STREGHE DI LIGURIA

 

 

 

"Ancheu, g'ho i cavelli da stria!", dicono tutt'oggi certe anziane signore dell'entroterra ligure, a significare che la loro chioma, un po' per il tempo umido, un po' per la pettinata frettolosa, un po' per non si sa bene qual motivo, appare arruffata e ribelle, come doveva essere quella delle streghe durante il "sabba" o la "tregenda".

Sulle streghe liguri circolano una quantità di leggende; di esse, si dice che fossero terribili assassine di bambini, come la strega Caterina di Rapallo; ma si dice anche che fossero meno malvage di altre "colleghe" europee; ad esempio, secondo la tradizione, per partecipare al "sabba", le streghe tedesche viaggiavano ignude a cavalcioni della loro scopa dopo essersi unte il corpo con il grasso ricavato da neonati uccisi, mentre le streghe del ponente ligure si ungevano, sì, ma, più semplicemente, con l'olio d'oliva.

L'unica cosa che accomunasse le streghe liguri con tutte le altre era la loro completa innocenza; molte donne furono arse sul rogo in Piazza Banchi a Genova, come in centinaia di altre piazze d'Europa, e tutte loro erano colpevoli unicamente di aver avuto qualcuno che avesse parlato male di loro con le persone "giuste".

Il caso più clamoroso di processo contro innocenti si ebbe nel 1588 a Triora (per saperne di più sul paese e sul processo, cliccate qui).

Oggigiorno, di streghe non si parla quasi più, abbiamo altre paure. E' tuttavia indubitato che molte persone credano ancora a fatture e malocchi, e di questo è prova la florida fortuna professionale di "maghi" e cartomanti che allontanano malie e fabbricano amuleti e talismani contro le forze avverse.

Anche nell'era della telematica e dei viaggi nello spazio, il nostro inconscio atavico, di quando in quando, riemerge con le sue paure inconfessabili.

 

 

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