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NEWS DI MAGGIO 2001

1/05/2001

Fonte: gazzetta del sud

L'inchiesta della Procura sul maxitamponamento del 10 aprile lungo il viale Boccetta
Denunciato l'autista del tir
Rosario Miceli dovrà rispondere di disastro colposo


L'inchiesta sull'ultimo gravissimo incidente stradale avvenuto sul viale Boccetta, quello del 10 aprile scorso, registra fatti nuovi. L'autista del tir che ha provocato un gigantesco tamponamento, conclusosi per fortuna solo con il ferimento di due persone e danni ai mezzi, è stato denunciato dalla Procura per disastro colposo (art. 449 del codice penale) e inosservanza delle prescrizioni di arresto e sosta di un mezzo pesante (art. 186 del codice della strada). Si tratta di Rosario Miceli, 35 anni, originario di Vizzini, che il 10 aprile scorso era alla guida del tir Fiat Scania di colore bianco proveniente da Gela, per conto della ditta “Averna”, con un carico di sacchi di sale. Appena uscito dalla rampa dello svincolo di Boccetta, Miceli si accorse di un'avaria all'impianto frenante del suo mezzo, e dopo aver percorso un centinaio di metri parcheggiò il camion sulla destra della carreggiata, all'altezza della via Faustina e Tertullo. Chiamò quindi al telefono il meccanico di fiducia, Santi Currò, 38 anni, e attese il suo arrivo. Miceli però non eseguì le procedure previste dal codice della strada quando ci si ferma con un mezzo pesante (tra l'altro non inserì sotto le ruote i ceppi per assicurare il mezzo). Il tir, proprio mentre lui e il meccanico armeggiavano al motore, intorno alle 20 cominciò a muoversi per il completo cedimento dell'impianto frenante, e senza nessuno alla guida cominciò la sua terribile gimkana per il viale Boccetta, travolgendo tutto quello che si trovava davanti. Alla fine del “tornado” si contarono ben 22 auto coinvolte, di cui parecchie ormai inservibili. Partendo dalla via Faustina e Tertullo il camion dopo circa 50 metri cambiò bruscamente traiettoria, dirigendosi a sinistra. Superò così il cordolo spartitraffico in cemento e si indirizzò, contromano, nella corsia nord-sud del viale. Dopo aver travolto una lunga fila di auto alberi e pali dell'illuminazione davanti alla chiesa dell'Immacolata, salì praticamente sul marciapiede. Ma non si fermò. Dopo un altro brusco cambiamento di traiettoria si indirizzò verso l'incrocio con la via XXIV Maggio, dove si fermò solo “grazie” allo scontro con un altro tir che stava percorrendo il viale in salita

2 Maggio 2001 ( Bob Brown )

POTERI PROPULSIVI, POTERI SOSTITUTIVI E……POTERI OCCULTI

Ho sentito un dibattito su Messina 1 Special stamattina e a proposito di una polemica fra Fabio Mazzeo (TeleVip), che sosteneva che le istituzioni di governo sono asservite alla lobby dei traghettatori, e un certo Pippo Trimarchi (Governare Messina), che sosteneva come queste fossero incapaci di per sé (senza quindi la sudditanza alla predetta lobby). Il dibattito ha affrontato altri importanti aspetti del problema TIR ma nello specifico mi è sembrato di assistere all’annoso dilemma sul tema: “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Tra le istituzioni che potrebbero fare di più ci sono le istituzioni di controllo, Prefettura innanzitutto, perchè non è possibile che il Sindaco, vedi dichiarazioni alla stampa di qualche settimana fa, affermi che non è possibile, nell’immediato, prendere provvedimenti urgenti ed efficaci per difendere la salute e l’incolumità dei cittadini e poi, sull’onda della straordinaria azione di mobilitazione dei cittadini da parte del Comitato “La Nostra Città” e quindi del Prefetto (tutto qui il ruolo propulsivo?), dichiari che sono stati presi provvedimenti (?) (differimento delle merci pericolose a Tremestieri, monitoraggio costante del Boccetta da parte dei Vigili Urbani, fasce orarie etc): se è possibile (ma quando?) prenderli adesso vuole dire che c’è stata, fino a ieri, un’evidente omissione da parte sua. Voglio sottolineare che sto parlando di mancanza ai doveri d’ufficio e non semplicemente criticando questa o quell’iniziativa di carattere amministrativo. Stesso vergognoso spettacolo lo hanno offerto i rappresentanti del Consiglio Comunale che hanno rifiutato non solo le proposte del Comitato ma si sono visti addirittura, in TV, dei comportamenti da gangster e non da rappresentanti dei cittadini. Tralascio la sceneggiata di Palermo dove, a sentire il parere dell’On.le Silvestro (Vicepresidente ARS), si è fatto finta d’individuare un sito da parte di un assessorato regionale che non era neanche competente. Allora mi domando, anche alla luce di quanto la legge prescrive in materia di poteri di prerogative del Prefetto, se non ci siano gli estremi per iniziative di interventi sostitutivi e/o di sospensione dei consiglieri che mancano di prendere decisioni e quindi assumersi responsabilità in materia di difesa dell’incolumità pubblica. Ricordo che perfino il giornale che conta ha esortato il Sindaco, la Giunta e l’intero Consiglio Comunale a compiere un atto di coraggio che faccia capire che loro devono agire in nome e per conto dei messinesi e non dei…. franz..esi.

2/5/2001 ( tg5.it )

Esplode un TIR carico di bombole di gas       

Un serpentone di auto lungo circa 20 chilometri sull'A1 fra Caserta e Caianiello in direzione di Roma. Alcune sono bloccate da questa mattina quando poco prima di mezzogiorno, all'altezza di Calvi Risorta, è accaduto un incidente spaventoso che ha coinvolto ben sette automezzi pesanti, due dei quali trasportavano bombole di gpl. Il bilancio della tragica carambola è di un morto e alcuni feriti. L'impatto è stato violentissimo. Al momento è difficile ricostruire la dinamica dell'incidente. Forse sulla piazzola c'era qualche mezzo fermo: un'auto, o un camion. Una sorta di bombardamento. Gli automobilisti che sopraggiungevano hanno avuto questa impressione mentre si susseguivano le esplosioni delle bombole di gpl. Ce ne erano ben 1400 sull'automezzo. Un autobus carico di bambini in gita è scampato per poco allo scoppio e all'incendio. Qualcuno sostiene che uno dei mezzi che trasportava le bombole è giunto dalla curva sbandando, ma questo dovrà chiarirlo la polizia stradale. Tutta l'area è stata messa ora sotto sequestro e la società autostrade ha comunicato che il tratto verrà riaperto per una sola corsia intorno alle 23. Un ponte dovrà essere demolito perchè gravemente danneggiato. Le conseguenze del blocco totale dell'autostrada sono state immediate e drammatiche per il traffico e per gli automobilisti che sono rimasti per ore intrappolati in autostrada sotto la calura. Sul posto è stato inviato un elicottero per dare un pò di sollievo agli assetati guidatori. Per l' autostrada del sole è stata una giornata nera: in un altro tratto, vicino allo svincolo Firenze Signa si è rovesciata un'autocisterna carica sempre di gas propano liquido. Per consentire le operazioni di travaso e per far pulire la carreggiata è stata necessaria l 'evacuazione di una trentina di famiglie che vivono a ridosso della sede stradale.

3/05/2001

Fonte: gazzetta del sud

L'Università presenta il “progetto Boccetta”

Saranno presentate sabato, alle 11, nell'Aula Cannizzaro dell'Ateneo, le linee fondamentali del progetto interdisciplinare di valutazione della qualità dell'aria sul viale Boccetta. Si tratta del frutto di un lavoro di collaborazione che l'Università sta svolgendo con la Provincia regionale e con i sindaci dei comuni interessati alla stesura dei “Programmi integrati territoriali” (Pit). Le iniziative rientrano nel quadro della definizione delle linee di sviluppo territoriale relative ad Agenda 2000 e ai programmi operativi regionali e provinciali. Il progetto, riferito al “Pit” del Comune di Messina, ha cercato di affrontare in modo innovativo le problematiche connesse all'immissione in atmosfera di inquinanti da veicoli in transito nelle zone urbane ad alta intensità di traffico. Ovviamente non poteva non essere scelto il Boccetta, assurto a simbolo della città “invivibile”. La metodologia applicata, per la sua interdisciplinarietà e per l'estensione agli aspetti sanitari, può essere un modello di studio esportabile anche ad altre realtà similari (nuovi approdi o svincoli autostradali). Secondo gli esperti e i tecnici che lavoreranno nei prossimi mesi, le condizioni ambientali di Messina, notoriamente priva di immissione industriali rilevanti e di impianti di riscaldamento non metanizzati, costituiscono un valido test scientifico per verificare l'efficacia dei nuovi approcci metodologici nella ricerca applicata. «Aspetti salienti del progetto – si legge in un comunicato stampa dell'Università – sono il monitoraggio di inquinanti tradizionali (benzene, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti) ed anche relativamente recenti, pur non ancora assurti all'attenzione del legislatore per i loro effetti tossici (tra gli altri, i metalli pesanti quali platino, palladio, rodio). Particolare attenzione verrà dedicata ai meccanismi di formazione dell'acido nitroso in ambiente cittadino e verrà proposto un nuovo test biologico basato sull'esposizione agli agenti atmosferici di materiale epiteliale e successiva valutazione in vitro. Verrà anche effettuato un esame dei rischi del transito di merci pericolose e si porteranno avanti campagne epidemiologiche sui cittadini esposti al fine di quantificare l'influenza dei vari inquinanti gassosi e particellati». Lo studio sarà completato da un'analisi statistica dei risultati in grado di fornire strumenti operativi agli organi che devono assumere decisioni e provvedimenti concreti. Il progetto, data la sua rilevanza, sarà anche presentato alla Regione siciliana.

Approdo a sud, sopralluogo a Tremestieri

Stamani intorno alle 10.30 il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone, l'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore ed i tecnici del Genio Civile opere marittime della Regione effettueranno un sopralluogo alla foce del torrente Larderia. L'obiettivo è quello di verificare caratteristiche dei luoghi, ostacoli e tempi di realizzabilità delle due invasature che, una volta costruite – in meno di un anno – dovrebbero assorbire almeno il settanta per cento del traffico gommato pesante che oggi grava sul viale Boccetta e sul viale della Libertà. Dal sopralluogo scaturiranno indicazioni concrete sul rapporto tra l"approdo di emergenza" (individuato a Larderia dal tavolo istituzionale che l'ha commissionato al Genio Civile opere marittime) e lo svincolo autostradale di Tremestieri nella parte più prossima all'arenile. Le due invasature rientreranno in un secondo tempo nel definitivo sistema di approdi che la Regione e il Comune faranno realizzare agli armatori privati con il sistema del project financing

Fonte: gds 

Pattugliamento e telecamere

Per l'emergenza Boccetta, a lavoro, da ieri, una speciale task-force. Lavoreranno in sinergie, tutti i rappresentanti degli organi competenti per la sicurezza e la lotta antinquinamento. E' quanto deciso ieri mattina, in prefettura, al termine della riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica, presieduta dal prefetto Giosuè Marino, (con il questore e il sindaco) e allargata al presidente della Provincia, ai rappresentanti dell'azienda sanitaria e del Consorzio autostradale, della polizia stradale e della polizia municipale.
Sul tappeto, le richieste presentate nei giorni scorsi, dall'associazione "La nostra città". Ai primi punti: vigilanza 24 ore su 24 in viale Boccetta, con pattuglie e telecamere (obiettivo realizzabile a breve termine, come ha spiegato ieri il prefetto, potenziando i controlli da parte della polizia municipale e della Stradale); un nuovo sistema semaforico e un impianto adeguato di pubblica illuminazione; un monitoraggio serio dell'inquinamento (l'ipotesi emersa ieri è quella di una convenzione da stipulare con l'università) e qualche forma di indennizo agli abitanti di Boccetta.
E intanto, l'associazione guidata da Saro Visicaro, ha organizzato per oggi dalle 17.30 alle 20, presso lo stand informativo allestito accanto alla chiesa dell'Immacolata, un incontro-dibattito sul tema: "L'organizzazione dell sicurezza dei cittadini nell'ambito della mobilità urbana". Parteciperanno i segretari di Cgil, Cisl e Uil, tecnici ed esperti. L'associazione non prenderà parte, invece, ai lavori del Consiglio comunale, convocato per oggi alle 18, (nella settimana scorsa aveva presidiato l'aula), "non ritenendo che le conclusioni dell'assemblea di palazzo Zanca possano essere soddisfacenti per la sicurezza dei cittadini".

Fasce orarie e materiali pericolosi

Stop ai "bisonti della strada" in viale Boccetta, ma a fasce orarie. Da lunedì prossimo scatterà l'atteso provvedimento. Già da tempo era stato ipotizzato dal sindaco Leonardi, accogliendo parzialmente le richieste dell'associazione "La nostra città" e degli abitanti di Boccetta. Ieri mattina, la firma dell'ordinanza. L'arteria infernale sarà "off limits", per i tir, nelle ore di punta e cioè dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. Il divieto di accesso e di uscita riguarderà tutti i mezzi che trasportano merci a pieno carico di massa superiore ad otto tonnellate, provenienti dall'autostrada Messina-Palermo e Messina-Ctania e dagli approdi marittimi delle Ferrovie, o delle società private. Dovranno utilizzare gli svincoli alternativi di Centro, Gazzi e Tremestieri. Sono esentati dal divieto i mezzi destinati al trasporto pubblico.
Il provvedimento, come ha precisato ieri il sindaco, ha un carattere sperimentale ed in questa prima fase, è stato concepito con una scadenza di 60 giorni. Dopo due mesi, si farà un bilancio della situazione viaria e sarà eventualmente confermato, o ritoccato.
Obiettivo: "contribuire a limitare i rischi di incidenti, nonchè l'inquinamento acustico ed atmosferico".
Confermato invece, lo slittamento, già comunicato due giorni fa dal Comune, dell'altra misura straordinaria che a partire dal 21 maggio (e non da ieri, come era stato deciso in un primo momento), riguarderà solo i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose. Non potranno assolutamente utilizzare gli svincoli di Boccetta, Centro e Gazzi, ma saranno dirottati in entrata e in uscita verso lo svincolo di Tremestieri (e quello di San Filippo, quando sarà attivato tra qualche settimana). E potranno attraversare l'unico svincolo disponibile soltanto da mezzanotte alle sei (nessuna limitazione di orario invece, per i mezzi che trasportano merci pericolose, ma destinate all'approvvigionamento di strutture ed impianti ubicati nel centro abitato, ma avranno comunque l'obbligo di transitare a Tremestieri).
Lo slittamento di una ventina di giorni è stato richiesto ufficialmente dal prefetto di Reggio Calabria, per problemi organizzativi sull'altra sponda. La limitazione riguarda i camion che tarsportano materie liquide o solide infiammabili; materie soggette ad accensione spontanea; quelle che a contatto con l'acqua sviluppano gas infiammabili; materie tossiche, infettanti, corrosive ed oggetti pericolosi. I conducenti dei mezzi pesanti avranno, inoltre, l'obbligo di comunicare il loro transito, con un anticipo di 24 ore, al comando della polizia stradale e a quello della polizia municipale, che interverranno per approntare eventualmente corsie speciali.

4/05/2001

Fonte:gazzetta del sud 

Sopralluogo a buon fine ma non sarà facile redigere lo studio di massima entro il 16 maggio
Approdo di Larderia, tempi troppo stretti

La fattibilità dell'approdo d'emergenza alla foce del torrente Larderia non è in discussione. I problemi, come si evince dalla prudenza degli ingegneri Fiore e Falletta , attengono invece ai tempi. Realizzare due invasature, i piazzali e i raccordi con il vicino svincolo non è tecnicamente difficile. Rischia di diventarlo, nonostante gli sforzi istituzionali, nei termini ristretti fin qui dettati dall'emergenza Tir che soffoca i viali Boccetta e Libertà. Occorreranno pur sempre, infatti, passaggi come quello della «Via», la Valutazione d'impatto ambientale. E per redigere i progetti esecutivi saranno necessari, comunque, alcuni mesi. Entro il 16 maggio, in ogni caso, dovrebbe essere prodotto a Palermo il primo studio di fattibilità delle due invasature, redatto dai tecnici del Genio civile opere marittime. È iniziata dunque la corsa contro il tempo per trovare le soluzioni più opportune. In quest'ottica si è svolto ieri mattina il sopralluogo delle tre autorità incaricate dal prefetto: il Genio civile regionale, il Genio civile, la Capitaneria di porto. I primi risultati concreti di questo percorso potranno essere valutati forse mercoledì 9 maggio quando si terrà un vertice in Capitaneria. Poco dopo le 10 il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone, l'ingegnere capo del Genio civile Domenico Fiore e il caposezione «Messina-Eolie» del Genio civile opere marittime ing. Antonio Falletta, accompagnati dagli ingegneri Emanuele Cicivelli e Bruno Manfrè, e dal geometra Antonino Genovese, sono scesi verso il mare dalla stradella laterale alla parte finale del Larderia. Giunti sull'arenile i tecnici hanno dapprima rivolto l'attenzione al litorale a nord della foce (verso Messina) ed ogni ipotesi di invasature su quel versante è stata accantonata per le numerose case in muratura che sorgono davanti alla spiaggia. A questo punto il sopralluogo si è indirizzato a sud della foce (verso Catania) e si sono riscontrate condizioni favorevoli alla realizzazione di un approdo: l'ampiezza e la lunghezza della fascia di arenile che potrebbe essere destinata a invasature e piazzali; la presenza di un numero modesto di abitazioni (tre) a ridosso del demanio con appezzamenti e giardinetti; la non difficile collegabilità di questo sito con il vicino svincolo di Tremestieri. Condizione non propriamente favorevole – per gli armatori – è quella delle distanze marittime dall'ipotizzata interfaccia calabrese di Villa San Giovanni. A fronte delle 3 miglia e 200 metri che separano la rada di San Francesco dal terminale di Villa, le ipotizzate invasature di Larderia distano 7 miglia e mezzo, più del doppio dell'attuale rotta. Quindi aumenteranno anche i tempi del transito nello Stretto. La controdeduzione tecnica – mettendo da parte per un attimo la drammaticità dell'emergenza Boccetta (ieri sera una nuova assemblea dei cittadini si è tenuta al Comune, ndr) – è che con Larderia i tir risparmierebbero comunque tempo in virtù dell'eliminazione dell'attraversamento del centro urbano.

In autostrada attraverso un tunnel?

Sono due le possibilità accennate ieri per il collegamento viario diretto tra il nuovo approdo d'emergenza di Larderia e il vicino svincolo di Tremestieri. La prima ipotesi è quella di una strada nella bretella già esistente lungo il torrente; la seconda ipotesi, a carattere definitivo ma più complessa, è un sottopasso sia ferroviario sia stradale che s'innesterebbe direttamente nello svincolo. Entrambi i collegamenti sfocerebbero nell'area dei previsti imbarchi poco più a sud della foce del torrente Larderia. L'ingegnere capo del Genio Civile Domenico Fiore mescola prudenza e riserbo: «Le ipotesi non sono esclusivamente queste: dai rilievi che faremo in questi giorni su quote, misure e pendenze potrebbe scaturirne, infatti, qualche altra. Il raccordo viario sarà condizionato tra l'altro – ricorda Fiore – dalla decisione tecnica finale sull'ubicazione delle due invasature, scelta di competenza del Genio Civile Opere marittime». Ci sono poi aspetti burocratici complessi anche in una logica segnata dall'emergenza: «Certo – spiega Fiore – rileviamo che non ci sono difficoltà tecniche insormontabili, qualunque soluzione sarà scelta. Rimane però il fatto che il Genio Civile, come ogni altro ente, è sottoposto a determinati tempi per la redazione e l'approvazione di un progetto esecutivo. Bisognerà acquisire tutta una serie di visti, come la valutazione d'impatto ambientale, a meno che non si pensi di applicare norme derogatorie. Dovremo verificare, pertanto, quali procedure si intenderanno adottare e se sarà utile ricorrere ad altri enti pubblici, soggetti privati, professionisti». Sulla stessa linea di cautela i vertici del Genio Civile Opere marittime, l'ente regionale al quale il tavolo istituzionale sugli approdi ha affidato l'asse portante del piano: le opere marittime. «Si devono incrociare bene i due aspetti – sottolinea il capo sezione Messina-Eolie ing. Antonio Falletta – : quello delle opere a terra e quello delle strutture a mare. In questo momento non si possono dare indicazioni ma occorre lavorare nei tempi ristretti che ci sono dati. Che gli approdi fossero realizzabili qui, del resto, lo avevano dimostrato anche i progetti e gli studi prodotti dagli armatori privati. Loro avevano avuto però tutto il tempo possibile». Il comandante Carmelo Maccarone è forse il più ottimista: «Lavoriamo nel solco di due indicazioni: il termine imposto dall'emergenza ed il contenimento dei costi dell'opera entro i 20 miliardi per i quali si è registrata l'assunzione d'impegno della Regione. Ci sono qui a Larderia le condizioni per realizzare due invasature per navi bidirezionali da 100-120 metri e i piazzali per consentire l'imbarco e lo sbarco di circa 1000 dei 1600 Tir che attraversano ogni giorno Messina. Partiamo dal presupposto che ciascuna delle due invasature consentirà 25 "doppie operazioni" (andata e ritorno), ovvero, 50 transiti dei Tir tra la Sicilia e la Calabria. E gli spazi sono tali da consentire in un secondo tempo la realizzazione di altre otto invasature. E non ci sono dubbi – osserva Maccarone – sulla remuneratività d'impresa visto che quanto si perderà come tempi nel tragitto marittimo lo si recupererà nel transito dei mezzi via terra». In proposito l'ultima «voce» è che un terzo gruppo imprenditoriale non messinese (dopo Franza e Amadeus) sarebbe interessato all'approdo a sud.

5/05/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

Scattano i controlli dei vigili Multati 15 conducenti di Tir

La polizia municipale fa sul serio e scende in campo contro i Tir utilizzando, sul viale Boccetta, sofisticatissimi autovelox a raggi laser. Il servizio, disposto dal comandante del Reparto operativo mobile Santi Vita, è stato portato a termine da un paio di pattuglie – coordinate dallo specialista di vigilanza urbana Gaetano La Mazza – dalle 20 alla mezzanotte di giovedì sera. Gli agenti, che hanno monitorato 80 automezzi pesanti provenienti dallo svincolo di Boccetta, hanno scelto come postazione di intervento il tratto di strada di fronte la farmacia Guerrera, a pochi metri dalla fontana Arena. Quindici i conducenti dei mezzi pesanti ai quali è stata contestata l'infrazione del superamento dei limiti di velocità previsto dal settimo comma dell'articolo 142 del Codice della strada e che prevede il pagamento di una somma pari a 227.000 lire. A tre, rei di aver superato di oltre 15 chilometri orari il limite imposto dalla segnaletica orizzontale, è stato invece contestato il quarto comma dell'articolo 142 con un verbale pari a 524.000 lire. Particolarmente difficili le condizioni in cui hanno dovuto operare gli agenti che hanno preferito avviare il servizio in orari diversi da quelli di punta in modo da poter individuare tutti quei mezzi che, approfittando della strada libera, scendono incuranti di auto e pedoni. Il servizio degli investigatori è stato reso ancora più difficile dagli stessi camionisti: l'installazione su ogni mezzo pesante di apparecchi ricetrasmittenti è infatti servita per “dare l'allarme” ai colleghi che, ancora, si trovavano in autostrada e si approssimavano a transitare sul viale Boccetta. Proprio per questo motivo gli agenti hanno eseguito il controllo con l'autovelox a intervalli, in modo da consentire ai conducenti dei mezzi che transitavano in direzione monte-mare di raggiungere l'imbarco e non essere così più in grado di avvisare gli altri della presenza della polizia municipale. Il laser utilizzato dalla polizia municipale può essere considerato all'avanguardia. Consta di una pistola che, puntata sul parabrezza del mezzo da controllare, invia un raggio che consente di avere, in tempo reale, la velocità. Dopo la contestazione gli agenti, a ulteriore prova del superamento del limite imposto, sequestrano il disco cronotachigrafo installato a bordo del mezzo

6/05/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

Domani le fasce orarie sul Boccetta ma i tir saranno liberi di utilizzare gli altri svincoli

L'ordinanza riguardante i divieti di transito per i tir che trasportano merci pericolose è destinata a slittare ulteriormente. Ieri mattina, nel corso di un lungo vertice svoltosi a Palazzo del Governo, il prefetto di Reggio Calabria Goffredo Sottile ha evidenziato i problemi logistici e organizzativi che ancora le amministrazioni di Villa e di Reggio non sono riuscite a risolvere. All'incontro presieduto dal prefetto Marino ha partecipato anche il sindaco di Reggio Italo Falcomatà. Il nodo principale riguarda il passaggio dei mezzi pesanti provenienti dal Continente verso l'Isola. Non ci sono aree di stoccaggio dove fermare i tir obbligati, in base all'ordinanza predisposta dal sindaco Leonardi, a percorrere il territorio comunale di Messina solo nel periodo compreso tra la mezzanotte e le 6 del mattino. Non ci sono difficoltà, invece, per i camion che provengono da Palermo e da Catania. Il provvedimento, che dovrebbe scattare il 20 maggio, sarà dunque ulteriormente modificato. Le autorità calabresi hanno buon gioco nell'evidenziare che qualunque decisione riguardante il traffico di attraversamento ha riflessi sull'una e sull'altra sponda e che, quindi, bisogna agire all'interno di un quadro di riferimento che non può non essere l'area dello Stretto. Va, però, ricordato che fino ad oggi gli enormi disagi li ha sopportati Messina, non certo Reggio Calabria, la cui amministrazione comunale ha sempre chiuso le porte (giustamente, dal suo punto di vista) ad ogni ipotesi di transito dei tir nel proprio centro abitato. Resta confermata l'ordinanza che istituisce il sistema delle fasce orarie e che entrerà in vigore da domani. Tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20 i tir non potranno attraversare il Boccetta. Non si tratta, però, di un divieto assoluto di transito. Nel provvedimento, infatti, si fa riferimento solo allo svincolo di Boccetta. I mezzi pesanti saranno dunque liberi di utilizzare le altre uscite e, quasi certamente, si dirigeranno verso lo svincolo di Messina centro. È prevedibile il congestionamento di una delle principali arterie del centro urbano, il viale Europa, che serve una miriade di scuole e di uffici, oltre che una struttura sanitaria come l'ospedale Piemonte. L'obiettivo delle fasce orarie è quello di far respirare il Boccetta nei periodi di punta e di frazionare i disagi, coinvolgendo anche altre zone del territorio comunale. È un principio sostanzialmente equo ma è difficile che un simile provvedimento possa raggiungere risultati positivi.

Saranno installati entro giugno i pannelli “anti-inquinamento”

Che fine hanno fatto i pannelli elettronici per il monitoraggio, in tempo reale, dell'inquinamento atmosferico sul viale Boccetta e sul viale della Libertà? I tabelloni luminosi che dovranno “raccontare” minuto per minuto i livelli di benzene, polveri, ossido di carbonio, biossido di azoto e ozono sono stati acquistati dalla Provincia alcuni mesi addietro sia per Messina sia per alcuni comuni del Mela ma non sono ancora stati installati. Rassicurazioni e chiarimenti, dopo un'interrogazione del consigliere di quartiere Gianfranco Subba e le sollecitazioni del comitato “La nostra città”, giungono dall'assessore provinciale all'Ambiente Gaetano Sutera. «I pannelli sono pronti – spiega Sutera – ma per installarli e metterli in funzione dobbiamo aspettare che siano adeguati i software in dotazione ai vari comuni, a cominciare da quello di Messina, che consentiranno di ricevere i flussi di dati provenienti dal nostro Centro elettronico di via Ugo Bassi e di riversarli quindi sui display luminosi. Il nuovo computer, per Messina, è già nella sede dell'Ottavo Quartiere, ma per installare il tabellone luminoso sulla facciata dell'edificio occorre appunto che il Comune adegui il software ai nuovi acquisitori di dati che abbiamo istallato nelle cabine». All'assessore Sutera chiediamo, però, di indicare un termine certo entro cui tutti questi dettagli verranno messi a punto: «Entro il mese di giugno». Rimangono invece gli interrogativi in relazione al protocollo che Provincia e Comune dovrebbero siglare sulle soglie massime di certi parametri (anzitutto il «Pm10», le polveri più fini) il cui superamento dovrà fare scattare lo stato d'allarme e nei casi più gravi l'emergenza con l'eventuale misura estrema della chiusura dello svincolo a tutela della salute dei cittadini. Intanto, c'è una scadenza nel percorso che condurrà a migliorare i controlli dell'aria nelle arterie soffocate dai Tir: il 12 giugno sarà aggiudicato l'appalto (da 250 milioni) per l'installazione di una terza cabina di controllo – dopo quelle poste all'Archimede e alla Caronte – che sarà collocata all'incrocio tra il viale Boccetta e la via Ventiquattro Maggio. Della fornitura faranno parte i lavori necessari a un'opportuna sostituzione: una cabina più moderna ed efficace, impiegata a Giardini, verrà collocata sul Boccetta al posto di una delle due oggi in funzione che sarà trasferita nel centro ionico. Ed un passaggio burocratico, infine, si compirà domani: il contratto d'acquisto di 8 nuovi analizzatori: 3 per il benzene, 2 per il temuto «Pm10», 2 per l'ossido di carbonio, 1 per l'ozono. Ma, per attivarli, viste le procedure ordinarie, passerà almeno un mese. Un ultimo interrogativo viene rappresentato dal portavoce del Comitato “La nostra città” Saro Visicaro: «I dati sui livelli di inquinamento nelle zone di Boccetta e viale della Libertà non dovranno mai più essere combinati, in media unica, con quelli rilevati dalle altre centraline sul territorio comunale messinese. Altrimenti accadrà sempre che il dato rassicurante rilevato a villa Dante, in una zona alberata, abbasserà i parametri più allarmanti e, dunque, per Boccetta, si dirà sempre che rientreremo nei limiti». Sutera puntualizza: «Tutti i dati fin qui rilevati a Boccetta o in viale della Libertà non sono mai stati mescolati a quelli delle altre cabine se non nella relazione generale sulla qualità dell'aria a Messina che abbiamo inviato a Roma. E così a maggior ragione sarà anche per i dati che saranno divulgati a tutti i cittadini attraverso il display luminoso».

Nessuna modifica alla delibera sul “doppio approdo”

Con 17 voti favorevoli, 4 contrari ed un'astensione il consiglio comunale ieri mattina ha approvato l'ordine del giorno dedicato ai temi dell'emergenza tir. È stata una seduta lampo, anche perchè qualunque altro dibattito sull'argomento, ad una sola settimana dalle elezioni politiche, si sarebbe trasformato in un'inutile passerella. Sul “caso Boccetta” si è detto e scritto di tutto, adesso si attendono solo i fatti, i provvedimenti concreti e coerenti. L'ordine del giorno non è un atto deliberativo, quindi vincola l'amministrazione solo in linea di principio, ma in questo caso il sindaco Leonardi ha dichiarato che quel documento approvato a maggioranza dall'aula è il frutto di un lavoro comune tra il consiglio e la giunta. I 18 punti inseriti sono il risultato della mediazione tra un vecchio ordine del giorno presentato dal gruppo del Ccd e le richieste presentate dal comitato “La nostra città”. Il motivo del disaccordo tra la Casa delle libertà e il Centrosinistra è che non sono state accolte le istanze riguardanti la revoca della delibera del “doppio approdo” (con l'eliminazione dell'ipotesi Annunziata) e del rifiuto di qualunque richiesta di concessione presentata per l'utilizzo della rada di San Francesco. Due le novità più rilevanti: l'istituzione di una “tassa di attraversamento della città” il cui ricavato è da destinare a progetti di risanamento ambientale e sociale; la formazione di un fondo “di risarcimento danni” tramite un pedaggio di 2 mila lire per ogni mezzo pesante che attraversa la città e di 500 lire per ogni autovettura. In realtà, si tratta di proposte che risalgono addirittura agli anni Settanta-Ottanta ma che non sono mai state seguite da conseguenti determinazioni. Lo stesso Leonardi ieri ha ricordato che in analoghi casi la Regione siciliana, pur nella sua autonomia derivante dallo statuto speciale, si è scontrata con il muro eretto dal commissario dello Stato. Esperti e giuristi hanno più volte evidenziato le difficoltà di aggiungere un ulteriore balzello a quelli già in vigore in Sicilia e di arrivare all'istituzione di un pedaggio sul transito dei tir, anche se in altre realtà italiane ed europee si sono escogitate formule in grado di superare cavilli e divieti da parte degli organi di controllo. I primi punti dell'ordine del giorno sono tutti dedicati alla richiesta di provvidenze e interventi straordinari rivolta alla Regione e al Governo centrale. Non è dato di sapere quanto potranno essere percorribili simili strade. Le fonti di finanziamento alternative vengono individuate nei trasferimenti regionali ai comuni in particolare stato di disagio (si chiede una quota del 2,50 per cento dell'importo complessivo), nel fondo per il miglioramento dei servizi pubblici di trasporto e per il potenziamento delle infrastrutture, nella vecchia legge Tognoli del 1989 in base alla quale Messina ha già ottenuto oltre 60 miliardi per la costruzione di parcheggi d'interscambio (ancora non realizzati). Si ipotizzano interventi economici straordinari anche per il finanziamento di opere come la galleria di piazza Castronovo-San Licandro, la “Strada del Mare” e la metroferrovia Giampilieri-Stazione centrale. Tra le richieste del comitato “La nostra città”, sono state accolte quelle relative al pattugliamento 24 ore su 24 del Boccetta, all'installazione di telecamere lungo tutto il percorso dei tir, alla collocazione di nuovi impianti semaforici e di pubblica illuminazione, ad un sistema più efficace di rilevamento sull'inquinamento acustico e atmosferico. È stato deciso, inoltre, di dar vita nel prossimo futuro alle giornate ecologiche di quartiere. I consiglieri del Centrodestra si dicono soddisfatti: «Con questo ordine del giorno – dicono – abbiamo arricchito le indicazioni già date con la delibera del giugno 2000 relativa alla localizzazione dei nuovi approdi». Il Centrosinistra definisce, invece, ambiguo il documento votato dalla maggioranza consiliare. Un emendamento era stato presentato dai consiglieri Giuseppe Previti, Filippo Tommasini e Gaetano Giunta, i quali concordavano con le richieste del comitato “La nostra città” e con le proposte relative alla tassa di attraversamento, alla via Don Blasco e alla realizzazione dell'approdo di emergenza a sud. Si chiedeva, però, la revoca di quella parte della delibera sul doppio approdo riguardante l'ubicazione prevista all'Annunziata e si sollecitava «qualunque azione necessaria per rifiutare il rinnovo della concessione relativa alla rada di San Francesco». In precedenza era stato bocciato l'ordine del giorno firmato da Calogero Centofanti, il quale indicava come uniche soluzioni in tempi brevi la realizzazione della strada di collegamento tra Gazzi e San Raineri e il trasferimento degli approdi al molo Norimberga. Il comitato “La nostra città”, intanto, chiarisce di non aver sospeso la mobilitazione, rinnovando anzi l'impegno con il presidio pomeridiano sul Boccetta denominato “InTenda”. Il comitato, però, prende le distanze dalle iniziative di «qualche maturo “figlio dei fiori” a sua volta manovrato da ben individuati professionisti “del sociale”» e, in riferimento all'ipotesi dell'approdo a sud, ipotizza “manovre occulte” di una non meglio precisata «banda dei tir».

Fonte:gds

Pioggia di proteste anche da via Garibaldi
"Segnaletica e viabilità sono da rivedere"

La viabilità è ancora una volta sotto accusa, dopo qualche mese di silenzio. Questa volta a riscaldare la situazione ci hanno pensato i cittadini residenti sul viale Garibaldi e sul viale Boccetta basso. Infatti molti abitanti hanno protestato facendo pervenire ai mezzi di informazione numerose telefonate e fax per denunciare la precaria situazione viaria e di attraversamento pedonale in quel punto. Il problema maggiore sarebbe il cambio di senso di marcia effettuato dalla via Garibaldi verso il Boccetta, in direzione dell'autostrada, da dove in precedenza si poteva svoltare direttamente sulla sinistra, mentre oggi bisogna proseguire dritto o svoltare verso destra sulla via Vittorio Emanuele per poi rimmettersi, dopo trecento metri, di nuovo sulla via Garibaldi, nei pressi della statua del Nettuno. La protesta riguarda anche la segnaletica verticale, che non è posta a segnalare i cambiamenti, mentre esiste solo quella orizzontale sul manto stradale, poco visibile. I cittadini sottolineano tuttavia che l'unico fatto positivo è rappresentato dall'incremento dei vigili urbani sul territorio, prima latitanti, anche se certamente questi non evitano, nelle ore di punta, incolonnamenti e strombazzamenti che disturbano quanti nella zona risiedono. In conclusione della protesta, gli abitanti auspicano una soluzione, chiedendo a chi di competenza come mai fino ad ora non si è pensato ad installare un semaforo a braccio meccanico che regoli il traffico in maniera più sbrigativa nel grande incrocio Boccetta-via Garibaldi. Intanto, con un'interrogazione presentata al Presidente dell'VIII Quartiere Roberto Nicolosi, il Consigliere Gianfranco Subba, chiede come mai ancora non siano stati installati i famosi semafori intelligenti e, sul Boccetta, i visualizzatori di rilevamento smog collegati direttamente alla Provincia, promessi ma non ancora collocati

Slittano le merci pericolose

Slittano i divieti per i camion che trasportano merci pericolose e provengono dalla Calabria, ma le fasce orarie per i Tir restano invariate. Da lunedì e per sei mesi svincolo del Boccetta vietato dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. I mezzi pesanti potranno utilizzare soltanto gli altri svincoli.
Marcia indietro parziale invece per l'ordinanza che riguarda le merci pericolose e che sarebbe dovuta entrare in vigore il 21 maggio. Ieri mattina si è tenuto un importante vertice al palazzo del governo al quale hanno partecipato i rappresentanti della prefettura e del Comune di Reggio Calabria.
Così è emersa una necessità: in Calabria almeno per ora è impossibile bloccare i Tir per la mancanza di adeguate aree di stoccaggio. Così il provvedimento del sindaco, che prevede il passaggio dei Tir soltanto dalle 24 alle 6 del mattino scatterà soltanto per i camion provenienti dalla Sicilia.
Via libera invece ai camion con lo stesso carico provenienti dalla Calabria.
Un provvedimento a cui si è arrivati dopo le polemiche seguite all'ennesimo incidente verificatosi sul Boccetta. L'estate scorsa un camion carico di rifiuti oleosi versò il suo carico sulla strada rendendo impraticabile le rampe d'accesso e d'uscita dello svincolo.

7/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Il sindaco è fiducioso sulla realizzazione delle grandi infrastrutture e sottolinea il primo vero provvedimento antitraffico
Tir, scattano oggi le fasce orarie
Entro un anno l'approdo a sud

«Ci vediamo martedì». La segreteria del sindaco ha completato il giro di telefonate. L'invito a funzionari e assessori – è stato spiegato – non è declinabile. Salvatore Leonardi vuole verificare i percorsi già fatti e dare la sveglia per definire possibili scadenze. Su tre grandi temi, i soliti: approdi, tram, stadio. Anche se non direttamente impegnato in campagna elettorale, il primo cittadino ha sentito in queste settimane il “polso” di una città stanca di aspettare e, lo avete visto per il Boccetta, tutt'altro che rassegnata. La “Gazzetta” gli ha chiesto una scaletta di scadenze possibili. Ecco in sintesi le risposte. Gli approdi
Signor sindaco, il consiglio comunale ha appena licenziato un documento sul problema dei problemi: approdi e attraversamento della città da parte del gommato pesante. Come lo valuta? «Mi pare chiaro e coerente, perché fa riferimento alle soluzioni strutturali a suo tempo indicate e alle soluzioni concertate a Palermo la settimana scorsa»
Prima di parlare degli “approdi a regime” forse è meglio affrontare tempi e modalità della soluzione-tampone, l'approdo d'emergenza a sud. Che impegni può assumere? «Si tratta di realizzare un primo modulo autonomo rispetto al contesto, vale a dire due invasature a ridosso degli svincoli Tremestieri e S. Filippo (tutto fermo, o quasi, per gli svincoli di Annunziata e Giostra). Siamo legati allo stanziamento di venti miliardi da parte della Regione. So che i fondi sono reperibili nel quadro degli interventi comunitari sul piano integrato regionale. È stato dato incarico al Genio civile opere marittime di progettare le opere a mare e al Genio civile per quelle di viabilità. Era stato ipotizzato un termine di quindici giorni per presentare una proposta di progetto, ma i tempi slitteranno di alcune settimane».
C'è una scadenza ipotizzabile per la realizzazione del modulo d'emergenza? «Mi pare che un anno sia un periodo congruo. Nella prossima estate, dunque».
E veniamo alle “soluzioni a regime”. Quelle che prevedono il determinante concorso dei privati. Anche qui, quali tempi indica? «A Palermo si è deciso che il 18 ci si rivedrà per la sottoscrizione di un accordo di programma Comune-Regione e ciò per l'avvio delle procedure previste dalla legge proprio in relazione a opere pubbliche coi project financing. Il che significa che da subito l'Amministrazione darà avviso delle opere nelle quali saranno coinvolti i privati. Ci saranno soprattutto gli approdi, ma anche altre opere come l'autosilos nell'area di via La Farina o il recupero e risanamento dell'isolato 88. Entro il prossimo mese gli interessati devono presentare gli studi di fattibilità ed entro ottobre la commissione esaminerà le offerte».
Che pare non manchino. Anzi. «Certo. Ci sono i tre progetti per la zona sud, presentati dal gruppo Franza-Caronte, dalla Amadeus e dalle Ferrovie, e quello legato alla richiesta di concessione per la zona nord (gruppo Franza-Caronte). Chi avrà più filo tesserà. Va tenuto conto che a sud, secondo le indicazioni del Consiglio, deve essere realizzato anche un terminale per le navi rò-rò impiegate nelle cosiddette “autostrade del mare”. Le ho dato i tempi, spero che si chiudano talune polemiche elettorali sulla volontà di fare degli amministratori locali».
E parliamo della via del mare. È vero che si tratta di un'ipotesi quasi subìta? «Il tredici maggio è ormai alle porte e, completate le passerelle elettorali, spero si torni alla ragione. Chi ha perorato questa soluzione sa bene che è un progetto di massima senza finanziamento (ci vogliono 18 miliardi), fatto a pezzi dal Cru e dall'assessorato al Territorio. «Noi abbiamo tentato di correggerlo in corsa: l'abbiamo sottoposto per ben due volte al Genio civile che ce lo ha restituito in base ad un'osservazione prioritaria, di carattere strutturale, del Cru. Infatti, mentre l'opera prevede l'attraversamento di fasce di binari ferroviari in sottopasso su via Santa Cecilia, il Cru chiede una sopraelevata all'altezza di Gazzi. Ci apprestiamo a riproporre il progetto al Genio civile, sostenendo che non si tratta di un'arteria a scorrimento veloce, bensì di una strada comunale di alleggerimento del traffico urbano. Sia chiaro: questa strada va fatta perché via la Farina va alleggerita dal traffico e perché c'è la necessità di un collegamento diretto tra molo Norimberga e la zona Sud, nel quadro di un rilancio del porto. Ma non è la panacea dei noti mali».
Tornando agli approdi. La migliore delle ipotesi prevede una soluzione tampone nell'ultimo semestre del prossimo anno. E intanto a Boccetta? «Si andrà avanti con quei provvedimenti che abbiamo adottato: le fasce orarie che partono domani (oggi, ndr ) con interdizione ai tir dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20 e utilizzo degli altri svincoli; la regolamentazione del transito dei mezzi che trasportano prodotti pericolosi; una intensificazione dei sistemi di monitoraggio e di controllo da parte dei vigili urbani e tenendo conto di alcune contingenze, come la moratoria di 60 giorni chiesta dal prefetto di Reggio».

8/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Il sito ideale per il nuovo approdo
«Non può che essere Tremestieri»


Il «Movimento per la liberazione di Messina», nel corso di un'assemblea tenutasi ieri all'Ignatianum, ha avanzato una proposta concernente il passaggio dei tir in città, proposta che si concretizzerà in una petizione popolare. Premesso – si rileva nel documento – che i messinesi concordano con il Piano nazionale dei trasporti che prevede per il trasporto delle merci l'utilizzo delle cosiddette «autostrade del mare», il trasporto su rotaia o l'aereo, economicamente più vantaggiosi, più sicuri e meno inquinanti, comunque è necessaria la costruzione di un nuovo approdo. Il sito, tenuto conto che tutti gli svincoli autostradali esistenti a Messina hanno una pendenza pericolosa e attraversano il centro urbano, non può che essere a Tremestieri. L'unico vicino al mare, fuori dal centro urbano. I firmatari propongono alle autorità competenti che i tir raggiungano la zona d'imbarco esclusivamente attraverso una bretella che colleghi direttamente l'autostrada al molo per evitare interferenze col traffico urbano. La creazione di un'area di stoccaggio adeguata all'intensità del traffico. I firmatari della proposta dicono no alla costruzione di un porto e sì alla realizzazione di un approdo leggero, definitivo e non provvisorio realizzando da subito le invasature sufficienti per l'assorbimento del 100% del traffico e non del 70% come prevedono gli amministratori. No a monopoli ma libera concorrenza tra compagnie di navigazione. Pagamento adeguato dei canoni di concessione. Nella proposta viene poi chiesto di far pagare una «tassa di passaggio» per i soli tir a favore del comune e il costo del traghettamento simbolico per i residenti di Messina e Reggio Calabria. Si chiede altresì la contestuale realizzazione della Via del mare da Tremestieri a S. Raineri. Infine i firmatari del documento auspicano la riqualificazione dell'intera area sud della città oggi fortemente penalizzata, la revoca dell'attuale concessione nella rada di San Francesco e la revoca della delibera comunale relativa al doppio approdo. Per dare consistenza e forza alla proposta di petizione il «Movimento per la liberazione di Messina» invita i cittadini a partecipare alla manifestazione che si svolgerà stasera alle 20.30 con partenza dalla piazzetta S. Francesco di viale Boccetta e arrivo a piazza Municipio dove è previsto un dibattito.

Poca informazione ai camionisti e molta buona volontà dei vigili

«È una follia, nessuno ci ha avvisato ed ora che siamo entrati in città dobbiamo percorrere chilometri per arrivare allo svincolo di Messina Centro per poter imboccare l'autostrada. Ma si è pensato ai rischi che comporta il passaggio di un camion in via La Farina e sul viale Europa?». Sono le parole di Marco Giammillaro, conducente di un autoarticolato proveniente da Genova, diretto a Palermo, carico di salumi e formaggi. In realtà quanto avvenuto ieri mattina, primo giorno del divieto di transito dallo svincolo autostradale di Messina Boccetta per i mezzi con carico superiore alle otto tonnellate, è solo un aspetto del mancato coordinamento tra forze dell'ordine ed enti locali. «Non ci voleva molto per avvisarci – prosegue il camionista – visto che bastava anche consegnare dei volantini mentre eravamo a bordo della nave traghetto. Avevamo tutto il tempo di leggere e, probabilmente, avremmo creato anche meno problemi alla circolazione stradale». La polizia municipale, che sul Boccetta ha dislocato tutti gli uomini a disposizione («ma sono tante le cose che ogni giorno dobbiamo fare»), ieri è stata un po' di manica larga limitandosi ad “ammonire” verbalmente i contravventori del divieto di passaggio dal Boccetta. Del resto era solo il primo giorno e non tutti erano a conoscenza delle nuove disposizioni, indicate con piccoli e malposizionati “cartelli”. Probabilmente, in questo caos generale, a rimetterci è stata anche la polizia stradale, accusata di scarsa presenza ma obiettivamente impossibilitata (in servizio ci sono solo poche macchine) ad affrontare per come si deve l'emergenza. Ieri mattina sulla via La Farina la colonna di auto e mezzi pesanti, così come sul viale Europa, è stata continua: uno “spettacolo” che si è ripetuto nel pomeriggio sulla tangenziale (dalle 18 alle 20, fascia oraria pomeridiana in cui è valido il divieto) e che ha fatto registrare una colonna di mezzi che ha raggiunto lo svincolo di Gazzi. Sempre nel pomeriggio, sul viale Boccetta, altra colonna di auto (e decine di vigili impegnati) per un camion andato in avaria. Questa volta, memori di quanto accaduto poco tempo addietro, ai pneumatici del mezzo pesante sono stati messi i cosiddetti “cugni” al fine di evitare che potesse improvvisamente mettersi in movimento e travolgere auto in transito e parcheggiate. La limitazione, che è stata attualmente varata a carattere sperimentale per la durata di 60 giorni, è valida per i veicoli destinati al trasporto di merci ad esclusione dei mezzi destinati al trasporto pubblico. Il controllo da parte degli uomini della polizia municipale viene comunque assicurato 24 ore su 24 e, in orari diversi, comprenderà – da parte degli uomini del Reparto operativo mobile – anche il servizio di controllo della velocità con l'autovelox a raggi laser.

La prima giornata d'applicazione delle fasce orarie con i tir dirottati sul viale Europa
Peggio che sul Boccetta
Nonostante i buoni propositi e l'impegno di chi pensava che le fasce orarie lungo il viale Boccetta fossero una sorta di panacea contro tutti i mali provocati dal passaggio di mezzi pesanti lungo il viale Boccetta, l'esperimento non sembra essere completamente riuscito. La limitazione del transito ai mezzi pesanti tra le sette e le nove di ieri mattina, e poi tra le 18 e le 20, non ha, infatti, prodotto gli effetti sperati, ma soltanto tanti problemi in più lungo le altre strade. All'inizio della mattinata si pensava che il provvedimento fosse stato recepito dai camionisti, visto che soltanto due tir tra le sette e le sette e trenta erano scesi dal viale Boccetta, ma non si era calcolato a dovere che ieri era lunedì, una giornata durante le prime ore solitamente calma per l'afflusso dei bisonti della strada, costretti al riposo forzato durante i giorni festivi e che poi recuperano la sosta del week end nel primo pomeriggio. Una calma apparente, infatti, destinata a interrompersi da lì a poco. È bastato sostare qualche ora in più per accorgersi che non vi era una grande differenza rispetto al solito tran tran. Almeno lungo il Boccetta, perché quei pochi tir dirottati lungo la via Garibaldi e la via Vittorio Emanuele per raggiungere il viale Europa non hanno fatto altro che aggravare una circolazione già troppo compromessa dal solito traffico cittadino. Soprattutto in prossimità dell'attracco delle Ferrovie dello Stato, l'incontro tra i mezzi pesanti provenienti dai due diversi sbarchi ha creato qualche difficoltà agli automobilisti che a quell'ora attraversano la città per raggiungere il posto di lavoro. Invece, percorrendo la via La Farina sino a viale Europa, sembrava evidente che solo un esiguo numero di tir aveva usufruito dello svincolo di Messina Centro per uscire dall'autostrada. «Il problema dei tir non lo abbiamo ancora subìto – ha sottolineato il comandante della sezione di Camaro dei vigili urbani, Francesco Siragusa – forse perché la mattina di lunedì è comunque sempre più calma rispetto al resto della settimana. I tir che sono transitati, infatti, non sono stati né più né meno di quelli che solitamente attraversano il viale Europa, ossia soprattutto quelli che traghettano con le Ferrovie dello Stato. Ma, pur comprendendo perfettamente i problemi che quotidianamente affliggono il Boccetta, non penso affatto che la soluzione sia il viale Europa. Qui, infatti, la situazione si aggraverà sicuramente nel momento in cui aumenterà il transito dei mezzi pesanti. Non dimentichiamo che lungo il Viale c'è un ospedale civile, un ospedale militare, varie scuole, uffici pubblici e, di conseguenza, un traffico di autovetture non indifferente». E per non parlare dei camion di venditori ambulanti disseminati lungo il viale, che spesso ostruiscono parte della strada e limitano di per sé la circolazione veicolare. Un bilancio, dunque, non del tutto positivo che qualcuno ha tentato di spiegare sostenendo che la segnaletica stradale non è idonea allo scopo e che il provvedimento va pubblicizzato maggiormente. Nel pomeriggio un leggero miglioramento della situazione. Pochi i tir scesi lungo il viale Boccetta dopo le diciotto, ma pochi anche quelli che hanno attraversato il viale Europa. Si potrebbe ipotizzare che la minore incidenza dei bisonti della strada lungo le due principali arterie cittadine è stata determinata dalla coincidenza piuttosto che alla bontà delle fasce orarie. Anche se altri disagi si sono ugualmente riscontrate percorrendo il tratto autostradale da Messina Boccetta a Messina Centro intorno alle 19, dove si intravedeva una fila di automezzi, comprendente sei o sette tir, in coda all'uscita sul viale «incriminato».

Fonte: gds

La Nostra città: promesse per l'area dello Stretto

Una promessa antiTir da candidato. Singolare iniziativa del comitato "La nostra città" che ha lanciato l'ennesima provocazione.
In attesa di riprendere le manifestazioni di protesta ed i cortei (è stato deciso di sospendere sino a domencia 13) i portavoce del sodalizio che da giorni sostano davanti alla Chiesa dell'Immacolata con un gazebo hanno chiesto ai candidati di sottoscrivere un impegno con la cittadinanza.
I candidati dovranno impegnarsi: a non accettare somme a fondo perduto per sè o per il proprio comitato elettorale, anche sotto forma di prestiti, da gruppi interessati al traghettamento nello Stretto; di dichiarare prima del 14 maggio le contribuzioni ricevute o promesse inferiori ai 12 milioni (che la legge prevede anonime); contribuire alla modifica della legge 454 sull'autotrasporto considerando i problemi legati al nodo dello Stretto: intervenire presso le Ferrovie dello Stato per rilanciare e razionalizzare i collegamenti tra Sicilia e Calabria; inserire l'area dello Stretto tra quelle a maggiore rischio ambientale. Intanto sul fronte antiTir si registra la nascita di una nuova organizzazione: "il movimento di liberazione per Messina".
Ieri si è tenuta una conferenza stampa all'Ignatianum. Oggi alle 20.30 un corteo partirà dal viale Boccetta. Davanti al Comune si svolgerà un dibattito

9/05/2001 

Fonte: gazzetta del sud

Linea dura contro chi ha infranto il divieto delle fasce orarie sul Boccetta
Multati 50 tir
Ma cinque quartieri sono in rivolta

Sono state oltre 50 le contravvenzioni elevate nei confronti dei conducenti dei tir che non hanno rispettato il divieto delle fasce orarie in vigore da lunedì sul Boccetta. Il provvedimento – assicurano il sindaco Leonardi e l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo – entrerà a pieno regime nel giro di una settimana. Già da ieri, però, sono stati potenziati i servizi di controllo e di repressione da parte della polizia municipale e delle forze dell'ordine lungo il percorso compiuto dai mezzi pesanti. Restano i profondi dubbi sull'efficacia del provvedimento. Far respirare gli abitanti del Boccetta, seppur solo tra le 7 e le 9 e le 18 e le 20, è un'intenzione lodevole. Ma le conseguenze su viale Europa e su via La Farina sono tali da porre seri interrogativi sulla validità di quello che l'amministrazione ha definito un esperimento e che rischia di tradursi in un aborto. Leonardi non nasconde i problemi: «Fin dall'inizio ho detto che non era questa la misura risolutiva dei mali della città. Se avessimo esteso i divieti a tutti gli svincoli, avremmo avuto conseguenze ancora più pesanti sul Boccetta nelle ore successive. In questo caso, invece, soffrono altre zone della città e, in particolare, via La Farina». Il sindaco non esclude possibili ripensamenti, anche se invita a valutare i “pro” e i “contro”, tenendo sempre presente il sacrificio quotidiano che il Boccetta è costretto a pagare da trent'anni. Era, comunque, inevitabile che scattasse la protesta degli abitanti delle zone interessate. Oggi al Comune si terrà una riunione congiunta di cinque consigli circoscrizionali (i quartieri IV, V, VI, VII e VIII) e non si escludono azioni di protesta. Ieri sera, intanto, si è svolta la nuova iniziativa di mobilitazione organizzata dal “Movimento per la liberazione di Messina”. Un centinaio di cittadini ha sfilato in corteo dalla piazzetta antistante la chiesa di San Francesco all'Immacolata fino a piazza Unione europea. Davanti a Palazzo Zanca si è tenuto un dibattito pubblico sulle proposte concordate nel corso dell'assemblea svoltasi lunedì all'Ignatianum. Tra i punti sollevati dal Movimento, la realizzazione dell'approdo leggero a Tremestieri e la contestuale costruzione della “strada del Mare”, l'imposizione di una “tassa di passaggio” solo per i tir, la revoca della concessione per l'utilizzo della rada di S. Francesco e dell'ipotesi Annunziata prevista dalla delibera sul “doppio approdo”. Il comitato “La nostra città” non ha preso parte alla marcia di ieri ed ha proseguito il presidio nella piazzetta San Francesco, annunciando di aver raccolto in poche ore oltre 200 firme a sostegno della richiesta della estensione delle domeniche ecologiche anche alla zona del Boccetta. In occasione della giornata senz'auto del 20 maggio, si terrà una manifestazione che prevede la tinteggiatura, con una serie ripetuta di “orme”, di una delle corsie del viale da parte di alcuni artisti messinesi. «L'effetto finale – spiega il Comitato – vuole rappresentare la riappropriazione metaforica di uno spazio pubblico calpestato dai tir».

Fonte: gds 

Via la Farina al collasso

Boccetta respira, ma via La Farina collassa. Anche ieri, al secondo giorno di attuazione del divieto di transito dei tir, attraverso lo svincolo di Boccetta, dalle 7-9 e dalle 18-20, si è prospettato lo stesso scenario. I camion dirottati sugli altri svincoli, si sono incanalati in viale Europa e in via La Farina, direzione stazione marittima delle Ferrovie o approdi dei traghetti privati. Inevitabile il caos, nonostante la presenza di decine di vigili lungo il percorso e in prossimità di Boccetta (sono state anche elevate multe ai camionisti più ostinati), come riferisce la centrale operativa dei vigili urbani. "Più o meno, come lunedì - commenta l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo - e non ci sono strade alternative".
"E' una fase di assestamento. L'avevamo preventivata - spiega il sindaco - e speriamo che si protragga per non più di una settimana. In prefettura è stato fatto il punto della situazione per meglio coordinare gli interventi dei vigili e della polizia stradale".
E intanto, il comitato "la nostra città", guidato da Saro Visicaro lancia un'ennesima iniziativa pro-Boccetta: in occasione della domenica ecologica del 20 maggio, saranno impresse da parte di artisti e di operatori culturali, "orme" su una corsia stradale di Boccetta. "La riappropriazione metaforica di uno spazio pubblico contaminato dal passaggio dei tir".
Per l'occasione, sarà anche presentata la scultura realizzata dall'artista Massimo Di Prima, donata ai residenti dell'ottavo quartiere. L'opera in marmo intende ricordare tutte le vittime degli incidenti stradali nell'arteria infernale.

10/05/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

fasce orarie / Riunione congiunta di V, VI e VII a Palazzo Zanca
Quartieri in rivolta
«Bloccheremo Gazzi e Messina Centro»


Quartieri in rivolta. Dopo l'ordinanza che ha istituito le fasce orarie per i tir sul Boccetta, la V, VI e VII Circoscrizione minacciano, se entro 10 giorni non otterranno risposte, eclatanti forme di protesta «che sicuramente creeranno enormi disagi e le cui responsabilità ricadranno conseguentemente sull'amministrazione comunale». Si pensa, senza mezzi termini, a un blocco degli svincoli di Gazzi e Centro. Perché i Quartieri – se n'è parlato diffusamente ieri mattina nell'aula consiliare di Palazzo Zanca – sono convinti che il “rimedio” delle fasce orarie sia peggiore del “male” del passaggio dei tir: basta trovarsi su viale Gazzi o su viale Europa, arterie peraltro già trafficatissime senza mezzi pesanti, per rendersi conto del disastro viabile che s'è venuto a creare. Viale Europa (lo hanno sempre sostenuto, ad esempio, gli operatori del “118”) è un vero inferno in orari normali; nelle ore di punta si trasforma in un calvario indescrivibile: e se l'ambulanza deve arrivare con urgenza al “Piemonte”, il paziente trasportato può solo raccomandarsi l'anima al Padreterno, perché non è detto che ci arrivi vivo. In quell'asse viario, infatti, partendo dallo svincolo vi sono una scuola materna a Camaro, l'elementare e media La Pira, l'elementare Gentiluomo a Camaro Inferiore, l'elementare Tommaseo, la media Manzoni, il magistrale Bisazza a 50 metri (via Catania), l'elementare Dina e Clarenza, l'istituto Don Bosco; per non parlare, appunto, del “Piemonte” e dell'ospedale militare e di cinque distributori di carburante. E soprattutto, del mercato a Zaera e di quello abusivo lungo tutto il viale Europa, per il quale i vigili urbani hanno già dichiarato la loro impotenza: è l'amministrazione comunale che non vuole debellarlo. Perché fino a quando gli ambulanti sono sottoposti a multe, non si muovono da lì (tanto si rifanno abbondantemente in pochi minuti): occorre sequestrare mezzo e merce. Ma il Comune non s'è mai premurato di dotarsi di locali in cui depositare quanto i vigili sequestrano. Quindi... Viale Gazzi, anche se più esteso, non sta meglio: anche lì vi sono diverse scuole (elementari, geometri, commerciale, ecc.) e, soprattutto, il Policlinico e il carcere. «Bisogna inoltre considerare – ha sottolineato il presidente del VI Quartiere, Agatino Bonarrigo – che sul Boccetta è stato installato l'asfalto fonoassorbente, che attutisce alquanto il rumore dei camion, mentre lo stesso non può dirsi per viale Gazzi e viale Europa». Il dibattito delle tre Circoscrizioni, moderato dal presidente della VII, Paolo Armaleo, ha sollecitato, ancora una volta, una soluzione definitiva, che può essere rappresentata dall'approdo di Tremestieri o, come ha proposto il vicepresidente vicario Piero Caliri, dalla via del mare, con approdo al Norimberga sia per i traghetti privati che per quelli delle Fs: in entrambi i casi, tuttavia, partendo dalla considerazione che d'un caso di protezione civile si tratta e non certo di un problema meramente cittadino o, ancor meno, degli abitanti del Boccetta, è indispensabile adottare procedure d'urgenza, saltando tutta quella miriade di passaggi burocratici che farebbero allungare a dismisura i tempi di realizzazione dell'opera. Perché l'approdo di Tremestieri – ha detto il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone – si può costruire in sei/otto mesi e la via del mare in un anno. E mentre il consigliere del IV Quartiere, Francesco Gallo, invoca controlli ferrei per i mezzi che trasportano sostanze e merci pericolose, obbligati a uscire a Tremestieri di notte, per scongiurare il rischio di incidenti, il sindaco Leonardi e l'assessore Rizzo hanno incontrato ieri i rappresentanti della V, VIII e X Circoscrizione per discutere provvedimenti migliorativi alla viabilità, in particolare, per la realizzazione della seconda aula bunker e della riattivazione dell'incrocio di via Brasile-viale della Libertà. Ci si rivedrà.

Fonte: gds 

Emilio Pintaldi

Il Boccetta sulla BBC

La questione Boccetta sbarca sul satellite della rete radiofonica Bbc. Ieri mattina, in diretta, duecento milioni di ascoltatori hanno ascoltato il rumore causato dai Tir. Alla trasmissione si è parlato di ponte ma inevitabilmente di traffico sullo Stretto. Ospite della troupe guidata da Iualien Kin l'ex presidente dell'Azienda trasporti Gabriele Siracusano. Sull'argomento Boccetta intanto non si fermano le iniziative. Mentre il comitato la nostra città chiede chiarezza sulla qualità dell'aria l'università propone un nuovo screening.
Da ieri è partita una nuova campagna del movimento "la nostra città". Il sodalizio ambientalista chiede di conoscere la concentrazione esatta di quelli che definisce i veleni del terzo millennio. Il comitato oltre al dibattito organizzato nel pomeriggio da ieri davanti alla chiesa di San Francesco ha avviato una petizione popolare che chiede l'indizione delle domeniche ecologiche anche sul viale Boccetta.
Nei giorni scorsi nel disinteresse generale l'università ed il centro dipartimentale di protezione ambientale hanno invece lanciato una interessante iniziativa. La possibilità di monitorare non solo la qualità dell'aria ma anche l'effetto che eventuali inquinanti potrebbero avere avuto negli anni sugli abitanti del boccetta. Previsti prelievi di sangue su volontari.
A guidare la corsa di eminenti professori il direttore del dipartimento di chimica organica Corrado Caristi: lo stesso docente che alcuni fa realizzò uno studio che mise in luce concentrazioni di benzene allarmanti.
Un documento dimenticato nei cassetti di Palazzo Zanca e finito soltanto da pochi mesi sotto la lente d'ingrandimento della magistratura. L'assessore all'ambiente della Provincia Tanino Sutera si dice pronto a collaborare ma aggiunge "attenti a non sprecare risorse pubbliche. In gran parte quel lavoro di monitoraggio lo stiamo facendo noi. Tra qualche giorno acquisteremo una terza centralina. A giugno invece saranno montati i pannelli luminosi che daranno in tempo reale ai cittadini i dati sull'inquinamento. Con l'università possiamo collaborare per l'indagine epidemiologica".

Ancora proteste per il passaggio dei tir
Incontro in Prefettura per la soluzione

"No ad approdi provvisori e via i traghetti dalla rada di San Francesco". Torna alla carica il movimento di "Liberazione per Messina", guidato da Renato Accorinti. E questa volta, ottiene anche la "benedizione" dell'Arcivescovo Giovanni Marra. Ieri mattina, una delegazione di cittadini, con in testa l'insegnante pacifista (che nelle settimane scorse organizzò anche un digiuno di protesta contro la schiavitù dei tir a Boccetta), è stata ricevuta dal prefetto Giosuè Marino. Al rappresentante del governo è stato consegnato il testo di una petizione popolare, per la quale è partita, da ieri, la raccolta di firme. E tra i nomi, figura anche quello dell'Arcivescovo, con la puntualizzazione: "Condivido i principi ispiratori di questa petizione". Nel documento sottoposto al Prefetto, si ribadiscono numerose richieste: la revoca della delibera approvata dal consiglio comunale, un anno fa, che prevede due approdi (uno all'Annunziata e l'altro a Tremestieri); ritirare l'attuale concessione alle società private nella rada di San Francesco. E si propone un unico approdo nella zona sud, da raggiungere attraverso una bretella, che colleghi direttamente il molo con l'autostrada, senza interferire con il traffico urbano. Ma non il mini approdo provvisorio, secondo l'accordo siglato tra comune e regione, ma subito dopo la soluzione definitiva: la realizzazione di invasature sufficienti ad assorbire il cento per cento del traffico delle navi e non soltanto il 70 per cento, come si è ipotizzato. Il movimento ribadisce anche il no a regimi di monopolio e il via libera alla concorrenza tra compagnie di navigazione. Suggerisce una tassa di passaggio per i soli tir, a favore del comune e la realizzazione urgente della "strada del mare", per decongestionare il traffico urbano e da utilizzare solo in casi di emergenza, anche per i tir. Il Prefetto Marino ha promesso ai manifestanti di discutere dettagliatamente del documento con il sindaco Leonardi. E intanto ieri terza giornata del provvedimento di chiusura di Boccetta ai tir, dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. Si sono registrati i soliti problemi nella zona di via La Farina, dove vengono incanalati i mezzi pesanti provenienti dagli altri svincoli autostradali. Una soluzione a tempo (60 giorni), che fa mugugnare gli abitanti della zona sud e i rappresentanti di quartiere dell'area interessata. Ieri mattina, proprio per discutere del problema rovente della viabilità, il sindaco Salvatore Leonardi e l'assessore alla Mobilità urbana, Salvatore Rizzo, hanno ricevuto a Palazzo Zanca, i rappresentanti della quinta, ottava e decima circoscrizione. In particolare, il presidente del quinto quartiere (Gazzi), Antonio Di Mattia, ha lamentato lo stato di invivibilità della propria circoscrizione. Aggravato adesso dalla presenza dei tir. Tra le ipotesi, quella di creare un'area di stoccaggio, evitando quindi di dirottare i camion sugli altri svincoli, quando Boccetta è chiuso. Nel corso della riunione, si è discusso anche di altri temi cruciali: il progetto di realizzazione dell'aula bunker, che interesserebbe sempre la zona sud e la riattivazione dell'incroci via Brasile-viale della Libertà propugnata dalla decima circoscrizione. I rappresentanti dell'ottavo quartiere, quello di Boccetta, hanno precisato di non voler scatenare una guerra tra circoscrizioni, che equivarrebbe ad uno scontro tra poveri. Ma l'obiettivo è quello di trovare una soluzione di compromesso, che possa mettere d'accordo tutti.

11/05/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Nel mirino in particolare la convenzione Comune-società mista e le modalità d'appalto della galleria
Nu e svincoli, 22 inviti a comparire
Nei confronti di imprenditori e funzionari di Palazzo Zanca


Ventidue “inviti a comparire” sono stati emessi dal sostituto procuratore Ezio Arcadi per due distinte inchieste che erano state aperte nell'autunno scorso. La prima riguarda l'appalto del terzo lotto degli svincoli di Giostra-Annunziata, la seconda la gestione di «MessinAmbiente», società mista che cura il servizio di raccolta e smaltimento della nettezza urbana in città e nei villaggi. Una serie di comportamenti illegittimi, ad avviso del magistrato, sarebbero stati adottati da progettisti e dirigenti comunali nel 1999 per favorire l'aggiudicazione dei lavori all'Associazione temporanea d'imprese facente capo alla «Torno» di Milano, alla «Gitto» di Barcellona e alla «Vinci» di Messina. Lavori aggiudicati (con un ribasso notevole) per 23 miliardi di lire, ma poi lievitati sino a 41 miliardi a seguito di varianti in corso d'opera. L'inchiesta era stata aperta anche a seguito di una denuncia che segnalava una strana anomalia: la «Gepco-Salc», aggiudicataria dei primi due lotti degli svincoli, si era stranamente disinteressata del terzo. Lo stesso pm Arcadi, nell'inverno scorso, per esaminare alcuni atti si era recato con la polizia giudiziaria nella sede milanese della «Torno costruzioni Spa» e al ministero dei Lavori pubblici. Gli “inviti a comparire”, in cui viene ipotizzato il reato di associazione per delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, all'abuso d'ufficio e al falso, hanno raggiunto gli imprenditori Carmelo Gitto di Barcellona e Antonino Vinci di Messina, titolari delle rispettive imprese, l'ingegnere capo del Comune Rosario Guarniere, i dirigenti comunali Francesco Barbalace, Filippo Ribaudo, Giovanni Raffa e Salvatore Bartolotta, i progettisti Giuseppe Rodriquez e Aldo D'Amore, l'impiegata del Comune Marilena Falvo e i funzionari di banca Angelo Dragone e Giancarlo Ingrassia. Questi ultimi avrebbero attestato falsamente una situazione di benessere economico dell'impresa Gitto allo scopo di consentire di avere le carte in regola per partecipare all'appalto. Nel corso dell'inchiesta, peraltro, sembra che la polizia giudiziaria incaricata di acquisire la documentazione richiesta dal pubblico ministero, non abbia trovato al Comune le buste contenenti le offerte della gara.

Fonte: gds 

Le due infrastrutture “caratterizzeranno” il nuovo approdo a sud
Area di stoccaggio tir e sottopasso


Va avanti, in un clima di riserbo, la progettazione dell'«approdo d'emergenza» a due invasature - direttamente collegato allo svincolo di Tremestieri - affidata dal prefetto Marino agli uffici tecnici del Genio civile opere marittime della Regione e del Genio civile messinese. I due enti stanno profondendo il massimo impegno per rispettare la scadenza del 16 maggio quando a Palermo, alla presenza dell'assessore regionale al Territorio, del prefetto e del sindaco di Messina, lo studio di fattibilità sul primo terminal a Sud (per navi Ro-Ro, con diga protettiva) dovrà cominciare il suo percorso per diventare un progetto esecutivo con l'acquisizione di pareri in tempi il più possibile rapidi. Intanto si danno ormai per acquisite un paio di indicazioni tecniche di una certa rilevanza. La prima riguarda la preferenza che verrebbe accordata all'ipotesi di un unico doppio «sottopasso», sotto la linea ferrata e la strada statale 114, per collegare direttamente la tangenziale all'area destinata alle invasature. «È un po' improprio parlare di "tunnel" – chiarisce il comandante Maccarone – vista la ridotta distanza tra le aree all'interno del perimetro autostradale in cui dovrebbero essere stoccati i Tir e gli spazi che saranno destinati agli imbarchi e che ricadranno più a sud rispetto alla foce del torrente Larderia, a una distanza tale da non determinare un impatto ambientale rispetto alla fiumara». La seconda ipotesi riguarda invece alcune aree interne allo svincolo di Tremestieri che potrebbero essere utilizzate come piazzale di sosta dei Tir. Si fa riferimento, in particolare, a un'estensione di circa 8000 metri quadrati, in parte asfaltata e in parte alberata, che è attigua alla bretella d'uscita dalla tangenziale, sulla statale 114, in direzione Catania. Si è scoperto dai primi accertamenti catastali, e non senza sorpresa, che tali superfici risulterebbero perlopiù intestate a privati e non già al Consorzio autostradale che è titolare delle bretelle che le delimitano con i guard-rail. Si potrebbe configurare dunque, per realizzare il piazzale, la necessità di ricorrere ad alcune procedure di esproprio. Tale eventualità non preoccupa più di tanto le autorità competenti, anche in considerazione delle previsioni di legge volte ad accelerare questi percorsi per le opere pubbliche dichiarate urgenti con decreto prefettizio. L'argomento, comunque, sarà oggetto di ulteriori approfondimenti. Quanto, invece, alla viabilità, non ci sono più dubbi: la strada statale 114 sarà risparmiata dall'afflusso dei Tir. Il sistema di approdi per mezzi pesanti a Tremestieri (anche quello che, poi, verrà realizzato e gestito dai privati con il project financing) sarà direttamente collegato all'autostrada. Lo sarà di conseguenza anche la «via d'emergenza» che dovrebbe sorgere in prossimità del greto del torrente Larderia per quei casi eccezionali in cui il sottopasso dovesse risultare temporaneamente impraticabile. Intanto cresce la preoccupazione dei residenti nell'area più o meno prossima al previsto terminal. Non bastano a rassicurarli le garanzie date dalla previsione di un sottopasso o, comunque, di un collegamento diretto con l'autostrada, che eviterà l'impatto dei Tir sulla viabilità cittadina (quello che si vive ogni giorno tra il viale Boccetta e il viale della Libertà). Si lamenta con grande disappunto anche la "perdita" di una ampia fascia di spiaggia dove pure vige in parte il divieto di balneazione. Preoccupazioni comunque comprensibili alle quali occorrerà dare le opportune risposte.
LEGAMBIENTE PELORITANI – Il coordinatore provinciale e il presidente di Legambiente dei Peloritani Enzo Colavecchio e Mariano Rossello si sono espressi in una nota a favore dell'approdo a sud: «Ragionamenti di carattere urbanistico e territoriale ci hanno portato da sempre a prendere posizione a favore dell'approdo a sud non soltanto per eliminare la servitù di attraversamento, ma anche perché a sud costituisce infrastruttura idonea per integrare le prospettive dello sviluppo». Sulle due invasature Colavecchio e Rossello osservano: «L'accordo per due invasi di emergenza nella zona di Tremestieri è un fatto che può sbloccare un inveterato immobilismo mediante l'intervento del Genio civile opere marittime e l'intervento del capitale pubblico con le procedure della protezione civile».

Anche gli alimenti veicolano l'inquinamento ambientale»

Grande interesse ha suscitato il convegno su “Ambiente, alimentazione e salute” che si è svolto nei giorni scorsi nel salone degli specchi di Palazzo dei Leoni. Voluto dall'Associazione medici cattolici, dal Comitato di bioetica e dal Centro siciliano di ricerche atmosferiche e fisica dell'ambiente, ha avuto anche un ampio supporto dalla Provincia e dal Provveditorato agli studi. Erano presenti tra gli altri i responsabili scolastici dei progetti su “Salute” e su “Ambiente e salute” e decine di studenti. Il convegno, presieduto dal prof. Antonino Arcoraci, ha visto la partecipazione di esperti: l'intenzione era di sentire chi potesse informare serenamente su quanto l'ambiente giochi un ruolo, anche in negativo, sull'alimentazione e questa poi di rimando sulla salute. E su questi temi informare in maniera corretta è doveroso, hanno ribadito il prof. Arcoraci e il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca. Di inquinamento ambientale e in maniera particolare di cosa si può fare per evitarlo, ha relazionato il prof. Girolamo Bambino. Di inquinamento ambientale ha poi parlato in maniera più specifica l'ingegnere Vincenzo Carditello, della Provincia. Sono molte – è stato detto – le “porzioni”di territorio in cui l'ambiente è inquinato sia in città che in provincia. L'inquinamento, con possibilità diverse, interferisce sulla qualità degli alimenti, che a loro volta, modificati, incidono sulla salute. E molto spesso è l'uomo che adultera gli alimenti, come ha sostenuto il generale dei carabinieri Alfio Nino Pettinano, già comandante dei Nas. Stesso concetto ha esposto, in termini ancora più crudi, il prof. Brunetto Chiarelli, nella sua dotta relazione. Abusando dell'ambiente e modificando l'alimento, si può arrivare a delle vere e proprie epidemie di origine alimentare, basti pensare al caso della “mucca pazza”. Delle malattie nel dettaglio, ha poi relazionato il dott. Santo Morabito, medico alimentarista. Insomma tutte le relazioni, moderate dal fisico prof. Guglielmo Mondio e dalla prof. Marianna Gensabella, docente di Bioetica dell'Università di Messina, hanno fatto risaltare le crude responsabilità dell'uomo nell'abuso dell'ambiente e soprattutto nella manipolazione degli alimenti. Tutto a danno della salute. Il prof. Guido Bellinghieri, vice presidente dei medici cattolici e del Comitato di bioetica, traendo le conclusioni ha ribadito l'importanza del problema e la necessità di proporlo a tutti, perché ognuno ne abbia coscienza e sia rispettoso dell'ambiente e delle leggi che lo proteggono.

La Nostra città: vietiamo i Tir in tre fasce orarie

Emilio Pintaldi

Il comitato "La nostra città" boccia il provvedimento anti-Tir varato dal sindaco Salvatore Leonardi e chiama a raccolta tutti i presidenti dei quartieri. Non si placano le polemiche al passaggio dei mezzi pesanti in pieno centro. L'ordinanza anti-Tir sulle fasce orarie approdata al quinto giorno di applicazione, non è piaciuta al movimento ambientalista. Spostare i Tir dal viale Boccetta agli altri svincoli non sarebbe stata una buona idea.
Ieri il comitato guidato da Saro Visicaro ha inviato una lettera aperta a tutti i presidenti di circoscrizione invitandoli a partecipare ad una giornata di mobilitazione da effettuarsi subito dopo le elezioni. Previsti l'ennesimo sit-in ed un corteo che approderà al Comune. Gli obiettivi da raggiungere la revoca dell'ordinanza e l'approvazione di un nuovo provvedimento che allarghi a tre le fasce di divieto (7-9, 13-15, 18-20) e su tutti e tre gli svincoli. Così da lunedì prossimo il comitato avvierà il coordinamento delle circoscrizioni per la programmazione delle manifestazioni che potrà procedere o seguire quella già fissata per il 20 maggio sul Boccetta.
"Con il provvedimento del sindaco - sottolineano i rappresentanti del Comitato - ancora una volta i cittadini vengono subordinati alle necessità del trasporto gommato". Intanto sull'argomento approdi è intervenuta Legambiente dei Peloritani. "Consideriamo l'approdo nella zona dello svincolo di Tremestieri - scrivono i responsabili di Legambiente Enzo Colavecchio e Mariano Rossello - l'unica soluzione accettabile. Il nostro auspicio è dunque che si faccia presto senza trascurare i necessari studi di impatto ambientale ma con la massima urgenza"..

Piano dell'Ateneo antinquinamento
Comune e Provincia: non ci sono fondi

Comune e Provincia chiudono la porta all'università che propone un dettagliato studio sull'inquinamento atmosferico e sugli effetti che questo potrebbe avere sull'organismo umano. Gli assessori all'ambiente del Comune e della Provincia, Giuseppe Santalco e Tanino Sutera hanno fatto sapere che entrambi gli enti non hanno in bilancio fondi disponibili e che comunque stanno già portando avanti proprie iniziative.
Un miliardo di lire. Tanto ci vorrebbe per consentire ad un' equipe di tutto rispetto, formata da docenti universitari, di monitorare il Boccetta ed il centro. Per capire soprattutto che effetto abbiano avuto le sostanze inquinanti, negli anni, sull'organismo umano. L'Università, per la seconda volta, scende così in campo in favore degli abitanti del viale Boccetta.
La scorsa settimana è stato presentato dal rettore Gaetano Silvestri e da un gruppo di lavoro coordinato dal docente Corrado Caristi, coordinatore del centro dipartimentale di protezione ambientale e sanità, il progetto denominato "qualità dell'aria ed i suoi riflessi sulla qualità della vita". Qualche anno fa proprio l'Università, attraverso un finanziamento europeo, realizzò uno studio che mise in evidenza una concentrazione pericolosa di benzene. Un dossier scomparso al Comune e finito soltanto qualche mese fa sul tavolo della magistratura.
Adesso l'ateneo torna in campo con un progetto molto più ampio che si avvale della collaborazione dei dipartimenti di Chimica organica e biologica, di Scienze della terra, di Fisica, di Igiene e medicina preventiva, Farmaco biologico, di Chimica industriale, di Statistica.
Questa volta oltre al benzene ed alle polveri prodotte dai motori a gasolio verrebbero presi in considerazione altri inquinanti come l'Mtbe additivo utilizzato per la benzina verde, ed alcuni tipi di metalli che vengono fuori dalle marmitte catalitiche. Nel progetto sono previsti lo studio in vivo degli effetti biologici precoci a livello citogenetico e lo studio in vitro degli effetti sull'epidermide e l'epitelio umano. Ed ancora il monitoraggio del sangue in relazione al loro contenuto di elementi metallici in traccia tossici e la valutazione degli effetti respiratori sugli abitanti esposti.
Del progetto fanno parte inoltre: l'analisi del rischio nei trasporti delle merci pericolose, l'analisi statistica dei dati di inquinamento, l'analisi economica dei danni, la modellizzazione dell'inquinamento sul Boccetta e la simulazione di altre ipotesi compatibili con lo smistamento del traffico anche su svincoli alternativi. Quanto ai pericoli per l'organismo direttamente collegati al traffico basta dare un'occhiata alle prime pagine del progetto targato ateneo: le sostanze inquinanti che, in forma gassosa o di particelle di piccolissime dimensioni riescono a raggiungere gli alveoli polmonari stimolano reazioni di difesa dell'organismo ed entrano nella circolazione sanguigna da cui raggiungono i diversi organi e apparati. Poi un dato allarmante: l'inquinamento da traffico è correlato alla morte prematura nel mondo di circa 80.000 persone. L'Università cercherà ugualmente di reperire i fondi necessari.

12/05/2001 

Fonte: gds 

Viale Boccetta, petizione per i controlli

Se Comune e Provincia non hanno soldi faremo una colletta". E' polemica sul finanziamento del progetto dell'Università sull'inquinamento atmosferico del viale Boccetta.
Un'indagine che oltre a stimare la presenza di sostanze inquinanti servirebbe a stabilire gli effetti che gli inquinanti hanno avuto nel tempo sull'organismo degli abitanti della zona. Occorre un miliardo di lire. I due enti locali hanno già fatto sapere, di non avere fondi per la proposta dell'ateneo. Così, a scendere in campo è il comitato "La nostra città". Il sodalizio ambientalista ha allestito una tenda sul viale Boccetta davanti alla chiesa dell'Immacolata dove tutti avranno la possibilità di versare un contributo.
L'Università tramite il rettore Gaetano Silvestri ha annunciato comunque che coprirà parte delle spese. Ad effettuare la ricerca sarebbero i dipartimenti di chimica organica e biologica, il dipartimento di medicina preventiva, gli istituti di scienze della terra, di fisica, di chimica industriale e di statistica.
Intanto il Comune ieri ha diramato i risultati degli ultimi rilevamenti sul Boccetta. Tra giovedì e venerdì sono stati monitorati 55 autocarri, 6 verbali sono contestati per inosservanza all'ordinanza sindacale antiTir. Sessantaquattro invece i verbali elevati ai conducenti di motocicli per mancanza di casco e 13 i verbali contestati per mancanza di libretto di circolazione. Sotto i riflettori anche il rispetto dei limiti di velocità. Colti in fallo attraverso gli autovelox sul viale Boccetta ben 8 conducenti (autovetture e Tir).

Fonte:gazzetta del sud 

Controlli sul Boccetta: multati 55 tir e 89 autovetture

Proseguono i servizi di controllo dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza sindacale relativa al divieto di transito dei tir sul Boccetta in alcune fasce orarie. I controlli sono stati eseguiti a valle del Boccetta, utilizzando per fermare i veicoli il tratto di strada compreso tra la via Garibaldi e la via Vittorio Emanuele (in quest'ultimo caso è compreso anche parte del rettilineo antistante il Circolo “Thalatta”). Contemporaneamente gli agenti della polizia municipale hanno provveduto a rilevare i numeri di targa di tir circolanti, con direzione sud, non disponendo, in questo caso, di aree idonee a stoccare i mezzi di grandi dimensioni. Tra giovedì e venerdì sono stati complessivamente controllati 55 automezzi, sono stati contestati 6 verbali mentre altri 5 non sono stati contestati. I servizi di controllo sul territorio, operati sempre del Reparto operativo mobile coordinato dallo specialista di vigilanza urbana Santi Vita, sono stati anche eseguiti su 89 veicoli con 64 verbali elevati a conducenti di ciclomotori e motocicli per mancanza di casco; 13 i verbali per mancanza dei documenti di circolazione e 6 i fermi amministrativi di ciclomotori condotti da minorenni senza casco. Relativamente ai servizi di controllo della velocità è proseguita anche la vigilanza con l'uso dell'autovelox sul viale Boccetta e sulle direttrici adiacenti con lo scopo di scoraggiare le violazioni ai limiti di velocità. Nell'ambito del servizio sono stati effettuati controlli su 73 veicoli (tra autovetture e tir) ed elevati e contestati 8 verbali per violazione dei limiti rilevati sia con l'autovelox che con il cronotachigrafo

14/5/2001 

Fonte: gazzetta del sud

L'agenda di Palazzo Zanca ricca di appuntamenti di rilievo
Non solo emergenza tir
Senza bilancio il Comune ridotto allo stremo


L'analisi del voto del 13 maggio occuperà per settimane le prime pagine dei giornali e catalizzerà l'attenzione delle forze politiche. Ma alle porte pressano importanti scadenze e appuntamenti amministrativi di cui occorre tener conto. Il primo è sicuramente quello del 16 maggio, la data entro la quale i progettisti del Genio civile opere marittime di Palermo e del Genio civile di Messina devono consegnare lo studio preliminare per la costruzione dei primi due attracchi del cosiddetto approdo di emergenza previsto a Tremestieri. Il capitolo dell'emergenza tir è tutt'altro che chiuso. Domani il sindaco Leonardi incontrerà i rappresentanti del “Movimento per la liberazione di Messina” mentre proseguirà la campagna di «disobbedienza civile» avviata dal Comitato “La nostra città” che propone di devolvere a sostegno del progetto dell'Ateneo sulla “Valutazione della qualità dell'aria” le somme destinate al pagamento dell'Ici. Non sono destinate a placarsi le polemiche sul sistema delle fasce orarie che si è rivelato, come era ampiamente prevedibile, solo un palliativo, forse più dannoso che inutile. Era da mettere in conto ovviamente la protesta dei quartieri interessati, in particolare degli abitanti di viale Europa e di via La Farina. L'amministrazione comunale, da parte sua, ha più volte spiegato le ragioni per le quali si è deciso di non applicare il divieto integrale valido per tutti gli svincoli cittadini. «Se fermiamo per due ore il transito dei tir – ha ribadito spesso Leonardi –, il risultato è che nella fascia oraria immediatamente successiva si appesantirebbe il traffico dei mezzi pesanti sul Boccetta al punto non solo da vanificare l'efficacia del provvedimento ma da peggiorare la situazione dell'inquinamento acustico e ambientale. I disagi si possono attenuare solo diversificando i flussi di traffico e in ogni caso abbiamo sempre detto che quello delle fasce orarie è solo un esperimento, non certo la panacea dei mali».

14/5/2001 ( bob brown )

Il giorno del Camaleonte

C'è stato nell'ultimo anno un deciso risveglio della coscienza civile dei messinesi che, seppur oberati dalla cattiva congiuntura economica che imperversa da decenni su questa città nonostante nel resto dell'isola e del paese mostri chiari segni di ripresa, si sono finalmente accorti che la vita non è fatta di solo...pane ma anche di aria, di cielo, di mare ovvero di quelle cose che non si ottengono soltanto con il denaro.
Le cause del degrado economico e di tutto il resto sappiamo tutti in che cosa consiste ovvero in quel monopolio che si manifesta come un vero e proprio cancro che, mentre crea un posto di lavoro, ne fa scomparire almeno cinque.
Non occorre fare o dare una lezione di economia politica ma quando un gruppo economico che si riconduce a poche famiglie controlla settori vitali quali costruzioni edilizie, ristorazione, alberghiero, farmaceutico, traghettamento, smaltimento rifiuti, cantieristica etc il risultato non può che essere una grave crisi : a) nel settore edilizio; b) alberghiero (sono scomparsi numerosi alberghi negli ultimi 15 anni); c) nel settore farmaceutico che ha succhiato il sangue delle finanze pubbliche ( vedi farmatruffa al Policlinico);d) settore cantieristico vedi caso Smeb dove c'è un vero e proprio assedio che probabilmente avrà come epilogo il fallimento e l'incorporazione, con perdita di posti di lavoro, nel gruppo dei soliti noti; e) il traghettamento che ha visto la perdita di centinaia di posti nel comparto FF.SS e soprattutto la mortificazione delle condizioni di qualità di vita dell'intera cittadinanza.
Sarebbe triste se oltre a questi effetti negativi, l'azione distruttrice di tale mostro economico finisca anche per conquistare settori, fino ad oggi liberi, dell'opinione pubblica cittadina perchè lascia francamente perplessi, in un momento come questo, che ci si divida su questioni di centinaia di metri come nel caso della localizzazione dell'approdo a Sud.
Cari amici del "Movimento per la liberazione di Messina" e cari amici del Comitato "La nostra Città", nessuno critica il vostro diritto alla libera espressione del pensiero, di partecipazione, di associazione ed è altrettanto giusto che si manifestino tutte le identità politiche presenti in tali associazioni ma sarebbe squallido se entro tali diversità si nascondano interessi in appoggio a questo o a quell'altro gruppo imprenditoriale perchè tale forma di camaleontismo, che oggi con le elezioni politiche potrebbe trovare una grande affermazione, è proprio l'espressione della realtà messinese senza politica e, se continua così, senza storia.

16/5/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

Lettere / «La zona di Tremestieri tutt'altro che ideale»

In merito al progetto presentato al Comune e alla Capitaneria per un approdo all'Annunziata, dall'ing. Domenico Galatà riceviamo e pubblichiamo: Ritengo utile portare un contributo tecnico sulle vicende degli approdi che di recente hanno interessato l'opinione pubblica. Preliminarmente dissento totalmente dall'affermazione di taluni che «il sito ideale per il nuovo approdo non può che essere Tremestieri». Le opinioni di movimenti popolari, che rispetto per la passionalità con cui sono portate avanti nell'esclusivo interesse della nostra città, dovrebbero essere suffragate da pareri di tecnici esperti nel settore e da coloro che sono profondi conoscitori dei problemi relativi a una qualunque opera marittima che si possa realizzare in una zona notoriamente difficile e per situazioni meteomarine e per il pericolo di profondi turbamenti della costa in presenza di una qualunque modifica portata dall'uomo alla stessa. Deve certamente considerarsi tutt'altro che «ideale» la zona di costa di Tremestieri che per il suo «Feetch» (distanza in direzione del vento predominante dalla costa opposta: circa km 800 dall'Africa) comporta la possibilità di ondazioni di circa 11 metri (come da usuali formule). Su tale ordine di grandezza si era espresso anni addietro il Rina (Registro Italiano Navale) che indicava in ben 13 metri la possibile altezza di onda in tal sito, cosa confermata dal comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone in una intervista alla Gazzetta di circa un anno addietro. Peraltro la stessa commissione Misiti, dopo studio approfondito di numerosi tecnici del settore, nell'indicare le due soluzioni - Tremestieri e Annunziata – rilevava le notevoli difficoltà per la realizzazione della prima e la semplicità, specie per la situazione meteomarina (mare tranquillo), della seconda. Inoltre la considerazione del raddoppio della distanza che si verrebbe ad avere con la rotta Villa - Tremestieri e in zona di mare soggetta a intenso traffico marittimo dovrebbe far riflettere ulteriormente su tale soluzione, ancora una volta non certo «ideale». Capisco che da taluni movimenti popolari sia criticata la soluzione Annunziata, ma, certamente, da parte loro non è stata approfondita la soluzione dell'approdo in tale località che mi si permetta (e li invito a un incontro pubblico chiarificatore) rappresenta veramente «il sito ideale». Non è stata compresa la semplicità della soluzione con la quale si può avviare il traffico in attraversamento verso o dallo svincolo senza interferire in assoluto con quello locale e in particolare modo che non vi è alcun pericolo per la zona dal punto di vista dei problemi idraulici del territorio, non alterando in assoluto la situazione del Torrente Annunziata. Peraltro anche dal punto di vista ambientale l'approdo studiato (in uno dei due progetti presentati) lato mare del Baby Park non disturba minimamente l'ambiente stesso, nascondendo totalmente il parco giochi gli approdi previsti. Infine una osservazione merita il rispetto e la tutela dell'ambiente nei confronti dei cittadini residenti nella zona Larderia Tremestieri che sarebbero penalizzati quanto e di più di quelli residenti lungo il viale Boccetta, cittadini i primi che già devono subire gli effetti dell'impianto di depurazione e gli inconvenienti dello scarico degli inerti. Si continua purtroppo a voler trascurare l'aspetto squisitamente tecnico del problema non considerando le conseguenze estremamente nefaste che soluzioni realizzate sotto la sola spinta popolare, potrebbero portare in futuro alla nostra città danni di gran lunga peggiori rispetto a quelli che oggi deve sopportare.

Sarà presentato oggi nel corso di un vertice a Palermo tra la Regione, la Prefettura, il Comune e la Capitaneria
Lo studio di fattibilità per l'approdo di emergenza


C'è attesa per il vertice odierno a Palermo. I tecnici del Genio civile opere marittime e del Genio civile di Messina presenteranno lo studio di fattibilità per la realizzazione di un approdo di emergenza a Tremestieri. All'incontro prenderanno parte il presidente della Regione Leanza, l'assessore regionale al Territorio Lo Monte, il prefetto Marino, il sindaco e i rappresentanti della Capitaneria di porto. Ieri intanto Leonardi ha ricevuto i responsabili del “Movimento di liberazione per Messina” promotore di una petizione popolare per la soluzione dei problemi del Boccetta e per la immediata costruzione dei nuovi approdi. Il Movimento ha consegnato al presidente della Regione, al prefetto e al sindaco un documento nel quale si chiede l'attuazione del punto 4 della delibera comunale del giugno 2000 che prevede «il collegamento diretto tra l'approdo a sud e il sistema autostradale, con totale separazione tra i flussi di traghettamento, i flussi urbani e gli insediamenti abitativi, nonchè il rispetto delle condizioni ambientali e di vivibilità della popolazione del luogo». Inoltre, viene sollecitata l'abrogazione del punto 2 della stessa delibera che individua l'approdo all'Annunziata e si evidenzia la «imprescindibilità da soluzioni definitive senza ricorso a soluzioni tampone, che sarebbero soltanto dannose». E il comitato “La nostra città”, da parte sua, annuncia che nel corso della prossima manifestazione pubblica verrà chiesto il contingentamento del numero dei tir in transito nella nostra città, come misura prevista dalle norme europee in materia di trasporti ed emissioni inquinanti. Il comitato ha anche avviato una raccolta di firme a sostegno del progetto dell'Ateneo per lo studio dell'inquinamento nel Boccetta e per impedire il rinnovo della concessione demaniale relativa all'utilizzo della rada di San Francesco. Durante un incontro con i rappresentanti della “Nostra città” l'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo ha confermato l'intenzione del Comune di estendere i divieti previsti dalla giornata ecologica del 20 maggio anche al Boccetta, così come era stato richiesto dal comitato e dal consiglio di quartiere. Domenica prossima un gruppo di giovani e di artisti sarà impegnato a colorare le corsie del “viale dei tir” mentre venerdì, alle 18,30, nella piazzetta di San Francesco, si terrà un dibattito pubblico sul tema “Di rumore si muore”.

La Cortina del porto si articola in una serie di edifici di interesse pubblico e di pregio architettonico come il Catasto, l'Inps e l'Inail che andrebbero recuperati dal degrado
Una volta era la Palazzata. Come sarà il waterfront?


Di questi tempi si fa un gran parlare di waterfront , il «fronte del porto» che, oltre al film di Elia Kazan che negli anni Cinquanta lanciò Marlon Brando, dovrebbe designare anche il “nuovo volto” e la nuova vocazione dell'affaccio a mare di Messina. Un'idea che però viene regolarmente incentrata, da tutte le istituzioni interessate a vario titolo, sul ruolo e sull'aspetto che dovrà avere la cittadella fieristica. Meno, molto meno si discute però della parte del lungomare che va dalla Passeggiata a mare alla Stazione marittima e che, con la ridistribuzione delle aree portuali in funzione del trasferimento degli attracchi commerciali al molo Norimberga, si presume debba diventare una vera e propria “vetrina” della città a disposizione dei croceristi. Il motivo, in realtà, ci sarebbe anche: in quel tratto, infatti, sorgono già svariati edifici di interesse pubblico e di un certo pregio architettonico. Un tempo, sulla Cortina del porto esisteva un vero e proprio “spettacolo” dell'arte costruttiva: la Palazzata, detta anche Teatro Marittimo, la cui costruzione fu iniziata nel 1622 su progetto dell'architetto Gullì. Si trattava di un edificio ininterrotto dello sviluppo lineare di un chilometro, dall'attuale batteria Masotto fino alla Dogana. E, anzi, la Palazzata avrebbe dovuto seguire la forma della “falce” fino al fortilizio del Ss. Salvatore, quello sul quale si trova la Madonnina. Dopo la distruzione a causa del terremoto del 1908, la Palazzata fu ricostruita su disegni dell'architetto Minutoli – dal quale prese anche il nome – ma crollò nuovamente in seguito a un altro, spaventoso sisma: quello del 1908 che rase al suolo praticamente tutta la città. Nei decenni successivi, dunque, la forma dell'unico edificio dalla lunghezza chilometrica fu abbandonata, e al suo posto furono realizzati diversi palazzi su progetto di architetti di valore operanti a Messina in quell'epoca, tra i quali ad esempio Giuseppe e Alberto Samonà, caratterizzati anche da stili diversi che conferiscono al waterfront un aspetto molto più variato. Oggi, la porzione di maggior pregio architettonico della Cortina del porto – anche se non vanno dimenticati il palazzo del Banco di Sicilia o quello dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra, costruito negli anni Sessanta dall'ing. Alongi – è quella costituita da tre edifici pubblici: il Catasto, il palazzo dell'Inail e quello dell'Inps. Di particolare rilievo, in particolare, è la posizione dei primi due, praticamente di fronte al Municipio e separati da uno slargo (intitolato proprio all'architetto Minutoli, progettista della Palazzata) nel quale campeggia la statua raffigurante la personificazione di Messina, scolpita dall'artista Giuseppe Prinzi nel 1859. Del Catasto, soprattutto, si è parlato in tempi recenti a proposito di un'ipotesi di vendita (o di permuta) a favore di qualche altro ente pubblico, dovuta alla possibile scelta, da parte dell'Agenzia del territorio, di concentrare nella zona di viale Boccetta-via Monsignor D'Arrigo tutti gli uffici del Demanio. Ma l'edificio è anche interessato da lavori di rifacimento delle facciate (come tra l'altro è accaduto di recente anche al palazzo Inps) che stanno interessando il prospetto su via Vittorio Emanuele dopo la conclusione dei lavori in via Garibaldi. Proprio su via Garibaldi, tra l'altro, è possibile verificare un curioso esempio dello scarso criterio con il quale vengono effettuati questi lavori, anche quando riguardano edifici architettonicamente rilevanti: alcune delle vecchie finestre in legno della facciata, infatti, sono state sostituite nella parte bassa con moderni avvolgibili di un colore diverso dal telaio e che quindi creano un effetto a dir poco sconvolgente dal punto di vista estetico. Ma, si diceva, è solo un esempio: tutti questi edifici dovrebbero essere realmente recuperati dal degrado delle facciate annerite, delle prese d'aria dei condizionatori e di tutti quegli elementi che testimoniano lo scarso interesse nei confronti dell'aspetto e della storia della nostra città

Fonte: gds 

Domenica Ecologica

Ed alla fine l'assessore Rizzo ha detto sì. Il 20 domenica ecologica anche per il viale Boccetta. Il comitato "La nostra città", promotore dell'iniziativa non ha mollato la presa e dopo le prime perplessità avanzate dall'assessore alla Viabilità sulla possibilità di estendere anche al viale Boccetta il divieto di circolazione negli orari destinati ai pedoni, ha ottenuto il sì.
A quanto pare Turi Rizzo ha deciso di fare un tentativo, un primo esperimento, domenica prossima con la chiusura al transito del viale Boccetta, ritenuto fino a ieri punto nevralgico e valvola di sfogo per la circolazione. Il comitato ha quindi sospeso la raccolta di firme e la manifestazione "Lascia il segno", una protesta simbolica, con la "mappatura" del viale attraverso le orme realizzate dall'artista Massimo Di Prima e dedicata alle vittime del Boccetta. A margine c'è anche la replica di Saro Visicaro, portavoce del movimento, al sindaco che a proposito dell'iniziativa lanciata dal comitato per finanziare il progetto antiquinamento dell'università aveva parlato di manie di protagonismo e di masanielli.
"Chi manca di protagonismo _ risponde Visicaro - è questa amministrazione che deve spiegarci cosa concentramente ha fatto sul fronte ambiente, quale programma ha deciso di avviare per il verde e per le scuole".

La circoscrizione boccia l'uscita dei Tir a Tremestieri

Il Consiglio della IV Circoscrizione boccia l'ordinanza sindacale che impone l'uscita notturna dei Tir, carichi di merci pericolose, dallo svincolo di Tremestieri.
"La zona Sud non è la pattumiera della città" si legge sulle lenzuola appese per protesta nei balconi dagli abitanti della zona.
L'ennesima soluzione "tampone" per dar sfogo ai residenti del Boccetta non riscuote il successo sperato. Infatti il provvedimento che prevede l'attraversamento di tutta la ex Strada statale 114, penalizzerebbe un traffico viario già intasato dalla presenza degli altri autoarticolati.
Evitata la discesa del "Viale della morte" si continua a non pensare all'incolumità della cittadinanza costretta a tollerare l'inquinamento acustico ed ambientale prodotto dai "bisonti" della strada.
Il IV Quartiere della Calispera, messo da parte dall'Amministrazione, chiede l'intervento del sindaco, Salvatore Leonardi, del prefetto Giosuè Marino, dell'assessore alla Viabilità Turi Rizzo e della Direzione dipartimentale della Polizia municipale affinchè‚ si rimbocchino le maniche per trovare, in fretta, soluzioni che mirino non a spostare il problema da un lato all'altro della città, ma a risolverlo definitivamente.
Disagi, rumori e pericoli vengono accentuati dalla totale mancanza di controllo da parte dei vigili urbani, latitanti in una zona cruciale della città.
Non è certo un bel preambolo in via della riunione, in programma la prossima settimana a Palermo, per definire le scelte progettuali e le procedure di finanziamento regionale da adottare in base alla realizzazione dell'approdo d'emergenza a Sud. Il nuovo attracco contribuirà allo smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320 giorni all'anno.
La spesa economica per la costruzione dell'intera opera oscillerà tra i 12 e i 40 miliardi.
Le somme comprenderanno circa 10 miliardi di lavori per le opere di viabilità definitiva che saranno utilizzate anche dopo la fase di emergenza.

Fonte: gazzetta del sud

Il progetto di massima sarà definito martedì: in discussione il tipo di diga che dovrà proteggere le invasature
Approdo, ancora un passo avanti
Leonardi rassicura: «Nessuna interferenza con la viabilità di Tremestieri»

Prende corpo il progetto dell'«approdo di emergenza» a Tremestieri con l'obiettivo di liberare (nella misura minima del 60 per cento del flusso) il centro urbano dalla schiavitù del passaggio dei tir. È stata così discussa ieri mattina a Palermo la progettazione di massima approntata dal Genio civile regionale delle opere marittime e dal Genio civile di Messina. Gli esiti del confronto tra i due organi tecnici, la Regione, il Comune e la Capitaneria sono stati confortanti ma è stata differita a martedì 22 maggio una scelta tecnica (il tipo di diga protettiva delle due invasature) e con essa la definizione dell'intero preliminare. All'incontro hanno preso parte il presidente della Regione Vincenzo Leanza, gli assessori regionali alla Protezione civile e al Territorio Giuseppe Drago e Carmelo Lo Monte; il sindaco Salvatore Leonardi e il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca; l'ingegnere capo del Genio civile di Messina Francesco Rigano e il dirigente regionale ing. Rosario Navarra Tramontana; il dirigente regionale del Genio civile delle Opere marittime ing. Lorenzo Ceraulo; il comandante della sezione Demanio della Capitaneria, cap. Patrizio Zumbo; la dirigente dell'assessorato alla protezione civile Gabriella Paolocci.
IL FINANZIAMENTO – La copertura finanziaria dell'opera oscilla tra i 30 e i 40 miliardi. A garantire il finanziamento è il governo regionale che si avvarrà dei fondi europei sulla portualità già disponibili per la Sicilia: circa 140 miliardi. Si registra, dunque, un aumento dei costi rispetto alle prime stime. Il maggior onere a carico del governo Leanza dipende dall'obiettivo che ieri, unanimemente, è stato giudicato irrinunciabile: le opere a terra dell'approdo di emergenza (area di stoccaggio dei tir nello svincolo; sottopasso stradale e ferroviario; spazio per l'imbarco) dovranno avere le caratteristiche della viabilità definitiva, pienamente utilizzabile dal successivo approdo di Tremestieri. Tali opere hanno un costo specifico valutato in 8-9 miliardi.
I RESIDENTI – È stato confermato che la soluzione proposta dal Genio civile non presenta alcuna interferenza con il traffico residenziale. L'estrema vicinanza dello svincolo di Tremestieri al litorale e la facile realizzabilità del collegamento diretto "in sottopasso" tra gli spazi delle invasature e l'area di sosta dei tir (nel perimetro dello svincolo) fanno scongiurare del tutto la temuta interferenza. Il sottopasso scorrerà sotto la strada statale 114 e la linea ferrata antistante all'arenile. Il sindaco Leonardi ha commentato con soddisfazione: «Il progetto preliminare risponde alla doppia esigenza da noi rappresentata: quella espressa dalla comunità locale in relazione alla necessità di non interferire con la viabilità della zona e quella del consiglio comunale che si è pronunciato a favore di un approdo a sud collegato allo svincolo di Tremestieri. Tali soluzioni viarie – ricorda – saranno poi a servizio dell'approdo definitivo». Ultimo dato: i progetti privati fin qui proposti alla Capitaneria per il sito di Tremestieri «sia pure con qualche aggiustamento – spiega il comandante Maccarone – rimangono compatibili con le opere dell'approdo di emergenza»
LE OPERE A MARE – Un'alternativa è stata profilata ieri dal Genio civile delle opere marittime in merito al punto chiave delle opere a mare: la diga che proteggerà i due attracchi dai marosi riducendo al minimo i giorni d'inutilizzabilità per avverse condizioni meteomarine. A spiegare le due soluzioni possibili è ancora il sindaco: «Si è discusso se sia preferibile una diga su palificata, per cui l'intero approdo sarebbe realizzabile in 8 mesi di lavori; oppure una "diga piena" con cui i tempi globali salirebbero a 12 mesi». L'orientamento? «È per la diga su pali anche per i tempi più celeri che fa prevedere per il rilascio della «via», la valutazione d'impatto ambientale.
LE PROCEDURE – Novità rilevanti, forse, sui tempi necessari alle procedure di affidamento. Si delinea la possibilità di fare ricorso, per l'approdo di emergenza, alle procedure accelerate tipiche delle ordinanze ministeriali di protezione civile. Il risparmio di tempi sarebbe consistente nell'acquisizione dei pareri per l'approvazione del progetto esecutivo con bando d'appalto. Quanto infine, all'«accordo di programma» Regione-Comune, per il project financing dell'approdo definitivo, verrà siglato nei prossimi giorni allorquando sarà definito il progetto dell'approdo d'emergenza.

18/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Giornata ecologica / Domenica dalle 10 alle 13
Chiuso anche il Boccetta


La giornata ecologica di domenica prossima coinvolgerà, seppur parzialmente, anche il Boccetta. Il “viale dei tir” – come è stato definito dai vari comitati e associazioni – sarà chiuso al traffico dalle 10 alle 13. Durante la mattinata, su iniziativa del comitato “La nostra città”, un gruppo di giovani e di artisti dipingerà parte della carreggiata stradale, per rappresentare simbolicamente l'asservimento ai mezzi gommati pesanti che dura ormai da decenni. Dalle 10 alle 13 sarà interdetta anche la circolazione nelle vie Protonotaro, Placida, San Giovanni di Malta, Bandiera, San Crispino, largo Gagini, Santo Stefano, monsignor Bruno, San Paolo, Sant'Eustochia, Rocca Guelfonia, delle Carceri, piazza Basicò, via Sant'Agostino e via XXIV Maggio. Restano, invece, confermati dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19 i divieti di transito in vigore all'interno del perimetro urbano delimitato da viale Europa, via Ugo Bassi, via Luigi Rizzo, via Vittorio Emanuele, largo Minutoli, via Garibaldi, viale Boccetta, via XXIV Maggio, via Tommaso Cannizzaro e le vie Carisio, Cadorna, Grillo, Cesareo, Faranda, Merli, San Paolino, Santa Maria del Selciato, Martino, Santa Cecilia e Centonze. Il programma delle manifestazioni previste per il quarto appuntamento delle giornate senz'auto prevede una serie di appuntamenti.

18/5/2001 ( gazzetta del sud )

Striscioni “anti-tir” in tutti i villaggi della zona sud

Sarà trasmessa oggi al Genio civile la perizia di variante per il primo lotto degli svincoli Giostra-Annunziata. Ieri mattina il sindaco Leonardi ha incontrato l'ingegnere capo dei lavori Carmelo Ricciardi e i funzionari comunali per definire gli ultimi passaggi tecnici sulla base della transazione stipulata nel 2000 tra il Comune e l'impresa Gepco Salc. La variante prevede la sostituzione dei materiali di costruzione (l'acciaio al posto del calcestruzzo) degli impalcati dei viadotti nei tratti in curva. L'aumento dei costi rientra nell'ambito delle somme a disposizione, in misura inferiore al 20 per cento dell'importo a base d'asta, come previsto dalla legge. Ciò dovrebbe accelerare i tempi e risolvere il problema del trasporto dei conci dal campo di prefabbricazione, ubicato in viale Giostra, al cantiere di Ritiro-San Michele. Un problema rivelatosi insormontabile a seguito della prova fatta nel '99 con la quale era stato dimostrato che i camion a pieno carico non avrebbero potuto percorrere la via Palermo. Il tempo occorso alla redazione della nuova perizia di variante è stato di gran lunga superiore alle previsioni. Si contava di poter riprendere di gran lena i lavori nel cantiere del primo lotto fin dallo scorso mese di dicembre ma adesso ciò che conta è che l'iter possa proseguire sui giusti binari, senza più interruzioni o deragliamenti di sorta. Per una variante che arriva al Genio civile, un'altra dovrebbe tornare a Palazzo Zanca nei prossimi giorni con il nulla osta da parte del Genio civile. Il riferimento è alla perizia che ha interessato la galleria del terzo lotto Giostra-Annunziata. Dopo la protesta dei lavoratori posti in cassaintegrazione e le assicurazioni fornite dal sindaco, si attendono finalmente novità positive anche su questo delicato fronte. E veniamo al tram. Sono andati avanti i lavori di smantellamento dello spartitraffico di viale della Libertà nel punto più critico, quello corrispondente al serpentone degli imbarcaderi privati. L'inevitabile restringimento della carreggiata ha aggravato gli enormi disagi causati dalla collisione tra due navi della Tourist-Caronte e dai problemi che ne sono derivati. Le ripercussioni si sono fatte sentire sull'intera viabilità cittadina ma di questo riferiamo in altra pagina. Assume, intanto, proporzioni sempre più vaste la mobilitazione degli abitanti di Tremestieri contro le ipotesi di approdo a sud. Le ragioni della protesta sono state spiegate dal comitato spontaneo, il quale ha annunciato iniziative in tutte le possibili sedi, comprese quelle giudiziarie. Il comitato ha anche rilanciato la proposta di spostare gli attracchi per il traffico gommato pesante nell'area industriale di Giammoro. Ieri in tutto il villaggio di Tremestieri sono comparsi striscioni “anti-tir”, così come accade da mesi sul viale Boccetta. Non sono servite a tranquillizzare i cittadini della zona sud le dichiarazioni del sindaco Leonardi, il quale ha smentito perentoriamente che il transito dei mezzi pesanti diretti al nuovo “approdo di emergenza” possa avere interferenze con la viabilità di Tremestieri. Proprio la necessità di realizzare le opere a terra (area di stoccaggio all'interno dello stesso svincolo, sottopasso stradale e ferroviario) ha fatto salire la previsione dei costi che adesso si aggirerebbero tra i 30 e i 40 miliardi. La copertura finanziaria, come è stato ribadito nel corso del vertice svoltosi mercoledì a Palermo, sarà assicurata dalla Regione siciliana. Infine, due notizie riguardanti la giunta Leonardi e la polizia municipale. Da ieri il neodeputato Gianpiero D'Alia ha ripreso le sue funzioni di vicesindaco, di assessore all'Urbanistica e al Personale. Dal 1. giugno, invece, Calogero Ferlisi sarà il nuovo comandante dei vigili urbani. L'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo ha confermato che si stanno espletando tutti gli adempimenti formali e la lunga “telenovela”, che si trascina ormai da anni, dovrebbe avere fine.

Lo scontro tra le due navi della Tourist a pochi metri dalla rada San Francesco
La nebbia ha “nascosto” lo Stretto
Illesi i passeggeri. A rilento i collegamenti con la Calabria

Un lungo suono di sirena, poi, verso le 9 e a causa della nebbia intensa presente ieri nello Stretto, la collisione – fortunatamente lieve e senza danni alle persone – tra la nave traghetto “Giano”, che stava eseguendo la manovra d'uscita dalla rada San Francesco, e la motonave “Vestfold” che stava invece attraccando. Limitati i danni, grazie anche alla velocità ridotta dei mezzi così come previsto dalle procedure di sicurezza applicate alle manovre in caso di scarsa visibilità. Per l'urto, come specificato in un comunicato emesso nel pomeriggio dalle società “Caronte spa” e “Tourist Ferry Boat spa” «non si è verificato alcun danno a persone o cose e le navi hanno riportato minimi danni tant'è che le stesse hanno potuto proseguire il normale servizio di traghettamento». Sull'accaduto, e per accertare eventuali responsabilità, è stata avviata un'inchiesta dalla sezione Tecnica della Capitaneria come confermato nella tarda mattinata di ieri dallo stesso comandante, Carmelo Maccarone. La collisione, così come accertato anche da un'unità della Capitaneria di porto che si trovava nei paraggi, si è verificata in un momento in cui il fenomeno della “lupa” era particolarmente accentuato. La nave traghetto “Giano”, al cui comando c'era il capitano Giovambattista Donato, dopo aver caricato decine di camion, autovetture e pendolari, aveva da poco mollato gli ormeggi quando, a una decina di metri dalla rada San Francesco – antistante il self service “L'Ancora” di viale della Libertà – ha “strisciato” (così come affermano gli addetti ai lavori) la motonave “Vestfold”, comandata da Salvatore Donato, proveniente da Villa San Giovanni e con a bordo anche una scolaresca in gita. L'urto, che secondo alcuni non è stato neppure avvertito dai passeggeri mentre secondo altri avrebbe creato panico tra quanti si trovavano a bordo, ha causato nella “Vestfold” uno squarcio di circa cinque metri nella parte alta della prua (la zona che tecnicamente viene chiamata “parte morta”) mentre nella “Giano” un danno al portellone di carico. Dopo la collisione il comandante della motonave ha deciso di proseguire la marcia fino all'attracco nella rada San Francesco mentre il collega responsabile della traghetto ha deciso di fare rientro immediato nella città dello Stretto e non proseguire per Villa San Giovanni per i possibili disagi che avrebbe potuto causare il portellone danneggiato. Quest'ultimo sarebbe stato riparato nella stessa mattinata tant'è che, sempre secondo quanto comunica la società proprietaria, dopo breve la nave ha potuto riprendere il normale servizio. Scattato l'allarme sul posto sono intervenuti gli esperti della Capitaneria di porto e gli stessi dipendenti delle società di traghettamento, al fine di accertare eventuali danni ai mezzi trasportati e la presenza di feriti. Secondo fonti ufficiali, per l'urto, solo una donna avrebbe accusato un lieve malore. Ma si sarebbe trattato solo di un “attacco di panico” tant'è che non si sarebbe neppure recata in ospedale per essere medicata. L'ultima collisione nelle acque dello Stretto (che, peraltro, rischiò di provocare un disastro ambientale) si era registrata, nello specchio di mare antistante Capo Peloro, il 6 settembre 1999 e aveva visto come protagoniste la motocisterna “Monte Chiaro”, con a bordo 27 persone di equipaggio– proveniente da Santa Pelagia in provincia di Siracusa e diretta a Milazzo con un carico di 23.132 tonnellate di gasolio – e il rimorchiatore “Vincenzo Onorato” , con a bordo 9 persone, che trainava una chiatta lunga 91 metri, con un carico di due grosse gru per lavori in mare. Il “Vincenzo Onorato”, partito da Trieste, era diretto a Cagliari.

18/5/2001

Fonte:gazzetta del sud 

Le ripercussioni sul traffico / «Non siamo stati avvisati, ci hanno lasciati in fila per ore»

La collisione di ieri ha creato non poche difficoltà nella circolazione stradale. Ripercussioni si sono registrate sul viale Boccetta e sul viale della Libertà dove centinaia di mezzi sono rimasti incolonnati in attesa dell'imbarco. A peggiorare ancor di più le cose il cantiere per la realizzazione del tram che, già da giorni e quasi in prossimità dell'incrocio con il viale Giostra, ha “sottratto” alla circolazione una corsia lato nord. Particolarmente complesso il lavoro per gli agenti della polizia municipale che hanno dovuto far fronte all'imprevedibile emergenza. Rallentamenti anche in via Garibaldi per la presenza di una decina di lavoratori della “Mira” di Milazzo che protestavano davanti la Prefettura (a tal proposito sarebbe opportuno sapere il perché è stato permesso lo sciopero dei dipendenti dentro la fontana ndc ). Proteste anche da parte di molti utenti provenienti da Villa San Giovanni. «Nessuno – ha affermato una nota professionista – ci ha avvisato di quello che era accaduto. Decine di carabinieri e poliziotti “schierati” allo svincolo per le navi traghetto, pur conoscendo la situazione, non si sono presi neppure la briga di avvisarci, consigliandoci magari di prendere le navi delle Ferrovie dello Stato. Come al solito – conclude la professionista – sono sempre i cittadini a pagarne le conseguenze. Cittadini che, ieri, sono stati lasciati per ore sotto il sole cocente». Sempre a proposito di viabilità, il Reparto operativo mobile della polizia municipale – coordinato da Santi Vita – ha espletato servizi di controllo in varie zone della città, con particolare attenzione al Boccetta. Durante le operazioni, mirate alla prevenzione e repressione della guida di ciclomotori e motocicli senza casco sono stati controllati 137 motoveicoli e verbalizzati 43 conducenti. Altri 15 sono stati contravvenzionati per mancanza di documenti di circolazione, mentre sono stati effettuati 6 fermi amministrativi di mezzi condotti da minori e 5 sequestri amministrativi per mancanza di assicurazione. Nella stessa operazione sono stati controllati 226 mezzi pesanti e contestati 7 verbali per inosservanza all'ordinanza sindacale. Sul viale Boccetta sono anche proseguiti i controlli con l'autovelox su 434 autovetture: 21 le violazioni contestate. Sono stati eseguiti anche 27 controlli sui gas di scarico dei mezzi pesanti in transito sulla statale 114 e sul viale Boccetta e sono stati elevati 12 verbali per emissioni inquinanti fuori dai limiti consentiti.

Fonte:gds 

L'approdo d'emergenza in esame la scelta progetti

 La settimana prossima saranno definite le scelte progettuali per l'approdo di emergenza a sud e le procedure di finanziamento regionale, insieme alla stipula dell'accordo di programma per la realizzazione del project-financing per l'approdo definitivo, secondo quanto deliberato dal consiglio comunale. Questo è quanto è stato deciso nel corso del vertice tenutosi a Palermo fra il presidente della Regione Vincenzo Leanza, il sindaco Salvatore Leonardi, il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca e gli assessori regionali Giuseppe Drago e Carmelo Lo Monte. Nel corso della riunione, è stata illustrata la progettazione curata dal Genio Civile per l'approdo al sud a ridosso dello svincolo di Tremestieri. Dopo l'incontro, il sindaco Leonardi ha effettivamente constatato che l'attracco è la migliore soluzione per la viabilità. Tale disposizione contribuirà allo smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320 giorni l'anno.

19/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Da lunedì per i tir che trasportano merci pericolose
Scattano i divieti

La conferma è arrivata ieri: da lunedì scatterano i già preannunziati divieti riguardanti i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose. Si tratta, però, di una parziale attuazione dei provvedimenti complessivi che entreranno in vigore solo tra 60 giorni. Dal 21 maggio, in pratica, non potranno immettersi nel centro urbano, attraverso gli svincoli di Boccetta, Messina centro e Gazzi, tutti i mezzi trasportanti merci pericolose, che saranno obbligati ad utilizzare esclusivamente lo svincolo di Tremestieri e solo nella fascia oraria tra la mezzanotte e le sei del mattino. L'ordinanza riguarda i tir che provengono da Catania e da Palermo. Per i mezzi che giungono dalla Calabria, i divieti scatteranno soltanto fra due mesi per dare la possibilità alle autorità di Reggio e Villa di organizzare adeguate aree di stoccaggio. Il transito di questi mezzi, in ogni caso, dovrà essere comunicato con anticipo di almeno 24 ore ai comandi della polizia stradale e della polizia municipale

Fonte:gds

Il Rumore impedisce la procreazione: un test per gli abitanti di boccetta

Resta alta la tensione sul problema Tir e approdi. Mentre il consigliere del IV quartiere Francesco Gallo dice "no" allo scalo a Tremestieri, il comitato "La nostra città" tira fuori l'ennesimo dato provocatorio. Sul Boccetta lo stress da rumore provocherebbe un "calo del desiderio".
Il rumore non aiuterebbe gli amanti. A tirare fuori l'insolita notizia è il comitato "La nostra città" che sul Boccetta sta effettuando una vera crociata. Ma dopo avere parlato di danni ai polmoni e di rischio tumore i rappresentanti del sodalizio si dedicano a un inedito aspetto del problema.
Il traffico, reso impossibile dal passaggio quotidiano di migliaia di Tir e di auto, bloccherebbe gli ormoni. Nelle case di Boccetta insomma si farebbe pochissimo sesso. Un argomento all'ordine del giorno del dibattito organizzato ieri davanti alla chiesa dell'Immacolata. "Di rumore si muore" il tema dell'incontro pubblico. Ma di rumore secondo il comitato non solo si muore, ma non si nasce. Le nascite sul Boccetta e su tutto il percorso dei Tir, sarebbero diminuite sensibilmente rispetto alle altre zone della città. Sull'argomento c'è già un supporto scientifico avvalorato da un dossier medico dell'Associazione nazionale prevenzione ambientale.
Il Comitato ha deciso così di sottoporre agli abitanti del quartiere naturalmente in forma anonima, con l'aiuto della circoscrizione e di alcuni medici, un questionario. Intanto mentre va avanti in maniera spedita la procedura che dovrebbe portare alla realizzazione del secondo approdo nella zona sud c'è l'ennesima presa di posizione. A dire "no" allo scalo a Tremestieri è il consigliere di quartiere, Francesco Gallo. "Dire no all'approdo a Tremestieri-Mili _ scrive Gallo _ è un obbligo e un dovere soprattutto per chi ha a cuore la difesa e la salvaguardia del territorio e non certo quella della subordinazione verso i potentati di ieri, di oggi e di domani".

Bob brown 

Il Camaleonte punta a Sud

Le elezioni si sono concluse, ma a Messina sembra di no, visto che sorgono ogni giorno dei comitati pseudospontanei, come il recente Comitato Zona Sud in stile liste civetta.
Tuttavia non credo si tratti di uno strascico prodotto dalla tensione politica della campagna elettorale che, a Messina, si è servita della questione approdi per nascondere la propria pochezza progettuale e, direi, anche umana.
La rapidità con cui è sorto, i numerosi striscioni utilizzati e affissi in  tutte le case, peraltro quasi tutte monofamiliari, del tratto in cui è stato individuato l'approdo "d'emergenza" dalle istituzioni, fanno nascere il sospetto che non ci troviamo di fronte ad un comitato spontaneo.
Messina, e la sua storia lo dimostra, non ha la capacità di realizzare tali forme di mobilitazione civile in così poco tempo tanto è vero che gli stessi abitanti del Boccetta hanno impiegato decine di anni e, soprattutto, pagare un prezzo alquanto salato in termini di salute e d'incolumità fisica.
Credo che quest'ultimo episodio confermi, se ce ne fosse ancora bisogno, l'esistenza di un blocco politico trasversale totalmente asservito al gruppo economico dominante che, dopo essersi per decenni adoperato per mantenere lo status quo, si preoccupa adesso unicamente di favorire il gruppo che conta nel procedimento di realizzazione dell'approdo.
Coloro che sostengono che "manca la volontà politica" di realizzare l'approdo fuori città e dimenticano che a Messina la volontà politica s'identifica e s'immedesima con la volontà del gruppo dominante, sono o appartengono a quei gruppi politici che li foraggiano direttamente e, dunque, non sono altro che dei camaleonti che possono sì cambiare pelle, lineamenti, fisionomia, ma non possono nascondere la loro puzza.

20/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud

Boccetta chiuso, “Bicincittà” e altre iniziative
È domenica ecologica


Il Boccetta chiuso stamane dalle 10 alle 13: è questa la novità principale della quarta domenica ecologica. L'amministrazione comunale ha accolto la richiesta del comitato “La nostra città” e del consiglio di quartiere. Durante la mattinata un gruppo di giovani e di artisti dipingerà le corsie di viale Boccetta assurto a simbolo dell'asservimento della città al passaggio dei mezzi pesanti. Torna, dunque, la giornata senz'auto. I divieti all'interno del perimetro urbano delimitato da viale Europa, via Ugo Bassi, via Luigi Rizzo, via Vittorio Emanuele, largo Minutoli, via Garibaldi, viale Boccetta, via XXIV Maggio e via Tommaso Cannizzaro, vigeranno dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. Il transito nel centro urbano sarà consentito solo ai veicoli autorizzati, agli autobus e a tutti i mezzi di pronto intervento e soccorso. Ampio il ventaglio delle iniziative collegate alla domenica ecologica. Una serie di manifestazioni sono state organizzate nelle piazze Duomo, Unione europea, Cairoli e Pugliatti, oltre che in altre zone come via Garibaldi e viale San Martino.

21/5/2001  

Fonte:gazzetta del sud

Domenica ecologica / Scarsa partecipazione e grandi disagi per la chiusura del viale Boccetta
Cittadini a casa, automobilisti negli ingorghi


Nella quarta domenica ecologica all'appello sono mancati i messinesi, probabilmente fuori città per approfittare di questa anticipazione d'estate. Rispetto alle precedenti edizioni, infatti, ieri si è notata una partecipazione inferiore, anche se chi si è impossessato delle strade, camminando a piedi, andando in bici o col monopattino, ha manifestato ancora una volta tutta la propria soddisfazione e la speranza che si arrivi a una più frequente chiusura al traffico. Chi ha così goduto maggiormente di questa domenica ecologica sono stati i tanti turisti, mai visti così numerosi a passeggio per il centro storico. E a tale proposito, ammirare piazza Duomo a mezzogiorno gremita di turisti letteralmente incantati sulle note dell'Ave Maria di Schubert, non può non far riflettere sul perché questo spettacolo sia ormai diventato così raro a vedersi. Ad ogni modo, la principale novità del quarto appuntamento stagionale con le domeniche ecologiche messinesi riguardava la chiusura mattutina dalle 10 alle 13 del torrente Boccetta. Un esperimento richiesto a gran voce dal comitato «La nostra città» e dal Consiglio di quartiere e che, almeno per mezza giornata, ha liberato il Boccetta da inquinamento acustico e da gas di scarico, restituendolo alla piena fruizione dei suoi residenti (ma creando gravi disagi agli automobilisti per l'intasamento della Circonvallazione dei viali Regina Margherita e Principe Umberto, come riferiamo a parte). Ma l'obiettivo era soprattutto quello di tenere viva l'attenzione sul problema dell'attraversamento dei mezzi pesanti: «Lascio il segno» e «Un'orma sul viale dei tir» sono stati gli slogan che hanno animato i numerosi volontari impadronitisi dell'arteria cittadina, trasformata in un continuo susseguirsi di sagome umane disegnate sull'asfalto, ognuna con il proprio nome e un cuore rosso fiamma, tutte a testimoniare il continuo pericolo di vita a cui sono sottoposti gli abitanti della zona. Un modo drammatico ma sicuramente efficace di lasciare il segno, che non potrà passare inosservato e lasciare indifferenti gli automobilisti di passaggio. L'artista messinese Massimo Di Prima ha infine donato una propria scultura a ricordo delle vittime dei tir sul Boccetta: una mano che irrompe da uno squarcio a invocare aiuto, ma anche a intimare lo stop ai tir.

Messina / Da stanotte transito limitato
Merci pericolose In vigore i divieti

È entrata in vigore stanotte, ma solo per i camion in uscita dalla Sicilia – non essendo Villa e Reggio Calabria ancora pronte – l'ordinanza di divieto per i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose. Si tratta, però, di una parziale attuazione dei provvedimenti complessivi che entreranno in vigore solo tra 60 giorni. Da oggi non possono immettersi nel centro urbano, attraverso gli svincoli di Boccetta, Messina centro e Gazzi, tutti i mezzi trasportanti merci pericolose che saranno obbligati ad utilizzare esclusivamente lo svincolo di Tremestieri, e solo nella fascia oraria tra la mezzanotte e le sei del mattino. L'ordinanza riguarda i camion che provengono da Catania e da Palermo. Per i mezzi che giungono dalla Calabria, i divieti scatteranno solo fra due mesi per dare la possibilità alle autorità di Reggio Calabria e Villa San Giovanni di organizzare adeguate aree di stoccaggio. Il transito di questi mezzi, in ogni caso, dovrà essere comunicato con anticipo di almeno 24 ore ai comandi della polizia stradale e della polizia municipale.

22/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Carichi pericolosi Il Quartiere insorge

È in vigore solo da un giorno e già si registrano le prime polemiche, L'ordinanza – impopolare, ma indispensabile – che limita il transito dei tir che trasportano merci pericolose imponendone i transito dallo svincolo di Tremestieri ha, com'era prevedibile, suscitato le reazioni soprattutto del consiglio del IV Quartiere che, come si legge nella nota firmata dal presidente Rosario Santoro, lamenta di non essere stato in alcun modo interpellato. «La ss 114 – scrive ancora il presidente di quartiere – viene in tal modo ulteriormente penalizzata registrando già un traffico automobilistico intenso soprattutto nelle ore di punta, quando circolano tutti gli altri tir». Santoro, tra l'altro, lamenta la scarsa presenza di vigili urbani e la mancata predisposizione di servizi di protezione civile. Nella nota si auspica dunque «non lo spostamento altrove del problema, ma la sua risoluzione con la realizzazione della via del mare già prevista nel Prg e inserita nel triennale» chiedendo, intanto «la presenza costante dei vigili urbani per garantire la sicurezza dei cittadini». Sullo stesso tono anche l'intervento del consigliere del Ccd Mario Rizzo, che in una nota evidenzia come il transito notturno dei tir dalla zona sud agli imbarcaderi accresca il pericolo di incidenti. Aumenta, infatti, il numero di incroci che i mezzi devono attraversare, quando, notoriamente, nelle ore notturne la regolazione semaforica viene sospesa. Sarebbe dunque necessario che nel periodo in cui è consentito il libero transito dei tir i semafori venissero attivati come nelle ore diurne. Il provvedimento, deciso la scorsa estate all'indomani del capovolgimento allo svincolo di Boccetta del camion che trasportava residui della lavorazione di materiali petroliferi, prevede che i tir il cui carico sia costituito da materiali pericolosi (infiammabili, esplosivi, radioattivi e simili) possano immettersi in città solo dallo svincolo di Tremestieri (quello con la minore pendenza) a prescindere dall'autostrada che percorrono e solo tra la mezzanotte e le sei del mattino. La limitazione vale solo per i mezzi che dalla Sicilia debbano imbarcarsi verso la Calabria, per quelli che invece giungono da quest'ultima il divieto entrerà in vigore fra 60 giorni. Il provvedimento non si applica ai camion che trasportano carichi destinati a impianti cittadini.

Fonte: gds 

Domenica ecologica, un mezzo fiasco
Pesanti ingorghi sul perimetro esterno


Mezzo fiasco per la quarta domenica ecologica e in città montano le polemiche. La chiusura del perimetro urbano, allargato al viale Boccetta, ha causato pesanti ingorghi lungo le aree esterne. Intasamenti, con code di un'ora, si sono registrati soprattutto sui viali Regina Elena e Margherita. Infelice risultato, in una giornata nata sotto il segno del non caos. Il tempo incerto, in parte ha segnato l'esito della manifestazione, rovinata anche dal disinteresse della gente. Poco partecipate le iniziative collaterali previste. Tranne la debole affluenza in mattinata, piazza Duomo, nel pomeriggio era quasi deserta. Poca gente anche al Municipio dove si sono svolte diverse gare sportive. Con l'adesione di 300 ciclisti, tra i quali l'assessore alla viabilità Turi Rizzo, ha avuto successo l'iniziativa della Uisp "Bicincittà, io pedalo sicuro". Fallimentare la perfomance itinerante Fregi&S-fregi dell'Associazione culturale spazio danza. Domenica, è stata silenziosa la risposta al messaggio lanciato dal gruppo artistico per il rilancio di piazza Fontana, ubicata tra il corso Cavour e la via XXIV Maggio. Alla piazza, nel pomeriggio, il gruppo artistico ha voluto dedicare un bozzetto riproducendo la fontana. Approfittando della temporanea chiusura del Boccetta, le carreggiate della morte, per 3 ore sono diventate tavolaccie per sculture umane. Su iniziativa del Comitato "La nostra città", piedi, mani, volti, orme, inneggianti la vita, hanno fermato la corsa di macchine e tir impazziti. Sempre per commemorare le vittime del Boccetta, è stata scoperta la scultura in marmo e granito realizzata dall'artista Massimo Di Prima. Il blocco, composto da una mano alzata, indicante lo stop ai tir, è ora in attesa di sistemazione definitiva. Probabilmente, dopo la decisione del sindaco Leonardi, la scultura verrà collocata in piazza Gagini o lungo lo spartitraffico del Boccetta all'altezza della chiesa di San Francesco.

Boccetta, rotta la tregua con il Comune
"Nostra città" torna sul piede di guerra

Torna in piazza il comitato la nostra città. Venerdì nuova manifestazione di protesta. La tregua tra il comitato ambientalista e l'amministrazione comunale si è rotta.
Di nuovo in marcia sul Boccetta e verso il Comune. Di nuovo con le fiaccole in mano.
Il Comitato la nostra città è sul piede di guerra. Pomo della discordia la manifestazione di domenica scorsa. La domenica ecologica sarebbe stata boicottata, secondo il comitato, in maniera mirata.
I disagi causati dalla chiusura del Boccetta sarebbero aumentati a dismisura a causa della mancanza di informazione. Nessuno o quasi sapeva della chiusura del Boccetta tranne i manifestanti. Nessuno conosceva i percorsi consentiti. Nessuno sapeva della chiusura di una parte della tangenziale.
C'è poi la polemica che riguarda le sagome tracciate dai simpatizzanti del comitato sul viale. Quei disegni non sarebbero piaciuti all'amministrazione. L'identificazione del portavoce del comitato Saro Visicaro da parte dei vigili è stata letta come una intimidazione.
Critiche vengono poi rivolte all'amministrazione ed all'Atm per la mancanza di un adeguato ed efficiente servizio pubblico.
Durante la manifestazione è stata presentata alla città l'opera donata dall'artista Massimo Di Prima in ricordo dei caduti del Boccetta. Per trovarle una definitiva collocazione bisognerà attendere il placet del Comune.
In una nota del comitato tra tante bocciature c'è anche una promozione. A conquistare, per una volta, una medaglia da parte del sodalizio ambientalista e l'assessore alla Viabilità: "Risulta evidente _ si legge nel documento _ il sistematico boicottaggio che ha subito e subisce l'assessore alla viabilità Turi Rizzo nel tentativo di portare la città ai livelli degli altri comuni siciliani e meridionali".
C'è poi il capitolo tram. "E' incomprensibile l'apertura di nuovi cantieri sul viale della Libertà tra l'ingresso degli approdi ed il Nettuno senza avere completato la parte precedente. E' assurdo poi _ spiega il comitato _ che i lavori di palificazione del nuovo molo abbiano già sfiorato i tempi di completamento nonostante le solenni promesse.
Secondo il comitato infine sarebbero ripresi i tentativi dell'amministrazione per la realizzazione di una corsia preferenziale per i Tir sul viale Boccetta".
Quanto basta insomma per dissotterrare l'ascia di guerra. Il popolo anti-tir si rimette in marcia.

Quando il vecchio porto millenario era una delle "meraviglie del mondo"

Nel 1880 inizia il declino della storia millenaria del porto di Messina. Il porto falcato, frequentato già in epoca preistorica, è divenuto fondamentale approdo nella migrazione verso occidente delle popolazioni provenienti dall'Egeo, dopo una fase medievale di grande rilievo per la posizione geografica baricentrica tra Europa ed Oriente. Ebbe un ruolo essenziale durante il periodo delle crociate quale ultimo approdo cristiano nelle spedizioni in terra santa. Non a caso nella città di Messina vi erano numerosi ospedali, ospizi ed anche un lebbrosario per accogliere quanti tornavano malati dalle spedizioni cristiane in Palestina.
Rilanciato in età rinascimentale grazie all'opera di fortificazione della città voluta da Carlo V, il porto, inizia il declino a seguito della rivolta antispagnola che vede la città contrapposta per circa quattro anni. Zanclon e quindi Zancle fu il nome primigenio della città del Peloro proprio per la forma arcuata della lingua di terra che proteggeva naturalmente il porto cavo di Omero. Secondo la mitologia greca fu proprio Saturno, il greco Kronos, a lanciare dal cielo la falce eviratrice con la quale aveva colpito il padre Urano. Dopo la riconquista spagnola viene costruita la formidabile fortezza chiamata real cittadella tra le più possenti architetture fortificate del Mediterraneo in adeguamento alle nuove esigenze di difesa a seguito dell'evoluzione delle artiglierie. Quindi dal forte Don Blasco alla cittadella e poi con la lanterna Montorsoliana ed il forte del santissimo Salvatore veniva completata la protezione sul mare della città e del suo straordinario porto. Vari governi intervennero periodicamente concedendo il privilegio del porto franco alla città di Messina. Tale provvedimento rendeva esenti da tassazione le contrattazioni che avvenivano nel porto peloritano. Un'agevolazione che contribuì in maniera determinante all'arricchimento delle famiglie di "Mercadanti" messinesi. Cinto nella parte occidentale da una serie ininterrotta di alti edifici denominati la palazzata o teatro marittimo, questo fronte a mare di straordinaria bellezza, veniva considerato una delle meraviglie del mondo.
Il porto era dotato altresì di un lazzaretto e dominato al centro dalla candida mole del palazzo reale voluto dai normanni nel sito oggi occupato dalla dogana. Vi era inoltre la monumentale fonte di Nettuno che consentiva l'approvvigionamento idrico ai naviganti. Ultimi a reiterare il privilegio del porto franco furono i borboni nel tentativo di rilanciare l'economia cittadina. A seguito dell'Unità tale privilegio venne sconsideratamente abrogato con la conseguente progressiva decadenza delle attività commerciali della città. Da alcuni mesi il porto è stato trasformato in un cantiere per il rifacimento delle banchine costruite negli anni trenta. L'Autorità portuale si propone il rilancio del porto soprattutto puntando sul turismo crocieristico ed utilizzando il negletto molo Norimberga. A rischio quest'anno l'arrivo delle navi più importanti. Un sacrificio necessario per l'adeguamento delle strutture portuali. Domani insieme con il Giornale di Sicilia i lettori avranno in omaggio una foto d'epoca di Alinari che raffigura il porto.

23/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Manifestazioni organizzate da Quartieri e associazioni
Approdi e tir, torna in piazza la protesta


L'attenzione delle istituzioni sul tema degli approdi sembra appena calare e subito si riaccende la protesta popolare. «Sono trascorsi 26 giorni dalla riunione tenutasi alla presidenza della Regione, ma la soluzione definitiva allo spostamento degli attuali approdi dal viale della Libertà si allontana sempre più». A scriverlo è il Comitato La nostra città che sollecita l'intervento del prefetto perché «l'operazione approdo a sud non rappresenti un nuovo imbroglio per questa città. I cittadini hanno il diritto di conoscere esattamente i progetti che si vogliono approvare, i proprietari delle superfici interessate, le date certe dei passaggi burocratici». Per tenere alto il tenore della protesta, il Comitato ha organizzato per venerdì prossimo un corteo che partirà alle 21 dal Boccetta e si fermerà agli imbarchi delle Ferrovie dello Stato. Sempre venerdì si muoverà anche il consiglio del VI Quartiere che aprirà alle 9,30 la seduta consiliare per proseguire a Palazzo Zanca dove si protesterà contro l'amministrazione. Lunedì prossimo, invece, sempre il consiglio presieduto da Agatino Bonarrigo organizzerà una marcia che partendo dalla sede del quartiere giungerà al Comune attraversando Camaro, viale Europa, via La Farina, via Cannizzaro e viale della Libertà. Nel quartiere, come si legge in una nota, sono state raccolte 2000 firme per la chiusura dello svincolo di Messina Centro ai mezzi pesanti. Sempre in tema di passaggio dei tir, il consiglio del XIV Quartiere rimarca che l'ordinanza per l'interdizione del passaggio dei mezzi pesanti da Boccetta a fasce orarie ha finito col trasferire il problema altrove. Per ovviare a tale situazione, il quartiere chiede la realizzazione di due bretelle che colleghino lo svincolo di Gazzi con la via Comunale-S. Filippo e con la parte a monte della copertura del torrente Bordonaro, oltre ad una continua presenza dei vigili urbani nella zona. Di attraversamento dei tir e di secondo approdo parla poi il consigliere comunale Mario Rizzo, evidenziando come «se non si potranno realizzare preliminarmente tutte le condizioni ambientali e di vivibilità per i residenti nella zona occorrerà studiare un'altra soluzione abbandonando definitivamente l'ipotesi di localizzazione del nuovo approdo nella zona di Tremestieri e Mili».

La Soprintendenza raccoglie l'invito del sindaco per avviare l'opera di bonifica
«Recuperiamo l'affaccio a mare»


Si anima il dibattito sulla necessità di recuperare e valorizzare il water front urbano, una risorsa preziosa che Messina non ha mai saputo sfruttare come investimento per il proprio futuro. Il sindaco Leonardi, nei giorni scorsi, attraverso la Gazzetta , ha sollecitato l'istituzione di una task force per procedere, intanto, alla demolizione di tutte le opere abusive. La Soprintendenza, ai suoi massimi livelli (la dirigente Giovanna Bacci e i direttori di sezione Emanuela Barbaro Poletti e Rocco Scimone), con una presa di posizione congiunta, mette in evidenza «il forte stato di degrado ambientale e monumentale in cui si trova il fronte a mare, che richiede un sollecito e doveroso sforzo da parte di tutte le componenti istituzionali, sociali ed economiche». «Nell'ambito delle proprie finalità e competenze – si afferma – la Soprintendenza valuta positivamente la prospettiva della costituzione di una task force per l'avvio di un programma operativo. Occorre, però, ampliare l'ambito di definizione del water front , che si estende non solo dal Parco Sabin alla Cittadella, ma comprende l'intera fascia costiera, da Punta Faro alla zona falcata per proseguire lungo l'asse della via Don Blasco». Particolare attenzione, dunque, meritano per la Soprintendenza i monumenti della penisola di S. Raineri, ricchissima di preesistenze da valorizzare, per i quali l'Ente ha peraltro avviato progetti tesi alla salvaguardia e al recupero. «Qualunque progetto e intervento di carattere generale – si precisa – deve necessariamente essere coerente con le linee guida del Piano territoriale paesistico e improntato a criteri di valorizzazione e fruizione dei monumenti e degli scorci paesaggistici che qualificano l'affaccio a mare. Ne consegue la necessità di prevedere la razionalizzazione, la riconversione e, ove necessario, il trasferimento delle attività presenti, con un piano anche a lungo termine, nel rispetto delle risorse economiche e delle necessità occupazionali». Nell'ambito del recupero del water front , un ruolo non trascurabile assume l'area della cittadella fieristica. Su questo aspetto interviene il prof. Elio Fanara, direttore del Cust (il Centro universitario di studi sui trasporti), che non condivide l'ipotesi di realizzare un pontile per le navi da crociera nello specchio di mare antistante la Fiera. «Una tale soluzione – afferma – non solo non è stata mai presentata negli studi già realizzati, ma appare, allo stato, neppure ipotizzabile nel contesto della predisposizione dei più avanzati “studi particolareggiati ed elaborati economico-funzionali necessari alla redazione del piano regolatore portuale”, che il Cust a breve consegnerà all'Authority. Sarebbe, invero, alquanto contraddittorio se il risultato delle ricerche ci portasse da un lato a reclamare, come abbiamo fatto, lo smantellamento di tutto ciò che non è compatibile con la valenza paesaggistica del litorale; dall'altro, a prevedere la costruzione di un non certo minimale nuovo pontile di fronte alla Fiera, che finirebbe per azzerare la “valenza paesaggistica della risorsa Stretto”».

24/5/2001 

Fonte:gds 

Riprendono cortei e fiaccolate

Ancora proteste piovono dalle Circoscrizioni in merito alla vicenda dei tir che transitano in città. Il VI Quartiere affila le armi e, al pari del comitato "La nostra città", annuncia per domani manifestazioni pubbliche. Il presidente della circoscrizione Agatino Bonarrigo, ha comunicato in un documento inviato al Sindaco ed al Prefetto, che sono state raccolte oltre duemila firme di cittadini residenti sul Viale Europa per chiedere la chiusura dell'uscita Messina-centro ai mezzi pesanti.
Nell'ultima riunione svoltasi lunedì scorso nella sede del Quartiere, il consiglio all'unanimità ha deciso di attivarsi con forme di protesta collettiva, invitando tra l'altro le altre Circoscrizioni a partecipare al corteo. Quindi, il programma delle manifestazioni contro il transito dei mezzi pesanti sarà il seguente: venerdì alle 9.30 la dimostrazione partirà dalla sede del Quartiere ed arriverà a Palazzo Zanca, per protestare contro l'Amministrazione; lunedì 28 un altro corteo sarà organizzato per marciare verso il Municipio.
Intanto, il comitato La nuova città per domani alle 21 procederà ad organizzare un corteo e fiaccolata radunando il popolo cittadino antiTir. Il corteo marcerà di nuovo dal Boccetta sino agli imbarcaderi. Sempre domani, ma alle 18, altra manifestazione al Comune.

Fonte: gazzetta del sud 

Concitata riunione del Consiglio del “Quartiere Normanno”
«No all'approdo a Tremestieri»


In un'atmosfera di tensione e nervosismo, il Consiglio del III Quartiere “Normanno” ha discusso sulla possibile ubicazione del secondo approdo nel tratto costiero prospiciente il villaggio di Tremestieri, a poca distanza dallo svincolo autostradale. Il dibattito ha registrato toni accesi che a stento il presidente, Antonino La Fauci, è riuscito a stemperare e alla fine, pur con il manifesto e unanime dissenso verso quella che è stata definita una scelta «iniqua», solo il time-out (che ha rinviato a oggi, alle 18, la votazione definitiva) è servito a riportare la calma. Sale, così, la febbre dell'approdo, sintomo della «malattia da tir», che alla stessa stregua di una patologia contagiosa si sta diffondendo, da nord a sud, in tutte le zone della città. Già nei giorni scorsi il tratto indicato per la realizzazione della contestata infrastruttura è stato tappezzato di striscioni che riportano scritte contrarie all'approdo. E scoppia la protesta che da queste parti è rimasta per tanti anni latente, pur con problemi di assoluta e obiettiva gravità, come il depuratore maleodorante (ma quando si pensa alla copertura delle vasche?) e la discarica di inerti di Vallone Guidari. Ora l'ipotesi dell'approdo per il gommato sta rappresentando la classica goccia capace di far traboccare il “vaso” della pazienza a una cittadinanza che rifiuta di vedere trasformati i propri villaggi nella pattumiera di tutta la città. Il Consiglio del III Quartiere rifiuta questo ruolo e già oggi pomeriggio, alla luce degli interventi di ieri, voterà all'unanimità contro la possibile realizzazione dell'approdo. La seduta di ieri ha visto la partecipazione del presidente e di 13 consiglieri su quindici, e gli interventi, pur partendo da basi e posizioni politiche differenti, hanno concordato sul fatto che un provvedimento così importante non doveva essere «calato» dall'alto, come è avvenuto, ma discusso e confrontato dall'amministrazione Leonardi con la circoscrizione interessata. Sull'argomento nei giorni scorsi hanno dibattuto altri consigli circoscrizionali della periferia sud della città e, dal I al IV, tutti i Quartieri si sono detti contrari all'opera. Ai lavori consiliari di ieri del “Normanno” hanno partecipato numerosi cittadini e rappresentanti di associazioni e comitati di lotta. Tra questi, il Comitato spontaneo Messina sud, che oggi alle 11 nel salone degli specchi dei Palazzo dei Leoni terrà una conferenza stampa, ha diffuso un comunicato nel quale si legge che il sito scelto per l'approdo è «il meno idoneo del Mediterraneo» per la sua collocazione a mare aperto, perché maggiormente esposto alle avverse condizioni meteomarine, per il forte impatto ambientale e per i danni alla salute dei cittadini. Lo stesso comitato rileva, inoltre, «che non risulta essere stata approfondita abbastanza la possibilità di utilizzare l'area industriale di Giammoro che, per vocazione, risulta essere l'area ideale per la realizzazione di uno scalo commerciale». Intanto, stamani alle 9, il Consiglio del IV Quartiere “Della Calispera” sullo stesso tema si confronterà con l'assessore alle Infrastrutture del territorio, Gianfranco Scoglio; ma anche questa circoscrizione è su una posizione di allerta per l'ipotesi (non tanto remota) di un possibile transito dei tir dal nodo cruciale di Contesse-Minissale, nel caso di obbligo di uscita a Tremestieri. Domani invece, alle 18, al Comune assemblea cittadina sul problema del passaggio dei tir in città a cura del “Movimento per la liberazione di Messina”.

L'incidente mortale al porto / Il camionista ha patteggiato otto mesi

Il camionista calabrese Antonino Plutino, 48 anni, originario di Bova Marina, è comparso ieri mattina davanti al gup Carmelo Cucurullo per rispondere di omicidio colposo. La vicenda risale al 22 luglio del '99, quando l'uomo con il suo mezzo, nei pressi della stazione marittima, causò la morte della professoressa calabrese Maria Concetta Crucitti, originaria di Melito Porto Salvo. Plutino ha patteggiato la pena di otto mesi di reclusione. Morì in modo atroce la professoressa Crucitti, alle 11 e 30 di quella maledetta mattina di luglio. Mentre attraversava la strada in tutta fretta, per salire su uno dei mezzi veloci delle Ferrovie, finì sotto il tir Volvo “Fh12” condotto da Plutino. Il tir, appartenente alla ditta Musolino di Reggio Calabria (che gestisce il servizio di trasporti e spedizioni della ditta Cavalieri), all'uscita dello svincolo autostradale, dopo aver percorso il torrente Boccetta, imboccò la via Vittorio Emanuele. Giunto all'altezza del quadrivio che precede di una cinquantina di metri la stazione marittima, dove si smista tutto il traffico pesante, il mezzo svoltò a sinistra per entrare nell'area portuale. Il dramma si consumò in pochi attimi, davanti all'imbocco della corsia di smaltimento delle Ferrovie, proprio accanto alla sbarra d'ingresso che regola l'accesso ai moli Rizzo e Peloro, dove sono stati realizzati i terminal delle compagnie di navigazione “N.g.i.” e Meridiano Lines. E proprio sulla nave di quest'ultima società il tir doveva imbarcarsi, l'autista aveva già contattato telefonicamente l'addetto della biglietteria. Mentre stava per incolonnarsi l'autista fu richiamato dalle grida delle persone che avevano assistito al tragico incidente. La povera signora Crucitti, piccola di corporatura, attraversò la strada forse guardando il mezzo veloce delle Ferrovie fermo al terminal, una cinquantina di metri più avanti, proprio accanto alle invasature dei traghetti. Probabilmente urtò con la parte posteriore destra del camion, poi venne letteralmente risucchiata dalle grandi ruote. Con lei c'era la figlia Silvia, che camminava una ventina di metri più avanti, con un borsone in mano. Non capì subito cosa era accaduto. La ragazza si girò di scatto quando una donna che camminava a pohi passi da lei lanciò un urlo dopo aver visto il corpo straziato della professoressa. Silvia tornò indietro sui suoi passi, vide il cadavere della madre e svenne. Solo dopo parecchie ore, all'Ospedale Piemonte, si riprese. Forse sarebbe bastato poco per evitare questa morte atroce: un vigile urbano o un semaforo funzionante avrebbero risparmiato una vita stroncata in una zona dove ancora oggi impera il caos.

25/5/2001 

Fonte: gds

Spostiamo i TIR a Giammoro!!

"Mandiamo i Tir a Giammoro". Sette associazioni dicono "no" alle scelte del Comune sulla soluzione del problema mezzi pesanti. Adesso nella lotta anti-tir c'è un cartello di movimenti. Da sud a nord la parola d'ordine è una sola: "fuori i tir dalla città". Il messaggio è chiaro: via dalla rada san Francesco e dal viale Bocceta ma fuori anche dal viale Europa e dalla zona sud. Così, ieri i rappresentanti di sette associazioni (La nostra città, Comitato spontaneo Messina sud, Legambiente ionica, Associazione Aurora, Comitato spontaneo per lo spostamento del depuratore di Mili, Associazione Mondo Giovane Camaro, Associazione vittime della strada), hanno sottoscritto un documento che hanno inviato al sindaco Salvatore Leonardi, alla Regione, al prefetto Giosuè Marino ed al presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca. In sintesi, nel documento, viene chiesto di annullare la delibera approvata in consiglio comunale per la realizzazione del doppio approdo all'Annunziata ed a Tremestieri. Viene pure denunciato lo stato di disagio in cui da anni (a causa dell'inquinamento atmosferico ed acustico) vivono gli abitanti del viale Boccetta e quello di degrado in cui versa l'intera zona sud. Alla fine, e questo rappresenta l'elemento piu' importante, una richiesta che mette tutti d'accordo in città: realizzare l'approdo per i Tir nell'area industriale di Giammoro, già direttamente collegata all'autostrada. Uno scalo da cui le navi dovrebbero raggiungere non più Reggio Calabria o Villa San Giovanni ma il porto di Gioia Tauro. A mettersi di traverso ci ha però pensato il Movimento ambientalista di protesta, guidato a Pace del Mela da padre Giuseppe Trifirò che, di Tir e di smog, non ne vuole proprio sapere. Secondo i rappresentanti delle associazioni invece l'approdo a Giammoro non costituirebbe alcun danno alla salute dei cittadini in quanto situato lontano da insediamenti abitativi. La costruzione dello scalo potrebbe essere finanziata con i fondi di Agenda 2000. In una nota ieri i consiglieri provinciali della Destra sociale Russo, Fleres e Arrigo hanno approvato l'iniziativa ricordando di aver chiesto l'inserimento del porto di Giammoro nel piano teritoriale dell'ente nell'aprile scorso.

"Uno studio che non ho mai visto"

I "veleni atmosferici" del Boccetta furono messi in evidenza da un dossier approntato dall'istituto di chimica organica nel '98 durante la gestione Providenti. Cinque mesi di dettagliate analisi sulla qualità dell'aria finanziate grazie a due miliardi resi disponibili sul programma operativo plurifondo.
Ad operare una pattuglia di chimici che piazzarono una serie di sofisticati apparecchi: analizzatori e gascromatografi. I rilevatori controllarono 24 ore su 24 l'aria respirata nella zone piu' a rischio: villa Mazzini, il cantiere del palazzo della Cultura, largo Fontana Arena, il liceo Archimede. Ne venne fuori una situazione sconfortante. I picchi di benzene, idrocarburo altamente cancerogeno, superavano sistematicamente la soglia consentita dalla legge:10 microgrammi per ogni metro cubo di aria.
Nel dicembre del '96 addirittura chi passava dalla via XXIV maggio respirava sino a centro microgrammi di benzene. Una quantità pari a dieci volte la soglia consentita. Prima dell'estate dello scorso anno invece la Provincia reso noto uno studio sulla concentrazione di Pm10, le polveri prodotte dal motori alimentati a gasolio. Anche in quel caso il superamento era evidente.
Il sindaco Salvatore Leonardi esclude di aver mai visto il dossier universitario: "Sul mio tavolo - spiega il primo cittadino che è tra i destinatari dell'avviso di garanzia - non è mai arrivato. Per il Boccetta ritengo comunque di aver fatto sino ad ora tutto il possibile per evitare i disagi e l'inquinamento".

Fonte:gds 

Avvisi di garanzia

Entra nel vivo l'inchiesta sull'inquinamento ambientale e acustico rilevato in questi anni sul torrente Boccetta. La procura della Repubblica ha emesso cinque avvisi di garanzia nei confronti dell'ex sindaco Franco Providenti, dell'attuale primo cittadino, Salvatore Leonardi, degli ex assessori all'Ambiente Enza Sofo e Nando Barone e dell'attuale responsabile del settore, Giuseppe Santalco. Sono accusati d'omissione d'atti d'ufficio e violazione di norme ambientali.
L'indagine prese avvio un anno fa sulla base di una serie di esposti presentati a Palazzo Piacentini dai componenti del comitato "La Nostra Città". I denunzianti contestavano l'immobilismo degli amministratori locali, che avrebbero violato alcune norme in tema di inquinamento. Una in particolare. Quella che nel marzo dell'83, poi modificata a maggio '88, obbligava gli enti locali ad un costante monitoraggio della qualità dell'aria sull'intero territorio comunale. Un anno più tardi gli inquirenti imputano negli avvisi di garanzia agli ex ed agli attuali amministratori comunali, di aver omesso di intervenire per impedire l'emissione di sostanze inquinate, soprattutto sul viale Boccetta, attraversato ogni anno da milioni di Tir, camion e automobili.
A supporto della denuncia "La Nostra Città" fece riferimento ad una scrupolosa analisi eseguita tra il '96 e il '98 dall'istituto di Chimica organica dell'università. Uno studio contenuto in una relazione di 150 pagine, rimasta per anni nei cassetti di palazzo Zanca e che il sindaco Leonardi dichiarò di non avere mai visto. Gli esperti della facoltà avevano accertato in oltre cinque mesi che i livelli di benzene e anidride solforosa, composti altamente cancerogeni, superavano di quasi il 40 per cento il tetto consentito.
L'inchiesta, dall'avvio molto tormentato perch‚ appariva incerta la configurazione del reato, fu aperta inizialmente contro ignoti. La Procura acquisì la relazione dell'Università, una serie di documenti e numerose testimonianze prima di emettere i provvedimenti.

Fonte: gazzetta del sud 

I 5 avvisi di garanzia per l'inquinamento sul Boccetta                                               Parla l'ex primo cittadino Abbiamo fatto il possibile

L'ex sindaco Franco Providenti, raggiunto da un avviso di garanzia nell'ambito dell'inchiesta sul caso-Boccetta, spiega che per quanto riguarda la sua sindacatura «il monitoraggio del Boccetta era predisposto dalla Provincia, in base ad un accordo stipulato con il Comune, se non ricordo male nel 1992. La Provincia forniva i dati all'Organo tecnico, formato da vari enti, vale a dire Comune, Provincia, Regione, Ausl, e poi da una serie di esperti di settore. Era l'Organo tecnico che verificava periodicamente i dati forniti dalla Provincia e suggeriva al sindaco alcuni interventi. In base a questi elementi per esempio, durante la mia sindacatura sono state prese alcune contromisure: la fluidificazione del traffico sul Boccetta, che ha fatto crollare il “pm10 ” (la concentrazione delle polveri) notevolmente, mentre gli idrocarburi policiclici sono sempre stati nella norma». «Ma non ci siamo limitati solo a questo – prosegue Providenti –, abbiamo messo in cantiere altri interventi: la realizzazione del bollino blu, il piano triennale di tutela ambientale, con un finanziamento di tre miliardi da parte del ministero dell'Ambiente, che prevedeva tre miniautobus elettrici e la scala mobile nel tratto via Felice Bisazza-Circonvallazione. C'era anche il progetto di zonizzazione acustica dell'intera città, per non parlare poi del progetto per la via don Blasco e lo snellimento delle procedure che ha portato all'appalto degli svincoli. Oggettivamente più di questo non potevamo fare». – E per quanto riguarda lo studio della facoltà di Chimica? «Il prof. Corrado Caristi, della facoltà di Chimica, aveva un suo progetto di studio finanziato dall'Unione europea. Venne da noi per avere l'autorizzazione a posizionare le centraline sul Boccetta, centraline che si badi bene rispondevano ad esigenze scientifiche ma non ai parametri del Decreto ministeriale, insomma erano cosa diversa da quelle installate della Provincia. Noi come Amministrazione a suo tempo provvedemmo ad allacciare l'energia elettrica per le centraline del prof. Caristi. Posso affermare tranquillamente – prosegue Providenti –, che i risultati del suo studio il prof. Caristi non li ha mai consegnati. E proprio per questa mancata consegna, dopo tutta la disponibilità dimostrata, siamo arrivati al punto che il dott. Camaioni, il funzionario responsabile del settore, visto che non ci consegnava nulla, interruppe l'erogazione di energia elettrica alla centraline dell'Università. In ogni caso – conclude Providenti – questi risultati non erano essenziali per noi, ma potevano arricchire le nostre conoscenze in materia. Mi risulta comunque che neanche alla Provincia siano mai stati forniti questi dati elaborati dall'equipe del prof. Caristi».

Il caso-Boccetta / Il sindaco Leonardi, il predecessore Providenti, l'assessore Santalco e gli ex Sofo e Barone
Cinque indagati
Omissione d'atti d'ufficio e reati ambientali

Svolta nell'inchiesta “numero 2” sul caso-Boccetta, quella relativa alle responsabilità amministrative di tanti anni di inquinamento e traffico stradale (un altro fascicolo, assegnato dal procuratore Luigi Croce al sostituto procuratore Maria Pellegrino, si occupa del devastante incidente stradale dell'aprile scorso, quando un tir “impazzito” travolse 26 auto e ferì due persone). Il procuratore aggiunto Pino Siciliano e il sostituto procuratore Giuseppe Farinella hanno inviato infatti cinque informazioni di garanzia ipotizzando una serie di reati amministrativi e ambientali a cinque persone, che risultano indagate. Si tratta del sindaco Salvatore Leonardi, dell'ex primo cittadino Franco Providenti, dell'assessore comunale in carica all'Ambiente Giuseppe Santalco e dei due colleghi che lo hanno preceduto Enza Sofo e Ferdinando Barone.
LE ACCUSE – Il quadro delle accuse mosse dai magistrati agli amministratori è piuttosto complesso, e probabilmente riguarda delle ipotesi di reato che sono state formulate di rado in Italia. È contestata innanzitutto l'omissione di atti d'ufficio prevista dall'art. 328 c.p., ma si tratta di differenti valutazioni nei confronti di Providenti e Sofo da un lato e Leonardi, Barone e Santalco dall'altro. I primi due avrebbero omesso di predisporre, in corrispondenza del Boccetta, i sistemi permanenti di monitoraggio delle concentrazioni di benzene, idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e frazione respirabile delle particelle sospese (PM10); non si sarebbero attivati per raggiungere l'obiettivo di qualità per gli anni '96 e '97 relativo alle frazioni di particelle sospese PM10; avrebbero omesso di adottare le misure di limitazione della circolazione stradale nella zona del Boccetta; e infine avrebbero omesso di provvedere all'effettuazione di sistemi di controllo sull'attivazione di dispositivi di recupero dei vapori di benzina impianti nuovi e preesistenti di distribuzione dei carburanti. Leonardi, Barone e Santalco sono accusati invece di: aver omesso di adottare le misure di limitazione della circolazione stradale al Boccetta; non aver provveduto a realizzare sistemi di controllo sull'attivazione di dispositivi di recupero dei vapori di benzina per gli impianti nuovi e preesistenti di distribuzione dei carburanti; non aver provveduto all'effettuazione della valutazione preliminare della qualità dell'aria del territorio comunale, con le aree maggiormente interessate dall'inquinamento e della popolazione in esse presente, ivi compresa quella del Boccetta; non aver preparato un rapporto annuale e di non aver applicato le misure previste proprio in relazione al rapporto annuale; e infine avrebbero omesso di adottare comunque, in via precauzionale, le misure di limitazione o divieto della circolazione ai fini della prevenzione dell'inquinamento atmosferico nella zona del Boccetta. Ma ci sono altre due ipotesi di reato ben precise che vengono contestate ai cinque amministratori in carica e non, vale a dire il «Getto pericoloso di cose» previsto dall'art 674 c.p. e il «Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone», previsto dall'art. 659 c.p.. In sostanza secondo i magistrati Siciliano e Farinella, da un lato non sarebbero state impedite in questi anni le emissioni offensive e moleste di inquinanti atmosferici provocate dagli autoveicoli in circolazione al Boccetta, dall'altro non sarebbe stata impedita la circostanza che, attraverso il passaggio dei camion e dei tir, con l'abuso di «strumenti si segnalazione acustica», venissero disturbati «l'occupazione e il riposo della persone residenti al Boccetta».  

I Comitati compatti «Tir fuori dalla città»

L'unione fa la forza. L'hanno compreso i comitati costituiti per espellere il traffico dei tir dal centro urbano e quelli contrari alla realizzazione dell'approdo di emergenza a Tremestieri perché, per entrambi, la cosa peggiore è spostare il problema, in tutto o in parte, in un'altra parte della città. E così ieri i comitati «La nostra città», Messina Sud e Depuratore Mili, l'Associazione Aurora di Galati e Mondogiovane di Camaro, e Legambiente, hanno spiegato l'unione con «una posizione nell'interesse generale della città che non vuole sposare progetti estemporanei». Saro Visicaro ha criticato il Comune per talune "incoerenze" (dalla bocciatura di un progetto d'approdo a sud costato 4 miliardi, alla ben diversa configurazione dell'approdo a Tremestieri contenuta nella delibera del 20 giugno 2000 «decisa per non decidere») fino ai nuovi miliardi previsti per l'approdo d'emergenza: «Nello studio preliminare – osserva Visicaro – si parla di "minimizzare" l'interferenza del traffico gommato con la viabilità esistente: non si sceglie certo di risolvere il problema dei tir!». Lillo e Giovanni Ferrara hanno denunciato "l'inaccettabile silenzio" sceso sul pronunciamento unanime, nel '96, di sei Quartieri che avevano chiesto di ubicare gli approdi per i tir tra Messina e Milazzo. Hanno raffrontato la decisione di realizzare approdi a ridosso dell'abitato di Tremestieri con tutta una serie di indirizzi per la salute e l'ambiente: dal Forum di Rotterdam del 1984 a più recenti dichiarazioni del ministro dei trasporti e del segretario nazionale della Cgil fino all'ultima esortazione, a Messina, del presidente Ciampi. La soluzione più percorribile appare, al momento, quell'area industriale di Giammoro dove «esiste già un collegamento autostradale. L'approdo per i Tir significherebbe qui il rilancio di un retroterra industriale. A Tremestieri basta guardare dall'alto e si vede che c'è solo sabbia».
Oggi intanto alle 18 assemblea al Comune indetta dal Movimento di liberazione di Messina. Alle 21 partirà dalla chiesa dell'Immacolata, a Boccetta, la fiaccolata organizzata dal comitato “La nostra città” che si concluderà al porto.

26/5/2001 

Fonte:gds

Il Movimento liberazione per lo scalo a Tremestieri

Nonostante siano state temporaneamente tamponate le minacce di protesta delle Circoscrizioni della zona sud della città, il "Movimento di liberazione per Messina" e il "Comitato la Nuova Città" tornano a farsi sentire.
Ieri pomeriggio, la sala di rappresentanza di Palazzo Zanca ha ospitato una nuova assemblea aperta al pubblico sul problema del passaggio dei Tir dla centro città.
Nell'incontro organizzano dal "Movimento di liberazione", Renato Accorinti, portavoce dell'associazione, ha fatto il resoconto sulle iniziative prese, sugli incontri avuti con il prefetto e il sindaco e sulla soluzione scelta alla Regione che metterebbe in prima linea l'ipotesi di approdo a Tremestieri, "unico scalo _ secondo lo stesso Accorinti - idoneo a risolvere in maniera definitiva gli inconvenienti derivanti dallo smog, dal traffico e dal pericolo per l'incolumità della salute pubblica".
Tenuto conto dei disagi scaturiti in città dopo le ultime ordinanze riguardanti la viabilità, l'ivito a partecipare è stato esteso anche ai consigli di quartiere ed a tutti i comitati al fine di promuovere iniziative comuni.
Parallelamente il "Comitato la Nostra Città" ha dato vita alla terza fiaccolata notturna delle ultime settimane. La manifestazione ha preso il via alle 21 dalla piazzetta antistante la chiesa dell'Immacolata e si diretta verso la Stazione ferroviaria. In questa occasione sono state molto meno le presenze dei cittadini che sono scesi in piazza.
Non più di un centinaio di aderenti a La Nostra città.

Ma Impiduglia non ci sta: da quindici anni soffriamo

Il Nono quartiere insiste per la realizzazione dell'approdo a sud. Sempre piu' acceso il dibattito sulla realizzazione del nuovo approdo. Ad intervenire ieri matina con una lunga nota il presidente del quartiere San Leone Luigi Impiduglia. "Assistiamo ad un proliferare di iniziative - scrive Impiduglia - che vengono osteggiate o strumentalizzate a seconda degli interessi che toccano. La verità è che da anni proponiamo lo spostamento degli imbarcaderi a sud non per danneggiare i residenti di altre zone ma solo perchè l'autostrada Messina-catania costeggia il mare e ci sono aree libere lontane dai centri abitati". Secondo Impiduglia l'improvviso insorgere delle circoscrizioni che non vogliono i Tir sul proprio territorio potrebbe portare ad una nulla di fatto. Si rischia insomma che tutto rimanga come prima e che i Tir tornino sul Boccetta. la proposta di Impiduglia invece è di sopportare tutti lo stesso peso e lavorare per la realizzazione degli approdi a sud e di una bretella preliminare

Tir, tregua fra quartieri sud e Comune: verso la revoca il transito ad orario

Settimana di tregua fra l'amministrazione e i presidenti di quartiere della zona sud "messi in disparte" dai vertici di palazzo Zanca.
Nell'incontro di ieri mattina, il rappresentante del sindaco, Gianfranco Scoglio, assessore alle infrastrutture, è riuscito a sedare gli animi. Lunedì verrà sottoscritto un documento in cui Salvatore Leonardi si farà carico di convocare tutte le parti direttamente interessate per giungere ad un compromesso sul transito dei Tir nel centro urbano. L'ordinanza sulla fasce orarie del viale Europa e sul passaggio notturno dagli svincoli di Gazzi e Tremestieri, del gommato pesante con carico pericoloso, non ha riscosso successo tra le file della cittadinanza.
"L'amministrazione continuava a prenderci in giro _ esordisce Antonino Scibilia, presidente del XIV Quartiere _ il provvedimento preso in extremis per far respirare i residenti del Boccetta ha solo trasferito il problema da una parte all'altra della città ma certamente non l'ha risolto".
Agatino Bonarrigo, esponente della VI Circoscrizione, pur rimanendo solidale con i colleghi della "discesa della morte" chiede "la revoca immediata del provvedimento, la realizzazione della via del mare per il traffico leggero e la veloce realizzazione del porticciolo di Giammoro, dove dovrebbero essere dirottati i bisonti della strada".
Più tollerante, la dichiarazione rilasciata dal presidente del IV Quartiere, Rosario Santoro che lamenta "la carenza di controlli sulla Statale 114 da parte dei vigili urbani e della protezione civile". Santoro ha poi aggiunto che sarebbe favorevole all'approdo di Tremestieri se "il nuovo scalo contribuisse allo sviluppo e alla riqualificazione dell'area". Alla presa di posizione delle varie Circoscrizioni della zona sud si affianca la controffensiva dei Quartieri a nord.

Fonte: gazzetta del sud 

emergenza tir / Ieri sera un corteo ha raggiunto la stazione marittima
Ancora una manifestazione al Boccetta


Un passo indietro. E non piccolo. Appena 150 persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata organizzata dal comitato “La nostra città” e che dal viale Boccetta si è mossa stavolta non verso gli imbarcaderi privati della rada San Francesco ma in direzione della Stazione marittima delle Fs: una scelta programmata già da tempo, ma che ha assunto un particolare valore “simbolico” in concomitanza con l'udienza preliminare per la morte della professoressa calabrese Maria Concetta Crucitti, schiacciata e uccisa il 22 luglio del '99 (proprio alla Marittima, davanti i terminal di Diano e Ngi) da un autoarticolato il cui autista, accusato di omicidio colposo, ha patteggiato mercoledì scorso otto mesi. Non una grande folla, dunque, anche se l'arrivo dei manifestanti alla Marittima proprio mentre attraccava un traghetto ha creato qualche problema al deflusso dei tir dall'imbarcadero: l'effetto “scenografico” di decine di fiaccole accese, tuttavia, anche stavolta è stato notevole. Se quella di ieri non è stata la protesta più riuscita in termini numerici (le ultime, inscenate prima delle elezioni, avevano visto oltre duemila persone “marciare” prima sulla rada San Francesco e in seguito sull'aula consiliare di Palazzo Zanca), tuttavia va segnalato un allargamento del fronte del “No ai tir”: ai manifestanti si è unito in questa occasione anche un comitato spontaneo della zona Sud, come segno di una protesta comune che vuole i tir fuori dalla città e “dirottati”, in particolar modo, verso Giammoro: una posizione, questa, che non trova peraltro tutti d'accordo. Chi d'accordo non è, per esempio, è il Movimento per la liberazione di Messina, che ha lanciato nelle scorse settimane la proposta di un approdo a Tremestieri che non interferisse con la Statale 114 (evitando dunque i possibili problemi per la circolazione nel tratto di intersezione, lungo circa 900 metri, secondo la precedente proposta della Capitaneria di porto) così come è stato quindi recepito dalla Regione, che ha pronto un progetto di massima elaborato proprio sulla falsariga di quella proposta, vale a dire senza alcuna interferenza con la Ss 114. Ieri, il Movimento ha organizzato un'assemblea pubblica svoltasi nel pomeriggio nel salone di rappresentanza di Palazzo Zanca; ma anche questa manifestazione non è stata premiata da una partecipazione particolarmente consistente. Appena una trentina, infatti, i cittadini che si sono ritrovati al Comune per discutere dei vari aspetti della questione nonostante fossero stati invitati tutti i vari comitati e movimenti che si sono sensibilizzati sul problema del Boccetta e, più in generale, dell'attraversamento del centro città da parte dei mezzi gommati negli ultimi mesi. Proprio su questo problema, e in particolare sul provvedimento delle fasce orarie e sul progetto di realizzazione di un approdo per il gommato a Tremestieri, in mattinata i rappresentanti di alcuni Quartieri avevano incontrato l'assessore comunale Gianfranco Scoglio. I presidenti e consiglieri di III, IV, VI e VIII circoscrizione (ma anche altri Quartieri erano rappresentati per delega) hanno lamentato all'amministrazione come l'adozione delle fasce orarie abbia di fatto aggravato il problema del traffico in corrispondenza con gli svincoli autostradali, non accettando la “distribuzione” dei Tir sull'intero territorio cittadino. Sull'altro argomento trattato, quello relativo all'approdo a Sud, si sono palesate due “correnti di pensiero”: una che vuole lo spostamento fuori dal capoluogo, in particolare a Giammoro (ma Scoglio replica: «È un'ipotesi che sembrerebbe un tentativo di “scaricare” semplicemente altrove un problema della città»), mentre l'altra chiede un confronto sui progetti. E anche qui, la cosa non è facile perché la Regione ha elaborato solo un progetto di massima, e per quelli presentati dai privati occorrerà attendere il termine del 30 giugno per il project financing . I rappresentanti dei Quartieri hanno chiesto all'amministrazione un incontro con il prefetto Giosuè Marino e con il Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica: «Il sindaco lo richiederà per la prossima settimana», ha assicurato Scoglio.

27/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

boccetta / Sono 917 i mezzi passati al setaccio dei vigili urbani
I controlli funzionano
Proposte tre fasce orarie per i tir

L'asse Boccetta, da tempo al centro dell'attenzione per l'emergenza tir, continua ad essere “monitorata” della polizia municipale che, negli ultimi tempi, ha anche rafforzato i controlli sui tir, la velocità dei mezzi in transito e i gas di scarico. Nei giorni scorsi gli uomini del Reparto operativo mobile, comandati dallo specialista di vigilanza urbana Santi Vita e coordinati dagli specialisti La Mazza e Ferrara, hanno controllato 118 mezzi pesanti, contestando 101verbali per inosservanza all'ordinanza sindacale 212. Gli agenti hanno anche controllato con l'autovelox 648 veicoli accertando 48 violazioni ai limiti di velocità. Sempre sul viale Boccetta, e anche sulla strada statale 114, sono stati controllati per i gas di scarico 23 autocarri, mentre 14 sono state le contravvenzioni elevate per emissioni inquinanti fuori dai limiti consentiti. Nell'àmbito del servizio sono stati elevati 172 verbali per inosservanza alla legge sull'obbligatorietà del casco e per l'assenza dei documenti di circolazione, provvedendo anche al sequestro di 9 ciclomotori per mancanza di assicurazione e a 11 fermi amministrativi. Intanto ieri, dopo le proteste di cinque quartieri (I, II, III, IV e VI) in merito al “dirottamento” dei mezzi pesanti nella zona sud, il Comitato “La nostra città”, in una nota, afferma che «i divieti e le limitazioni orarie di transito vengono da anni applicati in tutta Europa attraverso accordi tra le amministrazioni e le categorie dei trasportatori. I Paesi comunitari (Italia compresa) intervengono finanziariamente a sostegno del trasporto gommato privato. Tra il nostro Paese e l'Austria – si legge nella nota – sono stati concordati contingentamenti affinché l'inquinamento prodotto dal passaggio dei tir sia drasticamente ridotto. Considerando tutto ciò il Comitato ha proposto, come primo passo verso la risoluzione definitiva del passaggio dei mezzi pesanti, l'applicazione di tre fasce orarie di un'ora ciascuna per tutti gli svincoli. Tale ipotesi è stata già sottoposta all'attenzione del prefetto e di tutte le circoscrizioni tanto che alcuni consigli di quartiere si sono già dichiarati favorevoli. Tutto – conclude la nota – al fine di non considerare più il viale Boccetta come “valvola di sfogo” per il traffico gommato pesante».

Fonte:gds

Alleati i quartieri delle zone nord e sud : "No ai bisonti della strada dal centro"

La terza fiaccolata contro i Tir organizzata dal comitato "La Nostra Città", non ha riscosso il successo sperato. Solo qualche centinaio di cittadini ha preso parte alla marcia di protesta che dal Boccetta si è spostata sulla cortina del porto, in prossimità della stazione ferroviaria, per rendere omaggio alla donna travolta e uccisa da un camion nell'estate del '99. L'associazione di Saro Visicaro è irremovibile: "Fuori i Tir dalla città, tre turni fasce orarie estese a tutti gli svincoli autostradali, no alla rada S. Francesco ed ai progetti con il trucco".
Questa volta, però, i quartieri di nord e sud hanno fatto fronte comune contro il passaggio dei "bisonti della strada" nel centro urbano. Unica nota di scontro, la divergenza d'opinione sull'approdo che dovrebbe realizzarsi nella zona di Tremestieri. Ovviamente i residenti della III e IV circoscrizione non vogliono "ospitare" il nuovo scalo, adducendo come scuse le problematiche d'impatto ambientale e le eventuali interferenze con la Statale 114.
Di tutt'altro parere il presidente dell'Ordine degli Architetti, Dario La Fauci. Secondo il punto di vista del professionista "Tremestieri è la scelta urbanisticamente più idonea che se ben sfruttata darebbe sfogo alle imprese della zona sud. La compatibilità con l'ambiente potrebbe essere ostacolata solo dall'accertamento sui fondali". Ma La Fauci non disdegna l'estrema soluzione di Giammoro che "fungerebbe da volano per l'entroterra della provincia".
Intanto l'amministrazione boccia, perch‚ ritenuto troppo costoso, il progetto di studio interdisciplinare promosso dall'Università, sui "veleni" del Boccetto. Il rettore dell'ateneo, Gaetano Silvestri si aspettava maggiore attenzione da parte delle istituzioni e annuncia che "l'iniziativa verrà portata avanti con i fondi dell'Università".
In attesa di ulteriori sviluppi, Renato Accorinti, leader del "Movimento di liberazione per Messina", si dichiara apertamente soddisfatto per la decisione di spostare l'approdo di un centinaio di metri a sud di Larderia, zona in cui non darebbe più "noia" alla Statale 114.

29/5/2001 ( tg5 )

A proposito di tunnel all'Annunziata...

TIR in fiamme in galleria

Poteva essere una strage, un'altra dopo quella sotto il tunnel del Monte Bianco: ancora una volta un tir è andato a fuoco e, in una manciata di secondi, è stato il panico . Sull'autostrada del Frejus, sotto la galleria Prapuntin, la più lunga che conduce al valico, 19 persone sono state intossicate. E' accaduto quando, a circa un chilometro e mezzo dall'inizio della galleria (lunga in tutto 4.400 metri) è scoppiato il pneumatico sinistro del semirimorchio attaccato alla motrice di un tir che procedeva in direzione Torino. Si è sviluppato un incendio che ha completamente distrutto il semirimorchio ( trasportava barbabietole) e gravemente danneggiato la motrice. L'allarme è stato immediato, perchè proprio sotto il tunnel c'era il capo del distaccamento dei vigili del fuoco di Susa che si stava recando a Torino. E' riuscito ad uscire in auto dalla galleria assieme all'autista del tir, un romeno, Florian Copil, 44 anni, che nel frattempo aveva azionato il sistema d'allarme che c'è in galleria. Sono stati, però, sufficienti pochi secondi perchè il fumo, passando attraverso i by-pass (i corridoi di collegamento) riempisse l'altra galleria, quella che corre in parallelo e che conduce al Frejus. Una cortina fumogena fitta che ha subito provocato il tamponamento di due camion. La galleria è rimasta così bloccata. Alcuni automobilisti sono riusciti a fare marcia indietro e a mettersi in salvo, altri hanno abbandonato la vettura e hanno raggiunto a piedi l'uscita grazie all'intervento di una pattuglia della polizia stradale di Susa e personale della Sitaf, l'azienda che gestisce l'autostrada del Frejus. Sempre in Piemonte un'altra disgrazia. Due persone sono morte carbonizzate e altre due sono rimaste ferite nella caduta dell' elicottero, un "Eljwest" a quattro posti di proprietà di una ditta di Asti. L' incidente è accaduto nella zona di Condove, in valle Susa, in località Mocchie Molette.

Fonte:gazzetta del sud 

L'inchiesta sulle denunciate omissioni che avrebbero causato l'inquinamento lungo il viale Boccetta
Interrogato il Sindaco
Dal pm anche l'assessore Santalco e l'«ex» Barone

Il sindaco Salvatore Leonardi è stato interrogato ieri pomeriggio dal sostituto procuratore Giuseppe Farinella nell'ambito dell'inchiesta aperta sull'inquinamento del viale Boccetta. Il primo cittadino è stato accompagnato dal difensore di fiducia avvocato Nino Favazzo e si è intrattenuto per oltre un'ora nella stanza del magistrato. Sempre ieri, ma nel corso della mattinata, sono stati interrogati l'attuale assessore all'Ambiente Giuseppe Santalco, assistito sempre dall'avv. Favazzo, e l'ex assessore Ferdinando Barone, difeso dall'avv. Giuseppe Forganni. Sul contenuto dei colloqui vige ovviamente il massimo riserbo. Non è stato ancora deciso quando saranno sentiti l'ex sindaco Franco Providenti, impegnato a Roma, e l'ex assessore Enza Sofo. I cinque indagati, raggiunti la settimana scorsa da un avviso di garanzia, sono stati chiamati a fornire giustificazioni su una presunta omissione di atti d'ufficio, sul disturbo della quiete pubblica e su violazioni delle leggi ambientali. In particolare, secondo quanto ipotizzato dalla Procura, non avrebbero impedito le emissioni inquinanti provocati dai mezzi che transitano sul Boccetta, peraltro con l'abuso di strumenti di segnalazione acustica, e di avere tenuto, ciascuno nella qualità e nelle funzioni di pubblici ufficiali, una condotta omissiva non predisponendo sistemi permanenti di monitoraggio delle concentrazioni di benzene, di effettuare una valutazione preliminare della qualità dell'aria nel territorio comunale, di adottare misure di limitazione della circolazione stradale al fine di prevenire l'inquinamento atmosferico.

29/5/2001 ( Adele Fortino-TeleVip )

Cari Cittadini Messinesi,

a conclusione della campagna elettorale che ha molto influenzato la protesta antiTIR vediamo che cosa è rimasto di questa protesta, fuori dai polveroni ideologici e politici, protesta che è stata molto interessante perchè ha investito e coinvolto fasce trasversali di una società civile, quella Messinese appunto, in genere refrattaria e restia a simili forme di manifestazione.Ora di questa protesta possiamo buttare nel dimenticatoio le fasce orarie  che si sono rilevate inidonee perché hanno finito con lo spalmare sull’intera città  un disagio che fino ad ora è stato soltanto del boccetta e come avevamo preconizzato è avvenuto quello che gli americani chiamano la sindrome del NIMBY ( cioè non in my back yard ),portate i TIR dappertutto tranne che nel mio giardino infatti abbiamo visto che via via che i Tir passavano dagli altri quartieri hanno sollevato proteste enormi ed hanno dichiarato il loro diritto a non volere i Tir, quindi fasce orarie nel cestino. Per quanto riguarda la strada del mare che anche questa avrebbe la controindicazione di spalmare il traffico su arterie già terribilmente appesantite e pare che non abbia molto all’iure  in questo momento, invece la proposta di buon senso, l’ipotesi di buon senso, che sta convincendo tutti i cittadini e tutte le Istituzioni ( questo è importante ) è quella di un pacifista: Renato Accorinti che è il portavoce di una serie di intellettuali e professionisti della città che hanno pensato a come si puo’ venire incontro a questo problema dei Tir nell’immediato, sappiamo che il problema dei Tir, nel momento in cui il sistema dei trasporti nazionale adotterà le autostrade del mare, il trasporto via treno, il trasporto via cargo, potrà essere risolto, ma questo nel medio termine, mentre nel breve periodo si è pensato ,appunto, a questo approdo a Tremestieri che Renato Accorinti e il gruppo di Renato Accorinti ha risolto pensando ad una zona di Tremestieri che non passi dalla statale 114 e non passi dal centro urbano si da non dare fastidio ad alcuno e da risolvere, per lo meno nel breve periodo questo problema. La cosa che ci preme sottolineare è  che proprio un non politico come Renato Accorinti abbia partorito l’unica proposta accettabile dalle Istituzioni e che le Istituzioni hanno di fatto accettato e questa era la cosa che mi premeva sottolineare. Quindi a ben risentirci…Cari Cittadini Messinesi.

30/5/2001 

Fonte:gazzetta del sud

Era ora: per i tir divieto di sorpasso

Limiti di velocità e divieti di sorpasso per i mezzi pesanti. I provvedimenti disposti ieri dall'amministrazione comunale confermano come la nostra città per troppi anni sia stata costretta a vivere in condizioni del tutto anormali rispetto alle altre città italiane ed europee. Finora, infatti, non esisteva alcuna misura di tal genere. Adesso, invece, su viale Boccetta vigerà il divieto di sorpasso in entrambe le direzioni di marcia per i mezzi a carico superiore a 3,5 tonnellate. Su via Vittorio Emanuele, nel tratto compreso tra Boccetta e piazza Unità d'Italia, e in viale della Libertà (tra la Prefettura e viale Giostra), nel senso di marcia sud-nord, è stato istituito il limite massimo di velocità di 30 chilometri orari oltre al divieto di sorpasso. Sempre su viale della Libertà, nel senso di marcia sud-nord, all'intersezione con via Brasile, saranno consentite le direzioni di marcia diritto, sinistra ed inversione mentre su via Brasile, in direzione monte-mare, saranno consentite la svolta a destra e a sinistra sul viale della Libertà. Questi ultimi provvedimenti, in particolare, sono finalizzati ad una migliore fluidificazione del traffico alla luce anche della presenza dei cantieri del tram su viale della Libertà.

Fonte: gds

Scalo a Tremestieri il secondo quartiere ribadisce il suo no

Il Secondo Quartiere ha votato un secco no all'ipotesi di approdo a Tremestieri. Nell'assemblea di ieri sera, ben dieci consiglieri della circoscrizione "Santo Stefano" si sono detti contrari allo studio di fattibilità dell'opera, lamentando che si vogliono "scaricare" sulla zona sud del capoluogo i problemi del traffico. L'unico consigliere favorevole è stato Giacomo Maressa, mentre si sono astenuti i due componenti dei Democratici di Sinistra. Nelle prossime ore verrà stilato un comunicato stampa.

30/5/2001 ( Comunicato stampa  n° 80  del Comitato la nostra città )

Fumo Passivo

Domani, in occasione della giornata mondiale contro il fumo, il Comitato la nostra città ha organizzato un sit-in per sensibilizzare i cittadini sulla "violenza pubblica" che devono subire a causa dell'inquinamento dell'aria causato dai TIR. L'amministrazione comunale, nonostante gli avvisi di garanzia per reati ambientali non ha ancora provveduto a realizzare una rete di monitoraggio dell'aria in tutta la città così come è previsto dalla normativa vigente. I rilevamenti effettuati sulle emissioni dei mezzi pesanti sono inadeguati, approssimativi e assolutamente insufficienti per conoscere lo stato della "Qualità dell'Aria". Gli inquinanti pericolosi e nocivi diffusi ormai in tutta la città rappresentano un rischio gravissimo per la salute. Aria sana sarà distribuita GRATIS, domani 31 Maggio dal Comitato la Nostra Città alle ore 10,00 all'incrocio tra il viale Europa e la via Cesare Battisti ( Ponte Zaera ).

31/5/2001 

bob brown 

Cronache dal salotto buono

Sono passati appena due mesi dall'ennesima sfiorata strage sul Boccetta e la situazione appare, come al solito, tornata "normale".
Non sono bastati i balletti, i finti proclami, le "proficue" conferenze di servizi cui hanno partecipato tutti i rappresentanti delle istituzioni che, adesso, a questo spettacolo si sono aggiunti giornalisti della domenica (della serie cronache dal "salotto buono"), epigoni del Mahatma Gandhi, presidenti di quartiere e delle "repubbliche marinare".
Costoro hanno "scoperto" non solo che la soluzione a breve è a Sud ma, addirittura, propongono piani dettagliati individuando esattamente il punto dove costruire l'approdo (magari costruendo "bretelle", tunnel a doppia canna e quant'altro, pur di non interferire, bontà loro, con il traffico della statale 114 che equivale all'autostrada del sole).
Costoro ci dicono che il primo vero e, soprattutto, spontaneo comitato cittadino sorto in questa città ha esagerato nel porre la questione ambientale del Boccetta e, addirittura, sbagliato nell'aver costretto le autorità (quelle stesse autorità che sono indagate per non aver fatto nulla per impedire il disastro ambientale del Boccetta) ad adottare le fasce orarie perchè ha costretto altre parti della città a scoprire sulla propria pelle, anche se per poco tempo, la nocività costituita dal passaggio dei TIR.
Riducono e minimizzano la questione asserendo che è iniquo "spalmare" (oggi è di moda questo termine) il disagio su tutta la città dimenticando che, in mancanza di un'amministrazione comunale-provinciale-regionale nonchè statale capace di risolvere il problema, l'unica possibilità è quella di vivere tutti insieme lo stesso problema per poterlo poi risolvere definitivamente.
Dimenticano che da due anni è pronto per essere realizzato, ed ha avuto il via libera di tutti gli enti competenti, il progetto Technital-Matacena e che le istituzioni, pur di stopparlo, si sono messe a progettare megaporti commerciali ed hanno negato il parere di conformità urbanistica, senza neanche prenderlo in considerazione dal punto di vista tecnico.
Solo dopo che il gruppo Franza è riuscito a presentare il "proprio" progetto, costringendo l'autorità marittima a prenderne atto e di valutarlo in concorrenza con quello Technital, le "Istituzioni" con il pregevole contorno di giornalisti servi e di intellettuali d'accatto, sposano l'approdo a Sud.
Adesso quelli "della puzza al naso"( vedi diessini, i comunisti rap-italiani) arrossiranno pensando che queste righe, di fatto, perorano la causa del cavaliere "nero"(quello del "boia chi molla"...... oddio che orrore!!!!!!) e, magari, avranno le loro buone ragioni perchè questo soggetto si è messo in testa una cosa pazzesca, alla sua età, ovvero distruggere il monopolio dei traghetti, quello stesso monopolio che da loro da mangiare in cambio della loro miserabile e patetica collaborazione.
Mi viene in mente, parafrasandola, quella famosa nonchè provocatoria frase pronunziata dal padre nobile del giornalismo nostrano:"se la mafia è capace di costruire il Ponte (pardon l'approdo fuori città) ben venga la mafia".

31/5/2001 COMUNICATO N°906 ( comune di messina )

APPRODI: FIRMATO L'ACCORDO DI PROGRAMMA CON LA REGIONE

Firmato a Palermo l'accordo di programma tra la Regione siciliana ed il Comune di Messina per la realizzazione dell'approdo di emergenza a sud e per la viabilità definitiva, non interferente con la mobilità urbana della zona, e che costituirà l'aspetto strutturale della viabilità per l'approdo definitivo. L'intesa é stata raggiunta a Palermo, nel pomeriggio di oggi, nel corso del vertice con il presidente della Regione, Vincenzo Leanza, il sindaco, Salvatore Leonardi, l'assessore regionale, Carmelo Lo Monte, la dottoressa Gabriella Paolocci, dirigente dell'assessorato regionale alla presidenza, ai consulenti del Comune professori Aldo Tigano e Raffaele Tommasini, il comandante della Capitaneria di Porto di Messina, capitano di vascello Carmelo Maccarrone, l'ingegnere Capo del Genio Civile di Messina, Francesco Rigano, il dirigente regionale ing. Rosario Navarra Tramontana e l'ing. Ciraolo del Genio Civile Opere Marittime. Il sindaco Leonardi ha ribadito che l'accordo segue le indicazioni espresse dal Consiglio comunale e soprattutto le richieste della comunità locale, per una viabilità d'accesso agli approdi, non interferente con il traffico residenziale. Leonardi ha espresso soddisfazione "per l'obiettivo raggiunto che porta a soluzione un problema trentennale, di cui va dato atto anche alla "messinesità" dimostrata dagli onorevoli Leanza e Lo Monte". Leonardi ha poi aggiunto che questo primo intervento permetterà l'utilizzo di 41 miliardi di risorse regionali consentendo l'attivazione, per la prima volta in questo settore, del coinvolgimento del pubblico e del privato. L'accordo infatti prevede per i due approdi a nord ed a sud un'azione sinergica e mista tra Regione e Comune, per avviare l'iter procedurale con sistemi più snelli come previsto dall'art.37/bis della legge Merloni. Per questo scopo sarà creata una Commissione mista Comune-Regione per la valutazione di tutte le offerte private per la realizzazione e la gestione degli approdi. Per questo aspetto la stessa Commissione varerà l'avviso-invito per la presentazione delle offerte. La Commissione sarà presieduta dal Presidente della Regione, il sindaco sarà vice presidente e ne faranno parte gli assessori regionali al territorio ed ai lavori pubblici, insieme ad un altro rappresentante del Comune. Palazzo Zanca assumerà la funzione di stazione appaltante. L'approdo di emergenza contribuirà allo smaltimento del traffico gommato pesante per almeno 320 giorni l'anno, in ragione dei periodi di condizioni meteo marine avverse. La somma di 41 miliardi prevista comprende 8 - 9 miliardi di lavori per le opere di viabilità definitiva che saranno utilizzate anche dopo la fase di emergenza.