battezzati svolgono nella società in ragione dell'età (bambini, giovani); in ragione del lavoro (operai, professionisti, impiegati, insegnanti, amministratori pubblici, politici ... ); uno spazio di vita per i diversi gruppi, movimenti ed associazioni laicali, così come per gli istituti religiosi che esprimono diversi carismi apostolici al servizio del rinnovamento della Chiesa e della dilatazione del Regno di Dio.

Uno spazio per i diversi ministeri, clericali e affidati al laici, al servizio della edificazione del Popolo di Dio nella sua unità e diversità, e perché egli possa piena- mente servire all'estensione del Regno di Dio. Ogni battezzato può così, nell'esperienza dell'unità e della diversità, vivere il dono dello Spirito in pienezza, Spirito nel quale si vive l'unità del Padre e del Figlio. E’ così che nella Chiesa si può tendere a vivere le relazioni stesse della Santissima Trinità.

b) La comunione organica di questo stesso Popolo di Dio, in modo che le diverse strutture facilitino, promuovano e canalizzino la partecipazione di tutti i battezzati alla vita e alla missione della Chiesa. Occorrono, perciò:

- Strutture di comunicazione e di partecipazione, che mettano tutti i battezzati in relazione organica e sistematica, cosicché tutti possano esercitare la funzione profetica, sacerdotale e regale o- di servizio che il Battesimo loro affida;

- Strutture di elaborazione e di consultazione che canalizzino la partecipazione di tutti nella ricerca della volontà di Dio sulla stessa Chiesa particolare, sulla base dell'analisi delle situazioni ed in ordine alle proposte o al piano diocesano da proporre. Queste strutture sono il Consiglio pastorale parrocchiale e diocesano, le equipes parrocchiali e diocesane di animazione pastorale;

- Strutture di decisione che canalizzino la partecipazione di tutti, quali le Assemblee parrocchiali e diocesane e quelle in cui il Clero nell'esercizio dell'unico ministero sacerdotale con il Vescovo, quale il Consiglio Presbiterale, aiuta il Vescovo nelle decisioni che deve prendere;

- Strutture di conduzione e valutazione che sono il Consiglio Episcopale, i Vicari Episcopali, i Vicari fora- nei ed i Parroci che conducono e coordinano l'esecuzione del piano e la stessa valutazione, ognuno secondo il suo ambito;

- Strutture di sussidiarietà ed impulso com'è la Curia Episcopale al servizio della realizzazione del piano pastorale diocesano;

- Strutture di attuazione diretta ed immediata del piano, come sono le diverse commissioni, in accordo con diversi servizi che la Chiesa deve realizzare tanto a livello parrocchiale, quanto a livello vicariale e diocesano. A queste strutture, che organizzano l'azione e la partecipazione di tutti in essa, vanno aggiunte quelle altre che organizzano la condivisione della vita stessa, come sono:

- la Consulta dei Movimenti laicali

- la Confederazione dei Religiosi e delle Religiose - l'Assemblea del Clero.

Tali strutture sono intese come strumenti e spazi di dialogo, di aiuto scambievole e di promozione della vita di ciascuna di queste categorie.

Le Comunità Ecclesiali di Base (C.E.B.) e le stesse famiglie costituiscono gli spazi strutturali di Informazione e di consultazione in ordine alla elaborazione, decisione, attuazione e valutazione del piano pastorale.

c) La comunione dinamica, cioè in permanente cammino di crescita verso la santità come Popolo di Dio, in continua espansione. Cammino, di evangelizzazione costante o di conformazione progressiva con Cristo ed il suo Vangelo, cammino che è un processo educativo della fede vissuto in modo partecipativo e comunionale verso la piena maturità di Cristo, cammino di catechesi sistematica nel confronto tra la fede e la vita, cammino che ripropone ciclicamente l'approfondimento della fede e l'adeguamento della comunità ecclesiale alle nuove condizioni ed istanze dei tempi. Comunione dinamica che esprime la tensione della speranza verso mete ulteriori e più piene. In tale dinamismo si risolvono le tensioni inerenti alla diversità di visioni dottrinali, di analisi, di atteggiamenti e di modi di agire incontrando, così, un punto ulteriore e superiore di unità, nell'orizzonte della Santità di Dio, alla quale la Chiesa particolare è chiamata. E’ in questo dinamismo della vita e della missione della Chiesa che il Vescovo esercita il suo ministero di presidenza, di discernimento e di conferma e conduce il Popolo di Dio in comunione con i presbiteri e i dia- coni che in suo nome presiedono le diverse comunità in cui si esprime storicamente questo stesso popolo. Sempre in questo ambito di vitalità dinamica della Chiesa particolare i Religiosi e le Religiose danno l'apporto delle proprie opzioni profetiche per il Regno di Dio, testimoniando che solo esso è assoluto e definitivo. I Laici, a loro volta, contribuiscono a questo dinamismo e lo esprimono trattando le cose temporali in spirito di fede ed in ordine alla trasformazione del mondo attraverso lo spirito delle Beatitudini.

d) Per Il Regno di Dio, al quale tutto è finalizzato e nel quale tutto acquista significato. Perciò la spiritualità di comunione e di partecipazione ecclesiale è l'anima, la ragione ultima e l'energia della vita e della missione della Chiesa particolare e del suo dinamismo di crescita. Spiritualità di Chiesa o comunitaria che vive la comunione Trinitaria nelle relazioni ecclesiali come dinamismo di santità progressiva. In ordine a tale spiritualità comunitaria la Chiesa offre il contributo dei suoi sforzi ed i suoi metodi di dialogo, di discernimento, di rinnovamento permanente, di superamento delle sue tensioni nella speranza, di orazione e di vita liturgica, con l'esercizio cioè di un'ascesi anch'essa, coerentemente, di segno comunitario.

3. IL PROBLEMA FONDAMENTALE.

          Il problema fondamentale che sta alla base di molteplici nostre difficoltà e carenze e che costituisce come il punto critica e nodale della nostra situazione di Chiesa ci sembra di identificarlo nel modo seguente:

         Lo smarrimento del senso della vita, come popolo - a diversi livelli di intensità - subiamo passivamente il processo storico in atto senza adeguata coscienza critica e senza reazioni significative per salvaguardare e rigenerare - come persone, famiglie, popolo e Chiesa - il senso religioso della vita.

* la gente è assorbita dalle preoccupazioni e dai problemi immediati e concreti della vita e, per l'effetto dei condizionamenti che subisce, va smarrendo progressivamente la sua solidarietà, la sua sapienza e visione cristiana, anzi il senso religioso della vita;

* gli operatori pastorali vivono per un verso la stessa crisi della gente e per l'altro mancano ancora di strumenti adeguati a una pastorale comunitaria di rinnovamento e di evangelizzazione missionaria.

4. ITINERARIO DI EVANGELIZZAZIONE.

            Per superare la situazione di sfasatura prima segnalata e per risolvere il problema fondamentale della Diocesi, è necessario realizzare un cammino di iniziazione cristiana che coinvolgendo tutto il Popolo di Dio, permetta la riespressione della Chiesa in coerenza con l'ideale segnalato. Questo itinerario comporta i seguenti passi:

* fase previa: consiste nella creazione delle condizioni minime per camminare insieme e si esprime nel consenso degli operatori pastorali attorno ad un piano globale che serva come quadro per la definizione delle diverse tappe del cammino da percorrere.

* I' tappa: kerigmatica o di annuncio iniziale ed essenziale del Cristo morto e risorto e di convocazione di tutti i battezzati e di tutti gli uomini di buona volontà all'esperienza della comunità ecclesiale. Si percorre in tre fasi:

- la fase iniziale di sensibilizzazione alla riconciliazione intesa come partecipazione. Allo stesso tempo è la fase della creazione delle strutture organizzativi che canalizzino la partecipazione di tutti;

- la fase intermedia di sensibilizzazione intesa come corresponsabilità. Allo stesso tempo è la fase in cui si consolidano le strutture già create e si costituiscono quelle che mancano;

- la fase finale di sensibilizzazione alla Chiesa, intesa come comunione e orientata alla convocazione di tutto il Popolo di Dio all'esperienza di comunità ecclesiale in piccoli gruppi di famiglie.

Così si conclude questa tappa con un'esperienza significativa di fraternità ecclesiale vissuta in piccoli gruppi e perché il Popolo di Dio decida di approfondire l'esperienza comunitaria ed il messaggio evangelico.

* 2' tappa: pre-catecumenale o di approfondimento del messaggio evangelico, orientata ad una rinnovata professione di fede in Cristo. Anch'essa si percorre in tre fasi:

- la fase iniziale, di riscoperta della Parola di Dio, la Scrittura come Parola di vita e per la vita;

- la fase intermedia, di riscoperta della fede come adesione a Dio ed alla sua Rivelazione e come fatto di vita;

- la fase fìnale, di riscoperta di Cristo nei suoi atteggiamenti e nel suo mistero.

E’ così che tutto il Popolo di Dio è convocato ad un Sinodo per fare un'opzione cosciente e libera per Cristo come senso della propria vita. Si elaborano i documenti sinodali e una professione di fede del Popolo che, ap- provati dal Vescovo, costituiscono l'impegno di fede della comunità diocesana.

* 3' tappa: catecumenale o di approfondimento e di definizione di un modo di essere Chiesa, coerente con la Chiesa universale. Anche questa tappa si percorre in tre fasi:

- la fase iniziale, di approfondimento del senso di comunità ecclesiale o dei credenti in Cristo;

- la fase intermedia, di presa di coscienza dei di- versi sacramenti e delle loro implicazioni per la vita ecclesiale;

- la fase finale, di presa di coscienza dei ministeri in una Chiesa tutta ministerialità al servizio dell'unità universale.

          Il Congresso Eucaristico conclude questa tappa di definizione della Chiesa particolare come Chiesa "autoctona" e allo stesso tempo in comunione con quella universale. Contemporaneamente si esprime come comunione organica e dinamica del Popolo di Dio in cammino verso l'unità salvifica universale. E’ questa realtà che si celebra nell'Eucaristia.Con questo evento fìnisce il piano proposto e ne inizierà un altro. Così la Chiesa intera va perseguendo la sua conformazione a Cristo, " uomo perfetto ", crescendo permanentemente nella perfezione.

5. CRITERI 0 POLITICHE PASTORALI.

         Prima di selezionare e definire i mezzi e le azioni concrete con cui effettuare il cammino indicato e raggiungere l'ideale proposto, è necessario stabilire i criteri che regolano ed orientano l'insieme delle azioni. Sono i seguenti:

1. Tutte le azioni della Chiesa particolare, qualunque esse siano, devono essere evangelizzatrici, cioè devono condurre al confronto con il Vangelo. Questa evangelizzazione, a sua volta, deve essere intesa come itinerario o cammino di fede permanente, non occasionale o episodico, come di fatto viene proposto nella parte terza. Solo un'azione metodica e sistematica, "dosificata" nel tempo, può condurre alla maturazione della fede e all'esperienza vitale dei sacramenti.

2. Tutte le azioni della Chiesa particolare devono evangelizzare la cultura, cioè le persone in quanto unite attorno ad una coscienza comune che le identifica come popolo. Non serve l'azione diretta agli individui se questa non è integrata in un " insieme organico " e non è in funzione del medesimo. Solo così si può realizzare un'educazione al dono di sé, all'amore fraterno.

3. Tutte le azioni della Chiesa particolare devono esprimere la comunità ecclesiale, l'insieme dei battezzati come soggetto-protagonista dell'azione pastorale. Il Battesimo fa di tutti degli evangelizzatori e non solo dei destinatari dell'evangelizzazione.

4. Tutte le azioni della Chiesa particolare devono realizzarsi con una pedagogia evangelizzatrice, di confronto tra la fede e la vita e, pertanto al servizio della conversione di tutti come persone e come popolo.

5. Tutte le azioni della Chiesa particolare devono organizzarsi con strutture di comunione e di partecipazione, di dialogo e corresponsabilità, di coordinazione e conduzione al servizio dell'unità. Solo così possiamo par- lare di comunità organica.

        Così la comunità ecclesiale, nelle sue persone e nelle sue strutture, confrontandosi sistematicamente con il Vangelo, si evangelizza mentre cerca di giungere all'evangelizzazione della cultura di tutto il popolo; va così determinando un cammino di fede il cui coronamento sarà l'ideale proposto, aperto a realizzazioni sempre più profonde.