1/6/2001
Fonte: gazzetta del sud
Un settantottenne di Contesse, sulla
Statale 114, mentre stava attraversando sulle strisce
Muore schiacciato da un Tir
Dopo aver fatto la spesa stava cercando di raggiungere
la fermata dell'autobus
Incidente
mortale poco dopo le 12 di ieri sulla strada statale 114,
all'altezza del Bar “Settineri” e dei magazzini di
abbigliamento “D'Angelo”. Un pensionato, il
settantottenne Giovanni Cannata, domiciliato a Contesse, è
stato travolto ed ucciso da un tir “Daf 95F”, targato
BC498VN, che viaggiava in direzione di marcia nord-sud.
L'anziano ha avuto la testa schiacciata dalla ruota
anteriore sinistra della cabina del pesante mezzo, carico di
pasta, condotto dal trentatreenne Francesco Lauria –
originario e domiciliato a Enna – e diretto all'imbocco
autostradale di Tremestieri da dove, con ogni probabilità,
avrebbe proseguito per Catania. Il conducente, in preda al
panico, si è allontanato a piedi dal luogo della disgrazia
e, pochi minuti dopo, si è costituito alla Compagnia dei
carabinieri di Messina sud. La tragedia si è consumata
sotto gli occhi di alcuni automobilisti e dalle persone che
si trovavano in attesa degli autobus provenienti dai
villaggi della zona sud e diretti al centro cittadino. I
rilievi sono stati eseguiti dagli agenti della sezione
Infortunistica della polizia municipale che hanno anche
provveduto, in collaborazione con i colleghi del Reparto
operativo mobile e della Polizia di Stato, a deviare il
traffico nella sottostante via Marco Polo in modo da
consentire al magistrato di turno e al medico legale, il
dott. Giovanni Crisafulli, di eseguire i primi rilievi. Gli
uomini dell'Infortunistica, che hanno lavorato fino a tarda
notte per portare a termine l'interrogatorio del camionista
e per ascoltare i parenti della vittima, hanno tentato di
ricostruire quanto accaduto sulla “114”. L'anziano, che
poco prima aveva fatto la spesa in un vicino supermercato,
stava attraversando la strada sulle strisce pedonali nel
tentativo di raggiungere l'autobus di linea n. 13 che lo
avrebbe riportato a casa. A questo punto il settantottenne,
giunto al centro della carreggiata, sarebbe stato
“toccato” dal camion e sarebbe caduto sull'asfalto
finendo sotto le ruote. Il conducente del pesante mezzo non
si sarebbe però accorto di nulla tant'è che ha proseguito
la marcia. A richiamare l'attenzione di Francesco Lauria
sarebbero state infatti le urla disperate di chi ha
assistito all'incidente. L'uomo, sceso dalla cabina, si è
trovato innanzi una scena agghiacciante: preso dal panico è
così fuggito ma, dopo aver percorso pochi metri, ha deciso
di costituirsi alle forze dell'ordine. Il camion è stato
posto sotto sequestro. Ieri, sull'accaduto, il consigliere
Francesco Gallo ha inviato una nota nella quale sottolinea
la necessità di un presidio fisso di vigilanza sulla
Statale 114, già in passato teatro di incidenti mortali. In
serata, nel corso del civico consesso, il consigliere Franco
Providenti ha presentato una pregiudiziale con cui chiede
provvedimenti urgenti da parte del consiglio e lo storno di
10 miliardi dal bilancio per il completamento della via del
mare. Sul viale Europa e innanzi palazzo Zanca si è anche
svolta una manifestazione del comitato “La nostra città”.
1/6/2001
Fonte: gds
Attraversa e
viene schiacciato da un Tir La vittima è un pensionato di
78 anni
E' l'ennesima
tragedia stradale. "Tutta colpa dei bisonti che
attraversano la nostra città", direbbe il comitato
presieduto da Saro Visicaro, ma di chiunque sia la
responsabilità dell'ennesimo spargimento di sangue, una
cosa è certa, quel vecchietto che non aveva mai fatto alcun
male, durante i suoi settantotto anni di vita, non meritava
di morire in modo così atroce. Giovanni Cannata,
pensionato, sposato e padre di quattro figli, è morto
schiacciato dalle gigantesche ruote di un tir, che,
transitava sulla strada statale 114, a Contesse. Il
pensionato stava attraversando la strada. Aveva appena
comprato due polli già pronti per essere serviti in quella
tavola alla quale non si è mai seduto.Erano le 12,30 quando
il conducente del "bisonte", Francesco Lauria,
trentadue anni, di Valguarnera , in provincia di Enna,
procedeva verso l'autostrada Messina-Catania. Cannata stava
attraversando sulle strisce pedonali, che nonostante l'età
avanzata, aveva intravisto pur essendo sbiadite. C'è chi
dice che avrebbe tentato di scansare un autobus e che non si
sarebbe accorto dell'autoarticolatio che gli arrivava
addosso. Chi sostiene che Francesco Lauria, col tir, l'ha
investito e poi travolto senza dargli via di scampo, per non
essersi neppure accorto del pedone. Una manciata di secondi
ed il vecchietto è finito sotto le ruote che gli hanno
schiacciato la testa. L'autista ha subito abbandonato la
guida del suo mezzo, fuggendo via, probabilmente, in preda
al panico e allo choc. Qualche minuto dopo, si è costituito
dai carabinieri. Ieri pomeriggio, il sostituto procuratore
Giuseppe Sidoti che nella mattinata, era stato sul luogo
della tragedia assieme ai vigili della sezione
infortunistica, che stanno accertando con esattezza la
dinamica dell'incidente, ha ascoltato la versione dei fatti
di Lauria per il quale, nelle prossime ore, potrebbe
scattare un avviso di garanzia per omicidio colposo. Appena
la settimana scorsa, in udienza preliminare, aveva
patteggiato una condanna ad otto mesi di reclusione,
l'autista calabrese Giovanni Plutino che l'anno scorso, alla
guida del suo tir travolse ed uccise - proprio come è
accaduto a Giovanni Cannata - una donna che finì sotto le
sue ruote mentre attraversava la strada in via Campo delle
Vettovaglie.
1/6/2001 (
gds )
E in città torna la protesta
"Siamo stufi degli incidenti"
Un
concentramento a palazzo Zanca per manifestare contro
l'ennesimo incidente mortale causato da un tir e qualche ora
prima ed una distribuzione di "aria virtuale" ai
cittadini sul viale Europa.
Proteste a tutto campo, ieri, per il comitato "La
Nostra Città", dopo che un'altra sciagura stradale ha
insanguinato un tranquillo pomeriggio di primavera.
Gli esponenti del movimento ambientalista, che da mesi e
mesi, si batte per la liberazione del centro della città
dai mezzi pesanti, appreso dell'incidente mortale avvenuto a
Contesse, ha inscenato nel pomeriggio un sit-in di protesta
davanti al Comune. Uno dei portavoce del comitato, Saro
Visicaro, ha ribadito le richieste formulate nei giorni
scorsi al sindaco Salvatore Leonardi e cioè l'istituzione
del divieto di ingresso ai Tir in tutti gli svincoli
autostradali in tre fasce orarie:7,30-8,30; 12,30-13,30;
19,30-20,30. Le ore piu' a rischio infatti sarebbero quelle
di punta quando il traffico è molto piu' intenso. Qualche
ora prima, in mattinata, il comitato aveva distribuito
provocatoriamente ai passanti, sul viale Europa, un'arteria
interessata da alcune settimane dal passaggio dei Tir,
bicchieri di "aria virtuale".
1/6/2001
( gazzetta del sud )
Intanto Comune e Regione aprono le
procedure per gli scali a Tremestieri e Annunziata: progetti
di massima a Palermo entro il 30 giugno
Quarantuno miliardi per l'approdo d'emergenza
Due i risultati
raggiunti ieri a Palermo dal Comune e dalla Regione. Il
primo è il finanziamento con 41 miliardi dell'approdo di
emergenza a due invasature a sud dello svincolo di
Tremestieri, collegato con sottopasso con l'autostrada e
destinato ad assorbire almeno il 70 per cento dei tir che
passano da Messina. Il secondo è l'accordo di programma
Regione-Comune che ha già attivato, per gli approdi
definitivi di Tremestieri e Annunziata, il procedimento
pubblico-privato del «project financing» disciplinato
dalla legge Merloni Ter. L'Amministrazione Leonardi ha
convalidato, in un patto con la Regione (in quanto titolare
delle concessioni demaniali), il proprio progetto politico
di razionalizzazione dei siti degli approdi per il
traghettamento nello Stretto con l'obiettivo portante di
eliminare l'attraversamento della città da parte dei tir.
La «linea Leonardi» del doppio approdo, figlia degli studi
della commissione nazionale Misiti e accolta dal consiglio
comunale, è stata dunque recepita e cementata in uno
strumento programmatorio e in un procedimento
d'aggiudicazione a livello regionale. Nell'assetto futuro
degli approdi, disegnato da Comune e Regione, i tir dovranno
imbarcarsi davanti allo svincolo di Tremestieri e senza
nessuna interferenza con il traffico cittadino sulla Statale
114; le automobili, invece, saliranno sulle navi alla foce
del torrente Annunziata ma, naturalmente, solo quando vi sarà
la "pre-condizione" del nuovo svincolo
autostradale e, quindi, anche la possibilità di realizzare
il tunnel di collegamento diretto con la tangenziale.
Intanto, per i tempi brevi, è partita l'operazione «approdo
di emergenza». Si è avuta la conferma contabile: ammontano
a 41 i miliardi stanziati dal governo regionale per
raggiungere entro i primi mesi del 2002 l'obiettivo della
costruzione delle due invasature "d'emergenza" e
della viabilità di servizio in un'area a sud dello svincolo
di Tremestieri. I finanziamenti vengono attinti ai 140
miliardi accreditati dall'Europa alla Sicilia, attraverso «Agenda
2000», per gli obiettivi della portualità. Le due
invasature d'emergenza, col sottopasso e l'area di
stoccaggio dei tir, saranno poi parte dell'approdo
definitivo di Tremestieri per il traffico gommato pesante:
le prime due delle otto invasature che dovrebbero far
trasportare i tir tra Messina, Villa e Reggio. In un mese al
massimo i due enti pubblici già delegati per l'approdo
d'emergenza – il Genio civile opere marittime e il Genio
civile di Messina – riceveranno i finanziamenti per
tradurre gli studi di fattibilità nella progettazione
definitiva. Una volta bandito l'appalto, da quando
concretamente s'apriranno i cantieri, i tempi di
realizzazione dell'opera saranno di circa sei mesi. Il
sindaco Salvatore Leonardi, alla fine del vertice, ha
espresso la propria piena soddisfazione «per l'obiettivo
raggiunto che porta a soluzione un problema trentennale di
cui va dato atto – ha voluto sottolineare il primo
cittadino – anche alla "messinesità" dimostrata
dagli onorevoli Leanza e Lo Monte». Alla riunione tenutasi
alla Presidenza della Regione, e durata più di 4 ore anche
per una notevole meticolosità nella definizione del testo
dell'«Accordo di programma quadro nazionale trasporti»,
hanno preso parte il sindaco Leonardi; il presidente della
Regione Leanza; l'assessore regionale al Territorio Lo
Monte; il comandante della Capitaneria di Messina, Carmelo
Maccarone; il dirigente dell'assessorato regionale alla
Programmazione, Gabriella Paolocci; i consulenti legali del
Comune, professori Raffaele Tommasini e Aldo Tigano ed il
consulente legale della Regione, avv. Castaldi; il dirigente
regionale del Genio civile delle opere marittime ing.
Rosario Navarra Tramontana con l'ingegnere capo Lorenzo
Ceraulo; il nuovo dirigente del Genio civile di Messina,
Francesco Rigano con l'ing. Bruno Manfré.
1/6/2001 (
gazzetta del sud )
ACCORDO
E PROJECT FINANCING
L'Accordo di programma prevede, per la realizzazione e
gestione dei due approdi, a Tremestieri e all'Annunziata, la
contitolarità, di Comune e Regione, del procedimento di «project
financing» il cui iter procedurale è disciplinato
dall'articolo 37 bis della Legge Merloni Ter. «Per questo
scopo – spiega l'Amministrazione Leonardi – sarà creata
una Commissione mista Comune-Regione per la valutazione di
tutte le offerte private per la realizzazione e gestione
degli approdi. La stessa Commissione varerà l'avviso-invito
per la presentazione delle offerte. Sarà presieduta dal
presidente della Regione; il sindaco sarà vicepresidente;
ne faranno parte gli assessori regionali al Territorio e ai
Lavori pubblici e un altro rappresentante
dell'amministrazione comunale. Il Comune assumerà la
funzione di stazione appaltante». I progetti di massima
dovranno essere presentati entro il termine di legge del 30
giugno, la scelta sarà compiuta entro il 2001. Il
successivo bando d'appalto disciplinerà i termini della
concessione.
1/6/2001
( gds )
Tremestieri, si
farà il secondo approdo firmata l'intesa tra Regione e
Comune
Via libera al
secondo approdo di Tremestieri. Siglato alla Regione il
protocollo d'intesa che apre la strada alla realizzazione
dell'importante opera. Nonostante le proteste del quartiere
e dei comitati cittadini l'amministrazione comunale va
avanti sulla strada intrapresa in prefettura:la costruzione
di uno scalo nella zona sud della città.
Dall'accordo di ieri sono scaturiti due aspetti
importanti:La Regione si farà carico, attraverso i fondi
europei di Agenda 2000, del finanziamento dei primi due
moduli dell'opera che costeranno circa quaranta miliardi; il
Comune seguirà nelle vesti di ente appaltante la procedura
del project financing per la costruzione di un piu' ampio
porto commerciale dove si integrerà la prima tranche
dell'opera. A firmare il documento il presidente della
Regione Vincenzo Leanza ed il sindaco Salvatore Leonardi. E'
stata istituita inoltre una commissione permanente mista che
seguirà la procedura degli appalti sino al traguardo.
Ne faranno parte, nelle vesti di presidente, lo stesso
presidente della Regione protempore e di membri effettivi i
due assessoiri in carica al Territorio ed ai Lavori
pubblici. Il sindaco ricoprirà nello stesso organismo il
ruolo di vicepresidente, l'assessore comunale ai Lavori
pubblici quello di componente. I primi due moduli del
progetto, secondo i tecnici, potranno essere realizzati
entro otto mesi dall'affidamento dell'appalto.
Ma per arrivare all'avvio dei lavori bisognerà attendere il
rilascio della valutazione di impatto ambientale, gli studi
geognostici e la stesura dei progetti di massima ed
esecutivo. Presumibilmente le varie fasi burocratiche
saranno espletate non prima di un anno. Il taglio del nastro
non avverrà quindi prima di venti mesi. Gli amministratori
hanno comunque garantito che saranno applicate le procedure
d'urgenza consentite dalla legge sulla protezione civile.
Nell'approdo che realizzerà la Regione saranno ospitate due
invasature che consentiranno l'ingresso contemporaneo di due
navi. La zona prescelta dal genio civile opere marittime
ricade sul territorio di Tremestieri. Il collegamento tra il
piccolo scalo marittimo e la bretella autostradale avverrà
attraverso un tunnel indipendente che non interferirà con
la viabilità cittadina. L'interfaccia del nuovo approdo sarà
comunque Reggio Calabria.
I tempi di percorrenza si allungheranno sino ad almeno
quaranta minuti. Entro il 30 giugno sarà comunque avviata
la procedura del project financing. Ai tre progetti già
presentati (dalle ferrovie dello Stato, dal gruppo
Tourist-Caronte e da Amedeo Matacena) se ne potranno
affiancare altri.
2/6/2001
( gazzetta del sud )
Terzo
parere negativo del Genio Civile. Adesso Comune, Authority
e Capitaneria puntano a una strada del mare Tremestieri-S.
Raineri
Bocciata
la riqualificazione della via Don Blasco
Brutta
tegola sui programmi comunali volti a razionalizzare la
viabilità cittadina creando un'alternativa alla
congestionata via La Farina. Il Genio Civile di Messina ha
bocciato per la terza volta il progetto di ampliamento e
riqualificazione della via Don Blasco dallo svincolo di
Gazzi al molo Norimberga. L'ex dirigente del Genio Civile,
l'ing. Domenico Fiore (gli è subentrato l'ing. Francesco
Rigano) ha sottoscritto come ultimo atto l'ennesimo «parere
negativo», il terzo, sul progetto che fu voluto dalla
giunta Providenti e venne presentato nel 1996 alla Regione
con la richiesta di variante urbanistica. Il progetto, per
un ammontare di 18 miliardi, era stato redatto
dall'ingegnere Antonio Rizzo. A giudizio dell'assessore
alle Infrastrutture Gianfranco Scoglio, le ragioni della
bocciatura risiederebbero nel vizio d'origine che avrebbe
caratterizzato la proposizione dell'opera, dal Comune alla
Regione, e quindi alcune previsioni tecniche che non
potevano più essere adeguate, oggi, alle prescrizioni
date dal Cru, a meno di non fare lievitare enormemente i
costi e snaturare il progetto». Adesso non mancheranno
polemiche e giusti rimpianti. Scoglio, però, intende
sgomberare il campo dai dubbi su una possibile
"tiepidità" nella riformulazione del progetto
"targato Providenti": «Avevamo fatto tutto il
possibile apportando per esempio rilevanti modifiche alla
parte del tracciato che interferiva con alcune aree Fs e
previsto gli espropri, che prima non c'erano, per un costo
aggiuntivo di 3 miliardi. Ma su due precisi rilievi del
Cru, purtroppo, il progetto non poteva essere adeguato»
– Quali gli ostacoli insormontabili? «Il fatto che per
una strada qualificata "di collegamento" (Norimberga-Approdi)
ci fosse un'interferenza con la viabilità cittadina nelle
aree di via Fermi ed Acireale; e poi l'ampliamento
necessario al raggio di curvatura in corripondenza del
sottopasso di via Santa Cecilia».
– Non sembrano impedimenti insuperabili... «Si sono
rivelati tali per l'impostazione data in partenza. Nel
1996 si è scelta la via della legge 65 del 1981 per far
autorizzare un collegamento diretto con l'autostrada nel
presupposto della mancanza del Prg e, quindi, ci si è
sottoposti al giudizio di merito del Cru. Puntando sugli
adempimenti previsti dalla legge 1 del 1978, invece,
sarebbe bastata una variante urbanistica approvata dal
Consiglio comunale e ratificata dalla Regione. Con il
primo procedimento, così, il Cru si è trovato di fronte,
nel progetto, a restrizioni determinanti».
VIA DEL MARE – Si profila, intanto, la prospettiva di un
progetto di una «Via del Mare» che colleghi la zona
falcata di San Raineri con lo svincolo di Tremestieri:
prospettiva diventata ancora più interessante in
relazione all'approdo d'emergenza deciso per Tremestieri
(e in vista dell'approdo definitivo). Una lettera di
sollecito è stata indirizzata dal comandante della
Capitaneria di porto Carmelo Maccarone al sindaco
Leonardi, al presidente dell'Autorità portuale Vermiglio
e, per conoscenza, al prefetto Marino. Maccarone ritiene
fondamentale tale collegamento – ha scritto – «in una
visione funzionale unitaria della portualità di Messina».
L'assessore Scoglio condivide il punto di vista e vi
aggiunge anche quello della necessità di un'arteria
lungo-costa che riqualifichi tutte le aree degradate della
zona centro-sud. E ha dato incarico, per alcuni
approfondimenti, all'ing. Salvatore Lanzafame, dirigente
di settore e già autore di un progetto preliminare di
collegamento Tremestieri-San Raineri, che prevede opere
per 80 miliardi. Il presidente dell'Authority, il prof.
Giuseppe Vermiglio, conferma come un collegamento
porto-svincolo sia un obiettivo prioritario nella
programmazione dell'Authority, sia nel Piano operativo
triennale sia nelle previsioni di Agenda 2000: «Puntiamo
a un collegamento diretto per lo sviluppo del porto, a
cominciare dal molo Norimberga: lo Stato ci ha già
erogato alcuni rilevanti finanziamenti e l'Authority
potrebbe contribuire all'opera con fondi propri». Ma,
visto quant'accaduto con la via Don Blasco, c'è il
rischio di nuovi miraggi
2/6/2001 (
gazzetta del sud )
L'INCIDENTE
MORTALE SULLA 114 / Il conducente del tir interrogato
dagli agenti dell'Infortunistica
«Non mi sono accorto di nulla»
Il pm Sidoti ha emesso un avviso di garanzia per
omicidio colposo
L'atroce morte
del pensionato settantottenne Giovanni Cannata, travolto
ed ucciso poco dopo mezzogiorno di giovedì da un tir
mentre attraversava sulle strisce la strada della statale
“114”, ha riportato di estrema attualità la
pericolosità della trafficata arteria dove ormai regna
l'anarchia, con auto parcheggiate ovunque, ambulanti
divenuti “padroni” dei marciapiedi e pedoni costretti
a vere e proprie “gimkane”. Intanto dopo la
conclusione dei rilievi eseguiti sul luogo dell'incidente
dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia
municipale, il magistrato titolare dell'inchiesta, quale
atto dovuto, provvederà a inviare al conducente del tir
– il camionista trentatreenne Francesco Lauria,
originario di Enna – un avviso di garanzia per il reato
di omicidio colposo. Tutto infatti sembrerebbe combaciare
con quanto dichiarato nell'immediatezza dei fatti dallo
stesso Lauria che, dopo un comprensibile stato di shock,
ha ribadito più volte agli investigatori di non essersi
assolutamente accorto della presenza dell'uomo e di aver
capito l'accaduto solo dopo aver sentito urlare alcune
donne che, in attesa di prendere l'autobus, avevano
assistito all'accaduto. Sulla pericolosità della statale
“114”, teatro in passato di diversi incidenti mortali,
più volte erano intervenuti i consiglieri del IV
Quartiere che avevano invitato l'amministrazione comunale
a predisporre idonee misure per garantire sicurezza ai
cittadini della zona. Sull'incidente, con un comunicato,
sono intervenuti ieri i comitati cittadini che, il 21
maggio scorso, hanno sottoscritto le ragioni di contrasto
al progetto della Regione, del Comune e della Provincia
per realizzare un approdo a nord e uno immediatamente a
sud. «Manifestiamo – si legge nel documento – la
nostra solidarietà e il nostro sincero cordoglio ai
familiari di Giovanni Cannata, confermando il nostro
impegno fino a quando le istituzioni non avranno compreso
che si tratta di un progetto non voluto dalla città e
che, pertanto, il traffico dei mezzi pesanti deve essere
dirottato fuori da tutto il territorio comunale. Una
volontà espressa fin dal 1996 con la chiara protesta di
ben sei Circoscrizioni della zona sud e con le recenti,
eclatanti, manifestazioni della popolazione messinese». I
funerali di Giovanni Cannata – che lascia la moglie
Giuseppina e i figli Carmen, Patrizia, Enzo e Alessandro
– si svolgeranno oggi, alle 15,30, nella chiesa
dell'Immacolata a Contesse
2/6/2001 ( gds )
Il
pensionato schiacciato da un tir L'autista: "Non
l'avevo proprio visto"
"Non
l'avevo proprio visto". Ha spiegato a poche ore dalla
tragedia che ha avuto come vittima Giovanni Cannata, 78
anni, morto schiacciato da un tir sulla strada statale 114
a Contesse, Francesco Lauria, trentadue anni,
l'autotrasportatore della provincia di Enna, destinatario
di un avviso di garanzia per omicidio colposo. Un atto
dovuto da parte del sostituto procuratore Giuseppe Sidoti
che ha già affidato l'incarico per l'autopsia sul
cadavere del vecchietto, al medico legale Crisafulli.Il
magistrato ha ascoltato nello stesso pomeriggio di giovedì,
l'autista, che in un primo momento, era fuggito
istintivamente, dal luogo della tragedia. Lauria, ha detto
nel corso dell'interrogatorio, di aver avuto il terrore di
un linciaggio, di essere a conoscenza del clima di
tensione e di malcontento da parte degli abitanti della
zona, che non vogliono i "bisonti" sulla loro
strada. Per questo avrebbe abbandonato il suo tir che
trasportava pasta e a bordo del quale, era partito da
Foggia per arrivare a Catania. Poi, però, si è
costituito alla caserma dei carabinieri di Tremestieri.
Agghiacciante la scena che giovedì, poco dopo
mezzogiorno, ha scioccato i testimoni del terribile
incidente. Cannata, un vecchino dall'aspetto tanto
perbene, sposato e padre di quattro figli, si era recato
al supermercato per fare un pò di spesa. Stava
attraversando la strada su quelle strisce pedonali
consumate dal tempo, per raggiungere la fermata
dell'autobus. Il tir di Lauria l'ha investito e messo
sotto le ruote senza dargli via di scampo. Raccapricciante
vedere quell'esile corpo sotto quel bisonte che gli aveva
schiacciato la testa. Chissà se Cannata si è accorto
della morte che era in agguato. Sicuramente, si è
trattato di una frazione di secondo che non gli ha dato
neppure l'occasione di guardare in faccia quell'atroce
destino.
2/6/2001
( gds )
Ambientalisti
in rivolta "Nessun intervento"
E' guerra
aperta tra il sindaco Salvatore Leonardi ed il comitato
"La nostra città", il sodalizio che da mesi si
batte per la liberazione del centro della città dai tir.
Giovedì pomeriggio il sodalizio ambientalista ha
indirizzato una nota al sindaco dopo l'ennesimo incidente
mortale causato da un tir. Ieri invece dal comitato è
partita l'ennesima nota di critica. L'accordo di programma
sottoscritto a Palermo da presidente della Regione e sindaco
per la realizzazione di un nuovo approdo a sud non piace ai
membri del comitato. Quel documento sottoscritto nel
capoluogo non avrebbe risolto nulla nella sostanza.
"L'emergenza - si legge nella nota-non ha partorito
interventi immediati ma ha soltanto concretizzato la
costituzione di una commissione mista che dovrà valutare le
tre proposte per la realizzazione e la gestione degli
approdi dell'Annunziata e della zona sud, ancora non
localizzato. Una stazione appaltante - scrive il
comitato-che dovrà gestire i miliardi pubblici".
2/6/2001 (
gds )
Vicecomandante
dei vigili urbani, Ferlisi il vincitore del concorso
Passaggio di
consegne nel corpo di Polizia Municipale. Entro breve tempo
il vicecomandante dei Vigili urbani, maggiore Antonio Celona,
successore di Umberto Famà cederà la reggenza a Calogero
Ferlisi, vincitore del concorso. La nomina è stata
assegnata con determinazione dirigenziale, a firma del
direttore dipartimentale Ignazio Savasta e del dirigente del
settore, Natale Alibrandi. Quarantacinquenne messinese,
Ferlisi, si era classificato al secondo posto del concorso
bandito nel 1998. Il primo classificato, Giuseppe Barbera,
65 anni, nativo di Brolo, era stato dichiarato non
nominabile, per aver superato i limiti d'età. L'effettiva
immissione in servizio di Ferlisi resta subordinata alla
verifica dei requisiti richiesti dal bando, con la
presentazione della documentazione prevista ed il
superamento della visita medica per gli accertamenti
psico-fisici
3/6/2001 (
gazzetta del sud )
Elezioni, l'8 giugno
presentazione della «Margherita» di Genovese
Proseguono le
conferenze stampa di presentazione dei partiti e dei
candidati in lizza per le Regionali del prossimo 24 giugno.
Venerdì 8 giugno alle 11 nella sede del Partito popolare,
in via Tommaso Cannizzaro, toccherà alla lista della «Margherita
per la Sicilia». Si tratta di una delle due formazioni che
si richiamano al movimento nato per le Politiche del 13
maggio a sostegno del candidato premier Francesco Rutelli
(un'alleanza tra Ppi, Udeur, Democratici e Rinnovamento
italiano), quella in particolare a connotazione più
fortemente popolare e che ha come capolista Francantonio
Genovese, recentemente autosospesosi da segretario
provinciale del Ppi per ragioni di opportunità proprio
perchè candidato a Sala d'Ercole. Genovese, che ha motivato
la scelta con il possibile vantaggio rispetto ad altri
candidati del Ppi che – in un sistema elettorale con la
preferenza unica ben diverso da quello delle Politiche che
lo vedeva unico candidato della coalizione di centrosinistra
nel collegio di Messina Nord per la Camera – avrebbe
potuto trarre dalla posizione di segretario, ha indicato
come reggente il fondatore ed attuale presidente del Ppi,
Giovanni Frazzica. L'altra lista che presenta il simbolo dei
“rutelliani”, denominata «La Margherita», è guidata
invece dal segretario dell'Udeur, il vicepresidente dell'Ars
Giuseppe D'Andrea. Una scelta, quella di formare due liste,
nata per mantenere la presenza e la visibilità della «Margherita»
senza cadere nelle “trappole” del sistema elettorale,
che penalizza le aggregazioni tra più partiti o movimenti
privilegiando invece le liste singole soprattutto
nell'assegnazione dei seggi con i resti.
3/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Suscita interrogativi l'ennesima
bocciatura del progetto della via di collegamento Gazzi-Don
Blasco-molo Norimberga
Un'opera inattuabile o da affossare?
Resta una delle
opere inserite nel grande “libro dei sogni” della nostra
città. La strada di collegamento tra Gazzi e il molo
Norimberga, attraverso la via Don Blasco, non ha superato
neppure per la terza volta l'esame del Genio civile. E
adesso comincia, come sempre, il gioco dello scaricabarile,
ci si interroga se davvero quel progetto commissionato ad un
giovane e valente professionista, l'ing. Antonio Rizzo, non
fosse realizzabile; se è stato fatto tutto il possibile per
superare gli ostacoli tecnico-burocratici, come invece è
accaduto quando si sono dovuti superare ostacoli ben più
ardui riguardanti altre opere pubbliche. Il sindaco Leonardi
è convinto che la responsabilità debba attribuirsi alla
precedente amministrazione. «Questa città è strana – ha
dichiarato al microfono della Rtp –, non si crede alle
cose fino quando non le si tocca con le mani. Abbiamo
portato fino in fondo un progetto che, purtroppo, si è
rivelato inattuabile». E per l'assessore Gianfranco Scoglio
la bocciatura da parte del Genio civile «non rappresenta
affatto un grave smacco per il Comune, in quanto non è
certamente pensabile che vi sia una contrapposizione di
interessi tra quelli della comunità ed il Genio civile di
Messina, organo tecnico competente ad approvare il progetto.
Vi è semmai la presa d'atto dell'asserita impossibilità
oggettiva, da parte di quest'ultimo ente, di approvare un
progetto non conforme alle osservazioni, ritenute
vincolanti, del Cru». Quella di Scoglio è una replica
diretta alla Gazzetta del Sud, visto che è stato il nostro
giornale a definire un «grave smacco» quest'ennesima
battuta d'arresto riferita ad un'opera che, se fosse stata
realizzata da anni, avrebbe risolto parte dei problemi della
viabilità cittadina (sicuramente quelli della via La
Farina) e avrebbe consentito oltretutto il risanamento di
una delle aree più “scandalosamente” degradate della
nostra città. Scoglio ritiene che sia «ingiusto, oltre che
non veritiero, sostenere che questa amministrazione non
abbia voluto difendere le scelte progettuali operate dalla
precedente» e sostiene che «la storia delle opere
pubbliche messinesi degli ultimi venti anni è comune a
quelle delle altre città italiane ed è stata determinata
in Sicilia, fino al '93, dall'esistenza di norme sbagliate
che consideravano il progetto un elemento dinamico
dell'appalto e come tale continuamente modificabile durante
l'esecuzione dei lavori». Secondo l'assessore i progetti
delle eterne “incompiute” messinesi «non erano viziati
da anomalie progettuali che ne rendevano impossibile la
realizzazione, ma necessitavano di adeguamenti per
sopravvenute prescrizioni normative (svincoli o stadio) o
per imprevisti tecnici inerenti l'esecuzione dell'opera».
Scoglio ribadisce di aver difeso il progetto della nuova via
Don Blasco in tutte le sedi competenti e, poi, precisa: «Le
osservazioni poste dall'organo tecnico competente sono
dirette alla realizzazione di una strada costiera che si
diparta dal viale Gazzi e si raccordi con il molo Norimberga
senza interferenze con il traffico cittadino e con le zone a
destinazione industriale della città. Tale ipotesi era
peraltro presente nella variante al Prg redatta dal prof.
Leonardo Urbani e nessuno si indignò quando la scelta
urbanistica venne cassata dall'attuale variante al Prg in
corso di approvazione da parte della Regione siciliana».
Quindi le conclusioni dell'assessore: «È intenzione
dell'amministrazione di invitare i progettisti a rivedere
gli elaborati, previo sopralluogo congiunto sui luoghi con
il nuovo ingegnere capo del Genio civile, al fine di
adeguarlo a tale finalità nell'ambito della spesa prevista.
Il progetto della “via del mare”, condiviso dalla
Capitaneria e dall'Autorità portuale, rappresenta viceversa
una priorità strategica nella programmazione del Por
Sicilia». Il progettista della nuova via Don Blasco, l'ing.
Antonio Rizzo, dice di voler rispettare la consegna del
silenzio, almeno fino a mercoledì quando è previsto
l'incontro con l'assessore Scoglio. L'analisi dei motivi che
avevano portato alla mancata approvazione del progetto era
stata, comunque, fatta dallo stesso Rizzo in un'intervista
pubblicata sulla Gazzetta lo scorso 19 aprile. «Dobbiamo
chiarire un equivoco di fondo – affermava in
quell'occasione Rizzo – e cioè che il progetto non è mai
stato bocciato dal Cru, anzi ha avuto, con decreto
pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 14 aprile '99, la
regolare autorizzazione. Si è attestato che il “il nuovo
itinerario stradale risulterebbe molto utile al
miglioramento del traffico e che sussiste un rilevante
interesse pubblico alla realizzazione del progetto”. Il
parere del Cru, le cui competenze sono di esclusiva natura
urbanistica, si era reso necessario relativamente solo ad un
piccolo tratto del percorso (330 metri su un totale di 3,3
chilometri) in variante rispetto al Prg. Nel decreto –
sottolineava Rizzo – il Cru esprimeva parere favorevole,
raccomandando di tener conto delle osservazioni formulate. E
una raccomandazione non è una prescrizione obbligatoria».
Rizzo, poi, rispondeva ai rilievi del Cru fatti propri dal
Genio civile, cioè l'opportunità di realizzare una
sopraelevata tra viale Gazzi e via Fermi in modo da
scavalcare il nodo della via Bonino e la necessità di
allargare i raggi di curvatura in alcuni tratti. «Entrambe
le richieste – replicava il progettista – sono
inconsistenti. La sopraelevata è un'altra opera e,
comunque, non va dimenticato che attualmente i mezzi pesanti
attraversano incroci a raso molto più pericolosi.
Strumentale è anche l'obiezione sui raggi di curvatura.
Solo in un tratto di via Santa Cecilia il raggio sarebbe di
12 metri, inferiore ai 15 indicati dal Cru e dal Genio
civile. Ma, anche in questo caso, non va dimenticato che
l'attuale raggio di curvatura che migliaia di tir sono
costretti a compiere quotidianamente per immettersi nel
serpentone degli imbarcaderi di viale della Libertà è
addirittura di 9 metri». E Rizzo concludeva dicendo di non
spiegarsi i motivi per i quali non fosse stata ancora
convocata una conferenza dei servizi durante la quale i
progettisti potessero difendere le proprie ragioni.
3/6/2001 (
gazzetta del sud )
Area della
Fiera
Cinque ettari
al centro della città, 26 edifici, oltre un ettaro
nell'area ex Gasometro. Questa è la Fiera oggi. Per
l'ultima edizione della Campionaria, quella targata 2000,
sono stati staccati 150.000 biglietti d'ingresso, anche se,
chiariscono dagli uffici commerciali dell'ente, il numero
dei visitatori è ben più alto, tenendo conto dei bambini,
degli omaggi e del "portoghesismo", e sfiora il
mezzo milione.
Quanto agli operatori che hanno scelto la Fiera, lo scorso
anno sono stati 600. La Campionaria continua ad essere la
punta di diamante della programmazione, nonostante tutto,
nonostante le polemiche sul fatto che si sia trasformata col
tempo in una fiera paesana con le bancarelle, le cineserie,
ed abbia perso la spinta innovativa degli anni d'oro.
A non perdere la passeggiata lungo i viali della cittadella
sono centinaia di visitatori della Sicilia e della Calabria,
che spesso "accoppiano" il rito della Fiera con la
processione dell'Assunta, la Vara, il 15 agosto. La sera i
giochi d'artificio costituiscono la conclusione dei due
eventi, il sacro ed il profano. Ma la Fiera ha bisogno di più.
Non è più il tempo delle bancarelle. Il contenzioso
giudiziario è servito ad aprire il dibattito sul futuro
dell'area che deve guardare più a modelli europei che
africani.
Il Comune, la Provincia, lo stesso Ente Fiera hanno avanzato
proposte, così come i sindacati ed il Ccd (che ha a lungo
ipotizzato un trasferimento della Fiera nell'area ex
Sanderson). Giunta ormai al termine la fase che ha visto
l'amministrazione comunale alle prese con la concessione
temporanea degli spazi è il momento di pensare al dopo
commissariamento. L'Autorità portuale sta vagliando il
progetto "Messina Hub" presentato dalla Compagnia
del Mare.
"E' in corso l'iter di valutazione del progetto da
parte di tutti gli uffici competenti _ spiega il segretario
dell'Autorità portuale, Franco Barresi _ abbiamo trasmesso
la documentazione alla Capitaneria, al genio civile, alla
Dogana e a tutti gli enti interessati. Penso che entro il
mese di giugno avremo tutti i pareri. Poi sarà il comitato
portuale a decidere".
In discussione c'è la concessione dell'area per 4 anni.
Potrebbero non bastare per realizzare una concreta
trasformazione, ma possono servire a verificare la validità
dei progetti ed a creare le infrastrutture necessarie.
L'Autorità portuale scommette comunque, e questo è apparso
chiaro sin dall'inizio e dallo stesso piano triennale del
porto, sulla realizzazione di un pontile per le navi da
crociera. Resta poi da chiarire se dovrà essere definitivo
o essere destinato solo a far fronte alle esigenze per tutto
il periodo dei lavori di riqualificazione della banchina,
attualmente inutilizzabile.
Da studiare anche l'ipotesi di spostare in fiera il terminal
che oggi serve i collegamenti con l'aeroporto di Reggio
Calabria. Infine c'è il capitolo Teatro in Fiera, oggi
inagibile. In una città priva di "platee" il
teatro è rimasto impantanato nell'ennesimo contenzioso tra
enti ed è inagibile perch‚ non adeguato alle disposizioni
normative.
Questa mattina si terrà al Comune un incontro tra Cgil,
Cisl e Uil e l'assessore regionale alla Cooperazione,
Bartolo Speranza. I sindacati chiedono, in caso di
concessione ai privati, garanzie sul fronte occupazionale.
Mentre si attendono le decisioni del Comitato portuale, nel
frattempo la Fiera apre periodicamente al pubblico con
alcune manifestazioni di settore (Cerimonia sposi, la
Rassegna per l'Orientamento universitario) o il congresso
che la Cisl ha voluto là dove c'era l'"Irrera a
mare" o ancora le convention dell'Ulivo e del Polo nei
padiglioni che ben si prestano alla folla delle occasioni.
Per il resto i cancelli sono chiusi, i viali deserti, il
teatro chiuso, i padiglioni dismessi, il muro di cinta
continua ad impedire la vista dello Stretto.
3/6/2001 ( gds )
Fiera
Il sindaco: "La
gestione diretta non rientra nei nostri compiti. Abbiamo
finora garantito la fruibilità"
L'Autorità
portuale sta vagliando il progetto della Compagnia del mare,
intanto Salvatore Leonardi ipotizza un concorso
internazionale di idee e mette i "paletti" su
quello che dovrà essere il volto dell'intero
"water-front" nel futuro.
"Fino ad oggi _ dichiara il primo cittadino _ abbiamo,
con la concessione ottenuta per un anno, garantito la
fruibilità dell'area, che era il nostro primo obiettivo.
Volevamo salvaguardare la continuità della tradizione
fieristica. Ci siamo riusciti, adesso però, tenuto conto
che non rientra tra i compiti dell'amministrazione la
gestione diretta dell'area e che i fondi a disposizione non
bastano per un progetto ad ampio respiro, abbiamo chiesto
all'Autorità portuale altre soluzioni".
Ma Leonardi ha già posto alcune condizioni che dovranno
essere incluse nel progetto definitivo. "La Fiera deve
diventare un'area a fruizione pubblica e costante. I
cittadini devono poter entrare in Fiera in qualsiasi periodo
dell'anno e del giorno. Gli spazi devono essere utilizzabili
almeno 14 ore al giorno, dal mattino alla sera con una
diversificazione delle proposte".
Il secondo paletto riguarda l'approdo per le navi da
crociera. Leonardi dice no al pontile, perch‚ un approdo
limiterebbe la fruizione del panorama e poi c'è già il
porto che nei piani triennali sarà destinato
definitivamente all'approdo delle navi da crociera.
"Il pontile si può anche fare _ aggiunge il sindaco _
purch‚ esclusivamente in via temporanea, fino a quando non
saranno ultimati i lavori attualmente in corso per il
rifacimento della banchina". L'ultima condizione
interessa il futuro dell'intero affaccio a mare, ed è un
problema ben più vasto.
"Il mio obiettivo _ conclude Leonardi _ anche
attraverso un concorso internazionale di idee, è la
sistemazione definitiva dell'intero "water front",
dalla passeggiata a mare fino al parco Sabin. In questo
quadro devono comunque essere garantite le attività
specificatamente fieristiche. Fino a quando qualcuno non
troverà 100 miliardi per trasferire la Fiera in un altro
sito la tradizione non deve essere dimenticata".
Insomma, per il primo cittadino sulla Fiera dopo secoli di
storia non si torna indietro. "Dovrà essere
polifunzionale, con spazi per lo sport, la cultura, il tempo
libero, ma le manifestazioni fieristiche non devono essere
cancellate dal calendario". Il pensiero di Leonardi va
subito alla Campionaria d'agosto, che, almeno per l'edizione
2001, non sarà messa in discussione
3/6/2001 (
gds )
Mobilia: "La vedo sempre chiusa
Così invece vorrei farla rivivere"
L'imprenditore
unico a volere investire
sulla struttura presenta il suo progetto
"Una cittadella aperta tutto l'anno
polo di attrazione per i cittadini e per
i turisti, pure con una città dei bimbi"
La vedeva tutti
i giorni: chiusa, i viali e gli edifici vuoti per gran parte
dell'anno. Ed alla fine ha deciso, lanciando quel progetto
che fino ad oggi è l'unico finito sul tavolo dell'Autorità
portuale dopo la decisione dell'amministrazione comunale di
fare marcia indietro per mancanza di fondi. Anche l'ente
fiera è fuori gioco, per un vecchio contenzioso sul canone.
Gaetano Mobilia, l'imprenditore della Giano Ambiente, di
fronte alla Fiera abita da anni e sull'inizio di quello che
ha portato al progetto della Compagnia del Mare ci scherza
su "Ci abito di fronte, la vedevo chiusa, ed ho deciso
di pensare ad un modo per realizzare qualcosa di diverso -
dichiara e poi aggiunge - la verità è che in città non
esiste una struttura a disposizione di tutte le fasce di età
e per le diverse esigenze. La Fiera ha gli spazi ed il
progetto della Compagnia del mare ha un'articolazione tale
da rendere possibile la risposta a tutte le esigenze".
Sul progetto sono in corso le valutazioni tecniche da parte
degli uffici competenti. Mobilia resta a guardare e si dice
pronto a partire in caso di pareri favorevoli. "Mi
piacciono le sfide, sono ottimista, ma aspetto i pareri
definitivi". Aggiunge che, qualora dovesse ottenere la
concessione in tempi brevi da parte dell'Autorità portuale,
la Campionaria quest'anno si terrà ugualmente. Il progetto
prevede due fasi, in base alla durata della concessione ed
un investimento di 80 miliardi.
L'idea è quella di trasformare un'area oggi desolata,
abbandonata, dimenticata, in un'occasione di rilancio della
vocazione marittimo-turistica. Insomma, dalla cittadella
fieristica, che vive appena pochi mesi l'anno, ad una
cittadella polifunzionale, aperta alla città, alla sua
gente, ai turisti, 365 giorni l'anno. Questo il dato di
partenza: l'area della fiera è baricentrica rispetto ai
poli di collegamento, centrale rispetto all'approdo
traghetti ed aliscafi, è vicina agli svincoli autostradali,
sarà il prossimo punto d'attracco per le navi da crociera.
Nell'area verrebbero ad integrarsi diverse strutture
dedicate al turismo, alla cultura, allo spettacolo,
all'artigianato, alle imprese, al tempo libero, alle fiere
settoriali. Vivrà di giorno e di notte, con sale convegni e
discoteche, sarà fornita di tutti i servizi. Abbattuto il
muro di cinta l'intera area sarà fornita di tutti i
servizi. Abbattuto il muro di cinta l'intera area vedrà
realizzata l'interconnessione tra turismo crocieristico e
congressuale. Ci saranno quindi i turisti appena scesi dalle
navi attraccate al porto, o direttamente nel pontile della
cittadella e i convegnisti che potranno utilizzare sale e
centri a disposizione lungo i viali.
Ad entrambi la nuova Fiera offrirà non solo la bellezza
dell'affaccio al mare, ma spazi espositivi permanenti o a
tema, zone a verde, stand artigianali, mostre e rassegne
specialistiche. Per le imprese sarà creato il World Trade
center, per favorire e sostenere l'acquisizione di una
dimensione "europea". Ci sarà poi la "Città
dei bimbi", con spazi per giocare o per attività
formative. Infine zone destinate alle attività sportive,
dal canottaggio alla scuola di vela, dal surf fino al
pattinaggio ed un centro fitness e per la Talassoterapia.
Per il tempo libero poi discoteca, internet cafè, ed ancora
maxi schermi per i grandi eventi, cinema multisala e spazi
per manifestazioni teatrali, musicali, cinematografiche,
mostre e rassegne. L'obiettivo è anche quello di riaprire
il mai dimenticato Irrera a mare. Infine nell'area ex
Gasometro potrà essere realizzato un parcheggio anche
d'interscambio con i mezzi pubblici. Forse un po' troppo
paragonando il progetto alla realtà attuale,
"Procederemo per gradi - spiega Gaetano Mobilia - i
primi anni di concessione serviranno a realizzare le
strutture principali, poi verrà il resto".
3/6/2001 (
gds )
Dalla seta
e i fasti del 1300 alle "cineserie"
All'inizio
è stata la seta, poi è arrivata la lana, quindi il cuoio,
fino all'olio. Oggi le cineserie. Un percorso a singhiozzo,
quello della Fiera, che dai fasti del 1300 è passato
attraverso guerre, terremoti, per finire con i sigilli posti
dalla magistratura per un contenzioso tra enti.
Era il 1296 quando Federico III d'Aragona, grato ai
cittadini per l'aiuto dato nella conquista del Regno di
Sicilia, con un decreto, istituì la "Fiera del Santo
Sepolcro", che avrebbe dovuto tenersi ogni anno dal 23
aprile al 2 maggio, appena fuori dalla città, nel piano del
Santo Sepolcro (un'area in prossimità dell'attuale viale
della Libertà).
Un privilegio concesso solo alla città in tutta la Sicilia.
La Fiera si impose subito come mercato annuale della seta,
ma in seguito, ai drappi ed alla tessitura che stavano
portando la bravura degli artigiani messinesi fino
all'Inghilterra, si aggiunsero le lane ed il cuoio.
Nel 1421 re Alfonso, decretò il trasferimento nell'area
dove si trova attualmente e stabilì anche una diversa data,
anche questa manutenuta nei secoli, il 1[ agosto; per far
coincidere la chiusura della Fiera con i festeggiamenti in
onore dell'Assunta, Patrona della città. Vi fu persino un
periodo, nel 1436, che vide altri sette giorni di mercato,
per dare più spazio agli affari.
Ma nei secoli successivi epidemie, lotte intestine segnarono
una progressiva decadenza, fino al terremoto del 1908 che
rase al ruolo la città. La ripresa avvenne nel 1943, ad
opera di un comitato cittadino che organizzò la
"Mostra dell'artigianato". Nella città appena
risorta dalle macerie le prime edizioni si svolsero presso
il liceo Maurolico.
Nel 1938 la quinta manifestazione venne spostata nel
quartiere fieristico costruito sui progetti degli architetti
Libera e De Rienzi, su un'area di 30.000 metri quadrati. La
Fiera tornò ad essere una vetrina per la Sicilia, si
arricchì di mostre d'arte, concorsi, premi letterari, gare
sportive.
Nel 1939 venne istituito, con Regio Decreto l'"Ente
autonomo Fiera di Messina". La guerra interruppe la
rinascita e la stessa cittadella subì notevoli danni, ma
nell'agosto del 1946 a tagliare il nastro di una nuova fase
fieristica fu il primo presidente della neonata Repubblica:
Enrico De Nicola.
Pochi anni dopo la Fiera divenne Campionaria.
Internazionale, come conseguenza della partecipazione di
oltre 80 paesi. Erano gli anni che videro fiorire in riva
allo Stretto economia, scambi, cultura e mondanità, con
l'arrivo di vip ed esponenti politici nazionali che amavano
frequentare il mai dimenticato "Irrera a mare". Ma
il tempo ha segnato un altro cambiamento.
Negli ultimi due decenni la Fiera è diventata vetrina e
punto d'incontro tra i paesi del Terzo Mondo ed emergenti,
come il Sud America o i paesi asiatici e quelli
industrializzati. Ecco arrivare negli stand i prodotti
artigianali africani, cinesi, asiatici.
Contemporaneamente è stata tentata la strada della
specificità. In calendario sono state inserite
l'Arcobaleno, Fiera del tempo libero,
Cerimonia per gli sposi, Viflor, Fierarte, Motedi,
Esposizione di attrezzature per disabili, Salone del gelato
Sage sud, il Libro. Ma non è bastato.
A dare il colpo definitivo è stato il contenzioso tra
l'ente e l'autorità portuale sul pagamento del canone. Una
vicenda finita al Tar ed in tribunale e che ha visto momenti
di tensione, con l'apposizione dei sigilli alla Fiera. Dopo
ulteriori passaggi, oggi a reggere le sorti dell'ente è un
commissario, Ercole Rabboni. Ma questa è un altro capitolo
della storia, l'ultimo.
3/6/2001 ( Bob Brown )
WaterFranz/ Waterfront =
Messina kapput
Il quadro
che negli ultimi anni si era nitidamente delineato per il
controllo della città da parte dell'establishment
politico-monopolistico-affaristico si arricchisce di una
nuova puntata sconcertante, almeno per chi crede che
dovrebbe esistere un regime democratico fondato su
economia di mercato, pari opportunità ed altre baggianate
simili che i cantori del liberismo a parole ci offrono
ogni giorno.Sappiamo tutti che la rada San Francesco,
tolta da 35 anni alla fruizione della collettività
messinese, è di fatto di proprietà del gruppo
sopracitato che, con poche lire versate al cosiddetto
"demanio" (quello che non si può alienare,
usucapire e che si può soltanto concedere per poco tempo
con la clausola della restituzione nello "status quo
ante"), ne ha tratto guadagni superiori a quelli
ottenuti dai pionieri del petrolio del Texas e, adesso, ci
tocca sentire che, con ogni probabilità visto che il
Comune si è dichiarato indisponibile a pagare 700
milioni per un altro anno di canone, che un ramo del
gruppo in questione sta per "acquisire" tutta la
Cittadella della Fiera per realizzare faraonici progetti
che daranno ulteriore immagine e lustro alla Messina da
bere.Il "waterfranz", pardon waterfront,
pronunziato da chi non sa nemmeno cosa significa in
inglese, vuol dire solo questo: tutto l'affaccio a mare o
passa dallo Stato nelle mani della "cricca di
predoni" o resta escluso, non solo ad altri
concorrenti, ma anche all'utilizzazione della collettività.E'
evidente che questo non è che l'ulteriore segno del
degrado che domina la città e, soprattutto,
dell'assoluta assenza di una qualsivoglia forma di
reazione a questo stato di cose: lavori pubblici che
durano dai venti ai trent'anni con relative tangenti,
malavita organizzata che soffoca e usura le piccole
imprese, politica assente e presente solo per comunicare i
propri cambiamenti di schieramento.Neanche il Palazzo di
Giustizia ha dato in questi anni segni di presenza per
riaffermare la legalità, anzi c'è voluta la Commissione
Antimafia per scoprire che le inchieste della Tangentopoli
messinese sono servite a qualcuno per fare carriera in
politica (a proposito che deciderà il CSM? lo farà
rientrare a Messina?), ad altri per fare società coi
mafiosi e ad altri per dirigere uffici mentre loro stretti
parenti controllavano settori importanti come quello
universitario ed economico.Se qualcuno crede che questo
stato di cose non sia un bene per la città non deve fare
finta di niente bensì segnalare continuamente in tutte le
sedi politiche, giudiziarie, di lavoro, della società
civile che Messina sta morendo per dissanguamento mentre
c'è un potere costituito proprio per combattere
corruzione e malaffare e che fa poco o nulla per
impedirlo se non addirittura favorirlo.Del resto neanche
la vista del Presidente Ciampi ha scosso più di tanto i
cialtroni del Palazzo e se qualche illuminata mente della
sinistra crede che queste siano banalità e che la
politica deve essere condotta con le armi della politica
(quali?), allora ci si dica come è possibile eliminare questo
cancro che sta uccidendo questa città (che un
Vicepresidente Antimafia ha definito a ragione un
"verminaio")? Adesso che anche il governo
centrale è nelle mani di forze politiche alle quali i
nostri potentati sono per così dire "organici",
Messina si appresta a diventare una sorta di laboratorio
per la realizzazione di una moderna edizione di
"regime totalitario" del XXI° secolo e sarà più
difficile manifestare il proprio dissenso anche attraverso una
piccola stampa libera e alternativa (chi scrive dovrà
cominciare a pensarci due volte nonostante l'utilizzo
dello pseudonimo) e forse si dovrà ricorrere direttamente
all'Europa per ottenere giustizia in materia di ambiente,
di libertà economica e quindi di vera democrazia.
4/6/2001 ( gazzetta del sud )
Se l'Aias attuerà la minaccia di
bloccare le strade con i tir
La città non subirà
Vigilino il prefetto e la magistratura
«Non ci devono
sottovalutare: in Cile gli autotrasportatori hanno
rovesciato due governi, qui in due minuti, con quattro
telefonate, possiamo bloccare la porta dell'Italia... Martedì
vado dal prefetto di Messina per dirgli che in un paio di
giorni bloccheremo la città. Gli porterò un mazzo di
verbali elevati dai vigili urbani in danno dei camionisti
che non ne possono più. Se Messina rifiuta i tir, i tir
rifiutano Messina... Messina vuol bloccare noi, noi
bloccheremo Messina». Sono le dichiarazioni che il
presidente dell'Aias Giuseppe Richichi ha rilasciato sabato
mattina a Catania. Parole che pesano come macigni, frasi di
estrema gravità, minacce che i rappresentanti delle
istituzioni farebbero bene a non sottovalutare, adottando da
subito le contromisure idonee a sventare quello che ha tutto
l'aspetto di essere un ricatto. Il focoso presidente
dell'Associazione autotrasportatori ha davvero oltrepassato
il segno. La sua categoria ha fondate ragioni di
malcontento, i problemi strutturali che affliggono la nostra
città si ripercuotono inevitabilmente, oltre che sulla
qualità del vivere a Messina, anche sulle esigenze di chi
è al volante di un tir e vorrebbe solo compiere nel più
breve tempo possibile il tragitto da una destinazione
all'altra. Ma i toni arroganti del presidente dell'Aias, in
un momento così delicato per la nostra città – non va
dimenticato che giovedì scorso, con la morte di un
pensionato schiacciato da un mezzo pesante sulla Statale
114, si è pagato l'ennesimo tributo di sangue –, servono
solo a surriscaldare gli animi. Richichi non si limita alla
già grave minaccia di bloccare nella prossima settimana,
fino a tempo indeterminato, gli svincoli autostradali e gli
imbarcaderi pubblici e privati ma si lascia andare a
considerazioni che suonano come un vero e proprio insulto ai
messinesi: «Non ci vuole molto... dopo qualche giorno –
aggiunge il presidente dell'Aias – la gente andrà a Villa
San Giovanni a fare la spesa». Valutino il prefetto Marino
e la magistratura se in quelle frasi si possano ravvisare
estremi di reato. I rappresentanti del Comitato per l'ordine
pubblico allertino le forze dell'ordine per evitare fin
dall'inizio che si verifichi il paventato blocco. E anche il
sindaco prenda in mano la situazione, dimostrando che qui
non siamo nel Cile di qualche decennio fa e che nessuno può
venire dall'esterno a minacciare i messinesi, a dire loro
come devono comportarsi nel proprio territorio. Se il
“leader” di un'associazione di categoria della nostra
città annunciasse l'intenzione di paralizzare Palermo o
Catania, adducendo motivazioni anche in parte condivisibili,
verrebbe probabilmente trattenuto, per qualche ora o per
qualche giorno, nelle rispettive questure. Non ha torto il
presidente dell'Aias nel sottolineare che una preziosa
alternativa all'attuale situazione sarebbe stata la “via
del mare” in grado di collegare Gazzi (e in una successiva
fase Tremestieri) e il Molo Norimberga attraverso la via Don
Blasco. È un'opera la cui importanza, nonostante le
dichiarazioni dell'assessore Gianfranco Scoglio, non sembra
sia stata colta appieno, così come dimostra il tormentato
iter del progetto, rispedito indietro dal Genio civile per
la terza volta consecutiva. E non ha torto Richichi neppure
quando sottolinea la necessità di aree di sosta per i
camionisti, ancor più indispensabili dal momento in cui
sono scattati i provvedimenti di divieto di transito in
alcune fasce orarie. Ma se le giuste richieste e lamentele
si trasformano in inaccettabili minacce e se si pensa di
risolvere i problemi con la forza, allora si rischia di fare
i conti con la rabbia, ancora inesplosa, di un popolo quale
quello messinese che da decenni paga, a nome e per conto di
tutta la Sicilia, il più pesante dei tributi. Attenti a non
giocare con un cerino acceso su un mare di benzina. E questo
vale anche per il signor Richichi.
4/6/2001 (
gazzetta del sud )
Recupero del water front e
riqualificazione della fiera
I primi interventi all'ex Gazometro
Entro la fine
del mese potrebbe essere rilasciata alla “Compagnia del
Mare” la concessione demaniale della cittadella fieristica
per un periodo iniziale di quattro anni. L'Autorità
portuale ha provveduto nei giorni scorsi a inviare la
richiesta dei pareri previsti per legge ai vari enti che
hanno competenza in materia, tra i quali il Comune, il Genio
civile opere marittime, la Capitaneria di porto e la
Soprintendenza ai beni culturali e ambientali. La
concessione demaniale dovrebbe rappresentare il primo passo
verso il rilancio e la riqualificazione dell'area
fieristica. La società che riunisce gli operatori portuali,
presieduta dall'imprenditore Gaetano Mobilia, dovrà
muoversi in una duplice direzione, nel caso in cui
diventasse titolare della concessione: da un lato, riempire
di contenuti, in un progetto esecutivo, gli spunti e le
intuizioni mostrati nello studio preliminare redatto
dall'architetto spagnolo Cesar Portela; dall'altro, dovrà
curare la manutenzione ordinaria e straordinaria dei luoghi,
rimettendo in sesto ciò che finora è stato lasciato nel
quasi totale degrado, realizzando interventi di verde e
arredo urbano, rendendo possibile, in tempi brevi, la piena
fruizione delle aree da parte dei cittadini. Un punto non
trascurabile è anche la questione del “che fare” della
Fiera. Il sindaco Leonardi, che ieri ha incontrato
l'assessore regionale alla Cooperazione Bartolo Speranza, ha
chiesto come garanzia assolutamente prioritaria la
salvaguardia dei livelli occupazionali e il mantenimento
delle rassegne fieristiche, a partire dalla Campionaria del
prossimo agosto. I cambiamenti, se vogliono essere efficaci,
devono avere una loro gradualità. È evidente, però, che
nei prossimi mesi si dovrà puntare ad un radicale
ripensamento di tutte le iniziative, delle rassegne,
specializzate e non, che s'intendono portare avanti in un
contesto che non sarà più – non può più esserlo –
destinato esclusivamente ad ospitare le manifestazione
dell'Ente Fiera. I programmi dell'Autorità portuale sono già
delineati. Nell'immediato, si punta a risanare gli spazi
degradati dell'ex Gazometro, a demolire il muraglione di
viale della Libertà, che ostruisce la vista del mare, ad
eliminare altre brutture e sconcezze di vario genere. Resta
aperta anche la questione del Teatro in Fiera: si deve
decidere una volta per tutte se quei locali vanno
ristrutturati, messi a norma e riutilizzati come sede di
spettacoli teatrali oppure se è più conveniente demolire
la brutta e degradata struttura, uno degli edifici che
impediscono il rapporto diretto tra la città e il mare e
implementare il verde. È in ballo una scommessa importante
per il futuro di Messina, cioè l'attuazione di un
complessivo progetto di recupero del water-front. Dai primi
segnali concreti si potrà già capire se esiste finalmente,
dopo anni di sterili discussioni, la volontà di fare sul
serio
5/6/2001 (
gazzetta del sud )
Manifestazioni giovedì e venerdì
Cortei anti-tir
Scendono nuovamente in piazza le associazioni e i comitati
che chiedono l'allontanamento dei tir dal centro abitato.
Due le manifestazioni previste per ricordare Giovanni
Cannata, il pensionato morto dopo esser stato travolto da un
mezzo pesante lungo la Statale 114. Giovedì, alle 19, un
corteo partirà dallo svincolo di San Filippo, per
proseguire lungo la Statale 114 fino al quadrivio di Santa
Margherita, facendo quindi ritorno a San Filippo. La
manifestazione si concluderà nel luogo dell'incidente
mortale a Contesse, davanti al pastificio Triolo. Un secondo
corteo, previsto venerdì con inizio sempre alle 19, prenderà
le mosse da villa Mazzini e si concluderà allo svincolo di
Boccetta. Alle iniziative aderiscono il comitato La nostra
città, il comitato spontaneo Messina sud, le associazioni
Aurora e Nuova Gazzi, il comitato spontaneo contro il
depuratore di Mili, il gruppo Mondo Giovane, il comitato per
la rinascita del II Quartiere, l'Associazione italiana
familiari e vittime della strada, il circolo Ancol Messina
sud.
5/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Il prefetto Marino ha
convocato per stamane il presidente dell'Associazione
autotrasportatori Richichi
«Non si perda il senso della
misura»
Domani il confronto
tra l'assessore Scoglio e i progettisti della nuova via Don
Blasco
«Stiamo
perdendo il senso della misura». Il prefetto Giosuè Marino
non vuole commentare le dichiarazioni rilasciate dal
presidente dell'Associazione autotrasportatori Giuseppe
Richichi ma lancia un chiaro segnale: non potranno essere
tollerate iniziative che comportino il blocco dei sistemi di
trasporto e l'interruzione di pubblici servizi. Il prefetto
ha convocato il presidente regionale dell'Aias, invitando
anche il sindaco Leonardi al confronto che si terrà oggi a
Palazzo del Governo. Marino chiederà a Richichi di chiarire
il significato di alcune affermazioni rilasciate sabato
scorso al nostro giornale. Per avviare una discussione si
deve prima sgombrare il campo dagli equivoci e dalle gravi
minacce (quale la frase “se Messina vuol bloccarci, noi
bloccheremo Messina”) proferite dal rappresentante della
categoria degli autotrasportatori. Il prefetto dice di voler
capire quali sono oggi le reali esigenze dei conducenti dei
tir. La presenza del sindaco dovrebbe servire ad affrontare
uno dei nodi irrisolti, quello della mancanza di luoghi
attrezzati per la sosta. Occorre verificare se davvero tali
aree siano diventate indispensabili nel momento in cui sono
scattati i divieti di transito per i mezzi pesanti in
determinate fasce orarie. Su alcuni punti il dialogo
probabilmente non comincerà neppure. Richichi ha annunciato
l'intenzione di consegnare al prefetto di Messina «un mazzo
di verbali elevati dai vigili urbani in danno dei camionisti
che non ne possono più». È evidente, però, che da quando
sono entrate in vigore le ordinanze, sono scattate anche le
sanzioni previste e la polizia municipale ha il dovere di
attuare quanto stabilito nei provvedimenti firmati dal
sindaco. «Il discorso – precisa il prefetto – vale sia
per gli automobilisti che commettono infrazioni al codice
della strada sia per gli autotrasportatori». Se un tir
viaggia nel periodo in cui vigono le fasce orarie (ore 7-9 e
18-20) oppure se effettua un sorpasso vietato sul Boccetta,
in viale della Libertà e lungo la Cortina del porto, va
giustamente incontro alle previste sanzioni amministrative.
Non si possono chiedere atti di clemenza in una città che
sopporta da troppo tempo il transito dei mezzi pesanti in
pieno centro abitato. Molte delle richieste degli
autotrasportatori, come abbiamo più volte scritto, non sono
certo infondate e sarebbe assurdo far scoppiare una
“guerra” tra i messinesi e coloro che guidano i tir.
Occorre incidere in modo costruttivo sulla soluzione dei
problemi strutturali che impediscono alla città di
innalzare i propri livelli di qualità della vita e ai
camionisti di svolgere serenamente la propria attività. E
proprio in riferimento ai problemi strutturali, non si può
non tornare sul tema della nuova via Don Blasco. Occorre
comprendere se esistono ancora margini di iniziativa per
riprendere il progetto della strada di collegamento
Gazzi-molo Norimberga, rispedito indietro per ben tre volte
dal Genio civile. Domani l'assessore alle infrastrutture
territoriali Gianfranco Scoglio incontrerà il progettista
ing. Antonio Rizzo e i funzionari comunali. Nei prossimi
giorni è previsto un sopralluogo congiunto con il nuovo
ingegnere capo del Genio civile. Sono due gli ostacoli
tecnici che non hanno consentito l'approvazione del
progetto: il problema del raggio di curvatura nei pressi
dell'area ferroviaria di via Santa Cecilia e la necessità
di realizzare una sopraelevata per evitare, all'incrocio tra
viale Gazzi e via Bonino, l'interferenza del traffico urbano
e di quello diretto alla via Don Blasco. Qualsiasi nodo
tecnico può essere sciolto in un'epoca in cui si
costruiscono opere di ogni genere, con metodi e strumenti
sofisticatissimi. È ovvio che bisogna tener conto della
questione dei costi. L'amministrazione comunale è convinta
che la vera “via del Mare”, che dovrebbe unire lo
svincolo di Tremestieri con la zona falcata, è la soluzione
ideale e più conveniente nel caso in cui l'Autorità
portuale intervenisse con fondi del ministero dei Trasporti.
Ci si riferisce, però, ad un iter da inventare
completamente da zero che, al di là della spesa complessiva
prevista (tra gli 80 e i 100 miliardi), pone una serie di
problemi non facilmente superabili, a partire dalla
valutazione d'impatto ambientale, indispensabile per
un'opera che si svolgerebbe interamente su terreni del
Demanio marittimo. Prevedere tempi brevi, sia chiaro,
equivarrebbe a prendere in giro per l'ennesima volta i
messinesi.
5/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Incidente a
Contesse, grave scooterista finito contro Tir e auto
Sfiorata ancora
una volta la tragedia, a Contesse, sulla strada statale 114.
Un incidente ha coinvolto ben tre automezzi. Il bilancio è
di un ferito grave, Maurizio Nucera, 27 anni, che si trova
attualmente ricoverato al Policlinico universitario. Tutta
da accertare la dinamica dell'incidente di cui è rimasto
vittima Nucera che viaggiava in sella ad una Honda
"Pantheon". L'uomo, ed il mezzo a due ruote, per
cause che sono al vaglio della sezione infortunistica della
polizia municipale, si schiantato con un Tir e con una Opel
Corsa. Sono rimasti illesi invece, gli altri due conducenti.
Poco piu' tardi, un incidente ha avuto come vittima C. S.,
25 anni, che viaggiava alla guida del proprio ciclomotore.
Lo scooterista è stato trasportato con un'autombulanza al
Policlinico. E' in prognosi riservata.
6/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Da ottobre il collegamento da e per il
porto di Salerno con una nave ro-ro della Tourist-Caronte
Parte dal Norimberga l'autostrada del mare?
Allo studio anche la possibilità di utilizzare
come interfaccia lo scalo di Catania
Dal prossimo
mese di ottobre si potrà andare in nave fino a Salerno. È
l'inizio di una scommessa decisiva: fare di Messina uno dei
poli di riferimento delle autostrade del mare.
L'amministratore delegato della Caronte, Antonino Repaci,
non esita a definirla «una sfida contro tutti». La città
vive una delle sue fasi più difficili, schiacciata tra le
irrinunciabili esigenze di recupero di una qualità della
vita da troppo tempo smarrita e la concreta minaccia di
perdere occasioni irripetibili per i suoi progetti di
rilancio socio-economico. In un momento in cui si rischia
l'impopolarità nel mettere mano a qualunque iniziativa
riguardante i temi dell'attraversamento dello Stretto, il
gruppo Tourist-Caronte compie una mossa che qualcuno
potrebbe ritenere azzardata, gettando sul tavolo verde una
“fiche” da 85 miliardi di lire. È l'investimento
attuato per acquisire la prima delle supernavi che
dovrebbero fare rotta su Salerno. Nei cantieri Visentini di
Rovigo si lavora a ritmi serrati e il 10 ottobre la grande
nave, gemella della “Stena Line” (che attualmente opera
tra l'Inghilterra e la Norvegia), sarà pronta. Duemila
metri lineari di carico, 25 mila tonnellate, una capienza di
oltre 700 passeggeri, 78 cabine da “crociera”, una
lunghezza di circa 190 metri, una velocità massima di 25
miglia: sono i segni di riconoscimento della prima delle
cosiddette navi “ro-ro” destinata ad entrare in servizio
nell'area dello Stretto. Il tragitto dovrebbe essere
compiuto in orario notturno, con partenza all'una e arrivo a
Salerno previsto dopo 6 ore e 40 minuti, poco prima delle 8.
A bordo sarebbero impiegate oltre 60 unità di personale,
centinaia i nuovi posti di lavoro nell'indotto. «Siamo
pronti – afferma Repaci – per il salto di qualità,
finora è come se avessimo fatto i gondolieri nella laguna
di Venezia. Abbiamo deciso di fare un grande sforzo
imprenditoriale e vorremmo che i benefici ricadessero sulla
città di Messina. Se, però, non ci sono le condizioni, noi
dobbiamo continuare a fare il nostro mestiere e ci sono
altre realtà che ci accoglierebbero a braccia aperte». Non
è una “minaccia” nè un “ricatto”, precisa Repaci,
ma solo una constatazione. Quando parla di “altre realtà”
che farebbero ponti d'oro, il riferimento è chiaramente
diretto a Catania. «Effettivamente – ammette
l'amministratore della Caronte – lì tutto oggi sembra più
facile. L'amministrazione comunale è pronta a soddisfare
ogni richiesta, l'autorità portuale ha promesso tempi
rapidissimi nell'esame dell'iter per la concessione
demaniale, gli spazi sarebbero enormi, il collegamento
diretto con l'autostrada risolverebbe qualunque problema di
interferenza con la viabilità cittadina, la categoria degli
autotrasportatori farebbe carte false perchè un simile
servizio parta da Catania». Sono argomenti che pesano nelle
valutazione di un gruppo imprenditoriale. Così come pesa il
clima di ostilità che si respira a Messina e che sembra
impedire qualunque ragionamento sereno in materia.
L'annuncio dell'attivazione di un nuovo servizio di così
grande rilevanza, che dovrebbe avere come base di partenza
il molo Norimberga, rischia di essere interpretato come una
“provocazione” nei confronti di una città che
giustamente non vuole più essere schiava dei mezzi pesanti.
Ma il paradosso è proprio questo: essere arrivati a pensare
che la causa della servitù di passaggio e dell'invivibilità
di Messina siano, anziché la drammatica inadeguatezza
infrastrutturale e l'incapacità ultradecennale di portare a
compimento le opere programmate, le navi che vanno e vengono
da una sponda all'altra dello Stretto. È come se EuroDisney
fosse vietata ai bambini o al Sestriere non volessero più
la neve. «Ci rendiamo conto di tutti i problemi e le
difficoltà – aggiunge Repaci –, vorremmo, però, che si
capisse che anche i nostri sforzi non vanno contro ma a
favore di Messina. Lo ripeto: la nuova nave ci verrà
consegnata il 10 ottobre, la rotta su Salerno sarà comunque
inaugurata e se non avremo risposte positive qui, è
evidente che saremo costretti ad andare a Catania. Ma
abdicare al proprio ruolo e alle proprie vocazioni sarebbe
una sconfitta per tutti. Le autostrade del mare
rappresentano il futuro e Messina rischia di essere
scavalcata per sempre». L'attivazione della nuova linea per
Salerno, secondo Repaci, non appesantirebbe la situazione in
città, anzi servirebbe in qualche modo ad alleviare i
disagi sul Boccetta, intercettando una quota del traffico
pesante (160 autoarticolati) e spostandola in un orario
“morto”. E sarebbe questo il primo passo verso
l'attuazione dell'ambizioso progetto dell'Autorità portuale
che mira, mediante la ristrutturazione del molo Norimberga,
al rilancio del cabotaggio e all'ingresso nel mercato
nazionale del traghettamento a lunga percorrenza con mezzi
ro/ro. Un'ipotesi che, secondo l'amministratore della
Caronte, si sposa anche con la prevista costruzione del
nuovo porto commerciale a Tremestieri. «La realizzazione di
alcune grandi opere – afferma Repaci – può anche essere
stimolata dai nuovi eventi. Faccio un esempio: se la Reggina
non fosse andata in serie A, probabilmente si aspetterebbe
ancora la ristrutturazione dello stadio Granillo. E sono
convinto, viceversa, che se il Messina giocasse in serie A,
lo stadio di San Filippo sarebbe già pronto da tempo. Ecco,
credo che in tale ottica si potrebbero accelerare i tempi di
realizzazione della “via del mare”, così da collegare
direttamente lo svincolo di Tremestieri con il molo
Norimberga. I soldi rappresentano l'ultimo dei problemi.
L'Europa non dà contributi alle società armatoriali ma
mette a disposizione ingenti somme per la costruzione delle
necessarie infrastrutture. L'Autorità portuale oggi ha 60
miliardi che può utilizzare immediatamente. Insomma, se
ognuno farà la sua parte, Messina potrà trarre giovamento,
anche in termini occupazionali, trasformando in risorsa ciò
che oggi sembra solo un problema. In caso contrario, nessuno
farà beneficenza e saranno gli altri ad approfittarne».
6/6/2001 (
gazzetta del sud )
Il presidente degli
autotrasportatori a rapporto ieri dal prefetto
Non ci sarà blocco dei tir
Modera i toni, chiarisce il senso di alcune sue
affermazioni, offre il “calumet” della pace. Appena
uscito dall'incontro con il prefetto di Messina, il
presidente dell'Aias Francesco Richichi sembra tutta
un'altra persona rispetto a quella che sabato scorso aveva
rilasciato pesanti dichiarazioni, minacciando di bloccare la
nostra città con il suo “esercito” di tir. «Nessuno di
noi – dichiara – vuole fomentare una guerra con i
messinesi. Volevamo solo esternare le preoccupazioni per una
situazione che non ci consente di svolgere il nostro lavoro
in condizioni serene. Non possiamo accettare di essere il
capro espiatorio di rivolte popolari, come se la colpa dei
problemi di Messina fosse dei camionisti». Gli
autotrasportatori sospendono ogni proposito bellicoso ma
respingono anche i tentativi di “criminalizzazione”
della categoria. «In fondo – ribadisce Richichi –,
chiediamo le stesse cose dei cittadini messinesi, cioè
quelle opere infrastrutturali che ci consentano di evitare
l'interferenza con la viabilità all'interno del centro
urbano». La miccia, dunque, è stata disinnescata ma in
ogni caso ci sarebbe stata una risposta durissima delle
autorità locali a qualunque ipotesi di blocco stradale e
interruzioni di pubblico servizio. Il prefetto Giosuè
Marino su questo punto è categorico: «Non dovevamo
contrattare niente con nessuno. Ho voluto convocare il
presidente dell'Associazione autotrasportatori perchè
chiarisse il senso delle sue dichiarazioni. Le richieste e
le esigenze della categoria sono ben note. I problemi non
sono certo stati causati dai recenti provvedimenti relativi
all'introduzione delle fasce orarie. Mi sembra ovvio che
quanto stabilito nelle ordinanze firmate dal sindaco vada
rigorosamente rispettato».
I CORTEI – Proseguono, intanto, le iniziative di
mobilitazione. Il coordinamento di dieci comitati e
associazioni ha organizzato due cortei “da sud a nord”.
Il primo partirà domani, alle 19, dallo svincolo di San
Filippo. Sarà una processione di auto che attraverserà la
Statale 114 per arrivare al luogo dell'incidente dove ha
perso la vita recentemente il pensionato Giovanni Cannata.
Venerdì il concentramento, sempre alle 19, è previsto a
villa Mazzini da dove si muoverà il corteo verso lo
svincolo di Boccetta. Gli obiettivi delle due manifestazioni
sono: la revoca in autotutela della delibera sul doppio
approdo Annunziata-Tremestieri e dell'accordo di programma
firmato a Palermo il 31 maggio scorso; la liberazione della
rada di San Francesco; il trasferimento degli approdi e dei
tir fuori da tutto il territorio comunale; l'estensione a
tutti gli svincoli dei divieti di transito validi in
determinate fasce orarie; l'applicazione rigorosa di tutte
le norme di sicurezza e di tutela della pubblica e privata
salute.
I QUARTIERI – Si riunirà oggi in seduta permanente, con
inizio alle 10, il consiglio del IV Quartiere per protestare
contro l'ordinanza che consente il passaggio dei tir nelle
ore di punta, spostando a Tremestieri il passaggio di notte
dei mezzi che trasportano merci pericolose.
7/6/2001
( gazzetta del sud )
Approdi e tir / Iniziative del IV e
del VII
Quartieri in rivolta
Oggi la protesta sulla Statale 114
La mobilitazione
è generale. Ogni quartiere ha le sue ragioni, nessuno vuole
che in casa propria passino i tir. Ma è un cane che si
morde la coda. Ed è un abbaiare alla luna fino a quando non
verranno realizzate le opere che consentano in via
definitiva di eliminare l'interferenza del traffico di
attraversamento dello Stretto con la viabilità cittadina.
Da ieri il consiglio della Quarta circoscrizione è in
seduta permanente in segno di protesta contro il sistema
delle fasce orarie che, in alcuni periodi della giornata, ha
spostato il traffico gommato pesante dal Boccetta agli altri
svincoli. Dura l'opposizione anche al provvedimento in base
al quale da metà giugno i mezzi pesanti che trasportano
merci pericolose saranno obbligati ad uscire allo svincolo
di Tremestieri. E sempre ieri il VII Quartiere ha votato
all'unanimità un documento che è il frutto di innumerevoli
sedute dedicate all'argomento-tir. Due le richieste
essenziali: 1) che le fasce orarie istituite per il Boccetta
vengano estese a tutti gli svincoli (in entrata ed uscita)
istituendo apposite aree di stoccaggio dei mezzi pesanti,
adeguando il viale Europa alle norme di sicurezza già
previste per il viale Boccetta (asfalto fonoassorbente,
segnaletica orizzontale e verticale, controlli continui 24
ore su 24, limiti di velocità). 2) Che si adottino misure
atte a non aumentare i già insostenibili flussi di traffico
di “Messina centro” evitando di dirottare in questo
svincolo parte del traffico di Boccetta, in considerazione
anche del percorso più lungo e pericoloso (viale Europa,
via La Farina, zona del porto e viale della Libertà),
dell'esistenza di strutture pubbliche come ospedali e
scuole, di mercati e di parcheggi ricavati pericolosamente
persino al centro della carreggiata. Il terzo punto elencato
nel documento è l'attestazione di solidarietà nei
confronti dei consigli di quartiere interessati da tutte le
iniziative adottate dall'amministrazione comunale. Il
presidente del VII Quartiere, Paolo Armaleo, preannunzia «ogni
opportuna iniziativa a salvaguardia dei diritti e
dell'incolumità dei cittadini della circoscrizione». Oggi,
intanto, si svolgerà la prima delle due manifestazioni
organizzate dal Coordinamento di una decina di comitati e
associazioni. Il raduno è fissato alle 18 allo svincolo di
San Filippo. Un corteo di auto percorrerà la Statale 114,
poi si terrà un momento di commemorazione sul luogo dove è
avvenuto l'ultimo degli incidenti mortali provocati dal
transito di un tir, a Contesse, davanti al pastificio Triolo.
Sarà ricordato il pensionato Giovanni Cannata, schiacciato
dalle ruote di un autoarticolato la mattina del 31 maggio.
Domani, invece, da sud ci si sposterà a nord. È previsto,
infatti, un corteo che alle 19 si muoverà da villa Mazzini
per arrivare fino allo svincolo di Boccetta. I temi posti
sul tappeto sono, più o meno, gli stessi delle altre
manifestazioni organizzate dal comitato “La nostra città”:
il netto dissenso verso le scelte compiute nel recente
accordo di programma stipulato a Palermo dalla Regione e dal
Comune; la richiesta della revoca della delibera del giugno
'2000 con la quale il consiglio comunale ha approvato
l'indicazione del doppio approdo Tremestieri-Annunziata;
l'immediato trasferimento degli imbarcaderi della rada di
San Francesco
7/6/2001
( gazzetta del sud )
Autostrade del mare / Authority e
Capitaneria all'unisono
«Non abdichiamo»
Barresi: al Norimberga nessun monopolio
«La nostra città deve fare di tutto per non restare
esclusa dai grandi flussi delle autostrade del mare».
Marciano all'unisono i rappresentanti dell'Autorità
portuale e della Capitaneria. La notizia di una possibile
imminente attivazione, a partire dal prossimo autunno, di
una nuova linea Messina-Salerno non coglie di sorpresa gli
addetti ai lavori. «È da anni – spiega il segretario
dell'Authority Franco Barresi – che ci si sta muovendo in
questa direzione e il discorso non riguarda solo
l'iniziativa del gruppo Tourist-Caronte. La destinazione del
molo Norimberga è chiaramente indicata negli studi
preliminari del Piano regolatore del porto ed è quella di
un terminal “multipurpose” da realizzare per il
trasporto delle merci e per il cabotaggio da promuovere ed
incentivare con un porto del medio e dell'alto Tirreno, con
i porti dell'Adriatico, in prospettiva con i paesi esteri
del Mediterraneo orientale, del Nord Africa e dell'Asia
minore». Non s'inventa, dunque, nulla di nuovo. «Abbiamo
avuto contatti con tutte o quasi le società del settore –
aggiunge Barresi –, offrendo la disponibilità del
“Norimberga” per l'attivazione delle rotte a lunga
percorrenza. Oggi può essere Salerno, domani Civitavecchia
e Livorno. Nessuno ovviamente può pensare di riproporre
situazioni di monopolio. Chiunque ha carte concrete da
giocare, le mostri. L'apertura ai nuovi mercati pone
naturalmente la questione degli spazi necessari. Abbiamo
bisogno di recuperare tutte le aree possibili e, nello
stesso tempo, non possono non affrettarsi le decisioni
riguardanti quelle opere infrastrutturali in grado di
realizzare il collegamento diretto con le autostrade,
eliminando qualunque tipo di disagio per i messinesi». La
città dello Stretto non può abdicare alle sue prerogative
e vocazioni. Ad affermarlo con chiarezza è anche il
comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone, reduce da un
sopralluogo nel litorale sud per verificare lo stato delle
aree dove dovrebbe passare la nuova “via del mare” fra
Tremestieri e la zona falcata. «È un'opera fattibile senza
eccessive difficoltà – si sbilancia il comandante –,
perchè in gran parte ricalca una pista in terra battuta già
esistente. Ricadrebbe interamente sul territorio del demanio
e non avrebbe un pesante impatto ambientale, anzi servirebbe
a risanare e riqualificare una porzione di litorale oggi
completamente abbandonata al degrado». La concorrenza con
Catania va giocata in maniera intelligente, senza guerre
ideologiche e senza riproporre sistemi “bloccati” che
hanno, di fatto, mortificato l'economia messinese,
peggiorando di anno in anno – a causa dell'incapacità o
della mancanza di volontà della classe dirigente messinese
che non è riuscita a realizzare neppure una delle opere
previste negli ultimi vent'anni – i livelli complessivi di
qualità della vita. Secondo il segretario generale dell'Authority,
la rotta Messina-Salerno potrebbe essere inaugurata in via
sperimentale già dall'inizio del prossimo novembre, senza
che ciò comporti un aggravio dei disagi sulle strade del
centro, anzi contribuendo a ridurre il peso del traffico
gommato durante il giorno e sgravando in qualche misura il
Boccetta. «Faremo di tutto per non sprecare questa ed altre
opportunità – ribadisce Barresi –, anche se sappiamo
che bisogna lavorare molto per attrezzarsi a quelle sfide
che oggi ci vedono decisamente svantaggiati rispetto ad
altre realtà».
7/6/2001
( gazzetta del sud )
Nei prossimi giorni verranno
apposti i primi cartelli col divieto di balneazione
Inquinati 20 km di costa
I problemi causati soprattutto dagli scarichi
abusivi
Sono scattati
ieri, sulla base del decreto regionale e della susseguente
ordinanza dell'assessore comunale alla Sanità Giuseppe
Santalco, i divieti di balneazione per la stagione estiva
2001. Il quadro generale non è quasi mutato rispetto
all'estate scorsa ma va anche tenuto conto del fatto che,
secondo la legge, i divieti vengono adottati a seguito di
prelevamenti e di analisi ripetuti più volte nei 5 anni
precedenti e possono, pertanto, non rispecchiare esattamente
il quadro reale. Toccherà adesso ai tecnici della
ripartizione viabilità del Comune l'apposizione dei
cartelli metallici che dovranno segnalare il divieto
all'inizio di tutte le strade di accesso ai tratti di mare
che vengono interdetti ai bagnanti. E compito poi di tutti i
corpi di polizia (non solo i vigili urbani e gli agenti
della Capitaneria di porto) far vigilare sull'osservanza
dell'importante proibizione: il valore in gioco è quello
della tutela della salute pubblica che è messa a rischio,
soprattutto, dalla presenza di scarichi fognari legati al
mancato allaccio ai depuratori. Oltre venti dei cinquanta
chilometri di mare e di costa nel territorio comunale di
Messina risultano sostanzialmente interdetti alla
balneazione. Un dato fa riflettere: risultano «off limits»
tratti di mare e costa per complessivi 3 chilometri e 550
metri appartenenti alla più "pregiata" riviera
nord ricompresa tra l'incrocio del viale della Libertà con
via Brasile e l'estremo confine comunale di Ortoliuzzo. In
questo scacchiere pesa, tra l'altro, come un macigno il
consueto ritorno "stagionale" di sversamenti e
rivoli di liquami da condotte fognarie decrepite e
insufficienti per le esigenze dell'accresciuta popolazione
estiva. Sono stati proibiti i «bagni», per l'inquinamento
riscontrato o per svariate ragioni di sicurezza, nei
seguenti tratti. Innanzitutto una striscia costiera lunga
6500 metri così sezionabile: 150 metri a sud della fogna
numero 28; l'intero tratto tra Tremestieri e il torrente San
Filippo; 200 metri a est del torrente San Filippo; il tratto
tra il "Ventiquattresimo Artiglieria" e lo
svincolo Gazzi-Direzione via San Cosimo; 200 metri a sud
della fogna numero 19. E poi, nella zona nord, 350 metri
davanti all'ex ospedale Regina Margherita e una striscia di
200 metri in corrispondenza del canale del Lago piccolo di
Torre Faro. E ancora, ininterrottamente, tutti gli 8700
metri di costa che vanno dall'incrocio del viale della
Libertà con via Brasile all'altezza della fiumara
Portalegna (viale Europa basso): nel mezzo ricadono il porto
e gli approdi di San Francesco. È stato classificato, poi,
come "temporaneamente non balneabile" un tratto
costiero di particolare interesse: i 200 metri di spiaggia,
100 a sud e 100 a nord, in prossimità di «Fortino Pace».
In relazione, infine, a una serie di punti di immissione
fognaria nelle acque marine censiti dal decreto regionale,
vige il divieto di balneazione, lungo i 200 metri a destra e
a sinistra dei vari scarichi, nelle seguenti zone costiere:
dal torrente Larderia all'incrocio del viale della Libertà
con via Brasile (6500 metri); dai 50 metri a sud
dell'ospedale Regina Margherita ai 50 metri a nord del
torrente Annunziata (350 metri); in corrispondenza della
Stazione di servizio Ip (400 metri); dai 200 metri a sud del
torrente Papardo ai 100 metri a nord dell'incrocio del viale
della Libertà con via Fata Morgana; in corrispondenza dello
scarico del canale del Lago grande (200 metri); dai 100
metri a sud del canale del Lago piccolo di Torre Faro a 150
metri a nord dello stesso canale; lungo la via Pozzo Giudeo
di Torre Faro (200 metri); per 400 metri a destra del
complesso «La Vela Bianca» di Ortoliuzzo. Un avvertimento,
infine, agli "incoscienti": chi viola o fa violare
i divieti rischia (a norma dell'ordinanza balneare della
Capitaneria) una multa molto severa: da 2 a 4 milioni.
07/06/2001
Ponte sullo Stretto
sinergia tra pubblico e privato
ROMA
- Un pool di istituzioni finanziarie italiane con a fianco,
la presenza pubblica «che è sempre garanzia di successo».
E' quello che ha in mente il Mediocredito Centrale per il
progetto del Ponte sullo Stretto dopo il primo via libera
dato dal governo Amato il 18 aprile scorso ma a condizione
che vi sia un concorso finanziario daparte dei grandi
investitori italiani e stranieri. Mario Mauro,
amministratore delegato del Mediocredito Centrale, tra i
soggetti finanziari in pista per gestire la parte
finanziaria del progetto, attende l'insediamento del nuovo
governo ma intanto chiarisce che «il consorzio è in
itinere».
Interpellato a margine della
presentazione del Rapporto Cer sul sistema creditizio, Mauro
ha detto che «bisognerà attendere innanzitutto se il nuovo
governo confermerà la decisione» e fino a quando non ci
sarà un mandato ufficiale è prematuro fare i nomi degli
investitori interessati al progetto: «Si tratta comunque di
nomi di grande prestigio in grado di affrontare un'opera così
importante. Se possibile - specifica il manager - puntiamo a
partners italiani, però se non li troviamo in Italia,
allora cercheremo all'estero. Comunque il sistema bancario
italiano è pronto a finanziare l'opera per quanto riguarda
la parte privata», anche se è altrettanto importante, ha
concluso Mauro, che al progetto vi concorra una
partecipazione pubblica. Tra gli ostacoli da rimuovere, l'
amministratore delegato del Mediocredito ha parlato della
figura del general contractor «che in Italia manca e quindi
bisognerà inventarla», e della legge Merloni-ter «che
costringe il soggetto bancario ad assumersi rischi che non
gli sono propri. Sotto questo aspetto - ha detto - bisognerà
trovare una soluzione che rispetti la normativa senza però
far correre rischi al sistema».
8/6/2001 (
gds )
Tir-assassino ritorna dopo sette
giorni Uccisa "Mani di fata", aveva 85 anni
L'incidente alle 7,30
in via Taormina Il dolore del quartiere, dove
Concetta Beccore era molto amata La scorsa settimana un
altro
anziano è morto stritolato a Contesse
Appena sei
giorni ed ecco un altro tir-killer fare una nuova vittima.
"Mani di fata", così era soprannominata Concetta
Beccore, 85 anni, si è spenta ieri intorno a mezzogiorno in
ospedale, un attimo prima di essere sottoposta a un
intervento chirurgico, estremo tentativo di strapparla alla
morte. La vecchietta, madre di tre figli, era amata
dall'intero rione. Era conosciuta per la sua bontà, per la
sua generosità e per la sua abilità nel fare punture, come
fosse un'infermiera professionale. Troppe le fratture,
troppe le ferite inferte dall'autoarticolato che nella
mattinata l'aveva travolta.
L'incidente è avvenuto in via Taormina, verso le 7,30. La
pensionata, che abitava nella zona, stava attraversando la
strada. Si è fermata al centro della carreggiata e
l'autoarticolato "Daf" della ditta Tram Star di
Roma, alla cui guida si trovava Sergio Rossi, 51 anni, di
Nettuno, vicino Latina, l'ha travolta.
Concetta Beccore ha perso subito i sensi. Con un'autombulanza
del servizio d'emergenza "118", la poveretta è
stata trasportata al pronto soccorso del Policlinico
universitario dove i medici le hanno riscontrato un trauma
cranico e toracico. Una frattura alla spalla e due ferite
lacerocontuse al braccio destro. Immediato il ricovero nel
reparto di ortopedia, dove il suo cuore forse ormai troppo
affaticato per l'età avanzata, ha cessato di battere poco
prima di mezzogiorno, quando i medici stavano per metterla
sotto i ferri.
Sul posto, subito dopo la tragedia, sono intervenuti i
vigili della sezione infortunistica della polizia municipale
e gli agenti delle Volanti. Secondo una prima ricostruzione,
il tir-assassino proveniva dall'uscita autostradale di
Tremestieri ed era diretto agli imbarcaderi. Rossi, con il
suo tir, avrebbe solamente urtata la donna. Poi i vestiti
della vecchina si sarebbero impigliati in una freccia del
"bisonte". "Mani di fata" non ce l'ha
fatta. E' morta tragicamente poche ore dopo il suo ricovero.
Proprio lei, che tanto si era dispiaciuta per la tragedia
della settimana scorsa, quando alla tv, aveva sentito di
quel suo coetaneo, Giovanni Cannata, 86 anni, rimasto
schiacciato da un tir, sulla strada statale 114 a Contesse.
L'anziano quella mattina, stava facendo ritorno a casa, dopo
aver comperato un pò di verdure e due polli già pronti per
essere serviti in tavola. Uno dei bisonti che attraversano
la città, lo ha prima investito. Poi gli ha schiacciato il
capo, senza dargli il tempo di rendersi conto del crudele
destino che era in agguato. Una fine, che non meritava quel
pensionato dall'aspetto così perbene. Così come non la
meritava Concetta Beccore, che in ottantacinque anni di
vita, aveva sempre pensato al prossimo. Al rione Taormina,
in lacrime, raccontano della sua disponibilità, della
generosità che la spingeva a dedicarsi ai più deboli. La
ricordano mentre con garbo e con un sorriso rassicurante,
faceva punture impercettibili ai vicini di casa, che,
proprio per questa sua abilità, l'avevano soprannominata
"Mani di fata".
8/6/2001 (
gazzetta del sud )
Ieri mattina poco
dopo le sette un tir ha travolto e ucciso una pensionata di
85 anni
La Statale 114 strada della morte
Appena una settimana fa un altro tragico incidente
in circostanze analoghe
Ancora una
vittima dei tir e anche questa volta si tratta di una
persona anziana uccisa mentre attraversava la strada statale
114. Ieri mattina, pochi minuti dopo le 7,15, –
esattamente a una settimana di distanza dall'incidente
mortale , un chilometro più avanti in direzione Catania,
che ha coinvolto un altro mezzo pesante ed è costato la
vita al settantottenne Giovanni Cannata – a perdere la
vita sulla via Taormina è stata la pensionata
ottantacinquenne Concetta Beccore. La donna, che è morta
qualche minuto prima di mezzogiorno al Policlinico dove
stava per essere sottoposta ad un delicato intervento
chirurgico nella clinica Ortopedica diretta dal prof. Giulio
Santoro, aveva riportato una frattura alle spalle, trauma
cranico facciale e due profonde ferite al braccio destro che
le avevano anche provocato una copiosa perdita di sangue. Un
altro morto, dunque, che mette ancor più in risalto come le
fasce orarie non abbiano attenuato l'emergenza tir ma semmai
hanno aggravato ancor più la situazione sia perché
indirizzano il passaggio dei mezzi pesanti verso un percorso
molto più lungo e con una maggiore densità di popolazione,
sia perché la strada interessata (lunga quasi una decina di
chilometri) non può essere costantemente controllata, come
invece dovrebbe essere, dagli agenti della polizia
municipale il cui organico è sottodimensionato rispetto
alle reali esigenze. La Beccore, domiciliata nelle casette
basse della via Taormina, al civico 7, era da poco uscita di
casa per recarsi ad un vicino supermercato, situato proprio
di fronte l'abitazione. Un appuntamento quasi quotidiano,
quello della donna, che ieri si è rivelato fatale.
L'anziana, così come hanno accertato gli agenti della
Sezione infortunistica della polizia municipale intervenuti
per i rilievi e che hanno interrogato fino a tarda sera il
conducente del camion, aveva da poco raggiunto il centro
della carreggiata – con direzione mare monte – quando, a
quanto pare, ha visto sopraggiungere il tir Daf “XF 480”
(per una ulteriore strana coincidenza la stessa marca e
modello di camion che lo scorso 31 maggio ha travolto e
ucciso, sempre sulla statale “114”, il pensionato
settantottenne Giovanni Cannata ndc ), carico di collettame,
proveniente da Catania e diretto a Roma. Il tir, targato BG
938 AS, di proprietà della società “Transtar 92” di
Roma, era condotto dal cinquantunenne Sergio Rossi
domiciliato a Bassiano – in provincia di Latina – in via
Trieste 46. Il mezzo pesante viaggiava in direzione sud-nord
essendo uscito, proprio per l'obbligo dettato dall'ordinanza
sindacale delle fasce orarie, dallo svincolo di Tremestieri
e diretto, così come avrebbe affermato lo stesso autista
del Daf alle forze dell'ordine, agli imbarcaderi delle
Ferrovie dello Stato. Sarebbe stata una luce di ingombro del
rimorchio, secondo una prima ricostruzione dei fatti, ad
“agganciare” un capo del vestito della donna, che si era
fermata per “cedergli il passo”, e che invece è stata
trascinata per qualche metro e “spinta”, poco distante,
nella corsia opposta. Ad accorgersi dell'accaduto, sempre
secondo quanto riferito dalle forze dell'ordine, sarebbe
stato lo stesso Rossi che, dato l'allarme, ha soccorso la
donna. Sul posto, poco dopo, sono giunti gli agenti della
sezione “Volanti” della polizia e gli uomini della
sezione Infortunistica della polizia municipale. Il Daf, su
disposizione del magistrato, è stato sottoposto a
sequestro. Nelle prossime ore, come atto dovuto, dovrebbe
anche essere emesso un avviso di garanzia per il reato di
omicidio colposo nei confronti del conducente del mezzo.
8/6/2001 (
gazzetta del sud )
Un dossier dei
vigili urbani aveva evidenziato i rischi
Due incidenti mortali in una settimana. È bastato così
poco tempo alla strada statale 114 per “allinearsi” al
numero dei decessi provocati dai tir sul viale Boccetta che,
a parte la spettacolarità di tanti, troppi incidenti, ha
visto morire – in circa 30 anni – la studentessa
calabrese Anna Caprino (travolta il 9 dicembre 1988 mentre
stava attraversando la strada con un'amica all'altezza
dell'incrocio con il corso Cavour) e l'impiegata Paola
Minutoli (uccisa, all'incrocio con la via Garibaldi, da un
Fiat “Om” mentre si trovava alla guida del suo
“Vespone” il 16 dicembre 1999). Ed è a seguito
dell'ultimo spettacolare incidente avvenuto sul Boccetta il
10 aprile scorso, e delle tante manifestazioni organizzate
dalla gente stanca di vivere a contatto con i mezzi pesanti,
che è stata emessa l'ordinanza sindacale delle cosiddette
“fasce orarie” col conseguenziale dirottamento dei mezzi
pesanti sulla 114. Un'ordinanza al centro di un dossier
riservatissimo, composto da 31 pagine ricche di relazioni e
risultati di esami strumentali, che sarebbe stato inviato già
diversi mesi addietro dalla polizia municipale a Palazzo
Zanca e in cui si evidenzia l'assoluta pericolosità della
decisione di deviare il traffico pesante in una zona a più
alta densità abitativa. Un documento, quello top secret
inviato al Comune, che si compone di due parti e che valuta,
dopo aver eseguito con sofisticatissime apparecchiature
anche rilievi fonometrici, sia lo stato di fatto che le
conseguenze che lo spostamento del transito dei tir a
Tremestieri avrebbe provocato sulla popolazione. «Al
termine dello studio – si legge nelle conclusioni del
dossier – si ritiene che la pericolosità di un percorso
sia proporzionale alla popolazione che ne è coinvolta (il
14% a Boccetta e il 71% a Tremestieri), alle intersezioni
che sono punto di pericolo a causa degli incroci dei flussi
veicolari, alla pendenza del percorso e alla velocità
(rilevata una media di 29 km/h sul Boccetta contro i 42 km/h
di Tremestieri) motivo di buona parte degli incidenti. Da
quanto esposto le variabili considerate portano a dedurre
che l'itinerario di Tremestieri sia poco sicuro. Il
percorso, confrontato con quello del Boccetta, coinvolge una
popolazione sicuramente maggiore di circa 20 volte e,
infine, anche una velocità di 1 volta e mezza superiore».
8/6/2001 (
gazzetta del sud )
Pochi i partecipanti
alla manifestazione di ieri contro il passaggio dei mezzi
pesanti dalla città
«No alle fasce orarie, no alla delibera sul
doppio approdo»
La parte più
significativa della prima manifestazione anti-tir lungo le
strade della zona sud è stata sicuramente quella finale,
con le toccanti parole della figlia di Giovanni Cannata, il
pensionato travolto da un tir la settimana scorsa sulla
Statale 114: «Ormai nessuno potrà più restituirmi mio
padre; adesso la mia unica speranza è che la sua morte
possa servire a qualcosa, possa evitare che nelle nostre
strade si ripeta ancora un incidente simile. Mio padre è
stato ucciso, non posso usare un altro termine, dal momento
che è stato travolto mentre attraversava la strada sulle
strisce pedonali: una morte assurda, ma spero che non
rimanga inutile». Un momento commosso, la commemorazione di
Giovanni Cannata, seguito da un lungo applauso da parte del
corteo su quelle stesse strisce pedonali teatro
dell'incidente e sulle quali poco prima era stata deposta
dai Comitati cittadini anti-tir una composizione floreale.
Una conclusione significativa che ha fatto dimenticare
l'amarezza e la delusione per la scarsa partecipazione al
corteo, composto da un centinaio scarso di partecipanti. Se
infatti i componenti dei comitati cittadini spontanei, nati
nella zona nord e in quella sud di Messina, erano quasi
tutti presenti, così come alcuni rappresentanti dei vari
Consigli di Quartiere cittadini ed esponenti sindacali (Bernava
e Caia della Cisl), i grandi assenti della manifestazione
sono stati proprio i cittadini, il popolo messinese, vittima
passiva dell'attraversamento della città da parte dei tir.
Un'assenza che lascia spazio a diverse interpretazioni:
dall'orario lavorativo, alla dispersività e alla
frammentazione delle proteste, fino all'indifferenza di una
città spesso facilmente coinvolta solo dall'emotività del
momento. Eppure, nella stessa mattinata di ieri, sempre
nella zona sud, si era registrato un altro incidente
mortale, il secondo in una settimana (e al quale si deve
aggiungere anche il grave scontro che ha visto coinvolto un
altro tir con ferimento grave del centauro Maurizio Nocera),
con la morte dell'anziana Concetta Beccore, travolta in via
Taormina da un camion proveniente dallo svincolo di
Tremestieri, ad appena 1 km di distanza dal luogo della
morte di Giovanni Cannata. Non autorizzato dalla Prefettura
il corteo di auto, i manifestanti ieri sera intorno alle
19,15 si sono mossi a piedi dallo svincolo di San Filippo
sulla Statale 114 verso il luogo dell'incidente in cui ha
perso la vita il pensionato settantottenne. «Nord e Sud
della città contro i tir»; slogan e cartelli del corteo
ancora una volta hanno ripudiato il sistema delle fasce
orarie che, in alcuni periodi della giornata, sposta il
traffico gommato pesante dal Boccetta agli altri svincoli.
Dura la protesta anche contro il provvedimento in base al
quale da metà giugno i mezzi pesanti che trasportano merci
pericolose saranno obbligati a uscire allo svincolo di
Tremestieri. Rifiuto, inoltre, delle scelte compiute nel
recente accordo di programma stipulato a Palermo dalla
Regione e dal Comune; richiesta della revoca della delibera
del giugno 2000 con la quale il consiglio comunale ha
approvato l'indicazione del doppio approdo
Tremestieri-Annunziata. La protesta si sposta oggi sul
versante nord della città, e interesserà lo svincolo del
Boccetta: l'appuntamento è alle 19 alla villa Mazzini da
dove, a piedi, il corteo si muoverà verso lo svincolo di
Boccetta.
8/6/2001 (
gds )
Oggi la
protesta "Fuori dalla città i mezzi pesanti"
Triste vigilia
segnata da un altro incidente mortale, per le due
manifestazioni contro i Tir organizzate dal Coordinamento
dei comitati cittadini.
Ieri, una "processione" di auto, scortata da un
ampio schieramento di forze dell'ordine, dallo svincolo di
San Filippo si è allungata sulla statale 114 fino al
quadrivio di Santa Margherita con tappa di fronte al
pastificio Triolo per commemorare Giovanni Cannata,
"schiacciato" da un camion nei giorni scorsi.
Oggi, un cordone di uomini risalirà il "Viale della
morte" dalla Villa Mazzini fino all'uscita di Boccetta.
Le zone Nord e Sud scendono in campo sempre più compatte
per tentare di interrompere l'assurdo silenzio che ancora
una volta si vuole imporre a questa città, chiedendo
l'applicazione rigorosa delle norme di sicurezza e di tutela
della salute e il trasferimento degli approdi per i mezzi
pesanti fuori da tutto il territorio comunale.
Intanto il consiglio della IV Circoscrizione, riunito in
seduta permanente, insiste sull'utilità del provvedimento
preso da Leonardi e continua imperterrito a chiedere la
revoca immediata delle ordinanze riguardanti il passaggio
dei "bisonti della strada" dallo svincolo di
Tremestieri agli imbarcaderi e quella relativa al transito
delle merci pericolose lungo la ex SS 114.
“I numeri” dei controlli
Il Reparto operativo mobile della polizia municipale,
coordinato dallo specialista di vigilanza urbana Santi Vita,
ha proseguito lungo il viale Boccetta e la strada statale
114 i controlli per reprimere eventuali inosservanze
all'ordinanza delle fasce orarie. Dall'1 giugno scorso sono
stati complessivamente fermati 106 autocarri con la
contestazione di 99 verbali proprio per inosservanza
all'ordinanza sindacale. Nello stesso periodo, nell'àmbito
del servizio di controllo sui gas di scarico, sono stati
anche monitorati 13 autocarri ed elevati 6 verbali per aver
riscontrato emissioni inquinanti fuori dai limiti
consentiti. Relativamente ai ciclomotori, motocicli ed
autovetture sono stati complessivamente controllati 347
mezzi ed elevati 66 verbali (14 per mancanza di documenti di
circolazione, 12 fermi amministrativi relativi a ciclomotori
condotti da minorenni e 30 verbali per violazione dei limiti
di velocità
8/6/2001 (
gazzetta del sud )
I presidenti dei quartieri
della zona sud chiedono l'immediata revoca dell'ordinanza
sulle fasce orarie
«Si
torni al Boccetta»
Ne parlerà
il Comitato per l'ordine pubblico
La convocazione
arriva un po' tardi, ma sempre meglio che mai. I presidenti
di sei quartieri della zona sud (per il I Antonino D'Angelo,
per il II Giuseppe Sfravara, per il III Antonino La Fauci,
per il IV Rosario Santoro, per il V Antonino Di Mattia, per
il XIV Antonino Mangano) hanno incontrato ieri il sindaco
Salvatore Leonardi e gli assessori alle infrastrutture del
territorio Gianfranco Scoglio e alla viabilità Salvatore
Rizzo per discutere di tir, approdi e fasce orarie. Proprio
su quest'ultimo provvedimento si sono concentrati gli strali
dei rappresentanti delle circoscrizioni che hanno ribadito
come una simile soluzione non abbia per nulla risolto il
problema, frammentandolo, invece, e addossandolo ad altre
porzioni del territorio cittadino e cioè alla zona sud,
dove si sono già dovuti piangere due morti in sette giorni.
«Abbiamo chiesto l'immediata revoca del provvedimento –
rimarca Mangano e sullo stesso tono è anche un ordine del
giorno approvato dal consiglio del IV Quartiere riunito in
seduta permanente – e il sindaco si è dichiarato
disponibile a parlarne col prefetto nel corso del prossimo
incontro del Comitato per l'ordine pubblico». «Quest'ordinanza
– rincara D'Angelo – non fa altro che aggravare la
situazione incrementando la pericolosità del transito dei
tir con l'aumento del tragitto che i mezzi pesanti devono
percorrere prima di giungere agli imbarcaderi». «Proprio
sul viale Gazzi ad esempio – sottolinea Di Mattia – gli
ampi spazi consentono soprattutto nelle ore notturne vere e
proprie gare di corsa fra tir. Tra l'altro, è stata fatta
una simile ordinanza, ma non è stato disposto nemmeno un
presidio dei vigili urbani nelle zone in cui si riversano i
tir negli orari in cui il Boccetta è precluso». In
sostanza, la richiesta è di far tornare tutto come prima,
lasciando i camionisti liberi di scegliere il tragitto che
vogliono (ovviamente, il Boccetta). «Noi non vogliamo
giocare a scaricabarile – è la posizione dei presidenti
dei quartieri della zona sud – ma se il problema è stato
fino ad ora limitato al viale Boccetta, perché spezzettarlo
affibbiandolo agli altri? Perché non tenerlo lì ancora per
un po', almeno fino a quando non si troverà una soluzione
definitiva?». Soluzione che, ovviamente, dovrebbe essere il
nuovo approdo realizzato in modo da non pesare sulla
viabilità urbana. E questo è un argomento assolutamente
non pacifico così com'è emerso nel corso del confronto di
ieri. Assolutamente contrario alla scelta della zona sud è,
ad esempio, il I Quartiere, mentre dagli altri sono
provenute posizioni più “morbide” e comunque da
definire meglio in attesa di poter prendere cognizione del
progetto, che verrà nei prossimi giorni trasmesso a tutti i
quartieri interessati. «I presidenti – chiarisce
l'assessore Scoglio – hanno evidenziato come l'ordinanza
fino ad ora non abbia dato i risultati sperati. Noi,
comunque, abbiamo ribadito che, dopo tanti anni, finalmente
con l'approvazione dell'accordo di programma con la Regione
c'è la certezza dello spostamento dell'approdo in tempi
brevi». Le due ordinanze, quella che inibisce ai mezzi
pesanti di transitare dal Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18
alle 20 e quella che consente il transito dei mezzi
trasportanti merci pericolose da mezzanotte alle 6 dallo
svincolo di Tremestieri, potrebbero dunque essere riviste,
ma con quale risultato? Le alternative attuabili
nell'immediato infatti solo solo due: o si torna all'antico
lasciando agli autotrasportatori la possibilità di
scegliere il tragitto (il più breve) o gli si vieta di
attraversare il centro ma, almeno fino a quando non ci sarà
un nuovo approdo, questa seconda strada è difficilmente
attuabile. Dunque, in buona sostanza, visto il “flop”
della via del mare, occorre realizzare un attracco il cui
raggiungimento non coinvolga il traffico urbano. Ma, in
questo, cosa ci sarà di celere?
8/6/2001 (
gazzetta del sud )
Tir con
merci pericolose Stoccaggio a Gioia Tauro
Un vertice si è
tenuto ieri in Prefettura a Reggio Calabria sui problemi
legati all'attraversamento dello Stretto, in particolare su
quelli generati dall'ordinanza con la quale è stato
limitato il transito di mezzi che trasportano merci
pericolose (provvedimento che ancora non si applica ai mezzi
provenienti dalla Calabria proprio per la mancanza di
un'area di stoccagio). Anche il sindaco Leonardi era
presente ieri al vertice convocato dal prefetto reggino
Goffredo Sottile e al quale hanno preso parte anche il
prefetto Giosuè Marino, rappresentanti dell'Asi, della
Stradale, dell'Anas e dei vigili del fuoco, i sindaci di
Villa San Giovanni Rocco Cassone, e Gioia Tauro, Giorgio Dal
Torrione. La presenza di quest'ultimo è legata al fatto che
proprio l'area portuale di Gioia Tauro potrebbe fornire la
soluzione al problema con la creazione di un parcheggio per
i mezzi pesanti diretti in Sicilia, oltre all'attivazione di
una linea con diverse corse giornaliere per i collegamenti
con il porto di Giammoro-Milazzo. Una soluzione che
consentirebbe di contribuire al decongestionamento di
Messina e Villa San Giovanni e, nello stesso tempo, di
rispettare l'ordinanza che limita il passaggio e la sosta
dei mezzi speciali. Nel corso della riunione si è discusso
anche dei risvolti legati all'introduzione delle fasce
orarie. A cominciare dal ritardo con il quale giungerebbero
a destinazione certe merci che richiedono, invece, tempi
molto limitati per il loro trasferimento. Ma, ovviamente, il
problema maggiore è legato alla creazione di un'adeguata
area di sosta per gli automezzi pesanti utilizzati ai
trasporti di materiali ritenuti pericolosi. Da questo punto
di vista Gioia Tauro è stata indicata quale località
adatta alla creazione di un parcheggio dalle caratteristiche
particolari, in grado di ospitare il ricovero temporaneo di
mezzi destinati, dopo una sosta limitata, a ripartire alla
volta della Sicilia percorrendo l'ultimo tratto dell'A/3 e
poi imbarcarsi sui traghetti per Messina. Dopo i primi studi
l'area è stata individuata nelle vicinanze dei cantieri
della centrale Enel dove il Consorzio per l'area di sviluppo
industriale dovrebbe incaricarsi di realizzare le strutture
di accoglienza per un elevato numero di automezzi e, al
contempo, di conducenti. Durante la riunione in Prefettura
si è tornato a parlare della creazione di una permanente
linea di collegamento via mare tra Gioia Tauro e Milazzo. La
realizzazione del progetto è però subordinata alla
realizzazione, nella città del Capo, di un approdo che
consenta di liberare la città dall'inquinamento acustico e
atmosferico. La soluzione che prevede l'utilizzo del porto
di Giammoro viene considerata favorevolmente da qualche
società di navigazione che si è detta disponibile a
realizzare il progetto nello spazio di qualche mese.
8/6/2001 (
bob brown )
2 morti in una
settimana equivalgono a 104 morti in un anno: questo
sembra essere il ragionamento fatto dai nostri
amministratori tenuto conto che sul Boccetta in un paio di
decine di anni si sono sì avuti numerosi incidenti con
TIR lanciati a folle corsa, ma che hanno tavolto
"solo" auto e cose e forse qualche morticino.
E allora,
sembra dirci il nostro assessore alla viabilità che
sembra la macchietta di sè stesso, le fasce orarie vanno
"ridiscusse" cioè abolite e, magari,
reintrodotte se, per caso, la "malasorte" si
dovesse nuovamente accanire sul Boccetta.
Questo è, in
sostanza, il risultato dei "vertici" in
Prefettura ovvero andare a "rimorchio" degli
eventi senza avere il coraggio di affrontare il problema.
Ma non è
neanche questione di coraggio ma solo questione di
"sudditanza" totale ai padroni della città e,
quindi, il messaggio che fra poco verrà lanciato dalle
cosiddette Istituzioni è questo: "cari abitanti del
Boccetta e della zona Nord dovete rassegnarvi a sopportare
questa situazione e, anzi, cercate di non "rompere le
scatole" perchè i vostri "morti" sono
soltanto dei morti per tumore che, al contrario dei morti
schiacciati, possono essere curati da quegli stessi centri
di ricerca "finanziati" dallo stesso gruppo che
provvede a procurali".
9/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Il IV Quartiere: a
Tremestieri né approdi né scali commerciali
Neppure dopo
aver esaminato lo studio di fattibilità, redatto dal
Genio civile opere marittime di Palermo e dal Genio civile
di Messina, cambiano idea i consiglieri del IV Quartiere.
L'approdo a Tremestieri non s'ha da fare. I rappresentanti
della circoscrizione, riuniti da mercoledì in seduta
permanente, hanno firmato un documento con il quale si
chiede all'amministrazione comunale di «valutare
attentamente la possibilità di realizzare un porto
commerciale nel tratto di costa ricadente nell'area
industriale di Giammoro». «I gravi disagi subiti da 30
anni dagli abitanti del Boccetta – sostiene il Consiglio
presieduto da Rosario Santoro – devono essere risolti,
ma non a discapito di altre parti della città, ove sono
presenti insediamenti abitativi. Numerosi sono i pareri
tecnici discordanti sull'allocazione dell'approdo di
emergenza nell'area di Tremestieri-Mili e nello stesso
studio di fattibilità si asserisce che il progetto è
stato redatto senza ancora approfonditi studi preliminari.
Si rende, pertanto, necessaria la verifica della bontà
della soluzione progettata attraverso rilievi topografici
e batimetrici, indagini correntometriche, sedimentologiche,
meteomarine, geologiche, geognostiche, idrologiche e
sismiche, tralasciando i limiti tecnici che l'opera
potrebbe presentare». «Si tratta di una scelta politica
– insiste il IV Quartiere – che ritiene utile
mantenere nella città la servitù di transito “perchè
fonte di guadagno”, pur se ciò comporta la modifica
irreversibile dello stato dei luoghi che rappresentano un
patrimonio ambientale per la zona sud. L'approdo per i
mezzi pesanti deve sorgere in un'area con impatto
ambientale minimo, dove non sorgono abitazioni, anche
perchè la zona sud intesa come area industriale è solo
un retaggio di tempi ormai remoti, come dimostrano le
tante cattedrali nel deserto, le tante fabbriche in
disuso. Nessun approdo di emergenza nè scali di alcun
genere devono sorgere a Tremestieri». «Inoltre,
nell'attesa della soluzione definitiva del problema, non
si può far transitare i mezzi pesanti attraverso l'intera
città, gravando su strade come la Statale 114 o aree già
ad altissima densità di traffico».
“La nostra città” – Secondo il comitato “La
nostra città”, che ieri ha organizzato il corteo di
protesta svoltosi sul Boccetta, c'è in corso una sorta di
“autocensura”, che ha imbavagliato Messina a distanza
di due mesi dalla sfiorata strage del 10 aprile sul
Boccetta. «Sembra esserci del compiacimento da parte di
molti commentatori – sostengono i rappresentanti del
comitato – nel sottolineare la scarsa partecipazione
alla manifestazione organizzata da varie associazioni. I
numeri e la contabilità sembra abbiano il sopravvento
sulla vita. Poco importa che si continui a morire
schiacciati dai tir, poco importano le parole pronunziate
dai figli delle vittime». Se il riferimento era rivolto
alla Gazzetta del sud, il comitato “La nostra città”
è decisamente fuori strada. Nella puntuale cronaca delle
varie manifestazioni di protesta svoltesi da due mesi a
questa parte, non abbiamo mai insistito sui numeri, anche
se era giusto rilevare come qualcuno dei sit-in abbia
registrato un'ampia partecipazione popolare e altri cortei
siano stati invece disertati dalla stragrande maggioranza
dei cittadini. Questa è cronaca. Il nostro giornale ha
dedicato intere pagine all'indignazione e alla rabbia dei
messinesi per ogni strage sfiorata o per ogni cittadino
schiacciato dal passaggio di un tir. Ma riteniamo di aver
fatto di più, sollecitando ogni giorno la classe
dirigente a risolvere i problemi strutturali, dai quali
discende lo stato di emergenza in cui è costretta a
vivere Messina. Le collezioni parlano da sole.
9/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Emergenza tir / Le recenti ordinanze
hanno provocato più problemi che vantaggi
Fasce orarie, si torna
indietro?
Ogni decisione rinviata al vertice convocato mercoledì
prossimo dal prefetto
È destinato a
durare poco il sistema delle fasce orarie. Il sindaco
Leonardi e l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo
hanno ammesso che finora il provvedimento attuato nel
tentativo di ridurre l'impatto dei tir sul Boccetta ha
avuto solo il risultato di spalmare i disagi su tutta la
città, con conseguenze, purtroppo, anche tragiche. Due
morti in una settimana lungo la Statale 114 rappresentano
un bilancio che va al di là delle più pessimistiche
previsioni. Così come non ci sono (o non dovrebbero
esserci) cittadini di serie A e di serie B, non ci sono
neppure disgrazie più o meno dolorose. Il trauma è lo
stesso, sia che avvenga al Boccetta sia nella zona sud. È
un inaccettabile tributo di sangue che Messina paga da
decenni per nome e conto dell'intera Sicilia. Ma dobbiamo
prendercela innanzitutto con noi stessi, con l'incapacità
di una classe politico-amministrativa che non è riuscita
a fare quel che hanno fatto decine di altre città di
passaggio o di frontiera, cioè realizzare opere in grado
di separare del tutto i flussi di attraversamento dello
Stretto dalla viabilità di ogni giorno. Che le fasce
orarie avrebbero creato problemi di vario genere, è stato
detto e scritto in molte occasioni. Lo stesso sindaco non
è mai stato pienamente convinto dell'efficacia di una
misura presa più per placare gli animi degli abitanti
“martirizzati” di Boccetta che non con la convinzione
di poter dare risposte stabili e durature. Vietando dalle
7 alle 9 e dalle 18 alle 20 il transito dei tir sul
Boccetta, ma consentendolo negli altri svincoli, si sapeva
benissimo che i mezzi pesanti avrebbero dovuto allungare
il percorso verso gli imbarcaderi pubblici e privati e
attraversare strade e quartieri del centro urbano
assolutamente inidonei ad ospitare il traffico dei mezzi
gommati pesanti. Se si fosse scelta l'altra soluzione,
quella di estendere i divieti a tutta la città (i tir in
quelle determinate fasce orarie non dovrebbero muoversi),
l'impatto successivo sul Boccetta sarebbe stato micidiale
sia in termini di sicurezza che di inquinamento acustico e
ambientale. E allora? Mercoledì, nel corso dell'ennesima
riunione del Comitato per l'ordine pubblico convocato dal
prefetto Marino, si deciderà probabilmente se andare
avanti con l'esperimento oppure se farlo abortire prima
del tempo, così come tutto sommato auspica lo stesso
assessore Rizzo. La rivolta dei quartieri della zona sud
lascia pensare ad un revoca imminente della delibera sulle
fasce orarie. D'altra parte, ciò che sta accadendo in
questi ultimi giorni non deve, però, far dimenticare la
gravità dell'emergenza dalla quale si è partiti. La
solidarietà manifestata dai vari consigli di quartiere
della zona sud ai cittadini che risiedono nell'area del
Boccetta rischia di essere ammantata d'ipocrisia se
l'obiettivo è quello di far tornare tutto come prima. Se
si guarda all'immediato, la conclusione desolante è che
non c'e alcun tipo di soluzione, fino a quando non
verranno sciolti i nodi strutturali che affliggono il
territorio comunale. Se si guarda indietro nel tempo, ci
si mangia le mani per le occasioni sprecate. Ogni
amministrazione ha affrontato a suo modo il problema ma
nessuna finora è riuscita a consegnare alla città, entro
la durata del suo mandato, uno straccio di opera concreta.
Avrebbe potuto essere lo svincolo di Giostra con annesso
il tunnel collegato alla rada di San Francesco; l'approdo
a sud; il collegamento diretto, tramite la strada
litoranea, tra l'autostrada, San Raineri e il porto; la
soluzione (mai esaminata fino in fondo) Orto Liuzzo-area
ex Pirelli di Villafranca. Da trent'anni si brancola nel
buio ed ogni sindaco accusa quelli che lo hanno preceduto,
ogni amministrazione dice di aver fatto quello che le
altre non hanno mai avuto il coraggio di fare. Purtroppo,
siamo ancora qui – 9 giugno 2001 – a piangerci
addosso, a raccontare dell'ennesima protesta (ieri si è
svolto un corteo sul viale Boccetta), a giudicare
inefficaci i provvedimenti adottati, a interrogarci su
cosa fare “oggi”, giungendo a maledire addirittura la
nostra vocazione storica (quella di una città di mare,
crocevia di traffici e di commerci) e aspettando sempre
che diventino realtà i progetti di “domani”. Campa
cavallo...
9/6/2001 ( gds )
Nei cortei ora ritorna
l'indifferenza
"A due
mesi di distanza da quel 10 aprile, quando sul Boccetta si
è sfiorata la strage la città appare imbavagliata".
E' lo sfogo di Saro Visicaro, dopo il corteo di giovedì
pomeriggio, che dallo svincolo di San Filippo si è
fermato a Contesse, là dove la scorsa settimana un camion
ha travolto ed ucciso Giovanni Cannata. La prima parte del
corteo, quella prevista in auto dallo svincolo fino
all'incrocio con Santa Margherita, è stata vietata dal
prefetto Giosuè Marino per motivi di ordine pubblico.
Dunque c'è stato solo il corteo a piedi, fino al luogo
dell'incidente. "Poco importa _ dice Visicaro _ che
in questa città si muoia schiacciati dai tir, poco
importano le parole amare della figlia dell'anziano ucciso
sulla Ss 114, oggi è come se fosse scattata una sorta di
autocensura".
E' il silenzio che comincia a disturbare chi si sta
battendo per liberare la città dai tir.
"Si è passati _ spiega il portavoce del Comitato la
nostra città _ dalla protesta spontanea e libera alle
manovre occulte per frantumarla, alle minacce più o meno
velate, ai consigli interessati, all'impiego massiccio di
notizie tranquillizzanti, come fasce orarie, nuovi
approdi". Però Visicaro ricorda una data, il 7
giugno 2000, quando un piccolo gruppo consegnava oltre 6
mila firme di cittadini che volevano i tir fuori dalla
città: 6 mila firme sul tavolo del prefetto, del
presidente del consiglio comunale. Quelle seimila persone,
nota Visicaro, non sono morte e non sono neanche
compiaciute. Quelle persone continuano a fare la stessa
richiesta. Fuori i tir dalle strade dove non è possibile
neanche attraversare sulle strisce pedonali.
La lotta non si ferma, non importa con dieci o mille
partecipazioni, non importa con quale sigla di comitato
organizzatore.
9/6/2001 ( gds )
Il
sindaco: "Impossibile vietare l'accesso nelle ore di
punta"
Corrono ai ripari gli amministratori. L'ordinanza che
costringe i Tir ad evitare lo svincolo di Boccetta in due
fasce orarie potrebbe essere revocata.
L'ultima parola spetta al comitato per l'ordine e la
sicurezza che è già stato allertato per la prossima
settimana. Probabilmente il prefetto e gli altri
componenti si siederanno attorno ad un tavolo già lunedì
prossimo.
Dal sindaco Salvatore Leonardi al telefono le prime
anticipazioni di quello che verrà probabilmente proposto:
"Va tutto rivalutato - spiega Leonardi - questi
ultimi incidenti verificatisi ad appena un chilometro di
distanza non possono essere ignorati. Bisogna adottare
alcuni correttivi. L'ordinanza entrata in vigore il 7
maggio scadrà comunque tra venti giorni. E' possibile che
venga ritirata prima".
Leonardi però si affretta a precisare: "Va anche
detto che non possiamo pensare di rilanciare l'intero
traffico sul Boccetta come se non fosse successo mai
nulla. Dobbiamo affrontare questa emergenza stringendo i
denti per altri due anni. Il tempo necessario a realizzare
l'approdo di emergenza di Tremestieri".
Leonardi infine a chi suggerisce di vietare l'accesso ai
Tir in città nelle ore di punta manda a dire:
"Sarebbe una follia. I Tir dopo essere stati fermi
nelle aree di stoccaggio si riverserebbero in massa sugli
svincoli. A quel punto le strade diventerebbero un
inferno".
9/6/2001 ( gds )
Il
figlio dell'anziana morta: una follia i camion a
Tremestieri
Dalla
mozione di sfiducia nei confronti del sindaco presentata
da Calogero Centofanti alla presa di posizione del figlio
dell'ultima vittima dei Tir, Concetta Beccore.
A 24 ore di distanza dall'ultimo incidente mortale causato
dai tir fioccano le reazioni. A scendere in campo persino
uno dei nove figli della donna ottantacinquenne falciata
in via Taormina. Saro Bruschetta, impiegato della
Provincia ed ex consigliere di quartiere ha lanciato un
appello agli amministratori: "La morte di mia madre -
dice con gli occhi gonfi di lacrime - poteva essere
evitata. Quell'ordinanza varata dall'amministrazione va
subito ritirata. Quello che è successo a mia madre o
all'anziano ucciso a Contesse potrebbe succedere ad altri.
La nostra, è una zona prevalentemente abitata da anziani.
Non sono abituati alla presenza dei Tir. Quelli compresi
tra Tremestieri e la via Taormina sono diventati dieci
chilometri ad altissimo rischio. Si rischia la
carneficina. Il traffico era già reso caotico dai
cantieri del tram. Le strade del resto non sono ampie. I
camion sono stati il colpo di grazia".
"Non è questo - aggiunge - il modo di fare risorgere
la nostra città. Spostare i Tir dal viale Boccetta su
questa zona, è stata una follia. Gli amministratori
devono risolvere in maniera radicale il problema. Gli
amministratori sono graditi ai funerali di mia madre comne
cittadini ma non come assessori. Non voglio vedere fasce
tricolori. Vengano, se vogliono, in veste privata.
Dimostrino piuttosto di essere capaci di amministrare
altrimenti vadano a casa".
Chi non ha usato mezzi termini sulla lettera che
accompagna la terza mozione di sfiducia al sindaco
depositata in segreteria generale è Calogero Centofanti,
rappresentante del movimento "Nuova Presenza".
Centofanti inserisce gli ultimi incidenti mortali
all'interno di una lunga serie di insuccessi
dell'amministrazione.
"Il tessuto connettivo di questa città - scrive
l'esponente politico - è ridotto ad un opaco spazio
occupato dalla presenza di cordate familiari e
nepotistiche che mortificano qualunque anche modesto
processo dialettico".
Taglia corto l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo che
ha già dato disposizioni ai vigili affinchè organizzino
turni piu' adeguati per il controllo della zona sud:
"Se fossi io il sindaco - ammette Rizzo -
probabilmente, quell'ordinanza, non esiterei a revocarla.
La sua inefficacia o addirittura la pericolosità sono
state dimostrate dai fatti. Ai familiari delle ultime
vittime va la mia solidarietà".
9/6/2001
( gds )
L'anziana
morta in via Taormina "Avviso"
all'autotrasportatore
Verrà
conferito oggi, al medico legale Giovanni Crisafulli,
l'incarico per l'autopsia sul cadavere di Concetta Beccore,
uccisa da un Tir, che giovedì, transitava sulla via
Taormina, diretto agli imbarcaderi. La donna, intorno alle
7, stava attraversando la strada quando è stata investita
dal "bisonte della strada" alla cui guida si
trovava Sergio Rossi, 51 anni. L'autotrasportatore romano
è stato raggiunto da un avviso di garanzia con l'accusa
di omicidio colposo. Un atto dovuto da parte del sostituto
procuratore Giuseppe Leotta. Solo la settimana scorsa, un
altro vecchietto, Giovanni Cannata di 78 anni, era stato
letteralmente schiacciato da un autoarticolato mentre
attraversava la strada, sulla strada statale 114, a
Contesse. Un bilancio ormai drammatico, che ha fatto
raggiungere il livello di sopportazione dei cittadini,
stanchi dell'indifferenza di chi continua ad assistere
passivamente ad uno spargimento di sangue al quale sembra
non si voglia dare un freno.
10/6/2001
( gazzetta del sud )
Un
consorzio per i servizi al molo Norimberga la proposta dei
Franza agli operatori portuali
Una società consortile a responsabilità limitata per la
gestione dei servizi a terra al molo Norimberga. È la
proposta che il gruppo Franza ha avanzato ieri, nel corso
di una riunione nella sede della Tourist, agli operatori
marittimi, alle imprese portuali ed ai principali
operatori della logistica: il consorzio, al quale per il
gruppo parteciperebbe la Travel Tickets, sarebbe di fatto
una società di servizi che avanzerebbe richiesta di
concessione all'Autorità portuale (che, già contattata
informalmente, ha espresso la disponibilità a valutarla)
non per le banchine ma per il piazzale alle spalle,
un'area di circa 10 mila metri quadri. «Chiaramente, le
navi che tra settembre e ottobre inaugureranno il nuovo
servizio “Ro-Ro” in collegamento con Salerno possono
attraccare, a Messina, solo al Norimberga – spiega
l'ing. Vincenzo Franza –. Ma per la tipologia del
servizio, che prevede l'utilizzo delle banchine solo per
tre o quattro ore in tarda serata (le navi partiranno per
Salerno all'una di notte per rientrare intorno alle 22,
ndr ), un terminal fisso come quello della rada San
Francesco non ha senso. Le “autostrade del mare”
possono davvero rilanciare il porto, se il Norimberga sarà
reso fruibile da tutti attraverso un contratto di servizio
con il consorzio il cui primo cliente, di fatto, sarebbero
proprio Tourist e Caronte per le navi “Ro-Ro”; ma
immagino, ad esempio, che anche il trasporto del ferro
dovrà trasferirsi lì». Oltre al coinvolgimento di tutti
gli operatori del settore nella società consortile («le
singole categorie disporranno di quote paritarie, con un
capitale sociale non abnorme», prosegue Franza), un'altra
priorità è la compatibilità della valorizzazione
dell'area portuale con la tutela del patrimonio culturale
della zona falcata, interessata da un progetto di recupero
della Soprintendenza. «I primi lavori? Semplicemente
asfaltare parte del piazzale. Per attrezzare il molo, poi,
prevediamo un investimento di 800 milioni da parte del
gruppo; ma qualunque intervento verrà concordato con la
Soprintendenza, con la quale non intendiamo creare
sovrapposizioni. Però è una grossa occasione per
Messina: ci sono finanziamenti di 3.000 miliardi per le
infrastrutture a servizio delle “autostrade del mare”,
e oltretutto queste navi da 160 Tir a viaggio
consentirebbero di diminuire del 5-10% il traffico gommato
che oggi arriva alla rada San Francesco – analizza
l'ing. Franza – proponendo Messina anche in alternativa
a Catania, dove visti gli spazi a terra più ampi si sta
imponendo un trasporto “non accompagnato”, vale a dire
senza le motrici dei mezzi. Al Norimberga, invece, potrà
far base quello “accompagnato” e siamo pronti ad
aumentare navi e corse». Insomma, una scommessa che, se
da una parte presenta indubbi vantaggi per il gruppo,
dall'altra – ne sono convintissimi i Franza –
realizzerà un ampio coinvolgimento e la creazione di un
indotto maggiore dell'attuale. Il “sasso” è lanciato.
10/6/2001
( gazzetta del sud )
Via Don Blasco,
sopralluogo del sindaco
La si tiri da
un lato o dall'altro, la coperta si fa sempre più corta.
Non c'è provvedimento che non scontenti una parte
rilevante di messinesi. L'amministrazione comunale si
trova a dover decidere se insistere nel vietare il
Boccetta ai tir durante le fasce orarie tra le 7 e le 9 e
le 18 e le 20 oppure se revocare un'ordinanza che ha
scatenato la rivolta di chi abita in via La Farina, in
viale Europa, a Camaro, a Gazzi, a Tremestieri.
Quest'ultima ipotesi è la più probabile, anche perchè i
due incidenti mortali registratisi a distanza di una
settimana lungo la Statale 114 non potevano non avere un
impatto tremendo sull'opinione pubblica. A questo punto si
attende solo la riunione di mercoledì prossimo del
comitato per l'ordine pubblico, convocato dal prefetto
Marino, per compiere la marcia indietro. La revoca delle
fasce orarie sarebbe, però, controbilanciata con un
provvedimento in favore del Boccetta: la chiusura dello
svincolo nelle ore notturne, probabilmente da mezzanotte
alle 7, in modo da ridurre i livelli di inquinamento
acustico. Il traffico dei tir sarebbe dirottato verso gli
altri svincoli ma non ci sarebbero quei problemi di
interferenza con la viabilità cittadina che stanno
creando gravi disagi in queste settimane. Si è
consapevoli, comunque, che si tratta di pannicelli caldi e
che solo interventi strutturali possono dare soluzione ai
mali che affliggono la città. Ma sulle terapie da
adottare con urgenza Messina si continua a dividere sempre
più. Il sindaco Leonardi ieri ha ribadito che va
considerata assolutamente irrevocabile la decisione di
localizzare l'approdo a sud e che, anzi, dal prossimo mese
le procedure del “project financing” entreranno nel
vivo. Ma contro i nuovi attracchi fra Tremestieri e Mili
si scagliano per l'ennesima volta i comitati cittadini,
che accusano l'amministrazione comunale di ignorare le
ripetute prese di posizione di ben cinque consigli di
quartiere e di calpestare la volontà di oltre 80 mila
abitanti residenti nella zona sud, «allargando in modo
quasi insanabile la frattura fra la società civile e le
istituzioni». I comitati continuano a chiedere la revoca
della delibera del consiglio comunale risalente al giugno
2000, definita “illegittima”, e a sollecitare le
autorità locali e regionali ad approfondire la soluzione,
considerata ottimale, del trasferimento degli imbarchi
riservati ai mezzi pesanti nell'area industriale di
Giammoro. «Nessuna decisione – si legge in un documento
unitario – può essere irrevocabile, se è destinata a
produrre danni irreparabili alla vita dei cittadini, al
loro habitat naturale e al loro futuro». Ieri mattina,
intanto, il sindaco e l'assessore alle infrastrutture
territoriali Gianfranco Scoglio hanno compiuto un
sopralluogo lungo il tracciato di quella che dovrebbe
essere l'arteria di collegamento tra l'autostrada e il
molo Norimberga, passando dalla via Don Blasco e da
Maregrosso. È stata solo una presa visione delle aree e
gli amministratori si sono riservati ulteriori
approfondimenti, assieme ai responsabili del Genio civile,
nel tentativo di superare le difficoltà tecniche che
finora hanno impedito l'approvazione del progetto. Il
sopralluogo è servito anche a rendersi conto che la nuova
via Don Blasco e la futura strada litoranea fra
Tremestieri e la zona falcata non sono, in ogni caso,
progetti che si escludono a vicenda. L'interferenza fra il
traffico di attraversamento e la viabilità cittadina
potrebbe essere risolta compiutamente solo con la vera
“via del Mare” ma ristrutturare e rendere pienamente
fruibile il percorso compreso tra Gazzi e il molo
Norimberga rivestirebbe grande rilevanza e avrebbe effetti
benefici sulla complessiva organizzazione viaria della
città, Inoltre, il sindaco e l'assessore Scoglio hanno
potuto toccare con mano le condizioni di incredibile
degrado (ed illegalità) in cui versano vaste porzioni del
territorio comunale, a pochi passi dal cuore del centro
urbano, da piazza Cairoli e dal viale San Martino.
Intervenire sulla via Don Blasco e a Maregrosso significa
compiere, come più volte abbiamo scritto, anche una
coraggiosa e indispensabile operazione
10/6/2001
( gazzetta del sud )
Che la morte
di nostro padre non sia inutile»
Giovanni Cannata è l'altro pensionato travolto da un Tir,
appena due settimane addietro. Prima di Concetta Beccore.
I figli del signor Cannata, Carmen, Patrizia, Enzo e
Alessandro, ci hanno scritto una lettera per ricordare il
loro genitore: «Nostro padre è morto, di una morte
atroce, straziante, e in noi resta un dolore profondo,
lancinante. Ci chiediamo come siano stati gli ultimi atti
della sua vita, istanti in cui vistosi travolto si sarà
terrorizzato, smarrito, comprendendo che stava per morire.
Ma non di una morte qualsiasi, di “quella” morte che
fa paura a tutti. Abbiamo immaginato il suo terrore, il
suo urlo infinito, e non riusciamo a trovare pace. Tutti
dicono che è troppo presto e il tempo ci aiuterà. Sarà
vero ma nessuno potrà toglierci il ricordo di nostro
padre sul selciato, con le borse della spesa e gli
occhiali intatti. È un'immagine marchiata a fuoco nella
nostra mente. Per ora siamo come svuotati per il profondo
dolore, ma c'è in noi anche un po' di rabbia per
l'ingiustizia della morte di un uomo che credeva
profondamente nella Giustizia e che stava attraversando
sulle strisce pedonali, quando è stato investito dal
conducente del Tir che afferma di “non averlo visto”.
Non si può giustificare questa frase. Si ha il dovere di
stare attenti. Oggi è stato nostro padre la vittima,
domani potrebbe essere qualcun altro. Bisogna risolvere i
problemi senza penalizzare il nord, il sud, o il centro
della città. Questa affermazione va al di là di ogni
scelta politica, è solo il diritto sacrosanto di un
“cittadino” che chiede di poter camminare sicuro. Noi
vogliamo ringraziare tutti gli amici e le persone che ci
sono state vicine con grande affetto e solidarietà.
Sperando che la morte di nostro padre possa servire ad
evitarne altre. Solo così potrebbe avere un senso». di
risanamento.
10/6/2001
( gds )
L'anziana travolta
da un Tir giovedì scorso in via Taormina
Eseguita l'autopsia
Il sostituto procuratore Giuseppe Leotta ha affidato
l'incarico al medico-legale Giovanni Crisafulli, per
l'esecuzione dell'autopsia sul corpo della pensionata
ottantacinquenne Concetta Beccore, uccisa da un Tir mentre
attraversava la via Taormina giovedì mattina. L'esame è
stato già eseguito. Il magistrato, che ha già emesso
un'informazione di garanzia per omicidio colposo a carico
dell'autista del Tir, dovrà adesso accertare come si è
verificato l'incidente. Oltre al rapporto dei vigili
urbani dell'Infortunistica molto si potrà capire dai
risultati dell'autopsia, per verificare per esempio se un
lembo del vestito dell'anziana si è impigliato con gli
indicatori di direzione del mezzo pesante. I funerali
dell'anziana si svolgeranno domani, alle 10,30 nella
chiesa Stella Maris di Minissale
10/6/2001
( gds )
Boccetta lettera al
prefetto Marino: chiesto il divieto ai tir in tre fasce
orarie
I comitati anti-tir non mollano. Venerdì
sera c'è stato un nuovo corteo di protesta. Ieri mattina
invece una lettera appello, in cui si chiede l'istituzione
del divieto di accesso ai Tir in tre fasce orarie, è
stata indirizzata al prefetto. Così la questione Tir
passa di nuovo sul tavolo del prefetto. Sarà il comitato
per l'ordine e la sicurezza, mercoledì, a decidere su un
provvedimento che ha già sollevato troppe polemiche. Nel
mirino l'ordinanza che ha spostato i mezzi in due fasce
orarie (le ore di punta della mattinata e del tardo
pomeriggio) dal Boccetta a tutti gli altri svincoli.
Quella mossa adesso dai comitati di quartiere e dal
coordinamento antitir è ritenuta azzardata. Troppe due
vittime in soli sette giorni nella zona sud, lungo la
statale 114 e la via Taormina diventate alternative al
viale Boccetta. Le arterie in questione sono ad alta
densità abitativa. Rivedere ogni cosa è un passo
obbligato.
"Ma attenzione - ammonisce il coordinamento delle
associazioni antitir - lasciare al Boccetta l'intera
responsabilità di smaltire il traffico pesante sarebbe
pericoloso. Così una lettera è stata inviata al prefetto
Giosuè Marino. Al rappresentante di governo viene chiesto
di accogliere quella che da sempre è la proposta del
popolo antitir: bloccare in tutti gli svincoli l'accesso
dei mezzi pesanti. Bandire i killer della strada,
attraverso la creazione di opportune aree di stoccaggio
nelle ore di punta dal centro: dalle 7,30 alle 8,30; dalle
12,30 alle 13,30 e dalle 19,30 alle 20,30.
"La protesta dei comitati - si legge nel documento
indirizzato al prefetto - non riguarda solo il Boccetta ma
tutto il centro cittadino. Le vittime degli ultimi giorni
dimostrano che esiste lo stesso pericolo su tutte le
strade. Pedoni e tir non possono convivere. In attesa di
trovare una soluzione definitiva, cioè la realizzazione
del nuovo approdo, biosgna ridurre al massimo disagi e
rischi. Occorre evitare che i tir transitino in città
nelle ore di punta". Venerdì sera, si è tenuta
l'ennesima manifestazione di protesta. Dopo i sit-in sulla
statale 114 e quelli al porto, davanti agli imbarcaderi
della Ngi e della Diano, il popolo antitir è tornato sul
Boccetta. Non sono mancati i momenti di tensione con le
forze dell'ordine presenti in maniera massiccia sul luogo
della manifestazione. Il corteo, partito dalla Villa
Mazzini, ha raggiunto gli svincoli. Si sono registrati
notevoli disagi per il traffico cittadino e per quello
autostradale. I funerali di Concetta Beccore, l'ultima
vittima di un incidente causato da un Tir, si svolgeranno
domani alle 10,30 nella chiesa Stella Maris di Minissale.
Ieri mattina, il sindaco Salvatore Leonardi, ha reso
visita alla famiglia dell'ottantacinquenne, al rione
Taormina, porgendo le condoglianze sue e
dell'amministrazione.
11/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Sulla Statale 114 dove è stato
investito e ucciso il pensionato Giovanni Cannata
Sasso contro un tir
L'autista ferito dalle schegge del parabrezza
Inqualificabile
episodio la notte scorsa sulla strada statale 114. Una
pietra è stata scagliata contro un tir in transito, in
corrispondenza dell'abitato di Contesse, danneggiando il
parabrezza e ferendo lievemente l'autista del quale non
sono state rese note le generalità. Dopo le medicazioni
al pronto soccorso del Policlinico, il camionista è
ripartito verso gli imbarcaderi. Il lancio è avvenuto
alle due in un luogo che è apparso agli investigatori
alquanto significativo: la statale 114 nel punto esatto
dove il 31 maggio scorso, poco prima di mezzogiorno, il
pensionato Giovanni Cannata è stato stritolato da un
camion diretto allo svincolo di Tremestieri. Si è indotti
quindi a ritenere che il gesto, che avrebbe potuto avere
gravi conseguenze, sia da mettere in relazione
all'incidente mortale e, più in generale, al clima di
esasperazione e polemiche determinatosi sull'argomento dei
tir, al di là di semplice teppismo. Sul fatto sono in
corso indagini da parte della polizia che è intervenuta
sul posto. Top secret le dichiarazioni rese dall'autista
alle forze dell'ordine. L'episodio, al di là dei
connotati delinquenziali, potrebbe rientrare nel clima di
tensione che ormai si vive in alcuni quartieri a causa del
transito degli automezzi pesanti. La questione, che si è
incancrenita nel corso dei decenni, rischia di
trasformarsi, da problema di vivibilità e viabilità, in
una questione di ordine pubblico. È necessario che si
raggiungano in tempi ragionevoli gli obiettivi prefissati
dal Comune e dalla Regione per una soluzione appropriata
dell'emergenza perché siano rispettati e garantiti i
diritti di tutti. Altrimenti, se tutto risultasse vano, si
rischierebbe di fare il gioco di quanti finiscono per
sfogare gli istinti peggiori.
11/6/2001
( la sicilia )
Modifiche alle fasce orarie
sul Boccetta
Intanto, i
riflettori restano sempre accesi sulle fasce orarie per i
camion sul Boccetta. Mercoledì tornerà a riunirsi il
Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Turi
Leonardi si presenterà con una proposta concreta per
modificare l'ordinanza entrata in vigore poco più di un
mese fa. Il Comune vorrebbe riaprire il Boccetta ai Tir
durante le fasce tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20,
chiudendolo quasi tutta la notte. Di conseguenza, i mezzi
pesanti sarebbero «dirottati» sugli altri svincoli
(Messina Centro, Gazzi, Tremestieri e S. Filippo non
appena sarà ultimato) dalle 22 alle 6 del mattino.
12/6/2001 ( gds )
Tir, anche il VI
quartiere non vuole le fasce orarie
Ancora
polemiche sulla decisione del sindaco di chiudere il
Boccetta per alcune ore. Dopo il IV Quartiere anche la VI
Circoscrizione si ritira in seduta permanente. Ma questa
volta il consiglio si riunisce direttamente al Comune in
attesa che il primo cittadino si decida a concedergli
udienza.
"Chiediamo la revoca immediata di tutte le fasce
orarie" ha esordito il presidente Agatino Bonarrigo
stanco di essere messo da parte nelle decisioni
dell'amministrazione Leonardi che contemplano il suo
distretto.
"Il viale Europa - ha poi aggiunto Bonarrigo - non è
idoneo al passaggio dei bisonti della strada. Nella
discesa stazionano parecchi ambulanti che rischiano di
essere investiti da questi camion. L'asfalto non è idoneo
e mancano i controlli".
Intanto nella tarda mattinata di ieri una delegazione di
consiglieri del VI Quartiere si è recata in prefettura
con l'intento di sensibilizzare l'attenzione di Giosuè
Marino.
12/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Opinioni
a confronto sull'attraversamento dei Tir Franza: «Una
risorsa da sfruttare senza uccidere»
Marianna Barone Messina non si arrende e, nonostante la
partecipazione popolare sia notevolmente diminuita nelle
manifestazioni di piazza, non dimentica il problema dei
Tir. Ieri era la volta del Movimento di liberazione per
Messina e dell'associazione Nuovi orizzonti, rappresentati
rispettivamente da Renato Accorinti e Ninni Artemisia, che
hanno organizzato un incontro per analizzare la delicata
problematica. All'iniziativa hanno preso parte Gianfranco
Scoglio, assessore comunale alle Infrastrutture
territoriali, Dario La Fauci, presidente dell'Ordine degli
architetti, Carmelo Abbate e Giuseppe Maschio, entrambi
docenti all'Università e Antonino Rotondo, ingegnere
navale. Due minuti di raccoglimento per commemorare
Giovanni Cannata e Concetta Beccore, vittime nei giorni
scorsi di due diversi tir, sono stati chiesti da
Artemisia, mentre Accorinti ha annunciato la presentazione
di una petizione popolare per la realizzazione
dell'approdo a Tremestieri «tenuto conto che tutti gli
svincoli autostradali esistenti hanno una pendenza
pericolosa ed attraversano il centro urbano, mentre lo
svincolo di Tremestieri è l'unico a quota zero». Ma non
si può certo dire che questa sia una soluzione che
convince tutti. «La scelta della zona sud – afferma La
Fauci – è solo una soluzione tampone. È necessario
creare altri spazi per i Tir, ma non in città. Io sono,
infatti, per l'ipotesi Giammoro». Sui problemi
dell'inquinamento si è successivamente soffermato Abbate,
mentre Maschio e Rotondo hanno posto l'accento sui rischi
esistenti in città a causa dei mezzi pesanti e sulle
possibili alternative agli approdi esistenti. Attesissimo
l'intervento di Vincenzo Franza, in rappresentanza della
Tourist e della Caronte, invitato a partecipare ai lavori
del convegno: «Il problema non è dove si fa l'approdo,
ma come si raggiunge questo approdo. Sorvolo sulle
soluzioni che sono state proposte e mi limito a
sottolineare che l'amministrazione comunale ha fatto una
precisa scelta, alla quale noi ci siamo adeguati. Non va
dimenticato che il traghettamento gommato è anche una
risorsa di questa città, che impegna mille persone
dirette e tremila in tutto. Ed è diventato un problema
perché è stato affrontato in termini più politici che
tecnici. Questa risorsa che la città possiede dev'essere
usata senza uccidere e senza inquinare». Franza ha poi
fatto riferimento al progetto di un'autostrada del mare
che colleghi Messina con Salerno e ha aggiunto: «Abbiamo
sentito di tragedie imminenti, passate e future, ma non
dimentichiamo che questa è anche un'opportunità che va
colta e noi intendiamo contribuire». Infine è
intervenuto Scoglio: «Noi siamo stati i primi ad
affrontare seriamente il problema dopo vent'anni,
sottoscrivendo un accordo di programma con la Regione.
Togliere il traffico gommato da Messina significa far
morire la città; l'approdo va realizzato, ma intorno ad
esso bisogna creare un polo di servizi, vista la vocazione
artigianale della zona Sud. L'ipotesi di Giammoro è
pensata esclusivamente perché Gioia Tauro non ha un porto
per il trasporto dei tir, ma solo per i containers».
12/6/2001
( bob brown )
Ci
voli U Ponti….
Il
dibattito che sta coinvolgendo l’intera cittadinanza
attraverso un’innumerevole, quanto sospetto, numero di
Associazioni di “liberi” cittadini, si sta
intensificando ma non per questo sta offrendo
un’immagine migliore, di quella, peraltro vergognosa e
squallida, fornita l’anno scorso da buona parte del
Consiglio Comunale della città.
Ognuno
ritiene d’individuare soluzioni “magiche” quali
“vie del mare”, strade adiacenti al mare, approdi a
Larderia,Tremestieri, Mili, Giammoro e quant’altro e
c’è persino qualcuno, che dice di risiedere nelle
“lontane Americhe”, che afferma “siculamente” che
il problema va risolto con la costruzione del “Ponte”.
Forse sta proprio in questa affermazione: “Ci voli U
Ponti”, il cui autore ritiene ingenuamente di possederne
il “copyright”, l’essenza della questione e cioè
che niente sarà fatto per la liberazione della città dai
TIR e da tutto ciò che la soffoca senza
l’autorizzazione delle “anime nere” che comandano
questa città.
13/6/2001
( Le Scienze )
Inquinamento atmosferico e attacchi di
cuore
Sotto accusa principalmente il particolato fine, ma vi
sono sospetti anche su altre sostanze
L’esposizione
a breve termine a livelli elevati d’inquinamento
atmosferico può costituire un evento scatenante
dell’infarto in pazienti a rischio. Questo il risultato
di una ricerca condotta presso il Beth Israel Deaconess
Medical Center di Boston i cui risultati sono stati
pubblicati sulla rivista “Circulation”, organo
ufficiale dell’American Heart Association.
Lo studio epidemiologico - il primo di questo tipo - è
stato condotto interrogando mediante un questionario un
gruppo di 722 persone, poco dopo il loro ricovero
all’ospedale di Boston per un attacco di cuore. Le
risposte sono state incrociate con un base di dati sulle
concentrazioni, relative a numerosi siti dell’area
metropolitana, di inquinanti atmosferici quali nerofumo,
ozono, monossido di carbonio, diossido di zolfo, diossido
di azoto e particolato fine (con meno di 2,5 micron in
massa), nonché misurazioni dell’umidità relativa e
della temperatura. L’analisi dei dati ha mostrato che
I pazienti avevano una probabilità di subire un attacco
di cuore più alta di circa il 50 per cento in seguito
all’esposizione ad alti livelli di polveri fini per un
periodo di due ore. I ricercatori hanno anche osservato un
incremento del rischio di attacco anche dopo 24 ore,
mentre esiste un’associazione positiva con alte
concentrazioni di altri inquinanti, sebbene in questo caso
i dati non siano statisticamente significativi.
“Il risultato - ha spiegato Murray Mittleman, del Beth
Israel Deaconess - suggerisce che le persone che hanno una
malattia cardiaca o un elevato rischio di infarto
farebbero bene ad evitare di stare all’aperto per
periodi di tempo molto lunghi quando la qualità
dell’aria e scarsa, per esempio nelle giornate estive
calde e con foschia: il rischio in questi casi è molto più
consistente”.
13/6/2001
( gds )
No
all'ordinanza che permette ai tir di percorrere la statale
114"
L'emergenza
tir non si placa. Non mollano i consiglieri del quarto
quartiere che assieme alle altre circoscizioni chiedono il
ritiro della maledetta ordinanza che ha autorizzato
l'attraversamento dei tir sulla statale 114. Riuniti in
seduta permanente da sette giorni sono intenzionati a
continuare.
"Oggi - ha annunciato il consigliere Giuseppe
Gulletta - dovrebbe essere il giorno delle decisioni. Ma
la seduta resterà aperta, fino a quando non valuteremo le
nuove soluzioni, se ci saranno. Sulla statale, dopo la
seconda tragedia mortale, è ormai panico. La gente
anziana ha paura di attraversare la strada o di circolare
sui marciapiedi, fioccano le lamentale al quartiere, di
cittadini che con diritto pretendono di essere tutelati.
Si tratta di segnali importanti che le istituzioni devono
tenere in giusto conto. Boccetta o 114, va comunque
tutelata la sicurezza della gente".
Poi contravvenendo alle passate dichiarazioni che
manifestavano la ferma opposizione del quartiere alla
realizzazione dell'approdo a Tremestieri, il consigliere
prosegue: "Non rifiutiamo l'approdo di emergenza a
sud, ma chiediamo che alla scelta politica facciano
seguito degli accertamenti per verificare la validità
della soluzione progettata".
La zona sud suggerisce la realizzazione di infrastrutture
preferenziali per il gommato pesante, affinchè il
transito dei tir non influisca sul normale traffico
automobilistico, già fortemente congestionato dai
numerosi paesini che insistono lungo il versante.
"L'amministrazione - incalza il presidente Rosario
Santoro - dovrebbe inserire nel piano triennale per le
opere pubbliche, la realizzazione di un secondo approdo
che metta in comunicazione largo San Raineri con lo
svincolo di Tremestieri".
13/6/2001
( gds )
L'emergenza
tir a Boccetta, da oggi un presidio permanente lungo il
viale
Assemblea
e presidio permanente sul viale Boccetta. Da oggi il
comitato "La nostra città" torna sul campo di
battaglia, non per un corteo, ma per un presidio stabile.
A conclusione della riunione del comitato per l'Ordine e
la sicurezza, convocato per questa mattina alle 10 in
prefettura, Saro Visicaro si sposterà davanti alla chiesa
dell'Immacolata, per un'assemblea sull'emergenza tir.
Sarà solo l'inizio di una nuova stagione. Il comitato
"La nostra città" ha scritto una lettera al
prefetto Giosuè Marino e al procuratore capo Luigi Croce
per ricordare le ultime tappe, compreso l'incontro a fine
aprile in prefettura subito dopo le proteste che si erano
registrate in consiglio comunale. Era stato lo stesso
prefetto a chiedere ai rappresentanti del comitato un
vertice per chiarire i temi in discussione, primi fra
tutti il diritto alla salute e alla sicurezza.
In quei giorni caldi, successivamente alla tragedia
sfiorata sul Boccetta quando un camion con i freni rotti
travolse decine di auto, il comitato era arrivato anche a
occupare l'aula consiliare chiedendo interventi decisivi.
Cinque i punti elencati in un documento, per i quali, dal
sindaco Leonardi al manager dell'Ausl Poli, amministratori
e tecnici avevano individuato soluzioni a breve e lungo
termine.
"A distanza di 40 giorni _ dichiara Saro Visicaro _
nessuno di quei punti è stato ancora attuato. Anzi il
sindaco è pronto a nuovi illogici provvedimenti". Il
comitato contesta ancora una volta l'ordinanza sulle fasce
orarie che ha spostato il passaggio dei mezzi pesanti a
tutta la città. "Fra l'altro _ rileva Visicaro _ il
provvedimento non ha risolto il problema Boccetta, come
dimostrano le contravvenzioni elevate ai tir che
continuano a transitare nonostante le fasce orarie".
Sia il comitato che le altre associazioni cittadine
lamentano una scarsa vigilanza sul territorio là dove
transitano i mezzi pesanti e che ha causato diversi
incidenti. Il sindaco sta pensando a una modifica
dell'ordinanza, che scadrà il 7 luglio, e se ne parlerà
oggi in sede di comitato per l'ordine e la sicurezza.
Qualsiasi nuovo provvedimento, si legge nella lettera
inviata dai manifestanti al prefetto e al procuratore
capo, dovrà tenere conto prioritariamente della salute e
della sicurezza dei cittadini. Il resto viene dopo. Quanto
alle proposte, sono sempre le stesse: divieto di transito
in tre fasce da un'ora (7,30-8,30, 12,30-13,30,
19,30-20,30) valide per tutti gli svincoli. Una soluzione
che avrebbe un impatto minimo nelle aree di sosta e anche
relativamente ai flussi successivi alla riapertura al
transito. Il comitato "La nostra città" infine
sollecita un forte intervento per trasferire il traffico
delle merci pericolose e nocive su binari. Una proposta
che eliminerebbe il passaggio di almeno 22 mila tir che
annualmente attraversano la città
13/6/2001
( gds )
Tutti pazzi per il Ponte sullo
Stretto "Così la Sicilia si avvicina all'Europa
Commenti positivi
all'annuncio del neo ministro Mattioli ma i verdi restano
contrari
Appena
uscito dal Quirinale dopo la cerimonia di giuramento il
neo ministro dell'Ambiente Altero Matteoli non ha perso
tempo e ai cronisti ha annunciato: "Il ponte si farà".
Che il collegamento stabile tra le due sponde rientrasse
tra le priorità del governo Berlusconi era apparso chiaro
sin da quando, armato di pennarelli e cartellone, il
Cavaliere aveva disegnato la mappa delle infrastrutture da
realizzare in tutta Italia. Ma Matteoli ha bruciato i
tempi con il suo annuncio anche se in riva allo stretto
ormai queste dichiarazioni non fanno più scalpore, dopo
gli annunci in piena campagna elettorale da entrambi i
fronti. Secondo il presidente della Provincia Giuseppe
Buzzanca si sta delineando un percorso chiaro e coerente
tra i diversi ministeri. Buzzanca ricorda anche come
Matteoli conosca bene, sin dal '95, quando venne in
provincia di Messina, la realtà delle emergenze da
affrontare. "Così come in passato, adesso potremo
continuare a contare sulla presenza del ministro a
Messina".
Di diverso parere l'economista Mario Centorrino.
"Sembra quasi che si stia scatenando tra i vari
ministri la caccia alla paternità del ponte _ commenta
Centorrino _. Certamente c'è una continuità non soltanto
tra quanto dichiarato da Berlusconi nei mesi scorsi e
quanto detto da Matteoli ma anche con lo stesso governo di
centro sinistra che attraverso gli ultimi atti del
ministro Nesi aveva chiaramente preso la direzione verso
la realizzazione del ponte. C'è però una differenza, nel
governo Amato c'era una dialettica tra chi difendeva i
valori ambientalisti e chi voleva il ponte, adesso con le
dichiarazioni di Matteoli questa dialettica pare non
esserci più, a favore di una posizione univoca".
Soddisfatti i toni del sindaco Leonardi. "Ho spesso
detto che ero per la fine della telenovela _ dice Leonardi
_ se poi si tratta di un finale positivo non posso che
essere contento. E' una soluzione che mira ad eliminare
l'insularità della Sicilia e ad avvicinarla all'Europa,
saldando la frattura oggi esistente attraverso quello che
diventerà anche un ponte ideale verso l'Africa".
Secondo il sindaco un'opera dalla valenza altamente
tecnologica e con una sua unicità al mondo potrà non
soltanto rilanciare l'immagine dell'Italia ma creare a
Messina un forte polo di attrazione. "C'è poi
un'altra considerazione _ conclude Salvatore Leonardi _ ed
è legata alle conseguenze occupazionali. Sia nella fase
della costruzione che in quella della gestione non dovrà
verificarsi alcuna forma di colonialismo, ma dovrà essere
utilizzata manodopera locale, anche qualificata".
Commenti positivi da parte dei rappresentanti sindacali.
"La Uil da molti anni, prima ancora che fosse di
moda, ha dato sostegno all'idea del ponte _ dichiara
Maurizio Ballistreri, segretario provinciale _. Adesso
questa scelta deve essere inquadrata non come un monumento
alla nuova tecnologia infrastrutturale, ma come elemento
di modernizzazione di un'area strategica nei rapporti tra
Europa e Mediterraneo".Contemporaneamente alla
ricerca dei finanziatori però è importante avviare una
grande operazione di concertazione territoriale, tesi
questa sposata anche da Maurizio Bernava, segretario
provinciale della Cisl, il sindacato che nei mesi scorsi
ha organizzato un inusuale convegno che si è tenuto
contemporaneamente sulle due sponde e che ha avuto come
tema non solo il ponte ma il futuro dell'area dello
Stretto. "Dopo tante discussioni durante la campagna
elettorale _ aggiunge Bernava _ e dopo il lavoro degli
advisor è arrivato il momento di passare alla fase
operativa. Noi ci auguriamo che i tempi della demagogia
finiscano anche perch‚ attualmente stiamo assistendo ad
un paradosso: si parla di ponte, ma nel presente c'è il
completo abbandono del sistema internodale nello Stretto.
Basti pensare alla dismissione delle ferrovie
nell'area". Anche il congresso della Cisl si è
tenuto all'ex Irrera a mare proprio per dare un segnale,
lo sviluppo deve ricominciare dallo specchio d'acqua dello
Stretto.
Chi continua a dire no è il portavoce dei Verdi, Giuseppe
Restifo, che anzi annuncia battaglie. "Chi si aspetta
di veder nascere il ponte già quest'estate è bene che
vada al mare, perch‚ ci sono comunque difficoltà
oggettive e passaggi che devono essere rispettati da
tutti, ad iniziare dal governo".
13/6/2001
( gazzetta del sud )
emergenza tir /
Predisposto l'avviso. Oggi assemblea al Boccetta
Approdi: entro il 30 le proposte
Seguendo il dettato dell'accordo di programma sottoscritto
il 31 maggio con la Regione, il sindaco Leonardi ha
firmato ieri l'avviso pubblico per gli approdi. Nel bando
viene espressa la disponibilità dell'amministrazione a
valutare proposte di privati per la realizzazione
dell'approdo per i mezzi leggeri da realizzarsi
all'Annunziata e di quello per i mezzi pesanti previsto
nel tratto costiero a Sud, in prossimità del villaggio
Tremestieri e degli svincoli autostradali. Le opere
riguarderanno la realizzazione dell'approdo a Sud
definitivo, così come progettato dal Genio civile opere
marittime di Palermo e dal Genio civile di Messina, con
l'integrazione dei due punti di approdo di emergenza e
della relativa viabilità di collegamento, da finanziare
con i fondi stanziati dalla Regione. Le imprese
interessate alla presentazione dei progetti di finanza
dovranno prevedere il conferimento di una quota
percentuale degli introiti delle attività di
traghettamento a “risarcimento” dei disagi ambientali
e delle spese di manutenzione che le comunità locali e la
città subiranno in conseguenza dell'attraversamento del
territorio comunale. Gli avvisi pubblici riguardano anche
le opere inserite nel Piano triennale delle opere
pubbliche; le proposte dovranno pervenire all'assessorato
alle Infrastrutture del territorio entro le 13 del
prossimo 30 giugno, il responsabile del procedimento è
l'ing. Riccardo Pagano.
MATACENA ATTACCA – L'amministratore delegato della
“Amadeus Spa”, Amedeo Matacena, ha inviato al
procuratore regionale della Corte dei conti, al
procuratore della Repubblica ed alla Procura generale di
Messina una richiesta di accesso al procedimento per la
realizzazione dell'approdo a Sud. «Questa società –
scrive Matacena – ha donato alla Regione un progetto
preliminare per la realizzazione di un approdo in località
Tremestieri, in area del tutto coincidente con quella
individuate dalle autorità interessate», da inserire
entro il 30 giugno nel triennale delle opere pubbliche per
il ricorso al project financing ; «è parso assai strano
che, in antitesi con le dichiarazioni di urgenza per il
problema dei Tir nel centro cittadino, del progetto non si
sia mai fatto cenno nelle diverse riunioni, ed anzi ci so
sia determinati ad affidare la redazione di un “nuovo”
progetto, sulla falsariga di quello della “Amadeus Spa”,
al Genio civile opere marittime di Palermo». Contestando
poi la scelta di delegare al Comune la gestione della
procedura, che la legge attribuisce invece alle competenze
della Regione, Matacena si riserva quindi, poichè «ormai
si è a ridosso del 30 giugno e non è pensabile di
potersi più giovare per quest'anno dello strumento del
project financing », di richiedere la restituzione del
progetto e di intraprendere «ogni azione a tutela dei
diritti ed interessi della società» in ordine alla
pretesa coincidenza del progetto del Genio civile oo. mm.
con quello in possesso della Regione dal 24 aprile.
ASSEMBLEA AL BOCCETTA – Oggi, intanto, il comitato “La
nostra città” ha convocato un'assemblea e un presidio
permanente sul viale Boccetta immediatamente dopo le
conclusioni del Comitato per l'ordine e la sicurezza
fissato appunto per oggi. In una lettera inviata al
prefetto Giosuè Marino ed al procuratore capo Luigi
Croce, i responsabili del comitato hanno lamentato la
mancata attuazione, a distanza di quaranta giorni, delle
richieste articolate in diversi punti e accettate dal
Comitato stesso, reiterando inoltre la richiesta di
divieto di transito orario per tutti gli svincoli e di un
intervento istituzionale per trasferire il passaggio dei
carichi con sostanze pericolose e nocive con la modalità
ferroviaria
14/6/2001
( gazzetta del sud )
Pulizia
spiagge / La Provincia scrive ai Comuni
«Non ci sono fondi»
Palazzo dei leoni alza bandiera bianca. La Provincia non
può far nulla quest'anno per la pulizia delle spiagge e
lo ricorda per iscritto a tutte le amministrazioni
comunali interessate. I comuni messinesi a loro volta,
tranne poche eccezioni, quella bandiera l'hanno già
alzata. E il quadro che si annuncia per i bagnanti e gli
amanti della tintarella, nella prima estate del millennio,
è di assoluto sconforto. Basti pensare alle attuali
condizioni delle spiagge di via Marina di Ganzirri, Pace e
Fiumara Guardia, via Circuito di Torre Faro, Rodia,
Ortoliuzzo. Le missive, firmate dall'assessore
all'Ambiente Tanino Sutera e dal dirigente al Territorio
Giuseppe Celi, raggiungeranno in queste ore tutti i
sindaci. Alcuni di loro – un po' passivamente , ndr –
confidavano ancora in qualche intervento («a macchia di
leopardo») affidato ai cantonieri della Provincia. Ad una
simile parziale soluzione-tampone si era fatto ricorso
l'anno scorso – con un piccolo manipolo di 5-6
cantonieri – visto che, come oggi, la Provincia non
aveva ricevuto i finanziamenti della Regione. I risultati,
in generale, erano stati poco soddisfacenti. A Rodia, ad
esempio, l'azione sommaria delle pale meccaniche aveva
fatto uscire dalla sabbia (in certi punti) rifiuti prima
sepolti. Era stato, comunque, qualcosa. Un «progetto
speciale» sarebbe forse ancora praticabile magari
attraverso intese tra i singoli comuni e la Provincia. Ma
vi si opporrebbero ulteriori problemi di carattere
organizzativo e sindacale. Con che formula è possibile
retribuire un certo numero di cantonieri (straordinario,
trasferta, incentivo) e rivoluzionare i loro orari? E, si
dice anche a Palazzo dei leoni, come poter sguarnire le
strade provinciali?
14/6/2001
( gazzetta del sud )
Emergenza
tir / Slitta alla prossima settimana il vertice in
Prefettura
Restano (per ora) le fasce orarie
E
l'VIII Quartiere difende l'ordinanza: «Solo così il
Boccetta respira»
Non si torna indietro, almeno per il momento. Ieri non si
è tenuto alcun vertice a Palazzo del Governo. Restano,
dunque, in vigore i divieti di transito per i mezzi
pesanti sul Boccetta nelle fasce orarie comprese tra le 7
e le 9 e le 18 e le 20. Un approfondito esame di questa
prima fase dell'esperimento avviato dall'amministrazione
comunale sarà fatto ma la verifica sull'efficacia delle
misure introdotte con le ordinanze firmate dal sindaco
slitta alla prossima settimana. Il comitato per l'ordine
pubblico, infatti, si è occupato finora soltanto dei
delicati problemi connessi all'infuocato derby calcistico
tra Messina e Catania. La Prefettura ieri ha smentito
categoricamente la notizia della convocazione di un
vertice dedicato all'emergenza tir. Intanto, mentre
prosegue la mobilitazione dei vari comitati e associazioni
che chiedono l'allontanamento del traffico gommato pesante
dal centro abitato, si moltiplicano le sedute dei consigli
di quartiere interessati alla problematica. Ed è proprio
dalle prese di posizione delle istituzioni decentrate che
appare evidente, al di là dei formali e reciproci
attestati di solidarietà, la difficoltà di mettere
d'accordo tutti su un tema che ha rilevanti implicazioni e
che, spesso, viene affrontato in un'ottica
particolaristica, al di fuori di quello che dovrebbe
essere l'interesse generale della città. I cinque
quartieri della zona centro-sud vanno chiedendo da giorni,
ma ancor più da quando si sono verificati i due tragici
incidenti lungo la Statale 114, la revoca del sistema
delle fasce orarie. L'VIII Quartiere è di avviso del
tutto opposto. «Pur comprendendo le giustificate proteste
dei cittadini degli altri quartieri – si legge nel
documento approvato all'unanimità e firmato dal
presidente Roberto Nicolosi –, riteniamo che tale
provvedimento rimanga a tutt'oggi l'unica soluzione
attuabile nell'immediato, dando in tal modo la possibilità
di alleggerire e far respirare (in senso, ahimè,
letterale) per qualche ora al giorno gli abitanti del
Boccetta. Vogliamo ricordare che tale soluzione può e
deve avere soltanto carattere di transitorietà certamente
limitata nel tempo, fino alla realizzazione di un nuovo
approdo fuori dal centro urbano». I consiglieri del
quartiere del Boccetta, ricordando gli ultimi tragici
avvenimenti verificatisi nella zona sud, sottolineano come
«solo chi li vive quotidianamente da generazioni può
comprendere l'angoscia e l'oppressione derivanti dal
transito dei tir. Tutto ciò deve indurre le autorità
competenti ad agire sinergicamente per definire in modo
risolutivo e in tempi rapidi il trentennale fardello che
grava sulla città». Il IV Quartiere, da parte sua, torna
a chiedere con forza la progettazione e la realizzazione
della nuova strada litoranea Tremestieri-Gazzi-San
Raineri.
14/6/2001 (
gazzetta del sud )
Chiesta
a Buzzanca una conferenza dei servizi. Appello di 19
consiglieri «Approdi a Giammoro»
Diciannove consiglieri provinciali, intanto, hanno
sottoscritto l'ordine del giorno presentato dai tre
rappresentanti della Destra sociale (Giuseppe Russo, Dino
Arrigo, Giorgio Fleres) per sollecitare il presidente
della Provincia Giuseppe Buzzanca a sostenere il progetto
di trasferimento del traffico gommato pesante in un nuovo
porto da costruire nell'area Asi di Giammoro come
interfaccia dell'interporto di Gioia Tauro. La tesi, com'è
noto, si basa sul presupposto che una tale sistemazione
logistica degli approdi sarebbe l'unica priva di un
impatto ambientale su un abitato urbano nonché
conveniente perché le invasature risulterebbero collegate
a un retroterra industriale e commerciale finora poco
valorizzato e fortemente bisognoso di adeguati servizi
portuali. La richiesta rivolta a Buzzanca, di indire
sull'argomento un'apposita conferenza dei servizi, è
stata sottoscritta da Italiano, Pino, Aliberti, Ortoleva e
Calabrò (Forza Italia), da Pappalardo, Arrigo, Russo e
Fleres (An), Gulisano (ccd), Martelli (gruppo misto),
Sidoti (ppi), Quartarone (pss), Fusco e De Salvo (Sicilia
popolare), Nino Ferro (de), Summa e Altomonte (sdi) e
Gullino (ulivo). «Il traffico dei veicoli diretti agli
imbarcaderi (privati e Ferrovie) che giornalmente
transitano nella città di Messina – premettono i
consiglieri provinciali – rappresentano un problema la
cui soluzione non è più rinviabile». Quindi
ricostruiscono il ben noto quadro generale legato alle
ipotesi contrapposte sull'attraversamento della città da
parte dei Tir. Dopo aver ricordato gli insostenibili
disagi patiti per decenni, in termini di inquinamento e di
pericoli, dalla popolazione di Boccetta contestano nel
merito la scelta compiuta dal Comune con la delibera del
"doppio approdo" e con le procedure (già
avviate) del project financing: «Gli approdi previsti a
Tremestieri e Annunziata – osservano – oltre a
cancellare la spiaggia con conseguente sconvolgimento
naturalistico del litorale, "squarterebbero"
l'agglomerato urbano a causa dell'impatto ambientale
provocato dalle bretelle autostradali che dovrebbero
collegare la A18 e la A20 ai nuovi approdi». E ricordano,
altresì, che «entrambe le soluzioni proposte trovano
forte resistenza da parte dei consigli di quartiere e
della popolazione residente e dei comitati e delle
associazioni che operano sul territorio». A giudizio
degli esponenti di partito, si finirebbe per spostare –
sia pure ridotti – i problemi da una parte all'altra di
Messina. Da qui l'esortazione lanciata al presidente della
Provincia Giuseppe Buzzanca: «Convochi una conferenza dei
servizi nell'area Asi di Giammoro con l'intervento del
prefetto, del presidente della Regione, dei sindaci di
Messina, Milazzo e della Valle del Mela, della
Capitaneria, dell'Autorità portuale, e del consorzio Asi,
per discutere ed esaminare la proposta di realizzare il
porto di Giammoro, al fine di liberare la città di
Messina dall'insostenibile situazione relativa all'imbarco
dei mezzi pesanti».
14/6/2001
( gds )
Il
Ministro Lunardi: Il Ponte lo facciamo.
E'
quanto assicura
il ministro per le Infrastrutture, Pietro Lunardi, a
margine del congresso dell'Opce
«Il
Ponte sullo Stretto di Messina? Lo facciamo. Abbiamo già
iniziato le riunioni». È quanto assicura il ministro per
le Infrastrutture, Pietro Lunardi, a margine del congresso
dell'Opce, l'organizzazione delle associaizoni
imprenditoriali delle capitali europee, aperto oggi nella
sede dell'Unione Industriali di Roma dal presidente
Giancarlo Elia Valori.
«Faremo decollare -promette Lunardi- le opere pubbliche
che da venti, trenta anni bloccano l'Italia»
15/6/2001
( gazzetta del sud )
Approdi:
il sindaco incontra i Quartieri
EMERGENZA
TIR – Il sindaco ieri ha avuto una serie di incontri con
i rappresentanti delle circoscrizioni. A Palazzo Zanca si
sono recati i presidenti del IV Quartiere Rosario Santoro,
del VI Agatino Bonarrigo, dell'VIII Roberto Nicolosi e i
consiglieri delle rispettive circoscrizioni. Si è
discusso dell'emergenza tir e dell'esperimento delle fasce
orarie che, ha assicurato Leonardi, sarà certamente
sottoposto ad un rigoroso approfondimento nel corso dei
prossimi vertici in Prefettura. Il sindaco ha, comunque,
ribadito che l'amministrazione non tornerà assolutamente
indietro rispetto alle indicazioni contenute nel recente
accordo di programma stipulato con la Regione.
VIABILITÀ e TRAM – Con i Quartieri sono stati
affrontati anche i problemi connessi all'apertura dei
nuovi cantieri della tranvia. I rappresentanti dell'VIII e
del IX Quartiere chiedono interventi concreti per
attenuare gli enormi disagi vissuti su viale della Libertà
e lungo il percorso interessato dai lavori.
15/6/2001
( gazzetta del sud )
Colpita
dallo specchietto di un'auto
Anziana travolta sul viale Boccetta
Grande spavento ieri mattina alle 10 per un incidente sul
viale Boccetta in cui un'anziana, centrata da un'auto, ha
riportato la frattura di una gamba. Maria Biondo, di 70
anni, è stata travolta dalla «Yunday» condotta da Maria
Cammarato, 31 anni, proveniente dallo svincolo
autostradale, mentre attraversava il viale all'altezza di
largo Fontana Arena. La donna, a quanto pare, si trovava
sulle strisce pedonali quando, per cause da chiarire,
sarebbe stata urtata da uno specchietto laterale della «Yunday»
ed è ricaduta pesantemente sull'asfalto. Maria Biondo è
stata trasportata con un'ambulanza del 118 all'ospedale
Piemonte dov'è stata ricoverata nella divisione di
Ortopedia. I medici le hanno diagnosticato la frattura di
una gamba. I rilievi sull'incidente sono stati effettuati
dalla sezione infortunistica dei vigili urbani
15/6/2001
( gds )
Tir,
quartieri in disaccordo col Comune Quarta, Sesta e Ottava
circoscrizione incalzano per riesaminare le "fasce
orarie"
Il
presidio permanente del VI quartiere a Palazzo Zanca
attira finalmente l'attenzione del sindaco. Ieri mattina
il primo cittadino ha trovato il tempo, dopo giorni di
paziente attesa, di ascoltare le rimostranze della
Circoscrizione direttamente interessata dalla controversa
ordinanza amministrativa sulle fasce orarie. Rispondendo
alle critiche sulle recenti disposizioni per la disciplina
del traffico gommato pesante, Leonardi ha assicurato che
allo scadere dei 60 giorni prenderà in esame un'eventuale
rivisitazione del provvedimento che per 4 ore al giorno
chiude le porte del Boccetta e dirotta i camion sul viale
Europa.
"La situazione è diventata insostenibile"
dichiara il presidente del IV quartiere Agatino Bonarrigo.
Poi non perde l'occasione di mettere in risalto il
malcontento nato dalla "totale assenza di colloqui
con l'amministrazione prima di prendere drastiche
decisioni".
Bonarrigo fa riferimento anche a delle voci di corridoio
sull'eventuale chiusura per un'ora di tutti e tre gli
svincoli. Ogni giorno che passa, sul Viale Europa, a causa
dell'asfalto non adeguato per il passaggio di
autoarticolati, spuntano "crateri" assai
pericolosi per la circolazione urbana e l'incolumità
degli ambulanti che spesso stazionano ai limiti dei
marciapiedi. Il sindaco, invece, continua a puntare
sull'accordo di programma recentemente sottoscritto con la
Regione per la realizzazione dell'approdo di emergenza. Il
nuovo scalo marittimo verrà direttamente collegato con le
uscite autostradali senza interferire con il traffico
cittadino.
15/6/2001
( RosaRino )
Incidente
in Via La farina
Oggi
alle 19 in via Giuseppe la Farina n.62, un TIR
targato RG ha investito una utilitaria
(Polo W)
targata ME. L'autista della Polo ha visto arrivare il
TIR, lasciando lo sportello socchiuso, aspettava che il
TIR passasse, Quando l'autoarticolato si è affiancato
all'auto il vuoto d'aria prodotto
dal TIR ha letteralmente strappato dalle mani del
guidatore della Polo lo sportello che si
è aperto completamente urtando la fiancata del TIR per
tutta la sua lunghezza. Il guidatore ha lasciato
la presa temendo di essere trascinato fuori dalla
macchina. Lo sportello non si è staccato e neanche
piegato completamente, è stato urtato ripetutamente dal
TIR in corsa sino a farne rientrare il montante dentro
la fiancata della macchina di qualche centimetro. Il TIR
si è fermato a diversi
metri di distanza dall'auto (20 metri circa). I vigili
sono intervenuti dopo circa 20/30 minuti.
Dopo
2 ore di verbali hanno contestato al guidatore della
polo l'art.157 e l'art.158 del codice della strada
(sosta in doppia fila). Non si ha notizia di cosa sia
stato contestato al TIR
16/6/2001 ( Bob
Brown )
La corte dei conti
A
scuola ci hanno insegnato che la Corte dei Conti è la
suprema magistratura in materia di contabilità
pubblica con giurisdizione esclusiva piena e
sindacatoria.Tuttavia sono stati fino ad ora rari i
casi in cui questa Corte è intervenuta presso i
nostri amministratori per censurare specifici fatti
inerenti lo sperpero di danaro pubblico.Ha fatto
eccezione il caso della "farmatruffa" al
Policlinico in cui "l'alta corte" è
intervenuta addirittura prima che la giurisdizione
penale esprimesse la prima sentenza chiedendo un
risarcimento miliardario all'impiegata pubblica pur
sapendo che i beneficiari del danno erariale, sentenza
alla mano, erano i parenti del rettore dell'università
pur se non, appunto, dei semplici impiegati.Tornando
alla cronaca dei nostri giorni troviamo
l'ennesimo,anche se non ancora consumato, saccheggio
alle finanze pubbliche come la vicenda del protocollo
Comune-Regione sull'approdo di "emergenza"
lascia chiaramente intendere.L'intesa siglata pochi
giorni fa ha stabilito che per l'approdo a Tremestieri
saranno stanziati qualcosa come 40 miliardi col metodo
del "project-financing" e pertanto tutte le
imprese interessate sono invitate a presentare i
relativi progetti entro il prossimo 30 giugno.La cosa
che "l'alta corte"(dei corti?) dovrebbe
farsi spiegare dai solerti amministratori messinesi,
che negli ultimi tempi hanno fatto uno studio
intensivo dell'inglese visto che fanno un grande
uso di termini come "waterfranz(pardon waterfront),
project-financing, etc, è perchè mai non è stata
presa in esame dal Comune (al contrario degli altri
enti tecnici competenti) la proposta del cavaliere
Matacena che aveva, due anni fa, presentato un
progetto per realizzare a proprie spese un approdo
nello stesso sito e con le stesse caratteristiche di
quello individuato dall'accordo di programma Comune -
Regione?. Ma si sa che il diritto italiano non può
muoversi prima che il reato sia stato compiuto e
quindi non resta che aspettare fiduciosi(???)
l'iniziativa della magistratura penale, peraltro già
adita, per sapere se i nostri amministratori sono
distratti oppure interessati a tirare la volata ai
soliti amici.
16/6/2001
( gds )
Tra quartiere e
sindaco una intesa di massima "Fasce orarie da
rivedere"
La
IV circoscrizione scende a patti con il sindaco. Dopo
due incidenti mortali dovuti al provvedimento preso in
extremis dall'amministrazione per tamponare i
"disagi" causati dal traffico del gommato
pesante, Leonardi si è impegnato a rivedere l'ordinanza
delle fasce orarie, prospettando un'eventuale chiusura
del viale Boccetta solo durante la notte. Il presidente
del "Quartiere della Calispera", Rosario
Santoro, invece prenderà in considerazione, ma
temporaneamente, l'idea di tollerare il transito dei Tir
nel "suo territorio" solo per due ore al
giorno. Il primo cittadino ha assicurato che le
"misure" sperimentali saranno all'ordine del
giorno nella riunione del Comitato Ordine Pubblico e
Sicurezza che dovrebbe tenersi non oltre la prossima
settimana.
Poi ha ribadito che l'unica soluzione possibile per
risolvere, in tempi brevi, il problema degli approdi è
l'accordo di programma sottoscritto con la Regione. Il
nuovo scalo verrà collegato direttamente alle
autostrade senza alcuna interferenza con il traffico
urbano. Ma la prospettiva di un porticciolo commerciale
a sud non è benvista dai residenti
16/6/2001
( gds )
Giammoro, opposizione
contro gli approdi Scende in campo tutta la giunta
comunale
L'intera giunta comunale ha
deciso di scendere in campo per contestare l'iniziativa
di 19 consiglieri provinciali che hanno chiesto al
presidente di convocare una conferenza di servizi per
realizzare a Giammoro (zona Asi) gli approdi spostandoli
da Messina.
Il sindaco Carmelo Pagano e gli assessori Giuseppe
Aragona, Salvatore Muscianisi, Nicola Grasso, Concetto
Caruso, Antonio Catalfamo e Giuseppe Certo, stavolta
hanno deciso di intervenire direttamente sul presidente
della provincia Giuseppe Buzzanca e l'hanno fatto con la
sottoscrizione di una nota ufficiale con la quale si
tende a ribadire la posizione del Comune pacese sulla
prospettata soluzione della dislocazione del
traghettamento da Messina a Giammoro. "Come può
chiedersi e cercare di imporre a una comunità che già
sopporta carichi ambientali enormi, ulteriori interventi
finalizzati non a risolvere ma a trasferire
problematiche in una zona martoriata e con gravissimo
inquinamento ambientale"?
Da qui la considerazione della inopportunità di indire
una conferenza di servizi sul tema.
Per questo l'amministrazione pacese ha ribadito che non
sarà disposta a discutere; anzi avverserà addirittura
qualsiasi opera di carattere industriale se prima non si
appronterà un piano di risanamento credibile della
zona.
Un piano che dovrà passare dal dimezzamento dei valori
limite di emissioni ed immissioni, dal divieto di ogni
nuovo insediamento di industrie insalubri di prima
classe, o di stoccaggio e trasformazione dei rifiuti,
dalla creazione di fasce di rispetto tra gli opifici e i
centri abitati, dalla manutenzione ordinaria continua
della zona, da un incremento delle aree artigianali e
commerciali in zona Asi considerato che vi sono
capannoni e terreni consegnati e mai utilizzati.
L'amministrazione comunale propone l'intervento delle
nuove deputazioni, con la provincia, le rappresentanze
sindacali e di categoria, al tavolo che i sindaci del
comprensorio hanno costituito presso l'assessorato
regionale al territorio ed ambiente, per la elaborazione
di un piano di risanamento globale.
"Fino a quando si cercherà di imporre scelte
incuranti del dramma che le nostre popolazioni vivono,
sia in termini ambientali che occupazionali - dice il
sindaco Pagano - non si potrà pensare di operare per un
vero e sano sviluppo del comprensorio e dell'intera
provincia e non si arrecherà di certo un servizio alla
comunità, che è poi il fine primario per il quale
ognuno di noi riveste le varie cariche
istituzionali".
16/6/2001
( gazzetta del sud )
Emergenza
tir, forse saranno ridotte le fasce orarie ma i divieti
su viale Boccetta non vengono rispettati
I divieti di transito per i tir sul Boccetta dovrebbero
restare in vigore ma potrebbero essere modificate le
fasce orarie, riducendo il periodo in cui i mezzi
pesanti sono obbligati a utilizzare gli altri svincoli
autostradali (dalle 8 alle 9, ad esempio, anziché dalle
7 alle 9 e dalle 19 alle 20, in luogo dell'attuale
fascia oraria 18-20). Sembra essere questo adesso
l'orientamento dell'amministrazione comunale, dopo che
qualche giorno fa era stata ventilata l'ipotesi di
trasferire i divieti solo in orario notturno.
L'esperimento non sta dando i frutti sperati, lo ha
ammesso il sindaco Leonardi, e si sta compiendo
un'approfondita riflessione su quali possono essere i
correttivi più efficaci. In ogni caso, come abbiamo già
scritto, tutto è rinviato al vertice che si terrà la
prossima settimana in Prefettura. I comitati cittadini
della zona sud, nel frattempo, prendono le distanze
dalle dichiarazioni rilasciate da alcuni consiglieri del
III e del IV Quartiere in merito alla localizzazione
dell'approdo a Tremestieri. «Le opinioni personali
vanno rispettate – si legge in un documento – ma
altra cosa sono le decisioni assunte dai rispettivi
consigli circoscrizionali, che vanno in direzione
diametralmente opposta. Proprio per non ingenerare
confusione nell'opinione pubblica, occorre ricordare che
con le delibere approvate dai quartieri I, II, III, IV e
V (in rappresentanza di una popolazione di quasi 80 mila
abitanti), è stata manifestata la netta e motivata
volontà di respingere l'idea progettuale
dell'amministrazione comunale di un approdo o di uno
scalo commerciale sul tratto di costa di Tremestieri,
condividendo la proposta di un porto commerciale a
Giammoro, sul presupposto che Messina deve essere
totalmente liberata dal micidiale e devastante transito
del gommato pesante». I comitati evidenziano come non
si tratti solo di pareri consultivi ma «di atti che
esprimono, come è già avvenuto nel '96, la volontà di
un terzo della popolazione messinese, di cui il sindaco
deve prendere atto. Accettare o respingere la proposta
dell'amministrazione comunale di realizzare gli approdi
a Tremestieri e all'Annunziata spetta esclusivamente
agli abitanti destinatari della scelta e a nessun altro».
I comitati cittadini, inoltre, in riferimento alle fasce
orarie, ribadiscono con forza la necessità che il
divieto di transito dei tir venga unificato ed esteso a
tutti gli svincoli della città nei momenti di maggiore
congestione del traffico. Intanto, è polemica anche tra
il comitato “La nostra città” e il presidente del
IV Quartiere Rosario Santoro, il quale ha chiesto la
revoca delle fasce orarie. «Il presidente – afferma
“La nostra città” – non si è mai accorto del
fatto che i tir entravano ed uscivano dallo svincolo di
Tremestieri anche prima dell'istituzione delle fasce
orarie. In ogni caso sappiano, Santoro e il sindaco
Leonardi, che giovedì, dalle 19 alle 19,30, in piena
fascia oraria, sono transitati ben 14 mezzi pesanti.
L'attuale ordinanza, dunque, va migliorata a favore di
tutti i cittadini e non del transito indiscriminato dei
tir». Per mercoledì prossimo, con inizio alle 21, è
stata indetta una nuova manifestazione denominata
“Tir...ando l'alba”.
16/6/2001
( gazzetta del sud )
Si
lavora al futuro della Fiera
Una riunione no-stop nella sede dell'Autorità portuale
per tracciare l'immediato futuro della cittadella
fieristica. I vertici dell'Authority ieri hanno avuto un
lungo confronto con tecnici, esperti e giuristi in
rappresentanza della Regione siciliana e della
“Compagnia del Mare”, la società che riunisce
numerosi imprenditori privati e operatori del settore, la
quale ha avanzato istanza di concessione demaniale per
l'utilizzo dei cinque ettari di lungomare e dello specchio
acqueo antistante la sede della Fiera (al fine di
realizzare un pontile per navi da diporto e da crociera).
In corso di definizione è il protocollo d'intesa che dovrà
essere firmato dal commissario regionale della Fiera e dai
rappresentanti della società. Si tratta di un passaggio
indispensabile per assicurare, nell'ambito della
convenzione, quei “paletti” richiesti dal sindaco
Leonardi e dall'assessorato regionale alla Cooperazione a
garanzia dell'interesse generale della cittadinanza. La
cittadella fieristica va salvata dall'incuria e dal
degrado, restituita alla piena fruizione dei messinesi e
dei turisti, valorizzata nelle sue enormi potenzialità,
senza ovviamente dar spazio a speculazioni di basso
profilo che, oltretutto, non servono proprio a nessuno.
Entro la fine del mese il Comitato portuale sarà
convocato per decidere sulla richiesta di concessione.
Fatta salva la Campionaria d'agosto, dal prossimo autunno
potrebbero già cominciare i lavori di ristrutturazione e
di manutenzione straordinaria.
16/6/2001
( gazzetta del sud )
Leonardi:
la radicale bonifia della zona falcata
«È facile additarmi come il responsabile di tutto ciò
che negli ultimi 30 anni non è stato fatto». Comincia
sbottando il sindaco. Ed ha ragione: degli ultimi 30 anni
no, ma degli ultimi 3 anni, sicuramente. E la “bomba”
S. Raineri, seppure ereditata, dal 1998 a oggi non è
stata disinnescata. «Martedì in giunta – aggiunge
Salvatore Leonardi – decideremo sul trasferimento del
campo nomadi. Sia chiaro: qualunque soluzione è
difficilissima, perché i rom nessuno li vuole. E adesso
s'è sommata una nuova complicazione. Alcune delle ipotesi
previste, infatti, sono in conflitto con il progetto della
via del mare. E poi nessuno tiene conto del fatto che noi
non dobbiamo e non possiamo perdere di vista il quadro
complessivo dei problemi, mentre spesso si interviene e si
criticano soltanto alcuni aspetti». Dopo queste
“precisazioni”, il sindaco scende nel particolare: «La
localizzazione a Pistunina o comunque nella zona sud va
verificata attentamente: dovremo prenderci una pausa di
riflessione perché la via Don Blasco è candidata a
diventare una strada urbana a tutti gli effetti: e le
ipotesi formulate toccavano in prevalenza siti che stanno
a valle, quindi che interferirebbero con la via del mare».
Tutto da verificare, quindi: lo farà l'ing. Salvatore
Lanzafame nei prossimi giorni. «Ma è certo un fatto –
aggiunge tuttavia Leonardi – i nomadi non possono
restare in queste condizioni di estremo degrado.
Provvederemo a una bonifica radicale subito, per attenuare
la situazione attuale di invivibilità. Il trasferimento,
per ovvi motivi, richiede tempi più lunghi».
17/6/2001
( gazzetta del sud )
La
vergognosa condizione delle spiagge e lo scaricabarile
Una sconfitta di tutti
«La Provincia ha fatto il suo dovere avvisando tutti i
Comuni interessati, fin dal mese di marzo, con una
comunicazione ufficiale dell'Aapit, che mancavano i
finanziamenti per effettuare la pulizia delle spiagge».
Comincia così il presidente Giuseppe Buzzanca, che non
accetta per la sua amministrazione alcun addebito di
responsabilità per lo stato vergognoso in cui versano
numerose spiagge nel territorio di Messina e di altri comuni
messinesi». Così il presidente di Palazzo dei leoni: «Senza
i finanziamenti della Regione incarnati dalle specifiche
voci di bilancio – afferma il presidente Buzzanca – sono
venute meno anche le relative competenze giacché la
Provincia, quando ha effettuato la pulizia delle spiagge, lo
ha fatto esclusivamente da "stazione appaltante"
su apposita delega, da parte della Regione, di poteri che le
appartengono in via esclusiva in quanto titolare in Sicilia
del demanio marittimo. Non avendoci dati i soldi, e noi lo
abbiamo comunicato per tempo, non ci ha dato i poteri. Per
noi agire sarebbe stato come assumere iniziative in casa
altrui».
– Ma anche l'anno scorso la Regione non aveva concesso i
finanziamenti, eppure la Provincia reputò opportuno
intervenire per qualche spiaggia più sporca, ad esempio a
Rodia. Cosa è cambiato? «L'anno scorso abbiamo realizzato
una forzatura che avrebbe potuto anche costarci cara e che,
infatti, ci creò qualche problema. Ma ormai è stato
appurato a norma di legge: non è possibile, senza la delega
di poteri da parte della Regione, utilizzare i nostri
cantonieri sul demanio marittimo distogliendoli dai loro
compiti di istituto».
– E, allora, senza deleghe regionali, dobbiamo credere i
nostri enti locali si ritrovano con le mani assolutamente
legate? «Le Province sicuramente sì. I sindaci
probabilmente, anche nella loro qualità di ufficiali di
governo, possono intervenire d'urgenza sulle spiagge. Ma non
voglio certo accusare, con questo, il sindaco Leonardi perché
la vera responsabile di questa situazione è soltanto la
Regione». Questa la replica del presidente della Provincia
Giuseppe Buzzanca. Da parte nostra, certamente, non
intendevamo esortare l'amministrazione di Palazzo dei leoni
a violare norme di legge che effettivamente (decreto
presidenziale 915) attribuiscono ai comuni la pulizia delle
spiagge in quanto aree all'aperto. Ma un concetto ci preme
sottolineare. La Provincia, nella qualità di ente di
promozione e mediazione, «che ha avvertito fin da marzo i
comuni attraverso l'Aapit» e che ha fatto la pulizia degli
arenili messinesi negli ultimi anni, avrebbe potuto
senz'altro assumere l'iniziativa di una serie di conferenze
dei servizi. Così avvenne l'anno scorso di concerto con la
Capitaneria (organo della Regione e dello Stato) quando la
Provincia varò anche il servizio di pulizia di alcuni
tratti di mare con un battello «spazzaacque». Si poteva
quest'anno, tutti assieme, ottenere dal Demanio marittimo
regionale autorizzazioni ordinarie od eccezionali sui
presupposti – sacrosanti – dell'interesse generale alla
pulizia delle spiagge, della tutela dell'incolumità e della
salute dei cittadini, del diritto all'immagine della nostra
provincia turistica. I comuni, dunque, lo avrebbero dovuto
fare, specie quelli con 50 chilometri di spiagge e
dichiarati “turistici” come Messina. Non ci si può
limitare a dire che «la colpa è tutta della Regione»...
17/6/2001
( gazzetta del sud )
Il ministro per il Commercio
con l'estero Adolfo Urso incontra Buzzanca e Leonardi
Ponte
e Fiera le priorità
Per creare un'area
di libero scambio nel Mediterraneo
Un tavolo per
indicare al Governo nazionale le priorità per lo sviluppo
della provincia, l'inclusione del Ponte sullo Stretto nella
prossima legge finanziaria con lo strumento della legge
obiettivo; la competenza diretta del ministero per il
Commercio per cooperare al rilancio della Fiera di Messina.
Sono i tre «spunti» più interessanti per la nostra
comunità offerti ieri, con una conferenza stampa, dal
viceministro delle Attività produttive nonché ministro
junior per il Commercio con l'Estero Adolfo Urso, nativo di
Acireale, che si è confrontato, prima, con il sindaco
Leonardi, il presidente della Provincia Buzzanca e il
vicepresidente della Camera di Commercio Enzo Musmeci. Urso
ha sottolineato d'aver tenuto oggi, a Catania e a Messina, i
suoi primi due incontri istituzionali: «sia per le ovvie
ragioni affettive, sia per naturali motivazioni politiche,
dopo la dimostrazione di fiducia alla Cdl da parte dei
siciliani, sia– ha aggiunto – per ragioni istituzionali.
Domani infatti sarò in visita in Algeria per un'esposizione
commerciale internazionale nella quale il secondo padiglione
per grandezza, dopo quello francese, sarà quello di 150
imprenditori italiani». Urso ha prospettato ieri per le
imprese siciliane, una nuova via di sviluppo simile a quella
già seguita dal Triveneto «a cominciare da quella caduta
del muro di Berlino che significò la caduta della frontiera
orientale e l'aprirsi dei mercati dell'Est». Così potrebbe
essere, nei prossimi anni, per la Sicilia, «con
l'istituzione, a partire dal 2010, dell'Area di libero
scambio del Mar Mediterraneo tra i paesi dell'Unione europea
e quelli arabi e africani. La Sicilia e Messina si trovano
al centro di questa prospettiva di internazionalizzazione
che farà cadere la frontiera "verso sud"». Le
imprese siciliane dovranno farsi trovare pronte mentre il
governo Berlusconi dovrà preparare il terreno: «Inizieremo
a colmare già in una prima fase, entro il 2006, tutti i
ritardi nella realizzazione delle infrastrutture. E per
abbreviare le procedure ricorreremo a leggi-obiettivo che
recepiranno nella Finanziaria le indicazioni date dalla
Regione: dal Ponte sullo Stretto al raddoppio ferroviario,
al potenziamento di porti, interoporti e aeroporti. Al
contempo agiremo per la sicurezza, una nuova fiscalità, una
maggiore flessibilità in entrata nel mercato del lavoro».
Quindi il discorso si è concentrato sulla provincia di
Messina. Sulla strategicità dell'area dello Stretto il
ministro Urso non ha dubbi: «Punteremo dappertutto sul
metodo della "filiera di governo". Ho detto al
sindaco, al presidente della Provincia, e ai rappresentati
delle categorie produttive, che è opportuna l'istituzione
di un "tavolo provinciale" che faccia le sue
richieste, indicando al Governo nazionale le priorità di
sviluppo. Questa provincia ha una grande risorsa per il
rilancio, rappresentata dal numero straordinario di turisti,
fondamentali per l'internazionalizzazione dei prodotti
tipici, commerciali, artigianali». Ed il ministro junior ha
toccato quindi il nervo scoperto del futuro della Fiera
Campionaria: «Quand'ero ragazzo mio padre mi portava sempre
a vederla. Adesso non lo è più ma il ministero per il
Commercio, nell'esercizio delle sue competenze, contribuirà
a fare in modo che torni a essere un'esposizione nazionale e
internazionale». Prima dell'on Russo hanno preso la parola
Leonardi, Buzzanca e Musmeci. Il presidente della Provincia
ha ringraziato Urso per il suo «affetto per la Sicilia»
rimarcando l'importanza della sinergia operativa che
potrebbe raggiungersi tra gli enti locali, la Regione e il
Governo nazionale. Il sindaco ha consegnato al ministro un
dossier sulle linee guida dell'economia messinese negli
ultimi due anni realizzato dall'Osservatorio per lo
sviluppo. E Musmeci ha ricordato «la grande fiducia che
l'imprenditoria messinese nutre nell'azione del nuovo
Governo».
17/6/2001 (
gds )
Risanamento del
molo Norimberga da Roma parere positivo ai lavori
Dopo
mesi di attesa, la questione relativa al risanamento del
molo Norimberga, sembra vedere la luce.
Infatti il Consiglio superiore dei Lavori Pubblici di Roma
ha dato parere positivo sul progetto di rifacimento della
banchina nella zona falcata. Entro fine mese sarà espletato
il bando di gara e l'appalto da 25 miliardi, consentirà
interventi di consolidamento del molo.
Come assicurano l'Autorità portuale ed il Genio Civile, la
gara di appalto verrà assegnata in questi mesi e grazie ad
un finanziamento del governo, già approvato lo scorso anno,
il progetto andrà in "porto". C'è però da
definire il contenzioso con la Soprintendenza ai Beni
Culturali che, come si ricorda, alla fine dello scorso anno
aveva bloccato i primi lavori sulla banchina, per il
ritrovamento di alcuni reperti archeologici appartenenti
alla Real Cittadella.
La Soprintendenza ha ribadito più volte la necessità di
estendere tale vincolo in più parti della zona falcata.
Comunque il sì al progetto per il recupero dell'area, i cui
lavori saranno terminati entro due anni, darà alla città
uno scalo commerciale di grande valenza in una zona finora
degradata, il quale potrà smistare il traffico marittimo e
potrà assicurare una maggiore capienza anche per le navi da
crociera costrette a tutt'oggi ad ormeggiare fuori dal
porto.
Un altro aspetto sottolineato dall'Autorità portuale è che
potrebbe arrivare a breve una richiesta di concessione per
un nuovo collegamento marittimo con il porto di Salerno, che
porterebbe un contatto diretto con un nuovo scalo
commerciale per il trasporto merci, alleggerendo oltretutto
il traffico gommato pesante
17/6/2001
( gds )
Il
ministro junior: "Nella finanziaria il ponte sarà
tra le opere da realizzare"
Un
tavolo permanente provinciale per rilanciare l'economia nel
territorio provinciale. A suggerirne l'istituzione, ieri
pomeriggio, nel salone degli specchi di Palazzo dei Leoni,
il "ministro junior" per il Commercio estero,
Adolfo Urso alla sua prima visita ufficiale in Sicilia dopo
l'insediamento del governo Berlusconi.
Urso, originario di Acireale, ma eletto nelle liste di
Alleanza nazionale in un collegio della regione Lazio, prima
di incontrare i giornalisti, ha partecipato ad un
minivertice con il presidente della Provincia, Giuseppe
Buzzanca, anche lui di An, con l'esperto di Palazzo dei
Leoni, Orazio Miloro, con il sindaco Salvatore Leonardi ed
con il vicepresidente della Camera di commercio, Enzo
Musmeci.
Il primo cittadino ha annunciato che nei prossimi giorni
trasmetterà ad Urso, che ricopre anche l'incarico di
viceministro allo Sviluppo economico, l'invio di un dossier
elaborato dagli esperti dell'Osservatorio economico. In
questo contesto il ministero ha chiesto invece l'istituzione
di un gruppo di lavoro permanente che indichi le priorità
da osservare.
L'esponente di An si è soffermato anche sul problema della
Fiera, garantendo il sostegno del governo per il rilancio di
un'attività che invece rischia di scomparire. Spazio poi al
ponte: "La prima fase dell'attività del nostro governo
_ ha garantito il membro dell'esecutivo _ sarà dedicata
proprio alla realizzazione delle grandi infrastrutture. Il
ponte farà parte della finanziaria. Grazie ad una legge
obiettivo sarà pronto entro 2010".
Ma i prossimi dieci anni, secondo Urso, rappresenteranno una
svolta per l'economia dell'intera isola. "Entro il 2010
_ ha spiegato _ si completerà il progetto approntato
durante la conferenza di Barcellona. L'area di libero
scambio con i Paesi del Mediterraneo diventerà una realtà.
Così i Paesi arabi diventeranno per la Sicilia quello che
le nazioni dell'Europa dell'est dopo la caduta del muro di
Berlino sono diventati per il nordest del nostro paese. La
Sicilia si trasformerà nel cuore di questo nuovo enorme
mercato internazionale. Messina deve cogliere tutte le
opportunità che le verranno offerte attraverso la
commercializzazione dei prodotti tipici. Tra i settori
maggiormente favoriti il comparto agroalimentare ed il
turismo".
17/6/2001
( gds )
"Tangentopoli",
in aula Sparacio accusa Astone
Ancora
accuse in aula di tribunale da parte del boss Luigi Sparacio
all'ex sottosegretario alle Poste della ex Dc, Giuseppe
Astone, uno dei 22 imputati per la "Tangentopoli
messinese". Sparacio, che da tempo è stato espulso dal
"programma protezione" riservato ai pentiti della
mafia, ha parlato dell'appalto dello stadio di San Filippo
(i lavori sono in corso da 13 anni). "Prima
dell'aggiudicazione della gara - ha dichiarato - ci fu un
incontro a casa del vecchio boss Sandro De Tullio, in via
Ugo Bassi, al quale oltre al sottoscritto partecipò
l'onorevole Astone. Venne deciso che, oltre alle due ditte,
Costanzo e Di Penta, doveva entrare nell' appalto anche la
ditta Versaci di Caprileone, cosa che avvenne".
17/6/2001
( gds )
"Aria"
come evitare i dissesti
Intervenire
sin dall'inizio per limitare i rischi, riuscire a far
convivere sviluppo e corretta politica ambientale. Con
questi obiettivi la neonata Aria (Associazione regionale di
ingegneria ambientale ed architettura naturalistica), vuol
diventare punto di riferimento per gli enti territoriali in
materia ambientale per la realizzazione delle opere
pubbliche sin dalla fase progettuale. E' possibile evitare
che un intervento sul territorio si tramuti necessariamente
e regolarmente in devastazione, squilibrio.
Mauro Gibertini, docente di Ingegneria ambientale a
Friburgo, in Svizzera, ha illustrato il documento
programmatico per il biennio 2001-2002. All'incontro, nella
Sala Laudamo, erano presenti amministratori di enti locali,
rappresentanti di ordini professionali e ambientalisti.
"E' più facile raccogliere una bottiglia di plastica
gettata da un incivile piuttosto che porsi il problema di
migliorare la qualità delle acque". Il problema non è
limitato ai centri storici, ma alla non programmazione delle
infrastrutture, a un'inesistente coscienza ambientale.
Aria è la prima associazione costituita in Italia con lo
scopo di diventare punto di riferimento per temi di
ingegneria ambientale e architettura naturalistica. I soci
sono disponibili ad essere presenti nelle commissioni
urbanistiche in qualità di esperti, non in sostituzione di
nessuno, ma in appoggio. "Il nostro obiettivo _
conclude Gibertini _ è quello di offrire professionalità
ed esperienza alle istituzioni perch‚ insieme è possibile
realizzare una corretta politica ambientale, rispettando i
criteri della biocompatibilità e della ecosostenibilità".
18/6/2001
( gazzetta del sud )
Sugli approdi parole e dibattiti non prendano il posto dei
fatti»
Sul
problema degli approdi dall'on. Salvatore D'Alia riceviamo e
pubblichiamo: «L'attuale dibattito sul problema degli
approdi impone una riflessione più approfondita.
Quest'ultima si rende ancora più necessaria ove si
consideri che in questi giorni si è inteso allargare le
opzioni coinvolgendo altre parti del territorio provinciale,
dove il tema della tutela della salute e dell'ambiente
assume particolare rilievo, ponendosi come vera e propria
emergenza. «Appare, poi, inopportuno affrontare un
argomento così delicato e complesso in un periodo
caratterizzato da competizioni elettorali, in occasione
delle quali è facile indulgere a piccole speculazioni
demagogiche e velleitarie. «Ancora più singolare appare il
metodo con il quale si è inteso affrontare il problema
facendo «rimbalzare» gli approdi ora in una, ora in
un'altra parte del territorio, a seconda delle convenienze
politiche senza considerare che le scelte devono essere
sempre «frutto» di un confronto tra le forze politiche e
sociali e devono avere un loro ancoraggio e dati sicuri e
alla pianificazione urbanistica del territorio. «È
singolare la circostanza che vengano rimesse in discussione
scelte già oggetto di approfondimento sotto il profilo
tecnico, politico ed amministrativo che hanno prodotto già
conseguenze operative come l'accordo di programma con la
Regione l'avvio delle procedure per la promozione privata di
opera pubblica. Il volere rimettere in discussione il lavoro
che su questo tema è stato già prodotto
dall'amministrazione comunale di Messina significa fare
passi indietro e, quindi, continuare ancora per anni a
discutere senza realizzare nulla. «Altra questione è
quella che riguarda le modalità attraverso le quali la
localizzazione degli approdi deve trovare concreta
attuazione e, in particolare, la localizzazione dell'approdo
a Sud. Quest'ultimo, così come peraltro precisato dalla
deliberazione n. 25/C del 20.6.2000, non può e non deve
essere un ulteriore disagio per i cittadini di quelle zone
ma una vera e propria occasione di sviluppo per le realtà
produttive esistenti e di occupazione. «A tale riguardo, è
necessario evidenziare che la localizzazione del sito per
l'approdo a Sud non può essere disancorata da alcuni punti
fermi che riguardano l'assoluta estraneità dell'approdo al
tessuto urbano preesistente (e segnatamente alla S.S. 114),
la connessione dell'opera con le aree a terra che devono
garantire l'interscambio commerciale, la necessità che
l'intervento assolva alla funzione di far crescere lo
sviluppo e l'occupazione del territorio. «Su questi temi
deve essere concentrato il confronto tra le forze politiche
e sociali senza indulgere a posizioni demagogiche e
populistiche e senza fughe in avanti che coinvolgono altre
parti del territorio, cariche anch'esse di problemi legati
alla qualità della vita e della salute pubblica. «A ciò
si aggiunga, infine, che è inopportuno affrontare questi
temi alla vigilia della ennesima competizione elettorale
anche perché manca l'interlocutore principale e cioè il
Governo della Regione siciliana.
20/6/2001
( gazzetta del sud )
Presentata
all'Autorità portuale dalla società consortile promossa
dai gruppi Tourist-Caronte
Molo Norimberga, istanza di “concessione”
La
richiesta è arrivata ieri sul tavolo dell'Autorità
portuale ed è firmata dalla società consortile a
responsabilità limitata “Servizi Norimberga”. La
proposta lanciata il 9 giugno dal gruppo Tourist-Caronte
comincia a prendere corpo. Gli operatori del settore, gli
agenti marittimi e le imprese portuali hanno deciso di
associarsi per assumersi l'onere della gestione dei servizi
da tenersi al molo Norimberga. L'istanza di concessione non
riguarda il semplice utilizzo delle banchine ma
l'organizzazione complessiva del piazzale e delle aree
adiacenti (per un totale di circa 10 mila metri quadri). Il
primo atto concreto della nuova società consortile dovrebbe
essere proprio la gestione dei servizi collegati
all'attivazione della prima linea di vettori “ro-ro”
Messina-Salerno, per la quale, come ha annunciato qualche
settimana fa l'amministratore delegato della Caronte Nino
Repaci, è stato programmato un investimento di 85 miliardi
di lire ed è in avanzata fase di costruzione la nave che
sarà consegnata a metà ottobre. Il presidente e il
segretario generale dell'Authority, Giuseppe Vermiglio e
Franco Barresi, in questa fase non intendono assolutamente
sbilanciarsi. Quel che è certo è che l'iter avrà
necessariamente tempi brevi e, dunque, si attende entro la
prima metà del prossimo mese la convocazione del comitato
portuale. L'iniziativa delle “autostrade del mare” viene
vista favorevolmente, anche perchè potrebbe rappresentare
una vera e propria svolta nei progetti di rilancio dei
collegamenti tra lo Stretto ed altre importanti direttrici
(oltre alla Messina-Salerno, alcune compagnie e società di
navigazione di livello internazionale starebbero coltivando
progetti per altre linee, come ad esempio quelle che portano
a Civitavecchia o a La Spezia). La città chiede ovviamente
garanzie perchè tutto ciò non produca nuove ricadute
negative sul territorio comunale, aumentando i già
insopportabili disagi causati dal traffico di
attraversamento dello Stretto. I vertici dell'Autorità
portuale chiariscono che in questo momento i piani di
utilizzo del molo Norimberga non aggravano in alcun modo
l'attuale situazione. Il servizio Messina-Salerno si
svolgerebbe in orario notturno: la partenza è già prevista
all'una, con arrivo nel porto campano dopo 6 ore e 40 minuti
di navigazione, più o meno il tempo che s'impiega
attraverso l'autostrada Re-Sa. In ogni caso, la nave
potrebbe ospitare 180 autoarticolati, togliendo dal Boccetta
e, comunque, dalle ore di punta, una quota abbastanza
consistente del traffico gommato pesante. Massimo riserbo da
parte dell'Authority anche per quel che riguarda il piano di
risanamento dell'area dell'ex Gazometro. «Si sta imboccando
la strada giusta», è l'unico commento del presidente
Vermiglio, lasciando intuire che è pronta la soluzione per
trasferire le stalle e il deposito con le antiche carrozze e
per bonificare finalmente una preziosa porzione di quel
“fronte a mare” negato ai messinesi da troppi decenni.
20/6/2001
( gazzetta del sud )
Stasera, alle 21,
la veglia notturna di protesta davanti al Municipio
Musica e arte per una città senza tir
La protesta anti
tir si sposta dalle strade alle piazze: questa sera, a
partire dalle ore 21, a piazza Unione Europea, il
coordinamento dei Comitati messinesi protagonisti della
protesta cittadina contro il passaggio dei tir nelle strade
della città, ha organizzato una veglia per ribadire la
richiesta di annullamento della delibera comunale che vuole
i due nuovi approdi all'Annunziata e nella zona Sud. «Tir...
ando l'alba», questo il nome dato alla veglia notturna, una
manifestazione con la quale i Comitati, chiedono ai
messinesi di scendere in piazza, proprio davanti a Palazzo
Zanca, per continuare la protesta. E se può considerarsi
provocatorio il luogo che ospiterà la manifestazione,
altrettanto lo è stato quello della conferenza stampa di
presentazione, come ha spiegato Saro Visicaro, del comitato
“La nostra città”: «Per presentare questa veglia
notturna abbiamo scelto appositamente il palco eretto a
Piazza Cairoli per consentire ai candidati nelle elezioni
nazionali e regionali di illustrare alla gente i loro
programmi; 139 sono i candidati nella provincia di Messina,
ma finora nessuno di loro lo ha utilizzato. I nostri
politici non parlano più direttamente con le persone, ma si
limitano ad interventi in televisione, e si affidano ai «santini»
di cui sono pieni muri e strade della città. Abbiamo
pensato noi ad utilizzare il palco, presentando la veglia in
piazza Municipio che da questa sera alle 21, e fino a domani
mattina alle 9, ci consentirà di esprimere ancora una volta
il nostro dissenso nei confronti della delibera comunale che
prevede il doppio approdo. Vogliamo ricordare così il primo
anniversario di questa delibera approvata da
un'Amministrazione comunale troppo grigia, e che con i due
approdi all'Annunziata e nella zona Sud, consentirebbe un
doppio attraversamento della città da parte di mezzi
pesanti e leggeri. E per rilanciare la nostra protesta, ci
rivolgiamo alla creatività dei messinesi, chiamati ad
intervenire a questa manifestazione che vedrà musica,
pittura e spettacolo utilizzati per dare nuova forza alla
nostra voce. Con questo ricorso all'arte e alla creatività,
vorremmo anche che i messinesi si sentano maggiormente
coinvolti in questa protesta. La veglia a piazza Municipio
è anche l'occasione per i candidati politici di intervenire
per esprimere la propria opinione su questo problema
dell'attraversamento della città da parte dei tir; troppo
spesso, infatti, questo problema viene messo in secondo
piano, o addirittura cancellato dai loro programmi politici.
Una manifestazione di festa – ha concluso Visicaro – che
vedrà, tra l'altro, impegnati alcuni studenti del liceo
Archimede, in uno spettacolo di cabaret, l'attrice Patrizia
Baluci, il pittore Serboli, artisti di strada, musica jazz
da Furci, gli studenti della scuola d'arte Dante Alighieri,
e, naturalmente, anche i cittadini che vogliano cimentarsi».
Sul tema degli approdi, intanto, il consigliere del III
Quartiere Francesco Campanozzi definisce «logica, utile e
necessaria» la soluzione di Tremestieri, poichè potrebbe
essere questa l'occasione di un rilancio socio-economico ed
occupazionale dell'intera zona sud
20/6/2001
( gazzetta del sud )
Il Comune e la
Provincia cerchino di rimediare all'incredibile situazione
di sporcizia e di degrado
Spiagge, nessuno si autoassolva
Adesso rischia
di calare il silenzio, dopo le giustificazioni, le
autoassoluzioni, i palleggi di responsabilità. Che le
spiagge siano destinate a rimanere luride, sembra essere un
problema di nessuno. Non c'è straccio di programmazione, si
vive di sussulti e di emergenze ed è sempre un evento
miracoloso quando si riesce ad assicurare una pur minima
ordinaria manutenzione. La Provincia ha addossato ogni colpa
alla Regione siciliana, rea di non aver più trasferito i
fondi necessari grazie ai quali, negli anni scorsi, si è
sono potuti appaltare gli interventi di bonifica dei
litorali. Il Comune, sull'argomento, non ha preso alcuna
posizione. A Palermo, in questo momento, tutti sono
affaccendati in ben altre cose e lo saranno ancora per
settimane, almeno fino a quando non si avrà la certezza di
un nuovo governo siciliano stabile e duraturo. E allora che
fare? Bisogna rassegnarsi? Non è possibile trovare una
soluzione che consenta, in via straordinaria, interventi in
grado di ripristinare le elementari condizioni di pulizia e
di decoro? Qualcosa si sta cercando di fare. L'assessore
comunale Pietro Alibrandi, che ieri ha relazionato in giunta
sui problemi dell'arredo urbano, ha avuto una serie di
incontri con i responsabili di Palazzo dei Leoni, nel
tentativo di individuare un percorso amministrativo che
metta d'accordo le varie competenze, senza violare
ovviamente le leggi. Che ciò si traduca in atti concreti,
è tutto da vedere. Anche perchè bisognerebbe intervenire
nel più breve tempo possibile, tenendo conto che la
stagione estiva sta entrando nel vivo, che i lidi sono già
aperti e che chi non può o non vuole pagare per accedere
alla spiaggia, cioè ad un bene demaniale, non deve essere
costretto a convivere con rifiuti di ogni genere. È
incredibile che si sia giunti al punto che una città di
mare non sia in grado di poter programmare per tempo la
pulizia degli arenili (cosa che dovrebbe essere garantita
tutto l'anno), cioè di una delle risorse primarie del
proprio territorio. È come se a Cortina agli sciatori
venissero offerte piste disseminate di detriti e
d'immondizia. Che questo, poi, rientri nella potestà del
Governo regionale o nelle sottocompetenze degli enti locali,
ai cittadini e ai turisti importa poco o niente
22/6/2001
( bob brown )
Pietro
il Grande
L'altra sera
in piazza Duomo c'è stata la festa per la promozione in
serie B del Messina ed è stata l'occasione per fare
vedere a tutti di che pasta sono fatti Padroni di questa
città. Il più giovane rampollo della famiglia dei
traghettatori, nella sua qualità di Vicepresidente della
squadra, ha preso la parola non solo per prendere impegni
per il potenziamento della squadra ma ha addirittura
arringato la folla sottolineando le disfunzioni
dell'apparato della forza pubblica dimostrando una grinta
che ricorda quella dei tribuni dell'antica Roma. della
serie della saga di "Olga" e di Tiberio e Caio
Gracco. Mi è tornata in mente una scena verificatasi
qualche mese fa e sempre nella stessa piazza quando il
fratello maggiore di Pietro il Grande teneva stretto al
proprio braccio il primo cittadino che, a sua volta,
faceva gli onori di casa al soprano Katia Ricciarelli. E'
questo il momento storico che vive questa città in cui
dominano gli zar dei Franza circondati da un branco di
"miserabili" che si accontentano anche di fare
finta di governare e amministrare e in cui l'unico che si
sforza di apparire come il solo che li può contrastare
non è altro che un povero malato di mente, fors'anche
"neuroleso", ossessionato dall'idea del Ponte.
23/6/2001
( bob brown )
Movimenti
sul Boccetta
Mi sono già
soffermato altre volte sul "camaleontismo"
strisciante che permea la società messinese ma non avevo
considerato un'altro aspetto di tale fenomeno ovvero
quello che si manifesta in maniera, quasi, inconsapevole.
Leggendo sul
"Soldo" n° 13 del 22/06/01 l'articolo
"Movimenti sul Boccetta" del caro amico Alfredo
Crupi ho provato un certo stupore quando, a proposito di un
convegno organizzato dall'associazione "Nuovi
Orizzonti", scrive che "farsi portatori di una
precisa proposta determina un mutamento genetico del
movimento che nei fatti diviene il supporto di una ben
definita idea progettuale..."
A parte il
fatto che il movimento, di cui parla Alfredo, fino a pochi
mesi fa era rappresentato soltanto dal "Comitato La
Nostra Città" e che si deve a questo piccolo gruppo
se la questione Boccetta ha finalmente assunto un rilievo
tale da essere percepito dai messinesi e dalla istituzioni
(vedi manifestazione del novembre dello scorso anno
durante la visita di Ciampi a Messina), mi chiedo dov'era
la politica dei gruppi di opposizione dei partiti di
governo che negli anni '80 e '90 non ha fatto nulla (a
parte la pagliacciata della convocazione del Consiglio
Comunale sul Boccetta tanti anni fa) o al massimo ha
discettato su ipotesi che ricalcano sostanzialmente quelle
citate nell'articolo (San Raineri, Mili, Giammoro,Norimberga
etc..).
E' preferibile
che si critichi apertamente, cioè prendendo politicamente
posizione, l'ipotesi progettuale Tremestieri anzichè far
notare, dietro presunti rilievi tecnici, che l'approdo è
impraticabile per quasi un mese all'anno o anzichè
pensare solo ad "arricchire la strumentazione critica
della cittadinanza e creare gli anticorpi contro i
venditori di fumo".
Non ci sarebbe
nulla d'improprio in un movimento, nato dalla convergenza
e dalla contrapposizione al tempo stesso di alcune
associazioni, che, per risolvere un problema così grave,
formula proposte concrete e, anzi, sarebbe l'unica volta
che in questa città si manifesti un momento di
democrazia diretta.
Se si
ripercorre la storia degli ultimi 3 anni risulta chiaro
che tutti gli interventi del Comune sono stati presi a
"rimorchio" degli eventi tragici e dietro la
pressione dei comitati spontanei e, quindi, il problema
vero non è "diventare il supporto di una ben
definita idea progettuale" ma che la stessa venga
attuata solo per favorire i "soliti noti" gruppi
imprenditoriali a discapito della qualità, dell'economicità
e, soprattutto, dell'urgente necessità di realizzare tale
opera e trovo quindi giusta la proposta di
"pretendere una discussione pubblica sul progetto che
il Comune vuole realizzare a Tremestieri attraverso la
convenzione con la Regione" mentre "non
rinnovare la concessione ai privati alla rada San
Francesco con o senza approdo alternativo" significa
solo prorogare all'infinito lo "status quo"
imposto da esigenze di pubblico servizio e questa sì che
è una proposta che supporta di fatto, se non le idee
progettuali, le strategie del gruppo dominante.
Fare politica
significa fare scelte e queste scelte devono farle anche i
gruppi di opposizione mentre troppe volte personaggi di
grande rilievo politico-istituzionale hanno affrontato la
sempre più grave situazione economica, civile, politica e
di vivibilità della città con l'approccio esclusivamente
di prospettiva più che di realtà immediata ed urgente
(della serie Messina, superato questo momento delicato, si
prepara a diventare la "San Francisco del
Mediterraneo o addirittura dell'Europa) e sarebbe un
peccato che anche le poche forze politiche vive e libere
si lascino andare a queste cadute in stile politichese.
25/6/2001
( Gazzetta del sud )
Opere
pubbliche / Entro il 30 giugno le proposte
Via
libera ai privati
Scade sabato, alle 13, il termine per la presentazione delle
proposte relative agli approdi, proposte da inoltrare al
Comune di Messina - assessorato alle Infrastrutture del
territorio, piazza Unione Europea, così come previsto dal
deliberato del consiglio comunale e dall'accordo di
programma sottoscritto con la Regione Siciliana il 31 maggio
scorso. Il bando, in pubblicazione all'albo pretorio,
ribadisce la disponibilità dell'amministrazione comunale a
valutare eventuali proposte che verranno presentate dai
privati, aventi i requisiti e con le modalità di legge, per
la realizzazione delle opere pubbliche e in particolare di
quelle previste nel programma triennale delle Opere
pubbliche. In particolare sono previsti: l'approdo per i
mezzi leggeri da realizzarsi all'Annunziata e l'approdo per
i mezzi pesanti, da realizzarsi nel tratto costiero a sud,
in prossimità del villaggio Tremestieri e degli svincoli
autostradali, secondo le determinazioni già adottate dal
consiglio comunale con delibera del 20 giugno 2000, n. 25/C.
Le opere riguarderanno la realizzazione dell'approdo sud
definitivo, attraverso l'integrazione dei due punti di
approdo di emergenza e della relativa viabilità di
collegamento, da realizzare con il finanziamento regionale,
come previsto dall'accordo di programma Regione-Comune di
Messina, sottoscritto il 31 maggio scorso. I relativi
progetti sono consultabili negli uffici che li hanno
predisposti (Genio civile opere marittime di Palermo e Genio
civile di Messina).
25/6/2001
( ufficio stampa Comune di Messina )
PREDISPOSTO
L'AVVISO PUBBLICO PER GLI APPRODI E LE OPERE PUBBLICHE DEL
TRIENNALE - ENTRO IL 30 GIUGNO LE PROPOSTE
Così come
previsto dal deliberato del Consiglio comunale e
dall'accordo di programma, sottoscritto con la Regione
siciliana il 31 maggio scorso, il Sindaco, Salvatore
Leonardi, ha firmato l'avviso pubblico per gli approdi. Il
bando ribadisce la disponibilità dell'amministrazione
comunale di valutare eventuali proposte che verranno
presentate dai soggetti privati, aventi i requisiti e con le
modalità di legge, per la realizzazione delle opere
pubbliche, nonché di quelle previste nel vigente programma
triennale delle Opere Pubbliche. In particolare sono
previsti: l'approdo per i mezzi leggeri da realizzarsi
all'Annunziata e l'approdo per i mezzi pesanti, da
realizzarsi nel tratto costiero a sud, in prossimità del
villaggio Tremestieri e degli svincoli autostradali, secondo
le determinazioni già adottate dal Consiglio comunale con
delibera del 20 giugno 2000, n. 25/C. Le opere riguarderanno
la realizzazione dell'approdo Sud definitivo, attraverso
l'integrazione dei due punti di approdo di emergenza e della
relativa viabilità di collegamento, da realizzare con il
finanziamento regionale, come previsto dall'Accordo di
programma Regione - Comune di Messina, sottoscritto il 31
maggio scorso. I relativi progetti sono consultabili presso
gli uffici che li hanno predisposti (Genio Civile Opere
Marittime di Palermo e Genio Civile di Messina). Le imprese
interessate alla presentazione dei progetti di finanza,
dovranno prevedere il conferimento di una quota percentuale
degli introiti delle attività di traghettamento, a ristoro
dei disagi ambientali e delle maggiori spese di manutenzione
che le comunità locali e la città subiranno in conseguenza
dell'attraversamento del territorio comunale. Previsti
inoltre: il completamento della rete fognante Riviera Nord,
sistema Tono - depuratore e reti di adduzione; la
trasformazione in parco pubblico attrezzato della Foresta di
Camaro e la strada di collegamento per la produzione del
turismo ambientale; la ristrutturazione e l'adeguamento
dell'edificio di Casa Serena; la realizzazione del canile
sanitario e della struttura di pertinenza; la costruzione
dell'asilo nido a Giostra; la ristrutturazione dell'asilo
nido di Camaro superiore e della scuola materna di Camaro S.
Luigi; i centri dirigenziali nell'area isolato 88 e
nell'area di via La Farina; il Centro Diurno per
l'assistenza agli anziani all'Annunziata; la costruzione del
nuovo mercato Casalini; la ristrutturazione del mercato
Muricello; la ristrutturazione e rifunzionalizzazione degli
impianti di Villa Dante e la realizzazione di cunicoli
sottoservizi zone di espansione. Le proposte dovranno
pervenire entro e non oltre il termine delle ore 13 del 30
giugno al Comune di Messina - Assessorato alle
Infrastrutture del Territorio, piazza Unione Europea. Il
responsabile del procedimento è l'ing. Riccardo Pagano.
27/6/2001
( Gazzetta del sud )
Il triste primato della strada statale
114 paragonata all'Aurelia
Tra le più pericolose d'Italia
Tir: imminente la revoca
delle fasce orarie
La Statale 114 è un “percorso di guerra”. Ad inserirla
nell'elenco delle strade più pericolose d'Italia è il
settimanale dei consumatori “Il Salvagente”, in un
articolo nel quale vengono citate le cifre fornite dalla
polizia stradale riguardo agli incidenti che negli ultimi
anni hanno causato tragiche conseguenze, con morti e feriti.
La «strada che attraversa Messina», così viene definita
dal settimanale, viene paragonata all'Aurelia, alla Romea,
alla Pontina, alla Jonica, alla Firenze-Siena. Su queste
arterie, si consigliano gli automobilisti ad «adottare
tutte le cautele necessarie», se non si vuole incappare in
situazioni di grave rischio. Chi la percorre spesso, chi vi
abita o lavora nei dintorni, chi ne respira quotidianamente
lo smog, sa benissimo che la Statale 114 è una bomba ad
orologeria. Ed è significativo che a livello nazionale
rimbalzi in primo piano quella strada e non il Boccetta, di
cui giustamente si è sempre segnalata la pericolosità e
l'invivibilità a causa del passaggio del traffico gommato
pesante. Ciò dimostra quanto sia stato e sia insufficiente
risolvere con il sistema delle fasce orarie i problemi
dell'interferenza del traffico dei tir con la viabilità
cittadina. È un provvedimento che ha mostrato tutti i suoi
limiti proprio perché, da un lato, ha fatto sì
“respirare” per qualche ora il Boccetta ma non ne ha
certo risolto i drammatici problemi e, dall'altro, ha solo
aggravato le già esistenti condizioni di precarietà e di
insicurezza in altre zone della città, a cominciare proprio
dalla Statale 114. La revoca dell'ordinanza è ormai
imminente e la notizia giunta ieri da Roma farà
probabilmente accantonare anche le ultime remore da parte
dell'amministrazione comunale. È evidente che per gli
abitanti del Boccetta il ritorno allo stato quo ante
potrebbe essere interpretato come una sorta di beffa, dopo i
danni subiti per troppi decenni. Inventare qualcos'altro sarà
difficile e non va dimenticato che l'apertura dei nuovi
cantieri del tram impone l'adozione di alcuni provvedimenti
di limitazione del traffico e di riorganizzazione viaria. Si
torna sempre allo stesso ritornello: il problema
dell'attraversamento dello Stretto va risolto alle radici,
tutto il resto sono solo palliativi.
27/6/2001
( Gazzetta del sud )
Cittadella / Oggi la firma del
protocollo tra Comune, Authority e Sovrintendenza
Raggiunta l'intesa
L'appalto per il “Cdac”
entro novembre 2002
Missione
compiuta per la Cittadella. La conferenza dei servizi
svoltasi la scorsa settimana a Palermo, nella sede
dell'assessorato regionale ai Beni culturali, ha smussato
gli “angoli” di quel tanto necessario per cominciare a
parlarsi e, insieme, trovare la via da percorrere. Così
ieri mattina a Palazzo Zanca i quattro soggetti interessati
si sono seduti intorno a un tavolo e hanno lavorato per
mettere a punto un protocollo d'intesa in cui sono fissati i
ruoli di ciascuno e le linee progettuali per procedere
speditamente alla realizzazione del Centro di documentazione
d'arte contemporanea (Cdac). Sulla base del preliminare
elaborato dalla Sovrintendenza, la Regione ha concesso un
finanziamento di circa 25 miliardi con i fondi della misura
5.1.1. di Agenda 2000 relativi ai “servizi vari e
innovativi”: ma tutta la documentazione va presentata,
improrogabilmente, entro il 30 giugno. E si stava rischiando
di non arrivare in tempo. Il sindaco Salvatore Leonardi,
l'assessore alle Infrastrutture territoriali Gianfranco
Scoglio, la sovrintendente Giovanna Bacci e il direttore
della sezione beni storico-architettonici della
Sovrintendenza, Rocco Scimone, il presidente dell'Autorità
portuale Giuseppe Vermiglio, il comandante della Capitaneria
di porto Carmelo Maccarone, il direttore dell'Agenzia del
demanio Giuseppe Merlino, con l'ing. Saverio Manganaro,
hanno redatto e sottoscritto un protocollo d'intesa che
stamane la Sovrintendenza invierà all'assessore Fabio
Granata per la firma. Si è stabilito di intervenire, in
questa prima fase, sulle parti storiche non in conflitto o
comunque che non vengono utilizzate per le esigenze dell'Authority,
tenuto conto delle difficoltà attualmente esistenti di
disporre di tutta l'area della Real Cittadella, delle
esigenze di sviluppo portuale e – particolare non
trascurabile – delle attività artigianali e industriali
presenti. «L'iniziativa di recupero storico-artistico –
ha sottolineato il sindaco – dovrà essere correlata con
le esigenze di sviluppo portuale e con tutte le necessità
di risanamento dell'intera zona falcata. Occorrerà, quindi,
modulare gli interessi storici e le valenze
turistico-culturali con gli interessi produttivi che si
vorranno mantenere nella zona». Sarà costituita una
“autorità di gestione”, in grado di coinvolgere anche i
soggetti privati, soprattutto al fine di garantire
efficienza ed economicità; essa sarà affiancata da un
comitato tecnico-scientifico, composto da funzionari
regionali e della Sovrintendenza, oltre che dal sindaco, a
supporto della creazione del Cdac. Nel protocollo si
stabilisce che lo sbaraccamento della zona falcata, a
partire dall'area interessata alla realizzazione del Centro,
sarà curato dall'Authority; il Comune, invece, entro il 30
giugno trasmetterà alla Regione il Pit (Programma integrato
territoriale) che prevede le infrastrutture e le modalità
di “assistenza” alle imprese esistenti affinché si
trasferiscano al di fuori dell'area. La Capitaneria, dal
canto suo, provvederà alla consegna alla Sovrintendenza
delle aree d'intervento. Tutte queste operazioni e procedure
dovranno avvenire contestualmente all'elaborazione del
progetto di massima a cura della Sovrintendenza (entro
ottobre), quindi di quello esecutivo (marzo 2002) e, infine,
all'appalto dell'opera, previsto tassativamente per novembre
2002. I lavori non si protrarranno per meno di due anni.
29/6/2001 (
gazzetta del sud )
«No all'approdo al
Norimberga»
Si chiamerà Cartour e sarà il primo esempio di nave “ro-ro”,
cioè in grado di ospitare passeggeri e merci e di compiere
rotte a lunga percorrenza, in servizio permanente nello
Stretto. Avrà una velocità di 25 nodi, una capacità di
stiva di 2040 metri lineari (pari a 159 trailers). Potrà
contenere 75 autovetture, 76 cabine da 4 posti (un totale di
304 passeggeri), 225 posti poltrona e 200 posti ponte. Sono
queste le caratteristiche tecniche del vettore messo in
campo dal gruppo Tourist-Caronte per lanciare la sfida delle
autostrade del mare, attivando dal prossimo ottobre la prima
linea Messina-Salerno. Già definito anche il calendario.
Dal martedì alla domenica la partenza da Messina è
prevista alle ore 1 con arrivo a Salerno alle 8 del mattino.
Al ritorno la partenza da Salerno sarà alle 13 e l'arrivo a
Messina alle 20. Il lunedì sarà il giorno di riposo. Non
è stato ancora definito il numero delle unità di personale
che saranno impiegate a bordo. A presentare all'Autorità
portuale la richiesta di concessione dell'ampio piazzale a
ridosso del molo è stato il Consorzio “Servizi
Norimberga”, di cui fanno parte gli operatori marittimi e
portuali e il gruppo Tourist-Caronte è socio minoritario
(la quota è del 25 per cento). L'iniziativa è stata
concordata con le associazioni siciliane degli
autotrasportatori, i cui rappresentanti – Richichi e
Caruso – erano ieri presenti alla conferenza stampa
svoltasi al Comune. La concessione delle aree del molo
Norimberga viene, però, vista da alcuni consiglieri
comunali del centrosinistra come un atto di arroganza e come
un'offesa nei confronti della comunità messinese martoriata
dalla schiavitù del traffico di attraversamento dello
Stretto. Il comitato “La nostra città”, da parte sua,
annuncia di voler presentare oggi stesso un esposto alla
Procura della Repubblica e all'Autorità Antitrust. «L'inesistenza
della via del mare – scrivono in una nota i consiglieri ds
Giuseppe Mangiapane, Filippo Tommasini e Gaetano Giunta e il
rappresentante di Democrazia europea Giuseppe Previti –
rende questa scelta addirittura criminosa. I rischi di
incidenti ambientali catastrofici sono elevatissimi, come
dimostrato dagli studi condotti dall'Università di Messina.
I recenti ritrovamenti della Soprintendenza proiettano
ulteriormente l'intera zona falcata verso ipotesi di
valorizzazione di ben altro spessore culturale e secondo
criteri di sostenibilità ambientale e sociale. La
penisoletta del nostro porto naturale è il baricentro
concettuale e fisico del sistema ecologico dell'area dello
Stretto, potenzialmente il più importante d'Europa. Nessuna
economia democratica può nascere dal concepire la nostra
città come il casello autostradale della Sicilia». I
quattro consiglieri comunali ritengono che, al contrario,
bisogna «adottare in accordo con la Regione siciliana una
tassa di attraversamento della città, da destinare a
progetti di risanamento ambientale e sociale; favorire lo
sviluppo delle autostrade del mare da Catania e da Palermo
(non da Messina) e favorire la nascita dell'aeroporto da
cargo nel Ragusano; garantire sulla costa tirrenica della
provincia messinese l'interfaccia naturale a Gioia Tauro;
realizzare l'approdo necessario per smaltire il traffico
residuo a Tremestieri in assoluta prossimità dello svincolo
autostradale. Il porto naturale dovrebbe diventare il più
grande porto turistico e storico del Mediterraneo. Quella
dell'amministrazione comunale è, invece, una politica
schizofrenica, dicendo di puntare da una parte sul recupero
dell'affaccio a mare e dall'altra prevedendo un “non
sviluppo” inquinante e contraddittorio». I consiglieri
esprimono solidarietà e «piena adesione» ai comitati
anti-tir
29/6/2001 (
gazzetta del sud )
L'ing. Vincenzo Franza ha confermato
che depositerà oggi un'offerta per il project financing
«Andremo comunque a
Tremestieri»
«Alcuni dei manifestanti sono chiaramente in malafede».
Non si era mai visto così furibondo il sindaco, che quasi
è venuto alle mani con due o tre rappresentanti del
comitato anti-tir. La proverbiale pazienza leonardiana
stavolta non ha retto a quelle che egli ha definito «le
critiche di chi gioca al “tanto peggio tanto meglio”. «In
trent'anni – dice il sindaco – non si sono mai viste
forme di protesta così insistite. Forse chi oggi manifesta
ha vissuto finora su Marte o sulla Luna? Stiamo facendo di
tutto per liberare la città dal transito dei mezzi pesanti.
Alla fine del mese scade il termine per la presentazione
delle offerte dei privati che intendono realizzare i nuovi
approdi con le procedure del “project financing”. A
Tremestieri trasferiremo anche le rotte delle navi
“ro-ro” a lunga percorrenza. Abbiamo avviato i passi
necessari per realizzare la vera “Via del Mare”, cioè
il collegamento diretto su aree demaniali, senza alcuna
interferenza con il centro abitato, tra l'autostrada e il
porto. In ogni caso mi chiedo: faremmo il bene di Messina
eliminando completamente la circolazione dei mezzi nello
Stretto?». Il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca
dà un colpo alla botte ed uno al cerchio. «La protesta
probabilmente è pilotata – dice – ma bisogna anche
comprendere i cittadini che sono esasperati e ai quali non
siamo riusciti a dare le risposte che essi si attendevano.
La Provincia, comunque, apprezza l'iniziativa, poichè siamo
convinti che quello delle autostrade del mare è uno dei
percorsi da seguire per rilanciare lo sviluppo economico
della città». Il comandante della Capitaneria di porto
Carmelo Maccarone si dice amareggiato: «Vorrei che i
cittadini fossero a conoscenza degli sforzi che tutte le
istituzioni stanno compiendo per risolvere il grave problema
della città. Le autostrade del mare sono doni di natura,
non le ha inventate nessuno, questo è il primo tentativo di
riorganizzare il sistema di trasporti marittimi. Si tratta
di una scelta di rilevanza strategica per Messina e per la
Sicilia, in grado di creare occupazione diretta e
nell'indotto. La nave che verrà immessa in servizio, dai
dati in nostro possesso, è in grado di fornire servizi di
alta qualità». Il presidente dell'Autorità portuale
Giuseppe Vermiglio è su tutte le furie contro chi specula
sull'argomento e fa demagogia spicciola. «Non consegniamo
il porto a nessuno – afferma Vermiglio –, non facciamo
sconti nè favori, non alimentiamo situazioni di monopolio.
L'utilizzo del molo Norimberga resta pubblico, aperto a
tutti gli imprenditori e, infatti, il piazzale per il quale
è stata chiesta la concessione demaniale sarà gestito da
un Consorzio che riunisce gli operatori del settore. Le
autostrade del mare rientrano nelle nostre linee
programmatiche di sviluppo che prevedono la progressiva
riqualificazione di un porto traghetti in un porto di
cabotaggio. Tutto ciò passa attraverso la scelta del Comune
di ubicare l'approdo fuori dal centro urbano e il progetto
dell'Authority di riqualificare il molo Norimberga (proprio
giovedì è stato ripubblicato il bando dei lavori di
consolidamento per 25 miliardi) realizzando un terminal
multiuso. Resta sicuramente – aggiunge Vermiglio – il
grosso nodo del collegamento del porto con la viabilità
autostradale ed è questo il problema principale da
risolvere. In ogni caso, non si vuole capire che il porto,
ogni porto, genera traffico. Se si intende chiuderlo, bene,
mettiamoci una pietra sopra e trasformiamolo in un cimitero
d'acqua». Le ragioni degli autotrasportatori sono state
ribadite dal presidente dell'Aias Giuseppe Richichi e dal
responsabile del Consorzio Aias Francesco Caruso. «Per noi
– hanno detto – le autostrade del mare rappresentano una
soluzione ideale, soprattutto in conseguenza delle nuove
norme che regolano le ore di percorrenza e di sosta dei tir.
Arrivare a Salerno in mattinata significa poter raggiungere
tutti i principali mercati nell'arco delle 8 ore a
disposizione prima della sosta». Secondo Vincenzo Franza e
Nino Repaci, la nuova linea Messina-Salerno è il primo
passo che verso la riconversione del sistema del
traghettamento nello Stretto. «Domani – dichiara Franza
– presenteremo il “project financing” per l'approdo a
Tremestieri, da noi concepito in modo da poter servire anche
le autostrade del mare». Il molo Norimberga, quindi,
dovrebbe essere solo una soluzione temporanea
29/6/2001 (
gazzetta del sud )
Presentata a Palazzo Zanca
la nuova linea Messina-Salerno delle società
Caronte-Tourist
Comincia l'era delle autostrade
del mare
Servizio al via dal 15
ottobre. Ma occorre pensare al collegamento con l'autostrada
Attivare una
linea di navigazione che corresse parallela alla
“Salerno-Reggio Calabria” fino a qualche anno fa
sembrava un'utopia. Adesso è realtà. Nel prossimo autunno
partirà da Messina la prima autostrada del mare. Ieri
mattina gli amministratori delle società Tourist e Caronte,
alla presenza dei responsabili degli enti locali e delle
istituzioni demaniali, hanno illustrato il significato e gli
obiettivi dell'iniziativa con la quale si darà vita,
presumibilmente a partire dal 15 ottobre, alla linea
Messina-Salerno il cui terminal è previsto al molo
Norimberga. Quella che avrebbe dovuto essere solo una
conferenza stampa si è trasformata, però, nell'ennesima
occasione di contestazione e di polemiche. L'incontro,
programmato nella sala giunta del Comune, è stato sospeso a
causa della chiassosa protesta di un gruppo di aderenti ai
comitati anti-tir, che sono stati fatti entrare in un locale
dove solitamente l'accesso viene regolamentato con
puntigliosa severità. Ci sono stati momenti di forte
tensione e mai si era visto il sindaco Leonardi reagire in
modo così furibondo, come è avvenuto durante la
discussione con alcuni dei manifestanti. Non è stata una
bella pagina di storia cittadina. Ognuno ha il diritto di
esprimere le proprie idee, dalle più intelligenti alle più
balorde, e sull'argomento che riguarda l'interferenza del
traffico di attraversamento dello Stretto con quello urbano
c'è un'intera città che è sensibile, che vive e sopporta
disagi da decenni, che ha dovuto contare morti e feriti sui
suoi “campi di battaglia”, che assiste preoccupata agli
eventi e che spera che qualcuno dei progetti coltivati da
tempo immemorabile finalmente si realizzi. Ma con quanto
accaduto ieri tutto ciò c'entra poco o niente. Qualsiasi
iniziativa – e qualunque sia il gruppo imprenditoriale che
se ne faccia carico – finalizzata al rilancio del nostro
porto dovrebbe essere accolta con favore. A Messina,
purtroppo, l'endemica carenza di infrastrutture viarie e di
servizi rende difficile ogni riflessione serena e
ragionevole. Si è arrivati al paradosso di vivere come una
maledizione la straordinaria risorsa di essere “città di
mare” e quasi di augurarsi la fine di ogni attività
economica e produttiva, pur di riconquistare i livelli di
qualità della vita che sono stati smarriti nel corso dei
decenni. Si è arrivati al punto di dare la colpa alle navi
dello stato di schiavitù in cui Messina si è andata a
cacciare, di imputare allo Stretto di fare il suo
“mestiere”, quello di braccio di mare tra l'Isola e il
Continente. Quella del gruppo Tourist-Caronte oggi è una
vera scommessa imprenditoriale. Le due società hanno
indubbiamente tratto vantaggi, nel corso dei decenni, dalle
condizioni di quasi-monopolio esistenti sullo Stretto e
dall'incapacità della classe politica di trovare siti e
soluzioni idonee a risolvere i problemi derivanti dal
passaggio di milioni di auto e di tir nel centro abitato. È
significativa la dichiarazione rilasciata qualche settimana
fa dall'amministratore delegato della Caronte Nino Repaci:
«Finora è come se avessimo fatto i gondolieri nella laguna
di Venezia». I servizi di traghettamento tra Villa e
Messina hanno creato anche posti di lavoro ed occupazione
nell'indotto, ma obiettivamente i livelli di rischio
imprenditoriale sono stati estremamente bassi. Adesso,
invece, si parla di un primo investimento di 85 miliardi di
lire (tanto costa la nave che sarà denominata
“Cartour”) e, soprattutto, di un'iniziativa che
inserisce Messina nel grande “puzzle” delle autostrade
del mare. L'ing. Vincenzo Franza, amministratore della
Tourist, ieri ha citato le dichiarazioni del presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi che, in occasione
della sua visita a Messina nell'autunno del 2000, invitò
gli amministratori e gli imprenditori locali a puntare sia
sul Ponte sia sulle autostrade del mare per valorizzare il
ruolo economico e la posizione geografica della nostra città.
Oggi, dunque, i privati decidono di investire ingenti
risorse su un servizio di cui potranno beneficiare non solo
gli autotrasportatori siciliani gli stessi messinesi, che
avranno un'alternativa al “percorso di guerra” quale
finora è sempre stata l'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Ma quel che più conta è che il pubblico – Regione,
Comune, Provincia, Autorità portuale – può beneficiare
di eccezionali risorse da destinare esclusivamente alla
realizzazione di grandi opere infrastrutturali, come ad
esempio la “Via del Mare”, in grado di collegare
direttamente il porto con l'autostrada. Sono occasioni che
si può anche decidere di perdere per strada, dichiarando al
mondo che Messina non è in grado di attrezzarsi al pari di
tutte le altre città di mare. Si può anche scegliere di
fare del porto un'amena rada per pescatori dilettanti e per
canottieri. L'importante è dirlo.
29/6/2001
( gds )
Boccetta,
"caso" eterno
Dopo mesi di
lotta, con poche risoluzioni, riesplode da parte dei
Quartieri la protesta per il passaggio dei mezzi pesanti in
città. A denunciare questo stato di cose è stato il
Consigliere del Xø Quartiere Santino Morabito, con una
nota: "In questo periodo si è assistito a numerose
lotte, con nascita spontanea di comitati per la difesa del
cittadino, ma il ruolo preponderante doveva essere ricoperto
dai Quartieri delle zone sud e nord della città, che fino
ad adesso non si sono curati di avanzare nessuna contro
proposta". Sul problema delle fasce orarie del
Boccetta, introdotte lo scorso mese con un'ordinanza
comunale, anche il Consiglio dell'VIII Quartiere ha fatto
sentire la propria voce, con un'altra nota:
"L'inserimento delle fasce orarie è stato più volte
richiesto all'Amministrazione da questo Quartiere ed,
effettivamente, da quando sono state introdotte il viale è
stato, anche se parzialmente, alleggerito. Vogliamo
ricordare all'Amministrazione e al Prefetto Giosuè Marino
che questa soluzione può e deve avere soltanto un carattere
di transitorietà certamente limitata nel tempo, fino a
quando non saranno realizzati i nuovi approdi fuori dal
centro cittadino". Questo anche in previsione del fatto
che negli ambienti istituzionali si sta ancora discutendo di
aprire il Boccetta per tutto il giorno e chiuderlo la notte
tra le 22 e le 6. In sostanza, si chiede ancora una volta di
fare chiarezza sul "problema Boccetta" e di
cercare una soluzione effettiva e non solo verbale.
29/6/2001
( gds )
Molo
Norimberga, concessione irregolare
Non si arrendono
i comitati antitir. Saro Visicaro, uno dei portavoce del
movimento "La nostra città" ha annunciato che
nelle prossime ore presenterà una serie di esposti in
procura. In un documento consegnato alla stampa i principali
motivi che dovrebbero indurre il comitato portuale e
l'amministrazione, secondo il coordinamento antitir, a fare
marcia indietro. La concessione del Norimberga sarebbe
irregolare. "L'autorità portuale non ha ancora
approvato - scrive il coordinamento-il piano regolatore del
porto. Non esiste inoltre un piano di sicurezza, prevenzione
e protezione per la zona di san Rianeri già ad alto tasso
di inquinamento. La viabilità urbana- aggiungono i
sostenitori del coordinamento-non può sostenere ulteriori
flussi di traffico gommato pesante (anche se notturno), che
si incrocerebbero con i passaggi dei mezzi pesanti che
trasportano merci pericolose e che provengono da
Tremestieri. Il nodo viario Cavalcavia-via la Farina-via
Canizzaro- spiega la nota-è interessato al passaggio della
costruenda linea tranviaria e nessuna richiesta di impatto
ambientale è stata mai avviata. L'immediato utilizzo del
molo Norimberga comprometterebbe infine i lavori di restauro
avviati dalla soprintendenza".
29/6/2001
( gds )
Traghetti, conquistato un
pezzo di mare
Il gruppo
Tourist-Caronte e le istituzioni cittadine presentano un
nuovo sistema di trasporto dei mezzi pesanti che prevede la
reazione di un nuovo approdo in città ed è subito rivolta.
Momenti di grandissima tensione, ieri mattina, a palazzo
Zanca. Non è andato proprio giu' al popolo antitir il
progetto approntato dalle società private che gestiscono già,
in regime di monopolio, la rada san Francesco. Così la
conferenza stampa indetta in sala giunta alla presenza del
sindaco Salvatore Leonardi, del presidente della Provincia
Giuseppe Buzzanca, del presidente dell'Autorità portuale
Giuseppe Vermiglio del rappresentante dell'Aias Giuseppe
Richichi e del comandante della capitaneria GIuseppe
Maccarrone, è iniziata subito con un contorno di fischi,
slogan e cartelli. Il messaggio sempre lo stesso: fuori i
Tir dalla città. La nuova iniziativa consegna ai tir, anche
se soltanto in alcune ore della serata, un'altra porzione di
centro cittadino. I bestioni della strada, quelli stessi che
nell'ultimo mese hanno ucciso due anziani sulla statale 114
ed in via taormina, da ottobre invaderanno anche la via La
Farina. Pronto a partire il nuovo collegamento tra Messina e
Salerno. Il progetto è ambizioso e rientra in quel piano
dei trasporti approntato a livello nazionale ed auspicato,
durante la sua visita a Messina, dallo stesso presidente
della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. C'è però un
particolare: per raggiungere quella che viene definita
autostrada del mare, una rotta che verrà coperta con una
modernissima nave in sole 7 ore, bisognerà attraversare il
cuore della città:viale Europa e via La Farina e poi un
malridotto cavalcavia. I tentativi di realizzare una strada
alternativa, fino ad ora, sono andati tutti a vuoto.
Amministratori ed imprenditori hanno preferito però non
perdere quella che definiscono una straordinaria occasione.
Si parte lo stesso ed in condizioni precarie. Una decisione
che non è piaciuta al coordinamento dei comitati che, due
mesi fa, ha portato in piazza oltre deumila persone. Ieri, a
protestare, in rappresentanza del popolo antitir, c'erano
una quarantina di irriducibili. Abbastanza da indurre il
sindaco a sospendere la conferenza stampa ed a rifugiarsi,
dopo un violento battibecco con alcuni dei dimostranti, tra
proteste e fischi, in una delle stanze attigue al suo
quartier generale. Ad illustrare il progetto Antonino Repaci
e Vincenzo Franza, amministratori rispettivamente di Caronte
e Tourist. L'investimento di circa settanta miliardi (che si
aggiungono ai quaranta spesi dallo Stato per ristrutturare
il molo Norimberga) riguarda soprattutto l'acquisto di una
velocissima nave RoRO. Venticinque nodi di velocità, cento
prese frigo, 76 cabine per 304 passeggeri, 225 poltrone, 200
posti sul ponte. I camionisti potranno dormire a bordo e
tornarte al lavoro in Campania. Prezzo del biglietto per un
solo viaggio circa ottocentomila lire. La nave partirà da
Messina all'una di notte dal lunedì alla domenica ed
arriverà da Salerno in riva allo Stretto alle 20. Il Molo
sarà gestito da un consorzio.
30/6/2001 ( bob brown )
La
conferenza stampa sull'autostrada del .....cavolo al
Comune di Messina ha dimostrato ancora una volta di che
cosa è capace la città "verminaio".
Tutto il
blocco politico amministrativo affaristico editoriale si
è mosso all'unisono per dimostrare che l'iniziativa della
linea Salerno-Messina risponde a quella domanda di
"modernità" che perfino il Presidente Ciampi ha
chiesto di esaudire.
Il quotidiano
locale ha spiegato che la vocazione naturale di una città
che si affaccia sullo Stretto è quella di collegare, di
vedere il proprio porto aumentare i traffici, altro che
salute e vivibilità dei cittadini.
Sulla stessa
lunghezza d'onda il presidente dell'autorità portuale, il
comandante della capitaneria di porto mentre ha sorpreso
la veemente reazione del Sindaco alla protesta del
Comitato "La Nostra Città" che ha
addirittura fatto spostare la riunione in un'altra sala a
"porte chiuse".
Un'altro
elemento inquietante è stata la partecipazione di quel
Richichi, rappresentante di quegli autotrasportatori che
hanno bloccato per quasi un mese la Sicilia senza che
nessuna istituzione (dalla prefettura alla magistratura)
ne abbia chiesto ancora di rendere conto.
Il blocco di
cui sopra ha avuto buon gioco a stendere una cortina
fumogena sul fatto che tale iniziativa non c'enta nulla
con la soluzione del problema dell'attraversamento della
città da parte dei mezzi pesanti, mentre contribuisce, in
misura assolutamente marginale, ad alleggerire il transito
sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria.
Riuscirà il
buon Richichi a convincere i propri associati (quasi tutti
della Sicilia Sud-Orientale) che è più
"conveniente" giungere fino a Messina per
"traghettare" fino a Salerno mentre sono già in
funzione a Catania numerose linee di lunga percorrenza
che, in una tale realtà non attendono altro che un
aumento della domanda per allestirne altrettante?
E' probabile
che a Catania i nostri traghettatori, "abituati"
a non subire concorrenza, possano incontrare qualche
difficoltà ed ecco che l'iniziativa Messina-Salerno
appare più come un'intervento preventivo per
"occupare" tutti i posti disponibili nell'area
dello Stretto lasciando alla città solo traffico, smog e
incidenti.
30/6/2001 ( gazzetta del
sud )
Approdi, oggi scade il
termine per i “project financing”
Il giorno
dopo la “quasi rissa” verificatasi nella sala giunta del
Comune, il sindaco usa toni molto più misurati ma i
concetti sono gli stessi. «Quella dei comitati anti-tir –
è il pensiero di Leonardi – non è più una mobilitazione
spontanea dei messinesi che sopportano da decenni i disagi
derivanti dal passaggio dei tir ma è una protesta pilotata.
L'obiettivo sembra essere quello di colpire solo questa
amministrazione comunale, nel momento in cui si sta
producendo il massimo sforzo per risolvere, dopo 30 anni, il
problema degli approdi e del passaggio dei mezzi pesanti del
centro abitato». Proprio oggi scade il termine per la
presentazione delle offerte progettuali da parte dei privati
che intendono realizzare, in “project financing”, i
nuovi approdi, in particolare quello previsto a Tremestieri.
C'è chi ha definito anomale le procedure avviate
dall'amministrazione comunale. Il sindaco ritiene, al
contrario, che è proprio questa la strada più concreta,
perchè coinvolge direttamente l'imprenditoria privata e non
darà più alibi a nessuno. E Leonardi è anche convinto che
le feroci polemiche sull'utilizzazione del molo Norimberga
come terminal per la nuova linea di mavigazione
Messina-Salerno, e la rumorosa contestazione innescata
giovedì mattina da alcuni rappresentanti del comitato
anti-tir nel corso della conferenza stampa organizzata a
Palazzo Zanca dalle società Tourist e Caronte, non trovino
in alcun modo giustificazione. Le autostrade del mare –
assicura il sindaco – avranno la loro sede naturale
nell'approdo di Tremestieri. Nel frattempo, dirottare – in
orari serali o notturni – una parte dei mezzi pesanti
dalla rada di San Francesco al molo Norimberga può essere,
comunque, un provvedimento in grado di alleviare i disagi
sopportati dal Boccetta. L'aggravio sugli altri svincoli
autostradali e sulla via La Farina non sarebbe più di
quello attuale, visto che già ora parecchi autoarticolati
compiono quel tragitto per recarsi agli imbarchi delle
società che svolgono dall'area portuale i collegamenti con
Reggio Calabria. E d'altra parte, se in tutti in questi anni
le Fs avessero davvero svolto un ruolo più incisivo
nell'area dello Stretto, la diversificazione dei flussi di
traffico – invocata da parecchi messinesi – sarebbe
stata molto più evidente. Le scelte che si stanno compiendo
oggi non sono un “grazioso regalo” al gruppo
Tourist-Caronte. Questo è il tasto che più fa indignare il
primo cittadino. «La mia amministrazione – ha detto più
volte Leonardi – può avere mille difetti ma non è
succube del potere dei Franza». La riqualificazione del
molo Norimberga e la sua destinazione a sede di traffico di
cabotaggio rientrano tra le scelte strategiche inserite
nella bozza del Piano regolatore del porto e, più in
generale, nei programmi dell'intera portualità siciliana.
Il Governo nazionale ha stanziato 25 miliardi di lire e non
certo per trasformare in un pur suggestivo parco
archeologico una struttura che fa parte integrante del porto
di Messina e che è indispensabile per qualunque suo
progetto di rilancio. In ogni caso – ribadisce Leonardi
– «l'amministrazione comunale ha ritenuto che il molo
Norimberga non fosse idoneo ad ospitare i nuovi approdi per
il traghettamento. Eppure molti di coloro che oggi
contestano le scelte della giunta, si sono battuti nel
passato recente proprio per il trasferimento degli
imbarcaderi al molo Norimberga». Ma il sindaco ritiene che
si stia facendo ancora di più: «Dopo il no del Genio
civile al progetto della ristrutturazione della via Don
Blasco, è stata individuata la nuova soluzione progettuale
che consentirà – lo assicurano il presidente dell'Autorità
portuale Giuseppe Vermiglio e il comandante della
capitaneria Carmelo Maccarone – il collegamento,
interamente su sede demaniale e senza alcuna interferenza
con il centro abitato, tra lo svincolo autostradale di
Tremestieri e il porto. Gli imprenditori devono fare il loro
mestiere: investire, rischiare, creare opportunità di
lavoro, non perdere quelle occasioni che possono inserire
Messina nei grandi circuiti internazionali. E la classe
politica ha il dovere di dare risposte concrete in termini
di scelte strategiche e di realizzazione delle necessarie
opere infrastrutturali. «Questo – ripete Leonardi – è
quello che stiamo facendo. Ma non si può annullare nel giro
di due o tre anni quello che non è stato fatto in 30. La
nostra, comunque, è una città strana. Quando c'è qualcuno
che decide di investire risorse sul territorio, si grida
allo scandalo. Quando invece ciò non accade, ci si lamenta
per la mancanza di una vera classe imprenditoriale»
30/6/2001 (
gazzetta del sud )
S'insedia
domani il nuovo comandante della polizia municipale
Ferlisi: «Sarò anch'io sulla strada»
«Indossare di nuovo una divisa, per me figlio di un
maresciallo dei carabinieri, è motivo di grandissima
soddisfazione». Non nasconde l'emozione Calogero Ferlisi.
Domani è il giorno dell'insediamento e il corpo di polizia
municipale di Messina, dopo tre anni di “supplenza”, avrà
finalmente un comandante nel pieno delle sue prerogative e
funzioni, vincitore di un tormentato concorso, che ha avuto
lunghi strascichi nelle aule dei tribunali amministrativi.
«Quando nel gennaio dello scorso anno ho lasciato la
Capitaneria di porto – ricorda l'ex responsabile della
sezione Demanio – non avrei mai pensato di assumere la
guida di un corpo glorioso quale quello dei vigili urbani.
Adesso so che mi attende un compito gravoso, mi accingo ad
affrontarlo con spirito di umiltà e sacrificio, senza
promettere colpi di bacchetta magica ma solo il massimo
impegno al servizio della cittadinanza». Quarantadue anni
da compiere il prossimo 15 novembre, sposato, due figlie,
devoto di papa Giovanni XXIII, alle spalle un giovane ma
movimentato passato di cui dice di andare fiero: «Non
rinnego nulla di ciò che ho fatto finora». Avvocato,
ufficiale di complemento, tenente all'Accademia navale di
Livorno, poi alla Capitaneria di porto di Reggio Calabria,
responsabile dell'ufficio circondariale marittimo di
Corigliano Calabro, capitano di corvetta, comandante
dell'ufficio Demanio e contenzioso della Capitaneria di
Messina, specializzato in tecnica dei trasporti marittimi
all'Università di Roma, capitano di fregata (prima delle
dimissioni volontarie dal corpo della Guardia costiera
risalenti al 7 gennaio 2000) e protagonista di varie azioni
di contrasto ai fenomeni di abusivismo sul demanio
marittimo. Un “curriculum vitae” arricchito da altre
multiformi attività: attore di teatro e cabaret, arbitro di
calcio, appassionato di pesca, esperto di lotta
all'inquinamento marittimo. Tutto sommato ci vuole un bel
coraggio ad assumere la guida della polizia municipale nel
momento di maggiore emergenza, quando l'intera città, da
Tremestieri alla riviera nord, sembra un immenso cantiere
all'aperto, con gravi conseguenze sia sul piano viario sia
su quello dell'ordine pubblico e della protezione civile. «Ho
tante idee – afferma Ferlisi – così come sono tante le
priorità da affrontare. Nei primi giorni voglio compiere
una ricognizione in tutti settori di attività del corpo.
Non c'è bisogno di rivoluzioni ma di unità d'intenti, di
un coordinamento interforze, di un lavoro spalla a spalla
tra noi, l'amministrazione comunale, i tecnici della
viabilità e degli altri dipartimenti, le istituzioni
demaniali, le altre forze di polizia, la magistratura. Credo
nel lavoro di squadra, l'unico che può dare buoni
risultati. Oggi non è certo il caso di fare proclami. Posso
solo dire che cercherò di assicurare una maggiore e più
costante presenza dei vigili urbani sul territorio, una
dislocazione più razionale di uomini e pattuglie, anche in
quelle zone della città (penso, ad esempio, ai quartieri
sud) dove obiettivamente si è registrata qualche carenza
nel passato. Garantisco fin da ora, per questi mesi estivi,
un severo controllo in tutte le strade prossime alle zone
balneari ed è mia intenzione rivedere l'utilizzo del
carro-attrezzi, che in questo momento di emergenza deve
servire soprattutto a fini preventivi e non va visto come
uno strumento di repressione fine a sè stessa. Ritengo di
straordinaria importanza i compiti che la polizia municipale
ha nei settori dell'annona e mercati, della tutela del
territorio, del recupero della legalità e della lotta ad
ogni fenomeno di abusivismo». Ferlisi rievoca gli anni
dell'accademia di Livorno. «L'insegnamento più importante
che ne ho tratto – dice – è che un buon ufficiale deve
saper dare il buon esempio. Spero di essere all'altezza del
compito, sarò anch'io ogni giorno sulla strada a verificare
di persona le difficoltà, i problemi, le esigenze di una
città che, anche per la sua estensione geografica, è dura
da governare ma che è bellissima e per la quale ognuno di
noi deve dare il suo piccolo grande contributo». Buon
lavoro.
30/6/2001
( gds )
L'avvocato Igor Germanà
in cima alla lista per il "difensore civico"
Otto pretendenti
per la poltrona di difensore civico. Scaduti i termini di
consegna delle candidature, il consiglio comunale dovrà
scegliere tra le varie nomination ma voci di corridoio
attribuirebbero la pole position all'avvocato Igor Germanà,
politicamente vicino all'area Forza Italia del
"Cavaliere".
A contendere la leadership ci sarebbero anche l'azzurro
Ernesto Fiorillo, Alessandro Anastasi ordinario presso la
facoltà di Economia di diritto del lavoro, l'avvocato
Francesco De Lorenzo, il presidente della società mista per
la rete civica, Michele Bisignano, Francesco Pitrè, ex
assessore comunale ai Lavori pubblici e "dulcis in
fundo" gli avvocati Luigi Andreozzi e Nino Favazzo.
Il nuovo portavoce della cittadinanza rimarrà in carica
cinque anni e nel suo "portafoglio" verrà versata
un'indennità pari a quella del primo cittadino. La nomina
dovrebbe avvenire entro luglio.
30/6/2001
( gds )
Quattro consiglieri
comunali insorgono: "Sul Norimberga Leonardi cambia
idea"
No alla città
casello autostradale della Sicilia.
La concessione del Molo Norimberga per il collegamento via
mare con Salerno scatena le polemiche dei consiglieri
comunali dell'opposizione che in una nota esprimono
solidarietà al coordinamento dei comitati antitir. E mentre
Saro Visicaro prepara un esposto da presentare alla
magistratura i consiglieri Giuseppe Previti, Filippo
Tommasini, Gaetano Giunta e Giuseppe Mangiapane
preannunciano battaglia in aula.
La concessione dell'area viene definita in una nota una
scelta offensiva nei confronti di una città fin troppo
martoriata dalla schiavitù ai mezzi pesanti. "E
l'inesistenza della via del mare _ scrivono _ la rende
addirittura criminosa. I rischi di incidenti ambientali sono
elevatissimi, come anche dimostrato da recenti studi
dell'università".
In realtà, aggiungono i consiglieri di minoranza, per il
molo Norimberga, si potrebbe ipotizzare un futuro diverso,
con soluzioni di ben altro spessore culturale, come
dimostrato anche dai recenti ritrovamenti della
Soprintendenza. Ben altra dovrebbe essere secondo i
consiglieri, una seria politica dei trasporti.
L'amministrazione dovrebbe decidere per l'adozione di una
tassa di attraversamento della città, da destinare ai
progetti di risanamento ambientale. L'interfaccia naturale
con Gioia Tauro secondo gli esponenti dell'opposizione
dovrebbe essere individuato lungo la costa tirrenica, mentre
per quel che riguarda il restante flusso di attraversamento
potrebbe essere dirottato sull'approdo di Tremestieri.
Pronto lo scontro in aula, con un emendamento che propone la
cancellazione dal piano triennale di quello che viene
definito dall'opposizione un altro folle equivoco, l'approdo
all'Annunziata. C'è chi rincara la dose: "Il sindaco _
ricorda Giuseppe Previti _ ha la memoria corta. Lo scorso
anno, proprio in questi giorni ed in occasione del dibattito
sulla delibera per gli approdi, alla mia proposta
sull'ipotesi Norimberga rispose che era irrealizzabile. Il
progetto della via del mare aveva avuto il parere contrario
del Cru e per la Cittadella e la zona falcata
l'amministrazione aveva progetti che miravano al risanamento
ed alla fruizione culturale".
Mentre i consiglieri affilano le armi Saro Visicaro si
appresta a rivolgersi alla magistratura "Si sta
giocando in modo scorretto, regalando il molo senza alcuna
regola o preavviso. Non ci resta che la denuncia alla
magistratura, iniziative legali contro l'illegalità".
30/6/2001
( gds )
Il sindaco: "E' una
soluzione provvisoria in vista di quella definitiva a
Tremestieri"
"Il
molo Norimberga costituisce soltanto una soluzione
provvisoria in attesa che venga realizzato l'approdo di
Tremestieri". A parlare è il sindaco Salvatore
Leonardi, contestatissimo giovedì mattina durante la
conferenza stampa di presentazione del gruppo
Tourist-Caronte. Il primo cittadino ha perso anche la sua
proverbiale calma rispondendo alle accuse dei manifestanti.
"Non mi aspettavo - spiega - una maniera così incivile
di contestare. Si può contestare ma si discute. Dove sono
stati in questi trent'anni coloro che adesso protestano?
Forse la guerra si fa a quest'amnministrazione perchè per
la prima volta sta cercando di risolvere in maniera decisiva
il problema. Devo pensare che tutto questo si fa perchè
tutto resti come prima. Questa è davvero una città strana.
Tutto le volte che un imprenditore avvia qualche iniziativa
viene contestato".
Sul molo poi Leonardi spiega: "Quelli che oggi
contestano il Norimberga prima lo hanno sostenuto. E'
comunque una soluzione provvisoria nel quadro di soluzioni
tampone che si stanno valutando ma in attesa che si realizzi
l'approdo a sud. Occorrono due anni. In questo periodo
dobbiamo mettere in campo una serie di alternative. Nessuna
da sola risolve il problema. Tutte assieme contribuiscono ad
attenuarlo".
30/6/2001
( gds )
Cresce il popolo anti-Tir, ci sarà
pure Fi: "Un'altra fetta di città come l'inferno"
Quartieri in
rivolta contro la decisione delle istituzioni di dare il via
libera ad una nuova linea di collegamento per Salerno dal
molo Norimberga. Il "popolo antitir" trova nuovi
alleati. Nel mirino sempre i mezzi pesanti che, per
raggiungere il Norimberga, messo a nuovo grazie ad un
finanziamento statale da quaranta miliardi, dovranno
attraversare il cuore della città: viale Europa, via La
Farina ed il cavalcavia.
Al Comune, giovedì, a contestare vivacemente erano stati
una quarantina di rappresentanti del coordimanento antitir.
Ma a 24 ore dalla movimentata conferenza stampa di
presentazione del nuovo servizio che sarà avviato ad
ottobre, spuntano nuove polemiche. A sorpresa, ieri mattina,
ad annunciare il varo di un nuovo comitato, è il
consigliere comunale di Forza Italia, Raimondo Burrascano
(nella foto).
L'"azzurro" costituirà un nuovo sodalizio
all'interno del territorio del Quinto quartiere che si unirà
al coordinamento già esistente. E nelle prossime ore avvierà
una petizione popolare. "Stiamo toccando veramente il
fondo - sostiene Burrascano - questa nuova linea rischia di
trasformare un'altra ampia porzione di città in un inferno.
Invito il sindaco ed i rappresentanti dell'Autorità
portuale ad abitare per qualche giorno dove passano i
Tir".
Sul piede di guerra il vicepresidente del Sesto quartiere
Enrico Pistorino dei Democratici di sinistra. L'esponente
politico ha annunciato di aver presentato una mozione in
ccui chiede al sindaco l'immediata convocazione di una
delegazione del quartiere e di fare marcia indietro su ogni
decisione che riguarda la nuova linea di collegamento:
"E' inaudito - spiega Pistorino - ancora una volta non
siamo stati interpellati. Abbiamo appreso tutto dai giornali
e dalle televisioni. Siamo assolutamente contrari. Nessuno
considera il fatto che sulla zona interessata al passaggio
dei Tir ci sono un ospedale, una serie di caserme, tre
scuole, due mercati".
"E non mi dicano - aggiunge il vice presisdente della
sesta circoscrizione che i Tir passeranno soltanto di notte.
Perchè è vero che l nave partirà all'una di notte ma è
anche vero che arriverà da salerno alle 20. Un orario
quindi in cui le strade sono ancora piene di gente e di
auto".
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