I TERRORI DI UN BOSTONIANO

 

 

 

 

Che dire di Edgar Allan Poe? Se mai è esistito un folle lucido, sicuramente si trattava proprio di Poe.

Sulla stranezza del suo carattere non vi può essere dubbio: sempre in burrascosi rapporti con gli editori, in disaccordo con John Allan, che lo aveva accolto nella sua casa dopo la morte della madre, espulso dall'Accademia di West Point, perennemente indebitato a causa del gioco, fumatore di oppio, forte bevitore... non si può certo dire che Poe fosse un angelo, anzi, si potrebbe quasi affermare che il diavolo avesse posto in lui un'orma molto vivida.

Se poi vogliamo pensare (e nulla ci vieta di farlo) che il diavolo sia anche geniale, ecco allora che il demonio in Poe emerge in tutto il suo fulgore.

Poe, nella sua carriera (che fu breve solo perché fu breve la sua vita), scrisse un po' di tutto, da poesie eteree a tragedie classiche, da recensioni letterarie a saggi sulla poesia, da racconti grotteschi a romanzi d'avventura, ma, senza alcun dubbio, ciò che lo ha reso immortale sono stati i suoi "racconti fantastici", detti anche "del terrore" o "dell'incubo".

Perché questi racconti hanno assurto ruolo di primissimo piano nella letteratura mondiale? Forse perché Poe fu il primo a rovistare, con le sue invenzioni narrative, nel nostro inconscio, cavandone fuori tutto ciò che di più terrificante possa esservi; o forse perché, oltre ad essere il primo, seppe anche farlo con maestria mai più eguagliata; la sua analisi delle sensazioni è sempre spietata e dettagliata fino al puntiglio; la sua descrizione dei personaggi è degna della migliore letteratura italiana dello stesso periodo; e quanto alle "situazioni", poi... mai incubi e terrori furono resi meglio.

Dovendo scegliere nella vasta produzione di Poe, ci sentiremmo di consigliare: "La Caduta della Casa di Usher", dove la strana malattia di una giovane donna e l'ipersensibilità di suo fratello portano ad un agghiacciante epilogo; "Il Pozzo e il Pendolo", spietata descrizione della condanna a morte inflitta ad un eretico dal Tribunale dell'Inquisizione di Toledo; "L'Uomo della Folla", racconto costruito quasi sul nulla, basato su un folle inseguimento notturno e sul suo inconcludente risultato; "Il Seppellimento Prematuro", che narra di come un uomo terrorizzato dalla paura di essere sepolto vivo riesca, grazie ad un fortuito incidente, a guarire dalla sua fobia; "Il Cuore Rivelatore", a nostro parere antesignano del genere "splatter", ma molto più fine; "Lo Scarabeo d'Oro", complicato ma intrigante gioco enigmistico; e "La Lettera Rubata", raffinato esercizio di ragionamento e logica deduttiva, degno del migliore Nero Wolfe di Rex Stout.

 

Torna alla pagina iniziale