LE CREATURE DELL'ABISSO

 

Non tutti conoscono Howard Phillips Lovecraft; in effetti, la sua fama è diffusa più che altro fra gli appassionati di racconti dell'orrore.

Ma l'"orrore" di Lovecraft è del tutto particolare.

Molti scrittori del genere, quando parlano dei loro mostri o dei loro fantasmi, semplicemente li "fanno apparire", e, più che parlare di essi, si limitano a descriverli e a descrivere (in maggior misura) l'effetto che essi hanno sugli esseri umani.

Lovecraft è ben diverso. I suoi mostri non sono apparizioni venute da chissà dove per il banale motivo di spaventare gli uomini: essi sono creature di altri mondi, di altre galassie, si potrebbe quasi dire di altri universi o dimensioni; sono esseri con una storia infinitamente più antica di quella di noi poveri umani; sono esseri che, nella loro efferata crudeltà, nel loro aspetto terrificante e nel loro desiderio di annientare la nostra razza, hanno tuttavia una loro "nobiltà".

Sono le "creature dell'abisso".

Non vorrei sembrare azzardato, nel fare ciò, ma credo di poter tracciare un parallelo tra Lovecraft e i due registi che hanno recentemente diretto "The Blair Witch Project" (quelli di voi che sono capitati qui seguendo il link dal sito del mio amico Marco sanno di cosa sto parlando, per gli altri, spiego).

Tanto Lovecraft come i due registi sono stati abilissimi "costruttori di documenti"; nella "Strega di Blair" si parla di episodi avvenuti nel bosco di questo piccolo centro, con tanto di interviste a persone del posto, fotografie delle ricerche della Polizia, ritrovamento di reperti attestanti crimini atroci, fino all'ultimo, sconvolgente ritrovamento delle riprese girate dai tre malcapitati ragazzi recatisi colà per un documentario sulla Strega; il tutto, come poi opportunamente chiarito nel sito ufficiale del film, assolutamente e completamente FALSO. Lovecraft, nel corso di tutta la sua produzione letteraria, accenna sempre o quasi sempre a un libro, quel famoso "Necronomicon" su cui molti studiosi di occultismo tuttora stanno svolgendo ricerche e su cui molti appassionati di rarità bibliografiche sognano tuttora di mettere le mani. Sebbene qui, a differenza di "The Blair Witch Project", non sia stata ancora detta l'ultima parola, è molto probabile che si tratti anche qui di un raffinatissimo FALSO, ingegnosamente costruito a bella posta per tenere vivo l'interesse degli appassionati.

Lo stile di Lovecraft, a mio parere, non è dei più agevoli.

L'espressione del pensiero è sempre lineare, beninteso, e le storie ben architettate e sempre agghiaccianti, ma vi è una sorta di insistenza sui particolari che, a differenza di quanto accade con Poe, non diverte e porta ad una "ripetizione" che appesantisce la lettura.

Tutti giudizi personali, sia ben chiaro. L'opera di Lovecraft è e rimane una pietra miliare nel campo della letteratura fantastica, e le centinaia di imitazioni che se ne sono viste e che tuttora si vedono ne sono una chiara testimonianza.

Un disegnatore francese, tale Yak Rivais, fece molte illustrazioni ispirate ai racconti di Lovecraft. Non si tratta di Gustave Doré, ma credo che le apprezzerete.

 

 

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