Appunti di viaggio

 

Inizierei col dire che non si è trattato di un solo viaggio, ma di tre viaggi contemporaneamente.

Il primo è il viaggio del turista cioè di colui che si reca in un paese mai conosciuto e cerca di vedere quante più cose possibile, di conoscere usi e costumi di quel paese; e vi posso assicurare che io mi sono calato in quella dimensione.

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Sono diventato uno di loro, ho vissuto i loro bisogni più immediati; ho cercato di capire la loro povertà, ma ho visto che malgrado essi siano così poveri e privi di ogni bene hanno una grande dignità. Ho incontrato degli uomini il cui vestito era composto di un solo doti ( un quadrato di stoffa di cotone avvolto attorno alla vita ) mi guardavano fisso negli occhi ed il loro sorriso era puro come quello di un bambino. Vi posso assicurare che noi occidentali abbiamo perduto quello sguardo così sicuro, dignitoso e pieno di disponibilità.

Non ho girato l’ India come il solito turista, ma ho voluto vederla come uno di loro e cioè completamente. Iniziando dalla parte più povera e vivendoci dentro, ho dormito in alberghi da 5000 lire a notte e ho mangiato pranzi completi da  1500 lire; ho girato da solo nei sobborghi di Deogar una città del distretto del Bihar il più povero dell’India, ho bevuto il ciai ( te, latte, cinamomo ) seduto a terra . Questo può far sorridere, non essere capito ma io non mi sono mai sentito così vicino a delle persone come in quei momenti.

I bambini sono stati la cosa più bella di questo mio viaggio, ho sofferto molto vedere come vivevano, e di quali e quante cose avessero bisogno; come volontario mi sono offerto di portare nei villaggi generi di prima necessità. Quando i pacchi passavano dalle mie mani in quelle delle persone, ad ogni pacco era una sofferenza; dicevo a me stesso che era talmente poco ciò che noi davamo e mi sentivo in colpa per non avere altro da dare.

Guardare quei visi di uomini donne e bambini così calmi sereni e dignitosi è stata per mé una grande lezione di vita.

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Il secondo viaggio è stato quello del’ insegnante di yoga. Questo tipo di viaggio era il completamento della mia istruzione dopo 17 anni di pratica.

Per dieci giorni sono stato sottoposto a continui esami, è stata una cosa molto intensa e utile a quello di cui mi interesso.

 

Poi c’è stato un terzo viaggio e cioè il più importante quello che ho fatto dentro me stesso. Ma di questo non posso parlarvi e mi dispiace perché è una cosa intimamente mia; e che se anche volessi parlarvene non credo sarei capace di trovare le parole.

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Una giornata tipo a Rikia dove ho assistito a delle celebrazioni . Sveglia alle 2.30 alle 3 venivamo caricati su delle jeep che ci portavano al tempio, li iniziavano delle puja atti di devozione che duravano sino alle 5.30 poi nuovamente in machina al posto dove c’era la residenza del mio Maestro, si prendeva il te e alle 6.30 iniziavano le celebrazioni che continuavano sino alle 12 dalle 12 alle 13 pranzo poi si riprendeva sino alle 18 ; dopo la cena nuovamente in machina in albergo a lavarsi, due passi in città e verso le 20 a letto.

Ecco alcuni momenti di questo mio viaggio.

Carlo.

 

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