1/05/2001
Fonte: gazzetta del sud
L'inchiesta della
Procura sul maxitamponamento del 10 aprile lungo il viale
Boccetta
Denunciato l'autista del tir
Rosario Miceli dovrà rispondere di disastro colposo
L'inchiesta
sull'ultimo gravissimo incidente stradale avvenuto sul viale
Boccetta, quello del 10 aprile scorso, registra fatti nuovi.
L'autista del tir che ha provocato un gigantesco
tamponamento, conclusosi per fortuna solo con il ferimento
di due persone e danni ai mezzi, è stato denunciato dalla
Procura per disastro colposo (art. 449 del codice penale) e
inosservanza delle prescrizioni di arresto e sosta di un
mezzo pesante (art. 186 del codice della strada). Si tratta
di Rosario Miceli, 35 anni, originario di Vizzini, che il 10
aprile scorso era alla guida del tir Fiat Scania di colore
bianco proveniente da Gela, per conto della ditta “Averna”,
con un carico di sacchi di sale. Appena uscito dalla rampa
dello svincolo di Boccetta, Miceli si accorse di un'avaria
all'impianto frenante del suo mezzo, e dopo aver percorso un
centinaio di metri parcheggiò il camion sulla destra della
carreggiata, all'altezza della via Faustina e Tertullo.
Chiamò quindi al telefono il meccanico di fiducia, Santi
Currò, 38 anni, e attese il suo arrivo. Miceli però non
eseguì le procedure previste dal codice della strada quando
ci si ferma con un mezzo pesante (tra l'altro non inserì
sotto le ruote i ceppi per assicurare il mezzo). Il tir,
proprio mentre lui e il meccanico armeggiavano al motore,
intorno alle 20 cominciò a muoversi per il completo
cedimento dell'impianto frenante, e senza nessuno alla guida
cominciò la sua terribile gimkana per il viale Boccetta,
travolgendo tutto quello che si trovava davanti. Alla fine
del “tornado” si contarono ben 22 auto coinvolte, di cui
parecchie ormai inservibili. Partendo dalla via Faustina e
Tertullo il camion dopo circa 50 metri cambiò bruscamente
traiettoria, dirigendosi a sinistra. Superò così il
cordolo spartitraffico in cemento e si indirizzò,
contromano, nella corsia nord-sud del viale. Dopo aver
travolto una lunga fila di auto alberi e pali
dell'illuminazione davanti alla chiesa dell'Immacolata, salì
praticamente sul marciapiede. Ma non si fermò. Dopo un
altro brusco cambiamento di traiettoria si indirizzò verso
l'incrocio con la via XXIV Maggio, dove si fermò solo
“grazie” allo scontro con un altro tir che stava
percorrendo il viale in salita
2 Maggio 2001
( Bob Brown )
POTERI
PROPULSIVI, POTERI SOSTITUTIVI E……POTERI OCCULTI
Ho
sentito un dibattito su Messina 1 Special stamattina e a
proposito di una polemica fra Fabio Mazzeo (TeleVip), che
sosteneva che le istituzioni di governo sono asservite alla
lobby dei traghettatori, e un certo Pippo Trimarchi
(Governare Messina), che sosteneva come queste fossero
incapaci di per sé (senza quindi la sudditanza alla
predetta lobby).
Il dibattito ha affrontato altri importanti aspetti del
problema TIR ma nello specifico mi è sembrato di assistere
all’annoso dilemma sul tema: “è nato prima l’uovo o
la gallina?”.
Tra le istituzioni che potrebbero fare di più ci sono le
istituzioni di controllo, Prefettura innanzitutto, perchè
non è possibile che il Sindaco, vedi dichiarazioni alla
stampa di qualche settimana fa, affermi che non è
possibile, nell’immediato, prendere provvedimenti urgenti
ed efficaci per difendere la salute e l’incolumità dei
cittadini e poi, sull’onda della straordinaria azione di
mobilitazione dei cittadini da parte del Comitato “La
Nostra Città” e quindi del Prefetto (tutto qui il ruolo
propulsivo?), dichiari che sono stati presi provvedimenti
(?) (differimento delle merci pericolose a Tremestieri,
monitoraggio costante del Boccetta da parte dei Vigili
Urbani, fasce orarie etc): se è possibile (ma quando?)
prenderli adesso vuole dire che c’è stata, fino a ieri,
un’evidente omissione da parte sua.
Voglio sottolineare che sto parlando di mancanza ai doveri
d’ufficio e non semplicemente criticando questa o
quell’iniziativa di carattere amministrativo.
Stesso vergognoso spettacolo lo hanno offerto i
rappresentanti del Consiglio Comunale che hanno rifiutato
non solo le proposte del Comitato ma si sono visti
addirittura, in TV, dei comportamenti da gangster e non da
rappresentanti dei cittadini.
Tralascio la sceneggiata di Palermo dove, a sentire il
parere dell’On.le Silvestro (Vicepresidente ARS), si è
fatto finta d’individuare un sito da parte di un
assessorato regionale che non era neanche competente.
Allora mi domando, anche alla luce di quanto la legge
prescrive in materia di poteri di prerogative del Prefetto,
se non ci siano gli estremi per iniziative di interventi
sostitutivi e/o di sospensione dei consiglieri che mancano
di prendere decisioni e quindi assumersi responsabilità in
materia di difesa dell’incolumità pubblica.
Ricordo
che perfino il giornale che conta ha esortato il Sindaco, la
Giunta e l’intero Consiglio Comunale a compiere un atto di
coraggio che faccia capire che loro devono agire in nome e
per conto dei messinesi e non dei…. franz..esi.
2/5/2001
( tg5.it )
Esplode
un TIR carico di bombole di gas
Un
serpentone di auto lungo circa 20 chilometri sull'A1 fra
Caserta e Caianiello in direzione di Roma. Alcune sono
bloccate da questa mattina quando poco prima di mezzogiorno,
all'altezza di Calvi Risorta, è accaduto un incidente
spaventoso che ha coinvolto ben sette automezzi pesanti, due
dei quali trasportavano bombole di gpl. Il bilancio della
tragica carambola è di un morto e alcuni feriti. L'impatto
è stato violentissimo. Al momento è difficile ricostruire
la dinamica dell'incidente. Forse sulla piazzola c'era
qualche mezzo fermo: un'auto, o un camion. Una sorta di
bombardamento. Gli automobilisti che sopraggiungevano hanno
avuto questa impressione mentre si susseguivano le
esplosioni delle bombole di gpl. Ce ne erano ben 1400
sull'automezzo. Un autobus carico di bambini in gita è
scampato per poco allo scoppio e all'incendio. Qualcuno
sostiene che uno dei mezzi che trasportava le bombole è
giunto dalla curva sbandando, ma questo dovrà chiarirlo la
polizia stradale. Tutta l'area è stata messa ora sotto
sequestro e la società autostrade ha comunicato che il
tratto verrà riaperto per una sola corsia intorno alle 23.
Un ponte dovrà essere demolito perchè gravemente
danneggiato. Le conseguenze del blocco totale
dell'autostrada sono state immediate e drammatiche per il
traffico e per gli automobilisti che sono rimasti per ore
intrappolati in autostrada sotto la calura. Sul posto è
stato inviato un elicottero per dare un pò di sollievo agli
assetati guidatori. Per l' autostrada del sole è stata una
giornata nera: in un altro tratto, vicino allo svincolo
Firenze Signa si è rovesciata un'autocisterna carica sempre
di gas propano liquido. Per consentire le operazioni di
travaso e per far pulire la carreggiata è stata necessaria
l 'evacuazione di una trentina di famiglie che vivono a
ridosso della sede stradale.
3/05/2001
Fonte: gazzetta del sud
L'Università
presenta il “progetto Boccetta”
Saranno
presentate sabato, alle 11, nell'Aula Cannizzaro
dell'Ateneo, le linee fondamentali del progetto
interdisciplinare di valutazione della qualità dell'aria
sul viale Boccetta. Si tratta del frutto di un lavoro di
collaborazione che l'Università sta svolgendo con la
Provincia regionale e con i sindaci dei comuni interessati
alla stesura dei “Programmi integrati territoriali” (Pit).
Le iniziative rientrano nel quadro della definizione delle
linee di sviluppo territoriale relative ad Agenda 2000 e ai
programmi operativi regionali e provinciali. Il progetto,
riferito al “Pit” del Comune di Messina, ha cercato di
affrontare in modo innovativo le problematiche connesse
all'immissione in atmosfera di inquinanti da veicoli in
transito nelle zone urbane ad alta intensità di traffico.
Ovviamente non poteva non essere scelto il Boccetta, assurto
a simbolo della città “invivibile”. La metodologia
applicata, per la sua interdisciplinarietà e per
l'estensione agli aspetti sanitari, può essere un modello
di studio esportabile anche ad altre realtà similari (nuovi
approdi o svincoli autostradali). Secondo gli esperti e i
tecnici che lavoreranno nei prossimi mesi, le condizioni
ambientali di Messina, notoriamente priva di immissione
industriali rilevanti e di impianti di riscaldamento non
metanizzati, costituiscono un valido test scientifico per
verificare l'efficacia dei nuovi approcci metodologici nella
ricerca applicata. «Aspetti salienti del progetto – si
legge in un comunicato stampa dell'Università – sono il
monitoraggio di inquinanti tradizionali (benzene,
idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti) ed anche
relativamente recenti, pur non ancora assurti all'attenzione
del legislatore per i loro effetti tossici (tra gli altri, i
metalli pesanti quali platino, palladio, rodio). Particolare
attenzione verrà dedicata ai meccanismi di formazione
dell'acido nitroso in ambiente cittadino e verrà proposto
un nuovo test biologico basato sull'esposizione agli agenti
atmosferici di materiale epiteliale e successiva valutazione
in vitro. Verrà anche effettuato un esame dei rischi del
transito di merci pericolose e si porteranno avanti campagne
epidemiologiche sui cittadini esposti al fine di
quantificare l'influenza dei vari inquinanti gassosi e
particellati». Lo studio sarà completato da un'analisi
statistica dei risultati in grado di fornire strumenti
operativi agli organi che devono assumere decisioni e
provvedimenti concreti. Il progetto, data la sua rilevanza,
sarà anche presentato alla Regione siciliana.
Approdo
a sud, sopralluogo a Tremestieri
Stamani intorno
alle 10.30 il comandante della Capitaneria di porto Carmelo
Maccarone, l'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore
ed i tecnici del Genio Civile opere marittime della Regione
effettueranno un sopralluogo alla foce del torrente
Larderia. L'obiettivo è quello di verificare
caratteristiche dei luoghi, ostacoli e tempi di
realizzabilità delle due invasature che, una volta
costruite – in meno di un anno – dovrebbero assorbire
almeno il settanta per cento del traffico gommato pesante
che oggi grava sul viale Boccetta e sul viale della Libertà.
Dal sopralluogo scaturiranno indicazioni concrete sul
rapporto tra l"approdo di emergenza" (individuato
a Larderia dal tavolo istituzionale che l'ha commissionato
al Genio Civile opere marittime) e lo svincolo autostradale
di Tremestieri nella parte più prossima all'arenile. Le due
invasature rientreranno in un secondo tempo nel definitivo
sistema di approdi che la Regione e il Comune faranno
realizzare agli armatori privati con il sistema del project
financing
Fonte:
gds
Pattugliamento
e telecamere
Per
l'emergenza Boccetta, a lavoro, da ieri, una speciale
task-force. Lavoreranno in sinergie, tutti i rappresentanti
degli organi competenti per la sicurezza e la lotta
antinquinamento. E' quanto deciso ieri mattina, in
prefettura, al termine della riunione del comitato per
l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto
Giosuè Marino, (con il questore e il sindaco) e allargata
al presidente della Provincia, ai rappresentanti
dell'azienda sanitaria e del Consorzio autostradale, della
polizia stradale e della polizia municipale.
Sul tappeto, le richieste presentate nei giorni scorsi,
dall'associazione "La nostra città". Ai primi
punti: vigilanza 24 ore su 24 in viale Boccetta, con
pattuglie e telecamere (obiettivo realizzabile a breve
termine, come ha spiegato ieri il prefetto, potenziando i
controlli da parte della polizia municipale e della
Stradale); un nuovo sistema semaforico e un impianto
adeguato di pubblica illuminazione; un monitoraggio serio
dell'inquinamento (l'ipotesi emersa ieri è quella di una
convenzione da stipulare con l'università) e qualche forma
di indennizo agli abitanti di Boccetta.
E intanto, l'associazione guidata da Saro Visicaro, ha
organizzato per oggi dalle 17.30 alle 20, presso lo stand
informativo allestito accanto alla chiesa dell'Immacolata,
un incontro-dibattito sul tema: "L'organizzazione dell
sicurezza dei cittadini nell'ambito della mobilità
urbana". Parteciperanno i segretari di Cgil, Cisl e Uil,
tecnici ed esperti. L'associazione non prenderà parte,
invece, ai lavori del Consiglio comunale, convocato per oggi
alle 18, (nella settimana scorsa aveva presidiato l'aula),
"non ritenendo che le conclusioni dell'assemblea di
palazzo Zanca possano essere soddisfacenti per la sicurezza
dei cittadini".
Fasce
orarie e materiali pericolosi
Stop
ai "bisonti della strada" in viale Boccetta, ma a
fasce orarie. Da lunedì prossimo scatterà l'atteso
provvedimento. Già da tempo era stato ipotizzato dal
sindaco Leonardi, accogliendo parzialmente le richieste
dell'associazione "La nostra città" e degli
abitanti di Boccetta. Ieri mattina, la firma dell'ordinanza.
L'arteria infernale sarà "off limits", per i tir,
nelle ore di punta e cioè dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle
20. Il divieto di accesso e di uscita riguarderà tutti i
mezzi che trasportano merci a pieno carico di massa
superiore ad otto tonnellate, provenienti dall'autostrada
Messina-Palermo e Messina-Ctania e dagli approdi marittimi
delle Ferrovie, o delle società private. Dovranno
utilizzare gli svincoli alternativi di Centro, Gazzi e
Tremestieri. Sono esentati dal divieto i mezzi destinati al
trasporto pubblico.
Il provvedimento, come ha precisato ieri il sindaco, ha un
carattere sperimentale ed in questa prima fase, è stato
concepito con una scadenza di 60 giorni. Dopo due mesi, si
farà un bilancio della situazione viaria e sarà
eventualmente confermato, o ritoccato.
Obiettivo: "contribuire a limitare i rischi di
incidenti, nonchè l'inquinamento acustico ed
atmosferico".
Confermato invece, lo slittamento, già comunicato due
giorni fa dal Comune, dell'altra misura straordinaria che a
partire dal 21 maggio (e non da ieri, come era stato deciso
in un primo momento), riguarderà solo i mezzi pesanti che
trasportano merci pericolose. Non potranno assolutamente
utilizzare gli svincoli di Boccetta, Centro e Gazzi, ma
saranno dirottati in entrata e in uscita verso lo svincolo
di Tremestieri (e quello di San Filippo, quando sarà
attivato tra qualche settimana). E potranno attraversare
l'unico svincolo disponibile soltanto da mezzanotte alle sei
(nessuna limitazione di orario invece, per i mezzi che
trasportano merci pericolose, ma destinate
all'approvvigionamento di strutture ed impianti ubicati nel
centro abitato, ma avranno comunque l'obbligo di transitare
a Tremestieri).
Lo slittamento di una ventina di giorni è stato richiesto
ufficialmente dal prefetto di Reggio Calabria, per problemi
organizzativi sull'altra sponda. La limitazione riguarda i
camion che tarsportano materie liquide o solide
infiammabili; materie soggette ad accensione spontanea;
quelle che a contatto con l'acqua sviluppano gas
infiammabili; materie tossiche, infettanti, corrosive ed
oggetti pericolosi. I conducenti dei mezzi pesanti avranno,
inoltre, l'obbligo di comunicare il loro transito, con un
anticipo di 24 ore, al comando della polizia stradale e a
quello della polizia municipale, che interverranno per
approntare eventualmente corsie speciali.
4/05/2001
Fonte:gazzetta del sud
Sopralluogo a buon fine ma non sarà
facile redigere lo studio di massima entro il 16 maggio
Approdo di Larderia, tempi troppo stretti
La fattibilità
dell'approdo d'emergenza alla foce del torrente Larderia non
è in discussione. I problemi, come si evince dalla prudenza
degli ingegneri Fiore e Falletta , attengono invece ai
tempi. Realizzare due invasature, i piazzali e i raccordi
con il vicino svincolo non è tecnicamente difficile.
Rischia di diventarlo, nonostante gli sforzi istituzionali,
nei termini ristretti fin qui dettati dall'emergenza Tir che
soffoca i viali Boccetta e Libertà. Occorreranno pur
sempre, infatti, passaggi come quello della «Via», la
Valutazione d'impatto ambientale. E per redigere i progetti
esecutivi saranno necessari, comunque, alcuni mesi. Entro il
16 maggio, in ogni caso, dovrebbe essere prodotto a Palermo
il primo studio di fattibilità delle due invasature,
redatto dai tecnici del Genio civile opere marittime. È
iniziata dunque la corsa contro il tempo per trovare le
soluzioni più opportune. In quest'ottica si è svolto ieri
mattina il sopralluogo delle tre autorità incaricate dal
prefetto: il Genio civile regionale, il Genio civile, la
Capitaneria di porto. I primi risultati concreti di questo
percorso potranno essere valutati forse mercoledì 9 maggio
quando si terrà un vertice in Capitaneria. Poco dopo le 10
il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone,
l'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore e il
caposezione «Messina-Eolie» del Genio civile opere
marittime ing. Antonio Falletta, accompagnati dagli
ingegneri Emanuele Cicivelli e Bruno Manfrè, e dal geometra
Antonino Genovese, sono scesi verso il mare dalla stradella
laterale alla parte finale del Larderia. Giunti sull'arenile
i tecnici hanno dapprima rivolto l'attenzione al litorale a
nord della foce (verso Messina) ed ogni ipotesi di
invasature su quel versante è stata accantonata per le
numerose case in muratura che sorgono davanti alla spiaggia.
A questo punto il sopralluogo si è indirizzato a sud della
foce (verso Catania) e si sono riscontrate condizioni
favorevoli alla realizzazione di un approdo: l'ampiezza e la
lunghezza della fascia di arenile che potrebbe essere
destinata a invasature e piazzali; la presenza di un numero
modesto di abitazioni (tre) a ridosso del demanio con
appezzamenti e giardinetti; la non difficile collegabilità
di questo sito con il vicino svincolo di Tremestieri.
Condizione non propriamente favorevole – per gli armatori
– è quella delle distanze marittime dall'ipotizzata
interfaccia calabrese di Villa San Giovanni. A fronte delle
3 miglia e 200 metri che separano la rada di San Francesco
dal terminale di Villa, le ipotizzate invasature di Larderia
distano 7 miglia e mezzo, più del doppio dell'attuale
rotta. Quindi aumenteranno anche i tempi del transito nello
Stretto. La controdeduzione tecnica – mettendo da parte
per un attimo la drammaticità dell'emergenza Boccetta (ieri
sera una nuova assemblea dei cittadini si è tenuta al
Comune, ndr) – è che con Larderia i tir risparmierebbero
comunque tempo in virtù dell'eliminazione
dell'attraversamento del centro urbano.
In
autostrada attraverso un tunnel?
Sono due le possibilità accennate ieri per il collegamento
viario diretto tra il nuovo approdo d'emergenza di Larderia
e il vicino svincolo di Tremestieri. La prima ipotesi è
quella di una strada nella bretella già esistente lungo il
torrente; la seconda ipotesi, a carattere definitivo ma più
complessa, è un sottopasso sia ferroviario sia stradale che
s'innesterebbe direttamente nello svincolo. Entrambi i
collegamenti sfocerebbero nell'area dei previsti imbarchi
poco più a sud della foce del torrente Larderia.
L'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore mescola
prudenza e riserbo: «Le ipotesi non sono esclusivamente
queste: dai rilievi che faremo in questi giorni su quote,
misure e pendenze potrebbe scaturirne, infatti, qualche
altra. Il raccordo viario sarà condizionato tra l'altro –
ricorda Fiore – dalla decisione tecnica finale
sull'ubicazione delle due invasature, scelta di competenza
del Genio Civile Opere marittime». Ci sono poi aspetti
burocratici complessi anche in una logica segnata
dall'emergenza: «Certo – spiega Fiore – rileviamo che
non ci sono difficoltà tecniche insormontabili, qualunque
soluzione sarà scelta. Rimane però il fatto che il Genio
Civile, come ogni altro ente, è sottoposto a determinati
tempi per la redazione e l'approvazione di un progetto
esecutivo. Bisognerà acquisire tutta una serie di visti,
come la valutazione d'impatto ambientale, a meno che non si
pensi di applicare norme derogatorie. Dovremo verificare,
pertanto, quali procedure si intenderanno adottare e se sarà
utile ricorrere ad altri enti pubblici, soggetti privati,
professionisti». Sulla stessa linea di cautela i vertici
del Genio Civile Opere marittime, l'ente regionale al quale
il tavolo istituzionale sugli approdi ha affidato l'asse
portante del piano: le opere marittime. «Si devono
incrociare bene i due aspetti – sottolinea il capo sezione
Messina-Eolie ing. Antonio Falletta – : quello delle opere
a terra e quello delle strutture a mare. In questo momento
non si possono dare indicazioni ma occorre lavorare nei
tempi ristretti che ci sono dati. Che gli approdi fossero
realizzabili qui, del resto, lo avevano dimostrato anche i
progetti e gli studi prodotti dagli armatori privati. Loro
avevano avuto però tutto il tempo possibile». Il
comandante Carmelo Maccarone è forse il più ottimista: «Lavoriamo
nel solco di due indicazioni: il termine imposto
dall'emergenza ed il contenimento dei costi dell'opera entro
i 20 miliardi per i quali si è registrata l'assunzione
d'impegno della Regione. Ci sono qui a Larderia le
condizioni per realizzare due invasature per navi
bidirezionali da 100-120 metri e i piazzali per consentire
l'imbarco e lo sbarco di circa 1000 dei 1600 Tir che
attraversano ogni giorno Messina. Partiamo dal presupposto
che ciascuna delle due invasature consentirà 25
"doppie operazioni" (andata e ritorno), ovvero, 50
transiti dei Tir tra la Sicilia e la Calabria. E gli spazi
sono tali da consentire in un secondo tempo la realizzazione
di altre otto invasature. E non ci sono dubbi – osserva
Maccarone – sulla remuneratività d'impresa visto che
quanto si perderà come tempi nel tragitto marittimo lo si
recupererà nel transito dei mezzi via terra». In proposito
l'ultima «voce» è che un terzo gruppo imprenditoriale non
messinese (dopo Franza e Amadeus) sarebbe interessato
all'approdo a sud.
5/05/2001
Fonte:
gazzetta
del sud
Scattano i controlli
dei vigili Multati 15 conducenti di Tir
La polizia
municipale fa sul serio e scende in campo contro i Tir
utilizzando, sul viale Boccetta, sofisticatissimi autovelox
a raggi laser. Il servizio, disposto dal comandante del
Reparto operativo mobile Santi Vita, è stato portato a
termine da un paio di pattuglie – coordinate dallo
specialista di vigilanza urbana Gaetano La Mazza – dalle
20 alla mezzanotte di giovedì sera. Gli agenti, che hanno
monitorato 80 automezzi pesanti provenienti dallo svincolo
di Boccetta, hanno scelto come postazione di intervento il
tratto di strada di fronte la farmacia Guerrera, a pochi
metri dalla fontana Arena. Quindici i conducenti dei mezzi
pesanti ai quali è stata contestata l'infrazione del
superamento dei limiti di velocità previsto dal settimo
comma dell'articolo 142 del Codice della strada e che
prevede il pagamento di una somma pari a 227.000 lire. A
tre, rei di aver superato di oltre 15 chilometri orari il
limite imposto dalla segnaletica orizzontale, è stato
invece contestato il quarto comma dell'articolo 142 con un
verbale pari a 524.000 lire. Particolarmente difficili le
condizioni in cui hanno dovuto operare gli agenti che hanno
preferito avviare il servizio in orari diversi da quelli di
punta in modo da poter individuare tutti quei mezzi che,
approfittando della strada libera, scendono incuranti di
auto e pedoni. Il servizio degli investigatori è stato reso
ancora più difficile dagli stessi camionisti:
l'installazione su ogni mezzo pesante di apparecchi
ricetrasmittenti è infatti servita per “dare l'allarme”
ai colleghi che, ancora, si trovavano in autostrada e si
approssimavano a transitare sul viale Boccetta. Proprio per
questo motivo gli agenti hanno eseguito il controllo con
l'autovelox a intervalli, in modo da consentire ai
conducenti dei mezzi che transitavano in direzione
monte-mare di raggiungere l'imbarco e non essere così più
in grado di avvisare gli altri della presenza della polizia
municipale. Il laser utilizzato dalla polizia municipale può
essere considerato all'avanguardia. Consta di una pistola
che, puntata sul parabrezza del mezzo da controllare, invia
un raggio che consente di avere, in tempo reale, la velocità.
Dopo la contestazione gli agenti, a ulteriore prova del
superamento del limite imposto, sequestrano il disco
cronotachigrafo installato a bordo del mezzo
6/05/2001
Fonte: gazzetta
del sud
Domani le
fasce orarie sul Boccetta ma i tir saranno liberi di
utilizzare gli altri svincoli
L'ordinanza
riguardante i divieti di transito per i tir che trasportano
merci pericolose è destinata a slittare ulteriormente. Ieri
mattina, nel corso di un lungo vertice svoltosi a Palazzo
del Governo, il prefetto di Reggio Calabria Goffredo Sottile
ha evidenziato i problemi logistici e organizzativi che
ancora le amministrazioni di Villa e di Reggio non sono
riuscite a risolvere. All'incontro presieduto dal prefetto
Marino ha partecipato anche il sindaco di Reggio Italo
Falcomatà. Il nodo principale riguarda il passaggio dei
mezzi pesanti provenienti dal Continente verso l'Isola. Non
ci sono aree di stoccaggio dove fermare i tir obbligati, in
base all'ordinanza predisposta dal sindaco Leonardi, a
percorrere il territorio comunale di Messina solo nel
periodo compreso tra la mezzanotte e le 6 del mattino. Non
ci sono difficoltà, invece, per i camion che provengono da
Palermo e da Catania. Il provvedimento, che dovrebbe
scattare il 20 maggio, sarà dunque ulteriormente
modificato. Le autorità calabresi hanno buon gioco
nell'evidenziare che qualunque decisione riguardante il
traffico di attraversamento ha riflessi sull'una e
sull'altra sponda e che, quindi, bisogna agire all'interno
di un quadro di riferimento che non può non essere l'area
dello Stretto. Va, però, ricordato che fino ad oggi gli
enormi disagi li ha sopportati Messina, non certo Reggio
Calabria, la cui amministrazione comunale ha sempre chiuso
le porte (giustamente, dal suo punto di vista) ad ogni
ipotesi di transito dei tir nel proprio centro abitato.
Resta confermata l'ordinanza che istituisce il sistema delle
fasce orarie e che entrerà in vigore da domani. Tra le 7 e
le 9 e tra le 18 e le 20 i tir non potranno attraversare il
Boccetta. Non si tratta, però, di un divieto assoluto di
transito. Nel provvedimento, infatti, si fa riferimento solo
allo svincolo di Boccetta. I mezzi pesanti saranno dunque
liberi di utilizzare le altre uscite e, quasi certamente, si
dirigeranno verso lo svincolo di Messina centro. È
prevedibile il congestionamento di una delle principali
arterie del centro urbano, il viale Europa, che serve una
miriade di scuole e di uffici, oltre che una struttura
sanitaria come l'ospedale Piemonte. L'obiettivo delle fasce
orarie è quello di far respirare il Boccetta nei periodi di
punta e di frazionare i disagi, coinvolgendo anche altre
zone del territorio comunale. È un principio
sostanzialmente equo ma è difficile che un simile
provvedimento possa raggiungere risultati positivi.
Saranno
installati entro giugno i pannelli “anti-inquinamento”
Che fine hanno
fatto i pannelli elettronici per il monitoraggio, in tempo
reale, dell'inquinamento atmosferico sul viale Boccetta e
sul viale della Libertà? I tabelloni luminosi che dovranno
“raccontare” minuto per minuto i livelli di benzene,
polveri, ossido di carbonio, biossido di azoto e ozono sono
stati acquistati dalla Provincia alcuni mesi addietro sia
per Messina sia per alcuni comuni del Mela ma non sono
ancora stati installati. Rassicurazioni e chiarimenti, dopo
un'interrogazione del consigliere di quartiere Gianfranco
Subba e le sollecitazioni del comitato “La nostra città”,
giungono dall'assessore provinciale all'Ambiente Gaetano
Sutera. «I pannelli sono pronti – spiega Sutera – ma
per installarli e metterli in funzione dobbiamo aspettare
che siano adeguati i software in dotazione ai vari comuni, a
cominciare da quello di Messina, che consentiranno di
ricevere i flussi di dati provenienti dal nostro Centro
elettronico di via Ugo Bassi e di riversarli quindi sui
display luminosi. Il nuovo computer, per Messina, è già
nella sede dell'Ottavo Quartiere, ma per installare il
tabellone luminoso sulla facciata dell'edificio occorre
appunto che il Comune adegui il software ai nuovi
acquisitori di dati che abbiamo istallato nelle cabine».
All'assessore Sutera chiediamo, però, di indicare un
termine certo entro cui tutti questi dettagli verranno messi
a punto: «Entro il mese di giugno». Rimangono invece gli
interrogativi in relazione al protocollo che Provincia e
Comune dovrebbero siglare sulle soglie massime di certi
parametri (anzitutto il «Pm10», le polveri più fini) il
cui superamento dovrà fare scattare lo stato d'allarme e
nei casi più gravi l'emergenza con l'eventuale misura
estrema della chiusura dello svincolo a tutela della salute
dei cittadini. Intanto, c'è una scadenza nel percorso che
condurrà a migliorare i controlli dell'aria nelle arterie
soffocate dai Tir: il 12 giugno sarà aggiudicato l'appalto
(da 250 milioni) per l'installazione di una terza cabina di
controllo – dopo quelle poste all'Archimede e alla Caronte
– che sarà collocata all'incrocio tra il viale Boccetta e
la via Ventiquattro Maggio. Della fornitura faranno parte i
lavori necessari a un'opportuna sostituzione: una cabina più
moderna ed efficace, impiegata a Giardini, verrà collocata
sul Boccetta al posto di una delle due oggi in funzione che
sarà trasferita nel centro ionico. Ed un passaggio
burocratico, infine, si compirà domani: il contratto
d'acquisto di 8 nuovi analizzatori: 3 per il benzene, 2 per
il temuto «Pm10», 2 per l'ossido di carbonio, 1 per
l'ozono. Ma, per attivarli, viste le procedure ordinarie,
passerà almeno un mese. Un ultimo interrogativo viene
rappresentato dal portavoce del Comitato “La nostra città”
Saro Visicaro: «I dati sui livelli di inquinamento nelle
zone di Boccetta e viale della Libertà non dovranno mai più
essere combinati, in media unica, con quelli rilevati dalle
altre centraline sul territorio comunale messinese.
Altrimenti accadrà sempre che il dato rassicurante rilevato
a villa Dante, in una zona alberata, abbasserà i parametri
più allarmanti e, dunque, per Boccetta, si dirà sempre che
rientreremo nei limiti». Sutera puntualizza: «Tutti i dati
fin qui rilevati a Boccetta o in viale della Libertà non
sono mai stati mescolati a quelli delle altre cabine se non
nella relazione generale sulla qualità dell'aria a Messina
che abbiamo inviato a Roma. E così a maggior ragione sarà
anche per i dati che saranno divulgati a tutti i cittadini
attraverso il display luminoso».
Nessuna
modifica alla delibera sul “doppio approdo”
Con 17 voti
favorevoli, 4 contrari ed un'astensione il consiglio
comunale ieri mattina ha approvato l'ordine del giorno
dedicato ai temi dell'emergenza tir. È stata una seduta
lampo, anche perchè qualunque altro dibattito
sull'argomento, ad una sola settimana dalle elezioni
politiche, si sarebbe trasformato in un'inutile passerella.
Sul “caso Boccetta” si è detto e scritto di tutto,
adesso si attendono solo i fatti, i provvedimenti concreti e
coerenti. L'ordine del giorno non è un atto deliberativo,
quindi vincola l'amministrazione solo in linea di principio,
ma in questo caso il sindaco Leonardi ha dichiarato che quel
documento approvato a maggioranza dall'aula è il frutto di
un lavoro comune tra il consiglio e la giunta. I 18 punti
inseriti sono il risultato della mediazione tra un vecchio
ordine del giorno presentato dal gruppo del Ccd e le
richieste presentate dal comitato “La nostra città”. Il
motivo del disaccordo tra la Casa delle libertà e il
Centrosinistra è che non sono state accolte le istanze
riguardanti la revoca della delibera del “doppio
approdo” (con l'eliminazione dell'ipotesi Annunziata) e
del rifiuto di qualunque richiesta di concessione presentata
per l'utilizzo della rada di San Francesco. Due le novità
più rilevanti: l'istituzione di una “tassa di
attraversamento della città” il cui ricavato è da
destinare a progetti di risanamento ambientale e sociale; la
formazione di un fondo “di risarcimento danni” tramite
un pedaggio di 2 mila lire per ogni mezzo pesante che
attraversa la città e di 500 lire per ogni autovettura. In
realtà, si tratta di proposte che risalgono addirittura
agli anni Settanta-Ottanta ma che non sono mai state seguite
da conseguenti determinazioni. Lo stesso Leonardi ieri ha
ricordato che in analoghi casi la Regione siciliana, pur
nella sua autonomia derivante dallo statuto speciale, si è
scontrata con il muro eretto dal commissario dello Stato.
Esperti e giuristi hanno più volte evidenziato le difficoltà
di aggiungere un ulteriore balzello a quelli già in vigore
in Sicilia e di arrivare all'istituzione di un pedaggio sul
transito dei tir, anche se in altre realtà italiane ed
europee si sono escogitate formule in grado di superare
cavilli e divieti da parte degli organi di controllo. I
primi punti dell'ordine del giorno sono tutti dedicati alla
richiesta di provvidenze e interventi straordinari rivolta
alla Regione e al Governo centrale. Non è dato di sapere
quanto potranno essere percorribili simili strade. Le fonti
di finanziamento alternative vengono individuate nei
trasferimenti regionali ai comuni in particolare stato di
disagio (si chiede una quota del 2,50 per cento dell'importo
complessivo), nel fondo per il miglioramento dei servizi
pubblici di trasporto e per il potenziamento delle
infrastrutture, nella vecchia legge Tognoli del 1989 in base
alla quale Messina ha già ottenuto oltre 60 miliardi per la
costruzione di parcheggi d'interscambio (ancora non
realizzati). Si ipotizzano interventi economici straordinari
anche per il finanziamento di opere come la galleria di
piazza Castronovo-San Licandro, la “Strada del Mare” e
la metroferrovia Giampilieri-Stazione centrale. Tra le
richieste del comitato “La nostra città”, sono state
accolte quelle relative al pattugliamento 24 ore su 24 del
Boccetta, all'installazione di telecamere lungo tutto il
percorso dei tir, alla collocazione di nuovi impianti
semaforici e di pubblica illuminazione, ad un sistema più
efficace di rilevamento sull'inquinamento acustico e
atmosferico. È stato deciso, inoltre, di dar vita nel
prossimo futuro alle giornate ecologiche di quartiere. I
consiglieri del Centrodestra si dicono soddisfatti: «Con
questo ordine del giorno – dicono – abbiamo arricchito
le indicazioni già date con la delibera del giugno 2000
relativa alla localizzazione dei nuovi approdi». Il
Centrosinistra definisce, invece, ambiguo il documento
votato dalla maggioranza consiliare. Un emendamento era
stato presentato dai consiglieri Giuseppe Previti, Filippo
Tommasini e Gaetano Giunta, i quali concordavano con le
richieste del comitato “La nostra città” e con le
proposte relative alla tassa di attraversamento, alla via
Don Blasco e alla realizzazione dell'approdo di emergenza a
sud. Si chiedeva, però, la revoca di quella parte della
delibera sul doppio approdo riguardante l'ubicazione
prevista all'Annunziata e si sollecitava «qualunque azione
necessaria per rifiutare il rinnovo della concessione
relativa alla rada di San Francesco». In precedenza era
stato bocciato l'ordine del giorno firmato da Calogero
Centofanti, il quale indicava come uniche soluzioni in tempi
brevi la realizzazione della strada di collegamento tra
Gazzi e San Raineri e il trasferimento degli approdi al molo
Norimberga. Il comitato “La nostra città”, intanto,
chiarisce di non aver sospeso la mobilitazione, rinnovando
anzi l'impegno con il presidio pomeridiano sul Boccetta
denominato “InTenda”. Il comitato, però, prende le
distanze dalle iniziative di «qualche maturo “figlio dei
fiori” a sua volta manovrato da ben individuati
professionisti “del sociale”» e, in riferimento
all'ipotesi dell'approdo a sud, ipotizza “manovre
occulte” di una non meglio precisata «banda dei tir».
Fonte:gds
Pioggia di proteste anche da via
Garibaldi
"Segnaletica
e viabilità sono da rivedere"
La viabilità
è ancora una volta sotto accusa, dopo qualche mese di
silenzio. Questa volta a riscaldare la situazione ci hanno
pensato i cittadini residenti sul viale Garibaldi e sul
viale Boccetta basso. Infatti molti abitanti hanno
protestato facendo pervenire ai mezzi di informazione
numerose telefonate e fax per denunciare la precaria
situazione viaria e di attraversamento pedonale in quel
punto. Il problema maggiore sarebbe il cambio di senso di
marcia effettuato dalla via Garibaldi verso il Boccetta, in
direzione dell'autostrada, da dove in precedenza si poteva
svoltare direttamente sulla sinistra, mentre oggi bisogna
proseguire dritto o svoltare verso destra sulla via Vittorio
Emanuele per poi rimmettersi, dopo trecento metri, di nuovo
sulla via Garibaldi, nei pressi della statua del Nettuno. La
protesta riguarda anche la segnaletica verticale, che non è
posta a segnalare i cambiamenti, mentre esiste solo quella
orizzontale sul manto stradale, poco visibile. I cittadini
sottolineano tuttavia che l'unico fatto positivo è
rappresentato dall'incremento dei vigili urbani sul
territorio, prima latitanti, anche se certamente questi non
evitano, nelle ore di punta, incolonnamenti e
strombazzamenti che disturbano quanti nella zona risiedono.
In conclusione della protesta, gli abitanti auspicano una
soluzione, chiedendo a chi di competenza come mai fino ad
ora non si è pensato ad installare un semaforo a braccio
meccanico che regoli il traffico in maniera più sbrigativa
nel grande incrocio Boccetta-via Garibaldi. Intanto, con
un'interrogazione presentata al Presidente dell'VIII
Quartiere Roberto Nicolosi, il Consigliere Gianfranco Subba,
chiede come mai ancora non siano stati installati i famosi
semafori intelligenti e, sul Boccetta, i visualizzatori di
rilevamento smog collegati direttamente alla Provincia,
promessi ma non ancora collocati
Slittano
le merci pericolose
Slittano
i divieti per i camion che trasportano merci pericolose e
provengono dalla Calabria, ma le fasce orarie per i Tir
restano invariate. Da lunedì e per sei mesi svincolo del
Boccetta vietato dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. I mezzi
pesanti potranno utilizzare soltanto gli altri svincoli.
Marcia indietro parziale invece per l'ordinanza che riguarda
le merci pericolose e che sarebbe dovuta entrare in vigore
il 21 maggio. Ieri mattina si è tenuto un importante
vertice al palazzo del governo al quale hanno partecipato i
rappresentanti della prefettura e del Comune di Reggio
Calabria.
Così è emersa una necessità: in Calabria almeno per ora
è impossibile bloccare i Tir per la mancanza di adeguate
aree di stoccaggio. Così il provvedimento del sindaco, che
prevede il passaggio dei Tir soltanto dalle 24 alle 6 del
mattino scatterà soltanto per i camion provenienti dalla
Sicilia.
Via libera invece ai camion con lo stesso carico provenienti
dalla Calabria.
Un provvedimento a cui si è arrivati dopo le polemiche
seguite all'ennesimo incidente verificatosi sul Boccetta.
L'estate scorsa un camion carico di rifiuti oleosi versò il
suo carico sulla strada rendendo impraticabile le rampe
d'accesso e d'uscita dello svincolo.
7/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Il sindaco è
fiducioso sulla realizzazione delle grandi infrastrutture e
sottolinea il primo vero provvedimento antitraffico
Tir, scattano oggi le fasce
orarie
Entro un anno l'approdo a sud
«Ci vediamo
martedì». La segreteria del sindaco ha completato il giro
di telefonate. L'invito a funzionari e assessori – è
stato spiegato – non è declinabile. Salvatore Leonardi
vuole verificare i percorsi già fatti e dare la sveglia per
definire possibili scadenze. Su tre grandi temi, i soliti:
approdi, tram, stadio. Anche se non direttamente impegnato
in campagna elettorale, il primo cittadino ha sentito in
queste settimane il “polso” di una città stanca di
aspettare e, lo avete visto per il Boccetta, tutt'altro che
rassegnata. La “Gazzetta” gli ha chiesto una scaletta di
scadenze possibili. Ecco in sintesi le risposte. Gli approdi
Signor sindaco, il consiglio comunale ha appena licenziato
un documento sul problema dei problemi: approdi e
attraversamento della città da parte del gommato pesante.
Come lo valuta? «Mi pare chiaro e coerente, perché fa
riferimento alle soluzioni strutturali a suo tempo indicate
e alle soluzioni concertate a Palermo la settimana scorsa»
Prima di parlare degli “approdi a regime” forse è
meglio affrontare tempi e modalità della soluzione-tampone,
l'approdo d'emergenza a sud. Che impegni può assumere? «Si
tratta di realizzare un primo modulo autonomo rispetto al
contesto, vale a dire due invasature a ridosso degli
svincoli Tremestieri e S. Filippo (tutto fermo, o quasi, per
gli svincoli di Annunziata e Giostra). Siamo legati allo
stanziamento di venti miliardi da parte della Regione. So
che i fondi sono reperibili nel quadro degli interventi
comunitari sul piano integrato regionale. È stato dato
incarico al Genio civile opere marittime di progettare le
opere a mare e al Genio civile per quelle di viabilità. Era
stato ipotizzato un termine di quindici giorni per
presentare una proposta di progetto, ma i tempi slitteranno
di alcune settimane».
C'è una scadenza ipotizzabile per la realizzazione del
modulo d'emergenza? «Mi pare che un anno sia un periodo
congruo. Nella prossima estate, dunque».
E veniamo alle “soluzioni a regime”. Quelle che
prevedono il determinante concorso dei privati. Anche qui,
quali tempi indica? «A Palermo si è deciso che il 18 ci si
rivedrà per la sottoscrizione di un accordo di programma
Comune-Regione e ciò per l'avvio delle procedure previste
dalla legge proprio in relazione a opere pubbliche coi
project financing. Il che significa che da subito
l'Amministrazione darà avviso delle opere nelle quali
saranno coinvolti i privati. Ci saranno soprattutto gli
approdi, ma anche altre opere come l'autosilos nell'area di
via La Farina o il recupero e risanamento dell'isolato 88.
Entro il prossimo mese gli interessati devono presentare gli
studi di fattibilità ed entro ottobre la commissione
esaminerà le offerte».
Che pare non manchino. Anzi. «Certo. Ci sono i tre progetti
per la zona sud, presentati dal gruppo Franza-Caronte, dalla
Amadeus e dalle Ferrovie, e quello legato alla richiesta di
concessione per la zona nord (gruppo Franza-Caronte). Chi
avrà più filo tesserà. Va tenuto conto che a sud, secondo
le indicazioni del Consiglio, deve essere realizzato anche
un terminale per le navi rò-rò impiegate nelle cosiddette
“autostrade del mare”. Le ho dato i tempi, spero che si
chiudano talune polemiche elettorali sulla volontà di fare
degli amministratori locali».
E parliamo della via del mare. È vero che si tratta di
un'ipotesi quasi subìta? «Il tredici maggio è ormai alle
porte e, completate le passerelle elettorali, spero si torni
alla ragione. Chi ha perorato questa soluzione sa bene che
è un progetto di massima senza finanziamento (ci vogliono
18 miliardi), fatto a pezzi dal Cru e dall'assessorato al
Territorio. «Noi abbiamo tentato di correggerlo in corsa:
l'abbiamo sottoposto per ben due volte al Genio civile che
ce lo ha restituito in base ad un'osservazione prioritaria,
di carattere strutturale, del Cru. Infatti, mentre l'opera
prevede l'attraversamento di fasce di binari ferroviari in
sottopasso su via Santa Cecilia, il Cru chiede una
sopraelevata all'altezza di Gazzi. Ci apprestiamo a
riproporre il progetto al Genio civile, sostenendo che non
si tratta di un'arteria a scorrimento veloce, bensì di una
strada comunale di alleggerimento del traffico urbano. Sia
chiaro: questa strada va fatta perché via la Farina va
alleggerita dal traffico e perché c'è la necessità di un
collegamento diretto tra molo Norimberga e la zona Sud, nel
quadro di un rilancio del porto. Ma non è la panacea dei
noti mali».
Tornando agli approdi. La migliore delle ipotesi prevede una
soluzione tampone nell'ultimo semestre del prossimo anno. E
intanto a Boccetta? «Si andrà avanti con quei
provvedimenti che abbiamo adottato: le fasce orarie che
partono domani (oggi, ndr ) con interdizione ai tir dalle 7
alle 9 e dalle 18 alle 20 e utilizzo degli altri svincoli;
la regolamentazione del transito dei mezzi che trasportano
prodotti pericolosi; una intensificazione dei sistemi di
monitoraggio e di controllo da parte dei vigili urbani e
tenendo conto di alcune contingenze, come la moratoria di 60
giorni chiesta dal prefetto di Reggio».
8/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Il sito
ideale per il nuovo approdo
«Non può che essere
Tremestieri»
Il «Movimento
per la liberazione di Messina», nel corso di un'assemblea
tenutasi ieri all'Ignatianum, ha avanzato una proposta
concernente il passaggio dei tir in città, proposta che si
concretizzerà in una petizione popolare. Premesso – si
rileva nel documento – che i messinesi concordano con il
Piano nazionale dei trasporti che prevede per il trasporto
delle merci l'utilizzo delle cosiddette «autostrade del
mare», il trasporto su rotaia o l'aereo, economicamente più
vantaggiosi, più sicuri e meno inquinanti, comunque è
necessaria la costruzione di un nuovo approdo. Il sito,
tenuto conto che tutti gli svincoli autostradali esistenti a
Messina hanno una pendenza pericolosa e attraversano il
centro urbano, non può che essere a Tremestieri. L'unico
vicino al mare, fuori dal centro urbano. I firmatari
propongono alle autorità competenti che i tir raggiungano
la zona d'imbarco esclusivamente attraverso una bretella che
colleghi direttamente l'autostrada al molo per evitare
interferenze col traffico urbano. La creazione di un'area di
stoccaggio adeguata all'intensità del traffico. I firmatari
della proposta dicono no alla costruzione di un porto e sì
alla realizzazione di un approdo leggero, definitivo e non
provvisorio realizzando da subito le invasature sufficienti
per l'assorbimento del 100% del traffico e non del 70% come
prevedono gli amministratori. No a monopoli ma libera
concorrenza tra compagnie di navigazione. Pagamento adeguato
dei canoni di concessione. Nella proposta viene poi chiesto
di far pagare una «tassa di passaggio» per i soli tir a
favore del comune e il costo del traghettamento simbolico
per i residenti di Messina e Reggio Calabria. Si chiede
altresì la contestuale realizzazione della Via del mare da
Tremestieri a S. Raineri. Infine i firmatari del documento
auspicano la riqualificazione dell'intera area sud della
città oggi fortemente penalizzata, la revoca dell'attuale
concessione nella rada di San Francesco e la revoca della
delibera comunale relativa al doppio approdo. Per dare
consistenza e forza alla proposta di petizione il «Movimento
per la liberazione di Messina» invita i cittadini a
partecipare alla manifestazione che si svolgerà stasera
alle 20.30 con partenza dalla piazzetta S. Francesco di
viale Boccetta e arrivo a piazza Municipio dove è previsto
un dibattito.
Poca
informazione ai camionisti e molta buona volontà dei vigili
«È una follia,
nessuno ci ha avvisato ed ora che siamo entrati in città
dobbiamo percorrere chilometri per arrivare allo svincolo di
Messina Centro per poter imboccare l'autostrada. Ma si è
pensato ai rischi che comporta il passaggio di un camion in
via La Farina e sul viale Europa?». Sono le parole di Marco
Giammillaro, conducente di un autoarticolato proveniente da
Genova, diretto a Palermo, carico di salumi e formaggi. In
realtà quanto avvenuto ieri mattina, primo giorno del
divieto di transito dallo svincolo autostradale di Messina
Boccetta per i mezzi con carico superiore alle otto
tonnellate, è solo un aspetto del mancato coordinamento tra
forze dell'ordine ed enti locali. «Non ci voleva molto per
avvisarci – prosegue il camionista – visto che bastava
anche consegnare dei volantini mentre eravamo a bordo della
nave traghetto. Avevamo tutto il tempo di leggere e,
probabilmente, avremmo creato anche meno problemi alla
circolazione stradale». La polizia municipale, che sul
Boccetta ha dislocato tutti gli uomini a disposizione («ma
sono tante le cose che ogni giorno dobbiamo fare»), ieri è
stata un po' di manica larga limitandosi ad “ammonire”
verbalmente i contravventori del divieto di passaggio dal
Boccetta. Del resto era solo il primo giorno e non tutti
erano a conoscenza delle nuove disposizioni, indicate con
piccoli e malposizionati “cartelli”. Probabilmente, in
questo caos generale, a rimetterci è stata anche la polizia
stradale, accusata di scarsa presenza ma obiettivamente
impossibilitata (in servizio ci sono solo poche macchine) ad
affrontare per come si deve l'emergenza. Ieri mattina sulla
via La Farina la colonna di auto e mezzi pesanti, così come
sul viale Europa, è stata continua: uno “spettacolo”
che si è ripetuto nel pomeriggio sulla tangenziale (dalle
18 alle 20, fascia oraria pomeridiana in cui è valido il
divieto) e che ha fatto registrare una colonna di mezzi che
ha raggiunto lo svincolo di Gazzi. Sempre nel pomeriggio,
sul viale Boccetta, altra colonna di auto (e decine di
vigili impegnati) per un camion andato in avaria. Questa
volta, memori di quanto accaduto poco tempo addietro, ai
pneumatici del mezzo pesante sono stati messi i cosiddetti
“cugni” al fine di evitare che potesse improvvisamente
mettersi in movimento e travolgere auto in transito e
parcheggiate. La limitazione, che è stata attualmente
varata a carattere sperimentale per la durata di 60 giorni,
è valida per i veicoli destinati al trasporto di merci ad
esclusione dei mezzi destinati al trasporto pubblico. Il
controllo da parte degli uomini della polizia municipale
viene comunque assicurato 24 ore su 24 e, in orari diversi,
comprenderà – da parte degli uomini del Reparto operativo
mobile – anche il servizio di controllo della velocità
con l'autovelox a raggi laser.
La
prima giornata d'applicazione delle fasce orarie con i tir
dirottati sul viale Europa
Peggio che sul Boccetta
Nonostante
i buoni propositi e l'impegno di chi pensava che le fasce
orarie lungo il viale Boccetta fossero una sorta di panacea
contro tutti i mali provocati dal passaggio di mezzi pesanti
lungo il viale Boccetta, l'esperimento non sembra essere
completamente riuscito. La limitazione del transito ai mezzi
pesanti tra le sette e le nove di ieri mattina, e poi tra le
18 e le 20, non ha, infatti, prodotto gli effetti sperati,
ma soltanto tanti problemi in più lungo le altre strade.
All'inizio della mattinata si pensava che il provvedimento
fosse stato recepito dai camionisti, visto che soltanto due
tir tra le sette e le sette e trenta erano scesi dal viale
Boccetta, ma non si era calcolato a dovere che ieri era
lunedì, una giornata durante le prime ore solitamente calma
per l'afflusso dei bisonti della strada, costretti al riposo
forzato durante i giorni festivi e che poi recuperano la
sosta del week end nel primo pomeriggio. Una calma
apparente, infatti, destinata a interrompersi da lì a poco.
È bastato sostare qualche ora in più per accorgersi che
non vi era una grande differenza rispetto al solito tran
tran. Almeno lungo il Boccetta, perché quei pochi tir
dirottati lungo la via Garibaldi e la via Vittorio Emanuele
per raggiungere il viale Europa non hanno fatto altro che
aggravare una circolazione già troppo compromessa dal
solito traffico cittadino. Soprattutto in prossimità
dell'attracco delle Ferrovie dello Stato, l'incontro tra i
mezzi pesanti provenienti dai due diversi sbarchi ha creato
qualche difficoltà agli automobilisti che a quell'ora
attraversano la città per raggiungere il posto di lavoro.
Invece, percorrendo la via La Farina sino a viale Europa,
sembrava evidente che solo un esiguo numero di tir aveva
usufruito dello svincolo di Messina Centro per uscire
dall'autostrada. «Il problema dei tir non lo abbiamo ancora
subìto – ha sottolineato il comandante della sezione di
Camaro dei vigili urbani, Francesco Siragusa – forse perché
la mattina di lunedì è comunque sempre più calma rispetto
al resto della settimana. I tir che sono transitati,
infatti, non sono stati né più né meno di quelli che
solitamente attraversano il viale Europa, ossia soprattutto
quelli che traghettano con le Ferrovie dello Stato. Ma, pur
comprendendo perfettamente i problemi che quotidianamente
affliggono il Boccetta, non penso affatto che la soluzione
sia il viale Europa. Qui, infatti, la situazione si aggraverà
sicuramente nel momento in cui aumenterà il transito dei
mezzi pesanti. Non dimentichiamo che lungo il Viale c'è un
ospedale civile, un ospedale militare, varie scuole, uffici
pubblici e, di conseguenza, un traffico di autovetture non
indifferente». E per non parlare dei camion di venditori
ambulanti disseminati lungo il viale, che spesso ostruiscono
parte della strada e limitano di per sé la circolazione
veicolare. Un bilancio, dunque, non del tutto positivo che
qualcuno ha tentato di spiegare sostenendo che la
segnaletica stradale non è idonea allo scopo e che il
provvedimento va pubblicizzato maggiormente. Nel pomeriggio
un leggero miglioramento della situazione. Pochi i tir scesi
lungo il viale Boccetta dopo le diciotto, ma pochi anche
quelli che hanno attraversato il viale Europa. Si potrebbe
ipotizzare che la minore incidenza dei bisonti della strada
lungo le due principali arterie cittadine è stata
determinata dalla coincidenza piuttosto che alla bontà
delle fasce orarie. Anche se altri disagi si sono ugualmente
riscontrate percorrendo il tratto autostradale da Messina
Boccetta a Messina Centro intorno alle 19, dove si
intravedeva una fila di automezzi, comprendente sei o sette
tir, in coda all'uscita sul viale «incriminato».
Fonte: gds
La Nostra
città: promesse per l'area dello Stretto
Una
promessa antiTir da candidato. Singolare iniziativa del
comitato "La nostra città" che ha lanciato
l'ennesima provocazione.
In attesa di riprendere le manifestazioni di protesta ed i
cortei (è stato deciso di sospendere sino a domencia 13) i
portavoce del sodalizio che da giorni sostano davanti alla
Chiesa dell'Immacolata con un gazebo hanno chiesto ai
candidati di sottoscrivere un impegno con la cittadinanza.
I candidati dovranno impegnarsi: a non accettare somme a
fondo perduto per sè o per il proprio comitato elettorale,
anche sotto forma di prestiti, da gruppi interessati al
traghettamento nello Stretto; di dichiarare prima del 14
maggio le contribuzioni ricevute o promesse inferiori ai 12
milioni (che la legge prevede anonime); contribuire alla
modifica della legge 454 sull'autotrasporto considerando i
problemi legati al nodo dello Stretto: intervenire presso le
Ferrovie dello Stato per rilanciare e razionalizzare i
collegamenti tra Sicilia e Calabria; inserire l'area dello
Stretto tra quelle a maggiore rischio ambientale. Intanto
sul fronte antiTir si registra la nascita di una nuova
organizzazione: "il movimento di liberazione per
Messina".
Ieri si è tenuta una conferenza stampa all'Ignatianum. Oggi
alle 20.30 un corteo partirà dal viale Boccetta. Davanti al
Comune si svolgerà un dibattito
9/05/2001
Fonte: gazzetta del sud
Linea dura
contro chi ha infranto il divieto delle fasce orarie sul
Boccetta
Multati 50 tir
Ma cinque quartieri sono in
rivolta
Sono state oltre
50 le contravvenzioni elevate nei confronti dei conducenti
dei tir che non hanno rispettato il divieto delle fasce
orarie in vigore da lunedì sul Boccetta. Il provvedimento
– assicurano il sindaco Leonardi e l'assessore alla
viabilità Salvatore Rizzo – entrerà a pieno regime nel
giro di una settimana. Già da ieri, però, sono stati
potenziati i servizi di controllo e di repressione da parte
della polizia municipale e delle forze dell'ordine lungo il
percorso compiuto dai mezzi pesanti. Restano i profondi
dubbi sull'efficacia del provvedimento. Far respirare gli
abitanti del Boccetta, seppur solo tra le 7 e le 9 e le 18 e
le 20, è un'intenzione lodevole. Ma le conseguenze su viale
Europa e su via La Farina sono tali da porre seri
interrogativi sulla validità di quello che
l'amministrazione ha definito un esperimento e che rischia
di tradursi in un aborto. Leonardi non nasconde i problemi:
«Fin dall'inizio ho detto che non era questa la misura
risolutiva dei mali della città. Se avessimo esteso i
divieti a tutti gli svincoli, avremmo avuto conseguenze
ancora più pesanti sul Boccetta nelle ore successive. In
questo caso, invece, soffrono altre zone della città e, in
particolare, via La Farina». Il sindaco non esclude
possibili ripensamenti, anche se invita a valutare i
“pro” e i “contro”, tenendo sempre presente il
sacrificio quotidiano che il Boccetta è costretto a pagare
da trent'anni. Era, comunque, inevitabile che scattasse la
protesta degli abitanti delle zone interessate. Oggi al
Comune si terrà una riunione congiunta di cinque consigli
circoscrizionali (i quartieri IV, V, VI, VII e VIII) e non
si escludono azioni di protesta. Ieri sera, intanto, si è
svolta la nuova iniziativa di mobilitazione organizzata dal
“Movimento per la liberazione di Messina”. Un centinaio
di cittadini ha sfilato in corteo dalla piazzetta antistante
la chiesa di San Francesco all'Immacolata fino a piazza
Unione europea. Davanti a Palazzo Zanca si è tenuto un
dibattito pubblico sulle proposte concordate nel corso
dell'assemblea svoltasi lunedì all'Ignatianum. Tra i punti
sollevati dal Movimento, la realizzazione dell'approdo
leggero a Tremestieri e la contestuale costruzione della
“strada del Mare”, l'imposizione di una “tassa di
passaggio” solo per i tir, la revoca della concessione per
l'utilizzo della rada di S. Francesco e dell'ipotesi
Annunziata prevista dalla delibera sul “doppio approdo”.
Il comitato “La nostra città” non ha preso parte alla
marcia di ieri ed ha proseguito il presidio nella piazzetta
San Francesco, annunciando di aver raccolto in poche ore
oltre 200 firme a sostegno della richiesta della estensione
delle domeniche ecologiche anche alla zona del Boccetta. In
occasione della giornata senz'auto del 20 maggio, si terrà
una manifestazione che prevede la tinteggiatura, con una
serie ripetuta di “orme”, di una delle corsie del viale
da parte di alcuni artisti messinesi. «L'effetto finale –
spiega il Comitato – vuole rappresentare la
riappropriazione metaforica di uno spazio pubblico
calpestato dai tir».
Fonte: gds
Via
la Farina al collasso
Boccetta
respira, ma via La Farina collassa. Anche ieri, al secondo
giorno di attuazione del divieto di transito dei tir,
attraverso lo svincolo di Boccetta, dalle 7-9 e dalle 18-20,
si è prospettato lo stesso scenario. I camion dirottati
sugli altri svincoli, si sono incanalati in viale Europa e
in via La Farina, direzione stazione marittima delle
Ferrovie o approdi dei traghetti privati. Inevitabile il
caos, nonostante la presenza di decine di vigili lungo il
percorso e in prossimità di Boccetta (sono state anche
elevate multe ai camionisti più ostinati), come riferisce
la centrale operativa dei vigili urbani. "Più o meno,
come lunedì - commenta l'assessore alla Viabilità, Turi
Rizzo - e non ci sono strade alternative".
"E' una fase di assestamento. L'avevamo preventivata -
spiega il sindaco - e speriamo che si protragga per non più
di una settimana. In prefettura è stato fatto il punto
della situazione per meglio coordinare gli interventi dei
vigili e della polizia stradale".
E intanto, il comitato "la nostra città", guidato
da Saro Visicaro lancia un'ennesima iniziativa pro-Boccetta:
in occasione della domenica ecologica del 20 maggio, saranno
impresse da parte di artisti e di operatori culturali,
"orme" su una corsia stradale di Boccetta.
"La riappropriazione metaforica di uno spazio pubblico
contaminato dal passaggio dei tir".
Per l'occasione, sarà anche presentata la scultura
realizzata dall'artista Massimo Di Prima, donata ai
residenti dell'ottavo quartiere. L'opera in marmo intende
ricordare tutte le vittime degli incidenti stradali
nell'arteria infernale.
10/05/2001
Fonte:gazzetta del sud
fasce orarie / Riunione
congiunta di V, VI e VII a Palazzo Zanca
Quartieri in rivolta
«Bloccheremo Gazzi e
Messina Centro»
Quartieri in
rivolta. Dopo l'ordinanza che ha istituito le fasce orarie
per i tir sul Boccetta, la V, VI e VII Circoscrizione
minacciano, se entro 10 giorni non otterranno risposte,
eclatanti forme di protesta «che sicuramente creeranno
enormi disagi e le cui responsabilità ricadranno
conseguentemente sull'amministrazione comunale». Si pensa,
senza mezzi termini, a un blocco degli svincoli di Gazzi e
Centro. Perché i Quartieri – se n'è parlato diffusamente
ieri mattina nell'aula consiliare di Palazzo Zanca – sono
convinti che il “rimedio” delle fasce orarie sia
peggiore del “male” del passaggio dei tir: basta
trovarsi su viale Gazzi o su viale Europa, arterie peraltro
già trafficatissime senza mezzi pesanti, per rendersi conto
del disastro viabile che s'è venuto a creare. Viale Europa
(lo hanno sempre sostenuto, ad esempio, gli operatori del
“118”) è un vero inferno in orari normali; nelle ore di
punta si trasforma in un calvario indescrivibile: e se
l'ambulanza deve arrivare con urgenza al “Piemonte”, il
paziente trasportato può solo raccomandarsi l'anima al
Padreterno, perché non è detto che ci arrivi vivo. In
quell'asse viario, infatti, partendo dallo svincolo vi sono
una scuola materna a Camaro, l'elementare e media La Pira,
l'elementare Gentiluomo a Camaro Inferiore, l'elementare
Tommaseo, la media Manzoni, il magistrale Bisazza a 50 metri
(via Catania), l'elementare Dina e Clarenza, l'istituto Don
Bosco; per non parlare, appunto, del “Piemonte” e
dell'ospedale militare e di cinque distributori di
carburante. E soprattutto, del mercato a Zaera e di quello
abusivo lungo tutto il viale Europa, per il quale i vigili
urbani hanno già dichiarato la loro impotenza: è
l'amministrazione comunale che non vuole debellarlo. Perché
fino a quando gli ambulanti sono sottoposti a multe, non si
muovono da lì (tanto si rifanno abbondantemente in pochi
minuti): occorre sequestrare mezzo e merce. Ma il Comune non
s'è mai premurato di dotarsi di locali in cui depositare
quanto i vigili sequestrano. Quindi... Viale Gazzi, anche se
più esteso, non sta meglio: anche lì vi sono diverse
scuole (elementari, geometri, commerciale, ecc.) e,
soprattutto, il Policlinico e il carcere. «Bisogna inoltre
considerare – ha sottolineato il presidente del VI
Quartiere, Agatino Bonarrigo – che sul Boccetta è stato
installato l'asfalto fonoassorbente, che attutisce alquanto
il rumore dei camion, mentre lo stesso non può dirsi per
viale Gazzi e viale Europa». Il dibattito delle tre
Circoscrizioni, moderato dal presidente della VII, Paolo
Armaleo, ha sollecitato, ancora una volta, una soluzione
definitiva, che può essere rappresentata dall'approdo di
Tremestieri o, come ha proposto il vicepresidente vicario
Piero Caliri, dalla via del mare, con approdo al Norimberga
sia per i traghetti privati che per quelli delle Fs: in
entrambi i casi, tuttavia, partendo dalla considerazione che
d'un caso di protezione civile si tratta e non certo di un
problema meramente cittadino o, ancor meno, degli abitanti
del Boccetta, è indispensabile adottare procedure
d'urgenza, saltando tutta quella miriade di passaggi
burocratici che farebbero allungare a dismisura i tempi di
realizzazione dell'opera. Perché l'approdo di Tremestieri
– ha detto il comandante della Capitaneria Carmelo
Maccarone – si può costruire in sei/otto mesi e la via
del mare in un anno. E mentre il consigliere del IV
Quartiere, Francesco Gallo, invoca controlli ferrei per i
mezzi che trasportano sostanze e merci pericolose, obbligati
a uscire a Tremestieri di notte, per scongiurare il rischio
di incidenti, il sindaco Leonardi e l'assessore Rizzo hanno
incontrato ieri i rappresentanti della V, VIII e X
Circoscrizione per discutere provvedimenti migliorativi alla
viabilità, in particolare, per la realizzazione della
seconda aula bunker e della riattivazione dell'incrocio di
via Brasile-viale della Libertà. Ci si rivedrà.
Fonte: gds
Emilio Pintaldi
Il Boccetta
sulla BBC
La
questione Boccetta sbarca sul satellite della rete
radiofonica Bbc. Ieri mattina, in diretta, duecento milioni
di ascoltatori hanno ascoltato il rumore causato dai Tir.
Alla trasmissione si è parlato di ponte ma inevitabilmente
di traffico sullo Stretto. Ospite della troupe guidata da
Iualien Kin l'ex presidente dell'Azienda trasporti Gabriele
Siracusano. Sull'argomento Boccetta intanto non si fermano
le iniziative. Mentre il comitato la nostra città chiede
chiarezza sulla qualità dell'aria l'università propone un
nuovo screening.
Da ieri è partita una nuova campagna del movimento "la
nostra città". Il sodalizio ambientalista chiede di
conoscere la concentrazione esatta di quelli che definisce i
veleni del terzo millennio. Il comitato oltre al dibattito
organizzato nel pomeriggio da ieri davanti alla chiesa di
San Francesco ha avviato una petizione popolare che chiede
l'indizione delle domeniche ecologiche anche sul viale
Boccetta.
Nei giorni scorsi nel disinteresse generale l'università ed
il centro dipartimentale di protezione ambientale hanno
invece lanciato una interessante iniziativa. La possibilità
di monitorare non solo la qualità dell'aria ma anche
l'effetto che eventuali inquinanti potrebbero avere avuto
negli anni sugli abitanti del boccetta. Previsti prelievi di
sangue su volontari.
A guidare la corsa di eminenti professori il direttore del
dipartimento di chimica organica Corrado Caristi: lo stesso
docente che alcuni fa realizzò uno studio che mise in luce
concentrazioni di benzene allarmanti.
Un documento dimenticato nei cassetti di Palazzo Zanca e
finito soltanto da pochi mesi sotto la lente d'ingrandimento
della magistratura. L'assessore all'ambiente della Provincia
Tanino Sutera si dice pronto a collaborare ma aggiunge
"attenti a non sprecare risorse pubbliche. In gran
parte quel lavoro di monitoraggio lo stiamo facendo noi. Tra
qualche giorno acquisteremo una terza centralina. A giugno
invece saranno montati i pannelli luminosi che daranno in
tempo reale ai cittadini i dati sull'inquinamento. Con
l'università possiamo collaborare per l'indagine
epidemiologica".
Ancora proteste per il
passaggio dei tir
Incontro in Prefettura per la
soluzione
"No
ad approdi provvisori e via i traghetti dalla rada di San
Francesco". Torna alla carica il movimento di
"Liberazione per Messina", guidato da Renato
Accorinti. E questa volta, ottiene anche la
"benedizione" dell'Arcivescovo Giovanni Marra.
Ieri mattina, una delegazione di cittadini, con in testa
l'insegnante pacifista (che nelle settimane scorse organizzò
anche un digiuno di protesta contro la schiavitù dei tir a
Boccetta), è stata ricevuta dal prefetto Giosuè Marino. Al
rappresentante del governo è stato consegnato il testo di
una petizione popolare, per la quale è partita, da ieri, la
raccolta di firme. E tra i nomi, figura anche quello
dell'Arcivescovo, con la puntualizzazione: "Condivido i
principi ispiratori di questa petizione". Nel documento
sottoposto al Prefetto, si ribadiscono numerose richieste:
la revoca della delibera approvata dal consiglio comunale,
un anno fa, che prevede due approdi (uno all'Annunziata e
l'altro a Tremestieri); ritirare l'attuale concessione alle
società private nella rada di San Francesco. E si propone
un unico approdo nella zona sud, da raggiungere attraverso
una bretella, che colleghi direttamente il molo con
l'autostrada, senza interferire con il traffico urbano. Ma
non il mini approdo provvisorio, secondo l'accordo siglato
tra comune e regione, ma subito dopo la soluzione
definitiva: la realizzazione di invasature sufficienti ad
assorbire il cento per cento del traffico delle navi e non
soltanto il 70 per cento, come si è ipotizzato. Il
movimento ribadisce anche il no a regimi di monopolio e il
via libera alla concorrenza tra compagnie di navigazione.
Suggerisce una tassa di passaggio per i soli tir, a favore
del comune e la realizzazione urgente della "strada del
mare", per decongestionare il traffico urbano e da
utilizzare solo in casi di emergenza, anche per i tir. Il
Prefetto Marino ha promesso ai manifestanti di discutere
dettagliatamente del documento con il sindaco Leonardi. E
intanto ieri terza giornata del provvedimento di chiusura di
Boccetta ai tir, dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. Si sono
registrati i soliti problemi nella zona di via La Farina,
dove vengono incanalati i mezzi pesanti provenienti dagli
altri svincoli autostradali. Una soluzione a tempo (60
giorni), che fa mugugnare gli abitanti della zona sud e i
rappresentanti di quartiere dell'area interessata. Ieri
mattina, proprio per discutere del problema rovente della
viabilità, il sindaco Salvatore Leonardi e l'assessore alla
Mobilità urbana, Salvatore Rizzo, hanno ricevuto a Palazzo
Zanca, i rappresentanti della quinta, ottava e decima
circoscrizione. In particolare, il presidente del quinto
quartiere (Gazzi), Antonio Di Mattia, ha lamentato lo stato
di invivibilità della propria circoscrizione. Aggravato
adesso dalla presenza dei tir. Tra le ipotesi, quella di
creare un'area di stoccaggio, evitando quindi di dirottare i
camion sugli altri svincoli, quando Boccetta è chiuso. Nel
corso della riunione, si è discusso anche di altri temi
cruciali: il progetto di realizzazione dell'aula bunker, che
interesserebbe sempre la zona sud e la riattivazione
dell'incroci via Brasile-viale della Libertà propugnata
dalla decima circoscrizione. I rappresentanti dell'ottavo
quartiere, quello di Boccetta, hanno precisato di non voler
scatenare una guerra tra circoscrizioni, che equivarrebbe ad
uno scontro tra poveri. Ma l'obiettivo è quello di trovare
una soluzione di compromesso, che possa mettere d'accordo
tutti.
11/05/2001
Fonte:gazzetta del sud
Nel mirino in particolare la
convenzione Comune-società mista e le modalità d'appalto
della galleria
Nu e svincoli, 22 inviti a
comparire
Nei confronti di imprenditori
e funzionari di Palazzo Zanca
Ventidue
“inviti a comparire” sono stati emessi dal sostituto
procuratore Ezio Arcadi per due distinte inchieste che erano
state aperte nell'autunno scorso. La prima riguarda
l'appalto del terzo lotto degli svincoli di
Giostra-Annunziata, la seconda la gestione di «MessinAmbiente»,
società mista che cura il servizio di raccolta e
smaltimento della nettezza urbana in città e nei villaggi.
Una serie di comportamenti illegittimi, ad avviso del
magistrato, sarebbero stati adottati da progettisti e
dirigenti comunali nel 1999 per favorire l'aggiudicazione
dei lavori all'Associazione temporanea d'imprese facente
capo alla «Torno» di Milano, alla «Gitto» di Barcellona
e alla «Vinci» di Messina. Lavori aggiudicati (con un
ribasso notevole) per 23 miliardi di lire, ma poi lievitati
sino a 41 miliardi a seguito di varianti in corso d'opera.
L'inchiesta era stata aperta anche a seguito di una denuncia
che segnalava una strana anomalia: la «Gepco-Salc»,
aggiudicataria dei primi due lotti degli svincoli, si era
stranamente disinteressata del terzo. Lo stesso pm Arcadi,
nell'inverno scorso, per esaminare alcuni atti si era recato
con la polizia giudiziaria nella sede milanese della «Torno
costruzioni Spa» e al ministero dei Lavori pubblici. Gli
“inviti a comparire”, in cui viene ipotizzato il reato
di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa
d'asta, all'abuso d'ufficio e al falso, hanno raggiunto gli
imprenditori Carmelo Gitto di Barcellona e Antonino Vinci di
Messina, titolari delle rispettive imprese, l'ingegnere capo
del Comune Rosario Guarniere, i dirigenti comunali Francesco
Barbalace, Filippo Ribaudo, Giovanni Raffa e Salvatore
Bartolotta, i progettisti Giuseppe Rodriquez e Aldo D'Amore,
l'impiegata del Comune Marilena Falvo e i funzionari di
banca Angelo Dragone e Giancarlo Ingrassia. Questi ultimi
avrebbero attestato falsamente una situazione di benessere
economico dell'impresa Gitto allo scopo di consentire di
avere le carte in regola per partecipare all'appalto. Nel
corso dell'inchiesta, peraltro, sembra che la polizia
giudiziaria incaricata di acquisire la documentazione
richiesta dal pubblico ministero, non abbia trovato al
Comune le buste contenenti le offerte della gara.
Fonte: gds
Le due infrastrutture
“caratterizzeranno” il nuovo approdo a sud
Area di stoccaggio tir e
sottopasso
Va avanti, in un
clima di riserbo, la progettazione dell'«approdo
d'emergenza» a due invasature - direttamente collegato allo
svincolo di Tremestieri - affidata dal prefetto Marino agli
uffici tecnici del Genio civile opere marittime della
Regione e del Genio civile messinese. I due enti stanno
profondendo il massimo impegno per rispettare la scadenza
del 16 maggio quando a Palermo, alla presenza dell'assessore
regionale al Territorio, del prefetto e del sindaco di
Messina, lo studio di fattibilità sul primo terminal a Sud
(per navi Ro-Ro, con diga protettiva) dovrà cominciare il
suo percorso per diventare un progetto esecutivo con
l'acquisizione di pareri in tempi il più possibile rapidi.
Intanto si danno ormai per acquisite un paio di indicazioni
tecniche di una certa rilevanza. La prima riguarda la
preferenza che verrebbe accordata all'ipotesi di un unico
doppio «sottopasso», sotto la linea ferrata e la strada
statale 114, per collegare direttamente la tangenziale
all'area destinata alle invasature. «È un po' improprio
parlare di "tunnel" – chiarisce il comandante
Maccarone – vista la ridotta distanza tra le aree
all'interno del perimetro autostradale in cui dovrebbero
essere stoccati i Tir e gli spazi che saranno destinati agli
imbarchi e che ricadranno più a sud rispetto alla foce del
torrente Larderia, a una distanza tale da non determinare un
impatto ambientale rispetto alla fiumara». La seconda
ipotesi riguarda invece alcune aree interne allo svincolo di
Tremestieri che potrebbero essere utilizzate come piazzale
di sosta dei Tir. Si fa riferimento, in particolare, a
un'estensione di circa 8000 metri quadrati, in parte
asfaltata e in parte alberata, che è attigua alla bretella
d'uscita dalla tangenziale, sulla statale 114, in direzione
Catania. Si è scoperto dai primi accertamenti catastali, e
non senza sorpresa, che tali superfici risulterebbero
perlopiù intestate a privati e non già al Consorzio
autostradale che è titolare delle bretelle che le
delimitano con i guard-rail. Si potrebbe configurare dunque,
per realizzare il piazzale, la necessità di ricorrere ad
alcune procedure di esproprio. Tale eventualità non
preoccupa più di tanto le autorità competenti, anche in
considerazione delle previsioni di legge volte ad accelerare
questi percorsi per le opere pubbliche dichiarate urgenti
con decreto prefettizio. L'argomento, comunque, sarà
oggetto di ulteriori approfondimenti. Quanto, invece, alla
viabilità, non ci sono più dubbi: la strada statale 114
sarà risparmiata dall'afflusso dei Tir. Il sistema di
approdi per mezzi pesanti a Tremestieri (anche quello che,
poi, verrà realizzato e gestito dai privati con il project
financing) sarà direttamente collegato all'autostrada. Lo
sarà di conseguenza anche la «via d'emergenza» che
dovrebbe sorgere in prossimità del greto del torrente
Larderia per quei casi eccezionali in cui il sottopasso
dovesse risultare temporaneamente impraticabile. Intanto
cresce la preoccupazione dei residenti nell'area più o meno
prossima al previsto terminal. Non bastano a rassicurarli le
garanzie date dalla previsione di un sottopasso o, comunque,
di un collegamento diretto con l'autostrada, che eviterà
l'impatto dei Tir sulla viabilità cittadina (quello che si
vive ogni giorno tra il viale Boccetta e il viale della
Libertà). Si lamenta con grande disappunto anche la
"perdita" di una ampia fascia di spiaggia dove
pure vige in parte il divieto di balneazione. Preoccupazioni
comunque comprensibili alle quali occorrerà dare le
opportune risposte.
LEGAMBIENTE PELORITANI – Il coordinatore provinciale e il
presidente di Legambiente dei Peloritani Enzo Colavecchio e
Mariano Rossello si sono espressi in una nota a favore
dell'approdo a sud: «Ragionamenti di carattere urbanistico
e territoriale ci hanno portato da sempre a prendere
posizione a favore dell'approdo a sud non soltanto per
eliminare la servitù di attraversamento, ma anche perché a
sud costituisce infrastruttura idonea per integrare le
prospettive dello sviluppo». Sulle due invasature
Colavecchio e Rossello osservano: «L'accordo per due invasi
di emergenza nella zona di Tremestieri è un fatto che può
sbloccare un inveterato immobilismo mediante l'intervento
del Genio civile opere marittime e l'intervento del capitale
pubblico con le procedure della protezione civile».
Anche gli
alimenti veicolano l'inquinamento ambientale»
Grande interesse
ha suscitato il convegno su “Ambiente, alimentazione e
salute” che si è svolto nei giorni scorsi nel salone
degli specchi di Palazzo dei Leoni. Voluto dall'Associazione
medici cattolici, dal Comitato di bioetica e dal Centro
siciliano di ricerche atmosferiche e fisica dell'ambiente,
ha avuto anche un ampio supporto dalla Provincia e dal
Provveditorato agli studi. Erano presenti tra gli altri i
responsabili scolastici dei progetti su “Salute” e su
“Ambiente e salute” e decine di studenti. Il convegno,
presieduto dal prof. Antonino Arcoraci, ha visto la
partecipazione di esperti: l'intenzione era di sentire chi
potesse informare serenamente su quanto l'ambiente giochi un
ruolo, anche in negativo, sull'alimentazione e questa poi di
rimando sulla salute. E su questi temi informare in maniera
corretta è doveroso, hanno ribadito il prof. Arcoraci e il
presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca. Di
inquinamento ambientale e in maniera particolare di cosa si
può fare per evitarlo, ha relazionato il prof. Girolamo
Bambino. Di inquinamento ambientale ha poi parlato in
maniera più specifica l'ingegnere Vincenzo Carditello,
della Provincia. Sono molte – è stato detto – le
“porzioni”di territorio in cui l'ambiente è inquinato
sia in città che in provincia. L'inquinamento, con
possibilità diverse, interferisce sulla qualità degli
alimenti, che a loro volta, modificati, incidono sulla
salute. E molto spesso è l'uomo che adultera gli alimenti,
come ha sostenuto il generale dei carabinieri Alfio Nino
Pettinano, già comandante dei Nas. Stesso concetto ha
esposto, in termini ancora più crudi, il prof. Brunetto
Chiarelli, nella sua dotta relazione. Abusando dell'ambiente
e modificando l'alimento, si può arrivare a delle vere e
proprie epidemie di origine alimentare, basti pensare al
caso della “mucca pazza”. Delle malattie nel dettaglio,
ha poi relazionato il dott. Santo Morabito, medico
alimentarista. Insomma tutte le relazioni, moderate dal
fisico prof. Guglielmo Mondio e dalla prof. Marianna
Gensabella, docente di Bioetica dell'Università di Messina,
hanno fatto risaltare le crude responsabilità dell'uomo
nell'abuso dell'ambiente e soprattutto nella manipolazione
degli alimenti. Tutto a danno della salute. Il prof. Guido
Bellinghieri, vice presidente dei medici cattolici e del
Comitato di bioetica, traendo le conclusioni ha ribadito
l'importanza del problema e la necessità di proporlo a
tutti, perché ognuno ne abbia coscienza e sia rispettoso
dell'ambiente e delle leggi che lo proteggono.
La
Nostra città: vietiamo i Tir in tre fasce orarie
Emilio Pintaldi
Il
comitato "La nostra città" boccia il
provvedimento anti-Tir varato dal sindaco Salvatore Leonardi
e chiama a raccolta tutti i presidenti dei quartieri. Non si
placano le polemiche al passaggio dei mezzi pesanti in pieno
centro. L'ordinanza anti-Tir sulle fasce orarie approdata al
quinto giorno di applicazione, non è piaciuta al movimento
ambientalista. Spostare i Tir dal viale Boccetta agli altri
svincoli non sarebbe stata una buona idea.
Ieri il comitato guidato da Saro Visicaro ha inviato una
lettera aperta a tutti i presidenti di circoscrizione
invitandoli a partecipare ad una giornata di mobilitazione
da effettuarsi subito dopo le elezioni. Previsti l'ennesimo
sit-in ed un corteo che approderà al Comune. Gli obiettivi
da raggiungere la revoca dell'ordinanza e l'approvazione di
un nuovo provvedimento che allarghi a tre le fasce di
divieto (7-9, 13-15, 18-20) e su tutti e tre gli svincoli.
Così da lunedì prossimo il comitato avvierà il
coordinamento delle circoscrizioni per la programmazione
delle manifestazioni che potrà procedere o seguire quella
già fissata per il 20 maggio sul Boccetta.
"Con il provvedimento del sindaco - sottolineano i
rappresentanti del Comitato - ancora una volta i cittadini
vengono subordinati alle necessità del trasporto
gommato". Intanto sull'argomento approdi è intervenuta
Legambiente dei Peloritani. "Consideriamo l'approdo
nella zona dello svincolo di Tremestieri - scrivono i
responsabili di Legambiente Enzo Colavecchio e Mariano
Rossello - l'unica soluzione accettabile. Il nostro auspicio
è dunque che si faccia presto senza trascurare i necessari
studi di impatto ambientale ma con la massima
urgenza"..
Piano dell'Ateneo
antinquinamento
Comune e
Provincia: non ci sono fondi
Comune e
Provincia chiudono la porta all'università che propone un
dettagliato studio sull'inquinamento atmosferico e sugli
effetti che questo potrebbe avere sull'organismo umano. Gli
assessori all'ambiente del Comune e della Provincia,
Giuseppe Santalco e Tanino Sutera hanno fatto sapere che
entrambi gli enti non hanno in bilancio fondi disponibili e
che comunque stanno già portando avanti proprie iniziative.
Un miliardo di lire. Tanto ci vorrebbe per consentire ad un'
equipe di tutto rispetto, formata da docenti universitari,
di monitorare il Boccetta ed il centro. Per capire
soprattutto che effetto abbiano avuto le sostanze
inquinanti, negli anni, sull'organismo umano. L'Università,
per la seconda volta, scende così in campo in favore degli
abitanti del viale Boccetta.
La scorsa settimana è stato presentato dal rettore Gaetano
Silvestri e da un gruppo di lavoro coordinato dal docente
Corrado Caristi, coordinatore del centro dipartimentale di
protezione ambientale e sanità, il progetto denominato
"qualità dell'aria ed i suoi riflessi sulla qualità
della vita". Qualche anno fa proprio l'Università,
attraverso un finanziamento europeo, realizzò uno studio
che mise in evidenza una concentrazione pericolosa di
benzene. Un dossier scomparso al Comune e finito soltanto
qualche mese fa sul tavolo della magistratura.
Adesso l'ateneo torna in campo con un progetto molto più
ampio che si avvale della collaborazione dei dipartimenti di
Chimica organica e biologica, di Scienze della terra, di
Fisica, di Igiene e medicina preventiva, Farmaco biologico,
di Chimica industriale, di Statistica.
Questa volta oltre al benzene ed alle polveri prodotte dai
motori a gasolio verrebbero presi in considerazione altri
inquinanti come l'Mtbe additivo utilizzato per la benzina
verde, ed alcuni tipi di metalli che vengono fuori dalle
marmitte catalitiche. Nel progetto sono previsti lo studio
in vivo degli effetti biologici precoci a livello
citogenetico e lo studio in vitro degli effetti
sull'epidermide e l'epitelio umano. Ed ancora il
monitoraggio del sangue in relazione al loro contenuto di
elementi metallici in traccia tossici e la valutazione degli
effetti respiratori sugli abitanti esposti.
Del progetto fanno parte inoltre: l'analisi del rischio nei
trasporti delle merci pericolose, l'analisi statistica dei
dati di inquinamento, l'analisi economica dei danni, la
modellizzazione dell'inquinamento sul Boccetta e la
simulazione di altre ipotesi compatibili con lo smistamento
del traffico anche su svincoli alternativi. Quanto ai
pericoli per l'organismo direttamente collegati al traffico
basta dare un'occhiata alle prime pagine del progetto
targato ateneo: le sostanze inquinanti che, in forma gassosa
o di particelle di piccolissime dimensioni riescono a
raggiungere gli alveoli polmonari stimolano reazioni di
difesa dell'organismo ed entrano nella circolazione
sanguigna da cui raggiungono i diversi organi e apparati.
Poi un dato allarmante: l'inquinamento da traffico è
correlato alla morte prematura nel mondo di circa 80.000
persone. L'Università cercherà ugualmente di reperire i
fondi necessari.
12/05/2001
Fonte: gds
Viale
Boccetta, petizione per i controlli
Se Comune e
Provincia non hanno soldi faremo una colletta". E'
polemica sul finanziamento del progetto dell'Università
sull'inquinamento atmosferico del viale Boccetta.
Un'indagine che oltre a stimare la presenza di sostanze
inquinanti servirebbe a stabilire gli effetti che gli
inquinanti hanno avuto nel tempo sull'organismo degli
abitanti della zona. Occorre un miliardo di lire. I due enti
locali hanno già fatto sapere, di non avere fondi per la
proposta dell'ateneo. Così, a scendere in campo è il
comitato "La nostra città". Il sodalizio
ambientalista ha allestito una tenda sul viale Boccetta
davanti alla chiesa dell'Immacolata dove tutti avranno la
possibilità di versare un contributo.
L'Università tramite il rettore Gaetano Silvestri ha
annunciato comunque che coprirà parte delle spese. Ad
effettuare la ricerca sarebbero i dipartimenti di chimica
organica e biologica, il dipartimento di medicina
preventiva, gli istituti di scienze della terra, di fisica,
di chimica industriale e di statistica.
Intanto il Comune ieri ha diramato i risultati degli ultimi
rilevamenti sul Boccetta. Tra giovedì e venerdì sono stati
monitorati 55 autocarri, 6 verbali sono contestati per
inosservanza all'ordinanza sindacale antiTir.
Sessantaquattro invece i verbali elevati ai conducenti di
motocicli per mancanza di casco e 13 i verbali contestati
per mancanza di libretto di circolazione. Sotto i riflettori
anche il rispetto dei limiti di velocità. Colti in fallo
attraverso gli autovelox sul viale Boccetta ben 8 conducenti
(autovetture e Tir).
Fonte:gazzetta del sud
Controlli sul
Boccetta: multati 55 tir e 89 autovetture
Proseguono i
servizi di controllo dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza
sindacale relativa al divieto di transito dei tir sul
Boccetta in alcune fasce orarie. I controlli sono stati
eseguiti a valle del Boccetta, utilizzando per fermare i
veicoli il tratto di strada compreso tra la via Garibaldi e
la via Vittorio Emanuele (in quest'ultimo caso è compreso
anche parte del rettilineo antistante il Circolo “Thalatta”).
Contemporaneamente gli agenti della polizia municipale hanno
provveduto a rilevare i numeri di targa di tir circolanti,
con direzione sud, non disponendo, in questo caso, di aree
idonee a stoccare i mezzi di grandi dimensioni. Tra giovedì
e venerdì sono stati complessivamente controllati 55
automezzi, sono stati contestati 6 verbali mentre altri 5
non sono stati contestati. I servizi di controllo sul
territorio, operati sempre del Reparto operativo mobile
coordinato dallo specialista di vigilanza urbana Santi Vita,
sono stati anche eseguiti su 89 veicoli con 64 verbali
elevati a conducenti di ciclomotori e motocicli per mancanza
di casco; 13 i verbali per mancanza dei documenti di
circolazione e 6 i fermi amministrativi di ciclomotori
condotti da minorenni senza casco. Relativamente ai servizi
di controllo della velocità è proseguita anche la
vigilanza con l'uso dell'autovelox sul viale Boccetta e
sulle direttrici adiacenti con lo scopo di scoraggiare le
violazioni ai limiti di velocità. Nell'ambito del servizio
sono stati effettuati controlli su 73 veicoli (tra
autovetture e tir) ed elevati e contestati 8 verbali per
violazione dei limiti rilevati sia con l'autovelox che con
il cronotachigrafo
14/5/2001
Fonte: gazzetta del
sud
L'agenda di Palazzo Zanca ricca di
appuntamenti di rilievo
Non solo emergenza tir
Senza bilancio il Comune ridotto allo stremo
L'analisi del
voto del 13 maggio occuperà per settimane le prime pagine
dei giornali e catalizzerà l'attenzione delle forze
politiche. Ma alle porte pressano importanti scadenze e
appuntamenti amministrativi di cui occorre tener conto. Il
primo è sicuramente quello del 16 maggio, la data entro la
quale i progettisti del Genio civile opere marittime di
Palermo e del Genio civile di Messina devono consegnare lo
studio preliminare per la costruzione dei primi due
attracchi del cosiddetto approdo di emergenza previsto a
Tremestieri. Il capitolo dell'emergenza tir è tutt'altro
che chiuso. Domani il sindaco Leonardi incontrerà i
rappresentanti del “Movimento per la liberazione di
Messina” mentre proseguirà la campagna di «disobbedienza
civile» avviata dal Comitato “La nostra città” che
propone di devolvere a sostegno del progetto dell'Ateneo
sulla “Valutazione della qualità dell'aria” le somme
destinate al pagamento dell'Ici. Non sono destinate a
placarsi le polemiche sul sistema delle fasce orarie che si
è rivelato, come era ampiamente prevedibile, solo un
palliativo, forse più dannoso che inutile. Era da mettere
in conto ovviamente la protesta dei quartieri interessati,
in particolare degli abitanti di viale Europa e di via La
Farina. L'amministrazione comunale, da parte sua, ha più
volte spiegato le ragioni per le quali si è deciso di non
applicare il divieto integrale valido per tutti gli svincoli
cittadini. «Se fermiamo per due ore il transito dei tir –
ha ribadito spesso Leonardi –, il risultato è che nella
fascia oraria immediatamente successiva si appesantirebbe il
traffico dei mezzi pesanti sul Boccetta al punto non solo da
vanificare l'efficacia del provvedimento ma da peggiorare la
situazione dell'inquinamento acustico e ambientale. I disagi
si possono attenuare solo diversificando i flussi di
traffico e in ogni caso abbiamo sempre detto che quello
delle fasce orarie è solo un esperimento, non certo la
panacea dei mali».
14/5/2001 ( bob brown )
Il giorno del Camaleonte
C'è stato nell'ultimo anno un
deciso risveglio della coscienza civile dei messinesi che,
seppur oberati dalla cattiva congiuntura economica
che imperversa da decenni su questa città nonostante nel
resto dell'isola e del paese mostri chiari segni di
ripresa, si sono finalmente accorti che la vita non è
fatta di solo...pane ma anche di aria, di cielo, di mare
ovvero di quelle cose che non si ottengono soltanto con il
denaro.
Le cause del degrado economico e di
tutto il resto sappiamo tutti in che cosa consiste ovvero
in quel monopolio che si manifesta come un vero e proprio
cancro che, mentre crea un posto di lavoro, ne fa
scomparire almeno cinque.
Non occorre fare o dare una lezione
di economia politica ma quando un gruppo economico che si
riconduce a poche famiglie controlla settori vitali
quali costruzioni edilizie, ristorazione, alberghiero,
farmaceutico, traghettamento, smaltimento rifiuti,
cantieristica etc il risultato non può che essere una
grave crisi : a) nel settore edilizio; b) alberghiero
(sono scomparsi numerosi alberghi negli ultimi 15 anni);
c) nel settore farmaceutico che ha succhiato il
sangue delle finanze pubbliche ( vedi farmatruffa al
Policlinico);d) settore cantieristico vedi caso Smeb
dove c'è un vero e proprio assedio che probabilmente avrà
come epilogo il fallimento e l'incorporazione, con perdita
di posti di lavoro, nel gruppo dei soliti noti; e) il
traghettamento che ha visto la perdita di centinaia di
posti nel comparto FF.SS e soprattutto la mortificazione
delle condizioni di qualità di vita dell'intera
cittadinanza.
Sarebbe triste se oltre a questi
effetti negativi, l'azione distruttrice di tale mostro
economico finisca anche per conquistare settori, fino ad
oggi liberi, dell'opinione pubblica cittadina perchè
lascia francamente perplessi, in un momento come questo,
che ci si divida su questioni di centinaia di metri come
nel caso della localizzazione dell'approdo a Sud.
Cari amici del "Movimento per
la liberazione di Messina" e cari amici del Comitato
"La nostra Città", nessuno critica il vostro
diritto alla libera espressione del pensiero, di
partecipazione, di associazione ed è altrettanto giusto
che si manifestino tutte le identità politiche presenti
in tali associazioni ma sarebbe squallido se entro tali
diversità si nascondano interessi in appoggio a questo o
a quell'altro gruppo imprenditoriale perchè tale forma di
camaleontismo, che oggi con le elezioni politiche potrebbe
trovare una grande affermazione, è proprio l'espressione
della realtà messinese senza politica e, se continua così,
senza storia.
16/5/2001
Fonte: gazzetta del sud
Lettere / «La zona di Tremestieri tutt'altro che
ideale»
In merito al progetto presentato al Comune e alla
Capitaneria per un approdo all'Annunziata, dall'ing.
Domenico Galatà riceviamo e pubblichiamo: Ritengo utile
portare un contributo tecnico sulle vicende degli approdi
che di recente hanno interessato l'opinione pubblica.
Preliminarmente dissento totalmente dall'affermazione di
taluni che «il sito ideale per il nuovo approdo non può
che essere Tremestieri». Le opinioni di movimenti popolari,
che rispetto per la passionalità con cui sono portate
avanti nell'esclusivo interesse della nostra città,
dovrebbero essere suffragate da pareri di tecnici esperti
nel settore e da coloro che sono profondi conoscitori dei
problemi relativi a una qualunque opera marittima che si
possa realizzare in una zona notoriamente difficile e per
situazioni meteomarine e per il pericolo di profondi
turbamenti della costa in presenza di una qualunque modifica
portata dall'uomo alla stessa. Deve certamente considerarsi
tutt'altro che «ideale» la zona di costa di Tremestieri
che per il suo «Feetch» (distanza in direzione del vento
predominante dalla costa opposta: circa km 800 dall'Africa)
comporta la possibilità di ondazioni di circa 11 metri
(come da usuali formule). Su tale ordine di grandezza si era
espresso anni addietro il Rina (Registro Italiano Navale)
che indicava in ben 13 metri la possibile altezza di onda in
tal sito, cosa confermata dal comandante della Capitaneria
di porto, Carmelo Maccarone in una intervista alla Gazzetta
di circa un anno addietro. Peraltro la stessa commissione
Misiti, dopo studio approfondito di numerosi tecnici del
settore, nell'indicare le due soluzioni - Tremestieri e
Annunziata – rilevava le notevoli difficoltà per la
realizzazione della prima e la semplicità, specie per la
situazione meteomarina (mare tranquillo), della seconda.
Inoltre la considerazione del raddoppio della distanza che
si verrebbe ad avere con la rotta Villa - Tremestieri e in
zona di mare soggetta a intenso traffico marittimo dovrebbe
far riflettere ulteriormente su tale soluzione, ancora una
volta non certo «ideale». Capisco che da taluni movimenti
popolari sia criticata la soluzione Annunziata, ma,
certamente, da parte loro non è stata approfondita la
soluzione dell'approdo in tale località che mi si permetta
(e li invito a un incontro pubblico chiarificatore)
rappresenta veramente «il sito ideale». Non è stata
compresa la semplicità della soluzione con la quale si può
avviare il traffico in attraversamento verso o dallo
svincolo senza interferire in assoluto con quello locale e
in particolare modo che non vi è alcun pericolo per la zona
dal punto di vista dei problemi idraulici del territorio,
non alterando in assoluto la situazione del Torrente
Annunziata. Peraltro anche dal punto di vista ambientale
l'approdo studiato (in uno dei due progetti presentati) lato
mare del Baby Park non disturba minimamente l'ambiente
stesso, nascondendo totalmente il parco giochi gli approdi
previsti. Infine una osservazione merita il rispetto e la
tutela dell'ambiente nei confronti dei cittadini residenti
nella zona Larderia Tremestieri che sarebbero penalizzati
quanto e di più di quelli residenti lungo il viale
Boccetta, cittadini i primi che già devono subire gli
effetti dell'impianto di depurazione e gli inconvenienti
dello scarico degli inerti. Si continua purtroppo a voler
trascurare l'aspetto squisitamente tecnico del problema non
considerando le conseguenze estremamente nefaste che
soluzioni realizzate sotto la sola spinta popolare,
potrebbero portare in futuro alla nostra città danni di
gran lunga peggiori rispetto a quelli che oggi deve
sopportare.
Sarà presentato oggi nel corso di un vertice a
Palermo tra la Regione, la Prefettura, il Comune e la
Capitaneria
Lo studio di fattibilità per l'approdo di
emergenza
C'è attesa per il vertice odierno a
Palermo. I tecnici del Genio civile opere marittime e del
Genio civile di Messina presenteranno lo studio di
fattibilità per la realizzazione di un approdo di emergenza
a Tremestieri. All'incontro prenderanno parte il presidente
della Regione Leanza, l'assessore regionale al Territorio Lo
Monte, il prefetto Marino, il sindaco e i rappresentanti
della Capitaneria di porto. Ieri intanto Leonardi ha
ricevuto i responsabili del “Movimento di liberazione per
Messina” promotore di una petizione popolare per la
soluzione dei problemi del Boccetta e per la immediata
costruzione dei nuovi approdi. Il Movimento ha consegnato al
presidente della Regione, al prefetto e al sindaco un
documento nel quale si chiede l'attuazione del punto 4 della
delibera comunale del giugno 2000 che prevede «il
collegamento diretto tra l'approdo a sud e il sistema
autostradale, con totale separazione tra i flussi di
traghettamento, i flussi urbani e gli insediamenti
abitativi, nonchè il rispetto delle condizioni ambientali e
di vivibilità della popolazione del luogo». Inoltre, viene
sollecitata l'abrogazione del punto 2 della stessa delibera
che individua l'approdo all'Annunziata e si evidenzia la «imprescindibilità
da soluzioni definitive senza ricorso a soluzioni tampone,
che sarebbero soltanto dannose». E il comitato “La nostra
città”, da parte sua, annuncia che nel corso della
prossima manifestazione pubblica verrà chiesto il
contingentamento del numero dei tir in transito nella nostra
città, come misura prevista dalle norme europee in materia
di trasporti ed emissioni inquinanti. Il comitato ha anche
avviato una raccolta di firme a sostegno del progetto
dell'Ateneo per lo studio dell'inquinamento nel Boccetta e
per impedire il rinnovo della concessione demaniale relativa
all'utilizzo della rada di San Francesco. Durante un
incontro con i rappresentanti della “Nostra città”
l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo ha confermato
l'intenzione del Comune di estendere i divieti previsti
dalla giornata ecologica del 20 maggio anche al Boccetta,
così come era stato richiesto dal comitato e dal consiglio
di quartiere. Domenica prossima un gruppo di giovani e di
artisti sarà impegnato a colorare le corsie del “viale
dei tir” mentre venerdì, alle 18,30, nella piazzetta di
San Francesco, si terrà un dibattito pubblico sul tema
“Di rumore si muore”.
La Cortina del porto si articola in una serie di
edifici di interesse pubblico e di pregio architettonico
come il Catasto, l'Inps e l'Inail che andrebbero recuperati
dal degrado
Una volta era la Palazzata. Come sarà il waterfront?
Di questi tempi si fa un gran parlare di waterfront , il «fronte
del porto» che, oltre al film di Elia Kazan che negli anni
Cinquanta lanciò Marlon Brando, dovrebbe designare anche il
“nuovo volto” e la nuova vocazione dell'affaccio a mare
di Messina. Un'idea che però viene regolarmente incentrata,
da tutte le istituzioni interessate a vario titolo, sul
ruolo e sull'aspetto che dovrà avere la cittadella
fieristica. Meno, molto meno si discute però della parte
del lungomare che va dalla Passeggiata a mare alla Stazione
marittima e che, con la ridistribuzione delle aree portuali
in funzione del trasferimento degli attracchi commerciali al
molo Norimberga, si presume debba diventare una vera e
propria “vetrina” della città a disposizione dei
croceristi. Il motivo, in realtà, ci sarebbe anche: in quel
tratto, infatti, sorgono già svariati edifici di interesse
pubblico e di un certo pregio architettonico. Un tempo,
sulla Cortina del porto esisteva un vero e proprio
“spettacolo” dell'arte costruttiva: la Palazzata, detta
anche Teatro Marittimo, la cui costruzione fu iniziata nel
1622 su progetto dell'architetto Gullì. Si trattava di un
edificio ininterrotto dello sviluppo lineare di un
chilometro, dall'attuale batteria Masotto fino alla Dogana.
E, anzi, la Palazzata avrebbe dovuto seguire la forma della
“falce” fino al fortilizio del Ss. Salvatore, quello sul
quale si trova la Madonnina. Dopo la distruzione a causa del
terremoto del 1908, la Palazzata fu ricostruita su disegni
dell'architetto Minutoli – dal quale prese anche il nome
– ma crollò nuovamente in seguito a un altro, spaventoso
sisma: quello del 1908 che rase al suolo praticamente tutta
la città. Nei decenni successivi, dunque, la forma
dell'unico edificio dalla lunghezza chilometrica fu
abbandonata, e al suo posto furono realizzati diversi
palazzi su progetto di architetti di valore operanti a
Messina in quell'epoca, tra i quali ad esempio Giuseppe e
Alberto Samonà, caratterizzati anche da stili diversi che
conferiscono al waterfront un aspetto molto più variato.
Oggi, la porzione di maggior pregio architettonico della
Cortina del porto – anche se non vanno dimenticati il
palazzo del Banco di Sicilia o quello dell'Associazione
nazionale mutilati e invalidi di guerra, costruito negli
anni Sessanta dall'ing. Alongi – è quella costituita da
tre edifici pubblici: il Catasto, il palazzo dell'Inail e
quello dell'Inps. Di particolare rilievo, in particolare, è
la posizione dei primi due, praticamente di fronte al
Municipio e separati da uno slargo (intitolato proprio
all'architetto Minutoli, progettista della Palazzata) nel
quale campeggia la statua raffigurante la personificazione
di Messina, scolpita dall'artista Giuseppe Prinzi nel 1859.
Del Catasto, soprattutto, si è parlato in tempi recenti a
proposito di un'ipotesi di vendita (o di permuta) a favore
di qualche altro ente pubblico, dovuta alla possibile
scelta, da parte dell'Agenzia del territorio, di concentrare
nella zona di viale Boccetta-via Monsignor D'Arrigo tutti
gli uffici del Demanio. Ma l'edificio è anche interessato
da lavori di rifacimento delle facciate (come tra l'altro è
accaduto di recente anche al palazzo Inps) che stanno
interessando il prospetto su via Vittorio Emanuele dopo la
conclusione dei lavori in via Garibaldi. Proprio su via
Garibaldi, tra l'altro, è possibile verificare un curioso
esempio dello scarso criterio con il quale vengono
effettuati questi lavori, anche quando riguardano edifici
architettonicamente rilevanti: alcune delle vecchie finestre
in legno della facciata, infatti, sono state sostituite
nella parte bassa con moderni avvolgibili di un colore
diverso dal telaio e che quindi creano un effetto a dir poco
sconvolgente dal punto di vista estetico. Ma, si diceva, è
solo un esempio: tutti questi edifici dovrebbero essere
realmente recuperati dal degrado delle facciate annerite,
delle prese d'aria dei condizionatori e di tutti quegli
elementi che testimoniano lo scarso interesse nei confronti
dell'aspetto e della storia della nostra città
Fonte: gds
Domenica
Ecologica
Ed alla fine l'assessore Rizzo ha
detto sì. Il 20 domenica ecologica anche per il viale
Boccetta. Il comitato "La nostra città",
promotore dell'iniziativa non ha mollato la presa e dopo le
prime perplessità avanzate dall'assessore alla Viabilità
sulla possibilità di estendere anche al viale Boccetta il
divieto di circolazione negli orari destinati ai pedoni, ha
ottenuto il sì.
A quanto pare Turi Rizzo ha deciso di fare un tentativo, un
primo esperimento, domenica prossima con la chiusura al
transito del viale Boccetta, ritenuto fino a ieri punto
nevralgico e valvola di sfogo per la circolazione. Il
comitato ha quindi sospeso la raccolta di firme e la
manifestazione "Lascia il segno", una protesta
simbolica, con la "mappatura" del viale attraverso
le orme realizzate dall'artista Massimo Di Prima e dedicata
alle vittime del Boccetta. A margine c'è anche la replica
di Saro Visicaro, portavoce del movimento, al sindaco che a
proposito dell'iniziativa lanciata dal comitato per
finanziare il progetto antiquinamento dell'università aveva
parlato di manie di protagonismo e di masanielli.
"Chi manca di protagonismo _ risponde Visicaro - è
questa amministrazione che deve spiegarci cosa
concentramente ha fatto sul fronte ambiente, quale programma
ha deciso di avviare per il verde e per le scuole".
La circoscrizione boccia
l'uscita dei Tir a Tremestieri
Il Consiglio della IV Circoscrizione
boccia l'ordinanza sindacale che impone l'uscita notturna
dei Tir, carichi di merci pericolose, dallo svincolo di
Tremestieri.
"La zona Sud non è la pattumiera della città" si
legge sulle lenzuola appese per protesta nei balconi dagli
abitanti della zona.
L'ennesima soluzione "tampone" per dar sfogo ai
residenti del Boccetta non riscuote il successo sperato.
Infatti il provvedimento che prevede l'attraversamento di
tutta la ex Strada statale 114, penalizzerebbe un traffico
viario già intasato dalla presenza degli altri
autoarticolati.
Evitata la discesa del "Viale della morte" si
continua a non pensare all'incolumità della cittadinanza
costretta a tollerare l'inquinamento acustico ed ambientale
prodotto dai "bisonti" della strada.
Il IV Quartiere della Calispera, messo da parte
dall'Amministrazione, chiede l'intervento del sindaco,
Salvatore Leonardi, del prefetto Giosuè Marino,
dell'assessore alla Viabilità Turi Rizzo e della Direzione
dipartimentale della Polizia municipale affinchè‚ si
rimbocchino le maniche per trovare, in fretta, soluzioni che
mirino non a spostare il problema da un lato all'altro della
città, ma a risolverlo definitivamente.
Disagi, rumori e pericoli vengono accentuati dalla totale
mancanza di controllo da parte dei vigili urbani, latitanti
in una zona cruciale della città.
Non è certo un bel preambolo in via della riunione, in
programma la prossima settimana a Palermo, per definire le
scelte progettuali e le procedure di finanziamento regionale
da adottare in base alla realizzazione dell'approdo
d'emergenza a Sud. Il nuovo attracco contribuirà allo
smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320
giorni all'anno.
La spesa economica per la costruzione dell'intera opera
oscillerà tra i 12 e i 40 miliardi.
Le somme comprenderanno circa 10 miliardi di lavori per le
opere di viabilità definitiva che saranno utilizzate anche
dopo la fase di emergenza. Fonte:
gazzetta del sud
Il progetto di massima sarà definito martedì:
in discussione il tipo di diga che dovrà proteggere le
invasature
Approdo, ancora un passo avanti
Leonardi rassicura: «Nessuna interferenza con la
viabilità di Tremestieri»
Prende corpo il progetto dell'«approdo di emergenza» a
Tremestieri con l'obiettivo di liberare (nella misura minima
del 60 per cento del flusso) il centro urbano dalla schiavitù
del passaggio dei tir. È stata così discussa ieri mattina
a Palermo la progettazione di massima approntata dal Genio
civile regionale delle opere marittime e dal Genio civile di
Messina. Gli esiti del confronto tra i due organi tecnici,
la Regione, il Comune e la Capitaneria sono stati
confortanti ma è stata differita a martedì 22 maggio una
scelta tecnica (il tipo di diga protettiva delle due
invasature) e con essa la definizione dell'intero
preliminare. All'incontro hanno preso parte il presidente
della Regione Vincenzo Leanza, gli assessori regionali alla
Protezione civile e al Territorio Giuseppe Drago e Carmelo
Lo Monte; il sindaco Salvatore Leonardi e il presidente
della Provincia Giuseppe Buzzanca; l'ingegnere capo del
Genio civile di Messina Francesco Rigano e il dirigente
regionale ing. Rosario Navarra Tramontana; il dirigente
regionale del Genio civile delle Opere marittime ing.
Lorenzo Ceraulo; il comandante della sezione Demanio della
Capitaneria, cap. Patrizio Zumbo; la dirigente
dell'assessorato alla protezione civile Gabriella Paolocci.
IL FINANZIAMENTO – La copertura finanziaria dell'opera
oscilla tra i 30 e i 40 miliardi. A garantire il
finanziamento è il governo regionale che si avvarrà dei
fondi europei sulla portualità già disponibili per la
Sicilia: circa 140 miliardi. Si registra, dunque, un aumento
dei costi rispetto alle prime stime. Il maggior onere a
carico del governo Leanza dipende dall'obiettivo che ieri,
unanimemente, è stato giudicato irrinunciabile: le opere a
terra dell'approdo di emergenza (area di stoccaggio dei tir
nello svincolo; sottopasso stradale e ferroviario; spazio
per l'imbarco) dovranno avere le caratteristiche della
viabilità definitiva, pienamente utilizzabile dal
successivo approdo di Tremestieri. Tali opere hanno un costo
specifico valutato in 8-9 miliardi.
I RESIDENTI – È stato confermato che la soluzione
proposta dal Genio civile non presenta alcuna interferenza
con il traffico residenziale. L'estrema vicinanza dello
svincolo di Tremestieri al litorale e la facile
realizzabilità del collegamento diretto "in
sottopasso" tra gli spazi delle invasature e l'area di
sosta dei tir (nel perimetro dello svincolo) fanno
scongiurare del tutto la temuta interferenza. Il sottopasso
scorrerà sotto la strada statale 114 e la linea ferrata
antistante all'arenile. Il sindaco Leonardi ha commentato
con soddisfazione: «Il progetto preliminare risponde alla
doppia esigenza da noi rappresentata: quella espressa dalla
comunità locale in relazione alla necessità di non
interferire con la viabilità della zona e quella del
consiglio comunale che si è pronunciato a favore di un
approdo a sud collegato allo svincolo di Tremestieri. Tali
soluzioni viarie – ricorda – saranno poi a servizio
dell'approdo definitivo». Ultimo dato: i progetti privati
fin qui proposti alla Capitaneria per il sito di Tremestieri
«sia pure con qualche aggiustamento – spiega il
comandante Maccarone – rimangono compatibili con le opere
dell'approdo di emergenza»
LE OPERE A MARE – Un'alternativa è stata profilata ieri
dal Genio civile delle opere marittime in merito al punto
chiave delle opere a mare: la diga che proteggerà i due
attracchi dai marosi riducendo al minimo i giorni
d'inutilizzabilità per avverse condizioni meteomarine. A
spiegare le due soluzioni possibili è ancora il sindaco: «Si
è discusso se sia preferibile una diga su palificata, per
cui l'intero approdo sarebbe realizzabile in 8 mesi di
lavori; oppure una "diga piena" con cui i tempi
globali salirebbero a 12 mesi». L'orientamento? «È per la
diga su pali anche per i tempi più celeri che fa prevedere
per il rilascio della «via», la valutazione d'impatto
ambientale.
LE PROCEDURE – Novità rilevanti, forse, sui tempi
necessari alle procedure di affidamento. Si delinea la
possibilità di fare ricorso, per l'approdo di emergenza,
alle procedure accelerate tipiche delle ordinanze
ministeriali di protezione civile. Il risparmio di tempi
sarebbe consistente nell'acquisizione dei pareri per
l'approvazione del progetto esecutivo con bando d'appalto.
Quanto infine, all'«accordo di programma» Regione-Comune,
per il project financing dell'approdo definitivo, verrà
siglato nei prossimi giorni allorquando sarà definito il
progetto dell'approdo d'emergenza.
18/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Giornata ecologica /
Domenica dalle 10 alle 13
Chiuso anche il Boccetta
La giornata ecologica di domenica
prossima coinvolgerà, seppur parzialmente, anche il
Boccetta. Il “viale dei tir” – come è stato definito
dai vari comitati e associazioni – sarà chiuso al
traffico dalle 10 alle 13. Durante la mattinata, su
iniziativa del comitato “La nostra città”, un gruppo di
giovani e di artisti dipingerà parte della carreggiata
stradale, per rappresentare simbolicamente l'asservimento ai
mezzi gommati pesanti che dura ormai da decenni. Dalle 10
alle 13 sarà interdetta anche la circolazione nelle vie
Protonotaro, Placida, San Giovanni di Malta, Bandiera, San
Crispino, largo Gagini, Santo Stefano, monsignor Bruno, San
Paolo, Sant'Eustochia, Rocca Guelfonia, delle Carceri,
piazza Basicò, via Sant'Agostino e via XXIV Maggio.
Restano, invece, confermati dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle
19 i divieti di transito in vigore all'interno del perimetro
urbano delimitato da viale Europa, via Ugo Bassi, via Luigi
Rizzo, via Vittorio Emanuele, largo Minutoli, via Garibaldi,
viale Boccetta, via XXIV Maggio, via Tommaso Cannizzaro e le
vie Carisio, Cadorna, Grillo, Cesareo, Faranda, Merli, San
Paolino, Santa Maria del Selciato, Martino, Santa Cecilia e
Centonze. Il programma delle manifestazioni previste per il
quarto appuntamento delle giornate senz'auto prevede una
serie di appuntamenti.
18/5/2001 ( gazzetta del
sud )
Striscioni “anti-tir” in tutti i villaggi
della zona sud
Sarà trasmessa oggi al Genio civile
la perizia di variante per il primo lotto degli svincoli
Giostra-Annunziata. Ieri mattina il sindaco Leonardi ha
incontrato l'ingegnere capo dei lavori Carmelo Ricciardi e i
funzionari comunali per definire gli ultimi passaggi tecnici
sulla base della transazione stipulata nel 2000 tra il
Comune e l'impresa Gepco Salc. La variante prevede la
sostituzione dei materiali di costruzione (l'acciaio al
posto del calcestruzzo) degli impalcati dei viadotti nei
tratti in curva. L'aumento dei costi rientra nell'ambito
delle somme a disposizione, in misura inferiore al 20 per
cento dell'importo a base d'asta, come previsto dalla legge.
Ciò dovrebbe accelerare i tempi e risolvere il problema del
trasporto dei conci dal campo di prefabbricazione, ubicato
in viale Giostra, al cantiere di Ritiro-San Michele. Un
problema rivelatosi insormontabile a seguito della prova
fatta nel '99 con la quale era stato dimostrato che i camion
a pieno carico non avrebbero potuto percorrere la via
Palermo. Il tempo occorso alla redazione della nuova perizia
di variante è stato di gran lunga superiore alle
previsioni. Si contava di poter riprendere di gran lena i
lavori nel cantiere del primo lotto fin dallo scorso mese di
dicembre ma adesso ciò che conta è che l'iter possa
proseguire sui giusti binari, senza più interruzioni o
deragliamenti di sorta. Per una variante che arriva al Genio
civile, un'altra dovrebbe tornare a Palazzo Zanca nei
prossimi giorni con il nulla osta da parte del Genio civile.
Il riferimento è alla perizia che ha interessato la
galleria del terzo lotto Giostra-Annunziata. Dopo la
protesta dei lavoratori posti in cassaintegrazione e le
assicurazioni fornite dal sindaco, si attendono finalmente
novità positive anche su questo delicato fronte. E veniamo
al tram. Sono andati avanti i lavori di smantellamento dello
spartitraffico di viale della Libertà nel punto più
critico, quello corrispondente al serpentone degli
imbarcaderi privati. L'inevitabile restringimento della
carreggiata ha aggravato gli enormi disagi causati dalla
collisione tra due navi della Tourist-Caronte e dai problemi
che ne sono derivati. Le ripercussioni si sono fatte sentire
sull'intera viabilità cittadina ma di questo riferiamo in
altra pagina. Assume, intanto, proporzioni sempre più vaste
la mobilitazione degli abitanti di Tremestieri contro le
ipotesi di approdo a sud. Le ragioni della protesta sono
state spiegate dal comitato spontaneo, il quale ha
annunciato iniziative in tutte le possibili sedi, comprese
quelle giudiziarie. Il comitato ha anche rilanciato la
proposta di spostare gli attracchi per il traffico gommato
pesante nell'area industriale di Giammoro. Ieri in tutto il
villaggio di Tremestieri sono comparsi striscioni
“anti-tir”, così come accade da mesi sul viale
Boccetta. Non sono servite a tranquillizzare i cittadini
della zona sud le dichiarazioni del sindaco Leonardi, il
quale ha smentito perentoriamente che il transito dei mezzi
pesanti diretti al nuovo “approdo di emergenza” possa
avere interferenze con la viabilità di Tremestieri. Proprio
la necessità di realizzare le opere a terra (area di
stoccaggio all'interno dello stesso svincolo, sottopasso
stradale e ferroviario) ha fatto salire la previsione dei
costi che adesso si aggirerebbero tra i 30 e i 40 miliardi.
La copertura finanziaria, come è stato ribadito nel corso
del vertice svoltosi mercoledì a Palermo, sarà assicurata
dalla Regione siciliana. Infine, due notizie riguardanti la
giunta Leonardi e la polizia municipale. Da ieri il
neodeputato Gianpiero D'Alia ha ripreso le sue funzioni di
vicesindaco, di assessore all'Urbanistica e al Personale.
Dal 1. giugno, invece, Calogero Ferlisi sarà il nuovo
comandante dei vigili urbani. L'assessore alla viabilità
Salvatore Rizzo ha confermato che si stanno espletando tutti
gli adempimenti formali e la lunga “telenovela”, che si
trascina ormai da anni, dovrebbe avere fine.
Lo scontro tra le due navi
della Tourist a pochi metri dalla rada San Francesco
La nebbia ha
“nascosto” lo Stretto
Illesi i
passeggeri. A rilento i collegamenti con la Calabria
Un lungo suono di sirena, poi, verso
le 9 e a causa della nebbia intensa presente ieri nello
Stretto, la collisione – fortunatamente lieve e senza
danni alle persone – tra la nave traghetto “Giano”,
che stava eseguendo la manovra d'uscita dalla rada San
Francesco, e la motonave “Vestfold” che stava invece
attraccando. Limitati i danni, grazie anche alla velocità
ridotta dei mezzi così come previsto dalle procedure di
sicurezza applicate alle manovre in caso di scarsa visibilità.
Per l'urto, come specificato in un comunicato emesso nel
pomeriggio dalle società “Caronte spa” e “Tourist
Ferry Boat spa” «non si è verificato alcun danno a
persone o cose e le navi hanno riportato minimi danni tant'è
che le stesse hanno potuto proseguire il normale servizio di
traghettamento». Sull'accaduto, e per accertare eventuali
responsabilità, è stata avviata un'inchiesta dalla sezione
Tecnica della Capitaneria come confermato nella tarda
mattinata di ieri dallo stesso comandante, Carmelo Maccarone.
La collisione, così come accertato anche da un'unità della
Capitaneria di porto che si trovava nei paraggi, si è
verificata in un momento in cui il fenomeno della “lupa”
era particolarmente accentuato. La nave traghetto
“Giano”, al cui comando c'era il capitano Giovambattista
Donato, dopo aver caricato decine di camion, autovetture e
pendolari, aveva da poco mollato gli ormeggi quando, a una
decina di metri dalla rada San Francesco – antistante il
self service “L'Ancora” di viale della Libertà – ha
“strisciato” (così come affermano gli addetti ai
lavori) la motonave “Vestfold”, comandata da Salvatore
Donato, proveniente da Villa San Giovanni e con a bordo
anche una scolaresca in gita. L'urto, che secondo alcuni non
è stato neppure avvertito dai passeggeri mentre secondo
altri avrebbe creato panico tra quanti si trovavano a bordo,
ha causato nella “Vestfold” uno squarcio di circa cinque
metri nella parte alta della prua (la zona che tecnicamente
viene chiamata “parte morta”) mentre nella “Giano”
un danno al portellone di carico. Dopo la collisione il
comandante della motonave ha deciso di proseguire la marcia
fino all'attracco nella rada San Francesco mentre il collega
responsabile della traghetto ha deciso di fare rientro
immediato nella città dello Stretto e non proseguire per
Villa San Giovanni per i possibili disagi che avrebbe potuto
causare il portellone danneggiato. Quest'ultimo sarebbe
stato riparato nella stessa mattinata tant'è che, sempre
secondo quanto comunica la società proprietaria, dopo breve
la nave ha potuto riprendere il normale servizio. Scattato
l'allarme sul posto sono intervenuti gli esperti della
Capitaneria di porto e gli stessi dipendenti delle società
di traghettamento, al fine di accertare eventuali danni ai
mezzi trasportati e la presenza di feriti. Secondo fonti
ufficiali, per l'urto, solo una donna avrebbe accusato un
lieve malore. Ma si sarebbe trattato solo di un “attacco
di panico” tant'è che non si sarebbe neppure recata in
ospedale per essere medicata. L'ultima collisione nelle
acque dello Stretto (che, peraltro, rischiò di provocare un
disastro ambientale) si era registrata, nello specchio di
mare antistante Capo Peloro, il 6 settembre 1999 e aveva
visto come protagoniste la motocisterna “Monte Chiaro”,
con a bordo 27 persone di equipaggio– proveniente da Santa
Pelagia in provincia di Siracusa e diretta a Milazzo con un
carico di 23.132 tonnellate di gasolio – e il
rimorchiatore “Vincenzo Onorato” , con a bordo 9
persone, che trainava una chiatta lunga 91 metri, con un
carico di due grosse gru per lavori in mare. Il “Vincenzo
Onorato”, partito da Trieste, era diretto a Cagliari.
18/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Le
ripercussioni sul traffico / «Non siamo stati avvisati, ci
hanno lasciati in fila per ore»
La collisione di ieri ha creato non
poche difficoltà nella circolazione stradale. Ripercussioni
si sono registrate sul viale Boccetta e sul viale della
Libertà dove centinaia di mezzi sono rimasti incolonnati in
attesa dell'imbarco. A peggiorare ancor di più le cose il
cantiere per la realizzazione del tram che, già da giorni e
quasi in prossimità dell'incrocio con il viale Giostra, ha
“sottratto” alla circolazione una corsia lato nord.
Particolarmente complesso il lavoro per gli agenti della
polizia municipale che hanno dovuto far fronte
all'imprevedibile emergenza. Rallentamenti anche in via
Garibaldi per la presenza di una decina di lavoratori della
“Mira” di Milazzo che protestavano davanti la Prefettura
(a tal proposito sarebbe opportuno sapere il perché è
stato permesso lo sciopero dei dipendenti dentro la fontana
ndc ). Proteste anche da parte di molti utenti provenienti
da Villa San Giovanni. «Nessuno – ha affermato una nota
professionista – ci ha avvisato di quello che era
accaduto. Decine di carabinieri e poliziotti “schierati”
allo svincolo per le navi traghetto, pur conoscendo la
situazione, non si sono presi neppure la briga di avvisarci,
consigliandoci magari di prendere le navi delle Ferrovie
dello Stato. Come al solito – conclude la professionista
– sono sempre i cittadini a pagarne le conseguenze.
Cittadini che, ieri, sono stati lasciati per ore sotto il
sole cocente». Sempre a proposito di viabilità, il Reparto
operativo mobile della polizia municipale – coordinato da
Santi Vita – ha espletato servizi di controllo in varie
zone della città, con particolare attenzione al Boccetta.
Durante le operazioni, mirate alla prevenzione e repressione
della guida di ciclomotori e motocicli senza casco sono
stati controllati 137 motoveicoli e verbalizzati 43
conducenti. Altri 15 sono stati contravvenzionati per
mancanza di documenti di circolazione, mentre sono stati
effettuati 6 fermi amministrativi di mezzi condotti da
minori e 5 sequestri amministrativi per mancanza di
assicurazione. Nella stessa operazione sono stati
controllati 226 mezzi pesanti e contestati 7 verbali per
inosservanza all'ordinanza sindacale. Sul viale Boccetta
sono anche proseguiti i controlli con l'autovelox su 434
autovetture: 21 le violazioni contestate. Sono stati
eseguiti anche 27 controlli sui gas di scarico dei mezzi
pesanti in transito sulla statale 114 e sul viale Boccetta e
sono stati elevati 12 verbali per emissioni inquinanti fuori
dai limiti consentiti.
Fonte:gds
L'approdo d'emergenza in
esame la scelta progetti
La
settimana prossima saranno definite le scelte progettuali
per l'approdo di emergenza a sud e le procedure di
finanziamento regionale, insieme alla stipula dell'accordo
di programma per la realizzazione del project-financing per
l'approdo definitivo, secondo quanto deliberato dal
consiglio comunale. Questo è quanto è stato deciso nel
corso del vertice tenutosi a Palermo fra il presidente della
Regione Vincenzo Leanza, il sindaco Salvatore Leonardi, il
presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca e gli assessori
regionali Giuseppe Drago e Carmelo Lo Monte. Nel corso della
riunione, è stata illustrata la progettazione curata dal
Genio Civile per l'approdo al sud a ridosso dello svincolo
di Tremestieri. Dopo l'incontro, il sindaco Leonardi ha
effettivamente constatato che l'attracco è la migliore
soluzione per la viabilità. Tale disposizione contribuirà
allo smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320
giorni l'anno.
19/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Da lunedì per i tir
che trasportano merci pericolose
Scattano i divieti
La conferma è arrivata ieri: da lunedì scatterano i già
preannunziati divieti riguardanti i mezzi pesanti che
trasportano merci pericolose. Si tratta, però, di una
parziale attuazione dei provvedimenti complessivi che
entreranno in vigore solo tra 60 giorni. Dal 21 maggio, in
pratica, non potranno immettersi nel centro urbano,
attraverso gli svincoli di Boccetta, Messina centro e Gazzi,
tutti i mezzi trasportanti merci pericolose, che saranno
obbligati ad utilizzare esclusivamente lo svincolo di
Tremestieri e solo nella fascia oraria tra la mezzanotte e
le sei del mattino. L'ordinanza riguarda i tir che
provengono da Catania e da Palermo. Per i mezzi che giungono
dalla Calabria, i divieti scatteranno soltanto fra due mesi
per dare la possibilità alle autorità di Reggio e Villa di
organizzare adeguate aree di stoccaggio. Il transito di
questi mezzi, in ogni caso, dovrà essere comunicato con
anticipo di almeno 24 ore ai comandi della polizia stradale
e della polizia municipale
Fonte:gds
Il Rumore
impedisce la procreazione: un test per gli abitanti di
boccetta
Resta alta la
tensione sul problema Tir e approdi. Mentre il consigliere
del IV quartiere Francesco Gallo dice "no" allo
scalo a Tremestieri, il comitato "La nostra città"
tira fuori l'ennesimo dato provocatorio. Sul Boccetta lo
stress da rumore provocherebbe un "calo del
desiderio".
Il rumore non aiuterebbe gli amanti. A tirare fuori
l'insolita notizia è il comitato "La nostra città"
che sul Boccetta sta effettuando una vera crociata. Ma dopo
avere parlato di danni ai polmoni e di rischio tumore i
rappresentanti del sodalizio si dedicano a un inedito
aspetto del problema.
Il traffico, reso impossibile dal passaggio quotidiano di
migliaia di Tir e di auto, bloccherebbe gli ormoni. Nelle
case di Boccetta insomma si farebbe pochissimo sesso. Un
argomento all'ordine del giorno del dibattito organizzato
ieri davanti alla chiesa dell'Immacolata. "Di rumore si
muore" il tema dell'incontro pubblico. Ma di rumore
secondo il comitato non solo si muore, ma non si nasce. Le
nascite sul Boccetta e su tutto il percorso dei Tir,
sarebbero diminuite sensibilmente rispetto alle altre zone
della città. Sull'argomento c'è già un supporto
scientifico avvalorato da un dossier medico
dell'Associazione nazionale prevenzione ambientale.
Il Comitato ha deciso così di sottoporre agli abitanti del
quartiere naturalmente in forma anonima, con l'aiuto della
circoscrizione e di alcuni medici, un questionario. Intanto
mentre va avanti in maniera spedita la procedura che
dovrebbe portare alla realizzazione del secondo approdo
nella zona sud c'è l'ennesima presa di posizione. A dire
"no" allo scalo a Tremestieri è il consigliere di
quartiere, Francesco Gallo. "Dire no all'approdo a
Tremestieri-Mili _ scrive Gallo _ è un obbligo e un dovere
soprattutto per chi ha a cuore la difesa e la salvaguardia
del territorio e non certo quella della subordinazione verso
i potentati di ieri, di oggi e di domani".
Bob brown
Il Camaleonte punta a Sud
Le elezioni si
sono concluse, ma a Messina sembra di no, visto che
sorgono ogni giorno dei comitati pseudospontanei, come il
recente Comitato Zona Sud in stile liste civetta.
Tuttavia non
credo si tratti di uno strascico prodotto dalla tensione
politica della campagna elettorale che, a Messina, si è
servita della questione approdi per nascondere la propria
pochezza progettuale e, direi, anche umana.
La rapidità
con cui è sorto, i numerosi striscioni utilizzati e
affissi in tutte le case, peraltro quasi tutte
monofamiliari, del tratto in cui è stato individuato
l'approdo "d'emergenza" dalle istituzioni, fanno
nascere il sospetto che non ci troviamo di fronte ad un
comitato spontaneo.
Messina, e la
sua storia lo dimostra, non ha la capacità di realizzare
tali forme di mobilitazione civile in così poco tempo
tanto è vero che gli stessi abitanti del Boccetta hanno
impiegato decine di anni e, soprattutto, pagare un prezzo
alquanto salato in termini di salute e d'incolumità
fisica.
Credo che
quest'ultimo episodio confermi, se ce ne fosse ancora
bisogno, l'esistenza di un blocco politico trasversale
totalmente asservito al gruppo economico dominante che,
dopo essersi per decenni adoperato per mantenere lo status
quo, si preoccupa adesso unicamente di favorire il
gruppo che conta nel procedimento di realizzazione
dell'approdo.
Coloro che
sostengono che "manca la volontà politica" di
realizzare l'approdo fuori città e dimenticano che a
Messina la volontà politica s'identifica e s'immedesima
con la volontà del gruppo dominante, sono o appartengono
a quei gruppi politici che li foraggiano direttamente e,
dunque, non sono altro che dei camaleonti che possono sì
cambiare pelle, lineamenti, fisionomia, ma non possono
nascondere la loro puzza.
20/5/2001
Fonte:gazzetta del
sud
Boccetta chiuso,
“Bicincittà” e altre iniziative
È domenica ecologica
Il Boccetta chiuso stamane dalle 10 alle 13: è questa la
novità principale della quarta domenica ecologica.
L'amministrazione comunale ha accolto la richiesta del
comitato “La nostra città” e del consiglio di
quartiere. Durante la mattinata un gruppo di giovani e di
artisti dipingerà le corsie di viale Boccetta assurto a
simbolo dell'asservimento della città al passaggio dei
mezzi pesanti. Torna, dunque, la giornata senz'auto. I
divieti all'interno del perimetro urbano delimitato da viale
Europa, via Ugo Bassi, via Luigi Rizzo, via Vittorio
Emanuele, largo Minutoli, via Garibaldi, viale Boccetta, via
XXIV Maggio e via Tommaso Cannizzaro, vigeranno dalle 10
alle 13 e dalle 16 alle 19. Il transito nel centro urbano
sarà consentito solo ai veicoli autorizzati, agli autobus e
a tutti i mezzi di pronto intervento e soccorso. Ampio il
ventaglio delle iniziative collegate alla domenica
ecologica. Una serie di manifestazioni sono state
organizzate nelle piazze Duomo, Unione europea, Cairoli e
Pugliatti, oltre che in altre zone come via Garibaldi e
viale San Martino.
21/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Domenica ecologica / Scarsa
partecipazione e grandi disagi per la chiusura del viale
Boccetta
Cittadini a casa, automobilisti
negli ingorghi
Nella quarta
domenica ecologica all'appello sono mancati i messinesi,
probabilmente fuori città per approfittare di questa
anticipazione d'estate. Rispetto alle precedenti edizioni,
infatti, ieri si è notata una partecipazione inferiore,
anche se chi si è impossessato delle strade, camminando a
piedi, andando in bici o col monopattino, ha manifestato
ancora una volta tutta la propria soddisfazione e la
speranza che si arrivi a una più frequente chiusura al
traffico. Chi ha così goduto maggiormente di questa
domenica ecologica sono stati i tanti turisti, mai visti così
numerosi a passeggio per il centro storico. E a tale
proposito, ammirare piazza Duomo a mezzogiorno gremita di
turisti letteralmente incantati sulle note dell'Ave Maria di
Schubert, non può non far riflettere sul perché questo
spettacolo sia ormai diventato così raro a vedersi. Ad ogni
modo, la principale novità del quarto appuntamento
stagionale con le domeniche ecologiche messinesi riguardava
la chiusura mattutina dalle 10 alle 13 del torrente
Boccetta. Un esperimento richiesto a gran voce dal comitato
«La nostra città» e dal Consiglio di quartiere e che,
almeno per mezza giornata, ha liberato il Boccetta da
inquinamento acustico e da gas di scarico, restituendolo
alla piena fruizione dei suoi residenti (ma creando gravi
disagi agli automobilisti per l'intasamento della
Circonvallazione dei viali Regina Margherita e Principe
Umberto, come riferiamo a parte). Ma l'obiettivo era
soprattutto quello di tenere viva l'attenzione sul problema
dell'attraversamento dei mezzi pesanti: «Lascio il segno»
e «Un'orma sul viale dei tir» sono stati gli slogan che
hanno animato i numerosi volontari impadronitisi
dell'arteria cittadina, trasformata in un continuo
susseguirsi di sagome umane disegnate sull'asfalto, ognuna
con il proprio nome e un cuore rosso fiamma, tutte a
testimoniare il continuo pericolo di vita a cui sono
sottoposti gli abitanti della zona. Un modo drammatico ma
sicuramente efficace di lasciare il segno, che non potrà
passare inosservato e lasciare indifferenti gli
automobilisti di passaggio. L'artista messinese Massimo Di
Prima ha infine donato una propria scultura a ricordo delle
vittime dei tir sul Boccetta: una mano che irrompe da uno
squarcio a invocare aiuto, ma anche a intimare lo stop ai
tir.
Messina / Da stanotte
transito limitato
Merci pericolose In vigore i divieti
È entrata in
vigore stanotte, ma solo per i camion in uscita dalla
Sicilia – non essendo Villa e Reggio Calabria ancora
pronte – l'ordinanza di divieto per i mezzi pesanti che
trasportano merci pericolose. Si tratta, però, di una
parziale attuazione dei provvedimenti complessivi che
entreranno in vigore solo tra 60 giorni. Da oggi non possono
immettersi nel centro urbano, attraverso gli svincoli di
Boccetta, Messina centro e Gazzi, tutti i mezzi trasportanti
merci pericolose che saranno obbligati ad utilizzare
esclusivamente lo svincolo di Tremestieri, e solo nella
fascia oraria tra la mezzanotte e le sei del mattino.
L'ordinanza riguarda i camion che provengono da Catania e da
Palermo. Per i mezzi che giungono dalla Calabria, i divieti
scatteranno solo fra due mesi per dare la possibilità alle
autorità di Reggio Calabria e Villa San Giovanni di
organizzare adeguate aree di stoccaggio. Il transito di
questi mezzi, in ogni caso, dovrà essere comunicato con
anticipo di almeno 24 ore ai comandi della polizia stradale
e della polizia municipale.
22/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
Carichi pericolosi Il
Quartiere insorge
È in vigore
solo da un giorno e già si registrano le prime polemiche,
L'ordinanza – impopolare, ma indispensabile – che limita
il transito dei tir che trasportano merci pericolose
imponendone i transito dallo svincolo di Tremestieri ha,
com'era prevedibile, suscitato le reazioni soprattutto del
consiglio del IV Quartiere che, come si legge nella nota
firmata dal presidente Rosario Santoro, lamenta di non
essere stato in alcun modo interpellato. «La ss 114 –
scrive ancora il presidente di quartiere – viene in tal
modo ulteriormente penalizzata registrando già un traffico
automobilistico intenso soprattutto nelle ore di punta,
quando circolano tutti gli altri tir». Santoro, tra
l'altro, lamenta la scarsa presenza di vigili urbani e la
mancata predisposizione di servizi di protezione civile.
Nella nota si auspica dunque «non lo spostamento altrove
del problema, ma la sua risoluzione con la realizzazione
della via del mare già prevista nel Prg e inserita nel
triennale» chiedendo, intanto «la presenza costante dei
vigili urbani per garantire la sicurezza dei cittadini».
Sullo stesso tono anche l'intervento del consigliere del Ccd
Mario Rizzo, che in una nota evidenzia come il transito
notturno dei tir dalla zona sud agli imbarcaderi accresca il
pericolo di incidenti. Aumenta, infatti, il numero di
incroci che i mezzi devono attraversare, quando,
notoriamente, nelle ore notturne la regolazione semaforica
viene sospesa. Sarebbe dunque necessario che nel periodo in
cui è consentito il libero transito dei tir i semafori
venissero attivati come nelle ore diurne. Il provvedimento,
deciso la scorsa estate all'indomani del capovolgimento allo
svincolo di Boccetta del camion che trasportava residui
della lavorazione di materiali petroliferi, prevede che i
tir il cui carico sia costituito da materiali pericolosi
(infiammabili, esplosivi, radioattivi e simili) possano
immettersi in città solo dallo svincolo di Tremestieri
(quello con la minore pendenza) a prescindere
dall'autostrada che percorrono e solo tra la mezzanotte e le
sei del mattino. La limitazione vale solo per i mezzi che
dalla Sicilia debbano imbarcarsi verso la Calabria, per
quelli che invece giungono da quest'ultima il divieto entrerà
in vigore fra 60 giorni. Il provvedimento non si applica ai
camion che trasportano carichi destinati a impianti
cittadini.
Fonte: gds
Domenica ecologica, un mezzo
fiasco
Pesanti ingorghi sul
perimetro esterno
Mezzo fiasco per
la quarta domenica ecologica e in città montano le
polemiche. La chiusura del perimetro urbano, allargato al
viale Boccetta, ha causato pesanti ingorghi lungo le aree
esterne. Intasamenti, con code di un'ora, si sono registrati
soprattutto sui viali Regina Elena e Margherita. Infelice
risultato, in una giornata nata sotto il segno del non caos.
Il tempo incerto, in parte ha segnato l'esito della
manifestazione, rovinata anche dal disinteresse della gente.
Poco partecipate le iniziative collaterali previste. Tranne
la debole affluenza in mattinata, piazza Duomo, nel
pomeriggio era quasi deserta. Poca gente anche al Municipio
dove si sono svolte diverse gare sportive. Con l'adesione di
300 ciclisti, tra i quali l'assessore alla viabilità Turi
Rizzo, ha avuto successo l'iniziativa della Uisp "Bicincittà,
io pedalo sicuro". Fallimentare la perfomance
itinerante Fregi&S-fregi dell'Associazione culturale
spazio danza. Domenica, è stata silenziosa la risposta al
messaggio lanciato dal gruppo artistico per il rilancio di
piazza Fontana, ubicata tra il corso Cavour e la via XXIV
Maggio. Alla piazza, nel pomeriggio, il gruppo artistico ha
voluto dedicare un bozzetto riproducendo la fontana.
Approfittando della temporanea chiusura del Boccetta, le
carreggiate della morte, per 3 ore sono diventate tavolaccie
per sculture umane. Su iniziativa del Comitato "La
nostra città", piedi, mani, volti, orme, inneggianti
la vita, hanno fermato la corsa di macchine e tir impazziti.
Sempre per commemorare le vittime del Boccetta, è stata
scoperta la scultura in marmo e granito realizzata
dall'artista Massimo Di Prima. Il blocco, composto da una
mano alzata, indicante lo stop ai tir, è ora in attesa di
sistemazione definitiva. Probabilmente, dopo la decisione
del sindaco Leonardi, la scultura verrà collocata in piazza
Gagini o lungo lo spartitraffico del Boccetta all'altezza
della chiesa di San Francesco.
Boccetta, rotta la tregua con
il Comune
"Nostra città"
torna sul piede di guerra
Torna in piazza
il comitato la nostra città. Venerdì nuova manifestazione
di protesta. La tregua tra il comitato ambientalista e
l'amministrazione comunale si è rotta.
Di nuovo in marcia sul Boccetta e verso il Comune. Di nuovo
con le fiaccole in mano.
Il Comitato la nostra città è sul piede di guerra. Pomo
della discordia la manifestazione di domenica scorsa. La
domenica ecologica sarebbe stata boicottata, secondo il
comitato, in maniera mirata.
I disagi causati dalla chiusura del Boccetta sarebbero
aumentati a dismisura a causa della mancanza di
informazione. Nessuno o quasi sapeva della chiusura del
Boccetta tranne i manifestanti. Nessuno conosceva i percorsi
consentiti. Nessuno sapeva della chiusura di una parte della
tangenziale.
C'è poi la polemica che riguarda le sagome tracciate dai
simpatizzanti del comitato sul viale. Quei disegni non
sarebbero piaciuti all'amministrazione. L'identificazione
del portavoce del comitato Saro Visicaro da parte dei vigili
è stata letta come una intimidazione.
Critiche vengono poi rivolte all'amministrazione ed all'Atm
per la mancanza di un adeguato ed efficiente servizio
pubblico.
Durante la manifestazione è stata presentata alla città
l'opera donata dall'artista Massimo Di Prima in ricordo dei
caduti del Boccetta. Per trovarle una definitiva
collocazione bisognerà attendere il placet del Comune.
In una nota del comitato tra tante bocciature c'è anche una
promozione. A conquistare, per una volta, una medaglia da
parte del sodalizio ambientalista e l'assessore alla
Viabilità: "Risulta evidente _ si legge nel documento
_ il sistematico boicottaggio che ha subito e subisce
l'assessore alla viabilità Turi Rizzo nel tentativo di
portare la città ai livelli degli altri comuni siciliani e
meridionali".
C'è poi il capitolo tram. "E' incomprensibile
l'apertura di nuovi cantieri sul viale della Libertà tra
l'ingresso degli approdi ed il Nettuno senza avere
completato la parte precedente. E' assurdo poi _ spiega il
comitato _ che i lavori di palificazione del nuovo molo
abbiano già sfiorato i tempi di completamento nonostante le
solenni promesse.
Secondo il comitato infine sarebbero ripresi i tentativi
dell'amministrazione per la realizzazione di una corsia
preferenziale per i Tir sul viale Boccetta".
Quanto basta insomma per dissotterrare l'ascia di guerra. Il
popolo anti-tir si rimette in marcia.
Quando
il vecchio porto millenario era una delle "meraviglie
del mondo"
Nel 1880
inizia il declino della storia millenaria del porto di
Messina. Il porto falcato, frequentato già in epoca
preistorica, è divenuto fondamentale approdo nella
migrazione verso occidente delle popolazioni provenienti
dall'Egeo, dopo una fase medievale di grande rilievo per la
posizione geografica baricentrica tra Europa ed Oriente.
Ebbe un ruolo essenziale durante il periodo delle crociate
quale ultimo approdo cristiano nelle spedizioni in terra
santa. Non a caso nella città di Messina vi erano numerosi
ospedali, ospizi ed anche un lebbrosario per accogliere
quanti tornavano malati dalle spedizioni cristiane in
Palestina.
Rilanciato in età rinascimentale grazie all'opera di
fortificazione della città voluta da Carlo V, il porto,
inizia il declino a seguito della rivolta antispagnola che
vede la città contrapposta per circa quattro anni. Zanclon
e quindi Zancle fu il nome primigenio della città del
Peloro proprio per la forma arcuata della lingua di terra
che proteggeva naturalmente il porto cavo di Omero. Secondo
la mitologia greca fu proprio Saturno, il greco Kronos, a
lanciare dal cielo la falce eviratrice con la quale aveva
colpito il padre Urano. Dopo la riconquista spagnola viene
costruita la formidabile fortezza chiamata real cittadella
tra le più possenti architetture fortificate del
Mediterraneo in adeguamento alle nuove esigenze di difesa a
seguito dell'evoluzione delle artiglierie. Quindi dal forte
Don Blasco alla cittadella e poi con la lanterna
Montorsoliana ed il forte del santissimo Salvatore veniva
completata la protezione sul mare della città e del suo
straordinario porto. Vari governi intervennero
periodicamente concedendo il privilegio del porto franco
alla città di Messina. Tale provvedimento rendeva esenti da
tassazione le contrattazioni che avvenivano nel porto
peloritano. Un'agevolazione che contribuì in maniera
determinante all'arricchimento delle famiglie di "Mercadanti"
messinesi. Cinto nella parte occidentale da una serie
ininterrotta di alti edifici denominati la palazzata o
teatro marittimo, questo fronte a mare di straordinaria
bellezza, veniva considerato una delle meraviglie del mondo.
Il porto era dotato altresì di un lazzaretto e dominato al
centro dalla candida mole del palazzo reale voluto dai
normanni nel sito oggi occupato dalla dogana. Vi era inoltre
la monumentale fonte di Nettuno che consentiva
l'approvvigionamento idrico ai naviganti. Ultimi a reiterare
il privilegio del porto franco furono i borboni nel
tentativo di rilanciare l'economia cittadina. A seguito
dell'Unità tale privilegio venne sconsideratamente abrogato
con la conseguente progressiva decadenza delle attività
commerciali della città. Da alcuni mesi il porto è stato
trasformato in un cantiere per il rifacimento delle banchine
costruite negli anni trenta. L'Autorità portuale si propone
il rilancio del porto soprattutto puntando sul turismo
crocieristico ed utilizzando il negletto molo Norimberga. A
rischio quest'anno l'arrivo delle navi più importanti. Un
sacrificio necessario per l'adeguamento delle strutture
portuali. Domani insieme con il Giornale di Sicilia i
lettori avranno in omaggio una foto d'epoca di Alinari che
raffigura il porto.
23/5/2001
Fonte:gazzetta del
sud
Manifestazioni organizzate da
Quartieri e associazioni
Approdi e tir, torna in piazza la protesta
L'attenzione delle istituzioni sul tema degli approdi sembra
appena calare e subito si riaccende la protesta popolare. «Sono
trascorsi 26 giorni dalla riunione tenutasi alla presidenza
della Regione, ma la soluzione definitiva allo spostamento
degli attuali approdi dal viale della Libertà si allontana
sempre più». A scriverlo è il Comitato La nostra città
che sollecita l'intervento del prefetto perché «l'operazione
approdo a sud non rappresenti un nuovo imbroglio per questa
città. I cittadini hanno il diritto di conoscere
esattamente i progetti che si vogliono approvare, i
proprietari delle superfici interessate, le date certe dei
passaggi burocratici». Per tenere alto il tenore della
protesta, il Comitato ha organizzato per venerdì prossimo
un corteo che partirà alle 21 dal Boccetta e si fermerà
agli imbarchi delle Ferrovie dello Stato. Sempre venerdì si
muoverà anche il consiglio del VI Quartiere che aprirà
alle 9,30 la seduta consiliare per proseguire a Palazzo
Zanca dove si protesterà contro l'amministrazione. Lunedì
prossimo, invece, sempre il consiglio presieduto da Agatino
Bonarrigo organizzerà una marcia che partendo dalla sede
del quartiere giungerà al Comune attraversando Camaro,
viale Europa, via La Farina, via Cannizzaro e viale della
Libertà. Nel quartiere, come si legge in una nota, sono
state raccolte 2000 firme per la chiusura dello svincolo di
Messina Centro ai mezzi pesanti. Sempre in tema di passaggio
dei tir, il consiglio del XIV Quartiere rimarca che
l'ordinanza per l'interdizione del passaggio dei mezzi
pesanti da Boccetta a fasce orarie ha finito col trasferire
il problema altrove. Per ovviare a tale situazione, il
quartiere chiede la realizzazione di due bretelle che
colleghino lo svincolo di Gazzi con la via Comunale-S.
Filippo e con la parte a monte della copertura del torrente
Bordonaro, oltre ad una continua presenza dei vigili urbani
nella zona. Di attraversamento dei tir e di secondo approdo
parla poi il consigliere comunale Mario Rizzo, evidenziando
come «se non si potranno realizzare preliminarmente tutte
le condizioni ambientali e di vivibilità per i residenti
nella zona occorrerà studiare un'altra soluzione
abbandonando definitivamente l'ipotesi di localizzazione del
nuovo approdo nella zona di Tremestieri e Mili».
La Soprintendenza raccoglie l'invito
del sindaco per avviare l'opera di bonifica
«Recuperiamo l'affaccio a mare»
Si anima il
dibattito sulla necessità di recuperare e valorizzare il
water front urbano, una risorsa preziosa che Messina non ha
mai saputo sfruttare come investimento per il proprio
futuro. Il sindaco Leonardi, nei giorni scorsi, attraverso
la Gazzetta , ha sollecitato l'istituzione di una task force
per procedere, intanto, alla demolizione di tutte le opere
abusive. La Soprintendenza, ai suoi massimi livelli (la
dirigente Giovanna Bacci e i direttori di sezione Emanuela
Barbaro Poletti e Rocco Scimone), con una presa di posizione
congiunta, mette in evidenza «il forte stato di degrado
ambientale e monumentale in cui si trova il fronte a mare,
che richiede un sollecito e doveroso sforzo da parte di
tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche».
«Nell'ambito delle proprie finalità e competenze – si
afferma – la Soprintendenza valuta positivamente la
prospettiva della costituzione di una task force per l'avvio
di un programma operativo. Occorre, però, ampliare l'ambito
di definizione del water front , che si estende non solo dal
Parco Sabin alla Cittadella, ma comprende l'intera fascia
costiera, da Punta Faro alla zona falcata per proseguire
lungo l'asse della via Don Blasco». Particolare attenzione,
dunque, meritano per la Soprintendenza i monumenti della
penisola di S. Raineri, ricchissima di preesistenze da
valorizzare, per i quali l'Ente ha peraltro avviato progetti
tesi alla salvaguardia e al recupero. «Qualunque progetto e
intervento di carattere generale – si precisa – deve
necessariamente essere coerente con le linee guida del Piano
territoriale paesistico e improntato a criteri di
valorizzazione e fruizione dei monumenti e degli scorci
paesaggistici che qualificano l'affaccio a mare. Ne consegue
la necessità di prevedere la razionalizzazione, la
riconversione e, ove necessario, il trasferimento delle
attività presenti, con un piano anche a lungo termine, nel
rispetto delle risorse economiche e delle necessità
occupazionali». Nell'ambito del recupero del water front ,
un ruolo non trascurabile assume l'area della cittadella
fieristica. Su questo aspetto interviene il prof. Elio
Fanara, direttore del Cust (il Centro universitario di studi
sui trasporti), che non condivide l'ipotesi di realizzare un
pontile per le navi da crociera nello specchio di mare
antistante la Fiera. «Una tale soluzione – afferma –
non solo non è stata mai presentata negli studi già
realizzati, ma appare, allo stato, neppure ipotizzabile nel
contesto della predisposizione dei più avanzati “studi
particolareggiati ed elaborati economico-funzionali
necessari alla redazione del piano regolatore portuale”,
che il Cust a breve consegnerà all'Authority. Sarebbe,
invero, alquanto contraddittorio se il risultato delle
ricerche ci portasse da un lato a reclamare, come abbiamo
fatto, lo smantellamento di tutto ciò che non è
compatibile con la valenza paesaggistica del litorale;
dall'altro, a prevedere la costruzione di un non certo
minimale nuovo pontile di fronte alla Fiera, che finirebbe
per azzerare la “valenza paesaggistica della risorsa
Stretto”».
24/5/2001
Fonte:gds
Riprendono cortei e
fiaccolate
Ancora
proteste piovono dalle Circoscrizioni in merito alla vicenda
dei tir che transitano in città. Il VI Quartiere affila le
armi e, al pari del comitato "La nostra città",
annuncia per domani manifestazioni pubbliche. Il presidente
della circoscrizione Agatino Bonarrigo, ha comunicato in un
documento inviato al Sindaco ed al Prefetto, che sono state
raccolte oltre duemila firme di cittadini residenti sul
Viale Europa per chiedere la chiusura dell'uscita
Messina-centro ai mezzi pesanti.
Nell'ultima riunione svoltasi lunedì scorso nella sede del
Quartiere, il consiglio all'unanimità ha deciso di
attivarsi con forme di protesta collettiva, invitando tra
l'altro le altre Circoscrizioni a partecipare al corteo.
Quindi, il programma delle manifestazioni contro il transito
dei mezzi pesanti sarà il seguente: venerdì alle 9.30 la
dimostrazione partirà dalla sede del Quartiere ed arriverà
a Palazzo Zanca, per protestare contro l'Amministrazione;
lunedì 28 un altro corteo sarà organizzato per marciare
verso il Municipio.
Intanto, il comitato La nuova città per domani alle 21
procederà ad organizzare un corteo e fiaccolata radunando
il popolo cittadino antiTir. Il corteo marcerà di nuovo dal
Boccetta sino agli imbarcaderi. Sempre domani, ma alle 18,
altra manifestazione al Comune.
Fonte: gazzetta del
sud
Concitata riunione del
Consiglio del “Quartiere Normanno”
«No all'approdo a Tremestieri»
In un'atmosfera
di tensione e nervosismo, il Consiglio del III Quartiere
“Normanno” ha discusso sulla possibile ubicazione del
secondo approdo nel tratto costiero prospiciente il
villaggio di Tremestieri, a poca distanza dallo svincolo
autostradale. Il dibattito ha registrato toni accesi che a
stento il presidente, Antonino La Fauci, è riuscito a
stemperare e alla fine, pur con il manifesto e unanime
dissenso verso quella che è stata definita una scelta «iniqua»,
solo il time-out (che ha rinviato a oggi, alle 18, la
votazione definitiva) è servito a riportare la calma. Sale,
così, la febbre dell'approdo, sintomo della «malattia da
tir», che alla stessa stregua di una patologia contagiosa
si sta diffondendo, da nord a sud, in tutte le zone della
città. Già nei giorni scorsi il tratto indicato per la
realizzazione della contestata infrastruttura è stato
tappezzato di striscioni che riportano scritte contrarie
all'approdo. E scoppia la protesta che da queste parti è
rimasta per tanti anni latente, pur con problemi di assoluta
e obiettiva gravità, come il depuratore maleodorante (ma
quando si pensa alla copertura delle vasche?) e la discarica
di inerti di Vallone Guidari. Ora l'ipotesi dell'approdo per
il gommato sta rappresentando la classica goccia capace di
far traboccare il “vaso” della pazienza a una
cittadinanza che rifiuta di vedere trasformati i propri
villaggi nella pattumiera di tutta la città. Il Consiglio
del III Quartiere rifiuta questo ruolo e già oggi
pomeriggio, alla luce degli interventi di ieri, voterà
all'unanimità contro la possibile realizzazione
dell'approdo. La seduta di ieri ha visto la partecipazione
del presidente e di 13 consiglieri su quindici, e gli
interventi, pur partendo da basi e posizioni politiche
differenti, hanno concordato sul fatto che un provvedimento
così importante non doveva essere «calato» dall'alto,
come è avvenuto, ma discusso e confrontato
dall'amministrazione Leonardi con la circoscrizione
interessata. Sull'argomento nei giorni scorsi hanno
dibattuto altri consigli circoscrizionali della periferia
sud della città e, dal I al IV, tutti i Quartieri si sono
detti contrari all'opera. Ai lavori consiliari di ieri del
“Normanno” hanno partecipato numerosi cittadini e
rappresentanti di associazioni e comitati di lotta. Tra
questi, il Comitato spontaneo Messina sud, che oggi alle 11
nel salone degli specchi dei Palazzo dei Leoni terrà una
conferenza stampa, ha diffuso un comunicato nel quale si
legge che il sito scelto per l'approdo è «il meno idoneo
del Mediterraneo» per la sua collocazione a mare aperto,
perché maggiormente esposto alle avverse condizioni
meteomarine, per il forte impatto ambientale e per i danni
alla salute dei cittadini. Lo stesso comitato rileva,
inoltre, «che non risulta essere stata approfondita
abbastanza la possibilità di utilizzare l'area industriale
di Giammoro che, per vocazione, risulta essere l'area ideale
per la realizzazione di uno scalo commerciale». Intanto,
stamani alle 9, il Consiglio del IV Quartiere “Della
Calispera” sullo stesso tema si confronterà con
l'assessore alle Infrastrutture del territorio, Gianfranco
Scoglio; ma anche questa circoscrizione è su una posizione
di allerta per l'ipotesi (non tanto remota) di un possibile
transito dei tir dal nodo cruciale di Contesse-Minissale,
nel caso di obbligo di uscita a Tremestieri. Domani invece,
alle 18, al Comune assemblea cittadina sul problema del
passaggio dei tir in città a cura del “Movimento per la
liberazione di Messina”.
L'incidente
mortale al porto / Il camionista ha patteggiato otto mesi
Il camionista calabrese Antonino Plutino, 48 anni,
originario di Bova Marina, è comparso ieri mattina davanti
al gup Carmelo Cucurullo per rispondere di omicidio colposo.
La vicenda risale al 22 luglio del '99, quando l'uomo con il
suo mezzo, nei pressi della stazione marittima, causò la
morte della professoressa calabrese Maria Concetta Crucitti,
originaria di Melito Porto Salvo. Plutino ha patteggiato la
pena di otto mesi di reclusione. Morì in modo atroce la
professoressa Crucitti, alle 11 e 30 di quella maledetta
mattina di luglio. Mentre attraversava la strada in tutta
fretta, per salire su uno dei mezzi veloci delle Ferrovie,
finì sotto il tir Volvo “Fh12” condotto da Plutino. Il
tir, appartenente alla ditta Musolino di Reggio Calabria
(che gestisce il servizio di trasporti e spedizioni della
ditta Cavalieri), all'uscita dello svincolo autostradale,
dopo aver percorso il torrente Boccetta, imboccò la via
Vittorio Emanuele. Giunto all'altezza del quadrivio che
precede di una cinquantina di metri la stazione marittima,
dove si smista tutto il traffico pesante, il mezzo svoltò a
sinistra per entrare nell'area portuale. Il dramma si consumò
in pochi attimi, davanti all'imbocco della corsia di
smaltimento delle Ferrovie, proprio accanto alla sbarra
d'ingresso che regola l'accesso ai moli Rizzo e Peloro, dove
sono stati realizzati i terminal delle compagnie di
navigazione “N.g.i.” e Meridiano Lines. E proprio sulla
nave di quest'ultima società il tir doveva imbarcarsi,
l'autista aveva già contattato telefonicamente l'addetto
della biglietteria. Mentre stava per incolonnarsi l'autista
fu richiamato dalle grida delle persone che avevano
assistito al tragico incidente. La povera signora Crucitti,
piccola di corporatura, attraversò la strada forse
guardando il mezzo veloce delle Ferrovie fermo al terminal,
una cinquantina di metri più avanti, proprio accanto alle
invasature dei traghetti. Probabilmente urtò con la parte
posteriore destra del camion, poi venne letteralmente
risucchiata dalle grandi ruote. Con lei c'era la figlia
Silvia, che camminava una ventina di metri più avanti, con
un borsone in mano. Non capì subito cosa era accaduto. La
ragazza si girò di scatto quando una donna che camminava a
pohi passi da lei lanciò un urlo dopo aver visto il corpo
straziato della professoressa. Silvia tornò indietro sui
suoi passi, vide il cadavere della madre e svenne. Solo dopo
parecchie ore, all'Ospedale Piemonte, si riprese. Forse
sarebbe bastato poco per evitare questa morte atroce: un
vigile urbano o un semaforo funzionante avrebbero
risparmiato una vita stroncata in una zona dove ancora oggi
impera il caos.
25/5/2001
Fonte: gds
Spostiamo
i TIR a Giammoro!!
"Mandiamo
i Tir a Giammoro". Sette associazioni dicono
"no" alle scelte del Comune sulla soluzione del
problema mezzi pesanti. Adesso nella lotta anti-tir c'è un
cartello di movimenti. Da sud a nord la parola d'ordine è
una sola: "fuori i tir dalla città". Il messaggio
è chiaro: via dalla rada san Francesco e dal viale Bocceta
ma fuori anche dal viale Europa e dalla zona sud. Così,
ieri i rappresentanti di sette associazioni (La nostra città,
Comitato spontaneo Messina sud, Legambiente ionica,
Associazione Aurora, Comitato spontaneo per lo spostamento
del depuratore di Mili, Associazione Mondo Giovane Camaro,
Associazione vittime della strada), hanno sottoscritto un
documento che hanno inviato al sindaco Salvatore Leonardi,
alla Regione, al prefetto Giosuè Marino ed al presidente
della Provincia, Giuseppe Buzzanca. In sintesi, nel
documento, viene chiesto di annullare la delibera approvata
in consiglio comunale per la realizzazione del doppio
approdo all'Annunziata ed a Tremestieri. Viene pure
denunciato lo stato di disagio in cui da anni (a causa
dell'inquinamento atmosferico ed acustico) vivono gli
abitanti del viale Boccetta e quello di degrado in cui versa
l'intera zona sud. Alla fine, e questo rappresenta
l'elemento piu' importante, una richiesta che mette tutti
d'accordo in città: realizzare l'approdo per i Tir
nell'area industriale di Giammoro, già direttamente
collegata all'autostrada. Uno scalo da cui le navi
dovrebbero raggiungere non più Reggio Calabria o Villa San
Giovanni ma il porto di Gioia Tauro. A mettersi di traverso
ci ha però pensato il Movimento ambientalista di protesta,
guidato a Pace del Mela da padre Giuseppe Trifirò che, di
Tir e di smog, non ne vuole proprio sapere. Secondo i
rappresentanti delle associazioni invece l'approdo a
Giammoro non costituirebbe alcun danno alla salute dei
cittadini in quanto situato lontano da insediamenti
abitativi. La costruzione dello scalo potrebbe essere
finanziata con i fondi di Agenda 2000. In una nota ieri i
consiglieri provinciali della Destra sociale Russo, Fleres e
Arrigo hanno approvato l'iniziativa ricordando di aver
chiesto l'inserimento del porto di Giammoro nel piano
teritoriale dell'ente nell'aprile scorso.
"Uno
studio che non ho mai visto"
I "veleni
atmosferici" del Boccetta furono messi in evidenza da
un dossier approntato dall'istituto di chimica organica nel
'98 durante la gestione Providenti. Cinque mesi di
dettagliate analisi sulla qualità dell'aria finanziate
grazie a due miliardi resi disponibili sul programma
operativo plurifondo.
Ad operare una pattuglia di chimici che piazzarono una serie
di sofisticati apparecchi: analizzatori e gascromatografi. I
rilevatori controllarono 24 ore su 24 l'aria respirata nella
zone piu' a rischio: villa Mazzini, il cantiere del palazzo
della Cultura, largo Fontana Arena, il liceo Archimede. Ne
venne fuori una situazione sconfortante. I picchi di
benzene, idrocarburo altamente cancerogeno, superavano
sistematicamente la soglia consentita dalla legge:10
microgrammi per ogni metro cubo di aria.
Nel dicembre del '96 addirittura chi passava dalla via XXIV
maggio respirava sino a centro microgrammi di benzene. Una
quantità pari a dieci volte la soglia consentita. Prima
dell'estate dello scorso anno invece la Provincia reso noto
uno studio sulla concentrazione di Pm10, le polveri prodotte
dal motori alimentati a gasolio. Anche in quel caso il
superamento era evidente.
Il sindaco Salvatore Leonardi esclude di aver mai visto il
dossier universitario: "Sul mio tavolo - spiega il
primo cittadino che è tra i destinatari dell'avviso di
garanzia - non è mai arrivato. Per il Boccetta ritengo
comunque di aver fatto sino ad ora tutto il possibile per
evitare i disagi e l'inquinamento".
Fonte:gds
Avvisi
di garanzia
Entra
nel vivo l'inchiesta sull'inquinamento ambientale e acustico
rilevato in questi anni sul torrente Boccetta. La procura
della Repubblica ha emesso cinque avvisi di garanzia nei
confronti dell'ex sindaco Franco Providenti, dell'attuale
primo cittadino, Salvatore Leonardi, degli ex assessori
all'Ambiente Enza Sofo e Nando Barone e dell'attuale
responsabile del settore, Giuseppe Santalco. Sono accusati
d'omissione d'atti d'ufficio e violazione di norme
ambientali.
L'indagine prese avvio un anno fa sulla base di una serie di
esposti presentati a Palazzo Piacentini dai componenti del
comitato "La Nostra Città". I denunzianti
contestavano l'immobilismo degli amministratori locali, che
avrebbero violato alcune norme in tema di inquinamento. Una
in particolare. Quella che nel marzo dell'83, poi modificata
a maggio '88, obbligava gli enti locali ad un costante
monitoraggio della qualità dell'aria sull'intero territorio
comunale. Un anno più tardi gli inquirenti imputano negli
avvisi di garanzia agli ex ed agli attuali amministratori
comunali, di aver omesso di intervenire per impedire
l'emissione di sostanze inquinate, soprattutto sul viale
Boccetta, attraversato ogni anno da milioni di Tir, camion e
automobili.
A supporto della denuncia "La Nostra Città" fece
riferimento ad una scrupolosa analisi eseguita tra il '96 e
il '98 dall'istituto di Chimica organica dell'università.
Uno studio contenuto in una relazione di 150 pagine, rimasta
per anni nei cassetti di palazzo Zanca e che il sindaco
Leonardi dichiarò di non avere mai visto. Gli esperti della
facoltà avevano accertato in oltre cinque mesi che i
livelli di benzene e anidride solforosa, composti altamente
cancerogeni, superavano di quasi il 40 per cento il tetto
consentito.
L'inchiesta, dall'avvio molto tormentato perch‚ appariva
incerta la configurazione del reato, fu aperta inizialmente
contro ignoti. La Procura acquisì la relazione
dell'Università, una serie di documenti e numerose
testimonianze prima di emettere i provvedimenti.
Fonte: gazzetta del sud
I 5 avvisi di
garanzia per l'inquinamento sul Boccetta
Parla l'ex primo cittadino Abbiamo fatto il
possibile
L'ex sindaco
Franco Providenti, raggiunto da un avviso di garanzia
nell'ambito dell'inchiesta sul caso-Boccetta, spiega che per
quanto riguarda la sua sindacatura «il monitoraggio del
Boccetta era predisposto dalla Provincia, in base ad un
accordo stipulato con il Comune, se non ricordo male nel
1992. La Provincia forniva i dati all'Organo tecnico,
formato da vari enti, vale a dire Comune, Provincia,
Regione, Ausl, e poi da una serie di esperti di settore. Era
l'Organo tecnico che verificava periodicamente i dati
forniti dalla Provincia e suggeriva al sindaco alcuni
interventi. In base a questi elementi per esempio, durante
la mia sindacatura sono state prese alcune contromisure: la
fluidificazione del traffico sul Boccetta, che ha fatto
crollare il “pm10 ” (la concentrazione delle polveri)
notevolmente, mentre gli idrocarburi policiclici sono sempre
stati nella norma». «Ma non ci siamo limitati solo a
questo – prosegue Providenti –, abbiamo messo in
cantiere altri interventi: la realizzazione del bollino blu,
il piano triennale di tutela ambientale, con un
finanziamento di tre miliardi da parte del ministero
dell'Ambiente, che prevedeva tre miniautobus elettrici e la
scala mobile nel tratto via Felice Bisazza-Circonvallazione.
C'era anche il progetto di zonizzazione acustica dell'intera
città, per non parlare poi del progetto per la via don
Blasco e lo snellimento delle procedure che ha portato
all'appalto degli svincoli. Oggettivamente più di questo
non potevamo fare». – E per quanto riguarda lo studio
della facoltà di Chimica? «Il prof. Corrado Caristi, della
facoltà di Chimica, aveva un suo progetto di studio
finanziato dall'Unione europea. Venne da noi per avere
l'autorizzazione a posizionare le centraline sul Boccetta,
centraline che si badi bene rispondevano ad esigenze
scientifiche ma non ai parametri del Decreto ministeriale,
insomma erano cosa diversa da quelle installate della
Provincia. Noi come Amministrazione a suo tempo provvedemmo
ad allacciare l'energia elettrica per le centraline del
prof. Caristi. Posso affermare tranquillamente – prosegue
Providenti –, che i risultati del suo studio il prof.
Caristi non li ha mai consegnati. E proprio per questa
mancata consegna, dopo tutta la disponibilità dimostrata,
siamo arrivati al punto che il dott. Camaioni, il
funzionario responsabile del settore, visto che non ci
consegnava nulla, interruppe l'erogazione di energia
elettrica alla centraline dell'Università. In ogni caso –
conclude Providenti – questi risultati non erano
essenziali per noi, ma potevano arricchire le nostre
conoscenze in materia. Mi risulta comunque che neanche alla
Provincia siano mai stati forniti questi dati elaborati
dall'equipe del prof. Caristi».
Il caso-Boccetta / Il sindaco Leonardi,
il predecessore Providenti, l'assessore Santalco e gli ex
Sofo e Barone
Cinque indagati
Omissione d'atti d'ufficio e reati ambientali
Svolta
nell'inchiesta “numero 2” sul caso-Boccetta, quella
relativa alle responsabilità amministrative di tanti anni
di inquinamento e traffico stradale (un altro fascicolo,
assegnato dal procuratore Luigi Croce al sostituto
procuratore Maria Pellegrino, si occupa del devastante
incidente stradale dell'aprile scorso, quando un tir
“impazzito” travolse 26 auto e ferì due persone). Il
procuratore aggiunto Pino Siciliano e il sostituto
procuratore Giuseppe Farinella hanno inviato infatti cinque
informazioni di garanzia ipotizzando una serie di reati
amministrativi e ambientali a cinque persone, che risultano
indagate. Si tratta del sindaco Salvatore Leonardi, dell'ex
primo cittadino Franco Providenti, dell'assessore comunale
in carica all'Ambiente Giuseppe Santalco e dei due colleghi
che lo hanno preceduto Enza Sofo e Ferdinando Barone.
LE ACCUSE – Il quadro delle accuse mosse dai magistrati
agli amministratori è piuttosto complesso, e probabilmente
riguarda delle ipotesi di reato che sono state formulate di
rado in Italia. È contestata innanzitutto l'omissione di
atti d'ufficio prevista dall'art. 328 c.p., ma si tratta di
differenti valutazioni nei confronti di Providenti e Sofo da
un lato e Leonardi, Barone e Santalco dall'altro. I primi
due avrebbero omesso di predisporre, in corrispondenza del
Boccetta, i sistemi permanenti di monitoraggio delle
concentrazioni di benzene, idrocarburi policiclici aromatici
(IPA) e frazione respirabile delle particelle sospese
(PM10); non si sarebbero attivati per raggiungere
l'obiettivo di qualità per gli anni '96 e '97 relativo alle
frazioni di particelle sospese PM10; avrebbero omesso di
adottare le misure di limitazione della circolazione
stradale nella zona del Boccetta; e infine avrebbero omesso
di provvedere all'effettuazione di sistemi di controllo
sull'attivazione di dispositivi di recupero dei vapori di
benzina impianti nuovi e preesistenti di distribuzione dei
carburanti. Leonardi, Barone e Santalco sono accusati invece
di: aver omesso di adottare le misure di limitazione della
circolazione stradale al Boccetta; non aver provveduto a
realizzare sistemi di controllo sull'attivazione di
dispositivi di recupero dei vapori di benzina per gli
impianti nuovi e preesistenti di distribuzione dei
carburanti; non aver provveduto all'effettuazione della
valutazione preliminare della qualità dell'aria del
territorio comunale, con le aree maggiormente interessate
dall'inquinamento e della popolazione in esse presente, ivi
compresa quella del Boccetta; non aver preparato un rapporto
annuale e di non aver applicato le misure previste proprio
in relazione al rapporto annuale; e infine avrebbero omesso
di adottare comunque, in via precauzionale, le misure di
limitazione o divieto della circolazione ai fini della
prevenzione dell'inquinamento atmosferico nella zona del
Boccetta. Ma ci sono altre due ipotesi di reato ben precise
che vengono contestate ai cinque amministratori in carica e
non, vale a dire il «Getto pericoloso di cose» previsto
dall'art 674 c.p. e il «Disturbo delle occupazioni e del
riposo delle persone», previsto dall'art. 659 c.p.. In
sostanza secondo i magistrati Siciliano e Farinella, da un
lato non sarebbero state impedite in questi anni le
emissioni offensive e moleste di inquinanti atmosferici
provocate dagli autoveicoli in circolazione al Boccetta,
dall'altro non sarebbe stata impedita la circostanza che,
attraverso il passaggio dei camion e dei tir, con l'abuso di
«strumenti si segnalazione acustica», venissero disturbati
«l'occupazione e il riposo della persone residenti al
Boccetta».
I
Comitati compatti «Tir fuori dalla città»
L'unione fa la
forza. L'hanno compreso i comitati costituiti per espellere
il traffico dei tir dal centro urbano e quelli contrari alla
realizzazione dell'approdo di emergenza a Tremestieri perché,
per entrambi, la cosa peggiore è spostare il problema, in
tutto o in parte, in un'altra parte della città. E così
ieri i comitati «La nostra città», Messina Sud e
Depuratore Mili, l'Associazione Aurora di Galati e
Mondogiovane di Camaro, e Legambiente, hanno spiegato
l'unione con «una posizione nell'interesse generale della
città che non vuole sposare progetti estemporanei». Saro
Visicaro ha criticato il Comune per talune
"incoerenze" (dalla bocciatura di un progetto
d'approdo a sud costato 4 miliardi, alla ben diversa
configurazione dell'approdo a Tremestieri contenuta nella
delibera del 20 giugno 2000 «decisa per non decidere»)
fino ai nuovi miliardi previsti per l'approdo d'emergenza:
«Nello studio preliminare – osserva Visicaro – si parla
di "minimizzare" l'interferenza del traffico
gommato con la viabilità esistente: non si sceglie certo di
risolvere il problema dei tir!». Lillo e Giovanni Ferrara
hanno denunciato "l'inaccettabile silenzio" sceso
sul pronunciamento unanime, nel '96, di sei Quartieri che
avevano chiesto di ubicare gli approdi per i tir tra Messina
e Milazzo. Hanno raffrontato la decisione di realizzare
approdi a ridosso dell'abitato di Tremestieri con tutta una
serie di indirizzi per la salute e l'ambiente: dal Forum di
Rotterdam del 1984 a più recenti dichiarazioni del ministro
dei trasporti e del segretario nazionale della Cgil fino
all'ultima esortazione, a Messina, del presidente Ciampi. La
soluzione più percorribile appare, al momento, quell'area
industriale di Giammoro dove «esiste già un collegamento
autostradale. L'approdo per i Tir significherebbe qui il
rilancio di un retroterra industriale. A Tremestieri basta
guardare dall'alto e si vede che c'è solo sabbia».
Oggi intanto alle 18 assemblea al Comune indetta dal
Movimento di liberazione di Messina. Alle 21 partirà dalla
chiesa dell'Immacolata, a Boccetta, la fiaccolata
organizzata dal comitato “La nostra città” che si
concluderà al porto.
26/5/2001
Fonte:gds
Il Movimento liberazione per
lo scalo a Tremestieri
Nonostante siano
state temporaneamente tamponate le minacce di protesta delle
Circoscrizioni della zona sud della città, il
"Movimento di liberazione per Messina" e il
"Comitato la Nuova Città" tornano a farsi
sentire.
Ieri pomeriggio, la sala di rappresentanza di Palazzo Zanca
ha ospitato una nuova assemblea aperta al pubblico sul
problema del passaggio dei Tir dla centro città.
Nell'incontro organizzano dal "Movimento di
liberazione", Renato Accorinti, portavoce
dell'associazione, ha fatto il resoconto sulle iniziative
prese, sugli incontri avuti con il prefetto e il sindaco e
sulla soluzione scelta alla Regione che metterebbe in prima
linea l'ipotesi di approdo a Tremestieri, "unico scalo
_ secondo lo stesso Accorinti - idoneo a risolvere in
maniera definitiva gli inconvenienti derivanti dallo smog,
dal traffico e dal pericolo per l'incolumità della salute
pubblica".
Tenuto conto dei disagi scaturiti in città dopo le ultime
ordinanze riguardanti la viabilità, l'ivito a partecipare
è stato esteso anche ai consigli di quartiere ed a tutti i
comitati al fine di promuovere iniziative comuni.
Parallelamente il "Comitato la Nostra Città" ha
dato vita alla terza fiaccolata notturna delle ultime
settimane. La manifestazione ha preso il via alle 21 dalla
piazzetta antistante la chiesa dell'Immacolata e si diretta
verso la Stazione ferroviaria. In questa occasione sono
state molto meno le presenze dei cittadini che sono scesi in
piazza.
Non più di un centinaio di aderenti a La Nostra città.
Ma Impiduglia
non ci sta: da quindici anni soffriamo
Il Nono
quartiere insiste per la realizzazione dell'approdo a sud.
Sempre piu' acceso il dibattito sulla realizzazione del
nuovo approdo. Ad intervenire ieri matina con una lunga nota
il presidente del quartiere San Leone Luigi Impiduglia.
"Assistiamo ad un proliferare di iniziative - scrive
Impiduglia - che vengono osteggiate o strumentalizzate a
seconda degli interessi che toccano. La verità è che da
anni proponiamo lo spostamento degli imbarcaderi a sud non
per danneggiare i residenti di altre zone ma solo perchè
l'autostrada Messina-catania costeggia il mare e ci sono
aree libere lontane dai centri abitati". Secondo
Impiduglia l'improvviso insorgere delle circoscrizioni che
non vogliono i Tir sul proprio territorio potrebbe portare
ad una nulla di fatto. Si rischia insomma che tutto rimanga
come prima e che i Tir tornino sul Boccetta. la proposta di
Impiduglia invece è di sopportare tutti lo stesso peso e
lavorare per la realizzazione degli approdi a sud e di una
bretella preliminare
Tir, tregua fra
quartieri sud e Comune: verso la revoca il transito ad
orario
Settimana di
tregua fra l'amministrazione e i presidenti di quartiere
della zona sud "messi in disparte" dai vertici di
palazzo Zanca.
Nell'incontro di ieri mattina, il rappresentante del
sindaco, Gianfranco Scoglio, assessore alle infrastrutture,
è riuscito a sedare gli animi. Lunedì verrà sottoscritto
un documento in cui Salvatore Leonardi si farà carico di
convocare tutte le parti direttamente interessate per
giungere ad un compromesso sul transito dei Tir nel centro
urbano. L'ordinanza sulla fasce orarie del viale Europa e
sul passaggio notturno dagli svincoli di Gazzi e
Tremestieri, del gommato pesante con carico pericoloso, non
ha riscosso successo tra le file della cittadinanza.
"L'amministrazione continuava a prenderci in giro _
esordisce Antonino Scibilia, presidente del XIV Quartiere _
il provvedimento preso in extremis per far respirare i
residenti del Boccetta ha solo trasferito il problema da una
parte all'altra della città ma certamente non l'ha
risolto".
Agatino Bonarrigo, esponente della VI Circoscrizione, pur
rimanendo solidale con i colleghi della "discesa della
morte" chiede "la revoca immediata del
provvedimento, la realizzazione della via del mare per il
traffico leggero e la veloce realizzazione del porticciolo
di Giammoro, dove dovrebbero essere dirottati i bisonti
della strada".
Più tollerante, la dichiarazione rilasciata dal presidente
del IV Quartiere, Rosario Santoro che lamenta "la
carenza di controlli sulla Statale 114 da parte dei vigili
urbani e della protezione civile". Santoro ha poi
aggiunto che sarebbe favorevole all'approdo di Tremestieri
se "il nuovo scalo contribuisse allo sviluppo e alla
riqualificazione dell'area". Alla presa di posizione
delle varie Circoscrizioni della zona sud si affianca la
controffensiva dei Quartieri a nord.
Fonte: gazzetta del
sud
emergenza tir / Ieri
sera un corteo ha raggiunto la stazione marittima
Ancora una manifestazione al
Boccetta
Un passo
indietro. E non piccolo. Appena 150 persone hanno
partecipato ieri sera alla fiaccolata organizzata dal
comitato “La nostra città” e che dal viale Boccetta si
è mossa stavolta non verso gli imbarcaderi privati della
rada San Francesco ma in direzione della Stazione marittima
delle Fs: una scelta programmata già da tempo, ma che ha
assunto un particolare valore “simbolico” in
concomitanza con l'udienza preliminare per la morte della
professoressa calabrese Maria Concetta Crucitti, schiacciata
e uccisa il 22 luglio del '99 (proprio alla Marittima,
davanti i terminal di Diano e Ngi) da un autoarticolato il
cui autista, accusato di omicidio colposo, ha patteggiato
mercoledì scorso otto mesi. Non una grande folla, dunque,
anche se l'arrivo dei manifestanti alla Marittima proprio
mentre attraccava un traghetto ha creato qualche problema al
deflusso dei tir dall'imbarcadero: l'effetto
“scenografico” di decine di fiaccole accese, tuttavia,
anche stavolta è stato notevole. Se quella di ieri non è
stata la protesta più riuscita in termini numerici (le
ultime, inscenate prima delle elezioni, avevano visto oltre
duemila persone “marciare” prima sulla rada San
Francesco e in seguito sull'aula consiliare di Palazzo Zanca),
tuttavia va segnalato un allargamento del fronte del “No
ai tir”: ai manifestanti si è unito in questa occasione
anche un comitato spontaneo della zona Sud, come segno di
una protesta comune che vuole i tir fuori dalla città e
“dirottati”, in particolar modo, verso Giammoro: una
posizione, questa, che non trova peraltro tutti d'accordo.
Chi d'accordo non è, per esempio, è il Movimento per la
liberazione di Messina, che ha lanciato nelle scorse
settimane la proposta di un approdo a Tremestieri che non
interferisse con la Statale 114 (evitando dunque i possibili
problemi per la circolazione nel tratto di intersezione,
lungo circa 900 metri, secondo la precedente proposta della
Capitaneria di porto) così come è stato quindi recepito
dalla Regione, che ha pronto un progetto di massima
elaborato proprio sulla falsariga di quella proposta, vale a
dire senza alcuna interferenza con la Ss 114. Ieri, il
Movimento ha organizzato un'assemblea pubblica svoltasi nel
pomeriggio nel salone di rappresentanza di Palazzo Zanca; ma
anche questa manifestazione non è stata premiata da una
partecipazione particolarmente consistente. Appena una
trentina, infatti, i cittadini che si sono ritrovati al
Comune per discutere dei vari aspetti della questione
nonostante fossero stati invitati tutti i vari comitati e
movimenti che si sono sensibilizzati sul problema del
Boccetta e, più in generale, dell'attraversamento del
centro città da parte dei mezzi gommati negli ultimi mesi.
Proprio su questo problema, e in particolare sul
provvedimento delle fasce orarie e sul progetto di
realizzazione di un approdo per il gommato a Tremestieri, in
mattinata i rappresentanti di alcuni Quartieri avevano
incontrato l'assessore comunale Gianfranco Scoglio. I
presidenti e consiglieri di III, IV, VI e VIII
circoscrizione (ma anche altri Quartieri erano rappresentati
per delega) hanno lamentato all'amministrazione come
l'adozione delle fasce orarie abbia di fatto aggravato il
problema del traffico in corrispondenza con gli svincoli
autostradali, non accettando la “distribuzione” dei Tir
sull'intero territorio cittadino. Sull'altro argomento
trattato, quello relativo all'approdo a Sud, si sono
palesate due “correnti di pensiero”: una che vuole lo
spostamento fuori dal capoluogo, in particolare a Giammoro
(ma Scoglio replica: «È un'ipotesi che sembrerebbe un
tentativo di “scaricare” semplicemente altrove un
problema della città»), mentre l'altra chiede un confronto
sui progetti. E anche qui, la cosa non è facile perché la
Regione ha elaborato solo un progetto di massima, e per
quelli presentati dai privati occorrerà attendere il
termine del 30 giugno per il project financing . I
rappresentanti dei Quartieri hanno chiesto
all'amministrazione un incontro con il prefetto Giosuè
Marino e con il Comitato per l'ordine e la sicurezza
pubblica: «Il sindaco lo richiederà per la prossima
settimana», ha assicurato Scoglio.
27/5/2001
Fonte:gazzetta del sud
boccetta / Sono 917 i mezzi
passati al setaccio dei vigili urbani
I controlli funzionano
Proposte tre fasce orarie per i tir
L'asse
Boccetta, da tempo al centro dell'attenzione per l'emergenza
tir, continua ad essere “monitorata” della polizia
municipale che, negli ultimi tempi, ha anche rafforzato i
controlli sui tir, la velocità dei mezzi in transito e i
gas di scarico. Nei giorni scorsi gli uomini del Reparto
operativo mobile, comandati dallo specialista di vigilanza
urbana Santi Vita e coordinati dagli specialisti La Mazza e
Ferrara, hanno controllato 118 mezzi pesanti, contestando
101verbali per inosservanza all'ordinanza sindacale 212. Gli
agenti hanno anche controllato con l'autovelox 648 veicoli
accertando 48 violazioni ai limiti di velocità. Sempre sul
viale Boccetta, e anche sulla strada statale 114, sono stati
controllati per i gas di scarico 23 autocarri, mentre 14
sono state le contravvenzioni elevate per emissioni
inquinanti fuori dai limiti consentiti. Nell'àmbito del
servizio sono stati elevati 172 verbali per inosservanza
alla legge sull'obbligatorietà del casco e per l'assenza
dei documenti di circolazione, provvedendo anche al
sequestro di 9 ciclomotori per mancanza di assicurazione e a
11 fermi amministrativi. Intanto ieri, dopo le proteste di
cinque quartieri (I, II, III, IV e VI) in merito al
“dirottamento” dei mezzi pesanti nella zona sud, il
Comitato “La nostra città”, in una nota, afferma che «i
divieti e le limitazioni orarie di transito vengono da anni
applicati in tutta Europa attraverso accordi tra le
amministrazioni e le categorie dei trasportatori. I Paesi
comunitari (Italia compresa) intervengono finanziariamente a
sostegno del trasporto gommato privato. Tra il nostro Paese
e l'Austria – si legge nella nota – sono stati
concordati contingentamenti affinché l'inquinamento
prodotto dal passaggio dei tir sia drasticamente ridotto.
Considerando tutto ciò il Comitato ha proposto, come primo
passo verso la risoluzione definitiva del passaggio dei
mezzi pesanti, l'applicazione di tre fasce orarie di un'ora
ciascuna per tutti gli svincoli. Tale ipotesi è stata già
sottoposta all'attenzione del prefetto e di tutte le
circoscrizioni tanto che alcuni consigli di quartiere si
sono già dichiarati favorevoli. Tutto – conclude la nota
– al fine di non considerare più il viale Boccetta come
“valvola di sfogo” per il traffico gommato pesante».
Fonte:gds
Alleati i quartieri delle zone
nord e sud : "No ai bisonti della strada dal
centro"
La terza
fiaccolata contro i Tir organizzata dal comitato "La
Nostra Città", non ha riscosso il successo sperato.
Solo qualche centinaio di cittadini ha preso parte alla
marcia di protesta che dal Boccetta si è spostata sulla
cortina del porto, in prossimità della stazione
ferroviaria, per rendere omaggio alla donna travolta e
uccisa da un camion nell'estate del '99. L'associazione di
Saro Visicaro è irremovibile: "Fuori i Tir dalla città,
tre turni fasce orarie estese a tutti gli svincoli
autostradali, no alla rada S. Francesco ed ai progetti con
il trucco".
Questa volta, però, i quartieri di nord e sud hanno fatto
fronte comune contro il passaggio dei "bisonti della
strada" nel centro urbano. Unica nota di scontro, la
divergenza d'opinione sull'approdo che dovrebbe realizzarsi
nella zona di Tremestieri. Ovviamente i residenti della III
e IV circoscrizione non vogliono "ospitare" il
nuovo scalo, adducendo come scuse le problematiche d'impatto
ambientale e le eventuali interferenze con la Statale 114.
Di tutt'altro parere il presidente dell'Ordine degli
Architetti, Dario La Fauci. Secondo il punto di vista del
professionista "Tremestieri è la scelta
urbanisticamente più idonea che se ben sfruttata darebbe
sfogo alle imprese della zona sud. La compatibilità con
l'ambiente potrebbe essere ostacolata solo dall'accertamento
sui fondali". Ma La Fauci non disdegna l'estrema
soluzione di Giammoro che "fungerebbe da volano per
l'entroterra della provincia".
Intanto l'amministrazione boccia, perch‚ ritenuto troppo
costoso, il progetto di studio interdisciplinare promosso
dall'Università, sui "veleni" del Boccetto. Il
rettore dell'ateneo, Gaetano Silvestri si aspettava maggiore
attenzione da parte delle istituzioni e annuncia che
"l'iniziativa verrà portata avanti con i fondi
dell'Università".
In attesa di ulteriori sviluppi, Renato Accorinti, leader
del "Movimento di liberazione per Messina", si
dichiara apertamente soddisfatto per la decisione di
spostare l'approdo di un centinaio di metri a sud di
Larderia, zona in cui non darebbe più "noia" alla
Statale 114.
29/5/2001 ( tg5 )
A proposito di tunnel
all'Annunziata...
TIR in fiamme in galleria
Poteva essere
una strage, un'altra dopo quella sotto il tunnel del Monte
Bianco: ancora una volta un tir è andato a fuoco e, in una
manciata di secondi, è stato il panico .
Sull'autostrada del Frejus, sotto la galleria Prapuntin, la
più lunga che conduce al valico, 19 persone sono state
intossicate. E' accaduto quando, a circa un chilometro e
mezzo dall'inizio della galleria (lunga in tutto 4.400
metri) è scoppiato il pneumatico sinistro del semirimorchio
attaccato alla motrice di un tir che procedeva in direzione
Torino. Si è sviluppato un incendio che ha completamente
distrutto il semirimorchio ( trasportava barbabietole) e
gravemente danneggiato la motrice. L'allarme è stato
immediato, perchè proprio sotto il tunnel c'era il capo del
distaccamento dei vigili del fuoco di Susa che si stava
recando a Torino. E' riuscito ad uscire in auto dalla
galleria assieme all'autista del tir, un romeno, Florian
Copil, 44 anni, che nel frattempo aveva azionato il sistema
d'allarme che c'è in galleria. Sono stati, però,
sufficienti pochi secondi perchè il fumo, passando
attraverso i by-pass (i corridoi di collegamento) riempisse
l'altra galleria, quella che corre in parallelo e che
conduce al Frejus. Una cortina fumogena fitta che ha subito
provocato il tamponamento di due camion. La galleria è
rimasta così bloccata. Alcuni automobilisti sono riusciti a
fare marcia indietro e a mettersi in salvo, altri hanno
abbandonato la vettura e hanno raggiunto a piedi l'uscita
grazie all'intervento di una pattuglia della polizia
stradale di Susa e personale della Sitaf, l'azienda che
gestisce l'autostrada del Frejus. Sempre in Piemonte
un'altra disgrazia. Due persone sono morte carbonizzate e
altre due sono rimaste ferite nella caduta dell' elicottero,
un "Eljwest" a quattro posti di proprietà di una
ditta di Asti. L' incidente è accaduto nella zona di
Condove, in valle Susa, in località Mocchie Molette.
Fonte:gazzetta del sud
L'inchiesta sulle denunciate
omissioni che avrebbero causato l'inquinamento lungo il
viale Boccetta
Interrogato il Sindaco
Dal pm anche l'assessore Santalco e l'«ex» Barone
Il sindaco
Salvatore Leonardi è stato interrogato ieri pomeriggio dal
sostituto procuratore Giuseppe Farinella nell'ambito
dell'inchiesta aperta sull'inquinamento del viale Boccetta.
Il primo cittadino è stato accompagnato dal difensore di
fiducia avvocato Nino Favazzo e si è intrattenuto per oltre
un'ora nella stanza del magistrato. Sempre ieri, ma nel
corso della mattinata, sono stati interrogati l'attuale
assessore all'Ambiente Giuseppe Santalco, assistito sempre
dall'avv. Favazzo, e l'ex assessore Ferdinando Barone,
difeso dall'avv. Giuseppe Forganni. Sul contenuto dei
colloqui vige ovviamente il massimo riserbo. Non è stato
ancora deciso quando saranno sentiti l'ex sindaco Franco
Providenti, impegnato a Roma, e l'ex assessore Enza Sofo. I
cinque indagati, raggiunti la settimana scorsa da un avviso
di garanzia, sono stati chiamati a fornire giustificazioni
su una presunta omissione di atti d'ufficio, sul disturbo
della quiete pubblica e su violazioni delle leggi
ambientali. In particolare, secondo quanto ipotizzato dalla
Procura, non avrebbero impedito le emissioni inquinanti
provocati dai mezzi che transitano sul Boccetta, peraltro
con l'abuso di strumenti di segnalazione acustica, e di
avere tenuto, ciascuno nella qualità e nelle funzioni di
pubblici ufficiali, una condotta omissiva non predisponendo
sistemi permanenti di monitoraggio delle concentrazioni di
benzene, di effettuare una valutazione preliminare della
qualità dell'aria nel territorio comunale, di adottare
misure di limitazione della circolazione stradale al fine di
prevenire l'inquinamento atmosferico.
29/5/2001 ( Adele
Fortino-TeleVip )
Cari
Cittadini Messinesi,
a
conclusione della campagna elettorale che ha molto
influenzato la protesta antiTIR vediamo che cosa è rimasto
di questa protesta, fuori dai polveroni ideologici e
politici, protesta che è stata molto interessante perchè
ha investito e coinvolto fasce trasversali di una società
civile, quella Messinese appunto, in genere refrattaria e
restia a simili forme di manifestazione.Ora
di questa protesta possiamo buttare nel dimenticatoio le
fasce orarie che
si sono rilevate inidonee perché hanno finito con lo
spalmare sull’intera città
un disagio che fino ad ora è stato soltanto del
boccetta e come avevamo preconizzato è avvenuto quello che
gli americani chiamano la sindrome del NIMBY ( cioè non in
my back yard ),portate
i TIR dappertutto tranne che nel mio giardino infatti
abbiamo visto che via via che i Tir passavano dagli altri
quartieri hanno sollevato proteste enormi ed hanno
dichiarato il loro diritto a non volere i Tir, quindi fasce
orarie nel cestino. Per quanto riguarda la strada del mare
che anche questa avrebbe la controindicazione di spalmare il
traffico su arterie già terribilmente appesantite e pare
che non abbia molto all’iure
in questo momento, invece la proposta di buon senso,
l’ipotesi di buon senso, che sta convincendo tutti i
cittadini e tutte le Istituzioni ( questo è importante ) è
quella di un pacifista: Renato Accorinti che è il portavoce
di una serie di intellettuali e professionisti della città
che hanno pensato a come si puo’ venire incontro a questo
problema dei Tir nell’immediato, sappiamo che il problema
dei Tir, nel momento in cui il sistema dei trasporti
nazionale adotterà le autostrade del mare, il trasporto via
treno, il trasporto via cargo, potrà essere risolto, ma
questo nel medio termine, mentre nel breve periodo si è
pensato ,appunto, a questo approdo a Tremestieri che Renato
Accorinti e il gruppo di Renato Accorinti ha risolto
pensando ad una zona di Tremestieri che non passi dalla
statale 114 e non passi dal centro urbano si da non dare
fastidio ad alcuno e da risolvere, per lo meno nel breve
periodo questo problema. La cosa che ci preme sottolineare
è che proprio
un non politico come Renato Accorinti abbia partorito
l’unica proposta accettabile dalle Istituzioni e che le
Istituzioni hanno di fatto accettato e questa era la cosa
che mi premeva sottolineare. Quindi a ben risentirci…Cari
Cittadini Messinesi.
30/5/2001
Fonte:gazzetta
del sud
Era ora: per
i tir divieto di sorpasso
Limiti di velocità e divieti di sorpasso per i mezzi
pesanti. I provvedimenti disposti ieri dall'amministrazione
comunale confermano come la nostra città per troppi anni
sia stata costretta a vivere in condizioni del tutto
anormali rispetto alle altre città italiane ed europee.
Finora, infatti, non esisteva alcuna misura di tal genere.
Adesso, invece, su viale Boccetta vigerà il divieto di
sorpasso in entrambe le direzioni di marcia per i mezzi a
carico superiore a 3,5 tonnellate. Su via Vittorio Emanuele,
nel tratto compreso tra Boccetta e piazza Unità d'Italia, e
in viale della Libertà (tra la Prefettura e viale Giostra),
nel senso di marcia sud-nord, è stato istituito il limite
massimo di velocità di 30 chilometri orari oltre al divieto
di sorpasso. Sempre su viale della Libertà, nel senso di
marcia sud-nord, all'intersezione con via Brasile, saranno
consentite le direzioni di marcia diritto, sinistra ed
inversione mentre su via Brasile, in direzione monte-mare,
saranno consentite la svolta a destra e a sinistra sul viale
della Libertà. Questi ultimi provvedimenti, in particolare,
sono finalizzati ad una migliore fluidificazione del
traffico alla luce anche della presenza dei cantieri del
tram su viale della Libertà.
Fonte: gds
Scalo
a Tremestieri il secondo quartiere ribadisce il suo no
Il Secondo Quartiere ha votato un secco no all'ipotesi di
approdo a Tremestieri. Nell'assemblea di ieri sera, ben
dieci consiglieri della circoscrizione "Santo
Stefano" si sono detti contrari allo studio di
fattibilità dell'opera, lamentando che si vogliono
"scaricare" sulla zona sud del capoluogo i
problemi del traffico. L'unico consigliere favorevole è
stato Giacomo Maressa, mentre si sono astenuti i due
componenti dei Democratici di Sinistra. Nelle prossime ore
verrà stilato un comunicato stampa.
30/5/2001
( Comunicato stampa n° 80 del Comitato la
nostra città )
Fumo
Passivo
Domani,
in occasione della giornata mondiale contro il fumo, il
Comitato la nostra città ha organizzato un sit-in per
sensibilizzare i cittadini sulla "violenza
pubblica" che devono subire a causa dell'inquinamento
dell'aria causato dai TIR. L'amministrazione comunale,
nonostante gli avvisi di garanzia per reati ambientali non
ha ancora provveduto a realizzare una rete di monitoraggio
dell'aria in tutta la città così come è previsto dalla
normativa vigente. I rilevamenti effettuati sulle emissioni
dei mezzi pesanti sono inadeguati, approssimativi e
assolutamente insufficienti per conoscere lo stato della
"Qualità dell'Aria". Gli inquinanti pericolosi e
nocivi diffusi ormai in tutta la città rappresentano un
rischio gravissimo per la salute. Aria sana sarà
distribuita GRATIS, domani 31 Maggio dal Comitato la Nostra
Città alle ore 10,00 all'incrocio tra il viale Europa e la
via Cesare Battisti ( Ponte Zaera ).
31/5/2001
bob brown
Cronache
dal salotto buono
Sono passati
appena due mesi dall'ennesima sfiorata strage sul Boccetta
e la situazione appare, come al solito, tornata
"normale".
Non sono
bastati i balletti, i finti proclami, le
"proficue" conferenze di servizi cui hanno
partecipato tutti i rappresentanti delle istituzioni che,
adesso, a questo spettacolo si sono aggiunti giornalisti
della domenica (della serie cronache dal "salotto
buono"), epigoni del Mahatma Gandhi, presidenti di
quartiere e delle "repubbliche marinare".
Costoro hanno
"scoperto" non solo che la soluzione a breve è
a Sud ma, addirittura, propongono piani dettagliati
individuando esattamente il punto dove costruire l'approdo
(magari costruendo "bretelle", tunnel a doppia
canna e quant'altro, pur di non interferire, bontà loro,
con il traffico della statale 114 che equivale
all'autostrada del sole).
Costoro ci
dicono che il primo vero e, soprattutto, spontaneo
comitato cittadino sorto in questa città ha esagerato nel
porre la questione ambientale del Boccetta e, addirittura,
sbagliato nell'aver costretto le autorità (quelle stesse
autorità che sono indagate per non aver fatto nulla per
impedire il disastro ambientale del Boccetta) ad adottare
le fasce orarie perchè ha costretto altre parti della
città a scoprire sulla propria pelle, anche se per poco
tempo, la nocività costituita dal passaggio dei TIR.
Riducono e
minimizzano la questione asserendo che è iniquo
"spalmare" (oggi è di moda questo termine) il
disagio su tutta la città dimenticando che, in mancanza
di un'amministrazione comunale-provinciale-regionale nonchè
statale capace di risolvere il problema, l'unica
possibilità è quella di vivere tutti insieme lo stesso
problema per poterlo poi risolvere definitivamente.
Dimenticano
che da due anni è pronto per essere realizzato, ed ha
avuto il via libera di tutti gli enti competenti, il
progetto Technital-Matacena e che le istituzioni, pur di
stopparlo, si sono messe a progettare megaporti
commerciali ed hanno negato il parere di conformità
urbanistica, senza neanche prenderlo in considerazione dal
punto di vista tecnico.
Solo dopo che
il gruppo Franza è riuscito a presentare il
"proprio" progetto, costringendo l'autorità
marittima a prenderne atto e di valutarlo in concorrenza
con quello Technital, le "Istituzioni" con il
pregevole contorno di giornalisti servi e di intellettuali
d'accatto, sposano l'approdo a Sud.
Adesso quelli
"della puzza al naso"( vedi diessini, i comunisti
rap-italiani) arrossiranno pensando che queste righe, di
fatto, perorano la causa del cavaliere
"nero"(quello del "boia chi
molla"...... oddio che orrore!!!!!!) e, magari,
avranno le loro buone ragioni perchè questo soggetto si
è messo in testa una cosa pazzesca, alla sua età, ovvero
distruggere il monopolio dei traghetti, quello stesso
monopolio che da loro da mangiare in cambio della loro
miserabile e patetica collaborazione.
Mi viene
in mente, parafrasandola, quella famosa nonchè
provocatoria frase pronunziata dal padre nobile del
giornalismo nostrano:"se la mafia è capace di
costruire il Ponte (pardon l'approdo fuori città) ben
venga la mafia".
31/5/2001
COMUNICATO N°906 ( comune di messina )
APPRODI:
FIRMATO L'ACCORDO DI PROGRAMMA CON LA REGIONE
Firmato a
Palermo l'accordo di programma tra la Regione siciliana
ed il Comune di Messina per la realizzazione
dell'approdo di emergenza a sud e per la viabilità
definitiva, non interferente con la mobilità urbana
della zona, e che costituirà l'aspetto strutturale
della viabilità per l'approdo definitivo. L'intesa é
stata raggiunta a Palermo, nel pomeriggio di oggi, nel
corso del vertice con il presidente della Regione,
Vincenzo Leanza, il sindaco, Salvatore Leonardi,
l'assessore regionale, Carmelo Lo Monte, la dottoressa
Gabriella Paolocci, dirigente dell'assessorato regionale
alla presidenza, ai consulenti del Comune professori
Aldo Tigano e Raffaele Tommasini, il comandante della
Capitaneria di Porto di Messina, capitano di vascello
Carmelo Maccarrone, l'ingegnere Capo del Genio Civile di
Messina, Francesco Rigano, il dirigente regionale ing.
Rosario Navarra Tramontana e l'ing. Ciraolo del Genio
Civile Opere Marittime. Il sindaco Leonardi ha ribadito
che l'accordo segue le indicazioni espresse dal
Consiglio comunale e soprattutto le richieste della
comunità locale, per una viabilità d'accesso agli
approdi, non interferente con il traffico residenziale.
Leonardi ha espresso soddisfazione "per l'obiettivo
raggiunto che porta a soluzione un problema trentennale,
di cui va dato atto anche alla "messinesità"
dimostrata dagli onorevoli Leanza e Lo Monte".
Leonardi ha poi aggiunto che questo primo intervento
permetterà l'utilizzo di 41 miliardi di risorse
regionali consentendo l'attivazione, per la prima volta
in questo settore, del coinvolgimento del pubblico e del
privato. L'accordo infatti prevede per i due approdi a
nord ed a sud un'azione sinergica e mista tra Regione e
Comune, per avviare l'iter procedurale con sistemi più
snelli come previsto dall'art.37/bis della legge
Merloni. Per questo scopo sarà creata una Commissione
mista Comune-Regione per la valutazione di tutte le
offerte private per la realizzazione e la gestione degli
approdi. Per questo aspetto la stessa Commissione varerà
l'avviso-invito per la presentazione delle offerte. La
Commissione sarà presieduta dal Presidente della
Regione, il sindaco sarà vice presidente e ne faranno
parte gli assessori regionali al territorio ed ai lavori
pubblici, insieme ad un altro rappresentante del Comune.
Palazzo Zanca assumerà la funzione di stazione
appaltante. L'approdo di emergenza contribuirà allo
smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320
giorni l'anno, in ragione dei periodi di condizioni
meteo marine avverse. La somma di 41 miliardi prevista
comprende 8 - 9 miliardi di lavori per le opere di
viabilità definitiva che saranno utilizzate anche dopo
la fase di emergenza.
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