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NEWS DI GIUGNO 2001

1/6/2001

Fonte: gazzetta del sud

Un settantottenne di Contesse, sulla Statale 114, mentre stava attraversando sulle strisce
Muore schiacciato da un Tir
Dopo aver fatto la spesa stava cercando di raggiungere la fermata dell'autobus


Incidente mortale poco dopo le 12 di ieri sulla strada statale 114, all'altezza del Bar “Settineri” e dei magazzini di abbigliamento “D'Angelo”. Un pensionato, il settantottenne Giovanni Cannata, domiciliato a Contesse, è stato travolto ed ucciso da un tir “Daf 95F”, targato BC498VN, che viaggiava in direzione di marcia nord-sud. L'anziano ha avuto la testa schiacciata dalla ruota anteriore sinistra della cabina del pesante mezzo, carico di pasta, condotto dal trentatreenne Francesco Lauria – originario e domiciliato a Enna – e diretto all'imbocco autostradale di Tremestieri da dove, con ogni probabilità, avrebbe proseguito per Catania. Il conducente, in preda al panico, si è allontanato a piedi dal luogo della disgrazia e, pochi minuti dopo, si è costituito alla Compagnia dei carabinieri di Messina sud. La tragedia si è consumata sotto gli occhi di alcuni automobilisti e dalle persone che si trovavano in attesa degli autobus provenienti dai villaggi della zona sud e diretti al centro cittadino. I rilievi sono stati eseguiti dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale che hanno anche provveduto, in collaborazione con i colleghi del Reparto operativo mobile e della Polizia di Stato, a deviare il traffico nella sottostante via Marco Polo in modo da consentire al magistrato di turno e al medico legale, il dott. Giovanni Crisafulli, di eseguire i primi rilievi. Gli uomini dell'Infortunistica, che hanno lavorato fino a tarda notte per portare a termine l'interrogatorio del camionista e per ascoltare i parenti della vittima, hanno tentato di ricostruire quanto accaduto sulla “114”. L'anziano, che poco prima aveva fatto la spesa in un vicino supermercato, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali nel tentativo di raggiungere l'autobus di linea n. 13 che lo avrebbe riportato a casa. A questo punto il settantottenne, giunto al centro della carreggiata, sarebbe stato “toccato” dal camion e sarebbe caduto sull'asfalto finendo sotto le ruote. Il conducente del pesante mezzo non si sarebbe però accorto di nulla tant'è che ha proseguito la marcia. A richiamare l'attenzione di Francesco Lauria sarebbero state infatti le urla disperate di chi ha assistito all'incidente. L'uomo, sceso dalla cabina, si è trovato innanzi una scena agghiacciante: preso dal panico è così fuggito ma, dopo aver percorso pochi metri, ha deciso di costituirsi alle forze dell'ordine. Il camion è stato posto sotto sequestro. Ieri, sull'accaduto, il consigliere Francesco Gallo ha inviato una nota nella quale sottolinea la necessità di un presidio fisso di vigilanza sulla Statale 114, già in passato teatro di incidenti mortali. In serata, nel corso del civico consesso, il consigliere Franco Providenti ha presentato una pregiudiziale con cui chiede provvedimenti urgenti da parte del consiglio e lo storno di 10 miliardi dal bilancio per il completamento della via del mare. Sul viale Europa e innanzi palazzo Zanca si è anche svolta una manifestazione del comitato “La nostra città”.

1/6/2001 

Fonte: gds

Attraversa e viene schiacciato da un Tir La vittima è un pensionato di 78 anni

E' l'ennesima tragedia stradale. "Tutta colpa dei bisonti che attraversano la nostra città", direbbe il comitato presieduto da Saro Visicaro, ma di chiunque sia la responsabilità dell'ennesimo spargimento di sangue, una cosa è certa, quel vecchietto che non aveva mai fatto alcun male, durante i suoi settantotto anni di vita, non meritava di morire in modo così atroce. Giovanni Cannata, pensionato, sposato e padre di quattro figli, è morto schiacciato dalle gigantesche ruote di un tir, che, transitava sulla strada statale 114, a Contesse. Il pensionato stava attraversando la strada. Aveva appena comprato due polli già pronti per essere serviti in quella tavola alla quale non si è mai seduto.Erano le 12,30 quando il conducente del "bisonte", Francesco Lauria, trentadue anni, di Valguarnera , in provincia di Enna, procedeva verso l'autostrada Messina-Catania. Cannata stava attraversando sulle strisce pedonali, che nonostante l'età avanzata, aveva intravisto pur essendo sbiadite. C'è chi dice che avrebbe tentato di scansare un autobus e che non si sarebbe accorto dell'autoarticolatio che gli arrivava addosso. Chi sostiene che Francesco Lauria, col tir, l'ha investito e poi travolto senza dargli via di scampo, per non essersi neppure accorto del pedone. Una manciata di secondi ed il vecchietto è finito sotto le ruote che gli hanno schiacciato la testa. L'autista ha subito abbandonato la guida del suo mezzo, fuggendo via, probabilmente, in preda al panico e allo choc. Qualche minuto dopo, si è costituito dai carabinieri. Ieri pomeriggio, il sostituto procuratore Giuseppe Sidoti che nella mattinata, era stato sul luogo della tragedia assieme ai vigili della sezione infortunistica, che stanno accertando con esattezza la dinamica dell'incidente, ha ascoltato la versione dei fatti di Lauria per il quale, nelle prossime ore, potrebbe scattare un avviso di garanzia per omicidio colposo. Appena la settimana scorsa, in udienza preliminare, aveva patteggiato una condanna ad otto mesi di reclusione, l'autista calabrese Giovanni Plutino che l'anno scorso, alla guida del suo tir travolse ed uccise - proprio come è accaduto a Giovanni Cannata - una donna che finì sotto le sue ruote mentre attraversava la strada in via Campo delle Vettovaglie.

1/6/2001 ( gds )

E in città torna la protesta "Siamo stufi degli incidenti"

Un concentramento a palazzo Zanca per manifestare contro l'ennesimo incidente mortale causato da un tir e qualche ora prima ed una distribuzione di "aria virtuale" ai cittadini sul viale Europa.
Proteste a tutto campo, ieri, per il comitato "La Nostra Città", dopo che un'altra sciagura stradale ha insanguinato un tranquillo pomeriggio di primavera.
Gli esponenti del movimento ambientalista, che da mesi e mesi, si batte per la liberazione del centro della città dai mezzi pesanti, appreso dell'incidente mortale avvenuto a Contesse, ha inscenato nel pomeriggio un sit-in di protesta davanti al Comune. Uno dei portavoce del comitato, Saro Visicaro, ha ribadito le richieste formulate nei giorni scorsi al sindaco Salvatore Leonardi e cioè l'istituzione del divieto di ingresso ai Tir in tutti gli svincoli autostradali in tre fasce orarie:7,30-8,30; 12,30-13,30; 19,30-20,30. Le ore piu' a rischio infatti sarebbero quelle di punta quando il traffico è molto piu' intenso. Qualche ora prima, in mattinata, il comitato aveva distribuito provocatoriamente ai passanti, sul viale Europa, un'arteria interessata da alcune settimane dal passaggio dei Tir, bicchieri di "aria virtuale".

1/6/2001 ( gazzetta del sud )

Intanto Comune e Regione aprono le procedure per gli scali a Tremestieri e Annunziata: progetti di massima a Palermo entro il 30 giugno
Quarantuno miliardi per l'approdo d'emergenza


Due i risultati raggiunti ieri a Palermo dal Comune e dalla Regione. Il primo è il finanziamento con 41 miliardi dell'approdo di emergenza a due invasature a sud dello svincolo di Tremestieri, collegato con sottopasso con l'autostrada e destinato ad assorbire almeno il 70 per cento dei tir che passano da Messina. Il secondo è l'accordo di programma Regione-Comune che ha già attivato, per gli approdi definitivi di Tremestieri e Annunziata, il procedimento pubblico-privato del «project financing» disciplinato dalla legge Merloni Ter. L'Amministrazione Leonardi ha convalidato, in un patto con la Regione (in quanto titolare delle concessioni demaniali), il proprio progetto politico di razionalizzazione dei siti degli approdi per il traghettamento nello Stretto con l'obiettivo portante di eliminare l'attraversamento della città da parte dei tir. La «linea Leonardi» del doppio approdo, figlia degli studi della commissione nazionale Misiti e accolta dal consiglio comunale, è stata dunque recepita e cementata in uno strumento programmatorio e in un procedimento d'aggiudicazione a livello regionale. Nell'assetto futuro degli approdi, disegnato da Comune e Regione, i tir dovranno imbarcarsi davanti allo svincolo di Tremestieri e senza nessuna interferenza con il traffico cittadino sulla Statale 114; le automobili, invece, saliranno sulle navi alla foce del torrente Annunziata ma, naturalmente, solo quando vi sarà la "pre-condizione" del nuovo svincolo autostradale e, quindi, anche la possibilità di realizzare il tunnel di collegamento diretto con la tangenziale. Intanto, per i tempi brevi, è partita l'operazione «approdo di emergenza». Si è avuta la conferma contabile: ammontano a 41 i miliardi stanziati dal governo regionale per raggiungere entro i primi mesi del 2002 l'obiettivo della costruzione delle due invasature "d'emergenza" e della viabilità di servizio in un'area a sud dello svincolo di Tremestieri. I finanziamenti vengono attinti ai 140 miliardi accreditati dall'Europa alla Sicilia, attraverso «Agenda 2000», per gli obiettivi della portualità. Le due invasature d'emergenza, col sottopasso e l'area di stoccaggio dei tir, saranno poi parte dell'approdo definitivo di Tremestieri per il traffico gommato pesante: le prime due delle otto invasature che dovrebbero far trasportare i tir tra Messina, Villa e Reggio. In un mese al massimo i due enti pubblici già delegati per l'approdo d'emergenza – il Genio civile opere marittime e il Genio civile di Messina – riceveranno i finanziamenti per tradurre gli studi di fattibilità nella progettazione definitiva. Una volta bandito l'appalto, da quando concretamente s'apriranno i cantieri, i tempi di realizzazione dell'opera saranno di circa sei mesi. Il sindaco Salvatore Leonardi, alla fine del vertice, ha espresso la propria piena soddisfazione «per l'obiettivo raggiunto che porta a soluzione un problema trentennale di cui va dato atto – ha voluto sottolineare il primo cittadino – anche alla "messinesità" dimostrata dagli onorevoli Leanza e Lo Monte». Alla riunione tenutasi alla Presidenza della Regione, e durata più di 4 ore anche per una notevole meticolosità nella definizione del testo dell'«Accordo di programma quadro nazionale trasporti», hanno preso parte il sindaco Leonardi; il presidente della Regione Leanza; l'assessore regionale al Territorio Lo Monte; il comandante della Capitaneria di Messina, Carmelo Maccarone; il dirigente dell'assessorato regionale alla Programmazione, Gabriella Paolocci; i consulenti legali del Comune, professori Raffaele Tommasini e Aldo Tigano ed il consulente legale della Regione, avv. Castaldi; il dirigente regionale del Genio civile delle opere marittime ing. Rosario Navarra Tramontana con l'ingegnere capo Lorenzo Ceraulo; il nuovo dirigente del Genio civile di Messina, Francesco Rigano con l'ing. Bruno Manfré.

1/6/2001 ( gazzetta del sud )

ACCORDO E PROJECT FINANCING


L'Accordo di programma prevede, per la realizzazione e gestione dei due approdi, a Tremestieri e all'Annunziata, la contitolarità, di Comune e Regione, del procedimento di «project financing» il cui iter procedurale è disciplinato dall'articolo 37 bis della Legge Merloni Ter. «Per questo scopo – spiega l'Amministrazione Leonardi – sarà creata una Commissione mista Comune-Regione per la valutazione di tutte le offerte private per la realizzazione e gestione degli approdi. La stessa Commissione varerà l'avviso-invito per la presentazione delle offerte. Sarà presieduta dal presidente della Regione; il sindaco sarà vicepresidente; ne faranno parte gli assessori regionali al Territorio e ai Lavori pubblici e un altro rappresentante dell'amministrazione comunale. Il Comune assumerà la funzione di stazione appaltante». I progetti di massima dovranno essere presentati entro il termine di legge del 30 giugno, la scelta sarà compiuta entro il 2001. Il successivo bando d'appalto disciplinerà i termini della concessione.

1/6/2001 ( gds )

Tremestieri, si farà il secondo approdo firmata l'intesa tra Regione e Comune

Via libera al secondo approdo di Tremestieri. Siglato alla Regione il protocollo d'intesa che apre la strada alla realizzazione dell'importante opera. Nonostante le proteste del quartiere e dei comitati cittadini l'amministrazione comunale va avanti sulla strada intrapresa in prefettura:la costruzione di uno scalo nella zona sud della città.
Dall'accordo di ieri sono scaturiti due aspetti importanti:La Regione si farà carico, attraverso i fondi europei di Agenda 2000, del finanziamento dei primi due moduli dell'opera che costeranno circa quaranta miliardi; il Comune seguirà nelle vesti di ente appaltante la procedura del project financing per la costruzione di un piu' ampio porto commerciale dove si integrerà la prima tranche dell'opera. A firmare il documento il presidente della Regione Vincenzo Leanza ed il sindaco Salvatore Leonardi. E' stata istituita inoltre una commissione permanente mista che seguirà la procedura degli appalti sino al traguardo.
Ne faranno parte, nelle vesti di presidente, lo stesso presidente della Regione protempore e di membri effettivi i due assessoiri in carica al Territorio ed ai Lavori pubblici. Il sindaco ricoprirà nello stesso organismo il ruolo di vicepresidente, l'assessore comunale ai Lavori pubblici quello di componente. I primi due moduli del progetto, secondo i tecnici, potranno essere realizzati entro otto mesi dall'affidamento dell'appalto.
Ma per arrivare all'avvio dei lavori bisognerà attendere il rilascio della valutazione di impatto ambientale, gli studi geognostici e la stesura dei progetti di massima ed esecutivo. Presumibilmente le varie fasi burocratiche saranno espletate non prima di un anno. Il taglio del nastro non avverrà quindi prima di venti mesi. Gli amministratori hanno comunque garantito che saranno applicate le procedure d'urgenza consentite dalla legge sulla protezione civile.
Nell'approdo che realizzerà la Regione saranno ospitate due invasature che consentiranno l'ingresso contemporaneo di due navi. La zona prescelta dal genio civile opere marittime ricade sul territorio di Tremestieri. Il collegamento tra il piccolo scalo marittimo e la bretella autostradale avverrà attraverso un tunnel indipendente che non interferirà con la viabilità cittadina. L'interfaccia del nuovo approdo sarà comunque Reggio Calabria.
I tempi di percorrenza si allungheranno sino ad almeno quaranta minuti. Entro il 30 giugno sarà comunque avviata la procedura del project financing. Ai tre progetti già presentati (dalle ferrovie dello Stato, dal gruppo Tourist-Caronte e da Amedeo Matacena) se ne potranno affiancare altri.

2/6/2001 ( gazzetta del sud )

Terzo parere negativo del Genio Civile. Adesso Comune, Authority e Capitaneria puntano a una strada del mare Tremestieri-S. Raineri

Bocciata la riqualificazione della via Don Blasco

Brutta tegola sui programmi comunali volti a razionalizzare la viabilità cittadina  creando un'alternativa alla congestionata via La Farina. Il Genio Civile di Messina ha bocciato per la terza volta il progetto di ampliamento e riqualificazione della via Don Blasco dallo svincolo di Gazzi al molo Norimberga. L'ex dirigente del Genio Civile, l'ing. Domenico Fiore (gli è subentrato l'ing. Francesco Rigano) ha sottoscritto come ultimo atto l'ennesimo «parere negativo», il terzo, sul progetto che fu voluto dalla giunta Providenti e venne presentato nel 1996 alla Regione con la richiesta di variante urbanistica. Il progetto, per un ammontare di 18 miliardi, era stato redatto dall'ingegnere Antonio Rizzo. A giudizio dell'assessore alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio, le ragioni della bocciatura risiederebbero nel vizio d'origine che avrebbe caratterizzato la proposizione dell'opera, dal Comune alla Regione, e quindi alcune previsioni tecniche che non potevano più essere adeguate, oggi, alle prescrizioni date dal Cru, a meno di non fare lievitare enormemente i costi e snaturare il progetto». Adesso non mancheranno polemiche e giusti rimpianti. Scoglio, però, intende sgomberare il campo dai dubbi su una possibile "tiepidità" nella riformulazione del progetto "targato Providenti": «Avevamo fatto tutto il possibile apportando per esempio rilevanti modifiche alla parte del tracciato che interferiva con alcune aree Fs e previsto gli espropri, che prima non c'erano, per un costo aggiuntivo di 3 miliardi. Ma su due precisi rilievi del Cru, purtroppo, il progetto non poteva essere adeguato»
– Quali gli ostacoli insormontabili? «Il fatto che per una strada qualificata "di collegamento" (Norimberga-Approdi) ci fosse un'interferenza con la viabilità cittadina nelle aree di via Fermi ed Acireale; e poi l'ampliamento necessario al raggio di curvatura in corripondenza del sottopasso di via Santa Cecilia».
– Non sembrano impedimenti insuperabili... «Si sono rivelati tali per l'impostazione data in partenza. Nel 1996 si è scelta la via della legge 65 del 1981 per far autorizzare un collegamento diretto con l'autostrada nel presupposto della mancanza del Prg e, quindi, ci si è sottoposti al giudizio di merito del Cru. Puntando sugli adempimenti previsti dalla legge 1 del 1978, invece, sarebbe bastata una variante urbanistica approvata dal Consiglio comunale e ratificata dalla Regione. Con il primo procedimento, così, il Cru si è trovato di fronte, nel progetto, a restrizioni determinanti».
VIA DEL MARE – Si profila, intanto, la prospettiva di un progetto di una «Via del Mare» che colleghi la zona falcata di San Raineri con lo svincolo di Tremestieri: prospettiva diventata ancora più interessante in relazione all'approdo d'emergenza deciso per Tremestieri (e in vista dell'approdo definitivo). Una lettera di sollecito è stata indirizzata dal comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone al sindaco Leonardi, al presidente dell'Autorità portuale Vermiglio e, per conoscenza, al prefetto Marino. Maccarone ritiene fondamentale tale collegamento – ha scritto – «in una visione funzionale unitaria della portualità di Messina». L'assessore Scoglio condivide il punto di vista e vi aggiunge anche quello della necessità di un'arteria lungo-costa che riqualifichi tutte le aree degradate della zona centro-sud. E ha dato incarico, per alcuni approfondimenti, all'ing. Salvatore Lanzafame, dirigente di settore e già autore di un progetto preliminare di collegamento Tremestieri-San Raineri, che prevede opere per 80 miliardi. Il presidente dell'Authority, il prof. Giuseppe Vermiglio, conferma come un collegamento porto-svincolo sia un obiettivo prioritario nella programmazione dell'Authority, sia nel Piano operativo triennale sia nelle previsioni di Agenda 2000: «Puntiamo a un collegamento diretto per lo sviluppo del porto, a cominciare dal molo Norimberga: lo Stato ci ha già erogato alcuni rilevanti finanziamenti e l'Authority potrebbe contribuire all'opera con fondi propri». Ma, visto quant'accaduto con la via Don Blasco, c'è il rischio di nuovi miraggi

2/6/2001 ( gazzetta del sud )

L'INCIDENTE MORTALE SULLA 114 / Il conducente del tir interrogato dagli agenti dell'Infortunistica
«Non mi sono accorto di nulla»
Il pm Sidoti ha emesso un avviso di garanzia per omicidio colposo


L'atroce morte del pensionato settantottenne Giovanni Cannata, travolto ed ucciso poco dopo mezzogiorno di giovedì da un tir mentre attraversava sulle strisce la strada della statale “114”, ha riportato di estrema attualità la pericolosità della trafficata arteria dove ormai regna l'anarchia, con auto parcheggiate ovunque, ambulanti divenuti “padroni” dei marciapiedi e pedoni costretti a vere e proprie “gimkane”. Intanto dopo la conclusione dei rilievi eseguiti sul luogo dell'incidente dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale, il magistrato titolare dell'inchiesta, quale atto dovuto, provvederà a inviare al conducente del tir – il camionista trentatreenne Francesco Lauria, originario di Enna – un avviso di garanzia per il reato di omicidio colposo. Tutto infatti sembrerebbe combaciare con quanto dichiarato nell'immediatezza dei fatti dallo stesso Lauria che, dopo un comprensibile stato di shock, ha ribadito più volte agli investigatori di non essersi assolutamente accorto della presenza dell'uomo e di aver capito l'accaduto solo dopo aver sentito urlare alcune donne che, in attesa di prendere l'autobus, avevano assistito all'accaduto. Sulla pericolosità della statale “114”, teatro in passato di diversi incidenti mortali, più volte erano intervenuti i consiglieri del IV Quartiere che avevano invitato l'amministrazione comunale a predisporre idonee misure per garantire sicurezza ai cittadini della zona. Sull'incidente, con un comunicato, sono intervenuti ieri i comitati cittadini che, il 21 maggio scorso, hanno sottoscritto le ragioni di contrasto al progetto della Regione, del Comune e della Provincia per realizzare un approdo a nord e uno immediatamente a sud. «Manifestiamo – si legge nel documento – la nostra solidarietà e il nostro sincero cordoglio ai familiari di Giovanni Cannata, confermando il nostro impegno fino a quando le istituzioni non avranno compreso che si tratta di un progetto non voluto dalla città e che, pertanto, il traffico dei mezzi pesanti deve essere dirottato fuori da tutto il territorio comunale. Una volontà espressa fin dal 1996 con la chiara protesta di ben sei Circoscrizioni della zona sud e con le recenti, eclatanti, manifestazioni della popolazione messinese». I funerali di Giovanni Cannata – che lascia la moglie Giuseppina e i figli Carmen, Patrizia, Enzo e Alessandro – si svolgeranno oggi, alle 15,30, nella chiesa dell'Immacolata a Contesse

2/6/2001 ( gds )

Il pensionato schiacciato da un tir L'autista: "Non l'avevo proprio visto"

"Non l'avevo proprio visto". Ha spiegato a poche ore dalla tragedia che ha avuto come vittima Giovanni Cannata, 78 anni, morto schiacciato da un tir sulla strada statale 114 a Contesse, Francesco Lauria, trentadue anni, l'autotrasportatore della provincia di Enna, destinatario di un avviso di garanzia per omicidio colposo. Un atto dovuto da parte del sostituto procuratore Giuseppe Sidoti che ha già affidato l'incarico per l'autopsia sul cadavere del vecchietto, al medico legale Crisafulli.Il magistrato ha ascoltato nello stesso pomeriggio di giovedì, l'autista, che in un primo momento, era fuggito istintivamente, dal luogo della tragedia. Lauria, ha detto nel corso dell'interrogatorio, di aver avuto il terrore di un linciaggio, di essere a conoscenza del clima di tensione e di malcontento da parte degli abitanti della zona, che non vogliono i "bisonti" sulla loro strada. Per questo avrebbe abbandonato il suo tir che trasportava pasta e a bordo del quale, era partito da Foggia per arrivare a Catania. Poi, però, si è costituito alla caserma dei carabinieri di Tremestieri.
Agghiacciante la scena che giovedì, poco dopo mezzogiorno, ha scioccato i testimoni del terribile incidente. Cannata, un vecchino dall'aspetto tanto perbene, sposato e padre di quattro figli, si era recato al supermercato per fare un pò di spesa. Stava attraversando la strada su quelle strisce pedonali consumate dal tempo, per raggiungere la fermata dell'autobus. Il tir di Lauria l'ha investito e messo sotto le ruote senza dargli via di scampo. Raccapricciante vedere quell'esile corpo sotto quel bisonte che gli aveva schiacciato la testa. Chissà se Cannata si è accorto della morte che era in agguato. Sicuramente, si è trattato di una frazione di secondo che non gli ha dato neppure l'occasione di guardare in faccia quell'atroce destino.

2/6/2001 ( gds )

Ambientalisti in rivolta "Nessun intervento"

 E' guerra aperta tra il sindaco Salvatore Leonardi ed il comitato "La nostra città", il sodalizio che da mesi si batte per la liberazione del centro della città dai tir. Giovedì pomeriggio il sodalizio ambientalista ha indirizzato una nota al sindaco dopo l'ennesimo incidente mortale causato da un tir. Ieri invece dal comitato è partita l'ennesima nota di critica. L'accordo di programma sottoscritto a Palermo da presidente della Regione e sindaco per la realizzazione di un nuovo approdo a sud non piace ai membri del comitato. Quel documento sottoscritto nel capoluogo non avrebbe risolto nulla nella sostanza. "L'emergenza - si legge nella nota-non ha partorito interventi immediati ma ha soltanto concretizzato la costituzione di una commissione mista che dovrà valutare le tre proposte per la realizzazione e la gestione degli approdi dell'Annunziata e della zona sud, ancora non localizzato. Una stazione appaltante - scrive il comitato-che dovrà gestire i miliardi pubblici".

2/6/2001 ( gds )

Vicecomandante dei vigili urbani, Ferlisi il vincitore del concorso

Passaggio di consegne nel corpo di Polizia Municipale. Entro breve tempo il vicecomandante dei Vigili urbani, maggiore Antonio Celona, successore di Umberto Famà cederà la reggenza a Calogero Ferlisi, vincitore del concorso. La nomina è stata assegnata con determinazione dirigenziale, a firma del direttore dipartimentale Ignazio Savasta e del dirigente del settore, Natale Alibrandi. Quarantacinquenne messinese, Ferlisi, si era classificato al secondo posto del concorso bandito nel 1998. Il primo classificato, Giuseppe Barbera, 65 anni, nativo di Brolo, era stato dichiarato non nominabile, per aver superato i limiti d'età. L'effettiva immissione in servizio di Ferlisi resta subordinata alla verifica dei requisiti richiesti dal bando, con la presentazione della documentazione prevista ed il superamento della visita medica per gli accertamenti psico-fisici

3/6/2001 ( gazzetta del sud )

Elezioni, l'8 giugno presentazione della «Margherita» di Genovese

Proseguono le conferenze stampa di presentazione dei partiti e dei candidati in lizza per le Regionali del prossimo 24 giugno. Venerdì 8 giugno alle 11 nella sede del Partito popolare, in via Tommaso Cannizzaro, toccherà alla lista della «Margherita per la Sicilia». Si tratta di una delle due formazioni che si richiamano al movimento nato per le Politiche del 13 maggio a sostegno del candidato premier Francesco Rutelli (un'alleanza tra Ppi, Udeur, Democratici e Rinnovamento italiano), quella in particolare a connotazione più fortemente popolare e che ha come capolista Francantonio Genovese, recentemente autosospesosi da segretario provinciale del Ppi per ragioni di opportunità proprio perchè candidato a Sala d'Ercole. Genovese, che ha motivato la scelta con il possibile vantaggio rispetto ad altri candidati del Ppi che – in un sistema elettorale con la preferenza unica ben diverso da quello delle Politiche che lo vedeva unico candidato della coalizione di centrosinistra nel collegio di Messina Nord per la Camera – avrebbe potuto trarre dalla posizione di segretario, ha indicato come reggente il fondatore ed attuale presidente del Ppi, Giovanni Frazzica. L'altra lista che presenta il simbolo dei “rutelliani”, denominata «La Margherita», è guidata invece dal segretario dell'Udeur, il vicepresidente dell'Ars Giuseppe D'Andrea. Una scelta, quella di formare due liste, nata per mantenere la presenza e la visibilità della «Margherita» senza cadere nelle “trappole” del sistema elettorale, che penalizza le aggregazioni tra più partiti o movimenti privilegiando invece le liste singole soprattutto nell'assegnazione dei seggi con i resti.

3/6/2001 ( gazzetta del sud )

Suscita interrogativi l'ennesima bocciatura del progetto della via di collegamento Gazzi-Don Blasco-molo Norimberga
Un'opera inattuabile o da affossare?

Resta una delle opere inserite nel grande “libro dei sogni” della nostra città. La strada di collegamento tra Gazzi e il molo Norimberga, attraverso la via Don Blasco, non ha superato neppure per la terza volta l'esame del Genio civile. E adesso comincia, come sempre, il gioco dello scaricabarile, ci si interroga se davvero quel progetto commissionato ad un giovane e valente professionista, l'ing. Antonio Rizzo, non fosse realizzabile; se è stato fatto tutto il possibile per superare gli ostacoli tecnico-burocratici, come invece è accaduto quando si sono dovuti superare ostacoli ben più ardui riguardanti altre opere pubbliche. Il sindaco Leonardi è convinto che la responsabilità debba attribuirsi alla precedente amministrazione. «Questa città è strana – ha dichiarato al microfono della Rtp –, non si crede alle cose fino quando non le si tocca con le mani. Abbiamo portato fino in fondo un progetto che, purtroppo, si è rivelato inattuabile». E per l'assessore Gianfranco Scoglio la bocciatura da parte del Genio civile «non rappresenta affatto un grave smacco per il Comune, in quanto non è certamente pensabile che vi sia una contrapposizione di interessi tra quelli della comunità ed il Genio civile di Messina, organo tecnico competente ad approvare il progetto. Vi è semmai la presa d'atto dell'asserita impossibilità oggettiva, da parte di quest'ultimo ente, di approvare un progetto non conforme alle osservazioni, ritenute vincolanti, del Cru». Quella di Scoglio è una replica diretta alla Gazzetta del Sud, visto che è stato il nostro giornale a definire un «grave smacco» quest'ennesima battuta d'arresto riferita ad un'opera che, se fosse stata realizzata da anni, avrebbe risolto parte dei problemi della viabilità cittadina (sicuramente quelli della via La Farina) e avrebbe consentito oltretutto il risanamento di una delle aree più “scandalosamente” degradate della nostra città. Scoglio ritiene che sia «ingiusto, oltre che non veritiero, sostenere che questa amministrazione non abbia voluto difendere le scelte progettuali operate dalla precedente» e sostiene che «la storia delle opere pubbliche messinesi degli ultimi venti anni è comune a quelle delle altre città italiane ed è stata determinata in Sicilia, fino al '93, dall'esistenza di norme sbagliate che consideravano il progetto un elemento dinamico dell'appalto e come tale continuamente modificabile durante l'esecuzione dei lavori». Secondo l'assessore i progetti delle eterne “incompiute” messinesi «non erano viziati da anomalie progettuali che ne rendevano impossibile la realizzazione, ma necessitavano di adeguamenti per sopravvenute prescrizioni normative (svincoli o stadio) o per imprevisti tecnici inerenti l'esecuzione dell'opera». Scoglio ribadisce di aver difeso il progetto della nuova via Don Blasco in tutte le sedi competenti e, poi, precisa: «Le osservazioni poste dall'organo tecnico competente sono dirette alla realizzazione di una strada costiera che si diparta dal viale Gazzi e si raccordi con il molo Norimberga senza interferenze con il traffico cittadino e con le zone a destinazione industriale della città. Tale ipotesi era peraltro presente nella variante al Prg redatta dal prof. Leonardo Urbani e nessuno si indignò quando la scelta urbanistica venne cassata dall'attuale variante al Prg in corso di approvazione da parte della Regione siciliana». Quindi le conclusioni dell'assessore: «È intenzione dell'amministrazione di invitare i progettisti a rivedere gli elaborati, previo sopralluogo congiunto sui luoghi con il nuovo ingegnere capo del Genio civile, al fine di adeguarlo a tale finalità nell'ambito della spesa prevista. Il progetto della “via del mare”, condiviso dalla Capitaneria e dall'Autorità portuale, rappresenta viceversa una priorità strategica nella programmazione del Por Sicilia». Il progettista della nuova via Don Blasco, l'ing. Antonio Rizzo, dice di voler rispettare la consegna del silenzio, almeno fino a mercoledì quando è previsto l'incontro con l'assessore Scoglio. L'analisi dei motivi che avevano portato alla mancata approvazione del progetto era stata, comunque, fatta dallo stesso Rizzo in un'intervista pubblicata sulla Gazzetta lo scorso 19 aprile. «Dobbiamo chiarire un equivoco di fondo – affermava in quell'occasione Rizzo – e cioè che il progetto non è mai stato bocciato dal Cru, anzi ha avuto, con decreto pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 14 aprile '99, la regolare autorizzazione. Si è attestato che il “il nuovo itinerario stradale risulterebbe molto utile al miglioramento del traffico e che sussiste un rilevante interesse pubblico alla realizzazione del progetto”. Il parere del Cru, le cui competenze sono di esclusiva natura urbanistica, si era reso necessario relativamente solo ad un piccolo tratto del percorso (330 metri su un totale di 3,3 chilometri) in variante rispetto al Prg. Nel decreto – sottolineava Rizzo – il Cru esprimeva parere favorevole, raccomandando di tener conto delle osservazioni formulate. E una raccomandazione non è una prescrizione obbligatoria». Rizzo, poi, rispondeva ai rilievi del Cru fatti propri dal Genio civile, cioè l'opportunità di realizzare una sopraelevata tra viale Gazzi e via Fermi in modo da scavalcare il nodo della via Bonino e la necessità di allargare i raggi di curvatura in alcuni tratti. «Entrambe le richieste – replicava il progettista – sono inconsistenti. La sopraelevata è un'altra opera e, comunque, non va dimenticato che attualmente i mezzi pesanti attraversano incroci a raso molto più pericolosi. Strumentale è anche l'obiezione sui raggi di curvatura. Solo in un tratto di via Santa Cecilia il raggio sarebbe di 12 metri, inferiore ai 15 indicati dal Cru e dal Genio civile. Ma, anche in questo caso, non va dimenticato che l'attuale raggio di curvatura che migliaia di tir sono costretti a compiere quotidianamente per immettersi nel serpentone degli imbarcaderi di viale della Libertà è addirittura di 9 metri». E Rizzo concludeva dicendo di non spiegarsi i motivi per i quali non fosse stata ancora convocata una conferenza dei servizi durante la quale i progettisti potessero difendere le proprie ragioni.

3/6/2001 ( gazzetta del sud )

Area della Fiera

Cinque ettari al centro della città, 26 edifici, oltre un ettaro nell'area ex Gasometro. Questa è la Fiera oggi. Per l'ultima edizione della Campionaria, quella targata 2000, sono stati staccati 150.000 biglietti d'ingresso, anche se, chiariscono dagli uffici commerciali dell'ente, il numero dei visitatori è ben più alto, tenendo conto dei bambini, degli omaggi e del "portoghesismo", e sfiora il mezzo milione.
Quanto agli operatori che hanno scelto la Fiera, lo scorso anno sono stati 600. La Campionaria continua ad essere la punta di diamante della programmazione, nonostante tutto, nonostante le polemiche sul fatto che si sia trasformata col tempo in una fiera paesana con le bancarelle, le cineserie, ed abbia perso la spinta innovativa degli anni d'oro.
A non perdere la passeggiata lungo i viali della cittadella sono centinaia di visitatori della Sicilia e della Calabria, che spesso "accoppiano" il rito della Fiera con la processione dell'Assunta, la Vara, il 15 agosto. La sera i giochi d'artificio costituiscono la conclusione dei due eventi, il sacro ed il profano. Ma la Fiera ha bisogno di più. Non è più il tempo delle bancarelle. Il contenzioso giudiziario è servito ad aprire il dibattito sul futuro dell'area che deve guardare più a modelli europei che africani.
Il Comune, la Provincia, lo stesso Ente Fiera hanno avanzato proposte, così come i sindacati ed il Ccd (che ha a lungo ipotizzato un trasferimento della Fiera nell'area ex Sanderson). Giunta ormai al termine la fase che ha visto l'amministrazione comunale alle prese con la concessione temporanea degli spazi è il momento di pensare al dopo commissariamento. L'Autorità portuale sta vagliando il progetto "Messina Hub" presentato dalla Compagnia del Mare.
"E' in corso l'iter di valutazione del progetto da parte di tutti gli uffici competenti _ spiega il segretario dell'Autorità portuale, Franco Barresi _ abbiamo trasmesso la documentazione alla Capitaneria, al genio civile, alla Dogana e a tutti gli enti interessati. Penso che entro il mese di giugno avremo tutti i pareri. Poi sarà il comitato portuale a decidere".
In discussione c'è la concessione dell'area per 4 anni. Potrebbero non bastare per realizzare una concreta trasformazione, ma possono servire a verificare la validità dei progetti ed a creare le infrastrutture necessarie. L'Autorità portuale scommette comunque, e questo è apparso chiaro sin dall'inizio e dallo stesso piano triennale del porto, sulla realizzazione di un pontile per le navi da crociera. Resta poi da chiarire se dovrà essere definitivo o essere destinato solo a far fronte alle esigenze per tutto il periodo dei lavori di riqualificazione della banchina, attualmente inutilizzabile.
Da studiare anche l'ipotesi di spostare in fiera il terminal che oggi serve i collegamenti con l'aeroporto di Reggio Calabria. Infine c'è il capitolo Teatro in Fiera, oggi inagibile. In una città priva di "platee" il teatro è rimasto impantanato nell'ennesimo contenzioso tra enti ed è inagibile perch‚ non adeguato alle disposizioni normative.
Questa mattina si terrà al Comune un incontro tra Cgil, Cisl e Uil e l'assessore regionale alla Cooperazione, Bartolo Speranza. I sindacati chiedono, in caso di concessione ai privati, garanzie sul fronte occupazionale. Mentre si attendono le decisioni del Comitato portuale, nel frattempo la Fiera apre periodicamente al pubblico con alcune manifestazioni di settore (Cerimonia sposi, la Rassegna per l'Orientamento universitario) o il congresso che la Cisl ha voluto là dove c'era l'"Irrera a mare" o ancora le convention dell'Ulivo e del Polo nei padiglioni che ben si prestano alla folla delle occasioni.
Per il resto i cancelli sono chiusi, i viali deserti, il teatro chiuso, i padiglioni dismessi, il muro di cinta continua ad impedire la vista dello Stretto.

3/6/2001 ( gds )

Fiera

Il sindaco: "La gestione diretta non rientra nei nostri compiti. Abbiamo
finora garantito la fruibilità"


L'Autorità portuale sta vagliando il progetto della Compagnia del mare, intanto Salvatore Leonardi ipotizza un concorso internazionale di idee e mette i "paletti" su quello che dovrà essere il volto dell'intero "water-front" nel futuro.
"Fino ad oggi _ dichiara il primo cittadino _ abbiamo, con la concessione ottenuta per un anno, garantito la fruibilità dell'area, che era il nostro primo obiettivo. Volevamo salvaguardare la continuità della tradizione fieristica. Ci siamo riusciti, adesso però, tenuto conto che non rientra tra i compiti dell'amministrazione la gestione diretta dell'area e che i fondi a disposizione non bastano per un progetto ad ampio respiro, abbiamo chiesto all'Autorità portuale altre soluzioni".
Ma Leonardi ha già posto alcune condizioni che dovranno essere incluse nel progetto definitivo. "La Fiera deve diventare un'area a fruizione pubblica e costante. I cittadini devono poter entrare in Fiera in qualsiasi periodo dell'anno e del giorno. Gli spazi devono essere utilizzabili almeno 14 ore al giorno, dal mattino alla sera con una diversificazione delle proposte".
Il secondo paletto riguarda l'approdo per le navi da crociera. Leonardi dice no al pontile, perch‚ un approdo limiterebbe la fruizione del panorama e poi c'è già il porto che nei piani triennali sarà destinato definitivamente all'approdo delle navi da crociera.
"Il pontile si può anche fare _ aggiunge il sindaco _ purch‚ esclusivamente in via temporanea, fino a quando non saranno ultimati i lavori attualmente in corso per il rifacimento della banchina". L'ultima condizione interessa il futuro dell'intero affaccio a mare, ed è un problema ben più vasto.
"Il mio obiettivo _ conclude Leonardi _ anche attraverso un concorso internazionale di idee, è la sistemazione definitiva dell'intero "water front", dalla passeggiata a mare fino al parco Sabin. In questo quadro devono comunque essere garantite le attività specificatamente fieristiche. Fino a quando qualcuno non troverà 100 miliardi per trasferire la Fiera in un altro sito la tradizione non deve essere dimenticata".
Insomma, per il primo cittadino sulla Fiera dopo secoli di storia non si torna indietro. "Dovrà essere polifunzionale, con spazi per lo sport, la cultura, il tempo libero, ma le manifestazioni fieristiche non devono essere cancellate dal calendario". Il pensiero di Leonardi va subito alla Campionaria d'agosto, che, almeno per l'edizione 2001, non sarà messa in discussione

3/6/2001 ( gds )

Mobilia: "La vedo sempre chiusa Così invece vorrei farla rivivere"

L'imprenditore unico a volere investire
sulla struttura presenta il suo progetto
"Una cittadella aperta tutto l'anno
polo di attrazione per i cittadini e per
i turisti, pure con una città dei bimbi"

La vedeva tutti i giorni: chiusa, i viali e gli edifici vuoti per gran parte dell'anno. Ed alla fine ha deciso, lanciando quel progetto che fino ad oggi è l'unico finito sul tavolo dell'Autorità portuale dopo la decisione dell'amministrazione comunale di fare marcia indietro per mancanza di fondi. Anche l'ente fiera è fuori gioco, per un vecchio contenzioso sul canone.
Gaetano Mobilia, l'imprenditore della Giano Ambiente, di fronte alla Fiera abita da anni e sull'inizio di quello che ha portato al progetto della Compagnia del Mare ci scherza su "Ci abito di fronte, la vedevo chiusa, ed ho deciso di pensare ad un modo per realizzare qualcosa di diverso - dichiara e poi aggiunge - la verità è che in città non esiste una struttura a disposizione di tutte le fasce di età e per le diverse esigenze. La Fiera ha gli spazi ed il progetto della Compagnia del mare ha un'articolazione tale da rendere possibile la risposta a tutte le esigenze".
Sul progetto sono in corso le valutazioni tecniche da parte degli uffici competenti. Mobilia resta a guardare e si dice pronto a partire in caso di pareri favorevoli. "Mi piacciono le sfide, sono ottimista, ma aspetto i pareri definitivi". Aggiunge che, qualora dovesse ottenere la concessione in tempi brevi da parte dell'Autorità portuale, la Campionaria quest'anno si terrà ugualmente. Il progetto prevede due fasi, in base alla durata della concessione ed un investimento di 80 miliardi.
L'idea è quella di trasformare un'area oggi desolata, abbandonata, dimenticata, in un'occasione di rilancio della vocazione marittimo-turistica. Insomma, dalla cittadella fieristica, che vive appena pochi mesi l'anno, ad una cittadella polifunzionale, aperta alla città, alla sua gente, ai turisti, 365 giorni l'anno. Questo il dato di partenza: l'area della fiera è baricentrica rispetto ai poli di collegamento, centrale rispetto all'approdo traghetti ed aliscafi, è vicina agli svincoli autostradali, sarà il prossimo punto d'attracco per le navi da crociera.
Nell'area verrebbero ad integrarsi diverse strutture dedicate al turismo, alla cultura, allo spettacolo, all'artigianato, alle imprese, al tempo libero, alle fiere settoriali. Vivrà di giorno e di notte, con sale convegni e discoteche, sarà fornita di tutti i servizi. Abbattuto il muro di cinta l'intera area sarà fornita di tutti i servizi. Abbattuto il muro di cinta l'intera area vedrà realizzata l'interconnessione tra turismo crocieristico e congressuale. Ci saranno quindi i turisti appena scesi dalle navi attraccate al porto, o direttamente nel pontile della cittadella e i convegnisti che potranno utilizzare sale e centri a disposizione lungo i viali.
Ad entrambi la nuova Fiera offrirà non solo la bellezza dell'affaccio al mare, ma spazi espositivi permanenti o a tema, zone a verde, stand artigianali, mostre e rassegne specialistiche. Per le imprese sarà creato il World Trade center, per favorire e sostenere l'acquisizione di una dimensione "europea". Ci sarà poi la "Città dei bimbi", con spazi per giocare o per attività formative. Infine zone destinate alle attività sportive, dal canottaggio alla scuola di vela, dal surf fino al pattinaggio ed un centro fitness e per la Talassoterapia.
Per il tempo libero poi discoteca, internet cafè, ed ancora maxi schermi per i grandi eventi, cinema multisala e spazi per manifestazioni teatrali, musicali, cinematografiche, mostre e rassegne. L'obiettivo è anche quello di riaprire il mai dimenticato Irrera a mare. Infine nell'area ex Gasometro potrà essere realizzato un parcheggio anche d'interscambio con i mezzi pubblici. Forse un po' troppo paragonando il progetto alla realtà attuale, "Procederemo per gradi - spiega Gaetano Mobilia - i primi anni di concessione serviranno a realizzare le strutture principali, poi verrà il resto".

 

3/6/2001 ( gds )

Dalla seta e i fasti del 1300 alle "cineserie"

All'inizio è stata la seta, poi è arrivata la lana, quindi il cuoio, fino all'olio. Oggi le cineserie. Un percorso a singhiozzo, quello della Fiera, che dai fasti del 1300 è passato attraverso guerre, terremoti, per finire con i sigilli posti dalla magistratura per un contenzioso tra enti.
Era il 1296 quando Federico III d'Aragona, grato ai cittadini per l'aiuto dato nella conquista del Regno di Sicilia, con un decreto, istituì la "Fiera del Santo Sepolcro", che avrebbe dovuto tenersi ogni anno dal 23 aprile al 2 maggio, appena fuori dalla città, nel piano del Santo Sepolcro (un'area in prossimità dell'attuale viale della Libertà).
Un privilegio concesso solo alla città in tutta la Sicilia. La Fiera si impose subito come mercato annuale della seta, ma in seguito, ai drappi ed alla tessitura che stavano portando la bravura degli artigiani messinesi fino all'Inghilterra, si aggiunsero le lane ed il cuoio.
Nel 1421 re Alfonso, decretò il trasferimento nell'area dove si trova attualmente e stabilì anche una diversa data, anche questa manutenuta nei secoli, il 1[ agosto; per far coincidere la chiusura della Fiera con i festeggiamenti in onore dell'Assunta, Patrona della città. Vi fu persino un periodo, nel 1436, che vide altri sette giorni di mercato, per dare più spazio agli affari.
Ma nei secoli successivi epidemie, lotte intestine segnarono una progressiva decadenza, fino al terremoto del 1908 che rase al ruolo la città. La ripresa avvenne nel 1943, ad opera di un comitato cittadino che organizzò la "Mostra dell'artigianato". Nella città appena risorta dalle macerie le prime edizioni si svolsero presso il liceo Maurolico.
Nel 1938 la quinta manifestazione venne spostata nel quartiere fieristico costruito sui progetti degli architetti Libera e De Rienzi, su un'area di 30.000 metri quadrati. La Fiera tornò ad essere una vetrina per la Sicilia, si arricchì di mostre d'arte, concorsi, premi letterari, gare sportive.
Nel 1939 venne istituito, con Regio Decreto l'"Ente autonomo Fiera di Messina". La guerra interruppe la rinascita e la stessa cittadella subì notevoli danni, ma nell'agosto del 1946 a tagliare il nastro di una nuova fase fieristica fu il primo presidente della neonata Repubblica: Enrico De Nicola.
Pochi anni dopo la Fiera divenne Campionaria. Internazionale, come conseguenza della partecipazione di oltre 80 paesi. Erano gli anni che videro fiorire in riva allo Stretto economia, scambi, cultura e mondanità, con l'arrivo di vip ed esponenti politici nazionali che amavano frequentare il mai dimenticato "Irrera a mare". Ma il tempo ha segnato un altro cambiamento.
Negli ultimi due decenni la Fiera è diventata vetrina e punto d'incontro tra i paesi del Terzo Mondo ed emergenti, come il Sud America o i paesi asiatici e quelli industrializzati. Ecco arrivare negli stand i prodotti artigianali africani, cinesi, asiatici.
Contemporaneamente è stata tentata la strada della specificità. In calendario sono state inserite l'Arcobaleno, Fiera del tempo libero,
Cerimonia per gli sposi, Viflor, Fierarte, Motedi, Esposizione di attrezzature per disabili, Salone del gelato Sage sud, il Libro. Ma non è bastato.
A dare il colpo definitivo è stato il contenzioso tra l'ente e l'autorità portuale sul pagamento del canone. Una vicenda finita al Tar ed in tribunale e che ha visto momenti di tensione, con l'apposizione dei sigilli alla Fiera. Dopo ulteriori passaggi, oggi a reggere le sorti dell'ente è un commissario, Ercole Rabboni. Ma questa è un altro capitolo della storia, l'ultimo.

3/6/2001 ( Bob Brown )

WaterFranz/ Waterfront = Messina kapput

 

Il quadro che negli ultimi anni si era nitidamente delineato per il controllo della città da parte dell'establishment politico-monopolistico-affaristico si arricchisce di una nuova puntata sconcertante, almeno per chi crede che dovrebbe esistere un regime democratico fondato su economia di mercato, pari opportunità ed altre baggianate simili che i cantori del liberismo a parole ci offrono ogni giorno.Sappiamo tutti che la rada San Francesco, tolta da 35 anni alla fruizione della collettività messinese, è di fatto di proprietà del gruppo sopracitato che, con poche lire versate al cosiddetto "demanio" (quello che non si può alienare, usucapire e che si può soltanto concedere per poco tempo con la clausola della restituzione nello "status quo ante"), ne ha tratto guadagni superiori a quelli ottenuti dai pionieri del petrolio del Texas e, adesso, ci tocca sentire che, con ogni probabilità visto che il Comune si è dichiarato indisponibile a pagare 700 milioni per un altro anno di canone, che un ramo del gruppo in questione sta per "acquisire" tutta la Cittadella della Fiera per realizzare faraonici progetti che daranno ulteriore immagine e lustro alla Messina da bere.Il "waterfranz", pardon waterfront, pronunziato da chi non sa nemmeno cosa significa in  inglese, vuol dire solo questo: tutto l'affaccio a mare o passa dallo Stato nelle mani della "cricca di predoni" o resta escluso, non solo ad altri concorrenti, ma anche all'utilizzazione della collettività.E' evidente che questo non è che l'ulteriore segno del degrado che domina la città e, soprattutto, dell'assoluta assenza di una qualsivoglia forma di reazione a questo stato di cose: lavori pubblici che durano dai venti ai trent'anni con relative tangenti, malavita organizzata che soffoca e usura le piccole imprese, politica assente e presente solo per comunicare i propri cambiamenti di schieramento.Neanche il Palazzo di Giustizia ha dato in questi anni segni di presenza per riaffermare la legalità, anzi c'è voluta la Commissione Antimafia per scoprire che le inchieste della Tangentopoli messinese sono servite a qualcuno per fare carriera in politica (a proposito che deciderà il CSM? lo farà rientrare a Messina?), ad altri per fare società coi mafiosi e ad altri per dirigere uffici mentre loro stretti parenti controllavano settori importanti come quello universitario ed economico.Se qualcuno crede che questo stato di cose non sia un bene per la città non deve fare finta di niente bensì segnalare continuamente in tutte le sedi politiche, giudiziarie, di lavoro, della società civile che Messina sta morendo per dissanguamento mentre c'è un potere costituito proprio per combattere corruzione e malaffare e che  fa poco o nulla per impedirlo se non addirittura favorirlo.Del resto neanche la vista del Presidente Ciampi ha scosso più di tanto i cialtroni del Palazzo e se qualche illuminata mente della sinistra crede che queste siano banalità e che la politica deve essere condotta con le armi della politica (quali?), allora ci si dica come è possibile eliminare questo cancro che sta uccidendo questa città (che un Vicepresidente Antimafia ha definito a ragione un  "verminaio")? Adesso che anche il governo centrale è nelle mani di forze politiche alle quali i nostri potentati sono per così dire "organici", Messina si appresta a diventare una sorta di laboratorio per la realizzazione di una moderna edizione di "regime totalitario" del XXI° secolo e sarà più difficile manifestare il proprio dissenso anche attraverso una piccola stampa libera e alternativa (chi scrive dovrà cominciare a pensarci due volte nonostante l'utilizzo dello pseudonimo) e forse si dovrà ricorrere direttamente all'Europa per ottenere giustizia in materia di ambiente, di libertà economica e quindi di vera democrazia.

4/6/2001 ( gazzetta del sud )

Se l'Aias attuerà la minaccia di bloccare le strade con i tir
La città non subirà
Vigilino il prefetto e la magistratura

«Non ci devono sottovalutare: in Cile gli autotrasportatori hanno rovesciato due governi, qui in due minuti, con quattro telefonate, possiamo bloccare la porta dell'Italia... Martedì vado dal prefetto di Messina per dirgli che in un paio di giorni bloccheremo la città. Gli porterò un mazzo di verbali elevati dai vigili urbani in danno dei camionisti che non ne possono più. Se Messina rifiuta i tir, i tir rifiutano Messina... Messina vuol bloccare noi, noi bloccheremo Messina». Sono le dichiarazioni che il presidente dell'Aias Giuseppe Richichi ha rilasciato sabato mattina a Catania. Parole che pesano come macigni, frasi di estrema gravità, minacce che i rappresentanti delle istituzioni farebbero bene a non sottovalutare, adottando da subito le contromisure idonee a sventare quello che ha tutto l'aspetto di essere un ricatto. Il focoso presidente dell'Associazione autotrasportatori ha davvero oltrepassato il segno. La sua categoria ha fondate ragioni di malcontento, i problemi strutturali che affliggono la nostra città si ripercuotono inevitabilmente, oltre che sulla qualità del vivere a Messina, anche sulle esigenze di chi è al volante di un tir e vorrebbe solo compiere nel più breve tempo possibile il tragitto da una destinazione all'altra. Ma i toni arroganti del presidente dell'Aias, in un momento così delicato per la nostra città – non va dimenticato che giovedì scorso, con la morte di un pensionato schiacciato da un mezzo pesante sulla Statale 114, si è pagato l'ennesimo tributo di sangue –, servono solo a surriscaldare gli animi. Richichi non si limita alla già grave minaccia di bloccare nella prossima settimana, fino a tempo indeterminato, gli svincoli autostradali e gli imbarcaderi pubblici e privati ma si lascia andare a considerazioni che suonano come un vero e proprio insulto ai messinesi: «Non ci vuole molto... dopo qualche giorno – aggiunge il presidente dell'Aias – la gente andrà a Villa San Giovanni a fare la spesa». Valutino il prefetto Marino e la magistratura se in quelle frasi si possano ravvisare estremi di reato. I rappresentanti del Comitato per l'ordine pubblico allertino le forze dell'ordine per evitare fin dall'inizio che si verifichi il paventato blocco. E anche il sindaco prenda in mano la situazione, dimostrando che qui non siamo nel Cile di qualche decennio fa e che nessuno può venire dall'esterno a minacciare i messinesi, a dire loro come devono comportarsi nel proprio territorio. Se il “leader” di un'associazione di categoria della nostra città annunciasse l'intenzione di paralizzare Palermo o Catania, adducendo motivazioni anche in parte condivisibili, verrebbe probabilmente trattenuto, per qualche ora o per qualche giorno, nelle rispettive questure. Non ha torto il presidente dell'Aias nel sottolineare che una preziosa alternativa all'attuale situazione sarebbe stata la “via del mare” in grado di collegare Gazzi (e in una successiva fase Tremestieri) e il Molo Norimberga attraverso la via Don Blasco. È un'opera la cui importanza, nonostante le dichiarazioni dell'assessore Gianfranco Scoglio, non sembra sia stata colta appieno, così come dimostra il tormentato iter del progetto, rispedito indietro dal Genio civile per la terza volta consecutiva. E non ha torto Richichi neppure quando sottolinea la necessità di aree di sosta per i camionisti, ancor più indispensabili dal momento in cui sono scattati i provvedimenti di divieto di transito in alcune fasce orarie. Ma se le giuste richieste e lamentele si trasformano in inaccettabili minacce e se si pensa di risolvere i problemi con la forza, allora si rischia di fare i conti con la rabbia, ancora inesplosa, di un popolo quale quello messinese che da decenni paga, a nome e per conto di tutta la Sicilia, il più pesante dei tributi. Attenti a non giocare con un cerino acceso su un mare di benzina. E questo vale anche per il signor Richichi.

4/6/2001 ( gazzetta del sud )

Recupero del water front e riqualificazione della fiera
I primi interventi all'ex Gazometro


Entro la fine del mese potrebbe essere rilasciata alla “Compagnia del Mare” la concessione demaniale della cittadella fieristica per un periodo iniziale di quattro anni. L'Autorità portuale ha provveduto nei giorni scorsi a inviare la richiesta dei pareri previsti per legge ai vari enti che hanno competenza in materia, tra i quali il Comune, il Genio civile opere marittime, la Capitaneria di porto e la Soprintendenza ai beni culturali e ambientali. La concessione demaniale dovrebbe rappresentare il primo passo verso il rilancio e la riqualificazione dell'area fieristica. La società che riunisce gli operatori portuali, presieduta dall'imprenditore Gaetano Mobilia, dovrà muoversi in una duplice direzione, nel caso in cui diventasse titolare della concessione: da un lato, riempire di contenuti, in un progetto esecutivo, gli spunti e le intuizioni mostrati nello studio preliminare redatto dall'architetto spagnolo Cesar Portela; dall'altro, dovrà curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dei luoghi, rimettendo in sesto ciò che finora è stato lasciato nel quasi totale degrado, realizzando interventi di verde e arredo urbano, rendendo possibile, in tempi brevi, la piena fruizione delle aree da parte dei cittadini. Un punto non trascurabile è anche la questione del “che fare” della Fiera. Il sindaco Leonardi, che ieri ha incontrato l'assessore regionale alla Cooperazione Bartolo Speranza, ha chiesto come garanzia assolutamente prioritaria la salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento delle rassegne fieristiche, a partire dalla Campionaria del prossimo agosto. I cambiamenti, se vogliono essere efficaci, devono avere una loro gradualità. È evidente, però, che nei prossimi mesi si dovrà puntare ad un radicale ripensamento di tutte le iniziative, delle rassegne, specializzate e non, che s'intendono portare avanti in un contesto che non sarà più – non può più esserlo – destinato esclusivamente ad ospitare le manifestazione dell'Ente Fiera. I programmi dell'Autorità portuale sono già delineati. Nell'immediato, si punta a risanare gli spazi degradati dell'ex Gazometro, a demolire il muraglione di viale della Libertà, che ostruisce la vista del mare, ad eliminare altre brutture e sconcezze di vario genere. Resta aperta anche la questione del Teatro in Fiera: si deve decidere una volta per tutte se quei locali vanno ristrutturati, messi a norma e riutilizzati come sede di spettacoli teatrali oppure se è più conveniente demolire la brutta e degradata struttura, uno degli edifici che impediscono il rapporto diretto tra la città e il mare e implementare il verde. È in ballo una scommessa importante per il futuro di Messina, cioè l'attuazione di un complessivo progetto di recupero del water-front. Dai primi segnali concreti si potrà già capire se esiste finalmente, dopo anni di sterili discussioni, la volontà di fare sul serio

5/6/2001 ( gazzetta del sud )

Manifestazioni giovedì e venerdì
Cortei anti-tir


Scendono nuovamente in piazza le associazioni e i comitati che chiedono l'allontanamento dei tir dal centro abitato. Due le manifestazioni previste per ricordare Giovanni Cannata, il pensionato morto dopo esser stato travolto da un mezzo pesante lungo la Statale 114. Giovedì, alle 19, un corteo partirà dallo svincolo di San Filippo, per proseguire lungo la Statale 114 fino al quadrivio di Santa Margherita, facendo quindi ritorno a San Filippo. La manifestazione si concluderà nel luogo dell'incidente mortale a Contesse, davanti al pastificio Triolo. Un secondo corteo, previsto venerdì con inizio sempre alle 19, prenderà le mosse da villa Mazzini e si concluderà allo svincolo di Boccetta. Alle iniziative aderiscono il comitato La nostra città, il comitato spontaneo Messina sud, le associazioni Aurora e Nuova Gazzi, il comitato spontaneo contro il depuratore di Mili, il gruppo Mondo Giovane, il comitato per la rinascita del II Quartiere, l'Associazione italiana familiari e vittime della strada, il circolo Ancol Messina sud.

5/6/2001 ( gazzetta del sud )

Il prefetto Marino ha convocato per stamane il presidente dell'Associazione autotrasportatori Richichi
«Non si perda il senso della misura»
Domani il confronto tra l'assessore Scoglio e i progettisti della nuova via Don Blasco

«Stiamo perdendo il senso della misura». Il prefetto Giosuè Marino non vuole commentare le dichiarazioni rilasciate dal presidente dell'Associazione autotrasportatori Giuseppe Richichi ma lancia un chiaro segnale: non potranno essere tollerate iniziative che comportino il blocco dei sistemi di trasporto e l'interruzione di pubblici servizi. Il prefetto ha convocato il presidente regionale dell'Aias, invitando anche il sindaco Leonardi al confronto che si terrà oggi a Palazzo del Governo. Marino chiederà a Richichi di chiarire il significato di alcune affermazioni rilasciate sabato scorso al nostro giornale. Per avviare una discussione si deve prima sgombrare il campo dagli equivoci e dalle gravi minacce (quale la frase “se Messina vuol bloccarci, noi bloccheremo Messina”) proferite dal rappresentante della categoria degli autotrasportatori. Il prefetto dice di voler capire quali sono oggi le reali esigenze dei conducenti dei tir. La presenza del sindaco dovrebbe servire ad affrontare uno dei nodi irrisolti, quello della mancanza di luoghi attrezzati per la sosta. Occorre verificare se davvero tali aree siano diventate indispensabili nel momento in cui sono scattati i divieti di transito per i mezzi pesanti in determinate fasce orarie. Su alcuni punti il dialogo probabilmente non comincerà neppure. Richichi ha annunciato l'intenzione di consegnare al prefetto di Messina «un mazzo di verbali elevati dai vigili urbani in danno dei camionisti che non ne possono più». È evidente, però, che da quando sono entrate in vigore le ordinanze, sono scattate anche le sanzioni previste e la polizia municipale ha il dovere di attuare quanto stabilito nei provvedimenti firmati dal sindaco. «Il discorso – precisa il prefetto – vale sia per gli automobilisti che commettono infrazioni al codice della strada sia per gli autotrasportatori». Se un tir viaggia nel periodo in cui vigono le fasce orarie (ore 7-9 e 18-20) oppure se effettua un sorpasso vietato sul Boccetta, in viale della Libertà e lungo la Cortina del porto, va giustamente incontro alle previste sanzioni amministrative. Non si possono chiedere atti di clemenza in una città che sopporta da troppo tempo il transito dei mezzi pesanti in pieno centro abitato. Molte delle richieste degli autotrasportatori, come abbiamo più volte scritto, non sono certo infondate e sarebbe assurdo far scoppiare una “guerra” tra i messinesi e coloro che guidano i tir. Occorre incidere in modo costruttivo sulla soluzione dei problemi strutturali che impediscono alla città di innalzare i propri livelli di qualità della vita e ai camionisti di svolgere serenamente la propria attività. E proprio in riferimento ai problemi strutturali, non si può non tornare sul tema della nuova via Don Blasco. Occorre comprendere se esistono ancora margini di iniziativa per riprendere il progetto della strada di collegamento Gazzi-molo Norimberga, rispedito indietro per ben tre volte dal Genio civile. Domani l'assessore alle infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio incontrerà il progettista ing. Antonio Rizzo e i funzionari comunali. Nei prossimi giorni è previsto un sopralluogo congiunto con il nuovo ingegnere capo del Genio civile. Sono due gli ostacoli tecnici che non hanno consentito l'approvazione del progetto: il problema del raggio di curvatura nei pressi dell'area ferroviaria di via Santa Cecilia e la necessità di realizzare una sopraelevata per evitare, all'incrocio tra viale Gazzi e via Bonino, l'interferenza del traffico urbano e di quello diretto alla via Don Blasco. Qualsiasi nodo tecnico può essere sciolto in un'epoca in cui si costruiscono opere di ogni genere, con metodi e strumenti sofisticatissimi. È ovvio che bisogna tener conto della questione dei costi. L'amministrazione comunale è convinta che la vera “via del Mare”, che dovrebbe unire lo svincolo di Tremestieri con la zona falcata, è la soluzione ideale e più conveniente nel caso in cui l'Autorità portuale intervenisse con fondi del ministero dei Trasporti. Ci si riferisce, però, ad un iter da inventare completamente da zero che, al di là della spesa complessiva prevista (tra gli 80 e i 100 miliardi), pone una serie di problemi non facilmente superabili, a partire dalla valutazione d'impatto ambientale, indispensabile per un'opera che si svolgerebbe interamente su terreni del Demanio marittimo. Prevedere tempi brevi, sia chiaro, equivarrebbe a prendere in giro per l'ennesima volta i messinesi.

5/6/2001 ( gazzetta del sud )

Incidente a Contesse, grave scooterista finito contro Tir e auto

Sfiorata ancora una volta la tragedia, a Contesse, sulla strada statale 114. Un incidente ha coinvolto ben tre automezzi. Il bilancio è di un ferito grave, Maurizio Nucera, 27 anni, che si trova attualmente ricoverato al Policlinico universitario. Tutta da accertare la dinamica dell'incidente di cui è rimasto vittima Nucera che viaggiava in sella ad una Honda "Pantheon". L'uomo, ed il mezzo a due ruote, per cause che sono al vaglio della sezione infortunistica della polizia municipale, si schiantato con un Tir e con una Opel Corsa. Sono rimasti illesi invece, gli altri due conducenti.
Poco piu' tardi, un incidente ha avuto come vittima C. S., 25 anni, che viaggiava alla guida del proprio ciclomotore. Lo scooterista è stato trasportato con un'autombulanza al Policlinico. E' in prognosi riservata.

6/6/2001 ( gazzetta del sud )

Da ottobre il collegamento da e per il porto di Salerno con una nave ro-ro della Tourist-Caronte
Parte dal Norimberga l'autostrada del mare?
Allo studio anche la possibilità di utilizzare come interfaccia lo scalo di Catania

Dal prossimo mese di ottobre si potrà andare in nave fino a Salerno. È l'inizio di una scommessa decisiva: fare di Messina uno dei poli di riferimento delle autostrade del mare. L'amministratore delegato della Caronte, Antonino Repaci, non esita a definirla «una sfida contro tutti». La città vive una delle sue fasi più difficili, schiacciata tra le irrinunciabili esigenze di recupero di una qualità della vita da troppo tempo smarrita e la concreta minaccia di perdere occasioni irripetibili per i suoi progetti di rilancio socio-economico. In un momento in cui si rischia l'impopolarità nel mettere mano a qualunque iniziativa riguardante i temi dell'attraversamento dello Stretto, il gruppo Tourist-Caronte compie una mossa che qualcuno potrebbe ritenere azzardata, gettando sul tavolo verde una “fiche” da 85 miliardi di lire. È l'investimento attuato per acquisire la prima delle supernavi che dovrebbero fare rotta su Salerno. Nei cantieri Visentini di Rovigo si lavora a ritmi serrati e il 10 ottobre la grande nave, gemella della “Stena Line” (che attualmente opera tra l'Inghilterra e la Norvegia), sarà pronta. Duemila metri lineari di carico, 25 mila tonnellate, una capienza di oltre 700 passeggeri, 78 cabine da “crociera”, una lunghezza di circa 190 metri, una velocità massima di 25 miglia: sono i segni di riconoscimento della prima delle cosiddette navi “ro-ro” destinata ad entrare in servizio nell'area dello Stretto. Il tragitto dovrebbe essere compiuto in orario notturno, con partenza all'una e arrivo a Salerno previsto dopo 6 ore e 40 minuti, poco prima delle 8. A bordo sarebbero impiegate oltre 60 unità di personale, centinaia i nuovi posti di lavoro nell'indotto. «Siamo pronti – afferma Repaci – per il salto di qualità, finora è come se avessimo fatto i gondolieri nella laguna di Venezia. Abbiamo deciso di fare un grande sforzo imprenditoriale e vorremmo che i benefici ricadessero sulla città di Messina. Se, però, non ci sono le condizioni, noi dobbiamo continuare a fare il nostro mestiere e ci sono altre realtà che ci accoglierebbero a braccia aperte». Non è una “minaccia” nè un “ricatto”, precisa Repaci, ma solo una constatazione. Quando parla di “altre realtà” che farebbero ponti d'oro, il riferimento è chiaramente diretto a Catania. «Effettivamente – ammette l'amministratore della Caronte – lì tutto oggi sembra più facile. L'amministrazione comunale è pronta a soddisfare ogni richiesta, l'autorità portuale ha promesso tempi rapidissimi nell'esame dell'iter per la concessione demaniale, gli spazi sarebbero enormi, il collegamento diretto con l'autostrada risolverebbe qualunque problema di interferenza con la viabilità cittadina, la categoria degli autotrasportatori farebbe carte false perchè un simile servizio parta da Catania». Sono argomenti che pesano nelle valutazione di un gruppo imprenditoriale. Così come pesa il clima di ostilità che si respira a Messina e che sembra impedire qualunque ragionamento sereno in materia. L'annuncio dell'attivazione di un nuovo servizio di così grande rilevanza, che dovrebbe avere come base di partenza il molo Norimberga, rischia di essere interpretato come una “provocazione” nei confronti di una città che giustamente non vuole più essere schiava dei mezzi pesanti. Ma il paradosso è proprio questo: essere arrivati a pensare che la causa della servitù di passaggio e dell'invivibilità di Messina siano, anziché la drammatica inadeguatezza infrastrutturale e l'incapacità ultradecennale di portare a compimento le opere programmate, le navi che vanno e vengono da una sponda all'altra dello Stretto. È come se EuroDisney fosse vietata ai bambini o al Sestriere non volessero più la neve. «Ci rendiamo conto di tutti i problemi e le difficoltà – aggiunge Repaci –, vorremmo, però, che si capisse che anche i nostri sforzi non vanno contro ma a favore di Messina. Lo ripeto: la nuova nave ci verrà consegnata il 10 ottobre, la rotta su Salerno sarà comunque inaugurata e se non avremo risposte positive qui, è evidente che saremo costretti ad andare a Catania. Ma abdicare al proprio ruolo e alle proprie vocazioni sarebbe una sconfitta per tutti. Le autostrade del mare rappresentano il futuro e Messina rischia di essere scavalcata per sempre». L'attivazione della nuova linea per Salerno, secondo Repaci, non appesantirebbe la situazione in città, anzi servirebbe in qualche modo ad alleviare i disagi sul Boccetta, intercettando una quota del traffico pesante (160 autoarticolati) e spostandola in un orario “morto”. E sarebbe questo il primo passo verso l'attuazione dell'ambizioso progetto dell'Autorità portuale che mira, mediante la ristrutturazione del molo Norimberga, al rilancio del cabotaggio e all'ingresso nel mercato nazionale del traghettamento a lunga percorrenza con mezzi ro/ro. Un'ipotesi che, secondo l'amministratore della Caronte, si sposa anche con la prevista costruzione del nuovo porto commerciale a Tremestieri. «La realizzazione di alcune grandi opere – afferma Repaci – può anche essere stimolata dai nuovi eventi. Faccio un esempio: se la Reggina non fosse andata in serie A, probabilmente si aspetterebbe ancora la ristrutturazione dello stadio Granillo. E sono convinto, viceversa, che se il Messina giocasse in serie A, lo stadio di San Filippo sarebbe già pronto da tempo. Ecco, credo che in tale ottica si potrebbero accelerare i tempi di realizzazione della “via del mare”, così da collegare direttamente lo svincolo di Tremestieri con il molo Norimberga. I soldi rappresentano l'ultimo dei problemi. L'Europa non dà contributi alle società armatoriali ma mette a disposizione ingenti somme per la costruzione delle necessarie infrastrutture. L'Autorità portuale oggi ha 60 miliardi che può utilizzare immediatamente. Insomma, se ognuno farà la sua parte, Messina potrà trarre giovamento, anche in termini occupazionali, trasformando in risorsa ciò che oggi sembra solo un problema. In caso contrario, nessuno farà beneficenza e saranno gli altri ad approfittarne».

6/6/2001 ( gazzetta del sud )

Il presidente degli autotrasportatori a rapporto ieri dal prefetto
Non ci sarà blocco dei tir


Modera i toni, chiarisce il senso di alcune sue affermazioni, offre il “calumet” della pace. Appena uscito dall'incontro con il prefetto di Messina, il presidente dell'Aias Francesco Richichi sembra tutta un'altra persona rispetto a quella che sabato scorso aveva rilasciato pesanti dichiarazioni, minacciando di bloccare la nostra città con il suo “esercito” di tir. «Nessuno di noi – dichiara – vuole fomentare una guerra con i messinesi. Volevamo solo esternare le preoccupazioni per una situazione che non ci consente di svolgere il nostro lavoro in condizioni serene. Non possiamo accettare di essere il capro espiatorio di rivolte popolari, come se la colpa dei problemi di Messina fosse dei camionisti». Gli autotrasportatori sospendono ogni proposito bellicoso ma respingono anche i tentativi di “criminalizzazione” della categoria. «In fondo – ribadisce Richichi –, chiediamo le stesse cose dei cittadini messinesi, cioè quelle opere infrastrutturali che ci consentano di evitare l'interferenza con la viabilità all'interno del centro urbano». La miccia, dunque, è stata disinnescata ma in ogni caso ci sarebbe stata una risposta durissima delle autorità locali a qualunque ipotesi di blocco stradale e interruzioni di pubblico servizio. Il prefetto Giosuè Marino su questo punto è categorico: «Non dovevamo contrattare niente con nessuno. Ho voluto convocare il presidente dell'Associazione autotrasportatori perchè chiarisse il senso delle sue dichiarazioni. Le richieste e le esigenze della categoria sono ben note. I problemi non sono certo stati causati dai recenti provvedimenti relativi all'introduzione delle fasce orarie. Mi sembra ovvio che quanto stabilito nelle ordinanze firmate dal sindaco vada rigorosamente rispettato».
I CORTEI – Proseguono, intanto, le iniziative di mobilitazione. Il coordinamento di dieci comitati e associazioni ha organizzato due cortei “da sud a nord”. Il primo partirà domani, alle 19, dallo svincolo di San Filippo. Sarà una processione di auto che attraverserà la Statale 114 per arrivare al luogo dell'incidente dove ha perso la vita recentemente il pensionato Giovanni Cannata. Venerdì il concentramento, sempre alle 19, è previsto a villa Mazzini da dove si muoverà il corteo verso lo svincolo di Boccetta. Gli obiettivi delle due manifestazioni sono: la revoca in autotutela della delibera sul doppio approdo Annunziata-Tremestieri e dell'accordo di programma firmato a Palermo il 31 maggio scorso; la liberazione della rada di San Francesco; il trasferimento degli approdi e dei tir fuori da tutto il territorio comunale; l'estensione a tutti gli svincoli dei divieti di transito validi in determinate fasce orarie; l'applicazione rigorosa di tutte le norme di sicurezza e di tutela della pubblica e privata salute.
I QUARTIERI – Si riunirà oggi in seduta permanente, con inizio alle 10, il consiglio del IV Quartiere per protestare contro l'ordinanza che consente il passaggio dei tir nelle ore di punta, spostando a Tremestieri il passaggio di notte dei mezzi che trasportano merci pericolose.

7/6/2001 ( gazzetta del sud )

Approdi e tir / Iniziative del IV e del VII
Quartieri in rivolta
Oggi la protesta sulla Statale 114

La mobilitazione è generale. Ogni quartiere ha le sue ragioni, nessuno vuole che in casa propria passino i tir. Ma è un cane che si morde la coda. Ed è un abbaiare alla luna fino a quando non verranno realizzate le opere che consentano in via definitiva di eliminare l'interferenza del traffico di attraversamento dello Stretto con la viabilità cittadina. Da ieri il consiglio della Quarta circoscrizione è in seduta permanente in segno di protesta contro il sistema delle fasce orarie che, in alcuni periodi della giornata, ha spostato il traffico gommato pesante dal Boccetta agli altri svincoli. Dura l'opposizione anche al provvedimento in base al quale da metà giugno i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose saranno obbligati ad uscire allo svincolo di Tremestieri. E sempre ieri il VII Quartiere ha votato all'unanimità un documento che è il frutto di innumerevoli sedute dedicate all'argomento-tir. Due le richieste essenziali: 1) che le fasce orarie istituite per il Boccetta vengano estese a tutti gli svincoli (in entrata ed uscita) istituendo apposite aree di stoccaggio dei mezzi pesanti, adeguando il viale Europa alle norme di sicurezza già previste per il viale Boccetta (asfalto fonoassorbente, segnaletica orizzontale e verticale, controlli continui 24 ore su 24, limiti di velocità). 2) Che si adottino misure atte a non aumentare i già insostenibili flussi di traffico di “Messina centro” evitando di dirottare in questo svincolo parte del traffico di Boccetta, in considerazione anche del percorso più lungo e pericoloso (viale Europa, via La Farina, zona del porto e viale della Libertà), dell'esistenza di strutture pubbliche come ospedali e scuole, di mercati e di parcheggi ricavati pericolosamente persino al centro della carreggiata. Il terzo punto elencato nel documento è l'attestazione di solidarietà nei confronti dei consigli di quartiere interessati da tutte le iniziative adottate dall'amministrazione comunale. Il presidente del VII Quartiere, Paolo Armaleo, preannunzia «ogni opportuna iniziativa a salvaguardia dei diritti e dell'incolumità dei cittadini della circoscrizione». Oggi, intanto, si svolgerà la prima delle due manifestazioni organizzate dal Coordinamento di una decina di comitati e associazioni. Il raduno è fissato alle 18 allo svincolo di San Filippo. Un corteo di auto percorrerà la Statale 114, poi si terrà un momento di commemorazione sul luogo dove è avvenuto l'ultimo degli incidenti mortali provocati dal transito di un tir, a Contesse, davanti al pastificio Triolo. Sarà ricordato il pensionato Giovanni Cannata, schiacciato dalle ruote di un autoarticolato la mattina del 31 maggio. Domani, invece, da sud ci si sposterà a nord. È previsto, infatti, un corteo che alle 19 si muoverà da villa Mazzini per arrivare fino allo svincolo di Boccetta. I temi posti sul tappeto sono, più o meno, gli stessi delle altre manifestazioni organizzate dal comitato “La nostra città”: il netto dissenso verso le scelte compiute nel recente accordo di programma stipulato a Palermo dalla Regione e dal Comune; la richiesta della revoca della delibera del giugno '2000 con la quale il consiglio comunale ha approvato l'indicazione del doppio approdo Tremestieri-Annunziata; l'immediato trasferimento degli imbarcaderi della rada di San Francesco

7/6/2001 ( gazzetta del sud )

Autostrade del mare / Authority e Capitaneria all'unisono
«Non abdichiamo»
Barresi: al Norimberga nessun monopolio

«La nostra città deve fare di tutto per non restare esclusa dai grandi flussi delle autostrade del mare». Marciano all'unisono i rappresentanti dell'Autorità portuale e della Capitaneria. La notizia di una possibile imminente attivazione, a partire dal prossimo autunno, di una nuova linea Messina-Salerno non coglie di sorpresa gli addetti ai lavori. «È da anni – spiega il segretario dell'Authority Franco Barresi – che ci si sta muovendo in questa direzione e il discorso non riguarda solo l'iniziativa del gruppo Tourist-Caronte. La destinazione del molo Norimberga è chiaramente indicata negli studi preliminari del Piano regolatore del porto ed è quella di un terminal “multipurpose” da realizzare per il trasporto delle merci e per il cabotaggio da promuovere ed incentivare con un porto del medio e dell'alto Tirreno, con i porti dell'Adriatico, in prospettiva con i paesi esteri del Mediterraneo orientale, del Nord Africa e dell'Asia minore». Non s'inventa, dunque, nulla di nuovo. «Abbiamo avuto contatti con tutte o quasi le società del settore – aggiunge Barresi –, offrendo la disponibilità del “Norimberga” per l'attivazione delle rotte a lunga percorrenza. Oggi può essere Salerno, domani Civitavecchia e Livorno. Nessuno ovviamente può pensare di riproporre situazioni di monopolio. Chiunque ha carte concrete da giocare, le mostri. L'apertura ai nuovi mercati pone naturalmente la questione degli spazi necessari. Abbiamo bisogno di recuperare tutte le aree possibili e, nello stesso tempo, non possono non affrettarsi le decisioni riguardanti quelle opere infrastrutturali in grado di realizzare il collegamento diretto con le autostrade, eliminando qualunque tipo di disagio per i messinesi». La città dello Stretto non può abdicare alle sue prerogative e vocazioni. Ad affermarlo con chiarezza è anche il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone, reduce da un sopralluogo nel litorale sud per verificare lo stato delle aree dove dovrebbe passare la nuova “via del mare” fra Tremestieri e la zona falcata. «È un'opera fattibile senza eccessive difficoltà – si sbilancia il comandante –, perchè in gran parte ricalca una pista in terra battuta già esistente. Ricadrebbe interamente sul territorio del demanio e non avrebbe un pesante impatto ambientale, anzi servirebbe a risanare e riqualificare una porzione di litorale oggi completamente abbandonata al degrado». La concorrenza con Catania va giocata in maniera intelligente, senza guerre ideologiche e senza riproporre sistemi “bloccati” che hanno, di fatto, mortificato l'economia messinese, peggiorando di anno in anno – a causa dell'incapacità o della mancanza di volontà della classe dirigente messinese che non è riuscita a realizzare neppure una delle opere previste negli ultimi vent'anni – i livelli complessivi di qualità della vita. Secondo il segretario generale dell'Authority, la rotta Messina-Salerno potrebbe essere inaugurata in via sperimentale già dall'inizio del prossimo novembre, senza che ciò comporti un aggravio dei disagi sulle strade del centro, anzi contribuendo a ridurre il peso del traffico gommato durante il giorno e sgravando in qualche misura il Boccetta. «Faremo di tutto per non sprecare questa ed altre opportunità – ribadisce Barresi –, anche se sappiamo che bisogna lavorare molto per attrezzarsi a quelle sfide che oggi ci vedono decisamente svantaggiati rispetto ad altre realtà».

7/6/2001 ( gazzetta del sud )

Nei prossimi giorni verranno apposti i primi cartelli col divieto di balneazione
Inquinati 20 km di costa
I problemi causati soprattutto dagli scarichi abusivi

Sono scattati ieri, sulla base del decreto regionale e della susseguente ordinanza dell'assessore comunale alla Sanità Giuseppe Santalco, i divieti di balneazione per la stagione estiva 2001. Il quadro generale non è quasi mutato rispetto all'estate scorsa ma va anche tenuto conto del fatto che, secondo la legge, i divieti vengono adottati a seguito di prelevamenti e di analisi ripetuti più volte nei 5 anni precedenti e possono, pertanto, non rispecchiare esattamente il quadro reale. Toccherà adesso ai tecnici della ripartizione viabilità del Comune l'apposizione dei cartelli metallici che dovranno segnalare il divieto all'inizio di tutte le strade di accesso ai tratti di mare che vengono interdetti ai bagnanti. E compito poi di tutti i corpi di polizia (non solo i vigili urbani e gli agenti della Capitaneria di porto) far vigilare sull'osservanza dell'importante proibizione: il valore in gioco è quello della tutela della salute pubblica che è messa a rischio, soprattutto, dalla presenza di scarichi fognari legati al mancato allaccio ai depuratori. Oltre venti dei cinquanta chilometri di mare e di costa nel territorio comunale di Messina risultano sostanzialmente interdetti alla balneazione. Un dato fa riflettere: risultano «off limits» tratti di mare e costa per complessivi 3 chilometri e 550 metri appartenenti alla più "pregiata" riviera nord ricompresa tra l'incrocio del viale della Libertà con via Brasile e l'estremo confine comunale di Ortoliuzzo. In questo scacchiere pesa, tra l'altro, come un macigno il consueto ritorno "stagionale" di sversamenti e rivoli di liquami da condotte fognarie decrepite e insufficienti per le esigenze dell'accresciuta popolazione estiva. Sono stati proibiti i «bagni», per l'inquinamento riscontrato o per svariate ragioni di sicurezza, nei seguenti tratti. Innanzitutto una striscia costiera lunga 6500 metri così sezionabile: 150 metri a sud della fogna numero 28; l'intero tratto tra Tremestieri e il torrente San Filippo; 200 metri a est del torrente San Filippo; il tratto tra il "Ventiquattresimo Artiglieria" e lo svincolo Gazzi-Direzione via San Cosimo; 200 metri a sud della fogna numero 19. E poi, nella zona nord, 350 metri davanti all'ex ospedale Regina Margherita e una striscia di 200 metri in corrispondenza del canale del Lago piccolo di Torre Faro. E ancora, ininterrottamente, tutti gli 8700 metri di costa che vanno dall'incrocio del viale della Libertà con via Brasile all'altezza della fiumara Portalegna (viale Europa basso): nel mezzo ricadono il porto e gli approdi di San Francesco. È stato classificato, poi, come "temporaneamente non balneabile" un tratto costiero di particolare interesse: i 200 metri di spiaggia, 100 a sud e 100 a nord, in prossimità di «Fortino Pace». In relazione, infine, a una serie di punti di immissione fognaria nelle acque marine censiti dal decreto regionale, vige il divieto di balneazione, lungo i 200 metri a destra e a sinistra dei vari scarichi, nelle seguenti zone costiere: dal torrente Larderia all'incrocio del viale della Libertà con via Brasile (6500 metri); dai 50 metri a sud dell'ospedale Regina Margherita ai 50 metri a nord del torrente Annunziata (350 metri); in corrispondenza della Stazione di servizio Ip (400 metri); dai 200 metri a sud del torrente Papardo ai 100 metri a nord dell'incrocio del viale della Libertà con via Fata Morgana; in corrispondenza dello scarico del canale del Lago grande (200 metri); dai 100 metri a sud del canale del Lago piccolo di Torre Faro a 150 metri a nord dello stesso canale; lungo la via Pozzo Giudeo di Torre Faro (200 metri); per 400 metri a destra del complesso «La Vela Bianca» di Ortoliuzzo. Un avvertimento, infine, agli "incoscienti": chi viola o fa violare i divieti rischia (a norma dell'ordinanza balneare della Capitaneria) una multa molto severa: da 2 a 4 milioni.

07/06/2001
Ponte sullo Stretto sinergia tra pubblico e privato
 
ROMA - Un pool di istituzioni finanziarie italiane con a fianco, la presenza pubblica «che è sempre garanzia di successo». E' quello che ha in mente il Mediocredito Centrale per il progetto del Ponte sullo Stretto dopo il primo via libera dato dal governo Amato il 18 aprile scorso ma a condizione che vi sia un concorso finanziario daparte dei grandi investitori italiani e stranieri. Mario Mauro, amministratore delegato del Mediocredito Centrale, tra i soggetti finanziari in pista per gestire la parte finanziaria del progetto, attende l'insediamento del nuovo governo ma intanto chiarisce che «il consorzio è in itinere».
Interpellato a margine della presentazione del Rapporto Cer sul sistema creditizio, Mauro ha detto che «bisognerà attendere innanzitutto se il nuovo governo confermerà la decisione» e fino a quando non ci sarà un mandato ufficiale è prematuro fare i nomi degli investitori interessati al progetto: «Si tratta comunque di nomi di grande prestigio in grado di affrontare un'opera così importante. Se possibile - specifica il manager - puntiamo a partners italiani, però se non li troviamo in Italia, allora cercheremo all'estero. Comunque il sistema bancario italiano è pronto a finanziare l'opera per quanto riguarda la parte privata», anche se è altrettanto importante, ha concluso Mauro, che al progetto vi concorra una partecipazione pubblica. Tra gli ostacoli da rimuovere, l' amministratore delegato del Mediocredito ha parlato della figura del general contractor «che in Italia manca e quindi bisognerà inventarla», e della legge Merloni-ter «che costringe il soggetto bancario ad assumersi rischi che non gli sono propri. Sotto questo aspetto - ha detto - bisognerà trovare una soluzione che rispetti la normativa senza però far correre rischi al sistema».

8/6/2001 ( gds )

Tir-assassino ritorna dopo sette giorni Uccisa "Mani di fata", aveva 85 anni

L'incidente alle 7,30 in via Taormina Il dolore del quartiere, dove
Concetta Beccore era molto amata La scorsa settimana un altro
anziano è morto stritolato a Contesse

 Appena sei giorni ed ecco un altro tir-killer fare una nuova vittima. "Mani di fata", così era soprannominata Concetta Beccore, 85 anni, si è spenta ieri intorno a mezzogiorno in ospedale, un attimo prima di essere sottoposta a un intervento chirurgico, estremo tentativo di strapparla alla morte. La vecchietta, madre di tre figli, era amata dall'intero rione. Era conosciuta per la sua bontà, per la sua generosità e per la sua abilità nel fare punture, come fosse un'infermiera professionale. Troppe le fratture, troppe le ferite inferte dall'autoarticolato che nella mattinata l'aveva travolta.
L'incidente è avvenuto in via Taormina, verso le 7,30. La pensionata, che abitava nella zona, stava attraversando la strada. Si è fermata al centro della carreggiata e l'autoarticolato "Daf" della ditta Tram Star di Roma, alla cui guida si trovava Sergio Rossi, 51 anni, di Nettuno, vicino Latina, l'ha travolta.
Concetta Beccore ha perso subito i sensi. Con un'autombulanza del servizio d'emergenza "118", la poveretta è stata trasportata al pronto soccorso del Policlinico universitario dove i medici le hanno riscontrato un trauma cranico e toracico. Una frattura alla spalla e due ferite lacerocontuse al braccio destro. Immediato il ricovero nel reparto di ortopedia, dove il suo cuore forse ormai troppo affaticato per l'età avanzata, ha cessato di battere poco prima di mezzogiorno, quando i medici stavano per metterla sotto i ferri.
Sul posto, subito dopo la tragedia, sono intervenuti i vigili della sezione infortunistica della polizia municipale e gli agenti delle Volanti. Secondo una prima ricostruzione, il tir-assassino proveniva dall'uscita autostradale di Tremestieri ed era diretto agli imbarcaderi. Rossi, con il suo tir, avrebbe solamente urtata la donna. Poi i vestiti della vecchina si sarebbero impigliati in una freccia del "bisonte". "Mani di fata" non ce l'ha fatta. E' morta tragicamente poche ore dopo il suo ricovero. Proprio lei, che tanto si era dispiaciuta per la tragedia della settimana scorsa, quando alla tv, aveva sentito di quel suo coetaneo, Giovanni Cannata, 86 anni, rimasto schiacciato da un tir, sulla strada statale 114 a Contesse. L'anziano quella mattina, stava facendo ritorno a casa, dopo aver comperato un pò di verdure e due polli già pronti per essere serviti in tavola. Uno dei bisonti che attraversano la città, lo ha prima investito. Poi gli ha schiacciato il capo, senza dargli il tempo di rendersi conto del crudele destino che era in agguato. Una fine, che non meritava quel pensionato dall'aspetto così perbene. Così come non la meritava Concetta Beccore, che in ottantacinque anni di vita, aveva sempre pensato al prossimo. Al rione Taormina, in lacrime, raccontano della sua disponibilità, della generosità che la spingeva a dedicarsi ai più deboli. La ricordano mentre con garbo e con un sorriso rassicurante, faceva punture impercettibili ai vicini di casa, che, proprio per questa sua abilità, l'avevano soprannominata "Mani di fata".

8/6/2001 ( gazzetta del sud )

Ieri mattina poco dopo le sette un tir ha travolto e ucciso una pensionata di 85 anni
La Statale 114 strada della morte
Appena una settimana fa un altro tragico incidente in circostanze analoghe

Ancora una vittima dei tir e anche questa volta si tratta di una persona anziana uccisa mentre attraversava la strada statale 114. Ieri mattina, pochi minuti dopo le 7,15, – esattamente a una settimana di distanza dall'incidente mortale , un chilometro più avanti in direzione Catania, che ha coinvolto un altro mezzo pesante ed è costato la vita al settantottenne Giovanni Cannata – a perdere la vita sulla via Taormina è stata la pensionata ottantacinquenne Concetta Beccore. La donna, che è morta qualche minuto prima di mezzogiorno al Policlinico dove stava per essere sottoposta ad un delicato intervento chirurgico nella clinica Ortopedica diretta dal prof. Giulio Santoro, aveva riportato una frattura alle spalle, trauma cranico facciale e due profonde ferite al braccio destro che le avevano anche provocato una copiosa perdita di sangue. Un altro morto, dunque, che mette ancor più in risalto come le fasce orarie non abbiano attenuato l'emergenza tir ma semmai hanno aggravato ancor più la situazione sia perché indirizzano il passaggio dei mezzi pesanti verso un percorso molto più lungo e con una maggiore densità di popolazione, sia perché la strada interessata (lunga quasi una decina di chilometri) non può essere costantemente controllata, come invece dovrebbe essere, dagli agenti della polizia municipale il cui organico è sottodimensionato rispetto alle reali esigenze. La Beccore, domiciliata nelle casette basse della via Taormina, al civico 7, era da poco uscita di casa per recarsi ad un vicino supermercato, situato proprio di fronte l'abitazione. Un appuntamento quasi quotidiano, quello della donna, che ieri si è rivelato fatale. L'anziana, così come hanno accertato gli agenti della Sezione infortunistica della polizia municipale intervenuti per i rilievi e che hanno interrogato fino a tarda sera il conducente del camion, aveva da poco raggiunto il centro della carreggiata – con direzione mare monte – quando, a quanto pare, ha visto sopraggiungere il tir Daf “XF 480” (per una ulteriore strana coincidenza la stessa marca e modello di camion che lo scorso 31 maggio ha travolto e ucciso, sempre sulla statale “114”, il pensionato settantottenne Giovanni Cannata ndc ), carico di collettame, proveniente da Catania e diretto a Roma. Il tir, targato BG 938 AS, di proprietà della società “Transtar 92” di Roma, era condotto dal cinquantunenne Sergio Rossi domiciliato a Bassiano – in provincia di Latina – in via Trieste 46. Il mezzo pesante viaggiava in direzione sud-nord essendo uscito, proprio per l'obbligo dettato dall'ordinanza sindacale delle fasce orarie, dallo svincolo di Tremestieri e diretto, così come avrebbe affermato lo stesso autista del Daf alle forze dell'ordine, agli imbarcaderi delle Ferrovie dello Stato. Sarebbe stata una luce di ingombro del rimorchio, secondo una prima ricostruzione dei fatti, ad “agganciare” un capo del vestito della donna, che si era fermata per “cedergli il passo”, e che invece è stata trascinata per qualche metro e “spinta”, poco distante, nella corsia opposta. Ad accorgersi dell'accaduto, sempre secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, sarebbe stato lo stesso Rossi che, dato l'allarme, ha soccorso la donna. Sul posto, poco dopo, sono giunti gli agenti della sezione “Volanti” della polizia e gli uomini della sezione Infortunistica della polizia municipale. Il Daf, su disposizione del magistrato, è stato sottoposto a sequestro. Nelle prossime ore, come atto dovuto, dovrebbe anche essere emesso un avviso di garanzia per il reato di omicidio colposo nei confronti del conducente del mezzo.

8/6/2001 ( gazzetta del sud )

Un dossier dei vigili urbani aveva evidenziato i rischi

Due incidenti mortali in una settimana. È bastato così poco tempo alla strada statale 114 per “allinearsi” al numero dei decessi provocati dai tir sul viale Boccetta che, a parte la spettacolarità di tanti, troppi incidenti, ha visto morire – in circa 30 anni – la studentessa calabrese Anna Caprino (travolta il 9 dicembre 1988 mentre stava attraversando la strada con un'amica all'altezza dell'incrocio con il corso Cavour) e l'impiegata Paola Minutoli (uccisa, all'incrocio con la via Garibaldi, da un Fiat “Om” mentre si trovava alla guida del suo “Vespone” il 16 dicembre 1999). Ed è a seguito dell'ultimo spettacolare incidente avvenuto sul Boccetta il 10 aprile scorso, e delle tante manifestazioni organizzate dalla gente stanca di vivere a contatto con i mezzi pesanti, che è stata emessa l'ordinanza sindacale delle cosiddette “fasce orarie” col conseguenziale dirottamento dei mezzi pesanti sulla 114. Un'ordinanza al centro di un dossier riservatissimo, composto da 31 pagine ricche di relazioni e risultati di esami strumentali, che sarebbe stato inviato già diversi mesi addietro dalla polizia municipale a Palazzo Zanca e in cui si evidenzia l'assoluta pericolosità della decisione di deviare il traffico pesante in una zona a più alta densità abitativa. Un documento, quello top secret inviato al Comune, che si compone di due parti e che valuta, dopo aver eseguito con sofisticatissime apparecchiature anche rilievi fonometrici, sia lo stato di fatto che le conseguenze che lo spostamento del transito dei tir a Tremestieri avrebbe provocato sulla popolazione. «Al termine dello studio – si legge nelle conclusioni del dossier – si ritiene che la pericolosità di un percorso sia proporzionale alla popolazione che ne è coinvolta (il 14% a Boccetta e il 71% a Tremestieri), alle intersezioni che sono punto di pericolo a causa degli incroci dei flussi veicolari, alla pendenza del percorso e alla velocità (rilevata una media di 29 km/h sul Boccetta contro i 42 km/h di Tremestieri) motivo di buona parte degli incidenti. Da quanto esposto le variabili considerate portano a dedurre che l'itinerario di Tremestieri sia poco sicuro. Il percorso, confrontato con quello del Boccetta, coinvolge una popolazione sicuramente maggiore di circa 20 volte e, infine, anche una velocità di 1 volta e mezza superiore».

8/6/2001 ( gazzetta del sud )

Pochi i partecipanti alla manifestazione di ieri contro il passaggio dei mezzi pesanti dalla città
«No alle fasce orarie, no alla delibera sul doppio approdo»


La parte più significativa della prima manifestazione anti-tir lungo le strade della zona sud è stata sicuramente quella finale, con le toccanti parole della figlia di Giovanni Cannata, il pensionato travolto da un tir la settimana scorsa sulla Statale 114: «Ormai nessuno potrà più restituirmi mio padre; adesso la mia unica speranza è che la sua morte possa servire a qualcosa, possa evitare che nelle nostre strade si ripeta ancora un incidente simile. Mio padre è stato ucciso, non posso usare un altro termine, dal momento che è stato travolto mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali: una morte assurda, ma spero che non rimanga inutile». Un momento commosso, la commemorazione di Giovanni Cannata, seguito da un lungo applauso da parte del corteo su quelle stesse strisce pedonali teatro dell'incidente e sulle quali poco prima era stata deposta dai Comitati cittadini anti-tir una composizione floreale. Una conclusione significativa che ha fatto dimenticare l'amarezza e la delusione per la scarsa partecipazione al corteo, composto da un centinaio scarso di partecipanti. Se infatti i componenti dei comitati cittadini spontanei, nati nella zona nord e in quella sud di Messina, erano quasi tutti presenti, così come alcuni rappresentanti dei vari Consigli di Quartiere cittadini ed esponenti sindacali (Bernava e Caia della Cisl), i grandi assenti della manifestazione sono stati proprio i cittadini, il popolo messinese, vittima passiva dell'attraversamento della città da parte dei tir. Un'assenza che lascia spazio a diverse interpretazioni: dall'orario lavorativo, alla dispersività e alla frammentazione delle proteste, fino all'indifferenza di una città spesso facilmente coinvolta solo dall'emotività del momento. Eppure, nella stessa mattinata di ieri, sempre nella zona sud, si era registrato un altro incidente mortale, il secondo in una settimana (e al quale si deve aggiungere anche il grave scontro che ha visto coinvolto un altro tir con ferimento grave del centauro Maurizio Nocera), con la morte dell'anziana Concetta Beccore, travolta in via Taormina da un camion proveniente dallo svincolo di Tremestieri, ad appena 1 km di distanza dal luogo della morte di Giovanni Cannata. Non autorizzato dalla Prefettura il corteo di auto, i manifestanti ieri sera intorno alle 19,15 si sono mossi a piedi dallo svincolo di San Filippo sulla Statale 114 verso il luogo dell'incidente in cui ha perso la vita il pensionato settantottenne. «Nord e Sud della città contro i tir»; slogan e cartelli del corteo ancora una volta hanno ripudiato il sistema delle fasce orarie che, in alcuni periodi della giornata, sposta il traffico gommato pesante dal Boccetta agli altri svincoli. Dura la protesta anche contro il provvedimento in base al quale da metà giugno i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose saranno obbligati a uscire allo svincolo di Tremestieri. Rifiuto, inoltre, delle scelte compiute nel recente accordo di programma stipulato a Palermo dalla Regione e dal Comune; richiesta della revoca della delibera del giugno 2000 con la quale il consiglio comunale ha approvato l'indicazione del doppio approdo Tremestieri-Annunziata. La protesta si sposta oggi sul versante nord della città, e interesserà lo svincolo del Boccetta: l'appuntamento è alle 19 alla villa Mazzini da dove, a piedi, il corteo si muoverà verso lo svincolo di Boccetta.

8/6/2001 ( gds )

Oggi la protesta "Fuori dalla città i mezzi pesanti"

Triste vigilia segnata da un altro incidente mortale, per le due manifestazioni contro i Tir organizzate dal Coordinamento dei comitati cittadini.
Ieri, una "processione" di auto, scortata da un ampio schieramento di forze dell'ordine, dallo svincolo di San Filippo si è allungata sulla statale 114 fino al quadrivio di Santa Margherita con tappa di fronte al pastificio Triolo per commemorare Giovanni Cannata, "schiacciato" da un camion nei giorni scorsi.
Oggi, un cordone di uomini risalirà il "Viale della morte" dalla Villa Mazzini fino all'uscita di Boccetta.
Le zone Nord e Sud scendono in campo sempre più compatte per tentare di interrompere l'assurdo silenzio che ancora una volta si vuole imporre a questa città, chiedendo l'applicazione rigorosa delle norme di sicurezza e di tutela della salute e il trasferimento degli approdi per i mezzi pesanti fuori da tutto il territorio comunale.
Intanto il consiglio della IV Circoscrizione, riunito in seduta permanente, insiste sull'utilità del provvedimento preso da Leonardi e continua imperterrito a chiedere la revoca immediata delle ordinanze riguardanti il passaggio dei "bisonti della strada" dallo svincolo di Tremestieri agli imbarcaderi e quella relativa al transito delle merci pericolose lungo la ex SS 114.
“I numeri” dei controlli
Il Reparto operativo mobile della polizia municipale, coordinato dallo specialista di vigilanza urbana Santi Vita, ha proseguito lungo il viale Boccetta e la strada statale 114 i controlli per reprimere eventuali inosservanze all'ordinanza delle fasce orarie. Dall'1 giugno scorso sono stati complessivamente fermati 106 autocarri con la contestazione di 99 verbali proprio per inosservanza all'ordinanza sindacale. Nello stesso periodo, nell'àmbito del servizio di controllo sui gas di scarico, sono stati anche monitorati 13 autocarri ed elevati 6 verbali per aver riscontrato emissioni inquinanti fuori dai limiti consentiti. Relativamente ai ciclomotori, motocicli ed autovetture sono stati complessivamente controllati 347 mezzi ed elevati 66 verbali (14 per mancanza di documenti di circolazione, 12 fermi amministrativi relativi a ciclomotori condotti da minorenni e 30 verbali per violazione dei limiti di velocità

8/6/2001 ( gazzetta del sud )

I presidenti dei quartieri della zona sud chiedono l'immediata revoca dell'ordinanza sulle fasce orarie
«Si torni al Boccetta»
Ne parlerà il Comitato per l'ordine pubblico

La convocazione arriva un po' tardi, ma sempre meglio che mai. I presidenti di sei quartieri della zona sud (per il I Antonino D'Angelo, per il II Giuseppe Sfravara, per il III Antonino La Fauci, per il IV Rosario Santoro, per il V Antonino Di Mattia, per il XIV Antonino Mangano) hanno incontrato ieri il sindaco Salvatore Leonardi e gli assessori alle infrastrutture del territorio Gianfranco Scoglio e alla viabilità Salvatore Rizzo per discutere di tir, approdi e fasce orarie. Proprio su quest'ultimo provvedimento si sono concentrati gli strali dei rappresentanti delle circoscrizioni che hanno ribadito come una simile soluzione non abbia per nulla risolto il problema, frammentandolo, invece, e addossandolo ad altre porzioni del territorio cittadino e cioè alla zona sud, dove si sono già dovuti piangere due morti in sette giorni. «Abbiamo chiesto l'immediata revoca del provvedimento – rimarca Mangano e sullo stesso tono è anche un ordine del giorno approvato dal consiglio del IV Quartiere riunito in seduta permanente – e il sindaco si è dichiarato disponibile a parlarne col prefetto nel corso del prossimo incontro del Comitato per l'ordine pubblico». «Quest'ordinanza – rincara D'Angelo – non fa altro che aggravare la situazione incrementando la pericolosità del transito dei tir con l'aumento del tragitto che i mezzi pesanti devono percorrere prima di giungere agli imbarcaderi». «Proprio sul viale Gazzi ad esempio – sottolinea Di Mattia – gli ampi spazi consentono soprattutto nelle ore notturne vere e proprie gare di corsa fra tir. Tra l'altro, è stata fatta una simile ordinanza, ma non è stato disposto nemmeno un presidio dei vigili urbani nelle zone in cui si riversano i tir negli orari in cui il Boccetta è precluso». In sostanza, la richiesta è di far tornare tutto come prima, lasciando i camionisti liberi di scegliere il tragitto che vogliono (ovviamente, il Boccetta). «Noi non vogliamo giocare a scaricabarile – è la posizione dei presidenti dei quartieri della zona sud – ma se il problema è stato fino ad ora limitato al viale Boccetta, perché spezzettarlo affibbiandolo agli altri? Perché non tenerlo lì ancora per un po', almeno fino a quando non si troverà una soluzione definitiva?». Soluzione che, ovviamente, dovrebbe essere il nuovo approdo realizzato in modo da non pesare sulla viabilità urbana. E questo è un argomento assolutamente non pacifico così com'è emerso nel corso del confronto di ieri. Assolutamente contrario alla scelta della zona sud è, ad esempio, il I Quartiere, mentre dagli altri sono provenute posizioni più “morbide” e comunque da definire meglio in attesa di poter prendere cognizione del progetto, che verrà nei prossimi giorni trasmesso a tutti i quartieri interessati. «I presidenti – chiarisce l'assessore Scoglio – hanno evidenziato come l'ordinanza fino ad ora non abbia dato i risultati sperati. Noi, comunque, abbiamo ribadito che, dopo tanti anni, finalmente con l'approvazione dell'accordo di programma con la Regione c'è la certezza dello spostamento dell'approdo in tempi brevi». Le due ordinanze, quella che inibisce ai mezzi pesanti di transitare dal Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20 e quella che consente il transito dei mezzi trasportanti merci pericolose da mezzanotte alle 6 dallo svincolo di Tremestieri, potrebbero dunque essere riviste, ma con quale risultato? Le alternative attuabili nell'immediato infatti solo solo due: o si torna all'antico lasciando agli autotrasportatori la possibilità di scegliere il tragitto (il più breve) o gli si vieta di attraversare il centro ma, almeno fino a quando non ci sarà un nuovo approdo, questa seconda strada è difficilmente attuabile. Dunque, in buona sostanza, visto il “flop” della via del mare, occorre realizzare un attracco il cui raggiungimento non coinvolga il traffico urbano. Ma, in questo, cosa ci sarà di celere?

8/6/2001 ( gazzetta del sud )

Tir con merci pericolose Stoccaggio a Gioia Tauro

Un vertice si è tenuto ieri in Prefettura a Reggio Calabria sui problemi legati all'attraversamento dello Stretto, in particolare su quelli generati dall'ordinanza con la quale è stato limitato il transito di mezzi che trasportano merci pericolose (provvedimento che ancora non si applica ai mezzi provenienti dalla Calabria proprio per la mancanza di un'area di stoccagio). Anche il sindaco Leonardi era presente ieri al vertice convocato dal prefetto reggino Goffredo Sottile e al quale hanno preso parte anche il prefetto Giosuè Marino, rappresentanti dell'Asi, della Stradale, dell'Anas e dei vigili del fuoco, i sindaci di Villa San Giovanni Rocco Cassone, e Gioia Tauro, Giorgio Dal Torrione. La presenza di quest'ultimo è legata al fatto che proprio l'area portuale di Gioia Tauro potrebbe fornire la soluzione al problema con la creazione di un parcheggio per i mezzi pesanti diretti in Sicilia, oltre all'attivazione di una linea con diverse corse giornaliere per i collegamenti con il porto di Giammoro-Milazzo. Una soluzione che consentirebbe di contribuire al decongestionamento di Messina e Villa San Giovanni e, nello stesso tempo, di rispettare l'ordinanza che limita il passaggio e la sosta dei mezzi speciali. Nel corso della riunione si è discusso anche dei risvolti legati all'introduzione delle fasce orarie. A cominciare dal ritardo con il quale giungerebbero a destinazione certe merci che richiedono, invece, tempi molto limitati per il loro trasferimento. Ma, ovviamente, il problema maggiore è legato alla creazione di un'adeguata area di sosta per gli automezzi pesanti utilizzati ai trasporti di materiali ritenuti pericolosi. Da questo punto di vista Gioia Tauro è stata indicata quale località adatta alla creazione di un parcheggio dalle caratteristiche particolari, in grado di ospitare il ricovero temporaneo di mezzi destinati, dopo una sosta limitata, a ripartire alla volta della Sicilia percorrendo l'ultimo tratto dell'A/3 e poi imbarcarsi sui traghetti per Messina. Dopo i primi studi l'area è stata individuata nelle vicinanze dei cantieri della centrale Enel dove il Consorzio per l'area di sviluppo industriale dovrebbe incaricarsi di realizzare le strutture di accoglienza per un elevato numero di automezzi e, al contempo, di conducenti. Durante la riunione in Prefettura si è tornato a parlare della creazione di una permanente linea di collegamento via mare tra Gioia Tauro e Milazzo. La realizzazione del progetto è però subordinata alla realizzazione, nella città del Capo, di un approdo che consenta di liberare la città dall'inquinamento acustico e atmosferico. La soluzione che prevede l'utilizzo del porto di Giammoro viene considerata favorevolmente da qualche società di navigazione che si è detta disponibile a realizzare il progetto nello spazio di qualche mese.

8/6/2001 ( bob brown )

2 morti in una settimana equivalgono a 104 morti in un anno: questo sembra essere il ragionamento fatto dai nostri amministratori tenuto conto che sul Boccetta in un paio di decine di anni si sono sì avuti numerosi incidenti con TIR lanciati a folle corsa, ma che hanno tavolto "solo" auto e cose e forse qualche morticino.
E allora, sembra dirci il nostro assessore alla viabilità che sembra la macchietta di sè stesso, le fasce orarie vanno "ridiscusse" cioè abolite e, magari, reintrodotte se, per caso, la "malasorte" si dovesse nuovamente accanire sul Boccetta.
Questo è, in sostanza, il risultato dei "vertici" in Prefettura ovvero andare a "rimorchio" degli eventi senza avere il coraggio di affrontare il problema.
Ma non è neanche questione di coraggio ma solo questione di "sudditanza" totale ai padroni della città e, quindi, il messaggio che fra poco verrà lanciato dalle cosiddette Istituzioni è questo: "cari abitanti del Boccetta e della zona Nord dovete rassegnarvi a sopportare questa situazione e, anzi, cercate di non "rompere le scatole" perchè i vostri "morti" sono soltanto dei morti per tumore che, al contrario dei morti schiacciati, possono essere curati da quegli stessi centri di ricerca "finanziati" dallo stesso gruppo che provvede a procurali".

9/6/2001 ( gazzetta del sud )

Il IV Quartiere: a Tremestieri né approdi né scali commerciali

Neppure dopo aver esaminato lo studio di fattibilità, redatto dal Genio civile opere marittime di Palermo e dal Genio civile di Messina, cambiano idea i consiglieri del IV Quartiere. L'approdo a Tremestieri non s'ha da fare. I rappresentanti della circoscrizione, riuniti da mercoledì in seduta permanente, hanno firmato un documento con il quale si chiede all'amministrazione comunale di «valutare attentamente la possibilità di realizzare un porto commerciale nel tratto di costa ricadente nell'area industriale di Giammoro». «I gravi disagi subiti da 30 anni dagli abitanti del Boccetta – sostiene il Consiglio presieduto da Rosario Santoro – devono essere risolti, ma non a discapito di altre parti della città, ove sono presenti insediamenti abitativi. Numerosi sono i pareri tecnici discordanti sull'allocazione dell'approdo di emergenza nell'area di Tremestieri-Mili e nello stesso studio di fattibilità si asserisce che il progetto è stato redatto senza ancora approfonditi studi preliminari. Si rende, pertanto, necessaria la verifica della bontà della soluzione progettata attraverso rilievi topografici e batimetrici, indagini correntometriche, sedimentologiche, meteomarine, geologiche, geognostiche, idrologiche e sismiche, tralasciando i limiti tecnici che l'opera potrebbe presentare». «Si tratta di una scelta politica – insiste il IV Quartiere – che ritiene utile mantenere nella città la servitù di transito “perchè fonte di guadagno”, pur se ciò comporta la modifica irreversibile dello stato dei luoghi che rappresentano un patrimonio ambientale per la zona sud. L'approdo per i mezzi pesanti deve sorgere in un'area con impatto ambientale minimo, dove non sorgono abitazioni, anche perchè la zona sud intesa come area industriale è solo un retaggio di tempi ormai remoti, come dimostrano le tante cattedrali nel deserto, le tante fabbriche in disuso. Nessun approdo di emergenza nè scali di alcun genere devono sorgere a Tremestieri». «Inoltre, nell'attesa della soluzione definitiva del problema, non si può far transitare i mezzi pesanti attraverso l'intera città, gravando su strade come la Statale 114 o aree già ad altissima densità di traffico».
“La nostra città” – Secondo il comitato “La nostra città”, che ieri ha organizzato il corteo di protesta svoltosi sul Boccetta, c'è in corso una sorta di “autocensura”, che ha imbavagliato Messina a distanza di due mesi dalla sfiorata strage del 10 aprile sul Boccetta. «Sembra esserci del compiacimento da parte di molti commentatori – sostengono i rappresentanti del comitato – nel sottolineare la scarsa partecipazione alla manifestazione organizzata da varie associazioni. I numeri e la contabilità sembra abbiano il sopravvento sulla vita. Poco importa che si continui a morire schiacciati dai tir, poco importano le parole pronunziate dai figli delle vittime». Se il riferimento era rivolto alla Gazzetta del sud, il comitato “La nostra città” è decisamente fuori strada. Nella puntuale cronaca delle varie manifestazioni di protesta svoltesi da due mesi a questa parte, non abbiamo mai insistito sui numeri, anche se era giusto rilevare come qualcuno dei sit-in abbia registrato un'ampia partecipazione popolare e altri cortei siano stati invece disertati dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Questa è cronaca. Il nostro giornale ha dedicato intere pagine all'indignazione e alla rabbia dei messinesi per ogni strage sfiorata o per ogni cittadino schiacciato dal passaggio di un tir. Ma riteniamo di aver fatto di più, sollecitando ogni giorno la classe dirigente a risolvere i problemi strutturali, dai quali discende lo stato di emergenza in cui è costretta a vivere Messina. Le collezioni parlano da sole.

9/6/2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir / Le recenti ordinanze hanno provocato più problemi che vantaggi
Fasce orarie, si torna indietro?
Ogni decisione rinviata al vertice convocato mercoledì prossimo dal prefetto


È destinato a durare poco il sistema delle fasce orarie. Il sindaco Leonardi e l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo hanno ammesso che finora il provvedimento attuato nel tentativo di ridurre l'impatto dei tir sul Boccetta ha avuto solo il risultato di spalmare i disagi su tutta la città, con conseguenze, purtroppo, anche tragiche. Due morti in una settimana lungo la Statale 114 rappresentano un bilancio che va al di là delle più pessimistiche previsioni. Così come non ci sono (o non dovrebbero esserci) cittadini di serie A e di serie B, non ci sono neppure disgrazie più o meno dolorose. Il trauma è lo stesso, sia che avvenga al Boccetta sia nella zona sud. È un inaccettabile tributo di sangue che Messina paga da decenni per nome e conto dell'intera Sicilia. Ma dobbiamo prendercela innanzitutto con noi stessi, con l'incapacità di una classe politico-amministrativa che non è riuscita a fare quel che hanno fatto decine di altre città di passaggio o di frontiera, cioè realizzare opere in grado di separare del tutto i flussi di attraversamento dello Stretto dalla viabilità di ogni giorno. Che le fasce orarie avrebbero creato problemi di vario genere, è stato detto e scritto in molte occasioni. Lo stesso sindaco non è mai stato pienamente convinto dell'efficacia di una misura presa più per placare gli animi degli abitanti “martirizzati” di Boccetta che non con la convinzione di poter dare risposte stabili e durature. Vietando dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20 il transito dei tir sul Boccetta, ma consentendolo negli altri svincoli, si sapeva benissimo che i mezzi pesanti avrebbero dovuto allungare il percorso verso gli imbarcaderi pubblici e privati e attraversare strade e quartieri del centro urbano assolutamente inidonei ad ospitare il traffico dei mezzi gommati pesanti. Se si fosse scelta l'altra soluzione, quella di estendere i divieti a tutta la città (i tir in quelle determinate fasce orarie non dovrebbero muoversi), l'impatto successivo sul Boccetta sarebbe stato micidiale sia in termini di sicurezza che di inquinamento acustico e ambientale. E allora? Mercoledì, nel corso dell'ennesima riunione del Comitato per l'ordine pubblico convocato dal prefetto Marino, si deciderà probabilmente se andare avanti con l'esperimento oppure se farlo abortire prima del tempo, così come tutto sommato auspica lo stesso assessore Rizzo. La rivolta dei quartieri della zona sud lascia pensare ad un revoca imminente della delibera sulle fasce orarie. D'altra parte, ciò che sta accadendo in questi ultimi giorni non deve, però, far dimenticare la gravità dell'emergenza dalla quale si è partiti. La solidarietà manifestata dai vari consigli di quartiere della zona sud ai cittadini che risiedono nell'area del Boccetta rischia di essere ammantata d'ipocrisia se l'obiettivo è quello di far tornare tutto come prima. Se si guarda all'immediato, la conclusione desolante è che non c'e alcun tipo di soluzione, fino a quando non verranno sciolti i nodi strutturali che affliggono il territorio comunale. Se si guarda indietro nel tempo, ci si mangia le mani per le occasioni sprecate. Ogni amministrazione ha affrontato a suo modo il problema ma nessuna finora è riuscita a consegnare alla città, entro la durata del suo mandato, uno straccio di opera concreta. Avrebbe potuto essere lo svincolo di Giostra con annesso il tunnel collegato alla rada di San Francesco; l'approdo a sud; il collegamento diretto, tramite la strada litoranea, tra l'autostrada, San Raineri e il porto; la soluzione (mai esaminata fino in fondo) Orto Liuzzo-area ex Pirelli di Villafranca. Da trent'anni si brancola nel buio ed ogni sindaco accusa quelli che lo hanno preceduto, ogni amministrazione dice di aver fatto quello che le altre non hanno mai avuto il coraggio di fare. Purtroppo, siamo ancora qui – 9 giugno 2001 – a piangerci addosso, a raccontare dell'ennesima protesta (ieri si è svolto un corteo sul viale Boccetta), a giudicare inefficaci i provvedimenti adottati, a interrogarci su cosa fare “oggi”, giungendo a maledire addirittura la nostra vocazione storica (quella di una città di mare, crocevia di traffici e di commerci) e aspettando sempre che diventino realtà i progetti di “domani”. Campa cavallo...

9/6/2001 ( gds )

Nei cortei ora ritorna l'indifferenza

"A due mesi di distanza da quel 10 aprile, quando sul Boccetta si è sfiorata la strage la città appare imbavagliata". E' lo sfogo di Saro Visicaro, dopo il corteo di giovedì pomeriggio, che dallo svincolo di San Filippo si è fermato a Contesse, là dove la scorsa settimana un camion ha travolto ed ucciso Giovanni Cannata. La prima parte del corteo, quella prevista in auto dallo svincolo fino all'incrocio con Santa Margherita, è stata vietata dal prefetto Giosuè Marino per motivi di ordine pubblico. Dunque c'è stato solo il corteo a piedi, fino al luogo dell'incidente. "Poco importa _ dice Visicaro _ che in questa città si muoia schiacciati dai tir, poco importano le parole amare della figlia dell'anziano ucciso sulla Ss 114, oggi è come se fosse scattata una sorta di autocensura".
E' il silenzio che comincia a disturbare chi si sta battendo per liberare la città dai tir.
"Si è passati _ spiega il portavoce del Comitato la nostra città _ dalla protesta spontanea e libera alle manovre occulte per frantumarla, alle minacce più o meno velate, ai consigli interessati, all'impiego massiccio di notizie tranquillizzanti, come fasce orarie, nuovi approdi". Però Visicaro ricorda una data, il 7 giugno 2000, quando un piccolo gruppo consegnava oltre 6 mila firme di cittadini che volevano i tir fuori dalla città: 6 mila firme sul tavolo del prefetto, del presidente del consiglio comunale. Quelle seimila persone, nota Visicaro, non sono morte e non sono neanche compiaciute. Quelle persone continuano a fare la stessa richiesta. Fuori i tir dalle strade dove non è possibile neanche attraversare sulle strisce pedonali.
La lotta non si ferma, non importa con dieci o mille partecipazioni, non importa con quale sigla di comitato organizzatore.

9/6/2001 ( gds )

Il sindaco: "Impossibile vietare l'accesso nelle ore di punta"

Corrono ai ripari gli amministratori. L'ordinanza che costringe i Tir ad evitare lo svincolo di Boccetta in due fasce orarie potrebbe essere revocata.
L'ultima parola spetta al comitato per l'ordine e la sicurezza che è già stato allertato per la prossima settimana. Probabilmente il prefetto e gli altri componenti si siederanno attorno ad un tavolo già lunedì prossimo.
Dal sindaco Salvatore Leonardi al telefono le prime anticipazioni di quello che verrà probabilmente proposto: "Va tutto rivalutato - spiega Leonardi - questi ultimi incidenti verificatisi ad appena un chilometro di distanza non possono essere ignorati. Bisogna adottare alcuni correttivi. L'ordinanza entrata in vigore il 7 maggio scadrà comunque tra venti giorni. E' possibile che venga ritirata prima".
Leonardi però si affretta a precisare: "Va anche detto che non possiamo pensare di rilanciare l'intero traffico sul Boccetta come se non fosse successo mai nulla. Dobbiamo affrontare questa emergenza stringendo i denti per altri due anni. Il tempo necessario a realizzare l'approdo di emergenza di Tremestieri".
Leonardi infine a chi suggerisce di vietare l'accesso ai Tir in città nelle ore di punta manda a dire: "Sarebbe una follia. I Tir dopo essere stati fermi nelle aree di stoccaggio si riverserebbero in massa sugli svincoli. A quel punto le strade diventerebbero un inferno".

9/6/2001 ( gds )

Il figlio dell'anziana morta: una follia i camion a Tremestieri

Dalla mozione di sfiducia nei confronti del sindaco presentata da Calogero Centofanti alla presa di posizione del figlio dell'ultima vittima dei Tir, Concetta Beccore.
A 24 ore di distanza dall'ultimo incidente mortale causato dai tir fioccano le reazioni. A scendere in campo persino uno dei nove figli della donna ottantacinquenne falciata in via Taormina. Saro Bruschetta, impiegato della Provincia ed ex consigliere di quartiere ha lanciato un appello agli amministratori: "La morte di mia madre - dice con gli occhi gonfi di lacrime - poteva essere evitata. Quell'ordinanza varata dall'amministrazione va subito ritirata. Quello che è successo a mia madre o all'anziano ucciso a Contesse potrebbe succedere ad altri. La nostra, è una zona prevalentemente abitata da anziani. Non sono abituati alla presenza dei Tir. Quelli compresi tra Tremestieri e la via Taormina sono diventati dieci chilometri ad altissimo rischio. Si rischia la carneficina. Il traffico era già reso caotico dai cantieri del tram. Le strade del resto non sono ampie. I camion sono stati il colpo di grazia".
"Non è questo - aggiunge - il modo di fare risorgere la nostra città. Spostare i Tir dal viale Boccetta su questa zona, è stata una follia. Gli amministratori devono risolvere in maniera radicale il problema. Gli amministratori sono graditi ai funerali di mia madre comne cittadini ma non come assessori. Non voglio vedere fasce tricolori. Vengano, se vogliono, in veste privata. Dimostrino piuttosto di essere capaci di amministrare altrimenti vadano a casa".
Chi non ha usato mezzi termini sulla lettera che accompagna la terza mozione di sfiducia al sindaco depositata in segreteria generale è Calogero Centofanti, rappresentante del movimento "Nuova Presenza". Centofanti inserisce gli ultimi incidenti mortali all'interno di una lunga serie di insuccessi dell'amministrazione.
"Il tessuto connettivo di questa città - scrive l'esponente politico - è ridotto ad un opaco spazio occupato dalla presenza di cordate familiari e nepotistiche che mortificano qualunque anche modesto processo dialettico".
Taglia corto l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo che ha già dato disposizioni ai vigili affinchè organizzino turni piu' adeguati per il controllo della zona sud: "Se fossi io il sindaco - ammette Rizzo - probabilmente, quell'ordinanza, non esiterei a revocarla. La sua inefficacia o addirittura la pericolosità sono state dimostrate dai fatti. Ai familiari delle ultime vittime va la mia solidarietà".

9/6/2001 ( gds )

L'anziana morta in via Taormina "Avviso" all'autotrasportatore

Verrà conferito oggi, al medico legale Giovanni Crisafulli, l'incarico per l'autopsia sul cadavere di Concetta Beccore, uccisa da un Tir, che giovedì, transitava sulla via Taormina, diretto agli imbarcaderi. La donna, intorno alle 7, stava attraversando la strada quando è stata investita dal "bisonte della strada" alla cui guida si trovava Sergio Rossi, 51 anni. L'autotrasportatore romano è stato raggiunto da un avviso di garanzia con l'accusa di omicidio colposo. Un atto dovuto da parte del sostituto procuratore Giuseppe Leotta. Solo la settimana scorsa, un altro vecchietto, Giovanni Cannata di 78 anni, era stato letteralmente schiacciato da un autoarticolato mentre attraversava la strada, sulla strada statale 114, a Contesse. Un bilancio ormai drammatico, che ha fatto raggiungere il livello di sopportazione dei cittadini, stanchi dell'indifferenza di chi continua ad assistere passivamente ad uno spargimento di sangue al quale sembra non si voglia dare un freno.

10/6/2001 ( gazzetta del sud )

Un consorzio per i servizi al molo Norimberga la proposta dei Franza agli operatori portuali

Una società consortile a responsabilità limitata per la gestione dei servizi a terra al molo Norimberga. È la proposta che il gruppo Franza ha avanzato ieri, nel corso di una riunione nella sede della Tourist, agli operatori marittimi, alle imprese portuali ed ai principali operatori della logistica: il consorzio, al quale per il gruppo parteciperebbe la Travel Tickets, sarebbe di fatto una società di servizi che avanzerebbe richiesta di concessione all'Autorità portuale (che, già contattata informalmente, ha espresso la disponibilità a valutarla) non per le banchine ma per il piazzale alle spalle, un'area di circa 10 mila metri quadri. «Chiaramente, le navi che tra settembre e ottobre inaugureranno il nuovo servizio “Ro-Ro” in collegamento con Salerno possono attraccare, a Messina, solo al Norimberga – spiega l'ing. Vincenzo Franza –. Ma per la tipologia del servizio, che prevede l'utilizzo delle banchine solo per tre o quattro ore in tarda serata (le navi partiranno per Salerno all'una di notte per rientrare intorno alle 22, ndr ), un terminal fisso come quello della rada San Francesco non ha senso. Le “autostrade del mare” possono davvero rilanciare il porto, se il Norimberga sarà reso fruibile da tutti attraverso un contratto di servizio con il consorzio il cui primo cliente, di fatto, sarebbero proprio Tourist e Caronte per le navi “Ro-Ro”; ma immagino, ad esempio, che anche il trasporto del ferro dovrà trasferirsi lì». Oltre al coinvolgimento di tutti gli operatori del settore nella società consortile («le singole categorie disporranno di quote paritarie, con un capitale sociale non abnorme», prosegue Franza), un'altra priorità è la compatibilità della valorizzazione dell'area portuale con la tutela del patrimonio culturale della zona falcata, interessata da un progetto di recupero della Soprintendenza. «I primi lavori? Semplicemente asfaltare parte del piazzale. Per attrezzare il molo, poi, prevediamo un investimento di 800 milioni da parte del gruppo; ma qualunque intervento verrà concordato con la Soprintendenza, con la quale non intendiamo creare sovrapposizioni. Però è una grossa occasione per Messina: ci sono finanziamenti di 3.000 miliardi per le infrastrutture a servizio delle “autostrade del mare”, e oltretutto queste navi da 160 Tir a viaggio consentirebbero di diminuire del 5-10% il traffico gommato che oggi arriva alla rada San Francesco – analizza l'ing. Franza – proponendo Messina anche in alternativa a Catania, dove visti gli spazi a terra più ampi si sta imponendo un trasporto “non accompagnato”, vale a dire senza le motrici dei mezzi. Al Norimberga, invece, potrà far base quello “accompagnato” e siamo pronti ad aumentare navi e corse». Insomma, una scommessa che, se da una parte presenta indubbi vantaggi per il gruppo, dall'altra – ne sono convintissimi i Franza – realizzerà un ampio coinvolgimento e la creazione di un indotto maggiore dell'attuale. Il “sasso” è lanciato.

10/6/2001 ( gazzetta del sud )

Via Don Blasco, sopralluogo del sindaco

La si tiri da un lato o dall'altro, la coperta si fa sempre più corta. Non c'è provvedimento che non scontenti una parte rilevante di messinesi. L'amministrazione comunale si trova a dover decidere se insistere nel vietare il Boccetta ai tir durante le fasce orarie tra le 7 e le 9 e le 18 e le 20 oppure se revocare un'ordinanza che ha scatenato la rivolta di chi abita in via La Farina, in viale Europa, a Camaro, a Gazzi, a Tremestieri. Quest'ultima ipotesi è la più probabile, anche perchè i due incidenti mortali registratisi a distanza di una settimana lungo la Statale 114 non potevano non avere un impatto tremendo sull'opinione pubblica. A questo punto si attende solo la riunione di mercoledì prossimo del comitato per l'ordine pubblico, convocato dal prefetto Marino, per compiere la marcia indietro. La revoca delle fasce orarie sarebbe, però, controbilanciata con un provvedimento in favore del Boccetta: la chiusura dello svincolo nelle ore notturne, probabilmente da mezzanotte alle 7, in modo da ridurre i livelli di inquinamento acustico. Il traffico dei tir sarebbe dirottato verso gli altri svincoli ma non ci sarebbero quei problemi di interferenza con la viabilità cittadina che stanno creando gravi disagi in queste settimane. Si è consapevoli, comunque, che si tratta di pannicelli caldi e che solo interventi strutturali possono dare soluzione ai mali che affliggono la città. Ma sulle terapie da adottare con urgenza Messina si continua a dividere sempre più. Il sindaco Leonardi ieri ha ribadito che va considerata assolutamente irrevocabile la decisione di localizzare l'approdo a sud e che, anzi, dal prossimo mese le procedure del “project financing” entreranno nel vivo. Ma contro i nuovi attracchi fra Tremestieri e Mili si scagliano per l'ennesima volta i comitati cittadini, che accusano l'amministrazione comunale di ignorare le ripetute prese di posizione di ben cinque consigli di quartiere e di calpestare la volontà di oltre 80 mila abitanti residenti nella zona sud, «allargando in modo quasi insanabile la frattura fra la società civile e le istituzioni». I comitati continuano a chiedere la revoca della delibera del consiglio comunale risalente al giugno 2000, definita “illegittima”, e a sollecitare le autorità locali e regionali ad approfondire la soluzione, considerata ottimale, del trasferimento degli imbarchi riservati ai mezzi pesanti nell'area industriale di Giammoro. «Nessuna decisione – si legge in un documento unitario – può essere irrevocabile, se è destinata a produrre danni irreparabili alla vita dei cittadini, al loro habitat naturale e al loro futuro». Ieri mattina, intanto, il sindaco e l'assessore alle infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio hanno compiuto un sopralluogo lungo il tracciato di quella che dovrebbe essere l'arteria di collegamento tra l'autostrada e il molo Norimberga, passando dalla via Don Blasco e da Maregrosso. È stata solo una presa visione delle aree e gli amministratori si sono riservati ulteriori approfondimenti, assieme ai responsabili del Genio civile, nel tentativo di superare le difficoltà tecniche che finora hanno impedito l'approvazione del progetto. Il sopralluogo è servito anche a rendersi conto che la nuova via Don Blasco e la futura strada litoranea fra Tremestieri e la zona falcata non sono, in ogni caso, progetti che si escludono a vicenda. L'interferenza fra il traffico di attraversamento e la viabilità cittadina potrebbe essere risolta compiutamente solo con la vera “via del Mare” ma ristrutturare e rendere pienamente fruibile il percorso compreso tra Gazzi e il molo Norimberga rivestirebbe grande rilevanza e avrebbe effetti benefici sulla complessiva organizzazione viaria della città, Inoltre, il sindaco e l'assessore Scoglio hanno potuto toccare con mano le condizioni di incredibile degrado (ed illegalità) in cui versano vaste porzioni del territorio comunale, a pochi passi dal cuore del centro urbano, da piazza Cairoli e dal viale San Martino. Intervenire sulla via Don Blasco e a Maregrosso significa compiere, come più volte abbiamo scritto, anche una coraggiosa e indispensabile operazione

10/6/2001 ( gazzetta del sud )

Che la morte di nostro padre non sia inutile»

Giovanni Cannata è l'altro pensionato travolto da un Tir, appena due settimane addietro. Prima di Concetta Beccore. I figli del signor Cannata, Carmen, Patrizia, Enzo e Alessandro, ci hanno scritto una lettera per ricordare il loro genitore: «Nostro padre è morto, di una morte atroce, straziante, e in noi resta un dolore profondo, lancinante. Ci chiediamo come siano stati gli ultimi atti della sua vita, istanti in cui vistosi travolto si sarà terrorizzato, smarrito, comprendendo che stava per morire. Ma non di una morte qualsiasi, di “quella” morte che fa paura a tutti. Abbiamo immaginato il suo terrore, il suo urlo infinito, e non riusciamo a trovare pace. Tutti dicono che è troppo presto e il tempo ci aiuterà. Sarà vero ma nessuno potrà toglierci il ricordo di nostro padre sul selciato, con le borse della spesa e gli occhiali intatti. È un'immagine marchiata a fuoco nella nostra mente. Per ora siamo come svuotati per il profondo dolore, ma c'è in noi anche un po' di rabbia per l'ingiustizia della morte di un uomo che credeva profondamente nella Giustizia e che stava attraversando sulle strisce pedonali, quando è stato investito dal conducente del Tir che afferma di “non averlo visto”. Non si può giustificare questa frase. Si ha il dovere di stare attenti. Oggi è stato nostro padre la vittima, domani potrebbe essere qualcun altro. Bisogna risolvere i problemi senza penalizzare il nord, il sud, o il centro della città. Questa affermazione va al di là di ogni scelta politica, è solo il diritto sacrosanto di un “cittadino” che chiede di poter camminare sicuro. Noi vogliamo ringraziare tutti gli amici e le persone che ci sono state vicine con grande affetto e solidarietà. Sperando che la morte di nostro padre possa servire ad evitarne altre. Solo così potrebbe avere un senso». di risanamento.

10/6/2001 ( gds )

L'anziana travolta da un Tir giovedì scorso in via Taormina
Eseguita l'autopsia


Il sostituto procuratore Giuseppe Leotta ha affidato l'incarico al medico-legale Giovanni Crisafulli, per l'esecuzione dell'autopsia sul corpo della pensionata ottantacinquenne Concetta Beccore, uccisa da un Tir mentre attraversava la via Taormina giovedì mattina. L'esame è stato già eseguito. Il magistrato, che ha già emesso un'informazione di garanzia per omicidio colposo a carico dell'autista del Tir, dovrà adesso accertare come si è verificato l'incidente. Oltre al rapporto dei vigili urbani dell'Infortunistica molto si potrà capire dai risultati dell'autopsia, per verificare per esempio se un lembo del vestito dell'anziana si è impigliato con gli indicatori di direzione del mezzo pesante. I funerali dell'anziana si svolgeranno domani, alle 10,30 nella chiesa Stella Maris di Minissale

10/6/2001 ( gds )

Boccetta lettera al prefetto Marino: chiesto il divieto ai tir in tre fasce orarie

I comitati anti-tir non mollano. Venerdì sera c'è stato un nuovo corteo di protesta. Ieri mattina invece una lettera appello, in cui si chiede l'istituzione del divieto di accesso ai Tir in tre fasce orarie, è stata indirizzata al prefetto. Così la questione Tir passa di nuovo sul tavolo del prefetto. Sarà il comitato per l'ordine e la sicurezza, mercoledì, a decidere su un provvedimento che ha già sollevato troppe polemiche. Nel mirino l'ordinanza che ha spostato i mezzi in due fasce orarie (le ore di punta della mattinata e del tardo pomeriggio) dal Boccetta a tutti gli altri svincoli. Quella mossa adesso dai comitati di quartiere e dal coordinamento antitir è ritenuta azzardata. Troppe due vittime in soli sette giorni nella zona sud, lungo la statale 114 e la via Taormina diventate alternative al viale Boccetta. Le arterie in questione sono ad alta densità abitativa. Rivedere ogni cosa è un passo obbligato.
"Ma attenzione - ammonisce il coordinamento delle associazioni antitir - lasciare al Boccetta l'intera responsabilità di smaltire il traffico pesante sarebbe pericoloso. Così una lettera è stata inviata al prefetto Giosuè Marino. Al rappresentante di governo viene chiesto di accogliere quella che da sempre è la proposta del popolo antitir: bloccare in tutti gli svincoli l'accesso dei mezzi pesanti. Bandire i killer della strada, attraverso la creazione di opportune aree di stoccaggio nelle ore di punta dal centro: dalle 7,30 alle 8,30; dalle 12,30 alle 13,30 e dalle 19,30 alle 20,30.
"La protesta dei comitati - si legge nel documento indirizzato al prefetto - non riguarda solo il Boccetta ma tutto il centro cittadino. Le vittime degli ultimi giorni dimostrano che esiste lo stesso pericolo su tutte le strade. Pedoni e tir non possono convivere. In attesa di trovare una soluzione definitiva, cioè la realizzazione del nuovo approdo, biosgna ridurre al massimo disagi e rischi. Occorre evitare che i tir transitino in città nelle ore di punta". Venerdì sera, si è tenuta l'ennesima manifestazione di protesta. Dopo i sit-in sulla statale 114 e quelli al porto, davanti agli imbarcaderi della Ngi e della Diano, il popolo antitir è tornato sul Boccetta. Non sono mancati i momenti di tensione con le forze dell'ordine presenti in maniera massiccia sul luogo della manifestazione. Il corteo, partito dalla Villa Mazzini, ha raggiunto gli svincoli. Si sono registrati notevoli disagi per il traffico cittadino e per quello autostradale. I funerali di Concetta Beccore, l'ultima vittima di un incidente causato da un Tir, si svolgeranno domani alle 10,30 nella chiesa Stella Maris di Minissale. Ieri mattina, il sindaco Salvatore Leonardi, ha reso visita alla famiglia dell'ottantacinquenne, al rione Taormina, porgendo le condoglianze sue e dell'amministrazione.

11/6/2001 ( gazzetta del sud )

Sulla Statale 114 dove è stato investito e ucciso il pensionato Giovanni Cannata
Sasso contro un tir
L'autista ferito dalle schegge del parabrezza

Inqualificabile episodio la notte scorsa sulla strada statale 114. Una pietra è stata scagliata contro un tir in transito, in corrispondenza dell'abitato di Contesse, danneggiando il parabrezza e ferendo lievemente l'autista del quale non sono state rese note le generalità. Dopo le medicazioni al pronto soccorso del Policlinico, il camionista è ripartito verso gli imbarcaderi. Il lancio è avvenuto alle due in un luogo che è apparso agli investigatori alquanto significativo: la statale 114 nel punto esatto dove il 31 maggio scorso, poco prima di mezzogiorno, il pensionato Giovanni Cannata è stato stritolato da un camion diretto allo svincolo di Tremestieri. Si è indotti quindi a ritenere che il gesto, che avrebbe potuto avere gravi conseguenze, sia da mettere in relazione all'incidente mortale e, più in generale, al clima di esasperazione e polemiche determinatosi sull'argomento dei tir, al di là di semplice teppismo. Sul fatto sono in corso indagini da parte della polizia che è intervenuta sul posto. Top secret le dichiarazioni rese dall'autista alle forze dell'ordine. L'episodio, al di là dei connotati delinquenziali, potrebbe rientrare nel clima di tensione che ormai si vive in alcuni quartieri a causa del transito degli automezzi pesanti. La questione, che si è incancrenita nel corso dei decenni, rischia di trasformarsi, da problema di vivibilità e viabilità, in una questione di ordine pubblico. È necessario che si raggiungano in tempi ragionevoli gli obiettivi prefissati dal Comune e dalla Regione per una soluzione appropriata dell'emergenza perché siano rispettati e garantiti i diritti di tutti. Altrimenti, se tutto risultasse vano, si rischierebbe di fare il gioco di quanti finiscono per sfogare gli istinti peggiori.

11/6/2001 ( la sicilia )

Modifiche alle fasce orarie sul Boccetta

Intanto, i riflettori restano sempre accesi sulle fasce orarie per i camion sul Boccetta. Mercoledì tornerà a riunirsi il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Turi Leonardi si presenterà con una proposta concreta per modificare l'ordinanza entrata in vigore poco più di un mese fa. Il Comune vorrebbe riaprire il Boccetta ai Tir durante le fasce tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20, chiudendolo quasi tutta la notte. Di conseguenza, i mezzi pesanti sarebbero «dirottati» sugli altri svincoli (Messina Centro, Gazzi, Tremestieri e S. Filippo non appena sarà ultimato) dalle 22 alle 6 del mattino.

12/6/2001 ( gds )

Tir, anche il VI quartiere non vuole le fasce orarie

Ancora polemiche sulla decisione del sindaco di chiudere il Boccetta per alcune ore. Dopo il IV Quartiere anche la VI Circoscrizione si ritira in seduta permanente. Ma questa volta il consiglio si riunisce direttamente al Comune in attesa che il primo cittadino si decida a concedergli udienza.
"Chiediamo la revoca immediata di tutte le fasce orarie" ha esordito il presidente Agatino Bonarrigo stanco di essere messo da parte nelle decisioni dell'amministrazione Leonardi che contemplano il suo distretto.
"Il viale Europa - ha poi aggiunto Bonarrigo - non è idoneo al passaggio dei bisonti della strada. Nella discesa stazionano parecchi ambulanti che rischiano di essere investiti da questi camion. L'asfalto non è idoneo e mancano i controlli".
Intanto nella tarda mattinata di ieri una delegazione di consiglieri del VI Quartiere si è recata in prefettura con l'intento di sensibilizzare l'attenzione di Giosuè Marino.

12/6/2001 ( gazzetta del sud )

Opinioni a confronto sull'attraversamento dei Tir Franza: «Una risorsa da sfruttare senza uccidere»

Marianna Barone Messina non si arrende e, nonostante la partecipazione popolare sia notevolmente diminuita nelle manifestazioni di piazza, non dimentica il problema dei Tir. Ieri era la volta del Movimento di liberazione per Messina e dell'associazione Nuovi orizzonti, rappresentati rispettivamente da Renato Accorinti e Ninni Artemisia, che hanno organizzato un incontro per analizzare la delicata problematica. All'iniziativa hanno preso parte Gianfranco Scoglio, assessore comunale alle Infrastrutture territoriali, Dario La Fauci, presidente dell'Ordine degli architetti, Carmelo Abbate e Giuseppe Maschio, entrambi docenti all'Università e Antonino Rotondo, ingegnere navale. Due minuti di raccoglimento per commemorare Giovanni Cannata e Concetta Beccore, vittime nei giorni scorsi di due diversi tir, sono stati chiesti da Artemisia, mentre Accorinti ha annunciato la presentazione di una petizione popolare per la realizzazione dell'approdo a Tremestieri «tenuto conto che tutti gli svincoli autostradali esistenti hanno una pendenza pericolosa ed attraversano il centro urbano, mentre lo svincolo di Tremestieri è l'unico a quota zero». Ma non si può certo dire che questa sia una soluzione che convince tutti. «La scelta della zona sud – afferma La Fauci – è solo una soluzione tampone. È necessario creare altri spazi per i Tir, ma non in città. Io sono, infatti, per l'ipotesi Giammoro». Sui problemi dell'inquinamento si è successivamente soffermato Abbate, mentre Maschio e Rotondo hanno posto l'accento sui rischi esistenti in città a causa dei mezzi pesanti e sulle possibili alternative agli approdi esistenti. Attesissimo l'intervento di Vincenzo Franza, in rappresentanza della Tourist e della Caronte, invitato a partecipare ai lavori del convegno: «Il problema non è dove si fa l'approdo, ma come si raggiunge questo approdo. Sorvolo sulle soluzioni che sono state proposte e mi limito a sottolineare che l'amministrazione comunale ha fatto una precisa scelta, alla quale noi ci siamo adeguati. Non va dimenticato che il traghettamento gommato è anche una risorsa di questa città, che impegna mille persone dirette e tremila in tutto. Ed è diventato un problema perché è stato affrontato in termini più politici che tecnici. Questa risorsa che la città possiede dev'essere usata senza uccidere e senza inquinare». Franza ha poi fatto riferimento al progetto di un'autostrada del mare che colleghi Messina con Salerno e ha aggiunto: «Abbiamo sentito di tragedie imminenti, passate e future, ma non dimentichiamo che questa è anche un'opportunità che va colta e noi intendiamo contribuire». Infine è intervenuto Scoglio: «Noi siamo stati i primi ad affrontare seriamente il problema dopo vent'anni, sottoscrivendo un accordo di programma con la Regione. Togliere il traffico gommato da Messina significa far morire la città; l'approdo va realizzato, ma intorno ad esso bisogna creare un polo di servizi, vista la vocazione artigianale della zona Sud. L'ipotesi di Giammoro è pensata esclusivamente perché Gioia Tauro non ha un porto per il trasporto dei tir, ma solo per i containers».

12/6/2001 ( bob brown )

Ci voli U Ponti….

Il dibattito che sta coinvolgendo l’intera cittadinanza attraverso un’innumerevole, quanto sospetto, numero di Associazioni di “liberi” cittadini, si sta intensificando ma non per questo sta offrendo un’immagine migliore, di quella, peraltro vergognosa e squallida, fornita l’anno scorso da buona parte del Consiglio Comunale della città. Ognuno ritiene d’individuare soluzioni “magiche” quali “vie del mare”, strade adiacenti al mare, approdi a Larderia,Tremestieri, Mili, Giammoro e quant’altro e c’è persino qualcuno, che dice di risiedere nelle “lontane Americhe”, che afferma “siculamente” che il problema va risolto con la costruzione del “Ponte”. Forse sta proprio in questa affermazione: “Ci voli U Ponti”, il cui autore ritiene ingenuamente di possederne il “copyright”, l’essenza della questione e cioè che niente sarà fatto per la liberazione della città dai TIR e da tutto ciò che la soffoca senza l’autorizzazione delle “anime nere” che comandano questa città.

13/6/2001 ( Le Scienze )

Inquinamento atmosferico e attacchi di cuore

Sotto accusa principalmente il particolato fine, ma vi sono sospetti anche su altre sostanze

L’esposizione a breve termine a livelli elevati d’inquinamento atmosferico può costituire un evento scatenante dell’infarto in pazienti a rischio. Questo il risultato di una ricerca condotta presso il Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista “Circulation”, organo ufficiale dell’American Heart Association.
Lo studio epidemiologico - il primo di questo tipo - è stato condotto interrogando mediante un questionario un gruppo di 722 persone, poco dopo il loro ricovero all’ospedale di Boston per un attacco di cuore. Le risposte sono state incrociate con un base di dati sulle concentrazioni, relative a numerosi siti dell’area metropolitana, di inquinanti atmosferici quali nerofumo, ozono, monossido di carbonio, diossido di zolfo, diossido di azoto e particolato fine (con meno di 2,5 micron in massa), nonché misurazioni dell’umidità relativa e della temperatura. L’analisi dei dati ha mostrato che
I pazienti avevano una probabilità di subire un attacco di cuore più alta di circa il 50 per cento in seguito all’esposizione ad alti livelli di polveri fini per un periodo di due ore. I ricercatori hanno anche osservato un incremento del rischio di attacco anche dopo 24 ore, mentre esiste un’associazione positiva con alte concentrazioni di altri inquinanti, sebbene in questo caso i dati non siano statisticamente significativi.
“Il risultato - ha spiegato Murray Mittleman, del Beth Israel Deaconess - suggerisce che le persone che hanno una malattia cardiaca o un elevato rischio di infarto farebbero bene ad evitare di stare all’aperto per periodi di tempo molto lunghi quando la qualità dell’aria e scarsa, per esempio nelle giornate estive calde e con foschia: il rischio in questi casi è molto più consistente”.

13/6/2001 ( gds )

No all'ordinanza che permette ai tir di percorrere la statale 114"

L'emergenza tir non si placa. Non mollano i consiglieri del quarto quartiere che assieme alle altre circoscizioni chiedono il ritiro della maledetta ordinanza che ha autorizzato l'attraversamento dei tir sulla statale 114. Riuniti in seduta permanente da sette giorni sono intenzionati a continuare.
"Oggi - ha annunciato il consigliere Giuseppe Gulletta - dovrebbe essere il giorno delle decisioni. Ma la seduta resterà aperta, fino a quando non valuteremo le nuove soluzioni, se ci saranno. Sulla statale, dopo la seconda tragedia mortale, è ormai panico. La gente anziana ha paura di attraversare la strada o di circolare sui marciapiedi, fioccano le lamentale al quartiere, di cittadini che con diritto pretendono di essere tutelati. Si tratta di segnali importanti che le istituzioni devono tenere in giusto conto. Boccetta o 114, va comunque tutelata la sicurezza della gente".
Poi contravvenendo alle passate dichiarazioni che manifestavano la ferma opposizione del quartiere alla realizzazione dell'approdo a Tremestieri, il consigliere prosegue: "Non rifiutiamo l'approdo di emergenza a sud, ma chiediamo che alla scelta politica facciano seguito degli accertamenti per verificare la validità della soluzione progettata".
La zona sud suggerisce la realizzazione di infrastrutture preferenziali per il gommato pesante, affinchè il transito dei tir non influisca sul normale traffico automobilistico, già fortemente congestionato dai numerosi paesini che insistono lungo il versante. "L'amministrazione - incalza il presidente Rosario Santoro - dovrebbe inserire nel piano triennale per le opere pubbliche, la realizzazione di un secondo approdo che metta in comunicazione largo San Raineri con lo svincolo di Tremestieri".

13/6/2001 ( gds )

L'emergenza tir a Boccetta, da oggi un presidio permanente lungo il viale

Assemblea e presidio permanente sul viale Boccetta. Da oggi il comitato "La nostra città" torna sul campo di battaglia, non per un corteo, ma per un presidio stabile. A conclusione della riunione del comitato per l'Ordine e la sicurezza, convocato per questa mattina alle 10 in prefettura, Saro Visicaro si sposterà davanti alla chiesa dell'Immacolata, per un'assemblea sull'emergenza tir.
Sarà solo l'inizio di una nuova stagione. Il comitato "La nostra città" ha scritto una lettera al prefetto Giosuè Marino e al procuratore capo Luigi Croce per ricordare le ultime tappe, compreso l'incontro a fine aprile in prefettura subito dopo le proteste che si erano registrate in consiglio comunale. Era stato lo stesso prefetto a chiedere ai rappresentanti del comitato un vertice per chiarire i temi in discussione, primi fra tutti il diritto alla salute e alla sicurezza.
In quei giorni caldi, successivamente alla tragedia sfiorata sul Boccetta quando un camion con i freni rotti travolse decine di auto, il comitato era arrivato anche a occupare l'aula consiliare chiedendo interventi decisivi. Cinque i punti elencati in un documento, per i quali, dal sindaco Leonardi al manager dell'Ausl Poli, amministratori e tecnici avevano individuato soluzioni a breve e lungo termine.
"A distanza di 40 giorni _ dichiara Saro Visicaro _ nessuno di quei punti è stato ancora attuato. Anzi il sindaco è pronto a nuovi illogici provvedimenti". Il comitato contesta ancora una volta l'ordinanza sulle fasce orarie che ha spostato il passaggio dei mezzi pesanti a tutta la città. "Fra l'altro _ rileva Visicaro _ il provvedimento non ha risolto il problema Boccetta, come dimostrano le contravvenzioni elevate ai tir che continuano a transitare nonostante le fasce orarie". Sia il comitato che le altre associazioni cittadine lamentano una scarsa vigilanza sul territorio là dove transitano i mezzi pesanti e che ha causato diversi incidenti. Il sindaco sta pensando a una modifica dell'ordinanza, che scadrà il 7 luglio, e se ne parlerà oggi in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza.
Qualsiasi nuovo provvedimento, si legge nella lettera inviata dai manifestanti al prefetto e al procuratore capo, dovrà tenere conto prioritariamente della salute e della sicurezza dei cittadini. Il resto viene dopo. Quanto alle proposte, sono sempre le stesse: divieto di transito in tre fasce da un'ora (7,30-8,30, 12,30-13,30, 19,30-20,30) valide per tutti gli svincoli. Una soluzione che avrebbe un impatto minimo nelle aree di sosta e anche relativamente ai flussi successivi alla riapertura al transito. Il comitato "La nostra città" infine sollecita un forte intervento per trasferire il traffico delle merci pericolose e nocive su binari. Una proposta che eliminerebbe il passaggio di almeno 22 mila tir che annualmente attraversano la città

13/6/2001 ( gds )

Tutti pazzi per il Ponte sullo Stretto "Così la Sicilia si avvicina all'Europa

Commenti positivi all'annuncio del neo ministro Mattioli ma i verdi restano contrari


Appena uscito dal Quirinale dopo la cerimonia di giuramento il neo ministro dell'Ambiente Altero Matteoli non ha perso tempo e ai cronisti ha annunciato: "Il ponte si farà". Che il collegamento stabile tra le due sponde rientrasse tra le priorità del governo Berlusconi era apparso chiaro sin da quando, armato di pennarelli e cartellone, il Cavaliere aveva disegnato la mappa delle infrastrutture da realizzare in tutta Italia. Ma Matteoli ha bruciato i tempi con il suo annuncio anche se in riva allo stretto ormai queste dichiarazioni non fanno più scalpore, dopo gli annunci in piena campagna elettorale da entrambi i fronti. Secondo il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca si sta delineando un percorso chiaro e coerente tra i diversi ministeri. Buzzanca ricorda anche come Matteoli conosca bene, sin dal '95, quando venne in provincia di Messina, la realtà delle emergenze da affrontare. "Così come in passato, adesso potremo continuare a contare sulla presenza del ministro a Messina".
Di diverso parere l'economista Mario Centorrino. "Sembra quasi che si stia scatenando tra i vari ministri la caccia alla paternità del ponte _ commenta Centorrino _. Certamente c'è una continuità non soltanto tra quanto dichiarato da Berlusconi nei mesi scorsi e quanto detto da Matteoli ma anche con lo stesso governo di centro sinistra che attraverso gli ultimi atti del ministro Nesi aveva chiaramente preso la direzione verso la realizzazione del ponte. C'è però una differenza, nel governo Amato c'era una dialettica tra chi difendeva i valori ambientalisti e chi voleva il ponte, adesso con le dichiarazioni di Matteoli questa dialettica pare non esserci più, a favore di una posizione univoca".
Soddisfatti i toni del sindaco Leonardi. "Ho spesso detto che ero per la fine della telenovela _ dice Leonardi _ se poi si tratta di un finale positivo non posso che essere contento. E' una soluzione che mira ad eliminare l'insularità della Sicilia e ad avvicinarla all'Europa, saldando la frattura oggi esistente attraverso quello che diventerà anche un ponte ideale verso l'Africa". Secondo il sindaco un'opera dalla valenza altamente tecnologica e con una sua unicità al mondo potrà non soltanto rilanciare l'immagine dell'Italia ma creare a Messina un forte polo di attrazione. "C'è poi un'altra considerazione _ conclude Salvatore Leonardi _ ed è legata alle conseguenze occupazionali. Sia nella fase della costruzione che in quella della gestione non dovrà verificarsi alcuna forma di colonialismo, ma dovrà essere utilizzata manodopera locale, anche qualificata".
Commenti positivi da parte dei rappresentanti sindacali. "La Uil da molti anni, prima ancora che fosse di moda, ha dato sostegno all'idea del ponte _ dichiara Maurizio Ballistreri, segretario provinciale _. Adesso questa scelta deve essere inquadrata non come un monumento alla nuova tecnologia infrastrutturale, ma come elemento di modernizzazione di un'area strategica nei rapporti tra Europa e Mediterraneo".Contemporaneamente alla ricerca dei finanziatori però è importante avviare una grande operazione di concertazione territoriale, tesi questa sposata anche da Maurizio Bernava, segretario provinciale della Cisl, il sindacato che nei mesi scorsi ha organizzato un inusuale convegno che si è tenuto contemporaneamente sulle due sponde e che ha avuto come tema non solo il ponte ma il futuro dell'area dello Stretto. "Dopo tante discussioni durante la campagna elettorale _ aggiunge Bernava _ e dopo il lavoro degli advisor è arrivato il momento di passare alla fase operativa. Noi ci auguriamo che i tempi della demagogia finiscano anche perch‚ attualmente stiamo assistendo ad un paradosso: si parla di ponte, ma nel presente c'è il completo abbandono del sistema internodale nello Stretto. Basti pensare alla dismissione delle ferrovie nell'area". Anche il congresso della Cisl si è tenuto all'ex Irrera a mare proprio per dare un segnale, lo sviluppo deve ricominciare dallo specchio d'acqua dello Stretto.
Chi continua a dire no è il portavoce dei Verdi, Giuseppe Restifo, che anzi annuncia battaglie. "Chi si aspetta di veder nascere il ponte già quest'estate è bene che vada al mare, perch‚ ci sono comunque difficoltà oggettive e passaggi che devono essere rispettati da tutti, ad iniziare dal governo".

 

13/6/2001 ( gazzetta del sud )

emergenza tir / Predisposto l'avviso. Oggi assemblea al Boccetta
Approdi: entro il 30 le proposte


Seguendo il dettato dell'accordo di programma sottoscritto il 31 maggio con la Regione, il sindaco Leonardi ha firmato ieri l'avviso pubblico per gli approdi. Nel bando viene espressa la disponibilità dell'amministrazione a valutare proposte di privati per la realizzazione dell'approdo per i mezzi leggeri da realizzarsi all'Annunziata e di quello per i mezzi pesanti previsto nel tratto costiero a Sud, in prossimità del villaggio Tremestieri e degli svincoli autostradali. Le opere riguarderanno la realizzazione dell'approdo a Sud definitivo, così come progettato dal Genio civile opere marittime di Palermo e dal Genio civile di Messina, con l'integrazione dei due punti di approdo di emergenza e della relativa viabilità di collegamento, da finanziare con i fondi stanziati dalla Regione. Le imprese interessate alla presentazione dei progetti di finanza dovranno prevedere il conferimento di una quota percentuale degli introiti delle attività di traghettamento a “risarcimento” dei disagi ambientali e delle spese di manutenzione che le comunità locali e la città subiranno in conseguenza dell'attraversamento del territorio comunale. Gli avvisi pubblici riguardano anche le opere inserite nel Piano triennale delle opere pubbliche; le proposte dovranno pervenire all'assessorato alle Infrastrutture del territorio entro le 13 del prossimo 30 giugno, il responsabile del procedimento è l'ing. Riccardo Pagano.
MATACENA ATTACCA – L'amministratore delegato della “Amadeus Spa”, Amedeo Matacena, ha inviato al procuratore regionale della Corte dei conti, al procuratore della Repubblica ed alla Procura generale di Messina una richiesta di accesso al procedimento per la realizzazione dell'approdo a Sud. «Questa società – scrive Matacena – ha donato alla Regione un progetto preliminare per la realizzazione di un approdo in località Tremestieri, in area del tutto coincidente con quella individuate dalle autorità interessate», da inserire entro il 30 giugno nel triennale delle opere pubbliche per il ricorso al project financing ; «è parso assai strano che, in antitesi con le dichiarazioni di urgenza per il problema dei Tir nel centro cittadino, del progetto non si sia mai fatto cenno nelle diverse riunioni, ed anzi ci so sia determinati ad affidare la redazione di un “nuovo” progetto, sulla falsariga di quello della “Amadeus Spa”, al Genio civile opere marittime di Palermo». Contestando poi la scelta di delegare al Comune la gestione della procedura, che la legge attribuisce invece alle competenze della Regione, Matacena si riserva quindi, poichè «ormai si è a ridosso del 30 giugno e non è pensabile di potersi più giovare per quest'anno dello strumento del project financing », di richiedere la restituzione del progetto e di intraprendere «ogni azione a tutela dei diritti ed interessi della società» in ordine alla pretesa coincidenza del progetto del Genio civile oo. mm. con quello in possesso della Regione dal 24 aprile.
ASSEMBLEA AL BOCCETTA – Oggi, intanto, il comitato “La nostra città” ha convocato un'assemblea e un presidio permanente sul viale Boccetta immediatamente dopo le conclusioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza fissato appunto per oggi. In una lettera inviata al prefetto Giosuè Marino ed al procuratore capo Luigi Croce, i responsabili del comitato hanno lamentato la mancata attuazione, a distanza di quaranta giorni, delle richieste articolate in diversi punti e accettate dal Comitato stesso, reiterando inoltre la richiesta di divieto di transito orario per tutti gli svincoli e di un intervento istituzionale per trasferire il passaggio dei carichi con sostanze pericolose e nocive con la modalità ferroviaria

14/6/2001 ( gazzetta del sud )

Pulizia spiagge / La Provincia scrive ai Comuni
«Non ci sono fondi»


Palazzo dei leoni alza bandiera bianca. La Provincia non può far nulla quest'anno per la pulizia delle spiagge e lo ricorda per iscritto a tutte le amministrazioni comunali interessate. I comuni messinesi a loro volta, tranne poche eccezioni, quella bandiera l'hanno già alzata. E il quadro che si annuncia per i bagnanti e gli amanti della tintarella, nella prima estate del millennio, è di assoluto sconforto. Basti pensare alle attuali condizioni delle spiagge di via Marina di Ganzirri, Pace e Fiumara Guardia, via Circuito di Torre Faro, Rodia, Ortoliuzzo. Le missive, firmate dall'assessore all'Ambiente Tanino Sutera e dal dirigente al Territorio Giuseppe Celi, raggiungeranno in queste ore tutti i sindaci. Alcuni di loro – un po' passivamente , ndr – confidavano ancora in qualche intervento («a macchia di leopardo») affidato ai cantonieri della Provincia. Ad una simile parziale soluzione-tampone si era fatto ricorso l'anno scorso – con un piccolo manipolo di 5-6 cantonieri – visto che, come oggi, la Provincia non aveva ricevuto i finanziamenti della Regione. I risultati, in generale, erano stati poco soddisfacenti. A Rodia, ad esempio, l'azione sommaria delle pale meccaniche aveva fatto uscire dalla sabbia (in certi punti) rifiuti prima sepolti. Era stato, comunque, qualcosa. Un «progetto speciale» sarebbe forse ancora praticabile magari attraverso intese tra i singoli comuni e la Provincia. Ma vi si opporrebbero ulteriori problemi di carattere organizzativo e sindacale. Con che formula è possibile retribuire un certo numero di cantonieri (straordinario, trasferta, incentivo) e rivoluzionare i loro orari? E, si dice anche a Palazzo dei leoni, come poter sguarnire le strade provinciali?

14/6/2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir / Slitta alla prossima settimana il vertice in Prefettura
Restano (per ora) le fasce orarie
E l'VIII Quartiere difende l'ordinanza: «Solo così il Boccetta respira»

Non si torna indietro, almeno per il momento. Ieri non si è tenuto alcun vertice a Palazzo del Governo. Restano, dunque, in vigore i divieti di transito per i mezzi pesanti sul Boccetta nelle fasce orarie comprese tra le 7 e le 9 e le 18 e le 20. Un approfondito esame di questa prima fase dell'esperimento avviato dall'amministrazione comunale sarà fatto ma la verifica sull'efficacia delle misure introdotte con le ordinanze firmate dal sindaco slitta alla prossima settimana. Il comitato per l'ordine pubblico, infatti, si è occupato finora soltanto dei delicati problemi connessi all'infuocato derby calcistico tra Messina e Catania. La Prefettura ieri ha smentito categoricamente la notizia della convocazione di un vertice dedicato all'emergenza tir. Intanto, mentre prosegue la mobilitazione dei vari comitati e associazioni che chiedono l'allontanamento del traffico gommato pesante dal centro abitato, si moltiplicano le sedute dei consigli di quartiere interessati alla problematica. Ed è proprio dalle prese di posizione delle istituzioni decentrate che appare evidente, al di là dei formali e reciproci attestati di solidarietà, la difficoltà di mettere d'accordo tutti su un tema che ha rilevanti implicazioni e che, spesso, viene affrontato in un'ottica particolaristica, al di fuori di quello che dovrebbe essere l'interesse generale della città. I cinque quartieri della zona centro-sud vanno chiedendo da giorni, ma ancor più da quando si sono verificati i due tragici incidenti lungo la Statale 114, la revoca del sistema delle fasce orarie. L'VIII Quartiere è di avviso del tutto opposto. «Pur comprendendo le giustificate proteste dei cittadini degli altri quartieri – si legge nel documento approvato all'unanimità e firmato dal presidente Roberto Nicolosi –, riteniamo che tale provvedimento rimanga a tutt'oggi l'unica soluzione attuabile nell'immediato, dando in tal modo la possibilità di alleggerire e far respirare (in senso, ahimè, letterale) per qualche ora al giorno gli abitanti del Boccetta. Vogliamo ricordare che tale soluzione può e deve avere soltanto carattere di transitorietà certamente limitata nel tempo, fino alla realizzazione di un nuovo approdo fuori dal centro urbano». I consiglieri del quartiere del Boccetta, ricordando gli ultimi tragici avvenimenti verificatisi nella zona sud, sottolineano come «solo chi li vive quotidianamente da generazioni può comprendere l'angoscia e l'oppressione derivanti dal transito dei tir. Tutto ciò deve indurre le autorità competenti ad agire sinergicamente per definire in modo risolutivo e in tempi rapidi il trentennale fardello che grava sulla città». Il IV Quartiere, da parte sua, torna a chiedere con forza la progettazione e la realizzazione della nuova strada litoranea Tremestieri-Gazzi-San Raineri.

14/6/2001 ( gazzetta del sud )

Chiesta a Buzzanca una conferenza dei servizi. Appello di 19 consiglieri «Approdi a Giammoro»

Diciannove consiglieri provinciali, intanto, hanno sottoscritto l'ordine del giorno presentato dai tre rappresentanti della Destra sociale (Giuseppe Russo, Dino Arrigo, Giorgio Fleres) per sollecitare il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca a sostenere il progetto di trasferimento del traffico gommato pesante in un nuovo porto da costruire nell'area Asi di Giammoro come interfaccia dell'interporto di Gioia Tauro. La tesi, com'è noto, si basa sul presupposto che una tale sistemazione logistica degli approdi sarebbe l'unica priva di un impatto ambientale su un abitato urbano nonché conveniente perché le invasature risulterebbero collegate a un retroterra industriale e commerciale finora poco valorizzato e fortemente bisognoso di adeguati servizi portuali. La richiesta rivolta a Buzzanca, di indire sull'argomento un'apposita conferenza dei servizi, è stata sottoscritta da Italiano, Pino, Aliberti, Ortoleva e Calabrò (Forza Italia), da Pappalardo, Arrigo, Russo e Fleres (An), Gulisano (ccd), Martelli (gruppo misto), Sidoti (ppi), Quartarone (pss), Fusco e De Salvo (Sicilia popolare), Nino Ferro (de), Summa e Altomonte (sdi) e Gullino (ulivo). «Il traffico dei veicoli diretti agli imbarcaderi (privati e Ferrovie) che giornalmente transitano nella città di Messina – premettono i consiglieri provinciali – rappresentano un problema la cui soluzione non è più rinviabile». Quindi ricostruiscono il ben noto quadro generale legato alle ipotesi contrapposte sull'attraversamento della città da parte dei Tir. Dopo aver ricordato gli insostenibili disagi patiti per decenni, in termini di inquinamento e di pericoli, dalla popolazione di Boccetta contestano nel merito la scelta compiuta dal Comune con la delibera del "doppio approdo" e con le procedure (già avviate) del project financing: «Gli approdi previsti a Tremestieri e Annunziata – osservano – oltre a cancellare la spiaggia con conseguente sconvolgimento naturalistico del litorale, "squarterebbero" l'agglomerato urbano a causa dell'impatto ambientale provocato dalle bretelle autostradali che dovrebbero collegare la A18 e la A20 ai nuovi approdi». E ricordano, altresì, che «entrambe le soluzioni proposte trovano forte resistenza da parte dei consigli di quartiere e della popolazione residente e dei comitati e delle associazioni che operano sul territorio». A giudizio degli esponenti di partito, si finirebbe per spostare – sia pure ridotti – i problemi da una parte all'altra di Messina. Da qui l'esortazione lanciata al presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca: «Convochi una conferenza dei servizi nell'area Asi di Giammoro con l'intervento del prefetto, del presidente della Regione, dei sindaci di Messina, Milazzo e della Valle del Mela, della Capitaneria, dell'Autorità portuale, e del consorzio Asi, per discutere ed esaminare la proposta di realizzare il porto di Giammoro, al fine di liberare la città di Messina dall'insostenibile situazione relativa all'imbarco dei mezzi pesanti».

14/6/2001 ( gds )

Il Ministro Lunardi: Il Ponte lo facciamo.

                            
E' quanto assicura il ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, a margine del congresso dell'Opce

 

«Il Ponte sullo Stretto di Messina? Lo facciamo. Abbiamo già iniziato le riunioni». È quanto assicura il ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, a margine del congresso dell'Opce, l'organizzazione delle associaizoni imprenditoriali delle capitali europee, aperto oggi nella sede dell'Unione Industriali di Roma dal presidente Giancarlo Elia Valori.
«Faremo decollare -promette Lunardi- le opere pubbliche che da venti, trenta anni bloccano l'Italia»

15/6/2001 ( gazzetta del sud )

Approdi: il sindaco incontra i Quartieri

EMERGENZA TIR – Il sindaco ieri ha avuto una serie di incontri con i rappresentanti delle circoscrizioni. A Palazzo Zanca si sono recati i presidenti del IV Quartiere Rosario Santoro, del VI Agatino Bonarrigo, dell'VIII Roberto Nicolosi e i consiglieri delle rispettive circoscrizioni. Si è discusso dell'emergenza tir e dell'esperimento delle fasce orarie che, ha assicurato Leonardi, sarà certamente sottoposto ad un rigoroso approfondimento nel corso dei prossimi vertici in Prefettura. Il sindaco ha, comunque, ribadito che l'amministrazione non tornerà assolutamente indietro rispetto alle indicazioni contenute nel recente accordo di programma stipulato con la Regione.
VIABILITÀ e TRAM – Con i Quartieri sono stati affrontati anche i problemi connessi all'apertura dei nuovi cantieri della tranvia. I rappresentanti dell'VIII e del IX Quartiere chiedono interventi concreti per attenuare gli enormi disagi vissuti su viale della Libertà e lungo il percorso interessato dai lavori.

15/6/2001 ( gazzetta del sud )

Colpita dallo specchietto di un'auto
Anziana travolta sul viale Boccetta


Grande spavento ieri mattina alle 10 per un incidente sul viale Boccetta in cui un'anziana, centrata da un'auto, ha riportato la frattura di una gamba. Maria Biondo, di 70 anni, è stata travolta dalla «Yunday» condotta da Maria Cammarato, 31 anni, proveniente dallo svincolo autostradale, mentre attraversava il viale all'altezza di largo Fontana Arena. La donna, a quanto pare, si trovava sulle strisce pedonali quando, per cause da chiarire, sarebbe stata urtata da uno specchietto laterale della «Yunday» ed è ricaduta pesantemente sull'asfalto. Maria Biondo è stata trasportata con un'ambulanza del 118 all'ospedale Piemonte dov'è stata ricoverata nella divisione di Ortopedia. I medici le hanno diagnosticato la frattura di una gamba. I rilievi sull'incidente sono stati effettuati dalla sezione infortunistica dei vigili urbani

15/6/2001 ( gds )

Tir, quartieri in disaccordo col Comune Quarta, Sesta e Ottava circoscrizione incalzano per riesaminare le "fasce orarie"

Il presidio permanente del VI quartiere a Palazzo Zanca attira finalmente l'attenzione del sindaco. Ieri mattina il primo cittadino ha trovato il tempo, dopo giorni di paziente attesa, di ascoltare le rimostranze della Circoscrizione direttamente interessata dalla controversa ordinanza amministrativa sulle fasce orarie. Rispondendo alle critiche sulle recenti disposizioni per la disciplina del traffico gommato pesante, Leonardi ha assicurato che allo scadere dei 60 giorni prenderà in esame un'eventuale rivisitazione del provvedimento che per 4 ore al giorno chiude le porte del Boccetta e dirotta i camion sul viale Europa.
"La situazione è diventata insostenibile" dichiara il presidente del IV quartiere Agatino Bonarrigo. Poi non perde l'occasione di mettere in risalto il malcontento nato dalla "totale assenza di colloqui con l'amministrazione prima di prendere drastiche decisioni".
Bonarrigo fa riferimento anche a delle voci di corridoio sull'eventuale chiusura per un'ora di tutti e tre gli svincoli. Ogni giorno che passa, sul Viale Europa, a causa dell'asfalto non adeguato per il passaggio di autoarticolati, spuntano "crateri" assai pericolosi per la circolazione urbana e l'incolumità degli ambulanti che spesso stazionano ai limiti dei marciapiedi. Il sindaco, invece, continua a puntare sull'accordo di programma recentemente sottoscritto con la Regione per la realizzazione dell'approdo di emergenza. Il nuovo scalo marittimo verrà direttamente collegato con le uscite autostradali senza interferire con il traffico cittadino.

15/6/2001 ( RosaRino )

Incidente in Via La farina

Oggi alle 19 in via Giuseppe la Farina n.62, un TIR targato RG ha investito una utilitaria
(Polo W) targata ME. L'autista della Polo ha visto arrivare il TIR, lasciando lo sportello socchiuso, aspettava che il TIR passasse, Quando l'autoarticolato si è affiancato all'auto il vuoto d'aria prodotto dal TIR ha letteralmente strappato dalle mani del guidatore della Polo lo sportello che si è aperto completamente urtando la fiancata del TIR per tutta la sua lunghezza. Il guidatore ha lasciato la presa temendo di essere trascinato fuori dalla macchina. Lo sportello non si è staccato e neanche piegato completamente, è stato urtato ripetutamente dal TIR in corsa sino a farne rientrare il montante dentro la fiancata della macchina di qualche centimetro. Il TIR si è fermato a diversi metri di distanza dall'auto (20 metri circa). I vigili sono intervenuti dopo circa 20/30 minuti.
Dopo 2 ore di verbali hanno contestato al guidatore della polo l'art.157 e l'art.158 del codice della strada (sosta in doppia fila). Non si ha notizia di cosa sia stato contestato al TIR
 

16/6/2001 ( Bob Brown )

La corte dei conti

A scuola ci hanno insegnato che la Corte dei Conti è la suprema magistratura in materia di contabilità pubblica con giurisdizione esclusiva piena e sindacatoria.Tuttavia sono stati fino ad ora rari i casi in cui questa Corte è intervenuta presso i nostri amministratori per censurare specifici fatti inerenti lo sperpero di danaro pubblico.Ha fatto eccezione il caso della "farmatruffa" al Policlinico in cui "l'alta corte" è intervenuta addirittura prima che la giurisdizione penale esprimesse la prima sentenza chiedendo un risarcimento miliardario all'impiegata pubblica pur sapendo che i beneficiari del danno erariale, sentenza alla mano, erano i parenti del rettore dell'università pur se non, appunto, dei semplici impiegati.Tornando alla cronaca dei nostri giorni troviamo l'ennesimo,anche se non ancora consumato, saccheggio alle finanze pubbliche come la vicenda del protocollo Comune-Regione sull'approdo di "emergenza" lascia chiaramente intendere.L'intesa siglata pochi giorni fa ha stabilito che per l'approdo a Tremestieri saranno stanziati qualcosa come 40 miliardi col metodo del "project-financing" e pertanto tutte le imprese interessate sono invitate a presentare i relativi progetti entro il prossimo 30 giugno.La cosa che "l'alta corte"(dei corti?) dovrebbe farsi spiegare dai solerti amministratori messinesi, che negli ultimi tempi hanno fatto uno studio intensivo dell'inglese visto che fanno un grande uso di termini come "waterfranz(pardon waterfront), project-financing, etc, è perchè mai non è stata presa in esame dal Comune (al contrario degli altri enti tecnici competenti) la proposta del cavaliere Matacena che aveva, due anni fa, presentato un progetto per realizzare a proprie spese un approdo nello stesso sito e con le stesse caratteristiche di quello individuato dall'accordo di programma Comune - Regione?. Ma si sa che il diritto italiano non può muoversi prima che il reato sia stato compiuto e quindi non resta che aspettare fiduciosi(???) l'iniziativa della magistratura penale, peraltro già adita, per sapere se i nostri amministratori sono distratti oppure interessati a tirare la volata ai soliti amici.

16/6/2001 ( gds )

Tra quartiere e sindaco una intesa di massima "Fasce orarie da rivedere"

La IV circoscrizione scende a patti con il sindaco. Dopo due incidenti mortali dovuti al provvedimento preso in extremis dall'amministrazione per tamponare i "disagi" causati dal traffico del gommato pesante, Leonardi si è impegnato a rivedere l'ordinanza delle fasce orarie, prospettando un'eventuale chiusura del viale Boccetta solo durante la notte. Il presidente del "Quartiere della Calispera", Rosario Santoro, invece prenderà in considerazione, ma temporaneamente, l'idea di tollerare il transito dei Tir nel "suo territorio" solo per due ore al giorno. Il primo cittadino ha assicurato che le "misure" sperimentali saranno all'ordine del giorno nella riunione del Comitato Ordine Pubblico e Sicurezza che dovrebbe tenersi non oltre la prossima settimana.
Poi ha ribadito che l'unica soluzione possibile per risolvere, in tempi brevi, il problema degli approdi è l'accordo di programma sottoscritto con la Regione. Il nuovo scalo verrà collegato direttamente alle autostrade senza alcuna interferenza con il traffico urbano. Ma la prospettiva di un porticciolo commerciale a sud non è benvista dai residenti

16/6/2001 ( gds )

Giammoro, opposizione contro gli approdi Scende in campo tutta la giunta comunale

L'intera giunta comunale ha deciso di scendere in campo per contestare l'iniziativa di 19 consiglieri provinciali che hanno chiesto al presidente di convocare una conferenza di servizi per realizzare a Giammoro (zona Asi) gli approdi spostandoli da Messina.
Il sindaco Carmelo Pagano e gli assessori Giuseppe Aragona, Salvatore Muscianisi, Nicola Grasso, Concetto Caruso, Antonio Catalfamo e Giuseppe Certo, stavolta hanno deciso di intervenire direttamente sul presidente della provincia Giuseppe Buzzanca e l'hanno fatto con la sottoscrizione di una nota ufficiale con la quale si tende a ribadire la posizione del Comune pacese sulla prospettata soluzione della dislocazione del traghettamento da Messina a Giammoro. "Come può chiedersi e cercare di imporre a una comunità che già sopporta carichi ambientali enormi, ulteriori interventi finalizzati non a risolvere ma a trasferire problematiche in una zona martoriata e con gravissimo inquinamento ambientale"?
Da qui la considerazione della inopportunità di indire una conferenza di servizi sul tema.
Per questo l'amministrazione pacese ha ribadito che non sarà disposta a discutere; anzi avverserà addirittura qualsiasi opera di carattere industriale se prima non si appronterà un piano di risanamento credibile della zona.
Un piano che dovrà passare dal dimezzamento dei valori limite di emissioni ed immissioni, dal divieto di ogni nuovo insediamento di industrie insalubri di prima classe, o di stoccaggio e trasformazione dei rifiuti, dalla creazione di fasce di rispetto tra gli opifici e i centri abitati, dalla manutenzione ordinaria continua della zona, da un incremento delle aree artigianali e commerciali in zona Asi considerato che vi sono capannoni e terreni consegnati e mai utilizzati.
L'amministrazione comunale propone l'intervento delle nuove deputazioni, con la provincia, le rappresentanze sindacali e di categoria, al tavolo che i sindaci del comprensorio hanno costituito presso l'assessorato regionale al territorio ed ambiente, per la elaborazione di un piano di risanamento globale.
"Fino a quando si cercherà di imporre scelte incuranti del dramma che le nostre popolazioni vivono, sia in termini ambientali che occupazionali - dice il sindaco Pagano - non si potrà pensare di operare per un vero e sano sviluppo del comprensorio e dell'intera provincia e non si arrecherà di certo un servizio alla comunità, che è poi il fine primario per il quale ognuno di noi riveste le varie cariche istituzionali".

16/6/2001 ( gazzetta del sud )

Emergenza tir, forse saranno ridotte le fasce orarie ma i divieti su viale Boccetta non vengono rispettati

I divieti di transito per i tir sul Boccetta dovrebbero restare in vigore ma potrebbero essere modificate le fasce orarie, riducendo il periodo in cui i mezzi pesanti sono obbligati a utilizzare gli altri svincoli autostradali (dalle 8 alle 9, ad esempio, anziché dalle 7 alle 9 e dalle 19 alle 20, in luogo dell'attuale fascia oraria 18-20). Sembra essere questo adesso l'orientamento dell'amministrazione comunale, dopo che qualche giorno fa era stata ventilata l'ipotesi di trasferire i divieti solo in orario notturno. L'esperimento non sta dando i frutti sperati, lo ha ammesso il sindaco Leonardi, e si sta compiendo un'approfondita riflessione su quali possono essere i correttivi più efficaci. In ogni caso, come abbiamo già scritto, tutto è rinviato al vertice che si terrà la prossima settimana in Prefettura. I comitati cittadini della zona sud, nel frattempo, prendono le distanze dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni consiglieri del III e del IV Quartiere in merito alla localizzazione dell'approdo a Tremestieri. «Le opinioni personali vanno rispettate – si legge in un documento – ma altra cosa sono le decisioni assunte dai rispettivi consigli circoscrizionali, che vanno in direzione diametralmente opposta. Proprio per non ingenerare confusione nell'opinione pubblica, occorre ricordare che con le delibere approvate dai quartieri I, II, III, IV e V (in rappresentanza di una popolazione di quasi 80 mila abitanti), è stata manifestata la netta e motivata volontà di respingere l'idea progettuale dell'amministrazione comunale di un approdo o di uno scalo commerciale sul tratto di costa di Tremestieri, condividendo la proposta di un porto commerciale a Giammoro, sul presupposto che Messina deve essere totalmente liberata dal micidiale e devastante transito del gommato pesante». I comitati evidenziano come non si tratti solo di pareri consultivi ma «di atti che esprimono, come è già avvenuto nel '96, la volontà di un terzo della popolazione messinese, di cui il sindaco deve prendere atto. Accettare o respingere la proposta dell'amministrazione comunale di realizzare gli approdi a Tremestieri e all'Annunziata spetta esclusivamente agli abitanti destinatari della scelta e a nessun altro». I comitati cittadini, inoltre, in riferimento alle fasce orarie, ribadiscono con forza la necessità che il divieto di transito dei tir venga unificato ed esteso a tutti gli svincoli della città nei momenti di maggiore congestione del traffico. Intanto, è polemica anche tra il comitato “La nostra città” e il presidente del IV Quartiere Rosario Santoro, il quale ha chiesto la revoca delle fasce orarie. «Il presidente – afferma “La nostra città” – non si è mai accorto del fatto che i tir entravano ed uscivano dallo svincolo di Tremestieri anche prima dell'istituzione delle fasce orarie. In ogni caso sappiano, Santoro e il sindaco Leonardi, che giovedì, dalle 19 alle 19,30, in piena fascia oraria, sono transitati ben 14 mezzi pesanti. L'attuale ordinanza, dunque, va migliorata a favore di tutti i cittadini e non del transito indiscriminato dei tir». Per mercoledì prossimo, con inizio alle 21, è stata indetta una nuova manifestazione denominata “Tir...ando l'alba”.

16/6/2001 ( gazzetta del sud )

Si lavora al futuro della Fiera

Una riunione no-stop nella sede dell'Autorità portuale per tracciare l'immediato futuro della cittadella fieristica. I vertici dell'Authority ieri hanno avuto un lungo confronto con tecnici, esperti e giuristi in rappresentanza della Regione siciliana e della “Compagnia del Mare”, la società che riunisce numerosi imprenditori privati e operatori del settore, la quale ha avanzato istanza di concessione demaniale per l'utilizzo dei cinque ettari di lungomare e dello specchio acqueo antistante la sede della Fiera (al fine di realizzare un pontile per navi da diporto e da crociera). In corso di definizione è il protocollo d'intesa che dovrà essere firmato dal commissario regionale della Fiera e dai rappresentanti della società. Si tratta di un passaggio indispensabile per assicurare, nell'ambito della convenzione, quei “paletti” richiesti dal sindaco Leonardi e dall'assessorato regionale alla Cooperazione a garanzia dell'interesse generale della cittadinanza. La cittadella fieristica va salvata dall'incuria e dal degrado, restituita alla piena fruizione dei messinesi e dei turisti, valorizzata nelle sue enormi potenzialità, senza ovviamente dar spazio a speculazioni di basso profilo che, oltretutto, non servono proprio a nessuno. Entro la fine del mese il Comitato portuale sarà convocato per decidere sulla richiesta di concessione. Fatta salva la Campionaria d'agosto, dal prossimo autunno potrebbero già cominciare i lavori di ristrutturazione e di manutenzione straordinaria.

16/6/2001 ( gazzetta del sud )

Leonardi: la radicale bonifia della zona falcata

«È facile additarmi come il responsabile di tutto ciò che negli ultimi 30 anni non è stato fatto». Comincia sbottando il sindaco. Ed ha ragione: degli ultimi 30 anni no, ma degli ultimi 3 anni, sicuramente. E la “bomba” S. Raineri, seppure ereditata, dal 1998 a oggi non è stata disinnescata. «Martedì in giunta – aggiunge Salvatore Leonardi – decideremo sul trasferimento del campo nomadi. Sia chiaro: qualunque soluzione è difficilissima, perché i rom nessuno li vuole. E adesso s'è sommata una nuova complicazione. Alcune delle ipotesi previste, infatti, sono in conflitto con il progetto della via del mare. E poi nessuno tiene conto del fatto che noi non dobbiamo e non possiamo perdere di vista il quadro complessivo dei problemi, mentre spesso si interviene e si criticano soltanto alcuni aspetti». Dopo queste “precisazioni”, il sindaco scende nel particolare: «La localizzazione a Pistunina o comunque nella zona sud va verificata attentamente: dovremo prenderci una pausa di riflessione perché la via Don Blasco è candidata a diventare una strada urbana a tutti gli effetti: e le ipotesi formulate toccavano in prevalenza siti che stanno a valle, quindi che interferirebbero con la via del mare». Tutto da verificare, quindi: lo farà l'ing. Salvatore Lanzafame nei prossimi giorni. «Ma è certo un fatto – aggiunge tuttavia Leonardi – i nomadi non possono restare in queste condizioni di estremo degrado. Provvederemo a una bonifica radicale subito, per attenuare la situazione attuale di invivibilità. Il trasferimento, per ovvi motivi, richiede tempi più lunghi».

17/6/2001 ( gazzetta del sud )

La vergognosa condizione delle spiagge e lo scaricabarile
Una sconfitta di tutti


«La Provincia ha fatto il suo dovere avvisando tutti i Comuni interessati, fin dal mese di marzo, con una comunicazione ufficiale dell'Aapit, che mancavano i finanziamenti per effettuare la pulizia delle spiagge». Comincia così il presidente Giuseppe Buzzanca, che non accetta per la sua amministrazione alcun addebito di responsabilità per lo stato vergognoso in cui versano numerose spiagge nel territorio di Messina e di altri comuni messinesi». Così il presidente di Palazzo dei leoni: «Senza i finanziamenti della Regione incarnati dalle specifiche voci di bilancio – afferma il presidente Buzzanca – sono venute meno anche le relative competenze giacché la Provincia, quando ha effettuato la pulizia delle spiagge, lo ha fatto esclusivamente da "stazione appaltante" su apposita delega, da parte della Regione, di poteri che le appartengono in via esclusiva in quanto titolare in Sicilia del demanio marittimo. Non avendoci dati i soldi, e noi lo abbiamo comunicato per tempo, non ci ha dato i poteri. Per noi agire sarebbe stato come assumere iniziative in casa altrui».
– Ma anche l'anno scorso la Regione non aveva concesso i finanziamenti, eppure la Provincia reputò opportuno intervenire per qualche spiaggia più sporca, ad esempio a Rodia. Cosa è cambiato? «L'anno scorso abbiamo realizzato una forzatura che avrebbe potuto anche costarci cara e che, infatti, ci creò qualche problema. Ma ormai è stato appurato a norma di legge: non è possibile, senza la delega di poteri da parte della Regione, utilizzare i nostri cantonieri sul demanio marittimo distogliendoli dai loro compiti di istituto».
– E, allora, senza deleghe regionali, dobbiamo credere i nostri enti locali si ritrovano con le mani assolutamente legate? «Le Province sicuramente sì. I sindaci probabilmente, anche nella loro qualità di ufficiali di governo, possono intervenire d'urgenza sulle spiagge. Ma non voglio certo accusare, con questo, il sindaco Leonardi perché la vera responsabile di questa situazione è soltanto la Regione». Questa la replica del presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca. Da parte nostra, certamente, non intendevamo esortare l'amministrazione di Palazzo dei leoni a violare norme di legge che effettivamente (decreto presidenziale 915) attribuiscono ai comuni la pulizia delle spiagge in quanto aree all'aperto. Ma un concetto ci preme sottolineare. La Provincia, nella qualità di ente di promozione e mediazione, «che ha avvertito fin da marzo i comuni attraverso l'Aapit» e che ha fatto la pulizia degli arenili messinesi negli ultimi anni, avrebbe potuto senz'altro assumere l'iniziativa di una serie di conferenze dei servizi. Così avvenne l'anno scorso di concerto con la Capitaneria (organo della Regione e dello Stato) quando la Provincia varò anche il servizio di pulizia di alcuni tratti di mare con un battello «spazzaacque». Si poteva quest'anno, tutti assieme, ottenere dal Demanio marittimo regionale autorizzazioni ordinarie od eccezionali sui presupposti – sacrosanti – dell'interesse generale alla pulizia delle spiagge, della tutela dell'incolumità e della salute dei cittadini, del diritto all'immagine della nostra provincia turistica. I comuni, dunque, lo avrebbero dovuto fare, specie quelli con 50 chilometri di spiagge e dichiarati “turistici” come Messina. Non ci si può limitare a dire che «la colpa è tutta della Regione»...

17/6/2001 ( gazzetta del sud )

Il ministro per il Commercio con l'estero Adolfo Urso incontra Buzzanca e Leonardi
Ponte e Fiera le priorità
Per creare un'area di libero scambio nel Mediterraneo

Un tavolo per indicare al Governo nazionale le priorità per lo sviluppo della provincia, l'inclusione del Ponte sullo Stretto nella prossima legge finanziaria con lo strumento della legge obiettivo; la competenza diretta del ministero per il Commercio per cooperare al rilancio della Fiera di Messina. Sono i tre «spunti» più interessanti per la nostra comunità offerti ieri, con una conferenza stampa, dal viceministro delle Attività produttive nonché ministro junior per il Commercio con l'Estero Adolfo Urso, nativo di Acireale, che si è confrontato, prima, con il sindaco Leonardi, il presidente della Provincia Buzzanca e il vicepresidente della Camera di Commercio Enzo Musmeci. Urso ha sottolineato d'aver tenuto oggi, a Catania e a Messina, i suoi primi due incontri istituzionali: «sia per le ovvie ragioni affettive, sia per naturali motivazioni politiche, dopo la dimostrazione di fiducia alla Cdl da parte dei siciliani, sia– ha aggiunto – per ragioni istituzionali. Domani infatti sarò in visita in Algeria per un'esposizione commerciale internazionale nella quale il secondo padiglione per grandezza, dopo quello francese, sarà quello di 150 imprenditori italiani». Urso ha prospettato ieri per le imprese siciliane, una nuova via di sviluppo simile a quella già seguita dal Triveneto «a cominciare da quella caduta del muro di Berlino che significò la caduta della frontiera orientale e l'aprirsi dei mercati dell'Est». Così potrebbe essere, nei prossimi anni, per la Sicilia, «con l'istituzione, a partire dal 2010, dell'Area di libero scambio del Mar Mediterraneo tra i paesi dell'Unione europea e quelli arabi e africani. La Sicilia e Messina si trovano al centro di questa prospettiva di internazionalizzazione che farà cadere la frontiera "verso sud"». Le imprese siciliane dovranno farsi trovare pronte mentre il governo Berlusconi dovrà preparare il terreno: «Inizieremo a colmare già in una prima fase, entro il 2006, tutti i ritardi nella realizzazione delle infrastrutture. E per abbreviare le procedure ricorreremo a leggi-obiettivo che recepiranno nella Finanziaria le indicazioni date dalla Regione: dal Ponte sullo Stretto al raddoppio ferroviario, al potenziamento di porti, interoporti e aeroporti. Al contempo agiremo per la sicurezza, una nuova fiscalità, una maggiore flessibilità in entrata nel mercato del lavoro». Quindi il discorso si è concentrato sulla provincia di Messina. Sulla strategicità dell'area dello Stretto il ministro Urso non ha dubbi: «Punteremo dappertutto sul metodo della "filiera di governo". Ho detto al sindaco, al presidente della Provincia, e ai rappresentati delle categorie produttive, che è opportuna l'istituzione di un "tavolo provinciale" che faccia le sue richieste, indicando al Governo nazionale le priorità di sviluppo. Questa provincia ha una grande risorsa per il rilancio, rappresentata dal numero straordinario di turisti, fondamentali per l'internazionalizzazione dei prodotti tipici, commerciali, artigianali». Ed il ministro junior ha toccato quindi il nervo scoperto del futuro della Fiera Campionaria: «Quand'ero ragazzo mio padre mi portava sempre a vederla. Adesso non lo è più ma il ministero per il Commercio, nell'esercizio delle sue competenze, contribuirà a fare in modo che torni a essere un'esposizione nazionale e internazionale». Prima dell'on Russo hanno preso la parola Leonardi, Buzzanca e Musmeci. Il presidente della Provincia ha ringraziato Urso per il suo «affetto per la Sicilia» rimarcando l'importanza della sinergia operativa che potrebbe raggiungersi tra gli enti locali, la Regione e il Governo nazionale. Il sindaco ha consegnato al ministro un dossier sulle linee guida dell'economia messinese negli ultimi due anni realizzato dall'Osservatorio per lo sviluppo. E Musmeci ha ricordato «la grande fiducia che l'imprenditoria messinese nutre nell'azione del nuovo Governo».

17/6/2001 ( gds )

Risanamento del molo Norimberga da Roma parere positivo ai lavori

Dopo mesi di attesa, la questione relativa al risanamento del molo Norimberga, sembra vedere la luce.
Infatti il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici di Roma ha dato parere positivo sul progetto di rifacimento della banchina nella zona falcata. Entro fine mese sarà espletato il bando di gara e l'appalto da 25 miliardi, consentirà interventi di consolidamento del molo.
Come assicurano l'Autorità portuale ed il Genio Civile, la gara di appalto verrà assegnata in questi mesi e grazie ad un finanziamento del governo, già approvato lo scorso anno, il progetto andrà in "porto". C'è però da definire il contenzioso con la Soprintendenza ai Beni Culturali che, come si ricorda, alla fine dello scorso anno aveva bloccato i primi lavori sulla banchina, per il ritrovamento di alcuni reperti archeologici appartenenti alla Real Cittadella.
La Soprintendenza ha ribadito più volte la necessità di estendere tale vincolo in più parti della zona falcata. Comunque il sì al progetto per il recupero dell'area, i cui lavori saranno terminati entro due anni, darà alla città uno scalo commerciale di grande valenza in una zona finora degradata, il quale potrà smistare il traffico marittimo e potrà assicurare una maggiore capienza anche per le navi da crociera costrette a tutt'oggi ad ormeggiare fuori dal porto.
Un altro aspetto sottolineato dall'Autorità portuale è che potrebbe arrivare a breve una richiesta di concessione per un nuovo collegamento marittimo con il porto di Salerno, che porterebbe un contatto diretto con un nuovo scalo commerciale per il trasporto merci, alleggerendo oltretutto il traffico gommato pesante

17/6/2001 ( gds )

Il ministro junior: "Nella finanziaria il ponte sarà tra le opere da realizzare"

Un tavolo permanente provinciale per rilanciare l'economia nel territorio provinciale. A suggerirne l'istituzione, ieri pomeriggio, nel salone degli specchi di Palazzo dei Leoni, il "ministro junior" per il Commercio estero, Adolfo Urso alla sua prima visita ufficiale in Sicilia dopo l'insediamento del governo Berlusconi.
Urso, originario di Acireale, ma eletto nelle liste di Alleanza nazionale in un collegio della regione Lazio, prima di incontrare i giornalisti, ha partecipato ad un minivertice con il presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca, anche lui di An, con l'esperto di Palazzo dei Leoni, Orazio Miloro, con il sindaco Salvatore Leonardi ed con il vicepresidente della Camera di commercio, Enzo Musmeci.
Il primo cittadino ha annunciato che nei prossimi giorni trasmetterà ad Urso, che ricopre anche l'incarico di viceministro allo Sviluppo economico, l'invio di un dossier elaborato dagli esperti dell'Osservatorio economico. In questo contesto il ministero ha chiesto invece l'istituzione di un gruppo di lavoro permanente che indichi le priorità da osservare.
L'esponente di An si è soffermato anche sul problema della Fiera, garantendo il sostegno del governo per il rilancio di un'attività che invece rischia di scomparire. Spazio poi al ponte: "La prima fase dell'attività del nostro governo _ ha garantito il membro dell'esecutivo _ sarà dedicata proprio alla realizzazione delle grandi infrastrutture. Il ponte farà parte della finanziaria. Grazie ad una legge obiettivo sarà pronto entro 2010".
Ma i prossimi dieci anni, secondo Urso, rappresenteranno una svolta per l'economia dell'intera isola. "Entro il 2010 _ ha spiegato _ si completerà il progetto approntato durante la conferenza di Barcellona. L'area di libero scambio con i Paesi del Mediterraneo diventerà una realtà. Così i Paesi arabi diventeranno per la Sicilia quello che le nazioni dell'Europa dell'est dopo la caduta del muro di Berlino sono diventati per il nordest del nostro paese. La Sicilia si trasformerà nel cuore di questo nuovo enorme mercato internazionale. Messina deve cogliere tutte le opportunità che le verranno offerte attraverso la commercializzazione dei prodotti tipici. Tra i settori maggiormente favoriti il comparto agroalimentare ed il turismo".

17/6/2001 ( gds )

"Tangentopoli", in aula Sparacio accusa Astone

Ancora accuse in aula di tribunale da parte del boss Luigi Sparacio all'ex sottosegretario alle Poste della ex Dc, Giuseppe Astone, uno dei 22 imputati per la "Tangentopoli messinese". Sparacio, che da tempo è stato espulso dal "programma protezione" riservato ai pentiti della mafia, ha parlato dell'appalto dello stadio di San Filippo (i lavori sono in corso da 13 anni). "Prima dell'aggiudicazione della gara - ha dichiarato - ci fu un incontro a casa del vecchio boss Sandro De Tullio, in via Ugo Bassi, al quale oltre al sottoscritto partecipò l'onorevole Astone. Venne deciso che, oltre alle due ditte, Costanzo e Di Penta, doveva entrare nell' appalto anche la ditta Versaci di Caprileone, cosa che avvenne".

17/6/2001 ( gds )

"Aria" come evitare i dissesti

Intervenire sin dall'inizio per limitare i rischi, riuscire a far convivere sviluppo e corretta politica ambientale. Con questi obiettivi la neonata Aria (Associazione regionale di ingegneria ambientale ed architettura naturalistica), vuol diventare punto di riferimento per gli enti territoriali in materia ambientale per la realizzazione delle opere pubbliche sin dalla fase progettuale. E' possibile evitare che un intervento sul territorio si tramuti necessariamente e regolarmente in devastazione, squilibrio.
Mauro Gibertini, docente di Ingegneria ambientale a Friburgo, in Svizzera, ha illustrato il documento programmatico per il biennio 2001-2002. All'incontro, nella Sala Laudamo, erano presenti amministratori di enti locali, rappresentanti di ordini professionali e ambientalisti.
"E' più facile raccogliere una bottiglia di plastica gettata da un incivile piuttosto che porsi il problema di migliorare la qualità delle acque". Il problema non è limitato ai centri storici, ma alla non programmazione delle infrastrutture, a un'inesistente coscienza ambientale.
Aria è la prima associazione costituita in Italia con lo scopo di diventare punto di riferimento per temi di ingegneria ambientale e architettura naturalistica. I soci sono disponibili ad essere presenti nelle commissioni urbanistiche in qualità di esperti, non in sostituzione di nessuno, ma in appoggio. "Il nostro obiettivo _ conclude Gibertini _ è quello di offrire professionalità ed esperienza alle istituzioni perch‚ insieme è possibile realizzare una corretta politica ambientale, rispettando i criteri della biocompatibilità e della ecosostenibilità".

18/6/2001 ( gazzetta del sud )
Sugli approdi parole e dibattiti non prendano il posto dei fatti»


Sul problema degli approdi dall'on. Salvatore D'Alia riceviamo e pubblichiamo: «L'attuale dibattito sul problema degli approdi impone una riflessione più approfondita. Quest'ultima si rende ancora più necessaria ove si consideri che in questi giorni si è inteso allargare le opzioni coinvolgendo altre parti del territorio provinciale, dove il tema della tutela della salute e dell'ambiente assume particolare rilievo, ponendosi come vera e propria emergenza. «Appare, poi, inopportuno affrontare un argomento così delicato e complesso in un periodo caratterizzato da competizioni elettorali, in occasione delle quali è facile indulgere a piccole speculazioni demagogiche e velleitarie. «Ancora più singolare appare il metodo con il quale si è inteso affrontare il problema facendo «rimbalzare» gli approdi ora in una, ora in un'altra parte del territorio, a seconda delle convenienze politiche senza considerare che le scelte devono essere sempre «frutto» di un confronto tra le forze politiche e sociali e devono avere un loro ancoraggio e dati sicuri e alla pianificazione urbanistica del territorio. «È singolare la circostanza che vengano rimesse in discussione scelte già oggetto di approfondimento sotto il profilo tecnico, politico ed amministrativo che hanno prodotto già conseguenze operative come l'accordo di programma con la Regione l'avvio delle procedure per la promozione privata di opera pubblica. Il volere rimettere in discussione il lavoro che su questo tema è stato già prodotto dall'amministrazione comunale di Messina significa fare passi indietro e, quindi, continuare ancora per anni a discutere senza realizzare nulla. «Altra questione è quella che riguarda le modalità attraverso le quali la localizzazione degli approdi deve trovare concreta attuazione e, in particolare, la localizzazione dell'approdo a Sud. Quest'ultimo, così come peraltro precisato dalla deliberazione n. 25/C del 20.6.2000, non può e non deve essere un ulteriore disagio per i cittadini di quelle zone ma una vera e propria occasione di sviluppo per le realtà produttive esistenti e di occupazione. «A tale riguardo, è necessario evidenziare che la localizzazione del sito per l'approdo a Sud non può essere disancorata da alcuni punti fermi che riguardano l'assoluta estraneità dell'approdo al tessuto urbano preesistente (e segnatamente alla S.S. 114), la connessione dell'opera con le aree a terra che devono garantire l'interscambio commerciale, la necessità che l'intervento assolva alla funzione di far crescere lo sviluppo e l'occupazione del territorio. «Su questi temi deve essere concentrato il confronto tra le forze politiche e sociali senza indulgere a posizioni demagogiche e populistiche e senza fughe in avanti che coinvolgono altre parti del territorio, cariche anch'esse di problemi legati alla qualità della vita e della salute pubblica. «A ciò si aggiunga, infine, che è inopportuno affrontare questi temi alla vigilia della ennesima competizione elettorale anche perché manca l'interlocutore principale e cioè il Governo della Regione siciliana.

20/6/2001 ( gazzetta del sud )

Presentata all'Autorità portuale dalla società consortile promossa dai gruppi Tourist-Caronte
Molo Norimberga, istanza di “concessione”

La richiesta è arrivata ieri sul tavolo dell'Autorità portuale ed è firmata dalla società consortile a responsabilità limitata “Servizi Norimberga”. La proposta lanciata il 9 giugno dal gruppo Tourist-Caronte comincia a prendere corpo. Gli operatori del settore, gli agenti marittimi e le imprese portuali hanno deciso di associarsi per assumersi l'onere della gestione dei servizi da tenersi al molo Norimberga. L'istanza di concessione non riguarda il semplice utilizzo delle banchine ma l'organizzazione complessiva del piazzale e delle aree adiacenti (per un totale di circa 10 mila metri quadri). Il primo atto concreto della nuova società consortile dovrebbe essere proprio la gestione dei servizi collegati all'attivazione della prima linea di vettori “ro-ro” Messina-Salerno, per la quale, come ha annunciato qualche settimana fa l'amministratore delegato della Caronte Nino Repaci, è stato programmato un investimento di 85 miliardi di lire ed è in avanzata fase di costruzione la nave che sarà consegnata a metà ottobre. Il presidente e il segretario generale dell'Authority, Giuseppe Vermiglio e Franco Barresi, in questa fase non intendono assolutamente sbilanciarsi. Quel che è certo è che l'iter avrà necessariamente tempi brevi e, dunque, si attende entro la prima metà del prossimo mese la convocazione del comitato portuale. L'iniziativa delle “autostrade del mare” viene vista favorevolmente, anche perchè potrebbe rappresentare una vera e propria svolta nei progetti di rilancio dei collegamenti tra lo Stretto ed altre importanti direttrici (oltre alla Messina-Salerno, alcune compagnie e società di navigazione di livello internazionale starebbero coltivando progetti per altre linee, come ad esempio quelle che portano a Civitavecchia o a La Spezia). La città chiede ovviamente garanzie perchè tutto ciò non produca nuove ricadute negative sul territorio comunale, aumentando i già insopportabili disagi causati dal traffico di attraversamento dello Stretto. I vertici dell'Autorità portuale chiariscono che in questo momento i piani di utilizzo del molo Norimberga non aggravano in alcun modo l'attuale situazione. Il servizio Messina-Salerno si svolgerebbe in orario notturno: la partenza è già prevista all'una, con arrivo nel porto campano dopo 6 ore e 40 minuti di navigazione, più o meno il tempo che s'impiega attraverso l'autostrada Re-Sa. In ogni caso, la nave potrebbe ospitare 180 autoarticolati, togliendo dal Boccetta e, comunque, dalle ore di punta, una quota abbastanza consistente del traffico gommato pesante. Massimo riserbo da parte dell'Authority anche per quel che riguarda il piano di risanamento dell'area dell'ex Gazometro. «Si sta imboccando la strada giusta», è l'unico commento del presidente Vermiglio, lasciando intuire che è pronta la soluzione per trasferire le stalle e il deposito con le antiche carrozze e per bonificare finalmente una preziosa porzione di quel “fronte a mare” negato ai messinesi da troppi decenni.

20/6/2001 ( gazzetta del sud )

Stasera, alle 21, la veglia notturna di protesta davanti al Municipio
Musica e arte per una città senza tir


La protesta anti tir si sposta dalle strade alle piazze: questa sera, a partire dalle ore 21, a piazza Unione Europea, il coordinamento dei Comitati messinesi protagonisti della protesta cittadina contro il passaggio dei tir nelle strade della città, ha organizzato una veglia per ribadire la richiesta di annullamento della delibera comunale che vuole i due nuovi approdi all'Annunziata e nella zona Sud. «Tir... ando l'alba», questo il nome dato alla veglia notturna, una manifestazione con la quale i Comitati, chiedono ai messinesi di scendere in piazza, proprio davanti a Palazzo Zanca, per continuare la protesta. E se può considerarsi provocatorio il luogo che ospiterà la manifestazione, altrettanto lo è stato quello della conferenza stampa di presentazione, come ha spiegato Saro Visicaro, del comitato “La nostra città”: «Per presentare questa veglia notturna abbiamo scelto appositamente il palco eretto a Piazza Cairoli per consentire ai candidati nelle elezioni nazionali e regionali di illustrare alla gente i loro programmi; 139 sono i candidati nella provincia di Messina, ma finora nessuno di loro lo ha utilizzato. I nostri politici non parlano più direttamente con le persone, ma si limitano ad interventi in televisione, e si affidano ai «santini» di cui sono pieni muri e strade della città. Abbiamo pensato noi ad utilizzare il palco, presentando la veglia in piazza Municipio che da questa sera alle 21, e fino a domani mattina alle 9, ci consentirà di esprimere ancora una volta il nostro dissenso nei confronti della delibera comunale che prevede il doppio approdo. Vogliamo ricordare così il primo anniversario di questa delibera approvata da un'Amministrazione comunale troppo grigia, e che con i due approdi all'Annunziata e nella zona Sud, consentirebbe un doppio attraversamento della città da parte di mezzi pesanti e leggeri. E per rilanciare la nostra protesta, ci rivolgiamo alla creatività dei messinesi, chiamati ad intervenire a questa manifestazione che vedrà musica, pittura e spettacolo utilizzati per dare nuova forza alla nostra voce. Con questo ricorso all'arte e alla creatività, vorremmo anche che i messinesi si sentano maggiormente coinvolti in questa protesta. La veglia a piazza Municipio è anche l'occasione per i candidati politici di intervenire per esprimere la propria opinione su questo problema dell'attraversamento della città da parte dei tir; troppo spesso, infatti, questo problema viene messo in secondo piano, o addirittura cancellato dai loro programmi politici. Una manifestazione di festa – ha concluso Visicaro – che vedrà, tra l'altro, impegnati alcuni studenti del liceo Archimede, in uno spettacolo di cabaret, l'attrice Patrizia Baluci, il pittore Serboli, artisti di strada, musica jazz da Furci, gli studenti della scuola d'arte Dante Alighieri, e, naturalmente, anche i cittadini che vogliano cimentarsi». Sul tema degli approdi, intanto, il consigliere del III Quartiere Francesco Campanozzi definisce «logica, utile e necessaria» la soluzione di Tremestieri, poichè potrebbe essere questa l'occasione di un rilancio socio-economico ed occupazionale dell'intera zona sud

20/6/2001 ( gazzetta del sud )

Il Comune e la Provincia cerchino di rimediare all'incredibile situazione di sporcizia e di degrado
Spiagge, nessuno si autoassolva

Adesso rischia di calare il silenzio, dopo le giustificazioni, le autoassoluzioni, i palleggi di responsabilità. Che le spiagge siano destinate a rimanere luride, sembra essere un problema di nessuno. Non c'è straccio di programmazione, si vive di sussulti e di emergenze ed è sempre un evento miracoloso quando si riesce ad assicurare una pur minima ordinaria manutenzione. La Provincia ha addossato ogni colpa alla Regione siciliana, rea di non aver più trasferito i fondi necessari grazie ai quali, negli anni scorsi, si è sono potuti appaltare gli interventi di bonifica dei litorali. Il Comune, sull'argomento, non ha preso alcuna posizione. A Palermo, in questo momento, tutti sono affaccendati in ben altre cose e lo saranno ancora per settimane, almeno fino a quando non si avrà la certezza di un nuovo governo siciliano stabile e duraturo. E allora che fare? Bisogna rassegnarsi? Non è possibile trovare una soluzione che consenta, in via straordinaria, interventi in grado di ripristinare le elementari condizioni di pulizia e di decoro? Qualcosa si sta cercando di fare. L'assessore comunale Pietro Alibrandi, che ieri ha relazionato in giunta sui problemi dell'arredo urbano, ha avuto una serie di incontri con i responsabili di Palazzo dei Leoni, nel tentativo di individuare un percorso amministrativo che metta d'accordo le varie competenze, senza violare ovviamente le leggi. Che ciò si traduca in atti concreti, è tutto da vedere. Anche perchè bisognerebbe intervenire nel più breve tempo possibile, tenendo conto che la stagione estiva sta entrando nel vivo, che i lidi sono già aperti e che chi non può o non vuole pagare per accedere alla spiaggia, cioè ad un bene demaniale, non deve essere costretto a convivere con rifiuti di ogni genere. È incredibile che si sia giunti al punto che una città di mare non sia in grado di poter programmare per tempo la pulizia degli arenili (cosa che dovrebbe essere garantita tutto l'anno), cioè di una delle risorse primarie del proprio territorio. È come se a Cortina agli sciatori venissero offerte piste disseminate di detriti e d'immondizia. Che questo, poi, rientri nella potestà del Governo regionale o nelle sottocompetenze degli enti locali, ai cittadini e ai turisti importa poco o niente

22/6/2001 ( bob brown )

Pietro il Grande

L'altra sera in piazza Duomo c'è stata la festa per la promozione in serie B del Messina ed è stata l'occasione per fare vedere a tutti di che pasta sono fatti Padroni di questa città. Il più giovane rampollo della famiglia dei traghettatori, nella sua qualità di Vicepresidente della squadra, ha preso la parola non solo per prendere impegni per il potenziamento della squadra ma ha addirittura arringato la folla sottolineando le disfunzioni dell'apparato della forza pubblica dimostrando una grinta che ricorda quella dei tribuni dell'antica Roma. della serie della saga di "Olga" e di Tiberio e Caio Gracco. Mi è tornata in mente una scena verificatasi qualche mese fa e sempre nella stessa piazza quando il fratello maggiore di Pietro il Grande teneva stretto al proprio braccio il primo cittadino che, a sua volta, faceva gli onori di casa al soprano Katia Ricciarelli. E' questo il momento storico che vive questa città in cui dominano gli zar dei Franza circondati da un branco di "miserabili" che si accontentano anche di fare finta di governare e amministrare e in cui l'unico che si sforza di apparire come il solo che li può contrastare non è altro che un povero malato di mente, fors'anche "neuroleso", ossessionato dall'idea del Ponte.

23/6/2001 ( bob brown )

Movimenti sul Boccetta

Mi sono già soffermato altre volte sul "camaleontismo" strisciante che permea la società messinese ma non avevo considerato un'altro aspetto di tale fenomeno ovvero quello che si manifesta in maniera, quasi, inconsapevole.
Leggendo sul "Soldo" n° 13 del 22/06/01 l'articolo "Movimenti sul Boccetta" del caro amico Alfredo Crupi ho provato un certo stupore quando, a proposito di un convegno organizzato dall'associazione "Nuovi Orizzonti", scrive che "farsi portatori di una precisa proposta determina un mutamento genetico del movimento che nei fatti diviene il supporto di una ben definita idea progettuale..."
A parte il fatto che il movimento, di cui parla Alfredo, fino a pochi mesi fa era rappresentato soltanto dal "Comitato La Nostra Città" e che si deve a questo piccolo gruppo se la questione Boccetta ha finalmente assunto un rilievo tale da essere percepito dai messinesi e dalla istituzioni (vedi manifestazione del novembre dello scorso anno durante la visita di Ciampi a Messina), mi chiedo dov'era la politica dei gruppi di opposizione dei partiti di governo che negli anni '80 e '90 non ha fatto nulla (a parte la pagliacciata della convocazione del Consiglio Comunale sul Boccetta tanti anni fa) o al massimo ha discettato su ipotesi che ricalcano sostanzialmente quelle citate nell'articolo (San Raineri, Mili, Giammoro,Norimberga etc..).
E' preferibile che si critichi apertamente, cioè prendendo politicamente posizione, l'ipotesi progettuale Tremestieri anzichè far notare, dietro presunti rilievi tecnici, che l'approdo è impraticabile per quasi un mese all'anno o anzichè pensare solo ad "arricchire la strumentazione critica della cittadinanza e creare gli anticorpi contro i venditori di fumo".
Non ci sarebbe nulla d'improprio in un movimento, nato dalla convergenza e dalla contrapposizione al tempo stesso di alcune associazioni, che, per risolvere un problema così grave, formula proposte concrete e, anzi, sarebbe l'unica volta che in questa città si manifesti un momento di democrazia diretta.
Se si ripercorre la storia degli ultimi 3 anni risulta chiaro che tutti gli interventi del Comune sono stati presi a "rimorchio" degli eventi tragici e dietro la pressione dei comitati spontanei e, quindi, il problema vero non è "diventare il supporto di una ben definita idea progettuale" ma che la stessa venga attuata solo per favorire i "soliti noti" gruppi imprenditoriali a discapito della qualità, dell'economicità e, soprattutto, dell'urgente necessità di realizzare tale opera e trovo quindi giusta la proposta di "pretendere una discussione pubblica sul progetto che il Comune vuole realizzare a Tremestieri attraverso la convenzione con la Regione" mentre "non rinnovare la concessione ai privati alla rada San Francesco con o senza approdo alternativo" significa solo prorogare all'infinito lo "status quo" imposto da esigenze di pubblico servizio e questa sì che è una proposta che supporta di fatto, se non le idee progettuali, le strategie del gruppo dominante.
Fare politica significa fare scelte e queste scelte devono farle anche i gruppi di opposizione mentre troppe volte personaggi di grande rilievo politico-istituzionale hanno affrontato la sempre più grave situazione economica, civile, politica e di vivibilità della città con l'approccio esclusivamente di prospettiva più che di realtà immediata ed urgente (della serie Messina, superato questo momento delicato, si prepara a diventare la "San Francisco del Mediterraneo o addirittura dell'Europa) e sarebbe un peccato che anche le poche forze politiche vive e libere si lascino andare a queste cadute in stile politichese.

25/6/2001 ( Gazzetta del sud )

Opere pubbliche / Entro il 30 giugno le proposte
Via libera ai privati


Scade sabato, alle 13, il termine per la presentazione delle proposte relative agli approdi, proposte da inoltrare al Comune di Messina - assessorato alle Infrastrutture del territorio, piazza Unione Europea, così come previsto dal deliberato del consiglio comunale e dall'accordo di programma sottoscritto con la Regione Siciliana il 31 maggio scorso. Il bando, in pubblicazione all'albo pretorio, ribadisce la disponibilità dell'amministrazione comunale a valutare eventuali proposte che verranno presentate dai privati, aventi i requisiti e con le modalità di legge, per la realizzazione delle opere pubbliche e in particolare di quelle previste nel programma triennale delle Opere pubbliche. In particolare sono previsti: l'approdo per i mezzi leggeri da realizzarsi all'Annunziata e l'approdo per i mezzi pesanti, da realizzarsi nel tratto costiero a sud, in prossimità del villaggio Tremestieri e degli svincoli autostradali, secondo le determinazioni già adottate dal consiglio comunale con delibera del 20 giugno 2000, n. 25/C. Le opere riguarderanno la realizzazione dell'approdo sud definitivo, attraverso l'integrazione dei due punti di approdo di emergenza e della relativa viabilità di collegamento, da realizzare con il finanziamento regionale, come previsto dall'accordo di programma Regione-Comune di Messina, sottoscritto il 31 maggio scorso. I relativi progetti sono consultabili negli uffici che li hanno predisposti (Genio civile opere marittime di Palermo e Genio civile di Messina).

25/6/2001 ( ufficio stampa Comune di Messina )

PREDISPOSTO L'AVVISO PUBBLICO PER GLI APPRODI E LE OPERE PUBBLICHE DEL TRIENNALE - ENTRO IL 30 GIUGNO LE PROPOSTE

Così come previsto dal deliberato del Consiglio comunale e dall'accordo di programma, sottoscritto con la Regione siciliana il 31 maggio scorso, il Sindaco, Salvatore Leonardi, ha firmato l'avviso pubblico per gli approdi. Il bando ribadisce la disponibilità dell'amministrazione comunale di valutare eventuali proposte che verranno presentate dai soggetti privati, aventi i requisiti e con le modalità di legge, per la realizzazione delle opere pubbliche, nonché di quelle previste nel vigente programma triennale delle Opere Pubbliche. In particolare sono previsti: l'approdo per i mezzi leggeri da realizzarsi all'Annunziata e l'approdo per i mezzi pesanti, da realizzarsi nel tratto costiero a sud, in prossimità del villaggio Tremestieri e degli svincoli autostradali, secondo le determinazioni già adottate dal Consiglio comunale con delibera del 20 giugno 2000, n. 25/C. Le opere riguarderanno la realizzazione dell'approdo Sud definitivo, attraverso l'integrazione dei due punti di approdo di emergenza e della relativa viabilità di collegamento, da realizzare con il finanziamento regionale, come previsto dall'Accordo di programma Regione - Comune di Messina, sottoscritto il 31 maggio scorso. I relativi progetti sono consultabili presso gli uffici che li hanno predisposti (Genio Civile Opere Marittime di Palermo e Genio Civile di Messina). Le imprese interessate alla presentazione dei progetti di finanza, dovranno prevedere il conferimento di una quota percentuale degli introiti delle attività di traghettamento, a ristoro dei disagi ambientali e delle maggiori spese di manutenzione che le comunità locali e la città subiranno in conseguenza dell'attraversamento del territorio comunale. Previsti inoltre: il completamento della rete fognante Riviera Nord, sistema Tono - depuratore e reti di adduzione; la trasformazione in parco pubblico attrezzato della Foresta di Camaro e la strada di collegamento per la produzione del turismo ambientale; la ristrutturazione e l'adeguamento dell'edificio di Casa Serena; la realizzazione del canile sanitario e della struttura di pertinenza; la costruzione dell'asilo nido a Giostra; la ristrutturazione dell'asilo nido di Camaro superiore e della scuola materna di Camaro S. Luigi; i centri dirigenziali nell'area isolato 88 e nell'area di via La Farina; il Centro Diurno per l'assistenza agli anziani all'Annunziata; la costruzione del nuovo mercato Casalini; la ristrutturazione del mercato Muricello; la ristrutturazione e rifunzionalizzazione degli impianti di Villa Dante e la realizzazione di cunicoli sottoservizi zone di espansione. Le proposte dovranno pervenire entro e non oltre il termine delle ore 13 del 30 giugno al Comune di Messina - Assessorato alle Infrastrutture del Territorio, piazza Unione Europea. Il responsabile del procedimento è l'ing. Riccardo Pagano.

27/6/2001 ( Gazzetta del sud )

Il triste primato della strada statale 114 paragonata all'Aurelia
Tra le più pericolose d'Italia
Tir: imminente la revoca delle fasce orarie


La Statale 114 è un “percorso di guerra”. Ad inserirla nell'elenco delle strade più pericolose d'Italia è il settimanale dei consumatori “Il Salvagente”, in un articolo nel quale vengono citate le cifre fornite dalla polizia stradale riguardo agli incidenti che negli ultimi anni hanno causato tragiche conseguenze, con morti e feriti. La «strada che attraversa Messina», così viene definita dal settimanale, viene paragonata all'Aurelia, alla Romea, alla Pontina, alla Jonica, alla Firenze-Siena. Su queste arterie, si consigliano gli automobilisti ad «adottare tutte le cautele necessarie», se non si vuole incappare in situazioni di grave rischio. Chi la percorre spesso, chi vi abita o lavora nei dintorni, chi ne respira quotidianamente lo smog, sa benissimo che la Statale 114 è una bomba ad orologeria. Ed è significativo che a livello nazionale rimbalzi in primo piano quella strada e non il Boccetta, di cui giustamente si è sempre segnalata la pericolosità e l'invivibilità a causa del passaggio del traffico gommato pesante. Ciò dimostra quanto sia stato e sia insufficiente risolvere con il sistema delle fasce orarie i problemi dell'interferenza del traffico dei tir con la viabilità cittadina. È un provvedimento che ha mostrato tutti i suoi limiti proprio perché, da un lato, ha fatto sì “respirare” per qualche ora il Boccetta ma non ne ha certo risolto i drammatici problemi e, dall'altro, ha solo aggravato le già esistenti condizioni di precarietà e di insicurezza in altre zone della città, a cominciare proprio dalla Statale 114. La revoca dell'ordinanza è ormai imminente e la notizia giunta ieri da Roma farà probabilmente accantonare anche le ultime remore da parte dell'amministrazione comunale. È evidente che per gli abitanti del Boccetta il ritorno allo stato quo ante potrebbe essere interpretato come una sorta di beffa, dopo i danni subiti per troppi decenni. Inventare qualcos'altro sarà difficile e non va dimenticato che l'apertura dei nuovi cantieri del tram impone l'adozione di alcuni provvedimenti di limitazione del traffico e di riorganizzazione viaria. Si torna sempre allo stesso ritornello: il problema dell'attraversamento dello Stretto va risolto alle radici, tutto il resto sono solo palliativi.

27/6/2001 ( Gazzetta del sud )

Cittadella / Oggi la firma del protocollo tra Comune, Authority e Sovrintendenza
Raggiunta l'intesa
L'appalto per il “Cdac” entro novembre 2002

Missione compiuta per la Cittadella. La conferenza dei servizi svoltasi la scorsa settimana a Palermo, nella sede dell'assessorato regionale ai Beni culturali, ha smussato gli “angoli” di quel tanto necessario per cominciare a parlarsi e, insieme, trovare la via da percorrere. Così ieri mattina a Palazzo Zanca i quattro soggetti interessati si sono seduti intorno a un tavolo e hanno lavorato per mettere a punto un protocollo d'intesa in cui sono fissati i ruoli di ciascuno e le linee progettuali per procedere speditamente alla realizzazione del Centro di documentazione d'arte contemporanea (Cdac). Sulla base del preliminare elaborato dalla Sovrintendenza, la Regione ha concesso un finanziamento di circa 25 miliardi con i fondi della misura 5.1.1. di Agenda 2000 relativi ai “servizi vari e innovativi”: ma tutta la documentazione va presentata, improrogabilmente, entro il 30 giugno. E si stava rischiando di non arrivare in tempo. Il sindaco Salvatore Leonardi, l'assessore alle Infrastrutture territoriali Gianfranco Scoglio, la sovrintendente Giovanna Bacci e il direttore della sezione beni storico-architettonici della Sovrintendenza, Rocco Scimone, il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, il direttore dell'Agenzia del demanio Giuseppe Merlino, con l'ing. Saverio Manganaro, hanno redatto e sottoscritto un protocollo d'intesa che stamane la Sovrintendenza invierà all'assessore Fabio Granata per la firma. Si è stabilito di intervenire, in questa prima fase, sulle parti storiche non in conflitto o comunque che non vengono utilizzate per le esigenze dell'Authority, tenuto conto delle difficoltà attualmente esistenti di disporre di tutta l'area della Real Cittadella, delle esigenze di sviluppo portuale e – particolare non trascurabile – delle attività artigianali e industriali presenti. «L'iniziativa di recupero storico-artistico – ha sottolineato il sindaco – dovrà essere correlata con le esigenze di sviluppo portuale e con tutte le necessità di risanamento dell'intera zona falcata. Occorrerà, quindi, modulare gli interessi storici e le valenze turistico-culturali con gli interessi produttivi che si vorranno mantenere nella zona». Sarà costituita una “autorità di gestione”, in grado di coinvolgere anche i soggetti privati, soprattutto al fine di garantire efficienza ed economicità; essa sarà affiancata da un comitato tecnico-scientifico, composto da funzionari regionali e della Sovrintendenza, oltre che dal sindaco, a supporto della creazione del Cdac. Nel protocollo si stabilisce che lo sbaraccamento della zona falcata, a partire dall'area interessata alla realizzazione del Centro, sarà curato dall'Authority; il Comune, invece, entro il 30 giugno trasmetterà alla Regione il Pit (Programma integrato territoriale) che prevede le infrastrutture e le modalità di “assistenza” alle imprese esistenti affinché si trasferiscano al di fuori dell'area. La Capitaneria, dal canto suo, provvederà alla consegna alla Sovrintendenza delle aree d'intervento. Tutte queste operazioni e procedure dovranno avvenire contestualmente all'elaborazione del progetto di massima a cura della Sovrintendenza (entro ottobre), quindi di quello esecutivo (marzo 2002) e, infine, all'appalto dell'opera, previsto tassativamente per novembre 2002. I lavori non si protrarranno per meno di due anni.

29/6/2001 ( gazzetta del sud )

«No all'approdo al Norimberga»

Si chiamerà Cartour e sarà il primo esempio di nave “ro-ro”, cioè in grado di ospitare passeggeri e merci e di compiere rotte a lunga percorrenza, in servizio permanente nello Stretto. Avrà una velocità di 25 nodi, una capacità di stiva di 2040 metri lineari (pari a 159 trailers). Potrà contenere 75 autovetture, 76 cabine da 4 posti (un totale di 304 passeggeri), 225 posti poltrona e 200 posti ponte. Sono queste le caratteristiche tecniche del vettore messo in campo dal gruppo Tourist-Caronte per lanciare la sfida delle autostrade del mare, attivando dal prossimo ottobre la prima linea Messina-Salerno. Già definito anche il calendario. Dal martedì alla domenica la partenza da Messina è prevista alle ore 1 con arrivo a Salerno alle 8 del mattino. Al ritorno la partenza da Salerno sarà alle 13 e l'arrivo a Messina alle 20. Il lunedì sarà il giorno di riposo. Non è stato ancora definito il numero delle unità di personale che saranno impiegate a bordo. A presentare all'Autorità portuale la richiesta di concessione dell'ampio piazzale a ridosso del molo è stato il Consorzio “Servizi Norimberga”, di cui fanno parte gli operatori marittimi e portuali e il gruppo Tourist-Caronte è socio minoritario (la quota è del 25 per cento). L'iniziativa è stata concordata con le associazioni siciliane degli autotrasportatori, i cui rappresentanti – Richichi e Caruso – erano ieri presenti alla conferenza stampa svoltasi al Comune. La concessione delle aree del molo Norimberga viene, però, vista da alcuni consiglieri comunali del centrosinistra come un atto di arroganza e come un'offesa nei confronti della comunità messinese martoriata dalla schiavitù del traffico di attraversamento dello Stretto. Il comitato “La nostra città”, da parte sua, annuncia di voler presentare oggi stesso un esposto alla Procura della Repubblica e all'Autorità Antitrust. «L'inesistenza della via del mare – scrivono in una nota i consiglieri ds Giuseppe Mangiapane, Filippo Tommasini e Gaetano Giunta e il rappresentante di Democrazia europea Giuseppe Previti – rende questa scelta addirittura criminosa. I rischi di incidenti ambientali catastrofici sono elevatissimi, come dimostrato dagli studi condotti dall'Università di Messina. I recenti ritrovamenti della Soprintendenza proiettano ulteriormente l'intera zona falcata verso ipotesi di valorizzazione di ben altro spessore culturale e secondo criteri di sostenibilità ambientale e sociale. La penisoletta del nostro porto naturale è il baricentro concettuale e fisico del sistema ecologico dell'area dello Stretto, potenzialmente il più importante d'Europa. Nessuna economia democratica può nascere dal concepire la nostra città come il casello autostradale della Sicilia». I quattro consiglieri comunali ritengono che, al contrario, bisogna «adottare in accordo con la Regione siciliana una tassa di attraversamento della città, da destinare a progetti di risanamento ambientale e sociale; favorire lo sviluppo delle autostrade del mare da Catania e da Palermo (non da Messina) e favorire la nascita dell'aeroporto da cargo nel Ragusano; garantire sulla costa tirrenica della provincia messinese l'interfaccia naturale a Gioia Tauro; realizzare l'approdo necessario per smaltire il traffico residuo a Tremestieri in assoluta prossimità dello svincolo autostradale. Il porto naturale dovrebbe diventare il più grande porto turistico e storico del Mediterraneo. Quella dell'amministrazione comunale è, invece, una politica schizofrenica, dicendo di puntare da una parte sul recupero dell'affaccio a mare e dall'altra prevedendo un “non sviluppo” inquinante e contraddittorio». I consiglieri esprimono solidarietà e «piena adesione» ai comitati anti-tir

29/6/2001 ( gazzetta del sud )

L'ing. Vincenzo Franza ha confermato che depositerà oggi un'offerta per il project financing
«Andremo comunque a Tremestieri»


«Alcuni dei manifestanti sono chiaramente in malafede». Non si era mai visto così furibondo il sindaco, che quasi è venuto alle mani con due o tre rappresentanti del comitato anti-tir. La proverbiale pazienza leonardiana stavolta non ha retto a quelle che egli ha definito «le critiche di chi gioca al “tanto peggio tanto meglio”. «In trent'anni – dice il sindaco – non si sono mai viste forme di protesta così insistite. Forse chi oggi manifesta ha vissuto finora su Marte o sulla Luna? Stiamo facendo di tutto per liberare la città dal transito dei mezzi pesanti. Alla fine del mese scade il termine per la presentazione delle offerte dei privati che intendono realizzare i nuovi approdi con le procedure del “project financing”. A Tremestieri trasferiremo anche le rotte delle navi “ro-ro” a lunga percorrenza. Abbiamo avviato i passi necessari per realizzare la vera “Via del Mare”, cioè il collegamento diretto su aree demaniali, senza alcuna interferenza con il centro abitato, tra l'autostrada e il porto. In ogni caso mi chiedo: faremmo il bene di Messina eliminando completamente la circolazione dei mezzi nello Stretto?». Il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca dà un colpo alla botte ed uno al cerchio. «La protesta probabilmente è pilotata – dice – ma bisogna anche comprendere i cittadini che sono esasperati e ai quali non siamo riusciti a dare le risposte che essi si attendevano. La Provincia, comunque, apprezza l'iniziativa, poichè siamo convinti che quello delle autostrade del mare è uno dei percorsi da seguire per rilanciare lo sviluppo economico della città». Il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone si dice amareggiato: «Vorrei che i cittadini fossero a conoscenza degli sforzi che tutte le istituzioni stanno compiendo per risolvere il grave problema della città. Le autostrade del mare sono doni di natura, non le ha inventate nessuno, questo è il primo tentativo di riorganizzare il sistema di trasporti marittimi. Si tratta di una scelta di rilevanza strategica per Messina e per la Sicilia, in grado di creare occupazione diretta e nell'indotto. La nave che verrà immessa in servizio, dai dati in nostro possesso, è in grado di fornire servizi di alta qualità». Il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio è su tutte le furie contro chi specula sull'argomento e fa demagogia spicciola. «Non consegniamo il porto a nessuno – afferma Vermiglio –, non facciamo sconti nè favori, non alimentiamo situazioni di monopolio. L'utilizzo del molo Norimberga resta pubblico, aperto a tutti gli imprenditori e, infatti, il piazzale per il quale è stata chiesta la concessione demaniale sarà gestito da un Consorzio che riunisce gli operatori del settore. Le autostrade del mare rientrano nelle nostre linee programmatiche di sviluppo che prevedono la progressiva riqualificazione di un porto traghetti in un porto di cabotaggio. Tutto ciò passa attraverso la scelta del Comune di ubicare l'approdo fuori dal centro urbano e il progetto dell'Authority di riqualificare il molo Norimberga (proprio giovedì è stato ripubblicato il bando dei lavori di consolidamento per 25 miliardi) realizzando un terminal multiuso. Resta sicuramente – aggiunge Vermiglio – il grosso nodo del collegamento del porto con la viabilità autostradale ed è questo il problema principale da risolvere. In ogni caso, non si vuole capire che il porto, ogni porto, genera traffico. Se si intende chiuderlo, bene, mettiamoci una pietra sopra e trasformiamolo in un cimitero d'acqua». Le ragioni degli autotrasportatori sono state ribadite dal presidente dell'Aias Giuseppe Richichi e dal responsabile del Consorzio Aias Francesco Caruso. «Per noi – hanno detto – le autostrade del mare rappresentano una soluzione ideale, soprattutto in conseguenza delle nuove norme che regolano le ore di percorrenza e di sosta dei tir. Arrivare a Salerno in mattinata significa poter raggiungere tutti i principali mercati nell'arco delle 8 ore a disposizione prima della sosta». Secondo Vincenzo Franza e Nino Repaci, la nuova linea Messina-Salerno è il primo passo che verso la riconversione del sistema del traghettamento nello Stretto. «Domani – dichiara Franza – presenteremo il “project financing” per l'approdo a Tremestieri, da noi concepito in modo da poter servire anche le autostrade del mare». Il molo Norimberga, quindi, dovrebbe essere solo una soluzione temporanea

29/6/2001 ( gazzetta del sud )

Presentata a Palazzo Zanca la nuova linea Messina-Salerno delle società Caronte-Tourist
Comincia l'era delle autostrade del mare
Servizio al via dal 15 ottobre. Ma occorre pensare al collegamento con l'autostrada

Attivare una linea di navigazione che corresse parallela alla “Salerno-Reggio Calabria” fino a qualche anno fa sembrava un'utopia. Adesso è realtà. Nel prossimo autunno partirà da Messina la prima autostrada del mare. Ieri mattina gli amministratori delle società Tourist e Caronte, alla presenza dei responsabili degli enti locali e delle istituzioni demaniali, hanno illustrato il significato e gli obiettivi dell'iniziativa con la quale si darà vita, presumibilmente a partire dal 15 ottobre, alla linea Messina-Salerno il cui terminal è previsto al molo Norimberga. Quella che avrebbe dovuto essere solo una conferenza stampa si è trasformata, però, nell'ennesima occasione di contestazione e di polemiche. L'incontro, programmato nella sala giunta del Comune, è stato sospeso a causa della chiassosa protesta di un gruppo di aderenti ai comitati anti-tir, che sono stati fatti entrare in un locale dove solitamente l'accesso viene regolamentato con puntigliosa severità. Ci sono stati momenti di forte tensione e mai si era visto il sindaco Leonardi reagire in modo così furibondo, come è avvenuto durante la discussione con alcuni dei manifestanti. Non è stata una bella pagina di storia cittadina. Ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, dalle più intelligenti alle più balorde, e sull'argomento che riguarda l'interferenza del traffico di attraversamento dello Stretto con quello urbano c'è un'intera città che è sensibile, che vive e sopporta disagi da decenni, che ha dovuto contare morti e feriti sui suoi “campi di battaglia”, che assiste preoccupata agli eventi e che spera che qualcuno dei progetti coltivati da tempo immemorabile finalmente si realizzi. Ma con quanto accaduto ieri tutto ciò c'entra poco o niente. Qualsiasi iniziativa – e qualunque sia il gruppo imprenditoriale che se ne faccia carico – finalizzata al rilancio del nostro porto dovrebbe essere accolta con favore. A Messina, purtroppo, l'endemica carenza di infrastrutture viarie e di servizi rende difficile ogni riflessione serena e ragionevole. Si è arrivati al paradosso di vivere come una maledizione la straordinaria risorsa di essere “città di mare” e quasi di augurarsi la fine di ogni attività economica e produttiva, pur di riconquistare i livelli di qualità della vita che sono stati smarriti nel corso dei decenni. Si è arrivati al punto di dare la colpa alle navi dello stato di schiavitù in cui Messina si è andata a cacciare, di imputare allo Stretto di fare il suo “mestiere”, quello di braccio di mare tra l'Isola e il Continente. Quella del gruppo Tourist-Caronte oggi è una vera scommessa imprenditoriale. Le due società hanno indubbiamente tratto vantaggi, nel corso dei decenni, dalle condizioni di quasi-monopolio esistenti sullo Stretto e dall'incapacità della classe politica di trovare siti e soluzioni idonee a risolvere i problemi derivanti dal passaggio di milioni di auto e di tir nel centro abitato. È significativa la dichiarazione rilasciata qualche settimana fa dall'amministratore delegato della Caronte Nino Repaci: «Finora è come se avessimo fatto i gondolieri nella laguna di Venezia». I servizi di traghettamento tra Villa e Messina hanno creato anche posti di lavoro ed occupazione nell'indotto, ma obiettivamente i livelli di rischio imprenditoriale sono stati estremamente bassi. Adesso, invece, si parla di un primo investimento di 85 miliardi di lire (tanto costa la nave che sarà denominata “Cartour”) e, soprattutto, di un'iniziativa che inserisce Messina nel grande “puzzle” delle autostrade del mare. L'ing. Vincenzo Franza, amministratore della Tourist, ieri ha citato le dichiarazioni del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, in occasione della sua visita a Messina nell'autunno del 2000, invitò gli amministratori e gli imprenditori locali a puntare sia sul Ponte sia sulle autostrade del mare per valorizzare il ruolo economico e la posizione geografica della nostra città. Oggi, dunque, i privati decidono di investire ingenti risorse su un servizio di cui potranno beneficiare non solo gli autotrasportatori siciliani gli stessi messinesi, che avranno un'alternativa al “percorso di guerra” quale finora è sempre stata l'autostrada Salerno-Reggio Calabria. Ma quel che più conta è che il pubblico – Regione, Comune, Provincia, Autorità portuale – può beneficiare di eccezionali risorse da destinare esclusivamente alla realizzazione di grandi opere infrastrutturali, come ad esempio la “Via del Mare”, in grado di collegare direttamente il porto con l'autostrada. Sono occasioni che si può anche decidere di perdere per strada, dichiarando al mondo che Messina non è in grado di attrezzarsi al pari di tutte le altre città di mare. Si può anche scegliere di fare del porto un'amena rada per pescatori dilettanti e per canottieri. L'importante è dirlo.

29/6/2001 ( gds )

Boccetta, "caso" eterno

Dopo mesi di lotta, con poche risoluzioni, riesplode da parte dei Quartieri la protesta per il passaggio dei mezzi pesanti in città. A denunciare questo stato di cose è stato il Consigliere del Xø Quartiere Santino Morabito, con una nota: "In questo periodo si è assistito a numerose lotte, con nascita spontanea di comitati per la difesa del cittadino, ma il ruolo preponderante doveva essere ricoperto dai Quartieri delle zone sud e nord della città, che fino ad adesso non si sono curati di avanzare nessuna contro proposta". Sul problema delle fasce orarie del Boccetta, introdotte lo scorso mese con un'ordinanza comunale, anche il Consiglio dell'VIII Quartiere ha fatto sentire la propria voce, con un'altra nota: "L'inserimento delle fasce orarie è stato più volte richiesto all'Amministrazione da questo Quartiere ed, effettivamente, da quando sono state introdotte il viale è stato, anche se parzialmente, alleggerito. Vogliamo ricordare all'Amministrazione e al Prefetto Giosuè Marino che questa soluzione può e deve avere soltanto un carattere di transitorietà certamente limitata nel tempo, fino a quando non saranno realizzati i nuovi approdi fuori dal centro cittadino". Questo anche in previsione del fatto che negli ambienti istituzionali si sta ancora discutendo di aprire il Boccetta per tutto il giorno e chiuderlo la notte tra le 22 e le 6. In sostanza, si chiede ancora una volta di fare chiarezza sul "problema Boccetta" e di cercare una soluzione effettiva e non solo verbale.

29/6/2001 ( gds )

Molo Norimberga, concessione irregolare

Non si arrendono i comitati antitir. Saro Visicaro, uno dei portavoce del movimento "La nostra città" ha annunciato che nelle prossime ore presenterà una serie di esposti in procura. In un documento consegnato alla stampa i principali motivi che dovrebbero indurre il comitato portuale e l'amministrazione, secondo il coordinamento antitir, a fare marcia indietro. La concessione del Norimberga sarebbe irregolare. "L'autorità portuale non ha ancora approvato - scrive il coordinamento-il piano regolatore del porto. Non esiste inoltre un piano di sicurezza, prevenzione e protezione per la zona di san Rianeri già ad alto tasso di inquinamento. La viabilità urbana- aggiungono i sostenitori del coordinamento-non può sostenere ulteriori flussi di traffico gommato pesante (anche se notturno), che si incrocerebbero con i passaggi dei mezzi pesanti che trasportano merci pericolose e che provengono da Tremestieri. Il nodo viario Cavalcavia-via la Farina-via Canizzaro- spiega la nota-è interessato al passaggio della costruenda linea tranviaria e nessuna richiesta di impatto ambientale è stata mai avviata. L'immediato utilizzo del molo Norimberga comprometterebbe infine i lavori di restauro avviati dalla soprintendenza".

29/6/2001 ( gds )

Traghetti, conquistato un pezzo di mare

Il gruppo Tourist-Caronte e le istituzioni cittadine presentano un nuovo sistema di trasporto dei mezzi pesanti che prevede la reazione di un nuovo approdo in città ed è subito rivolta. Momenti di grandissima tensione, ieri mattina, a palazzo Zanca. Non è andato proprio giu' al popolo antitir il progetto approntato dalle società private che gestiscono già, in regime di monopolio, la rada san Francesco. Così la conferenza stampa indetta in sala giunta alla presenza del sindaco Salvatore Leonardi, del presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca, del presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio del rappresentante dell'Aias Giuseppe Richichi e del comandante della capitaneria GIuseppe Maccarrone, è iniziata subito con un contorno di fischi, slogan e cartelli. Il messaggio sempre lo stesso: fuori i Tir dalla città. La nuova iniziativa consegna ai tir, anche se soltanto in alcune ore della serata, un'altra porzione di centro cittadino. I bestioni della strada, quelli stessi che nell'ultimo mese hanno ucciso due anziani sulla statale 114 ed in via taormina, da ottobre invaderanno anche la via La Farina. Pronto a partire il nuovo collegamento tra Messina e Salerno. Il progetto è ambizioso e rientra in quel piano dei trasporti approntato a livello nazionale ed auspicato, durante la sua visita a Messina, dallo stesso presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. C'è però un particolare: per raggiungere quella che viene definita autostrada del mare, una rotta che verrà coperta con una modernissima nave in sole 7 ore, bisognerà attraversare il cuore della città:viale Europa e via La Farina e poi un malridotto cavalcavia. I tentativi di realizzare una strada alternativa, fino ad ora, sono andati tutti a vuoto. Amministratori ed imprenditori hanno preferito però non perdere quella che definiscono una straordinaria occasione. Si parte lo stesso ed in condizioni precarie. Una decisione che non è piaciuta al coordinamento dei comitati che, due mesi fa, ha portato in piazza oltre deumila persone. Ieri, a protestare, in rappresentanza del popolo antitir, c'erano una quarantina di irriducibili. Abbastanza da indurre il sindaco a sospendere la conferenza stampa ed a rifugiarsi, dopo un violento battibecco con alcuni dei dimostranti, tra proteste e fischi, in una delle stanze attigue al suo quartier generale. Ad illustrare il progetto Antonino Repaci e Vincenzo Franza, amministratori rispettivamente di Caronte e Tourist. L'investimento di circa settanta miliardi (che si aggiungono ai quaranta spesi dallo Stato per ristrutturare il molo Norimberga) riguarda soprattutto l'acquisto di una velocissima nave RoRO. Venticinque nodi di velocità, cento prese frigo, 76 cabine per 304 passeggeri, 225 poltrone, 200 posti sul ponte. I camionisti potranno dormire a bordo e tornarte al lavoro in Campania. Prezzo del biglietto per un solo viaggio circa ottocentomila lire. La nave partirà da Messina all'una di notte dal lunedì alla domenica ed arriverà da Salerno in riva allo Stretto alle 20. Il Molo sarà gestito da un consorzio.
 

30/6/2001 ( bob brown )

La conferenza stampa sull'autostrada del .....cavolo al Comune di Messina ha dimostrato ancora una volta di che cosa è capace la città "verminaio".

Tutto il blocco politico amministrativo affaristico editoriale si è mosso all'unisono per dimostrare che l'iniziativa della linea Salerno-Messina risponde a quella domanda di "modernità" che perfino il Presidente Ciampi ha chiesto di esaudire.
Il quotidiano locale ha spiegato che la vocazione naturale di una città che si affaccia sullo Stretto è quella di collegare, di vedere il proprio porto aumentare i traffici, altro che salute e vivibilità dei cittadini.
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente dell'autorità portuale, il comandante della capitaneria di porto mentre ha sorpreso la veemente reazione del Sindaco alla protesta del Comitato "La Nostra Città"  che ha addirittura fatto spostare la riunione in un'altra sala a "porte chiuse".
Un'altro elemento inquietante è stata la partecipazione di quel Richichi, rappresentante di quegli autotrasportatori che hanno bloccato per quasi un mese la Sicilia senza che nessuna istituzione (dalla prefettura alla magistratura) ne abbia chiesto ancora di rendere conto.
Il blocco di cui sopra ha avuto buon gioco a stendere una cortina fumogena sul fatto che tale iniziativa non c'enta nulla con la soluzione del problema dell'attraversamento della città da parte dei mezzi pesanti, mentre contribuisce, in misura assolutamente marginale, ad alleggerire il transito sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Riuscirà il buon Richichi a convincere i propri associati (quasi tutti della Sicilia Sud-Orientale) che è più "conveniente" giungere fino a Messina per "traghettare" fino a Salerno mentre sono già in funzione a Catania numerose linee di lunga percorrenza che, in una tale realtà non attendono altro che un aumento della domanda per allestirne altrettante?
E' probabile che a Catania i nostri traghettatori, "abituati" a non subire concorrenza, possano incontrare qualche difficoltà ed ecco che l'iniziativa Messina-Salerno appare più come un'intervento preventivo per "occupare" tutti i posti disponibili nell'area dello Stretto lasciando alla città solo traffico, smog e incidenti.

30/6/2001 ( gazzetta del sud )

Approdi, oggi scade il termine per i “project financing”

Il giorno dopo la “quasi rissa” verificatasi nella sala giunta del Comune, il sindaco usa toni molto più misurati ma i concetti sono gli stessi. «Quella dei comitati anti-tir – è il pensiero di Leonardi – non è più una mobilitazione spontanea dei messinesi che sopportano da decenni i disagi derivanti dal passaggio dei tir ma è una protesta pilotata. L'obiettivo sembra essere quello di colpire solo questa amministrazione comunale, nel momento in cui si sta producendo il massimo sforzo per risolvere, dopo 30 anni, il problema degli approdi e del passaggio dei mezzi pesanti del centro abitato». Proprio oggi scade il termine per la presentazione delle offerte progettuali da parte dei privati che intendono realizzare, in “project financing”, i nuovi approdi, in particolare quello previsto a Tremestieri. C'è chi ha definito anomale le procedure avviate dall'amministrazione comunale. Il sindaco ritiene, al contrario, che è proprio questa la strada più concreta, perchè coinvolge direttamente l'imprenditoria privata e non darà più alibi a nessuno. E Leonardi è anche convinto che le feroci polemiche sull'utilizzazione del molo Norimberga come terminal per la nuova linea di mavigazione Messina-Salerno, e la rumorosa contestazione innescata giovedì mattina da alcuni rappresentanti del comitato anti-tir nel corso della conferenza stampa organizzata a Palazzo Zanca dalle società Tourist e Caronte, non trovino in alcun modo giustificazione. Le autostrade del mare – assicura il sindaco – avranno la loro sede naturale nell'approdo di Tremestieri. Nel frattempo, dirottare – in orari serali o notturni – una parte dei mezzi pesanti dalla rada di San Francesco al molo Norimberga può essere, comunque, un provvedimento in grado di alleviare i disagi sopportati dal Boccetta. L'aggravio sugli altri svincoli autostradali e sulla via La Farina non sarebbe più di quello attuale, visto che già ora parecchi autoarticolati compiono quel tragitto per recarsi agli imbarchi delle società che svolgono dall'area portuale i collegamenti con Reggio Calabria. E d'altra parte, se in tutti in questi anni le Fs avessero davvero svolto un ruolo più incisivo nell'area dello Stretto, la diversificazione dei flussi di traffico – invocata da parecchi messinesi – sarebbe stata molto più evidente. Le scelte che si stanno compiendo oggi non sono un “grazioso regalo” al gruppo Tourist-Caronte. Questo è il tasto che più fa indignare il primo cittadino. «La mia amministrazione – ha detto più volte Leonardi – può avere mille difetti ma non è succube del potere dei Franza». La riqualificazione del molo Norimberga e la sua destinazione a sede di traffico di cabotaggio rientrano tra le scelte strategiche inserite nella bozza del Piano regolatore del porto e, più in generale, nei programmi dell'intera portualità siciliana. Il Governo nazionale ha stanziato 25 miliardi di lire e non certo per trasformare in un pur suggestivo parco archeologico una struttura che fa parte integrante del porto di Messina e che è indispensabile per qualunque suo progetto di rilancio. In ogni caso – ribadisce Leonardi – «l'amministrazione comunale ha ritenuto che il molo Norimberga non fosse idoneo ad ospitare i nuovi approdi per il traghettamento. Eppure molti di coloro che oggi contestano le scelte della giunta, si sono battuti nel passato recente proprio per il trasferimento degli imbarcaderi al molo Norimberga». Ma il sindaco ritiene che si stia facendo ancora di più: «Dopo il no del Genio civile al progetto della ristrutturazione della via Don Blasco, è stata individuata la nuova soluzione progettuale che consentirà – lo assicurano il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio e il comandante della capitaneria Carmelo Maccarone – il collegamento, interamente su sede demaniale e senza alcuna interferenza con il centro abitato, tra lo svincolo autostradale di Tremestieri e il porto. Gli imprenditori devono fare il loro mestiere: investire, rischiare, creare opportunità di lavoro, non perdere quelle occasioni che possono inserire Messina nei grandi circuiti internazionali. E la classe politica ha il dovere di dare risposte concrete in termini di scelte strategiche e di realizzazione delle necessarie opere infrastrutturali. «Questo – ripete Leonardi – è quello che stiamo facendo. Ma non si può annullare nel giro di due o tre anni quello che non è stato fatto in 30. La nostra, comunque, è una città strana. Quando c'è qualcuno che decide di investire risorse sul territorio, si grida allo scandalo. Quando invece ciò non accade, ci si lamenta per la mancanza di una vera classe imprenditoriale»

30/6/2001 ( gazzetta del sud )

S'insedia domani il nuovo comandante della polizia municipale
Ferlisi: «Sarò anch'io sulla strada»


«Indossare di nuovo una divisa, per me figlio di un maresciallo dei carabinieri, è motivo di grandissima soddisfazione». Non nasconde l'emozione Calogero Ferlisi. Domani è il giorno dell'insediamento e il corpo di polizia municipale di Messina, dopo tre anni di “supplenza”, avrà finalmente un comandante nel pieno delle sue prerogative e funzioni, vincitore di un tormentato concorso, che ha avuto lunghi strascichi nelle aule dei tribunali amministrativi. «Quando nel gennaio dello scorso anno ho lasciato la Capitaneria di porto – ricorda l'ex responsabile della sezione Demanio – non avrei mai pensato di assumere la guida di un corpo glorioso quale quello dei vigili urbani. Adesso so che mi attende un compito gravoso, mi accingo ad affrontarlo con spirito di umiltà e sacrificio, senza promettere colpi di bacchetta magica ma solo il massimo impegno al servizio della cittadinanza». Quarantadue anni da compiere il prossimo 15 novembre, sposato, due figlie, devoto di papa Giovanni XXIII, alle spalle un giovane ma movimentato passato di cui dice di andare fiero: «Non rinnego nulla di ciò che ho fatto finora». Avvocato, ufficiale di complemento, tenente all'Accademia navale di Livorno, poi alla Capitaneria di porto di Reggio Calabria, responsabile dell'ufficio circondariale marittimo di Corigliano Calabro, capitano di corvetta, comandante dell'ufficio Demanio e contenzioso della Capitaneria di Messina, specializzato in tecnica dei trasporti marittimi all'Università di Roma, capitano di fregata (prima delle dimissioni volontarie dal corpo della Guardia costiera risalenti al 7 gennaio 2000) e protagonista di varie azioni di contrasto ai fenomeni di abusivismo sul demanio marittimo. Un “curriculum vitae” arricchito da altre multiformi attività: attore di teatro e cabaret, arbitro di calcio, appassionato di pesca, esperto di lotta all'inquinamento marittimo. Tutto sommato ci vuole un bel coraggio ad assumere la guida della polizia municipale nel momento di maggiore emergenza, quando l'intera città, da Tremestieri alla riviera nord, sembra un immenso cantiere all'aperto, con gravi conseguenze sia sul piano viario sia su quello dell'ordine pubblico e della protezione civile. «Ho tante idee – afferma Ferlisi – così come sono tante le priorità da affrontare. Nei primi giorni voglio compiere una ricognizione in tutti settori di attività del corpo. Non c'è bisogno di rivoluzioni ma di unità d'intenti, di un coordinamento interforze, di un lavoro spalla a spalla tra noi, l'amministrazione comunale, i tecnici della viabilità e degli altri dipartimenti, le istituzioni demaniali, le altre forze di polizia, la magistratura. Credo nel lavoro di squadra, l'unico che può dare buoni risultati. Oggi non è certo il caso di fare proclami. Posso solo dire che cercherò di assicurare una maggiore e più costante presenza dei vigili urbani sul territorio, una dislocazione più razionale di uomini e pattuglie, anche in quelle zone della città (penso, ad esempio, ai quartieri sud) dove obiettivamente si è registrata qualche carenza nel passato. Garantisco fin da ora, per questi mesi estivi, un severo controllo in tutte le strade prossime alle zone balneari ed è mia intenzione rivedere l'utilizzo del carro-attrezzi, che in questo momento di emergenza deve servire soprattutto a fini preventivi e non va visto come uno strumento di repressione fine a sè stessa. Ritengo di straordinaria importanza i compiti che la polizia municipale ha nei settori dell'annona e mercati, della tutela del territorio, del recupero della legalità e della lotta ad ogni fenomeno di abusivismo». Ferlisi rievoca gli anni dell'accademia di Livorno. «L'insegnamento più importante che ne ho tratto – dice – è che un buon ufficiale deve saper dare il buon esempio. Spero di essere all'altezza del compito, sarò anch'io ogni giorno sulla strada a verificare di persona le difficoltà, i problemi, le esigenze di una città che, anche per la sua estensione geografica, è dura da governare ma che è bellissima e per la quale ognuno di noi deve dare il suo piccolo grande contributo». Buon lavoro.

30/6/2001 ( gds )

L'avvocato Igor Germanà in cima alla lista per il "difensore civico"

Otto pretendenti per la poltrona di difensore civico. Scaduti i termini di consegna delle candidature, il consiglio comunale dovrà scegliere tra le varie nomination ma voci di corridoio attribuirebbero la pole position all'avvocato Igor Germanà, politicamente vicino all'area Forza Italia del "Cavaliere".
A contendere la leadership ci sarebbero anche l'azzurro Ernesto Fiorillo, Alessandro Anastasi ordinario presso la facoltà di Economia di diritto del lavoro, l'avvocato Francesco De Lorenzo, il presidente della società mista per la rete civica, Michele Bisignano, Francesco Pitrè, ex assessore comunale ai Lavori pubblici e "dulcis in fundo" gli avvocati Luigi Andreozzi e Nino Favazzo.
Il nuovo portavoce della cittadinanza rimarrà in carica cinque anni e nel suo "portafoglio" verrà versata un'indennità pari a quella del primo cittadino. La nomina dovrebbe avvenire entro luglio.

30/6/2001 ( gds )

Quattro consiglieri comunali insorgono: "Sul Norimberga Leonardi cambia idea"

No alla città casello autostradale della Sicilia.
La concessione del Molo Norimberga per il collegamento via mare con Salerno scatena le polemiche dei consiglieri comunali dell'opposizione che in una nota esprimono solidarietà al coordinamento dei comitati antitir. E mentre Saro Visicaro prepara un esposto da presentare alla magistratura i consiglieri Giuseppe Previti, Filippo Tommasini, Gaetano Giunta e Giuseppe Mangiapane preannunciano battaglia in aula.
La concessione dell'area viene definita in una nota una scelta offensiva nei confronti di una città fin troppo martoriata dalla schiavitù ai mezzi pesanti. "E l'inesistenza della via del mare _ scrivono _ la rende addirittura criminosa. I rischi di incidenti ambientali sono elevatissimi, come anche dimostrato da recenti studi dell'università".
In realtà, aggiungono i consiglieri di minoranza, per il molo Norimberga, si potrebbe ipotizzare un futuro diverso, con soluzioni di ben altro spessore culturale, come dimostrato anche dai recenti ritrovamenti della Soprintendenza. Ben altra dovrebbe essere secondo i consiglieri, una seria politica dei trasporti. L'amministrazione dovrebbe decidere per l'adozione di una tassa di attraversamento della città, da destinare ai progetti di risanamento ambientale. L'interfaccia naturale con Gioia Tauro secondo gli esponenti dell'opposizione dovrebbe essere individuato lungo la costa tirrenica, mentre per quel che riguarda il restante flusso di attraversamento potrebbe essere dirottato sull'approdo di Tremestieri.
Pronto lo scontro in aula, con un emendamento che propone la cancellazione dal piano triennale di quello che viene definito dall'opposizione un altro folle equivoco, l'approdo all'Annunziata. C'è chi rincara la dose: "Il sindaco _ ricorda Giuseppe Previti _ ha la memoria corta. Lo scorso anno, proprio in questi giorni ed in occasione del dibattito sulla delibera per gli approdi, alla mia proposta sull'ipotesi Norimberga rispose che era irrealizzabile. Il progetto della via del mare aveva avuto il parere contrario del Cru e per la Cittadella e la zona falcata l'amministrazione aveva progetti che miravano al risanamento ed alla fruizione culturale".
Mentre i consiglieri affilano le armi Saro Visicaro si appresta a rivolgersi alla magistratura "Si sta giocando in modo scorretto, regalando il molo senza alcuna regola o preavviso. Non ci resta che la denuncia alla magistratura, iniziative legali contro l'illegalità".

30/6/2001 ( gds )

Il sindaco: "E' una soluzione provvisoria in vista di quella definitiva a Tremestieri"

 "Il molo Norimberga costituisce soltanto una soluzione provvisoria in attesa che venga realizzato l'approdo di Tremestieri". A parlare è il sindaco Salvatore Leonardi, contestatissimo giovedì mattina durante la conferenza stampa di presentazione del gruppo Tourist-Caronte. Il primo cittadino ha perso anche la sua proverbiale calma rispondendo alle accuse dei manifestanti.
"Non mi aspettavo - spiega - una maniera così incivile di contestare. Si può contestare ma si discute. Dove sono stati in questi trent'anni coloro che adesso protestano? Forse la guerra si fa a quest'amnministrazione perchè per la prima volta sta cercando di risolvere in maniera decisiva il problema. Devo pensare che tutto questo si fa perchè tutto resti come prima. Questa è davvero una città strana. Tutto le volte che un imprenditore avvia qualche iniziativa viene contestato".
Sul molo poi Leonardi spiega: "Quelli che oggi contestano il Norimberga prima lo hanno sostenuto. E' comunque una soluzione provvisoria nel quadro di soluzioni tampone che si stanno valutando ma in attesa che si realizzi l'approdo a sud. Occorrono due anni. In questo periodo dobbiamo mettere in campo una serie di alternative. Nessuna da sola risolve il problema. Tutte assieme contribuiscono ad attenuarlo".

30/6/2001 ( gds )

Cresce il popolo anti-Tir, ci sarà pure Fi: "Un'altra fetta di città come l'inferno"

Quartieri in rivolta contro la decisione delle istituzioni di dare il via libera ad una nuova linea di collegamento per Salerno dal molo Norimberga. Il "popolo antitir" trova nuovi alleati. Nel mirino sempre i mezzi pesanti che, per raggiungere il Norimberga, messo a nuovo grazie ad un finanziamento statale da quaranta miliardi, dovranno attraversare il cuore della città: viale Europa, via La Farina ed il cavalcavia.
Al Comune, giovedì, a contestare vivacemente erano stati una quarantina di rappresentanti del coordimanento antitir. Ma a 24 ore dalla movimentata conferenza stampa di presentazione del nuovo servizio che sarà avviato ad ottobre, spuntano nuove polemiche. A sorpresa, ieri mattina, ad annunciare il varo di un nuovo comitato, è il consigliere comunale di Forza Italia, Raimondo Burrascano (nella foto).
L'"azzurro" costituirà un nuovo sodalizio all'interno del territorio del Quinto quartiere che si unirà al coordinamento già esistente. E nelle prossime ore avvierà una petizione popolare. "Stiamo toccando veramente il fondo - sostiene Burrascano - questa nuova linea rischia di trasformare un'altra ampia porzione di città in un inferno. Invito il sindaco ed i rappresentanti dell'Autorità portuale ad abitare per qualche giorno dove passano i Tir".
Sul piede di guerra il vicepresidente del Sesto quartiere Enrico Pistorino dei Democratici di sinistra. L'esponente politico ha annunciato di aver presentato una mozione in ccui chiede al sindaco l'immediata convocazione di una delegazione del quartiere e di fare marcia indietro su ogni decisione che riguarda la nuova linea di collegamento: "E' inaudito - spiega Pistorino - ancora una volta non siamo stati interpellati. Abbiamo appreso tutto dai giornali e dalle televisioni. Siamo assolutamente contrari. Nessuno considera il fatto che sulla zona interessata al passaggio dei Tir ci sono un ospedale, una serie di caserme, tre scuole, due mercati".
"E non mi dicano - aggiunge il vice presisdente della sesta circoscrizione che i Tir passeranno soltanto di notte. Perchè è vero che l nave partirà all'una di notte ma è anche vero che arriverà da salerno alle 20. Un orario quindi in cui le strade sono ancora piene di gente e di auto".