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NEWS DI FEBBRAIO 2001

1/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Norimberga : secondo le Fs i lavori sono compatibili con gli scavi archeologici

L'appuntamento forse decisivo per risolvere i quesiti sul molo Norimberga è slittato alla prossima settimana. L'incontro triangolare – Autorità portuale, Soprintendenza ai Beni culturali, Ferrovie spa – sulle variazioni di progetto predisposte dai tecnici Fs per ottenere il via libera ai lavori di impianto dei binari, doveva tenersi stamani alle 11 ma, per improrogabili ragioni della soprintendente, è stato rinviato a data da destinarsi. Non è stato, comunque, in relazione al «conflitto istituzionale», apertosi da diverse settimane, un giorno improduttivo. La necessità di conciliare la ristrutturazione delle maggiori banchine del porto (opere da 1 miliardo e 400 milioni avviate e da 27 miliardi bandite) con il recupero delle strutture sepolte del bastione Nuremberg e della «punta del pentagono» della Real Cittadella, è stata ieri al centro di un colloquio tra il sindaco Salvatore Leonardi e il responsabile della sezione Beni storico-architettonici della Soprintendenza, l'architetto Rocco Scimone. «Sia pure in un incontro informale – spiega Leonardi – ho avuto modo di rappresentare il bisogno di rendere realmente compatibili, come si può e si deve fare, il rilancio del molo Norimberga con la salvaguardia dei reperti culturali. È importante verificare che ci sia realmente la volontà di un'intesa costruttiva da parte di tutti, che non sia limitata alle dichiarazioni di principio mentre magari si pensa, in fondo, che non vi sia alcun margine per la compatibilità». L'auspicio di una concertazione finora clamorosamente mancata non compensa però il tempo perduto. Va ricordato che i nuovi binari ferroviari e gli annessi servizi, bloccati dalla Soprintendenza con richiesta di un nuovo vincolo, il 29 dicembre scorso, dovevano impiantarsi entro aprile 2001 per poi passare – Autorità portuale e Ferrovie – alla piena attuazione dell'appalto con cui il ministero dei Trasporti ha finanziato il porto di Messina e con esso l'area economica dello Stretto. Tutto questo percorso corre già su un filo sottilissimo, che potrebbe spezzarsi. Ieri, comunque, un passo avanti è stato compiuto. I progettisti delle Fs hanno reso noto che oggi consegneranno al presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio due varianti progettuali alternative (che spostano in più punti l'asse dei binari tra la Stazione Fs e il Norimberga) e che verranno al contempo messe a disposizione della Soprintendenza. E se nessuna delle due ipotesi andasse bene? Leonardi si affida, per questa eventualità, a una mediazione dall'alto: «Dovrebbe scattare un arbitrato della Regione».

2/02/2001  

Fonte: gazzetta del sud 

3200 TIR al dì ©

Nell'arco delle 24 ore comprese tra mercoledì e giovedì lungo viale Boccetta sono transitati 3.200 camion e tir. È il dato che emerge dalla verifica sul campo effettuata dai consiglieri dell'VIII Quartiere. Un'iniziativa che probabilmente sarà ripetuta e che intende essere una “provocazione” nei confronti della classe politica e amministrativa della città. «Non siamo esperti nè studiosi dei flussi di circolazione viaria – spiegano i rappresentanti della circoscrizione –, ci siamo limitati ad osservare il passaggio dei mezzi gommati pesanti minuto per minuto. E i dati raccolti confermano quello che gli abitanti del Boccetta conoscono benissimo da decenni». Il fiume dei “bisonti della strada” è senza alcuna soluzione di continuità ma è evidente che nelle ore di punta il numero dei tir e dei camion si fa ancora più rilevante ed entra in rotta di collisione con il traffico cittadino. La maggioranza dei consiglieri di quartiere ritiene necessario l'esperimento delle fasce orarie ma chiedono che, nell'ordinanza relativa ai divieti di transito, venga inserito anche il periodo compreso tra le 12 e le 14. Prosegue, intanto, la mobilitazione del comitato “La nostra città” che ha raccolto mille firme di residenti nella zona tra viale Boccetta e viale della Libertà. I risultati della petizione popolare saranno consegnati domani ai rappresentanti delle società Tourist e Caronte, al presidente e ai consiglieri dell'VIII Quartiere. Il comitato rilancia la richiesta di dimissioni dell'esperto Vincenzo Torrieri e dell'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo. «Intendiamo denunciare – si legge in un documento – l'assoluto disinteresse di quasi tutti i rappresentanti politici su una questione di così grande rilevanza per la vivibilità della città. Amministratori e candidati alle prossime elezioni, avviandosi verso una lunghissima campagna elettorale, dimenticano di assumere responsabilità e di concretizzare decisioni. Un approdo fuori dal centro abitato si può realizzare in tempi brevi, come ha dimostrato il comandante della Capitaneria di porto. Cosa si aspetta ancora?».


4/02/2001 

Fonte gazzetta del sud 


Cortina chiusa ma solo per pochi giorni
Mille firme degli abitanti del Boccetta consegnate alla “Tourist”

Il Comune fa dietro-front. L'assenza di un qualsiasi piano viario alternativo ha indotto l'amministrazione ad attenuare la portata dei provvedimenti previsti fin da martedì prossimo. Via Vittorio Emanuele verrà chiusa a partire dal 6 febbraio ma soltanto per alcuni giorni, il tempo necessario per consentire i saggi preliminari di carotaggio alle banchine del porto. I lavori veri e propri, che renderanno “off limits” per sei mesi il tratto della Cortina compreso tra largo Minutoli e l'incrocio con viale Boccetta, cominceranno solo quando Palazzo Zanca avrà definito un insieme di misure che possano, se non eliminare, cercare quanto meno di attenuare gli enormi disagi previsti. Per domani è previsto un vertice, alla presenza dell'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo, dei tecnici del dipartimento e del comandante della polizia municipale Umberto Famà. Era stato proprio quest'ultimo a evidenziare la necessità di elaborare un piano di mobilità urbana alternativo, per scongiurare la paralisi totale fino alla prossima estate e per consentire una più efficace e razionale riorganizzazione dei servizi di polizia municipale. Fare a meno per metà dell'anno di un'arteria di così vitale importanza quale la via Vittorio Emanuele, seppur conseguenza inevitabile di lavori che vanno assolutamente realizzati, non può essere classificato come un fatto di ordinaria amministrazione. Con viale della Libertà trasformato in cantiere e con la Cortina inaccessibile, i collegamenti tra la zona nord e il centro urbano sono destinati ad andare definitivamente in tilt. E i problemi della viabilità diventano assumono sempre più le caratteristiche di una vera e propria emergenza di protezione civile. Difficile ipotizzare misure alternative, ma qualcosa bisognerà pur inventare, perchè i messinesi non possono fare la fine dei topi, chiusi in un budello senza vie di uscita.
BOCCETTA – Ieri, intanto, i rappresentanti del Comitato “La nostra città” hanno consegnato agli amministratori della società Tourist, al presidente e ai consiglieri dell'VIII Quartiere i risultati della petizione popolare promossa tra gli abitanti della zona del Boccetta. Oltre mille le firme raccolte a sostegno della richiesta di dimissioni dell'assessore alla Vaibilità Rizzo e dell'esperto antitraffico Vincenzo Torrieri. Olga e Vincenzo Franza, rispettivamente presidente e amministratore delegato della “Tourist”, hanno preso atto dell'iniziativa del Comitato, ribadendo che le società private di traghettamento non hanno alcun interesse a creare condizioni di invivibilità del centro urbano. L'ing. Vincenzo Franza ha ricordato che sono stati gli stessi imprenditori a presentare progetti per la realizzazione dei nuovi approdi previsti sia nel litorale sud (Tremestieri-Mili) sia a nord (Annunziata), sottolineando la disponibilità delle società private a investire lì dove viene indicato da quelle che sono innanzitutto scelte politiche.

5
/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud 

L'opinione di Franco Providenti ( ex Sindaco di Messina ) sul Ponte

La «questione ponte sullo Stretto» è giunta a una svolta. Ormai è chiaro che non vi sono motivi tecnici che impediscono la realizzazione del collegamento stabile e che sul piano economico è possibile investire le risorse dei privati, consentendo il recupero dei capitali con un project financing, ammortizzato in cinquant'anni, mediante una modifica dell'attuale legislazione, che pone il limite di trent'anni per le concessioni in gestione di servizi pubblici. Sono inoltre oziose tutte le polemiche sull'utilità operativa e sul richiamo turistico del manufatto. La costruzione del più grande ponte del mondo costituisce, nello stesso tempo, una grande occasione di lavoro e di evoluzione tecnologica, e successivamente un'attrattiva unica. Dopo il giudizio degli esperti nominati dal Cipe non resta quindi che passare alla seconda fase: quella della progettazione attuativa. A questo punto i cittadini messinesi, a tutti i livelli, hanno il diritto di conoscere esattamente come si prevede siano risolti alcuni problemi importanti per la città e di partecipare con proposte o indicazioni per la loro soluzione. Si dice che il ponte passerà su Ganzirri (dopo il lago grande e prima di quello piccolo), e che sarà ancorato in prossimità o dentro il cimitero. È questo un punto particolarmente delicato sotto vari profili. È stato salvaguardato il valore turistico-ambientale di Ganzirri e Faro? Sarà possibile mantenere le tradizionali attività delle due comunità e anzi incrementarle coniugando la bellezza del ponte con quella dei laghi e dello splendido affaccio sullo stretto? Sarà ancora pensabile la valorizzazione turistica di Capo Peloro, sul piano culturale e sociale (teatro all'aperto, uso delle spiagge, approdi turistici, ecc.)? Sarà prevedibile un ancoraggio che non dissesti il territorio e soprattutto che non ponga problemi al mantenimento del culto dei defunti e dell'esercizio della pietà e del ricordo di essi? Le zone sacrificate o vincolate per l'appoggio del ponte ricadranno in zone abitate, ed eventualmente con quali sacrifici, e con quali modifiche ambientali? Sarà interessata la viabilità attuale e quella in previsione della Panoramica verso Tono? Saranno interessati dai lavori per la viabilità del ponte altri villaggi collinari della zona nord della città? Passando al raccordo fra il ponte e la città è opportuno chiedersi: i treni provenienti dal nord, attraverso quale via arriveranno alla nuova stazione di Gazzi? Le opere da costruire interesseranno una parte abitata della città, con quali sacrifici, o ove previste, con quali soluzioni tecniche idonee a eliminare o affievolire i disagi? Inoltre, lo spostamento della stazione a Gazzi può essere positivo, perché apre l'affaccio a mare verso la zona falcata, ma è stata prevista una progettazione, sia pur preliminare per la sistemazione e l'uso pubblico delle aree dimesse dalle ferrovie dello Stato? La nuova centralità ferroviaria di Gazzi porrà problemi sia relativi alla costruzione degli edifici necessari (questo è un elemento positivo perché consente di avere una stazione moderna ed efficiente, e di dare ancora lavoro alle maestranze), sia all'assetto del territorio circostante? Si è tenuto conto delle realtà esistenti e degli interventi necessari, a garantire, i diritti acquisiti e le esigenze di sviluppo della città? Sono tutti interrogativi sui quali mi auguro vi sia una risposta o quanto meno una proposta seria. Altri interrogativi certamente potranno sorgere conoscendo in dettaglio il progetto. Sono domande positive, perché attraverso esse si tende a inserire seriamente il ponte nella realtà di questa città, evitando nuovi assoggettamenti, e prevedendo invece nuove occasioni. Infatti, passando all'impatto positivo mi pare logico chiedersi se siano stati previsti progetti, sia pur preliminari, per l'accoglienza dei turisti a terra e per consentire loro di usufruire dello spettacolo del ponte, dei laghi e dello Stretto? Se inoltre sono state studiate le modifiche al piano regolatore della città per rendere fattibile la conversione turistica di zone in atto altrimenti destinate? Allora, usciamo definitivamente delle polemiche siano esse ideologiche, strumentali o personali e avviamo un serio incontro della città con il ponte, in modo che nulla sia vago, incerto o lesivo, e tutto invece, sia chiaro, giustificato e produttivo. Impegniamo le professionalità, le intelligenze, le genialità esistenti in questa città per avviare una fase in cui il ponte si avvicina al nostro territorio con l'intento di servire e non di asservire, con la grazia del dialogo che comporta accettazione e non già dell'arroganza che crea contrasto. Troviamo su questo punto un modo di operare comune dei messinesi, che mantenga le diversità delle opinioni, ma che consenta il confronto civile.

7/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud 

Alla Carlona! ©

Da quattro mesi era ben nota la necessità di chiudere al traffico il tratto della Cortina del porto compreso fra largo Minutoli e il viale Boccetta, dove la precarietà delle banchine portuali esige interventi urgenti di consolidamento. Già, una necessità ben nota a tutti. Tranne a coloro che avrebbero dovuto approntare un piano di viabilità alternativa per ovviare alla indisponibilità di una delle arterie strategiche per la circolazione automobilistica cittadina. L'Autorità portuale, che controlla l'esecuzione degli interventi, ha anzi dimostrato una grande disponibilità evitando di chiudere la strada durante le festività di fine anno. E forse a Palazzo Zanca qualcuno aveva pure sperato che ci si dimenticasse di questi lavori. Ma alla fine è successo: Cortina chiusa e mezzi riversi tutti sulla via Garibaldi, oltre che sul Corso Cavour e sulla Circonvallazione ma alla carlona e senza alcuna strategia antitraffico. Ieri mattina l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo e il comandante dei vigili urbani Umberto Famà hanno deciso di cominciare ad affrontare il problema esaminando un'ipotesi di regolamentazione della circolazione veicolare secondo la quale si dovrebbe eliminare il semaforo fra il Boccetta e la via Garibaldi, diversificando i flussi diretti a nord da quelli che devono svoltare e creando una specie di senso rotatorio fra il cruciale incrocio e la zona antistante la prefettura. Ma nemmeno questa proposta, contenuta in uno studio condotto dagli stessi agenti della polizia municipale su iniziativa del comandante Famà, è piaciuta fino in fondo e così – tanto c'è ancora tempo – si è deciso di attendere fino a domani per sottoporla al prof. Vincenzo Torrieri, deus ex machina dal quale ci si aspetta il colpo di scena che risolverà tutti i problemi e farà vivere i messinesi felici e contenti. Intanto, però, mentre si aspetta il responso dell'oracolo, a pagare le spese di quattro mesi passati invano saranno tutti coloro che dovranno attraversare la città non solo su mezzi privati, ma anche su mezzi pubblici, compresi ambulanze e autobus, che grazie all'eliminazione dei cordoli non si perderanno nemmeno un incolonnamento (anche se un maggiore uso dei bus ridurrebbe il numero di veicoli sulle strade). In questi tre giorni, nei quali verranno eseguiti saggi di carotaggio preliminari alla ristrutturazione delle banchine, si potranno dunque seguire le prove generali di una situazione che, quando i lavori inizieranno sul serio, durerà per parecchi mesi. Ed è impensabile lasciare passare altro tempo senza individuare alternative soprattutto al passaggio dei mezzi pesanti, che in questi tre giorni si riverseranno tutti sul viale Boccetta e quindi poi sulla via Garibaldi. Tra l'altro, proprio dalle 9 di giovedì e fino alle 16 dell'8 marzo, il Consorzio autostrade ha disposto la chiusura della rampa di uscita da Catania e di ingresso per Palermo dello svincolo di Gazzi, con inevitabili disagi per gli utenti che saranno una volta di più indotti a servirsi del Boccetta. Nello studio condotto dalla polizia municipale, invece, si prevede come condizione indispensabile ad una corretta fluidificazione del traffico urbano l'obbligo per i mezzi pesanti diretti a Ngi, Meridiano e Fs di uscita agli svincoli di Tremestieri o di Gazzi. Proprio in merito al traffico pesante sul Boccetta il sindaco in una nota rileva come le ordinanze limitative, che avrebbero dovuto entrare in vigore già dalla scorsa settimana, siano state solo sospese e non ritirate, per avviare «una concertazione più ampia per l'applicazione di un provvedimento già determinato». Ma le concertazioni, di solito, non sono preventive?

7/02/20012001 

Fonte: gds

Giornata senz'auto

Scatta il conto alla rovescia per la domenica ecologica. Fra quattro giorni il centro cittadino tornerà a trasformarsi in maxi isola pedonale, dopo gli esperimenti dello scorso anno. Ieri mattina sono stati definiti gli ultimi dettagli. La domenica ecologica, voluta dal ministero dell'Ambiente, che promette contributi ai Comuni che vi aderiscano (l'anno scorso, l'amministrazione comunale perse i finanziamenti, perchè partì in ritardo con il ciclo di domeniche verdi) inizierà alle 10. Alle 13, pausa. E alle 15, di nuovo transito chiuso ai mezzi privati, fino alle 18. Solo sei ore (poche rispetto alle dieci ore di altre città), ma meglio di niente. Soddisfatti comunque, gli ambientalisti, per quei 104 ettari (meno della metà, rispetto ai 270 dell'anno scorso) di area urbana, sottratti al traffico e allo smog, per alcune ore.
La zona interdetta al transito è stata circoscritta ulteriormente. Sarà quella delimitata dal perimetro di viale Europa, via Ugo Bassi, via Vittorio Emanuele, parte bassa di viale Boccetta e via XXIV maggio. Saranno istituiti diversi presidi di vigili urbani e sanitari, per eventuali casi di emergenza. E verrà comunque assicurato il servizio di tarsporto pubblico all'interno dell'isola pedonale.
Previste numerose iniziative di sport e spettacolo, che verranno comunicate oggi o domani, come assicura l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo che in questi giorni, sta incontrando rappresentanti di enti e associazioni interessati alle manifestazioni collaterali. Animazione, gare e giochi a squadre, aperti a tutti, si svolgeranno nelle principali piazze del centro cittadino. E via libera, anche questa volta, ad auto elettriche, bici, carrozze e pattini. L'esperimento sarà ripetuto l'11 marzo, l'8 aprile, il 13 maggio e il 10 giugno.


Altro che Ponte! ©

Un'equipe di docenti universitari boccia il progetto sulla realizzazione del Ponte sullo stretto. Dopo la solidarietà della conferenza episcopale siciliana, la mobilitazione generale del sindacato Cisl e l'impegno delle Regioni Sicilia e Calabria arriva un inaspettato parere scientifico che invita esplicitamente a riflettere governo ed amministratori a riflettere sull'opportunità di realizzare l'opera. A produrre lo studio destinato a suscitare scalpore fior di docenti universitari.
A guidare il gruppo di ricerca i professori Alberto Ziparo, ingegnere e docente di pianificazione ambientale urbanistica alla facoltà di architettura di Firenze ed il professore Virginio Bettini, geografo ed ecologo dello stesso ateneo. I due studiosi, sollecitati anche da alcune associazioni ambientaliste, e grazie ai fondi nazionali sulla ricerca affidati alla ricerca universitaria intersede, hanno approntato un rapporto sull'impatto ambientale che le grandi opere pubbliche, in via di definizione, potrebbero avere sul territorio del Mezzogiorno. E come non parlare del ponte, l'opera più discussa degli ultimi trent'anni? Così, secondo quanto è emerso da studi e calcoli, a conti fatti, sarebbe meglio accantonare il ponte e tenersi strette le navi traghetto o pensare a sistemi di trasporto alternativi. Secondo gli studiosi la realizzazione del Ponte avrebbe infatti effetti devastanti.:chilometri e chilometri di costa scomparirebbero, i laghi di Ganzirri (che la Regione sta trasformando in riserva naturale) a causa dello sconvolgimento del delicato ecosistema rischierebbero addirittura il prosciugamento; molte abitazioni dovrebbero essere abbattute.
Lo stesso ecosistema dello Stretto, dato che una buona parte del materiale di risulta finirebbe in mare o in prossimità di questo, sarebbe sconvolto. A collaborare alla ricerca docenti dell'università di Reggio, di Palermo e di Roma. "I nostri elaborati-assicura il professore Ziparo, sono stati consegnati al governo. Non sono certo però che gli advisor li abbiano avuti a disposizione, o li abbiano usati nella stesura della loro relazione. E' certo che quella che è stata resa nota non è una relazione che tiene e conto o documenta l'impatto ambientale. I nostri studi, che potrebbero essere ancora approfonditi mettono in evidenza una situazione davvero grave:zone immense di territorio verrebbero trasformate:dovrebbero essere cancellate numerose abitazioni e parliamo non di costruzioni abusive ma di cooperative e appartamenti di zone residenziali. Nell'opera di distruzione sarebbe coinvolto persino un cimitero".
Ad accompagnare il rapporto dei docenti che tra qualche settimana sarà disponibile in libreria anche un Cd che mostra come sono e come si trasformeranno le zone coinvolte nel progetto. Ieri, intanto, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è tornato ad occuparsi della questione sottolineando come quella del ponte sia una delle importanti decisioni ancora da prendere. "Comunque si decida - ha detto Ciampi, quello che risulta urgente e indispensabile è il saper far fronte al potenziamento del flusso dei traffici di persone e merci attraverso quella striscia di acqua che, come un grande fiume, scorre al centro di quello che ci appare oggi come il bacino territoriale ed economico Messina-Reggio".

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Incredibile!

Domenica 11 Febbraio giornata senz'auto a Messina. Indovinate quale arteria è stata esclusa dal provvedimento ? Naturalmente il Viale Boccetta! Turi Rizzo, e farebbero bene i tuoi colleghi di giunta ad imitarti, vattene a casa!

8/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Norimberga: 28 PIOTTI di appalto! ©

Due notizie in un giorno solo: a metà strada tra la speranza e la depressione. La prima è che mercoledì 14 febbraio a Palermo il presidente e il segretario generale dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio e Franco Barresi si incontreranno con l'assessore regionale ai Beni culturali Fabio Granata, alla presenza del prefetto Giosué Marino, artefice della preziosa mediazione istituzionale. Sul tavolo il problema della «compatibilità» tra la ripresa dei lavori di reinstallazione dei binari colleganti il molo Norimberga alla Stazione (bloccati dalla Soprintendenza) e gli scavi intrapresi dall'Ente regionale che ha chiesto un vincolo sui resti emergenti delle strutture sotterranee del bastione Nuremberg. Un vincolo che si aggiungerebbe a quello generale del '90, apposto su circa 160.000 metri quadrati dell'ex Cittadella, da svariati decenni segnata da un degrado e da un abusivismo senza limiti. Oggi, l'obiettivo della Soprintendenza (dalla quale l'Authority attende il nulla osta per il piano di risanamento della zona falcata) è l'impegnativo progetto di creazione di un «Centro di documentazione di arti contemporanee», presentato all'Unione Europea e che dovrebbe essere finanziato con 25 miliardi. Il porto intanto è a una svolta: a parte i lavori già sospesi, da 1 miliardo e 400 milioni, per i binari, il conflitto istituzionale ha portato al ritiro del bando d'appalto da 28 miliardi per la ristrutturazione delle banchine e la realizzazione di un grande molo multifunzionale che potrebbe rilanciare l'economia portuale, bando pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea. E le imprese avevano inviato i documenti. Il ministero dei Trasporti, finanziatore dei 28 miliardi, ha accordato una proroga fino a giugno ma già, purtroppo, si sono accumulati pesanti ritardi.

Risposta di Calarco alla richiesta del rappresentante del Governo 

Nella seduta al Senato del 9 febbraio 2001, dedicata in parte a interrogazioni sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto, il sottosegretario di Stato per i Lavori Pubblici on. Mangiacavallo ha invitato il Presidente della Società Stretto di Messina Nino Calarco a smentire e chiarire una frase da lui pronunciata e inserita nella trasmissione televisiva "Sciuscià" del 30 Gennaio scorso.

Messina, 9 febbraio 2001 ( strettodimessina.it )

Poiché oggi nell’aula del Senato, parlamentari dei Verdi e di Rifondazione Comunista hanno richiesto al presidente del Consiglio di rimuovermi dalla presidenza della Stretto di Messina o, in alternativa, di chiedermi le dimissioni, a causa di una mia battuta, palesemente provocatoria, che è stata inserita arbitrariamente nella trasmissione <Sciuscià> del 30 gennaio scorso, ripropongo testualmente domanda e risposta (messa sott’accusa):
Giornalista: <E il convitato di pietra che c’è sempre nei grandi affari che riguardano il Mezzogiorno, cioè la mafia?>
Risposta: <Ma io una volta ho avuto una battuta: se la mafia fosse in grado di costruire il Ponte, benvenuta la mafia.>
Nel riferire nelle interrogazioni parlamentari la frase, il modo congiuntivo "fosse" è stato cambiato nel modo presente "è".
Comunque, poiché il rappresentante del governo – che <stigmatizza duramente e considera assolutamente inaccettabili le dichiarazioni> - mi invita a smentirle nel momento stesso in cui viene divulgata la risposta, non mi impanco a disquisire di sintassi del periodo. Tra le ipotesi della realtà e della irrealtà, e dell’uso corretto dei modi nel costruire apodosi e protasi. Sarebbe esercizio inutile. Ha sostenuto infatti uno degli interroganti che la frase <dimostra la mia ossessione di realizzare il ponte a ogni costo.>
Dico quindi, subito e sinceramente, e con dignità istituzionale, che mi pento di aver detto e fatto registrare quella frase.
Respingendo parimenti, con fermezza, la interpretazione capziosa e strumentale che ne è stata fatta come risulta dal resoconto stenografico della seduta di oggi al Senato. Mi sovviene Voltaire che diceva: datemi una frase e vi impiccherò un uomo. Nella fattispecie penso che si voglia strangolare la <Stretto di Messina>.
Non posso non far presente per l’ennesima volta la intenzione dimettermi – resa nota pubblicamente sul quotidiano "La Repubblica" nel marzo ’98. Dimissioni che sono però collegate a un atto dovuto da parte del governo: la trasmissione del progetto di massima al Cipe per la sua approvazione (o bocciatura). La disapplicazione illegittima di un atto legittimo non è infatti consentita dalla nostre leggi. Io sono per i fatti e non per le parole. E non ho alcuna vocazione, o interesse, a gestire appalti per 10mila miliardi.

9/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Viabilità, oggi pronta l'ordinanza

L'ordinanza sarà pronta stamane e dovrebbe entrare in vigore a metà della prossima settimana. Sulla scorta delle indicazioni fornite dal vertice svoltosi mercoledì sera in Prefettura, i tecnici del dipartimento viabilità hanno lavorato ieri alla predisposizione delle misure di riorganizzazione viaria, resisi necessari a seguito della chiusura della Cortina del porto. Il piano, elaborato dall'esperto antitraffico Vincenzo Torrieri e dall'assessore alla Viabilità Salvatore Rizzo, dovrà essere spiegato nei minimi dettagli, perchè a prima vista appare particolarmente complicato e rischia di confondere ancor più le idee degli automobilisti e degli stessi vigili urbani chiamati a gestire direttamente la regolamentazione dei flussi di traffico, in attesa che vengano collocati i nuovi impianti semaforici. Il comandante della polizia municipale Umberto Famà è stato perentorio: «È indispensabile – ha detto – che, prima di qualunque provvedimento, venga sistemata la nuova segnaletica. I cittadini devono essere in grado di orientarsi, altrimenti sarà il caos». E Famà ha anche sottolineato come non sia proprio il caso di illudersi. «Quelli programmati – ha ribadito – sono solo accorgimenti tecnici, con i quali si cercherà di alleviare i disagi causati dall'impossibilità di utilizzare la via Vittorio Emanuele. Non siamo attrezzati per i miracoli, la situazione strutturale della viabilità messinese è già precaria in condizioni normali. Se poi sopravviene la chiusura di una strada così importante come quella del lungomare, è facile comprendere la difficoltà di trovare soluzioni diverse. È come il cane che si morde la coda. Non ci sono strade alternative, la dotazione dei parcheggi è del tutto insufficiente per una città di 260 mila abitanti come Messina». L'esperimento ideato dal prof. Torrieri è quello di tentare di velocizzare la circolazione viaria in corrispondenza dei nodi strategici. Chi si dirige lungo via Garibaldi, verso viale della Libertà, ad esempio, attualmente è costretto a fermarsi al semaforo collocato all'incrocio con viale Boccetta. In base al nuovo piano, verrebbe invece creata una corsia dove il traffico scorre senza soluzione di continuità e chi intende imboccare viale della Libertà, dovrà scendere obbligatoriamente verso il lungomare, che in quel tratto è praticabile (l'interruzione collegata ai lavori di consolidamento delle banchine riguarda, infatti, il tratto che va dall'incrocio con il viale Boccetta fino a largo Minutoli). A piazza Unità d'Italia, di fronte alla Prefettura, sarà sperimentata una sorta di viabilità circolare, con l'obiettivo di diversificare il traffico delle auto dirette verso il centro e quelle che intendono svoltare sul Boccetta e raggiungere l'autostrada. Gli effetti concreti di tali provvedimenti sono tutti da verificare. L'esperienza concreta, soprattutto negli ultimi mesi, dimostra come sia quasi impossibile, nelle attuali condizioni, governare i flussi di traffico a Messina. Spesso la viabilità va letteralmente in tilt in periodi della giornata considerati “morti”, mentre nelle ore di punta la circolazione trae paradossalmente inaspettati benefici. Ma quanto accade il giorno prima, viene puntualmente smentito 24 ore dopo. Ci sono, poi, strade o incroci considerati di secondaria importanza, dove si registrano ingorghi di tale portata da avere ripercussioni su ampie zone del centro urbano. Si pensi a quanto avviene quasi ogni mattina in via Sant'Agostino e le conseguenze negative che coinvolgono la via XXIV Maggio e tutte le strade parallele e perpendicolari. Un'analisi dell'andamento del traffico dei mezzi gommati pesanti lungo viale Boccetta, nell'arco di 24 ore di un normale giorno feriale, è stata compiuta nelle scorse settimane dai consiglieri dell'VIII Quartiere. Ieri, nel corso di una conferenza stampa, i rappresentanti della circoscrizione hanno illustrato i dati che confermano una volta di più il pesantissimo e costante “martellamento” subito dalla zona del Boccetta, a causa dell'interferenza del traffico di attraversamento dello Stretto con la viabilità cittadina. In questa situazione di perdurante emergenza viaria, il consigliere Calogero Centofanti propone l'adozione di un provvedimento finalizzato a migliorare i collegamenti tra il centro e la zona nord. «Si potrebbe utilizzare immediatamente, con una spesa irrisoria – afferma il coordinatore del movimento Nuova Presenza –, una pista carrabile esistente che consentirebbe il collegamento da viale Trapani fino alla contrada Scoppo, e viceversa fino al torrente Giostra». A rendere sempre più infuocato il fronte della viabilità c'è la patata bollente del tram, con i cantieri fermi ormai da troppo tempo a causa dello sciopero proclamato dai dipendenti della Gepco Salc. Il capogruppo ds Giuseppe Mangiapane ha definito «intollerabile» il fatto che l'amministrazione comunale non sia ancora intervenuta a sbrogliare la matassa. Oggi, comunque, con il rientro del sindaco dopo un periodo di malattia, dovrebbe tenersi un incontro con i responsabili dell'impresa, la direzione lavori e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali.

10/02/2001 2001 

Fonte: gazzetta del sud

Torrieri prepara le misure antitraffico, volte ad attenuare i disagi ( dei traghettatori © )

Scatteranno da giovedì prossimo i nuovi provvedimenti viari predisposti dall'esperto antitraffico Vincenzo Torrieri. Il rinvio di qualche giorno è dipeso dalla necessità di allestire una segnaletica in grado di far orientare i cittadini e gli automobilisti in un momento di estrema confusione, ovviamente aggravata dalla chiusura della Cortina a causa dei lavori dei consolidamento delle banchine portuali. Vediamo quali sono le misure contenute nell'ordinanza alla firma del sindaco e dell'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo. 1) Sarà vietata la svolta a sinistra su via Garibaldi, all'incrocio con viale Boccetta, nel senso di marcio sud-nord. 2) I mezzi leggeri che percorrono la via Garibaldi e sono diretti verso l'autostrada non potranno, dunque, più immettersi direttamente su viale Boccetta. Lo stesso vale per i mezzi provenienti da nord, impossibilitati a svoltare a destra. È stato immaginato un percorso circolare alternativo: le auto provenienti da sud dovranno imboccare il tratto di via Vittorio Emanuele transitabile e la stradina tra l'aiuola e la piazza Unità d'Italia, utilizzando poi corso Cavour in direzione nord-sud. Chi è diretto all'autostrada dovrà incanalarsi lungo via San Giovanni di Malta, dove sarà invertito il senso di marcia. 3) Davanti alla Prefettura è prevista l'installazione di uno dei cosiddetti semafori “intelligenti” che, grazie a un sistema completamente automatizzato, dovrebbero essere in grado di accendersi e spegnersi secondo i flussi di traffico del momento. 3) I mezzi pesanti che provengono dall'autostrada e sono diretti agli imbarcaderi delle società private, una volta giunti all'incrocio tra viale Boccetta e via Garibaldi saranno obbligati a scendere verso mare, immettendosi su viale della Libertà. I tir e i camion diretti, invece, agli imbarcaderi dell'area portuale dovranno uscire allo svincolo di Tremestieri. 4) Il secondo dei nuovi incroci semaforizzati è previsto all'intersezione tra il Boccetta e via Garibaldi. 5) Agli autobus e ai mezzi di emergenza sarà consentito di proseguire diritto lungo via Garibaldi, senza più interferenza con il traffico diretto alle invasature dei traghetti. Altri provvedimenti sono ancora allo studio e saranno definiti all'inizio della prossima settimana. L'efficacia di simili modifiche alla circolazione viaria è tutta da verificare. Come hanno ripetuto varie volte sia l'assessore Rizzo sia il comandante della polizia municipale Famà, nessuno si fa soverchie illusioni sulla piena riuscita di provvedimenti che sono, comunque, soltanto palliativi. L'obiettivo è riuscire di attenuare i disagi derivanti dalla chiusura della via Vittorio Emanuele. Le soluzioni ai problemi della mobilità urbana sono affidate a quegli interventi strutturali di cui la città ha un disperato bisogno e che ancora, purtroppo, non vedono la luce. Bisogna far di tutto per completare la tranvia e gli svincoli di Giostra e Annunziata, inaugurare al più presto lo svincolo di San Filippo, realizzare i parcheggi d'interscambio e attrezzare nuove aree destinate alla sosta nel centro urbano, attuare il progetto della via Don Blasco-“strada del mare”. Ma è da troppi anni che lo si dice e lo si scrive...

15/02/20012001 

Fonte: gds

Slitta il nuovo piano viario, mancano i cartelli stradali

Slitterà di alcuni giorni (si attendono i cartelli stradali) il piano viario di emergenza, in alternativa alla cortina del porto chiusa.L'ordinanza, prevista per ieri, non è stata ancora firmata. Non è pronta, infatti, la segnaletica e bisogna definire ancora alcuni dettagli tecnici, come ha spiegato l'assessore alla Mobilità Urbana, Turi Rizzo.Il provvedimento, atteso entro la settimana, dovrebbe prevedere l'eliminazione della svolta a sinistra su via Garibaldi, all'incrocio con viale Boccetta nel senso di marcia sud-nord; il divieto di svolta a destra sulla via Garibaldi all'incrocio con Boccetta nel senso di marcia nord-sud.E inoltre, sarà invertito il senso di marcia in via San Giovanni di Malta, in modo da permettere ai mezzi privati di raggiungere l'autostrada senza utilizzare Boccetta.Le autovetture provenienti dalle zone sud della città e che percorrono via Garibaldi per raggiungere viale Boccetta, all'incrocio con l'arteria, dovranno immetteresi su via Vittorio Emanuele II e transitare tra l'aiuola e piazza Unità d'Italia per poi imboccare il corso Cavour, in direzione nord-sud.
I flussi di traffico da sud verso nord scorreranno parallelamente su via Garibaldi e via Vittorio Emanuele II, senza più intersezioni a piazza Unità d'Italia.Il piano, partorito dai tecnici comunali, sotto la supervisione dell'esperto Vincenzo Torrieri e del comandante dei vigili urbani Umberto Famà, dovrebbe servire per alleviare i disagi degli automobilisti nella zona di via Garibaldi, congestionata più del solito, a causa dei lavori di consolidamento del molo Colapesce. Interventi che dureranno da quattro a sei mesi. 

Fonte: gazzetta del sud 

Viabilità, niente va per il verso giusto ( e quando mai! © )

Anche il più incallito degli ottimisti troverebbe difficoltà a scovare notizie positive sul fronte della mobilità urbana. Alle difficoltà oggettive di una situazione che appare senza alternative possibili, quanto meno in tempi brevi, si assommano ritardi su ritardi e intricatissime vicende tali da aggravare ogni giorno di più il senso di confusione e di scoramento che si respira in città. Si attendeva con ansia la “buona novella” riguardante l'apertura dello svincolo di San Filippo, che viene data per “imminente” ormai da tre anni a questa parte. Le dichiarazioni dei responsabili del Consorzio autostradale rappresentano invece una vera e propria doccia fredda: lo svincolo non potrà essere inaugurato “in via provvisoria”, come richiesto dal prefetto Marino e dal sindaco Leonardi nel corso dell'ultima riunione del comitato per la sicurezza pubblica. «Prima – dicono all'Autostrada – dovrà essere apposta la segnaletica e l'impresa ha tre mesi di tempo per completare i lavori. Solo successivamente l'Anas verificherà l'eventuale agibilità dello svincolo». Mentre l'amministrazione comunale e il direttore dei lavori, l'ing. Beppe Rodriquez, parlavano della possibilità, quasi della certezza, di 
inaugurare l'opera entro la fine di febbraio, secondo l'ipotesi prospettata dal Consorzio prima di maggio ciò non sarà possibile. Si aggiungono, dunque, altri tre mesi di attesa ad una storia infinita, l'ennesima, di questa città che per 30 anni ha aspettato Godot (cioè il Palaculura) e che da oltre 10 confida in una rapida (!) conclusione dei lavori del nuovo stadio. L'Autostrada, in ogni caso, si atterrà all'invito rivoltole dal prefetto e dal sindaco in merito alla ventilata chiusura delle rampe di accesso e di uscita dello svincolo di Gazzi, che è stata fatta slittare fino a quando la città potrà contare di una struttura alternativa, quale appunto lo svincolo di San Filippo. Scatteranno con qualche giorno di ritardo, nel frattempo, i provvedimenti viari connessi all'emergenza provocata dalla chiusura della Cortina. I lavori alle banchine portuali stanno andando avanti ma, come era prevedibile, i disagi per chi percorre via Garibaldi, in alcune ore della giornata, sono davvero inenarrabili. Prima di far partire le nuove misure di regolamentazione semaforica agli incroci di via Garibaldi con il viale Boccetta e con la piazza Unità d'Italia, il Comune vuole che sia completata (giustamente) l'installazione della segnaletica. E la ditta incaricata ha chiesto qualche giorno in più di tempo. Le ordinanze probabilmente avranno efficacia non prima di lunedì prossimo. Per quanto riguarda la tranvia, stamane, alle 11,30, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali avranno un incontro con il sindaco. «Ci attendiamo risposte chiare – afferma Giuseppe Locorotono della Cgil –, vogliamo capire quali sono le prospettive per il completamento dell'opera. Le maestranze sono tornate al lavoro, con l'assicurazione che entro giovedì ( oggi per chi legge) sarebbero stati pagati gli stipendi arretrati. Ma non c'è solo un problema economico da risolvere: dobbiamo avere certezze sul piano delle risorse finanziarie e su quello delle prospettive occupazionali, visto che l'impresa, nell'impossibilità di aprire nuovi cantieri, ha già dichiarato in esubero 54 operai. Non c'interessa sapere se le responsabilità siano della Regione siciliana o del Comune o esclusivamente della “Gepco”. Constatiamo, purtroppo, che l'opera più importante in corso di realizzazione in città viene gestita come se fosse un lavoretto di poco conto appaltato in qualche paesino della provincia. È questo che è inaccettabile, più di ogni altra cosa». L'assessore regionale al Territorio Carmelo Lo Monte, da noi interpellato, non ha voluto rilasciare alcuna dichiarazione in grado di rassicurare sul futuro della variante relativa allo spostamento del tracciato lungo la Cortina del porto. Lo Monte ha fatto sapere che della questione se ne occupano i tecnici dell'assessorato regionale. Ma i funzionari di Palermo non possono certo sciogliere il nodo cruciale, che è essenzialmente politico, dei rapporti tra la Regione e il Comune in merito alla realizzazione di un'opera che, senza il decreto del Governo siciliano, non avrebbe mai potuto prendere il via. Nessuno a riesce a spiegare, con dati di fatto, le ragioni per le quali a Messina non è ancora arrivata neppure una delle lire (o euro) che erano state stanziate nel '97. La sorte di quei 72 miliardi deve essere svelata al più presto, non si possono alimentare ulteriormente sospetti ed equivoci. Ieri, intanto, il direttore dei lavori della tranvia, l'ing. Santi Caminiti, era impegnato in trasferta a Torino, nella sede degli stabilimenti della Fiat Ferroviaria, per fare il punto sulla realizzazione della prima delle 15 vetture commissionate, il cui arrivo in città è previsto per il prossimo 30 novembre. Ma, per quella data, sarà stato definito il tracciato dove la vettura dovrà compiere il suo primo viaggio sperimentale? 

Fonte: la sicilia 

Il Ponte sembrava facile, invece.....©

MILANO - «La cosa non è semplicissima». E' una doccia fredda, o quasi, quella del ministro dei Trasporti Pierluigi Bersani sulla possibilità che il Governo sia vicino a fare annunci importanti sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Le speranze di trovare una soluzione in tempi brevi, per l'ennesima volta, sembrano rimandate. Malgrado la relazione presentata poche settimane or sono dai tecnici dei Lavori pubblici e del Tesoro, evento che aveva fatto sperare in una svolta, la costruzione del collegamento terrestre fra Calabria e Sicilia dopo oltre 30 anni sembra tornare in alto mare. L'occasione per fare il punto, ieri, è stata la presentazione di un libro di Guido Gentili, «L'incompiuta», tutto dedicato alle grandi opere che non si riescono a realizzare nel Paese e all'interno del quale la questione del Ponte di Messina merita un ampio e dettagliato capitolo. Presenti, nella sede dell'Assolombarda di Milano, insieme al «padrone di casa» Benito Benedini, il ministro Bersani, l'economista di Forza Italia Giulio Tremonti, l'industriale Marco Tronchetti Provera. Tutti d'accordo su un punto: le grandi opere sono necessarie per aumentare la competitività del paese. Dunque devono essere al centro dell'attenzione di forze politiche e mondo delle imprese. «Sono il primo a dire che bisogna fare di più», ha spiegato il ministro dei Trasporti, per poi sottolineare che qualche passo avanti è stato fatto: «Sulla Variante di Valico abbiamo lavorato. Posso dire anzi che faremo un annuncio serio nelle prossime settimane». Non altrettanto, però, si può dire del Ponte di Messina. Alla fine dello scorso gennaio, quando gli advisor stavano per presentare i risultati della perizia tecnica e finanziaria, l'Esecutivo era sembrato possibilista. Ma immediatamente è tornato al pettine il nodo rappresentato dall'opposizione che da sempre i Verdi oppongono al progetto. Si è addirittura parlato di una telefonata del ministro delle Politiche comunitarie Gianni Mattioli al premier Giuliano Amato, che sarebbe stata alla base della diserzione dei ministri Nerio Nesi e Vincenzo Visco alla presentazione dei risultati dell'analisi degli advisor. I quali hanno definito il ponte «tecnicamente realizzabile» con una spesa di 10mila 828 miliardi e 11 anni di lavoro. E hanno proposto una verifica di mercato per far finanziare ai privati il 60% dell'opera. Ora la parola passa al governo, e in vista dovrebbe esserci un dibattito. Ma non una soluzione. «Dobbiamo discutere e decidere - ha spiegato Bersani - se riusciamo a inquadrare il progetto in un finanziamento di un reticolo di infrastrutture. Non è un sì o un no a un ponte. Se è un sì bisogna che sia in grado di garantire un reticolo di infrastrutture ben più ampio di quello che può essere connesso strettamente al ponte. Diversamente l'opera non avrebbe senso da punto vista economico e sociale». Parole che non fanno presagire una vicina soluzione della vicenda. «Certo - ha aggiunto il ministro - la Sicilia e la Calabria hanno bisogna di questo collegamento, quindi bisogna impegnarsi».Diversa la linea dell'opposizione. «Noi abbiamo presentato una proposta di legge - ha sottolineato Giulio Tremonti - firmata anche da Umberto Bossi. Nell'elenco delle grandi infrastrutture che riteniamo necessarie, c'è anche il Ponte sullo stretto, e soprattutto c'è l'idea che le opere vadano fatte per aprire il territorio ai traffici commerciali, ma soprattutto per unificare il paese». Non solo: «C'è anche scritto che la politica è architettura e l'architettura è politica. E quindi questo sarà uno dei simboli». La realizzazione del collegamento terrestre fra la Penisola e la Sicilia, come giustamente ha rilevato Guido Gentili, è ormai diventata materia di scontro elettorale. Sull'importanza del tema infrastrutture insistono gli industriali. «Sono uno dei problemi più gravi del Paese» ha insistito ieri il presidente di Assolombarda Benito Benedini. Ma gli imprenditori sono pronti a fare la loro parte? «Perchè gli industriali investano nelle grandi infrastrutture - è intervenuto Marco Tronchetti Provera - devono avere delle certezze». 

17/02/20012001 

Fonte: gds

Vertice sui nuovi approdi

Per gli approdi, il Comune va a braccetto con la Regione ( e non solo ...© ). Ma i tempi si allungano. Sarà infatti stipulato un accordo di massima con l'assessorato al Territorio, per definire le procedure. Ma il documento dovrà passare all'esame del Consiglio. E' quanto emerso, ieri, da un ennesimo vertice con la Capitaneria di porto, presieduto dal sindaco, alla presenza del comandante Carmelo Maccarrone, di legali e tecnici comunali. La decisione scaturisce dal fatto che le opere da realizzare ricadranno su area demaniale (gli approdi) e le altre, quelle di viabilità, interesseranno l'assetto urbanistico della città e quindi, di competenza della Regione.
Per finanziare i due approdi di Annunziata e Tremestieri, il sindaco conferma la strada del "project financing". Saranno coinvolti i privati, che investiranno i propri capitali nella realizzazione delle due opere, che poi gestiranno.


Otto pannelli luminosi per leggere i dati sull'inquinamento...

Otto pannelli luminosi sui quali i cittadini della Vallata del Mela e del capoluogo potranno controllare i dati sulla qualità dell'aria. A Palazzo Zanca il compito di fornire il luogo su cui montare il nuovo strumento, un modem ed una presa telefonica.
Arriva al capolinea il progetto dell'assessorato all'Ambiente retto dal forzista Tanino Sutera. Otto pannelli luminosi, collegati ad un sistema centrale dello stesso assessorato all'Ambiente, forniranno in tempo reale i dati sulla qualità dell'aria monitorata 24 ore su 24 dai tecnici dalla Provincia. Lunedì gli specialisti della "S e T ambiente" di Napoli, che ha vinto l'appalto da 500 milioni, cominceranno a montare le prime attrezzature. Si parte dal Ced, il centro elaborazione dati sul quale confluiranno i valori sulla concentrazione delle sostanze inquinanti per essere poi dirottati sui pannelli per il pubblico.
Sotto osservazione di sofisticate centraline di rilevamento, in particolar modo: anidride solforosa, benzene e polveri prodotte dai motori a gasolio. Il progetto in un primo tempo, riguardava soltanto i comuni della vallata del Mela: Pace del Mela, San Filippo del Mela, Giammoro, San Pier Niceto, Gualtieri Sicaminò, Milazzo e S. Lucia del Mela. Un'area ad alto rischio inserita dalla Regione tra le zone a suscettibilità ambientale per la presenza di insediamenti industriali come la raffineria a Milazzo e la centrale Enel a San Filippo.
Ma nei mesi scorsi Sutera a sorpresa, ha inserito tra i comuni da monitorare con pannelli anche il capoluogo. Decisive le polemiche e le preoccupazioni sul traffico esistente sul viale Boccetta. Le centraline della Provincia lo scorso anno hanno messo in evidenza più volte il superamento della soglia d'allarme riguardo alla concentrazione di Pm10, la polvere prodotta dai motori diesel. A sollecitare un controllo più attento sono stati l'Ottavo quartiere ed il comitato la "Nostra città". La circoscrizione due settimane fa ha fornito alla stampa dati allarmanti.
Sul viale Boccetta passano quasi 400 camion al giorno. Impossibile respirare aria pulita. La lettera in cui si offre all'assessore all'Ambiente del Comune, Giuseppe Santalco la possibilità di ottenere lo schermo, risale al 15 dicembre. Da palazzo Zanca nessuna risposta ufficiale ma Sutera spiega che all'amministrazione Leonardi tocca soltanto il compito di fornire un luogo, un modem ed una presa telefonica. I dati rilevati dalle centraline saranno trasmessi al Ced della Provincia. Da questo poi saranno trasmessi ai pannelli. In pratica non sarà possibile barare. Tutti, secondo la Provincia, conosceranno l'esatto tasso di inquinamento.


Manifestazione dei Verdi a Messina e Villa San Giovanni per dire NO al Ponte

Mentre il comitato "Tra Scilla e Cariddi" chiede al governo la diffusione della versione integrale del rapporto sugli advisors, i Verdi scendono in piazza per dire "no" alla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Domani una manifestazione di protesta coinvolgerà le due sponde. Saranno presenti il ministro delle Politiche agricole, Alfonso Pecoraro Scanio ed il presidente del gruppo parlamentare dei Verdi al Senato, Maurizio Pieroni.
Il primo appuntamento, alle 11 a Villa San Giovanni. Un'ora dopo punto di riunione dei manifestanti diventerà la stazione marittima. Alle 12.30 conferenza stampa all'hotel Royal. "Il momento che stiamo vivendo - scrivono i Verdi nel comunicato che annuncia la manifestazione - è particolarmente delicato a causa degli attacchi sempre più numerosi e spregiudicati che vengono sferrati nei confronti delle tesi ambientaliste. Da ciò nasce l'esigenza di rilanciare con forza i temi delle battaglie ecologiste, anche tramite gesti eclatanti che scuotano le coscienze dei cittadini, al fine di capire l'importanza di conservare integra, per le future generazioni, la natura ed il nostro territorio".
"Tutti conoscono - aggiungono i Verdi - l'arroganza e la protervia di quanti, privi di altre idee per il progresso della Calabria, della Sicilia, e del Sud in generale, fanno della realizzazione del Ponte sullo Stretto il vessillo del loro millantato impegno per un ipotetico ed improbabile sviluppo della nostra terra". Significativo lo slogan della manifestazione: "No al Ponte. La Calabria, la Sicilia ed il Sud hanno bisogno d'altro".
Intanto sull'argomento, ieri mattina, è sceso in campo il comitato "Tra Sicilia e Cariddi" che, nei giorni scorsi, ha diffuso uno studio approntato da docenti universitari di Firenze e Venezia. Un dossier scientifico che boccia l'opera valutando l'impatto ambientale. Il sodalizio in una lunga nota, analogamente a quanto già fatto da Verdi, Legambiente e WWF, chiede al governo la diffusione dell'effettivo rapporto degli advisors sul Ponte ed il problema dei collegamenti in Sicilia.
"E' utile che la stampa - scrive il comitato "Tra Sicilia e Cariddi" - acquisisca direttamente i documenti. L'evidente volontà del governo di non precludersi qualsiasi tipo di soluzione politica, oltre a rappresentare un'inaccettabile caduta di chiarezza, rischia di fornire singolari aperture verso soluzioni come quella dell'attraversamento stabile, nonostante i problemi economici ed ambientali già consolidati.

18/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Viabilità e inquinamento 

«Il Comune continua ad essere fuorilegge per quanto riguarda l'inquinamento atmosferico». A sostenerlo è il comitato “La nostra città” che definisce un “bluff” i nuovi provvedimenti ventilati dall'amministrazione di Palazzo Zanca. «I controlli annuali sulla qualità dell'aria – affermano i rappresentanti del comitato – non sono stati effettuati secondo la normativa vigente e per l'anno 2000 non sono stati ancora forniti i valori limite e i valori guida. Per la protezione della salute della popolazione da episodi acuti di inquinamento non si conoscono, quindi, i rapporti con i “livelli massimi consentiti” di concentrazione nell'aria di sostanze inquinanti. La prevista installazione dei pannelli elettronici luminosi, da parte della Provincia regionale, per avvertire i cittadini su alcuni livelli di inquinamento, non comporta l'automatica adozione delle misure di limitazione del traffico prevista dalla circolare ministeriale del 30 giugno '99. L'amministrazione comunale, infatti, non possiede mezzi idonei, personale qualificato e volontà politica per effettuare l'indispensabile mappatura del territorio cittadino, con la raccolta ed elaborazione di tutti i dati per la rimozione delle cause strutturali dell'inquinamento». Il comitato contesta il fatto che, qualunque siano i provvedimenti realizzati o annunciati, si voglia davvero liberare la città dal transito dei mezzi gommati pesanti. E in ogni caso i rappresentanti chiederanno nuovamente di incontrare nei prossimi giorni il prefetto e il procuratore della Repubblica.

20/02/2001 2001 

Fonte: gazzetta del sud

Al Norimberga arrivano la NGI e la Meridiano ( ma noi eravamo per San Francesco......© )

I tempi stringono maledettamente. Se si vuole evitare il tracollo delle attività più elementari del porto bisognerà attuare entro qualche settimana il piano di risistemazione degli ormeggi varato a fine gennaio – 
considerati i lavori sulle banchine nonché il «caso Norimberga» – dal comandante della Capitaneria, Carmelo Maccarone. È quanto emerso ieri dalla nuova conferenza dei servizi tenutasi alla Guardia costiera, con la partecipazione del presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, dei rappresentanti delle società Meridiano ed Ngi, che svolgono i servizi di traghettamento dalla cortina e che saranno interessate a breve dal trasloco degli ormeggi al molo Norimberga; nonché della Provincia, 
titolare della nave Cariddi, che ingombra il centro delle banchine del «Norimberga» e della quale da mesi s'attende lo spostamento, dopo averne atteso per anni una miglior utilizzazione da parte degli Enti 
responsabili, specie dopo il vincolo di tutela apposto dalla Soprintendenza. Ma ieri era in gioco tutt'altro, del mantenimento delle minime attività di un porto che è oggi «vittima» di un'angustia di spazi senza precedenti, e in virtù della quale, senza riordino, non si saprebbe come e dove ormeggiare traghetti, navi del ferro o da crociera. Questi gli imperativi categorici ribaditi ieri a cominciare dal più urgente, sullo 
spostamento della Cariddi. «Entro la prossima settimana – ha scritto Maccarone – si procederà allo spostamento della nave traghetto dall'attuale ormeggio alle banchine sud ovest del Norimberga ai cantieri 
Picciotto, con spese a carico della Provincia e con l'intervento dei rimorchiatori privati, portuali ed ormeggiatori». E c'è una postilla non da poco: «Apposito servizio di vigilanza continua dovrà essere garantito anche dalla Provincia attraverso i rimorchiatori privati e gli ormeggiatori». Ieri si è affrontato poi il nodo più delicato, lo spostamento provvisorio degli ormeggi di Meridiano ed Ngi: dalla banchina Peloro – che sarà riservata al traffico commerciale – alla testata del molo Norimberga. Il presidente dell'Autorità portuale prof. Vermiglio si è impegnato per la tempestiva esecuzione dei lavori di consolidamento del 
ciglio di banchina e di sistemazione del piazzale «con reperimento di aree di sosta dei mezzi gommati in attesa di imbarco». I piazzali praticabili al Norimberga, previ alcuni lavori necessari ad evitare la stagnazione di acque e fango, saranno recintati con una barriera «New Jersey». Ma, sempre sugli spazi del Norimberga, si pone un'altra questione di indubbia responsabilità: la recinzione delle aree attualmente interessate dagli scavi della Soprintendenza e che, per un paradosso del destino, verrà finalmente garantita dalla... Authority. Finora, a segnalare, nel rispetto della sicurezza, gli scavi per il bene culturale ci sono soltanto targhette gialle lunghe una ventina di centimetri... 

Controproposta dell'8° Quartiere

«Stiamo lavorando per poter dare esecuzione all'ordinanza contenente il nuovo piano antitraffico». L'ing. Mario Pizzino dirigente della Ripartizione viabilità non dice di più, ma lascia intendere che potrebbero anche venire rispettati i tempi previsti (dopo l'ultimo rinvio) e fissati per la metà di questa settimana. In effetti, c'è da preventivare un'attesa di qualche giorno più lunga, visti i tempi tecnici necessari per reperire e installare cartelli e segnali, la cui presenza è indispensabile per informare adeguatamente gli automobilisti. La stessa fortuna, invece, non avrà l'ordinanza che prevede l'entrata in vigore delle limitazioni viarie per i veicoli sprovvisti di “bollino blu”, rilasciato solo ai mezzi in regola con le emissioni atmosferiche. La mancata installazione della segnaletica, infatti, rende sostanzialmente inoperante l'ordinanza, poiché impedisce ai vigili urbani di elevare contravvenzioni a chi viola il“percorso blu”. Per altro verso, l'impegno degli agenti della polizia municipale è sottolineato dal comandante Umberto Famà, che ha voluto rimarcare come la loro presenza costante in una serie di incroci nevralgici come Boccetta-Garibaldi e Largo Minutoli abbia consentito di evitare la temuta paralisi totale del traffico. «Gli agenti – evidenzia l'ufficiale – hanno dimostrato prontezza e raziocinio dirigendo i flussi veicolari anche a prescindere dalle indicazioni semaforiche». Intanto, mentre il Comune prepara la “rivoluzione” antitraffico, l'VIII Circoscrizione sforna una controproposta sulla regolamentazione del traffico in seguito alla chiusura della Cortina, che verrà presentata questa mattina alle 11 nella sede del Quartiere dal presidente Roberto Nicolosi. I rappresentanti dei cittadini vorrebbero, infatti, poter dire la loro su un argomento che li riguarda direttamente, con particolare riferimento al traffico sul viale Boccetta. E sempre in tema di «viabilità stravolta» interviene il comitato “La nostra città”, che mostra di non condividere affatto il nuovo programma viabile proposto dal sindaco Leonardi che «distrugge l'esistenza e le attività economiche di un intero quartiere, rendendo la via S. Giovannni di Malta un secondo viale Boccetta». Il Comitato, tra l'altro, chiede l'intervento del prefetto e rimarca come siano rimasti lettera morta tutti i buoni propositi riguardanti lo spostamento degli approdi dalla rada S. Francesco, le fasce orarie per i tir, i bollini blu e il divieto di transito dal Boccetta per i tir con carichi pericolosi.

21/02/2001 2001 

Fonte: gazzetta del sud

Il Cavaliere Matacena stamattina in Procura

Il cavaliere del lavoro Amedeo Matacena sarà stamattina in Procura dove presenterà un esposto-denuncia in relazione alla vicenda del progetto per la realizzazione degli approdi a Tremestieri, a due anni dalla presentazione della richiesta. Lo ha confermato lo stesso Matacena al rientro da Roma dove, ieri, si è svolta una audizione davanti all'Antitrust. L'organismo presieduto da Tesauro ha aperto recentemente un fascicolo a seguito di una denuncia presentata dalla compagnia di navigazione Meridiano che lamentava lesioni alla libera concorrenza relativamente alla rotta Messina-Reggio Calabria. Il cavaliere Matacena, da noi raggiunto telefonicamente, ha detto che l'audizione, interamente verbalizzata, è durata due ore alla presenza degli avvocati Maggi, Verdirame e Giuffrida che compongono il collegio legale dell'armatore reggino che è impegnato in una battaglia per ottenere la concessione delle necessarie autorizzazioni e realizzare nuovi approdi e linee di navigazione nell'area dello Stretto.


Interviste televisive di TeleVip

Associazione a delinquere!

Il Cavaliere Amedeo Matacena si è recato stamani in Procura per presentare l'ennesimo esposto denunzia relativo alla vicenda della realizzazione dell'approdo a Tremestieri obiettivo della denunzia questa volta oltre alla solita Autorità Portuale citata dal Cavaliere in tutti gli altri esposti anche gli Amministratori Comunali, Sindaco e Giunta, che esattamente due anni fa ricevettero la da Matacena la proposta per costruire l'approdo a Sud e liberare la città dal schiavitù dei TIR. Sarà la Procura, dichiara Matacena, a vedere se ci sono i termini per qualche reato, per esempio di associazione a delinquere. Il motivo della denuncia è questa strana maniera di Amministrare la città. Due anni e due giorni fa il 19 febbraio del 1999, Io presentai un progetto per fare un nuovo attracco fuori da Messina avendo come controfaccia il porto di Reggio Calabria, cioè liberando d' un colpo Villa San Giovanni e Messina, due anni e due giorni fa. in questi due anni e due giorni non sono mai stato contattato dal Sindaco. Lo incontrai assieme al Sindaco di Reggio Calabria e gli dissi: guardi che io le metto la città in mano perchè se Lei realizza questo la città le sarà stata molto grata. Disse solo: ma, si poi vedremo! Esiste una cappa di corruzione su questa città e conosciamo bene qual'è l'origine e quali sono i mandanti.In due anni non si è fatto perfettamente niente, se questa città avesse avuto un Sindaco che aveva a cuore le sorti della città e dei cittadini oggi 21 Febbraio 2001, Messina sarebbe stata già liberata dal traffico dei mezzi sia pesanti che leggeri. Il Cavaliere ha definito strano l'atteggiamento della Magistratura che non ha dato ancora risposta alle precedenti denuncie ventilando in questa occasione i reati di abuso, attentato alla salute pubblica e associazione a delinquere. Parole dure inoltre nei confronti di un presunto gruppo di potere, che Matacena ritiene colpevole del degrado della città. Il reato, secondo me, è attentato alla salute pubblica. Sappiamo tutti quello che c'è a Messina e Villa San Giovanni, un avvelenamento continuo e questo rimarrà fino a quando non si riuscirà a liberare la città da questo gruppo di corruttori. Una corruzione nata 33 anni fa e che consente ancora oggi di infierire sulla città. Ma hanno trovato un pessimo nemico, sono io e sono molto determinato! 

I castigamatti © e tutti coloro i quali collaborano alla realizzazione del sito, condividendo in pieno tutto quanto dichiarato dal Cavaliere Amedeo Matacena, intendono esprimergli tutta la loro ammirazione e la loro solidarietà.Grazie Cavaliere!

22/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Le società di traghettamento tuonano dalla Rada di San Francesco ( e da Villa ... ) ©

«Contrariamente a quanto a volte si crede (o si vuol far credere), non abbiamo mai fatto alcuna resistenza allo spostamento degli approdi. La nostra vera forza imprenditoriale sono 30 anni di esperienza, 12 navi altamente specializzate, 500 marittimi, l'organizzazione adatta». Scendono in campo il presidente della Tourist Ferry Boat Olga Mondello e il consigliere delegato della Caronte Antonino Repaci. Lo fanno con una lunga lettera inviata a ciascuno dei mille firmatari della petizione – promossa dal comitato “La nostra città” – per la liberazione del Boccetta dai tir e per la rimozione dell'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo e dell'esperto Vincenzo Torrieri dai rispettivi incarichi. Ciò avviene nello stesso giorno in cui il cav. Amedeo Matacena si reca alla Procura della Repubblica, denunciando il Comune e l'Autorità portuale per aver prodotto atti finalizzati a «mantenere la posizione dominante del gruppo Franza nel settore delle attività di traghettamento sullo Stretto». I responsabili della Tourist e della Caronte ribadiscono un concetto già espresso in passato: «Operare da San Francesco, da Tremestieri-Mili, dall'Annunziata o da San Raineri, non fa grande differenza, quando si può lavorare con serenità e professionalità. È necessario avere soluzioni definitive e certe, in modo da poter programmare per tempo in funzione delle scelte territoriali». Gli imprenditori non ci stanno ad essere il continuo bersaglio di chi sostiene che a Messina non si è mai voluto risolvere il problema del Boccetta perchè non lo hanno voluto Tourist e Caronte. «Non possiamo avere nessun tipo di influenza sull'amministrazione comunale nella scelta di esperti e assessori», chiariscono Olga Mondello e Antonino Repaci. E, in un altro passaggio della lettera inviata ai cittadini, ricordano che «non appena il consiglio comunale ha deliberato sulla collocazione degli approdi, Caronte e Tourist hanno presentato, per il rilascio delle necessarie autorizzazioni, i progetti per la realizzazione di nuovi approdi, completi di collegamento diretto con l'autostrada, a Tremestieri-Mili e all'Annunziata. Più di questo – aggiungono – ad un imprenditore non è dato di fare». I responsabili delle due società evidenziano, inoltre, che nel settore del traghettamento sono impegnati mille lavoratori, una proporzione di tre volte superiore a quella dei dipendenti della Raffineria di Milazzo e maggiore della somma di tutti gli addetti della Rodriquez, della Smeb, dell'Arsenale e della società Garibaldi. «Solo il Policlinico, con oltre 2 mila addetti, è superiore per numero. Si tratta – insistono Olga Mondello e Antonino Repaci – di una delle principali risorse occupazionali e di sviluppo della città, che riteniamo vada almeno tutelata e mantenuta». La crisi della viabilità cittadina, con il Boccetta in prima fila, non logora solo gli abitanti delle zone interessate e i messinesi in generale. L'attuale situazione, infatti, secondo gli imprenditori, «costituisce un freno allo sviluppo delle stesse attività di traghettamento e di trasporto merci del porto. Come i messinesi soffrono per la presenza dei tir nella viabilità cittadina, così i trasportatori cercano di evitare di passare da Messina dove perdono tempo nel traffico e rischiano di incorrere in incidenti stradali, chiedendo a viva voce la realizzazione di soluzioni alternative (vedi autostrade del mare) che partano da porti meglio accessibili (Catania). Sarà, quindi, impossibile sviluppare a Messina, in assenza di soluzioni vere, questi nuovi traffici che potrebbero rivitalizzare il porto, dando nuovo impulso all'economia cittadina e all'occupazione. È per questo che ci consideriamo da tempo in prima linea per aiutare a risolvere veramente i problemi causati dal traffico, anche con lo spostamento degli approdi». E per dimostrare la “buona volontà”, Tourist e Caronte allegano alla lettera una relazione di quattro pagine contenente una serie di proposte per fronteggiare l'emergenza viaria. «Con il tumultuoso sviluppo dei trasporti su strada – sottolineano gli amministratori delle due società –, dalle poche decine di migliaia di mezzi traghettati si è passati, nel corso degli ultimi 30 anni, alle centinaia di migliaia. E anche il traffico cittadino è ovviamente cresciuto, al punto che oggi sul Boccetta transitano quotidianamente circa 3 mila mezzi pesanti (di cui circa il 30 per cento traghetta) ed oltre 25 mila auto (che prevalentemente restano in città). Mentre Caronte e Tourist hanno potuto più facilmente adattarsi, le infrastrutture cittadine sono rimaste uguali a quelle di 30 anni fa e il Boccetta si è ritrovato ad essere la principale porta d'entrata e d'uscita, l'unica via d'accesso per l'intera zona nord». Le risposte devono, dunque, essere innanzitutto strutturali e passano dalla realizzazione di opere fondamentali come i nuovi svincoli o la via di collegamento tra Gazzi e San Raineri. «Se per il completamento degli svincoli Giostra-Annunziata – scrivono Tourist e Caronte – il termine di due anni appare plausibile, la “via del mare” non può essere pronta in meno di 2-3 anni e per la realizzazione di nuovi approdi è difficilmente ipotizzabile un tempo inferiore ai 4-5 anni. Lasciamo giudicare ai cittadini intelligenti e realisti quale veridicità abbiano le dichiarazioni di chi vanta la presunta capacità di realizzare (con le leggi vigenti) in pochi mesi nuovi porti, approdi, collegamenti viari». Per alleggerire nel frattempo la pressione sul Boccetta, le società Tourist e Caronte elencano una serie di soluzioni tampone, definendo comunque di dubbia efficacia «l'attuazione pura e semplice delle fasce orarie per il passaggio dei tir, poichè rischierebbe di creare nuovi ingorghi in orari oggi relativamente tranquilli».

TeleVip: Fabio Mazzeo

Lobbing trentennali e codice penale ©

Agli armatori Franza ed Elio Matacena, per intenderci Tourist e Caronte, non basta più guadagnare centinaia di miliardi buttando nei polmoni dei messinesi i gas di scarico cancerogeni e non gli basta nemmeno spartirsi una torta gigantesca ingrassando le loro tasche, e gestendo potere, dando in cambio ai messinesi soltanto stress da traffico. Da oggi, gli armatori vogliono qualcosa in più qualcosa di vicino a prenderci per il culo, perchè a chi gli ha presentato una petizione, loro hanno risposto, peraltro attraverso la Gazzetta del sud e non attraverso delle lettere perchè almeno a quelli da noi contattati dei comitati vari, non è stata pervenuta alcuna lettera, scrivono di alcune loro proposte per attenuare i disagi sul boccetta. Il 25% del passaggio dei bisonti potrebbe essere realizzata attraverso una divisione dei mezzi, facendo arrivare questi Tir negli svincoli diversi, il come non è individuato...Di indirizzare verso il Viale Giostra e Viale Regina Elena altri Tir in modo da ridurre il disagio un'altro 20-30% sul boccetta. Sostanzialmente per un principio di equità, notoriamente in vigore tra ricchi e gentlemen loro chiedono che venga inquinata una vasta zona della città e non solo il Boccetta. Un'altra proposta, clamorosa e sfacciata, e quella che tutti gli armatori dovrebbero concertare insieme tariffe differenziate per fasce orarie. Ma perchè fino a oggi le tariffe non le hanno studiate insieme? Non hanno una biglietteria unica Tourist e Caronte ? E poi scrivono della installazione dei pannelli fonoassorbenti e di una corsia centrale per i Tir Boccetta. Infatti loro fanno queste proposte per il bene della città, per il bene dei messinesi, non certo per guadagnare centinaia di miliardi a spese di un'intera citta. Abbiamo di fronte solo persone arroganti e l'arroganza è da sempre una costola della stupidità. Sono ricchi ma non hanno idea di come devono comunicare le loro scelleratezze che ad ogni iniziativa non fanno altro che sottolinearle e sbatterle in faccia ai Messinesi. Adesso aspettiamo due risposte una dalla magistrature, chiamata ancora in causa dalla ennesima denuncia del Cav. Amedeo Matacena e l'altra dalla Politica. Leonardi, che sembra aver ottenuto i favori degli armatori in campagna elettorale, deve dimostrare con fatti concreti di non avere esitato una delibera pro Franza ma pro Messina. Capisco le lobbing, ma la tentazione di chi ha costruito lobbing trentennali nel momento in cui si sente attaccato è quella di andare oltre, li dove il codice penale parla chiaro. Quindi attenzione...

gazzetta del sud 

Le proposte "Travel Tickets" per il Boccetta ©

Quelle proposte – precisano Tourist e Caronte – sono ovviamente soluzioni non definitive, nelle more del completamento delle opere strutturali, quali svincoli, via del mare e nuovi approdi. 1) Realizzare la divisione dei mezzi diretti ai vari punti di imbarco, utilizzando gli altri svincoli autostradali e riducendo di almeno il 25 per cento il transito dei tir sul Boccetta. 2) Creare, d'intesa con tutti gli armatori, tariffe differenziate tra il giorno e la notte, al fine di invogliare i tir a non attraversare la città quando il traffico locale è maggiore. In tal caso, il transito diurno sul Boccetta potrebbe essere ridotto di un altro 15 per cento. 3) Indirizzare parte del traffico diretto dagli imbarcaderi all'autostrada attraverso il viale Giostra e il viale Regina Elena, in modo da ridurre di un ulteriore 20-30 per cento i mezzi in salita sul Boccetta, che sono quelli che producono rumore e inquinamento. 4) Installazione di barriere fonoassorbenti, con realizzazione di una corsia centrale destinata ai tir. Le due società rilanciano l'idea che era stata discussa qualche mese fa durante i vertici svoltisi in Prefettura. La soluzione garantirebbe sia la sicurezza in caso di incidenti, sia l'abbattimento dei livelli di inquinamento acustico, sia l'attraversamento pedonale e il mantenimento dei parcheggi per i residenti del Boccetta. Ma l'impatto visivo ed ambientale sarebbe, comunque, rilevante e tale ipotesi – chiariscono Tourist e Caronte – ha senso unicamente quale soluzione provvisoria, in attesa che vengano aperti i nuovi svincoli.

TURIst Vs Amedeus ©

«La strada è già stata tracciata, ci lascino lavorare in pace». Il sindaco, reduce dalla “missione” palermitana, è un fiume in piena. Non c'è ancora nero su bianco ma le decisioni dell'amministrazione comunale in merito alle procedure da attivare per la realizzazione dei nuovi approdi sono ormai definite. Sarà bandita una procedura di evidenza pubblica, alla quale potranno prendere parte tutti i soggetti imprenditoriali interessati, che avranno tempo fino al prossimo 30 giugno per presentare i progetti riguardanti sia l'approdo all'Annunziata sia quello previsto fra Tremestieri e Mili. «La vicenda era complessa – chiarisce Leonardi –, l'abbiamo esaminata in ogni suo aspetto, con l'apporto dei giuristi e con il parere dell'Avvocatura dello Stato, e non è assolutamente vero che stiamo prendendo tempo o tergiversando. Intendiamo fare gli interessi generali della città, non siamo schierati con alcun gruppo imprenditoriale e nessuno può imporci la propria volontà, a discapito del rispetto delle leggi». Leonardi dice di avere appreso dagli organi di stampa la notizia della presentazione dell'ennesimo esposto alla Procura della Repubblica da parte dell'amministratore delle società Amadeus e Arca. «Ho letto e ho sentito le dichiarazioni del cav. Amadeo Matacena – afferma il sindaco – e ho dato incarico ai legali di vedere se esistano gli estremi per adire le vie giudiziarie. Non possiamo accettare che venga messa in dubbio la correttezza di un'amministrazione che sta cercando di risolvere un problema ultradecennale, senza che questo significhi voler fare un favore a Franza o a Matacena. Giusta o sbagliata che sia, abbiamo indicato una rotta, intendiamo percorrerla, senza farci intimidire da esposti e denunce». La procedura di evidenza pubblica riguarderà anche tutte le altre opere per la cui realizzazione il Comune ha chiesto la collaborazione dei privati. Ci sono anche i parcheggi – assicura il sindaco –, oltre a scuole, asili nido, iniziative di tutela e di valorizzazione ambientale come la trasformazione in parco attrezzato della foresta di Camaro. E a giorni potrebbe esserci una novità clamorosa: l'amministrazione, infatti,. sta seriamente riflettendo sull'opportunità o meno di portare avanti il progetto di una delle eterne incompiute messinesi, il Palazzo della cultura di via XXIV Maggio.

23/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Soluzione positiva per il Norimberga 
Prepariamoci a vedere la Via La Farina ancora più invasa dai TIR 

Soluzione positiva per il Norimberga ( ma non avevamo dubbi © )Stanno come color che son sospesi. I lavoratori della tranvia non conoscono ancora il loro destino. L'allarme dei 60 licenziamenti è tutt'altro che rientrato, anche se l'impresa Gepco Salc ha dichiarato la volontà di evitare, se possibile, provvedimenti drastici. Ma la matassa resta oltremodo ingarbugliata e, forse, solo la prossima settimana si potranno chiarire alcuni aspetti fondamentali per il futuro stesso del tram. Ieri non si è tenuto l'incontro programmato a Palazzo Zanca. Il sindaco Leonardi era a Palermo per il vertice dedicato alla delicata questione del molo Norimberga. Si è invece svolta la riunione convocata nella sede dell'Assindustria su richiesta della stessa Gepco Salc. Le organizzazioni di categoria degli edili, che in un primo tempo avevano pensato di non presentarsi all'appuntamento, hanno deciso poi di sedersi al tavolo e sentire le ragioni dell'impresa. Con dati di fatto alla mano, i responsabili della ditta hanno ribadito che gran parte dei cantieri è stata completata oppure è in via di ultimazione (come quello di viale della Libertà) e che, dunque, nell'attuale situazione, sono almeno 60 gli operai da considerare in esubero. L'attivazione delle procedure di cassa integrazione, reclamata dai sindacati, può essere possibile solo a patto che l'ente appaltante, cioè il Comune, dichiari la sospensione (parziale o totale) dei lavori. Non è una decisione facile, perchè potrebbe anche fornire all'impresa nuovi alibi per giusitificare i ritardi e per chiedere ulteriori proroghe. Ma già di fatto le attività stanno procedendo sempre più a rilento e fino a quando non verrà sciolto definitivamente il nodo della variante relativa alla Cortina del porto, è impensabile che le cose possano cambiare. Ed è proprio per questo che il sindaco invita tutte le parti in causa a pazientare. «Mancano pochi giorni alla conferenza dei servizi che si terrà a Palermo – afferma Leonardi –, il 28 dovremmo conoscere le decisioni dell'assessorato regionale al Territorio. L'impresa non può adottare alcuna decisione che non sia concordata con l'amministrazione comunale». Le alternative sono due: o dalla Regione si dà il via libera alla variante che prevede lo spostamento del tracciato in via Vittorio Emanuele oppure il Comune sarà costretto, se vuole completare la tranvia entro il 31 dicembre 2001, a dare attuazione al progetto originario di via Garibaldi. Nel primo caso, Leonardi assicura che la consegna dei cantieri potrà avvenire immediatamente. «L'unico obbligo per l'impresa – afferma il sindaco – sarebbe quello di concordare con l'Autorità portuale i tempi e le modalità di intervento nel tratto interessato dai lavori di consolidamento delle banchine. Ma sulle altre porzioni del tracciato, quella di viale della Libertà, tra via Pola fino alla Passeggiata, e quella di via I Settembre e viale San Martino, si potrà intervenire». E se invece fosse indispensabile la valutazione d'impatto ambientale? «L'ho detto e lo ripeto – afferma Leonardi –, attueremo il progetto originario. Abbiamo la coscienza a posto, perchè riteniamo che l'impatto su via Garibaldi è infinitamente superiore a quello sulla Cortina. Se i tecnici della Regione ci dimostreranno che la variante, anzichè essere migliorativa, peggiora le previsioni progettuali, allora ne prenderemo atto. E che Dio ce la mandi buona». Per quanto riguarda i finanziamenti regionali, invece, non dovrebbero esserci più problemi. Leonardi ieri ne ha discusso a Palermo con il presidente Vincenzo Leanza, sulla scorta del parere favorevole espresso dall'Avvocatura dello Stato, che ha ampiamente accolto le tesi sostenute dal Comune. «Non ci sono motivi perchè le somme stanziate non debbano arrivare a Messina», ribadisce il sindaco. Se ci sarà qualche altro giorno di ritardo, è perchè alla Regione c'è stato un cambio di guardia alla direzione generale dell'assessorato ai Trasporti. E per quanto riguarda il molo Norimberga, il vertice di ieri a Palermo sembra essere servito a chiarire i punti più intricati della “querelle” tra Autorità portuale e Soprintendenza. Ogni soggetto in causa farà la sua parte per cercare di contemperare le esigenze di tutela dei resti artistici e monumentali della Cittadella e quelle di realizzare al più presto gli interventi di ristrutturazione del “Norimberga”.

23 Febbraio 2001 ( lettera del gruppo travel tikets ai 1000 firmatari della petizione)

C'è Posta per Te

A questo proposito le rammentiamo che non appena il Consiglio Comunale da deliberato definitivamente sulla collocazione dei nuovi approdi, Caronte e Tourist hanno presentato, per il rilascio delle necessarie autorizzazioni, i Progetti per la realizzazione di nuovi approdi, completi di collegamento diretto all'Autostrada, a Tremestieri/Mili e all'Annunziata. Più di questo, ad un imprenditore non è dato di fare. Contrariamente a quanto a volte si crede ( o si vuol far credere ), non abbiamo mai fatto nessuna resistenza allo spostamento degli approdi; la nostra vera forza imprenditoriale sono trent'anni di esperienza, 12 navi altamente specializzate, 500 marittimi esperti dello Stretto di Messina, l'organizzazione adatta. Operare a San Francesco, da Tremestieri/Mili, dall'Annunziata, da San Ranieri, non fa differenza, quando si può lavorare con serenità e professionalità; è necessario avere soluzioni definitive e certe, in modo da poter programmare per tempo in funzione delle definitive scelte territoriali.

23 Febbraio 2001 ( castigamatti )

Arrivano i pannelli fonoassorbenti 

Oggi è stato eliminato lo spartitraffico in cemento nel primo tratto del Viale Boccetta fino alla Villa Mazzini, che ufficialmente verrà sostituito da un guard rail divisorio. I soliti maligni sospettano che dietro ci sia la precisa, comune volontà di realizzare i pannelli fonoassorbenti. A meno che la gente non scenda in piazza per bloccare questa, ennesima, offesa alla città. Siete tutti invitati a difendere il vostro territorio.

24/02/20012001 

Fonte: gazzetta del sud

Si dovrebbe partire giovedì ma in maniera sperimentale ©

La nuova segnaletica è stata già installata in via San Giovanni di Malta ma adesso dovrà essere rimossa. Il piano viario, con il quale si spera di fronteggiare le conseguenze negative derivanti dalla chiusura della Cortina del porto, continua ad essere rivisto e corretto. Ieri mattina, nel corso di un lungo vertice presieduto dal sindaco Leonardi, l'esperto antitraffico Vincenzo Torrieri, l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo e i tecnici del dipartimento hanno studiato nuovi accorgimenti e modifiche da inserire nel testo dell'ordinanza che, salvo ulteriori sorprese, dovrebbe entrare in vigore da giovedì prossimo. All'incontro hanno partecipato anche il presidente dell'VIII Quartiere Roberto Nicolosi, accompagnato dai consiglieri Gianfranco Subba, Stefano Lucania e Federico De Gregorio. La novità più rilevante riguarda proprio la via San Giovanni di Malta, nelle adiacenze della Prefettura e di villa Mazzini. Nella prima fase sperimentale, la strada non verrà utilizzata per ospitare i flussi diretti verso l'autostrada. Come hanno fatto notare i residenti e i rappresentanti della circoscrizione, si tratta di un'arteria troppo angusta e trafficata per poter svolgere un simile ruolo. L'amministrazione ha pensato ad un provvedimento sostitutivo: l'apertura del doppio senso di circolazione sul viale Regina Margherita. Una decisione che rientra – come specificato in una nota emessa dall'ufficio stampa del Comune – «nel programma generale di riaprire ai due sensi l'intera circonvallazione, con l'eliminazione del tratto del senso unico ad orario sul viale Regina Elena». Si torna all'antico, ad una misura che è stata più volte adottata nel corso degli anni e che puntualmente ha scatenato vere e proprie guerre di quartiere, tra il partito dei favorevoli e quello dei contrari. La circonvallazione – lo dimostrano le vicende ultradecennali e l'esperienza quotidiana – può essere un'arteria di scorrimento solo se vengono recuperati gli spazi attualmente destinati alla sosta dei residenti (cosa ovviamente impossibile). Il doppio senso può essere un rimedio ancora peggiore del male. D'altra parte, anche i provvedimenti che erano stati concepiti relativamente alle strade che gravitano attorno al Boccetta (le vie Longo, Interdonato, Gagini ed altre), rischiavano di produrre ancora più disagi che non effetti positivi. In ogni caso, restano confermati gli altri punti dell'ordinanza: il divieto, per chi proviene da sud, di svoltare a sinistra sulla via Garibaldi all'incrocio con viale Boccetta e l'obbligo di compiere una sorta di circumnavigazione attorno alla fontana del Nettuno, imboccando la stradella adiacente all'aiuola di piazza Unità d'Italia. «È un piano sperimentale», si affrettano a chiarire amministratori e tecnici, l'unico possibile in una fase in cui, proprio a causa delle ben note carenze strutturali, le certezze sono inesistenti, e i dubbi e gli interrogativi restano quasi tutti senza risposte. Gli esperimenti si fanno sapendo che in qualunque momento si può fare dietro-front, anche se ciò alla fine comporterà spese piuttosto rilevanti (circa 200 milioni sono stati impiegati per la sistemazione dei nuovi cartelloni stradali e della segnaletica orizzontale). L'alternativa era non fare nulla (e c'è già chi dice che sarebbe stato meglio), invitare i cittadini a stringere i denti e aspettare la conclusione dei lavori di consolidamento delle banchine del porto A questo proposito, ieri mattina l'assessore Rizzo ha compiuto l'ennesimo sopralluogo al molo Colapesce, dichiarando alla fine di aver constatato il sostanziale fermo delle attività. Rizzo non crede alle giustificazioni addotte dai tecnici dell'impresa Trevi e teme l'accumularsi di ritardi destinati a far slittare la riapertura della via Vittorio Emanuele. L'amministrazione comunale vuole garanzie certe su come e quando verranno adottati i provvedimenti che erano stati annunciati, a partire dal potenziamento dei mezzi e dall'attivazione dei turni di lavoro in orari serali e notturni. Tra mini-rivoluzioni viarie, imminenti decisioni riguardanti il futuro della tranvia, e altre possibili novità riguardanti gli svincoli Giostra-Annunziata e la via Don Blasco, la prossima sarà sicuramente una settimana “di fuoco”.

25/02/20012001 

Fonte: gds

Risolvere i problemi dei trasporti

E' andato via con alcune lettere il candidato a premier dell'Ulivo, Rutelli. A consegnare missive di raccomandazioni per il futuro programma di governo: il comitato "la Nostra città", i giovani per l'Ulivo, le donne del centrosinistra, il comitato "tra Scilla e Cariddi".
Quest'ultimo sodalizio ha ribadito il proprio "no" al ponte chiedendo anche a Rutelli di rendere pubblico il rapporto integrale degli advisors sul Ponte. Quello sull'impatto ambientale, secondo il comitato, è di gran lunga il capitolo meno credibile della relazione. Secondo un recente studio realizzato da alcuni docenti universitari di Firenze e Venezia il territorio verrebbe devastato. Di eventuali incompatibilità tra interessi privati e funzione pubblica per alcuni dei candidati dell'Ulivo e dell'attraversamento dello Stretto ha scritto invece il comitato "La nostra città".
Il sodalizio che da mesi si batte per la liberazione della città dai Tir, chiede a Rutelli come intenda affrontare e risolvere, se eletto, il nodo dei trasporti tra Sicilia e Calabria ed il conseguente assedio del gommato pesante nella città e a Reggio.


Rutelli: si al Ponte, ma dopo le strade e l'acqua

Rutelli sbarca in riva allo Stretto e dice "si" al Ponte. Tappa cittadina del "treno" del candidato a premier dell'Ulivo. All'interno di un rigidissimo protocollo, che non ha consentito ad alcun giornalista di andare oltre al programma previsto, l'ex sindaco della capitale ha inserito i temi che nel suo progetto politico riguardano la città.
Netta la differenza di vedute quindi rispetto al ministro delle Politiche agricole Pecoraro Scanio, esponente dei Verdi, che qualche giorno fa ha guidato un corteo anti-ponte partito dalla stazione marittima. "Per la prima volta - ha spiegato Francesco Rutelli durante la conferenza stampa sul treno partito per Catania dalla stazione centrale alle 14,15 in punto - abbiamo uno strumento di conoscenza serio e scientifico su una base di fattibilità tecnico finanziaria. E questo è merito del governo dell'Ulivo".
Dopo il "Si" al ponte, da Rutelli, alcune precisazioni: "Ognuno può dire la sua, ma personalmente non mi piace nè un no ideologico, nè un si ideologico. Questa - ha proseguito- è una terra con immensi problemi ed una situazione gravissima rispetto all'ordine pubblico ed alla criminalità. Quindi l'idea che un'opera pur importante, risolva tutti i problemi radicati nel tempo è un approccio sbagliato. Se l'Italia avesse la capacità e la volontà di fare il ponte a campata unica piu' grande del mondo senza che via sia l'acqua potabile nei rubinetti delle case sarebbe del tutto inutile".
La sfida dell'Ulivo, secondo Rutelli, è dotare Sicilia e Calabria di 36 mila miliardi di interventi da realizzare con fondi comunitari, nazionali, con il piano nazionale dei trasporti, con l'Anas, il consorzio autostrade, le Ferrovie e le Regioni. E di questi finanziamenti dovrebbero usufuire i porti di Messina e Milazzo, il completamento del raddoppio ferroviario tra Messina e Palermo; il completamento dell'autostrada A-20.
Sul treno di Rutelli molti esponenti del centrosinistra del panorama regionale e locale: da Leoluca Orlando ad Angela Bottari, all'ex sindaco, Franco Providenti. Prima della partenza c'è stato un breve discorso alla città in cui Rutelli ha anticipato alcuni dei tempi che avrebbe affrontato in conferenza stampa. Sul treno, composto da sette carrozze, spazio anche ad un viaggio virtuale nella campagna elettorale dell'Ulivo ed attraverso le gaffe ed i presunti errori commessi dai nemici del Polo.
In fondo al convoglio un emporio dove si vendono gadget per portare fondi alla campagna elettorale: spillino piccolo, 500 lire; spillino grande, 1000; maglietta, 30.000; Block notes dell'Ulivo, 5000; borsa, 15.000; Orologio, 30.000. Per chi non trova interessanti i ricordini con il marchio Rutelli c'è la possibilità di infilare un'offerta libera attraverso una scatola di cartone.

26/02/2001

Fonte: gazzetta del sud

Concertazione del Sindaco con la Capitaneria di Porto...e non solo 
Comunque, Turi Leonardi è convinto che i Messinesi sono cretini! ©

MOLO NORIMBERGA – La concertazione imposta in sede regionale ha costretto i due “contendenti” (Autorità portuale e Soprintendenza) ad una soluzione improntata a preservare le preesistenze storico-architettoniche della Cittadella, consentendo però al porto di sviluppare un ruolo trainante per l'economia cittadina. Ed ecco la soluzione di compromesso: l'autorità portuale si impegna a non realizzare opere irreversibili e che compromettano le giacenze sotterranee. «E mi pare che sia una soluzione razionale perseguibile – osserva il sindaco –. I binari sul banchinato, infatti, non hanno bisogno di scavi profondi e altrettanto dicasi per risistemare la platea del molo. Cose che si sarebbero appianate prima se l'Autorità portuale avesse trasmesso per tempo il progetto alla Soprintendenza e avviato con essa un dialogo costruttivo. Comunque, la presenza a Palermo del presidente Leanza, del direttore regionale dei Beni culturali Grado e del capo di gabinetto dell'assessore Granata, Salerno, ha consentito di adottare questa soluzione di compromesso».
APPRODI – Domani sera riunione tra sindaco, prof. Tigano e commissione tecnico-giuridica e Avvocatura dello Stato. «Per tirare le conclusioni e poter definire le procedure con l'invito a presentare entro il 30 giugno progetti di fattibilità da parte degli imprenditori interessati. Il tutto – chiarisce il primo cittadino – sarà preceduto da un accordo di programma tra Amministrazione comunale e Capitaneria per le competenze che le due istituzioni hanno: noi per la parte relativa alle strutture viarie di collegamento degli approdi col sistema autostradale, loro per l'area demaniale

26 Febbraio 2001 ( castigamatti © )

Clamorosa dichiarazione del Comandante della Capitaneria di Porto Maccarone! Irrealizzabile il Porto Ro-Ro a Tremestieri, fattibile invece, un semplice approdo per il gommato

Il Comandante della Capitaneria di Porto Maccarone ha dichiarato che, come evidenziano i progetti presentati e approvati, un semplice approdo a Sud con quattro attracchi ( cioè il progetto dell'Amadeus ) è realizzabile da un punto di vista tecnico. Per problemi di profondità dei fondali e di avverse condizioni meteomarine, è stato dimostrato che il tratto Tremestieri/Mili non è in grado di ospitare porti commerciali ( come quello di Gioia Tauro ) o per il cabotaggio ( come sono già in parte attrezzati Catania e Palermo ). Va a se che il progetto presentato dall'Ing. Beppe Rodriquez per conto del gruppo Tourist/Caronte, anche se coadiuvato dalla delibera 25C del 20 Giugno confezionata su "misura" dal Sindaco Turi Leonardi e dal Consiglio Comunale di Messina, è tecnicamente irrealizzabile. Tra l'altro non si capisce il motivo per il quale un ferry boat Ro-Ro che parte da Genova per raggiungere, tramite le autostrade del mare, la Sicilia debba fermarsi a Messina per poi scaricare i mezzi pesanti nelle autostrade ( quelle di asfalto ) e quindi dirigersi verso i poli commerciali della Sicilia, comunque meglio raggiungibili da Palermo o da Catania. In questa prospettiva ben si comprende l'interesse dei traghettatori, che operano ormai da 35 anni nello Stretto di Messina in regime di Monopolio "sfacciato", nella costruzione del Ponte sullo Stretto. Messina non muore perchè è tagliata fuori dalle autostrade del mare. Può inserirsi alla grande, ma in tutt'altro contesto.

28/02/2001

Fonte: gazzetta del sud

Il provvedimento più rilevante (e inutile) del piano viabilità ha comportato l'abbattimento di tre splendidi pini
Viale Regina Margherita tutto a doppio senso
A partire dalla mezzanotte. Oggi conferenza dei servizi sul tram

Scatterà dopo la mezzanotte il nuovo piano viario predisposto dal Comune nel tentativo di attenuare i disagi derivanti dalla chiusura della Cortina del porto. Gli ultimi accorgimenti saranno definiti stamane nel corso di un vertice convocato nella sede dell'assessorato alla Viabilità. Un primo risultato, però, è già stato ottenuto: Palazzo Zanca rischia di essere denunciato per danneggiamenti al patrimonio arboreo. Al fine di allargare la carreggiata stradale – in vista dell'entrata in vigore del doppio senso sulla Circonvallazione – sono stati, infatti, tagliati i tre grandi alberi ultracinquantennali esistenti nel tratto di viale Regina Margherita in prossimità del Liceo scientifico Archimede, poco prima dell'incrocio con viale Boccetta. Si trattava di pregiatissimi esemplari di “pinus pinea”, collocati nel 1952, di grande rilevanza anche per il ruolo svolto in quella che è tra le più trafficate e inquinate zone della nostra città. Gli alberi non sono soltanto un elemento di arredo urbano o un dettaglio decorativo, ma hanno funzioni di vitale importanza in termini di ossigenazione, veri e propri scudi a tutela della qualità dell'aria. Sarà pure un'ovvietà ma evidentemente non è così, se a Messina continuano ad avvenire simili episodi (ambientalisti, dove siete?). L'improvviso e inaspettato provvedimento ha scatenato le reazioni negative di molti abitanti della zona e alcuni rappresentanti dell'VIII Quartiere hanno minacciato di voler presentare un esposto nei confronti dell'amministrazione comunale. Il ripristino del doppio senso di circolazione è una delle maggiori novità introdotte nel piano redatto dall'esperto antitraffico Vincenzo Torrieri ed è anche una delle decisioni che fa maggiormente discutere. Un analogo esperimento è stato ripetuto più volte nel passato e, dopo aver scatenato puntualmente la guerra tra il partito dei favorevoli e quello dei contrari, alla fine è stato sospeso e revocato. E in ogni caso, allorchè vigeva il doppio senso, a nessuno venne mai la “geniale” idea di abbattere i vecchi pini. Il fatto grave è aver creato un precedente e in teoria, se si decidesse di allargare la sede stradale in tutto il percorso che passa dai viali Regina Elena, Regina Margherita, Principe Umberto e Italia, potrebbero essere sradicati tutti gli alberi che costituivano il vanto della Circonvallazione, la “panoramica” del centro urbano, il luogo in cui intere generazioni di messinesi hanno vissuto i loro primi amori, abbandonandosi a furtive effusioni al riparo da sguardi indiscreti. Erano altri tempi, decisamente era un'altra città. Non ci sembra uno spettacolo edificante quello costituito dalle dichiarazioni degli assessori alla Viabilità e all'Arredo urbano. Il primo, Salvatore Rizzo, dice che il taglio degli alberi si è reso necessario perchè altrimenti non si potrebbe far scattare il doppio senso di circolazione. Il secondo, Pietro Alibrandi, cade letteralmente dalle nuvole: «Non sapevo nulla, certo mi avrebbero potuto informare per tempo, non dico che avrei fatto barricate per difendere un paio di alberi di fronte ai gravi problemi della viabilità, ma avremmo potuto discuterne». Il disperato tentativo di mettere una pezza ad una situazione che non è stata certo voluta dall'amministrazione comunale che anzi si è prodigata anche se con poco successo (i lavori di consolidamento delle banchine del porto erano ormai indifferibili), rischia di dar vita a rimedi ancora peggiori del male che s'intende combattere. E anche se il sindaco ha più volte ribadito che non si perderà neppure un minuto nel modificare l'ordinanza qualora l'esperimento non dovesse produrre risultati apprezzabili, ci si chiede se non fosse stato meglio non far nulla, evitando di spendere circa 200 milioni per l'installazione della nuova segnaletica e aspettando la riapertura della via Vittorio Emanuele. Oggi, intanto, sarà il giorno della verità per il futuro della tranvia. Alle 11, nella sede del Genio civile, si terrà la conferenza dei servizi al termine della quale dovrà essere presa la decisione definitiva sulla variante che prevede lo spostamento del tracciato da via Garibaldi alla Cortina del porto. I tecnici dell'assessorato regionale al Territorio hanno concluso ieri sera il loro lavoro ed hanno predisposto una lunga e dettagliata relazione, che verrà discussa assieme agli altri enti e istituzioni interessati. «Il nostro compito – sgombra il campo dagli equivoci l'ing. Gallina, dirigente del gruppo che a Palermo si occupa dei problemi di valutazione d'impatto ambientale – era quello di esprimere un parere sulla compatibilità ambientale della perizia di variante, procedendo ad una verifica comparativa tra le previsioni originarie e il nuovo progetto. La conferenza dei servizi è un luogo dove ci si confronta e, una volta sentite le ragioni di tutti i soggetti competenti, si possono anche modificare i pareri». Restano “top secret” le valutazioni di merito e solo oggi sapremo se il tram correrà davvero lungo via Vittorio Emanuele o se, invece, si dovrà tornare all'ipotesi originaria di via Garibaldi. 

Nel dettaglio gli interventi predisposti dall'esperto antitraffico
E per Torrieri la viabilità a Messina è buona!

La viabilità a Messina? «Buona, rispetto ad altre realtà». Il prof. Vincenzo Torrieri, esperto antitraffico dell'amministrazione comunale, lo ha dichiarato al microfono di Rtp, nel corso della trasmissione Clic andata in onda ieri sera. Un'affermazione che lascia alquanto sorpresi, se non sconcertati, e che forse può essere giustificata solo dal fatto che Torrieri vive a Napoli e che a Messina viene solo saltuariamente. In ogni caso, secondo il consulente di Palazzo Zanca, il nuovo piano studiato per l'area di via Garibaldi-Boccetta-corso Cavour avrà riflessi positivi, anche perchè per la prima volta nella nostra città si sperimenterà il sistema dei “semafori intelligenti”, comandati da “input” che provengono da telecamere accese 24 ore su 24. Ricordiamo quali sono i nuovi provvedimenti viari che, nella sostanza, prevedono l'eliminazione della svolta a sinistra su via Garibaldi, all'incrocio con il Boccetta, nel senso di marcia sud-nord e il divieto di svolta a destra allo stesso incrocio, nel senso di marcia nord-sud. I mezzi che provengono da sud dovranno obbligatoriamente scendere verso mare e immettersi nella stradella esistente tra l'aiuola e la piazza Unità d'Italia, per poi dirigersi verso corso Cavour.
VIALE REGINA MARGHERITA – Doppio senso di marcia nel tratto compreso tra viale Boccetta e via Interdonato; divieto di fermata tra il Boccetta e via Dicearco. Per i veicoli provenienti da ovest verso est, istituita la direzione obbligatoria diritto all'incrocio tra le vie Dicearco, Barbalonga, Borzì e Interdonato; consentita la direzione diritto e destra all'incrocio in via Logoteta. In senso di marcia est-ovest, direzione diritto e destra all'incrocio con via del Pozzo e direzione obbligatoria diritto all'incrocio delle vie Borzì, Logoteta e Dicearco.
VIALE BOCCETTA – Direzione diritto e destra, con senso di marcia ovest-est, all'incrocio con viale Principe Umberto. Nel tratto compreso tra il corso Cavour e via Garibaldi, istituite cinque corsie con senso di marcia ovest-est; nel tratto fra le vie Garibaldi e Vittorio Emanuele, divieto di fermata; nella corsia di destra consentita la direzione diritto e destra; nella corsia centrale di destra direzione obbligatoria diritto; nella corsia centrale direzione diritto e sinistra; nella corsia centrale di sinistra consentito il transito solo ai mezzi pubblici e quelli autorizzati; nella corsia di sinistra direzione obbligatoria a sinistra.
CORSO CAVOUR – Con senso di marcia nord-sud, all'incrocio con il Boccetta, è consentita la svolta a sinistra solo per l'immissione sulla corsia di sinistra del viale Boccetta.
VIA GARIBALDI – Senso di marcia nord-sud, all'incrocio con via Gran Priorato, consentita la direzione diritto e destra; la corsia preferenziale, in senso di marcia nord-sud, viene ripristinata fino all'incrocio con via Gran Priorato; in quello stesso incrocio, con senso di marcia sud-nord, direzione obbligatoria diritto. Nella stradella di collegamento di piazza Unità d'Italia, è istituita la direzione obbligatoria a destra mentre in via San Giovanni di Malta, all'incrocio con la piazza, è istituita la direzione obbligatoria a destra con immissione in corso Cavour. Altre modifiche riguardano le vie Dicearco, Barbalonga, Borzì, Interdonato.

Il comitato “La nostra città” replica a Tourist e Caronte
«Proposte inaccettabili» 

Il comitato “La nostra città” torna al contrattacco. La lettera di risposta inviata a ciascuno dei mille cittadini che hanno firmato la petizione per il Boccetta, da parte dei responsabili delle società di traghettamento Tourist e Caronte, viene giudicata negativamente per una serie di ragioni. Sul piano occupazionale, il comitato ritiene che «i 500 marittimi (che vanno progressivamente diminuendo nonostante l'aumento dei mezzi trasportati) in forza alle società private non riparano la perdita del posto di lavoro dei 3 mila dipendenti licenziati dalle Ferrovie». Per quanto riguarda i contributi pubblici, «lo Stato – evidenzia il comitato – concede da 35 anni il demanio marittimo, ad uso esclusivo e a canone irrisorio, per gli approdi privati e i servizi annessi, oltre a mettere a disposizione il servizio di polizia municipale, l'uso delle arterie viarie comunali, l'occupazione del suolo pubblico, l'installazione di segnaletica stradale, tutti oneri per le casse delle amministrazioni pubbliche. E per l'armamento delle flotte i privati usufruiscono di finanziamenti agevolati nazionali e regionali». Anche per quel che concerne l'inquinamento, il comitato ritiene che «i livelli non sono affatto nei limiti di legge» e che «il superamento delle soglie viene ignorato dagli organi preposti alla vigilanza». Infine, secondo i promotori della petizione, nessuno potrà mai quantificare «l'altissimo costo sociale pagato dalla popolazione». Respinte anche le soluzioni immaginate da Tourist e Caronte per fronteggiare l'attuale emergenza viaria, quali la collocazione di pannelli fonoassorbenti lungo il Boccetta, la sperimentazione dei divieti di transito a fasce orarie per i mezzi gommati pesanti, l'utilizzo degli altri svincoli per smaltire parte del traffico dei Tir.