Villam de Tileo

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La chiesa parrocchiale di Cintello

e gli affreschi romanici (secc. XII-XIII)

 

 

Cintello

Le ipotesi finora avanzate dagli studiosi sull’origine di questo toponimo sono essenzialmente due: la prima propone l’etimologia da “ad quintum lapidem”, in riferimento alla strada romana che collegava Concordia con il Norico e che toccava anche Cintello, in prossimità del quinto miglio di distanza da Concordia. Una più accreditata ipotesi lega invece il nostro nome alla voce latina cinctum con il significato di “recinto, spazio chiuso”, in particolare ad una piccola struttura difensiva d’epoca medievale chiamata “centa” o “cortina”.

 

 

La parrocchiale di San Giovanni Battista

Le origini della chiesa parrocchiale dedicata a San Giovanni Battista di Cintello si perdono nel Medioevo, non essendovi documenti che testimoniano la sua costruzione. La prima citazione che riguarda la “villa de Cintello” data al 1186/1187, tuttavia per imbatterci in un atto che parli della chiesa bisogna arrivare alla metà del Trecento, anche se recenti indagini compiute sull’attuale edificio culturale hanno portato ad individuarne una parte primitiva databile intorno ai secoli XI-XII. L’aula originaria ha subito vari rimaneggiamenti nel corso del tempo, con aggiunte e modifiche fino ai giorni nostri, senza essere mai stata demolita e ricostruita radicalmente, a differenza di quasi tutte le chiese dei dintorni; gli interventi più significativi hanno riguardato l’innalzamento della navata, avvenuto prima del ‘600, l’allungamento della stessa a fine ‘800 e l’aggiunta dei due “coretti” laterali nel 1966-70. Ulteriori studi hanno collegato inoltre la nostra chiesa, sorta lungo un’importantissima via di comunicazione esistente fin dall’epoca romana (la strada che da Concordia saliva verso il Norico) e ubicata su di un’altura a ridosso del fiume Lemene, con la presenza intorno ad essa di un recinto fortificato di carattere rurale, ossia una centa (da cui, secondo alcune ipotesi, deriverebbe pure il toponimo Cintello).

Il principale motivo di interesse della chiesa è dato dall’esistenza al suo interno di alcuni lacerti di affreschi romanici scoperti nel 1968, collocabili tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo, perciò tra i più antichi della diocesi di Concordia-Pordenone. Dopo il loro restauro avvenuto nel 1996, gli studiosi hanno rimarcato l’importanza di tali pitture, definite un unicum dal punto di vista stilistico e perciò meritevoli di rientrare di buon diritto nel novero degli affreschi d’epoca medioevale più rilevanti dell’intero territorio. Da quanto rimane si possono leggere ancora i resti della rappresentazione del cosiddetto Seno di Abramo (ossia i tre patriarchi Abramo, Isacco e Giacobbe che accolgono nel loro grembo le anime), la parte superiore di un gigantesco San Cristoforo, venerato in particolare da pellegrini e viandanti che percorrevano l’antica strada (che fino alla deviazione avvenuta all’inizio dell’Ottocento costeggiava il Lemene a nord dell’edificio sacro per poi svoltare di fronte all’ingresso principale della nostra chiesa) ed infine la drammatica scena del Bacio di Giuda ossia la cattura di Cristo.

Completano il panorama artistico i tre altari: il maggiore dedicato al titolare San Giovanni Battista (paliotto marmoreo secentesco, tabernacolo del XVIII secolo), ed i laterali collocati entro delle piccole cappelle che portano il titolo rispettivamente di San Valentino (invocato contro il “mal caduco”, il cui culto è attestato a Cintello fin dal XVI secolo) raffigurato in una tela di anonimo pittore ottocentesco, e dell’Annunciazione di Maria, pure dotato di pala firmata dal portogruarese Sante Conti e datata 1866.

Da segnalare inoltre il fonte battesimale in pietra del 1612, un trittico di statue lignee del XVI secolo già collocate sopra l’altar maggiore (San Giovanni Battista, San Rocco e San Sebastiano), la Devozione di San Giovanni Battista, mosaico realizzato dalla scuola di Spilimbergo nel 1968 ed infine il simulacro ligneo dell’Immacolata opera dello scultore Giuseppe Scalambrin (1954).

Esternamente la chiesa presenta una muratura in cotto a vista con inseriti qua e là rilievi marmorei erratici (in gran parte otto-novecenteschi) ivi collocati verso il 1970, epoca a cui risale l’attuale riconfigurazione interna ed esterna della struttura.

Il campanile in stile neoromanico a canna quadrata con cuspide conica, posto a ridosso dell’aula, fu edificato nel 1913 sul luogo di una precedente torre campanaria.

 

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