AUTOPSIE DI ALIENI

Vere o false?

Nessuno si sarebbe aspettato che il 3 marzo 1995, attraverso un comunicato stampa, in Italia ripreso dall'ANSA, giungesse sulla scena ufologica internazionale la notizia che tale Ray Santilli, documentarista e produttore musicale inglese di origine italiana, disponesse di alcuni spezzoni di filmati d'epoca (il 1947) mostranti immagini di un'autopsia eseguita sul cadavere di una delle creature che i militari americani recuperarono nell'incidente di Roswell. La notizia viene diffusa da Philip Mantle, responsabile investigativo della BUFORA, British UFO Research Association inglese, che ha visionato parte del materiale, giudicandolo importante. Impropriamente denominato Roswell Footage (filmato di Roswell), in quanto la sua reale pertinenza all'incidente di Roswell è ancora da dimostrare, tale materiale va più precisamente chiamato con il nome del proprietario, diventando così l'ormai famoso Santilli Footage .

IL CINEOPERATORE DEL MISTERO

Le immagini, secondo quanto dichiara Santilli, furono riprese da Jack Barnett, all'epoca cineoperatore militare, per ragioni di servizio. Il nome Jack Barnett , si viene subito a sapere, è solo fittizio. Egli avrebbe trattenuto gli scarti di quanto girò su incarico del Pentagono, trovandosi sul posto la zona di Magdalena, nei pressi di Socorro, New Mexico (circa 200 Km. ad ovest di Roswell) successivamente al crash di un UFO il 31 maggio 1947. Barnett filmò tutto quello che c'era da vedere: disco, rottami, cadaveri, trasporto, autopsie e l'allora presidente Harry Truman. Le pellicole sarebbero rimaste in suo possesso fino al momento dell'incontro con Santilli per la vendita di alcune riprese inedite mostranti Elvis Presley che si esibiva per i militari USA. In quell'occasione, nell'abitazione del cineoperatore, Santilli visionava altro materiale, molto più importante e delicato, che il vecchio cameraman aveva detto essere collegato al crash di Roswell, e ne decideva immediatamente l'acquisto, ma i lotti sarebbero stati acquisiti solo dopo lunghe trattative, per una cifra non inferiore a 100.000 dollari USA, a condizione di mantenere anonima l'identità del cineoperatore, il quale avrebbe tenuto per sé pochi altri spezzoni. Il 5 maggio 1995 Santilli organizza una proiezione privata (per oltre 200 addetti ai lavori, fra cui ufologi e rappresentanti di TV internazionali) al Museum of London. Il filmato, della durata di 18 minuti come il precedente sembra ottenuto saldando numerose bobine in bianco e nero 16 millimetri. Si tratta di una seconda autopsia. Mancano diverse scene preannunciate da Santilli (per una novantina di minuti in tutto). Le reazioni dei presenti sono critiche: perché promettere di mostrare tanto materiale che, senza alcuna spiegazione plausibile, svanisce? Da questo momento Santilli verrà sottoposto ad un fuoco di fila per un comportamento oggettivamente instabile ed elusivo rispetto alle sue responsabilità. Il filmato proiettato a Londra presenta un cadavere, estremamente simile al precedente ma visibilmente danneggiato, contuso in più punti, con vari versamenti ecchimotici ed una vasta lacerazione sulla coscia destra.

Il corpo è disteso su un tavolo autoptico con fori per il drenaggio dei liquidi. L'ispezione esterna impegna i medici per alcuni minuti poi ha inizio l'operazione autoptica. Il cadavere viene aperto con una diversa procedura chirurgica, infatti vi viene praticato un taglio ad Y. Il cranio (a differenza del primo) viene sezionato con un seghetto per estrarne il cervello. In sintesi la morfologia dei due esseri è la seguente: corporatura di dimensioni limitate (circa un metro e 20-30 cm. Di apparente altezza) ma con membra e muscoli completamente sviluppati; macrocefali, calvi, glabri e caratterizzati da polidattilismo (sei dita alle mani e ai piedi), con organi sessuali esterni femminili, capezzoli quasi invisibili e assenza di ombelico; gli occhi presentano esternamente una membrana nerastra che viene rimossa chirurgicamente durante entrambe le autopsie. Gli organi interni, soprattutto uno più voluminoso posto al centro della zona addominale, anatomicamente non corrispondono a quelli di un essere umano. Questo, inizialmente evidenziato dal dr. C.M. Milroy, del Dipartimento Patologia Forense dell'Università di Sheffield, è stato sostanzialmente ammesso dalla maggioranza dei patologi internazionali interpellati in merito. In particolare, l'essere cui viene praticata la resezione del cranio, presenta una massa cerebrale non di tipo umano, costellata di grumi sanguigni tipici di quanti sono deceduti per commozione cerebrale. Il che è coerente con l'ipotesi che sia deceduto in seguito ad un incidente aviatorio. Nei materiali ceduti a Santilli alle televisioni viene inclusa una sequenza di immagini sino ad allora inedite, mostranti i rottami recuperati sul luogo dell'impatto. Si tratta di varie riprese di frammenti metallici esibiti sotto una tenda da campo, ciascuno munito di un cartellino identificativo. La macchina da presa indugia su barre metalliche a doppia T su cui appaiono impressi simboli, la cui decifrazione a tutt'oggi non è stata possibile nonostante diversi tentativi di esperti linguistici e storici. Al contrario, un'analisi tecnica, ovviamente in base alle immagini, sulle barre a doppia T, effettuata dall'ingegnere Massimo Angelucci del CUN, esperto in tecnologia dei materiali, ha evidenziato come queste dovevano far parte di una struttura a reticolo progettata per sopportare sollecitazioni uguali in tutte le direzioni, proprio come dovrebbe essere per un oggetto volante di forma discoidale. Inoltre, nella stessa scena vengono inquadrati alcuni oggetti integri e di medie dimensioni, maneggiati da individui in divisa di cui non si vede il viso. Essi sembrano pannelli di controllo o di comando: si presentano infatti come strutture apparentemente asportabili e caratterizzate da due impronte in bassorilievo con sei dita. Ipotesi sulla funzione tecnica di questi oggetti sono emerse da analisi effettuate sia in Italia dal CUN, sia da diversi organi di ricerca esteri, ma senza conclusioni certe. Dopo un'anteprima mondiale, la proiezione di sette diapositive tratte dal filmato della seconda autopsia al terzo Simposio Internazionale sugli UFO del CUN a San Marino il 19, 20, 21 maggio 1995, il filmato nella sua interezza viene presentato pubblicamente al congresso ufologico del BUFORA a Sheffield in agosto, innescando il meccanismo di broadcasting: le principali emittenti televisive internazionali trasmettono il filmato e da questo momento infurierà la polemica sulla sua autenticità, che dividerà gli ufologi di tutto il mondo. Santilli è stato accusato di aver gestito impropriamente la situazione nei confronti dei media e degli studiosi. La spartizione inoltre del filmato dell'autopsia dell'essere senza ferite, ha costituito un mistero che non ha proiettato sulla questione una luce favorevole. Oggi si sa che tale sezione del Santilli Footage è stata ceduta al discografico tedesco Volger Spielberg, il quale ha certamente fatto parte dell'operazione economica sin dall'inizio, finanziando Santilli e consentendogli di concludere le trattative con il presunto operatore Jack Barnett. Poi ci sono le dichiarazioni di Santilli sull'altro materiale: riprese esterne effettuate sul luogo dell'impatto, alcune delle quali implicanti il presidente Truman. Successivamente smentite, tali notizie hanno contribuito a generare un'atmosfera di diffidenza attorno alla figura di Santilli e all'intera faccenda. Tanto più che restano aperte numerose questioni. Come quella dei contenitori in metallo delle pellicole originali, con etichette portanti le scritte, fra l'altro, Recovery (recupero) e Truman's & (&di Truman). Premesso che Santilli ha dichiarato candidamente fin dal primo momento che in effetti questo è il filmato buono nelle mani sbagliate essendo un uomo d'affari e non un ufologo o un'idealista, resta il fatto che il documentarista italo-inglese non ha tenuto conto della professionalità e dell'esperienza di addetti ai lavori del settore i quali, colpiti da dati incoerenti nella datazione dell'incidente rispetto a quelli noti (fine maggio anziché primi di luglio, e Magdalena anziché Roswell-San Augustin) riferitegli dal cameraman, non hanno esitato a scatenare una dura campagna di polemiche contro di lui. Dopo le prime generiche indicazioni dei tecnici della Kodak, le varie (seppur parziali) analisi eseguite da esperti della fotografia (il canadese Bob Shell, i tecnici americani, inglesi e italiani del CUN) sembrano concordare sulla reale vetustà della pellicola (risalente ad un periodo compreso fra gli anni Quaranta e gli anni Cinquanta). Ciò nonostante molti critici si sono appellati ad apparenti difformità rispetto alle tecnologie dell'epoca di molti oggetti ripresi nella scena all'interno della sala autoptica (in cui si muovono tre persone in camice operatorio fra cui quasi certamente una donna, più una quarta persona che osserva attraverso un vetro dal di fuori): dai ferri chirurgici al modello del telefono, dalla tecnica usata per l'incisione ad aspetti di prospettiva e messa a fuoco delle riprese. Le obiezioni si sono poi sostanzialmente dimostrate infondate, ma non per questo chi mantiene un atteggiamento scettico nei confronti della vicenda riesce a dimenticare facilmente. E molti non perdonano a Santilli il fatto di aver mercificato tutta la questione. E se è vero che testimoni come Jesse Marcel Jr., di fronte ai simboli presenti sulle travi a doppia T da lui visti da ragazzo, non hanno escluso la possibilità che ci si trovi di fronte a qualcosa di genuino, resta il giudizio sostanzialmente negativo dell'ufologo Stanto T. Friedman. Ci si chiede dunque da più parti il motivo per cui Santilli avrebbe presentato un quadro tanto contraddittorio rispetto a quanto accertato da tempo. A meno che l'incidente di Roswell e quello documentato da Barnett non si riferiscano a due eventi diversi: ipotesi forse remota, ma che comincia ad essere ventilata. D'altro canto Friedman e Berliner hanno elaborato una teoria del doppio crash, implicante due diversi punti di caduta per l'oggetto di Roswell. Per molti ufologi, invece, l'affare Santilli si riduce ad una pura e semplice operazione di cover-up, di insabbiamento. Orchestrato dall'abile regia dei Servizi di Intelligence USA a cominciare dalla CIA secondo un vecchio e collaudato copione: saltano fuori una storia e una rivelazione tanto belle da sembrare quasi vere, e tanto suggestive da focalizzare l'attenzione del mondo intero; poi, ecco che tutto viene ridotto ad una contraffazione, abile e complessa, ma pur sempre tale. Con il risultato di far ritenere fasulla anche la faccenda di Roswell, un evento al contrario reale e concreto. Certo, se non è vero, è ben pensato. La questione del Santilli Footage appare come un gioco di scatole cinesi. E fino a che l'eminenza grigia della faccenda, il discografico Volger Spielberg, non tirerà fuori il filmato dell'altra autopsia, sulla vicenda non si potranno trarre conclusioni.

LA VERSIONE DEL CAMERAMAN JACK BARNETT

L'uomo del mistero, in tutto l'affare Santilli, resta naturalmente il fantomatico cameraman militare. Residente negli USA, ultraottantenne e non più in buona salute, Jack Barnett avrebbe conservato per 47 anni gli originali degli scarti delle riprese autoptiche da lui effettuate su ordine del proprio comando. E si sarebbe deciso a renderle pubbliche per fare fronte ad un problema familiare. Barnett sostiene di avere visto i due esseri ancora vivi nella zona di caduta dell'UFO. Quando furono catturati ricorda tenevano ben stretti due pannelli di comando, caratterizzati da un incavo di sensori avente la forma di una mano a sei dita. I pannelli poi ripresi nel filmato dei rottami sarebbero stati tolti con la forza, e uno dei due sarebbe stato addirittura colpito con il calcio del fucile da un soldato. La zona di caduta dell'UFO sarebbe stata compresa fra le località di Magdalena e Socorro, ed è presumibile che siano state eseguite riprese filmate dell'area. Le autopsie sarebbero state effettuate e filmate a Fort Worth, e non a Roswel. A tutt'oggi Jack Barnett è ignoto e irreperibile, anche se è certo che nel novembre 1996 ha rilasciato una intervista registrata in video che ne mostrerebbe anche il viso.

POSSIBILE INTERVENTO DELL'INTELLIGENCE

La questione sull'autenticità del cosiddetto Santilli Footage è ancora aperta, a quasi due anni dalla sua diffusione, e sussistono numerosi interrogativi irrisolti, ombre, elementi contraddittori. Si va dalla discussione delle dichiarazioni del fantomatico cineoperatore Jack Barnett, alle modalità divulgative dei filmati. L'operazione appare non come un falso commerciale creato ad arte da Santilli, ma piuttosto come un passo pianificato nella divulgazione di documenti originali dei servizi segreti USA. Se è vero che si tratta di documenti Top Secret, è logico che si sarebbe voluto evitarne la diffusione, impedendo di risalire alla fonte e quindi non ammettere segreti che devono ancora rimanere tali. Per ottenere questo risultato, sarebbe stato necessario programmare la seguente strategia:

1) Diffondere il materiale lontano dagli USA, centro di maggior pressione da parte delle associazioni ufologiche americane e da dove ci si aspetti che tali documenti trapelino (scelta idonea: la Gran Bretagna).

2) Servirsi di persone non identificabili. Tant'è che Barnett è ancora anonimo.

3) Appoggiarsi su una versione basata su fatti e argomentazioni preesistenti: le versioni note dell'incidente di Roswell, un certo curriculum militare e via dicendo.

4) Usare un intermediario involontario che possa creare dubbi circa l'originalità dei filmati (Santilli, bussines man del video).

L'obiettivo di questa strategia è l'inquinamento delle prove. Attraverso elementi impropri o fasulli, viziandone il contenuto (la datazione differente rispetto a quella accertata per il crash di Roswell e forse le stesse etichette delle bobine che potrebbero essere state falsificate). Impedire oggettive analisi tecniche e di datazione del materiale, fornendo documenti in VHS e/o in copie di celluloide, che potrebbero essere state sviluppate in data differente rispetto all'originale. Omettere e/o censurare spezzoni fondamentali e troppo espliciti (mancano l'asportazione della calotta cranica, il taglio della gabbia toracica, etc.). fornire documenti tra loro slegati e contrastanti (il Santilli Footage e l'autopsia della tenda sono appartenenti a filmati differenti).

LA DATAZIONE DEI FILMATI

Barnett afferma che l'incidente cui si riferiscono i filmati avvenne tra il 31 maggio ed il primo giugno 1947. Viceversa, le tesi storiche più accreditate avevano sempre fissato come data dell'incidente di Roswell i primi giorni di luglio 1947. Può dunque trattarsi di un crash precedente, o successivo all'evento Roswell. Ma le procedure di autopsia del Santilli Footage non evidenziano approssimazione organizzativa delle strutture e del personale coinvolto. C'è chi ipotizza altri incidenti in precedenza. Eppure, se il vero incidente di Roswell fosse successivo a quello documentato da Barnett, non si giustificherebbero le lacune dell'organizzazione politico-militare registratesi nel caso Roswell, come il comunicato stampa del tenente W. Haut, riportato dal Roswell Daily Record l'8 luglio. Non è concepibile che Haut lo abbia diffuso con alle spalle un UFO crash precedente e di competenza della base di Roswell. Stando alle dichiarazioni della Kodak (pellicola in produzione negli anni 1927-1947-1967) la coincidenza con l'anno del crash è notevole. Ma le pellicole possono essere uscite dagli stabilimenti Kodak di Rochester anche nel novembre o dicembre 1947, invalidando così la datazione di Barnett e pertanto avrebbero potuto essere state usate nel 1948, volendo utilizzarle ancora fresche di produzione, per un UFO crash successivo a quello dichiarato da Barnett. In base poi alle analisi di Bob Shell effettuate nel settembre '95 e aggiornate nel '96, su due strisce di pellicola di circa 2 centimetri e mezzo, esse probabilmente appartengono ad una pellicola a perforazione singola (su un solo lato), mentre la cinepresa Bell & Howell modello 1947 poteva utilizzare solo pellicole perforate sui due bordi. È ovvio che si tratta di duplicati di terza generazione ottenuti da un internegativo di seconda generazione derivato dalla pellicola originale. L'unica certezza è che la pellicola è stata prodotta prima del 1957. Ciò è stato confermato dalla analisi chimica e di tecnica cinematografica eseguite da vari centri ufologici. Si può escludere un falso recente, mentre si lascia aperta l'ipotesi che si tratti di duplicati originali cioè prodotti entro il 1957: entro questa data deve essere stato girato il filmato di Barnett. Santilli dunque dovrebbe avere avuto una mano, per un certo periodo durante il quale i materiali sono stati processati e rimontati, una pellicola di identica generazione dalla quale ha estrapolato i frammenti da dare alla Shell, oppure al limite di una generazione immediatamente precedente. Nessuno, tranne il vero Jack Barnett o chi per lui, dei coinvolti nella faccenda possiede le pellicole originali, me solo delle copie. Inoltre, per quanto riguarda il filmato della prima autopsia Santilli ha confermato che esso è di proprietà di Volger Spielberg, il quale potrebbe aver preso accordi con Barnett in tal senso. Il problema è che non sappiamo quale sia stato il vero ruolo dell'anziano cineoperatore. Ammesso che egli esista, può essere un tramite con ambienti dei servizi segreti, infatti è lecito supporre che questi siano gli unici ad aver avuto nei loro archivi il filmato originale, che con tutta probabilità si trova ancora lì. Pertanto, le uniche pellicole utili per accertare la verità restano quelle originali.

BARNETT E I SERVIZI SEGRETI

Il filmato della tenda è il solo consegnato a Santilli in formato videocassetta e non in bobine 16 mm come il Footage. Perché è in un formato diverso? Probabilmente perché i filmati hanno origine da un UFO crash differente. E ancora: documenti di tale importanza possono circolare sono con l'autorizzazione di chi finora ha gestito i fili del cover-up. Conosciamo l'aspetto dell'alieno del Santilli Footage e, considerando che la prima autopsia mostra un essere virtualmente identico all'altro (e non ferito), la cosiddetta scena della tenda mostra invece uncorpo di sembianze diverse e forse appartenente ad un altro UFO crash. Non esistendo una scena del genere tra i filmati del Santilli Footage, chi ha deciso la diffusione dei filmati ha probabilmente attinto materiale da un diverso incidente. Il filmato della tenda e di scarsissima qualità video. Il viso dell'essere, in un fotogramma elaborato al computer, appare assai diverso da quello del Santilli Footage, anch'essa girata in una tenda? A questi interrogativo non c'è risposta. Anche perché con un VHS non si può risalire al tipo di pellicola originale, alla sua datazione e le attrezzature utilizzate. Certo è che Santilli non ha usato commercialmente questo filmato, in quanto Barnett pur avendolo accluso al pacchetto di materiali vendutogli, non ne ha riconosciuto la paternità. Le motivazioni espresse da Barnett, circa la dimenticanza degli alti gradi militari di ritirare le pellicole di scarto delle sue riprese, sono poco plausibili. È verosimile che materiale di elevato grado di segretezza, oltre il Top Secret, venga dimenticato, con il pericolo che prima o poi possa finire nelle mani sbagliate? La risposta è no. La politica del cover-up energicamente attuata dalle autorità militari statunitensi per anni, ogni prova, anche la più insignificante è stata, nei casi di UFO crash, eliminata dalla circolazione. Se a tutt'oggi Barnett non è stato eliminato, e possibile che sia una pedina consenziente utilizzata ad hoc. C'è chi mantiene nei confronti del santilli Footage un atteggiamento scettico, chi lo addita come una contraffazione ben condotta. In generale il pubblico, a tutt'oggi, non sa cosa pensarne. Sta di fatto che i filmati sono emersi nel classico modus operandi dei servizi segreti. Vediamo come. Ci sono elementi veri (i filmati) e falsi (molte dichiarazioni di Barnett), unitamente a elementi di origine diversa (autopsia della tenda e Santilli Footage), mischiati in un'unica rivelazione, al fine di alimentare polemiche circa la genuinità stessa dei filmati. Precedenti del genere si sono già avuti in ufologia, come il Majestic-12 e il caso Guardian pertanto è lecito supporre una trama rientrante nel piano educativo dell'opinione pubblica da parte dell'Intelligence USA. Vengono rilasciati documenti originali con l'obiettivo di insinuare nella gente, anche la più scettica, il dubbio che qualcosa effettivamente ci sia alla base del fenomeno ufologico, senza però dare elementi utili ad accertarne né l'autenticità né la reale provenienza. Ecco allora l'esplosione del Santilli Footage e la sua diffusione limitata ed inquinata, che consente di controllarne gli effetti senza pagarne le conseguenze. La temporanea conclusione del caso Santilli traspare da alcune dichiarazioni, rilasciate non ufficialmente, da personale militare addetto ai servizi di Intelligence della Casa Bianca. Secondo queste informazioni confidenziali, lo stesso Presidente USA Bill Clinton nel 1996 avrebbe ordinato un'inchiesta tesa a stabilire due cose: l'autenticità del materiale filmato e a vera identità di Jack Barnett. Alla prima richiesta si è risposto che buona parte del Santilli Footage è autentico. Alla seconda, che la documentazione riguardante il fantomatico cameramanbbe andata distrutta in un incendi Ma si tratta dello stesso copione usato per mascherare, coprire e negare la verità sull'incidente di Roswell. E, francamente, è difficile crederci.

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