2/10/2001
Fonte: gds
Molo
Norimberga, uno stop ai timori
Parte
il collegamento con la Campania
Emilio Pintaldi
Via
libera dalla Capitaneria al varo della nave Cartour
del gruppo Franza che collegherà la nostra città
alla Campania. Le preoccupazioni dei comandanti delle
Ferrovie dello Stato sullo scalo del molo Norimberga
non frenano nè tantomeno bloccano il collegamento tra
Messina-Salerno. Se pericolo c'è, in determinate
condizioni di tempo, dovranno essere le ferrovie a
chiudere, in uscita, le prime due invasature, troppo
vicine alla nave del gruppo Tourist-Caronte. E' quanto
è stato deciso dal comandante della capitaneria
Carmelo Maccarrone che ieri mattina, a distanza di
alcuni mesi dal loro esposto, ha ascoltato i
rappresentanti del Sasmant il sindacato che raccoglie
buona parte degli ufficiali delle navi delle ferrovie.
I comandanti della flotta Fs in pratica avevano
denunciato una situazione di pericolosità legata
all'esiguo spazio di manovra lasciato alle navi Fs con
l'ingresso della nave Cartour destinata al trasporto
dei Tir. Così ieri mattina, attorno ad un tavolo, si
sono ritrovati oltre al comandante della capitaneria,
e ai rappresentanti del Sasmant anche l'Autorità
portuale, la Caronte spa, la Tourist Ferry Boat, la
corporazione piloti dello Stretto, il gruppo
ormeggiatori del porto, le ferrovie dello Stato, la
Filt, Cgil, il Registro navale, il comando provinciale
dei vigili del fuoco, il cantiere navale Smeb e
l'agenzia marittima La Cava. Durante la riunione non
sono mancati gli spunti polemici. Sebastiano Pino, del
Sasmant ha chiesto inutilmente l'avvio di una nupova
istruttoria e la realizzazione tramite il moderno
sistema radar
Vts di alcune simulazioni. Pino ha anche suggerito, in
alternativa, di spostare il punto di attracco di
alcune decine di metri. Nessuna di queste richieste
però ha trovato accoglimento da parte della
Capitaneria. Secondo il comandante Maccarrone ed i
suoi ufficiali al Norimberga esistono le condizioni di
sicurezza previste dal codice della navigazione. La
nuova linea insomma può convivere con le ferrovie
dello Stato. C'è una sola eccezione. Una prescrizione
che non riguarda però i nuovi arrivati ma bensì le
ferrovie dello Stato. Se il vento di ponente supererà
i venti nodi (cosa che, secondo la capitaneria non
avviene piu' di due volte l'anno) le ferrovie dovranno
chiudere in uscita la prima e la seconda invasatura.
Tra sabato e domenica insomma la nuova nave potrà
prendere il largo per la prima crocierà di prova. La
Cartour, che arriverà in città nelle prossime ore,
può raggiungere una velocità di venticinque nodi,
può ospitare 75 autovetture ed un centonaio di tir.
E' dotata di 76 cabine passeggeri da quattro posti
alle quali si aggiungono 225 poltrone e 200 posti a
sedere sul ponte. La partenza è prevista all'una di
notte dal molo Norimberga, l'arrivo a Salerno dopo
sette ore.
Fonte: la
sicilia
Esaminato
in Capitaneria il problema della sicurezza legato
all'ormeggio della «Cartour» nel molo «Norimberga»
«Nessun
rischio per le navi Fs»
In
condizioni meteomarine avverse i natanti salperanno
dalle invasature 3 e 4
Massimiliano Mondello
La
nave ro-ro «Cartour», che effettuerà il
collegamento tra i porti di Messina e Salerno,
ormeggerà nella testata del molo «Norimberga»: la
decisione è emersa ieri mattina, al termine di una
conferenza dei servizi protrattasi per oltre 3 ore,
nei locali della Capitaneria di porto. All'ordine del
giorno i problemi legati alla sicurezza nella
navigazione sollevati dai comandanti dei traghetti
dell'Ente Ferrovie e fatti propri dal sindacato di
categoria (Sasmant) e dalla Filt/Cgil.
«Al momento – ha spiegato il comandante, Carmelo
Maccarone – non è possibile prendere in
considerazione l'ipotesi di far attraccare il natante
nella sezione nord-est della banchina, per la presenza
di opere della ditta “Savena” e per le
infrastrutture e i punti d'ormeggio dei distaccamento
“Porto” di Guardia di Finanza e Vigili del fuoco.
I problemi per i traghetti delle Ferrovie, poi,
potrebbero verificarsi solo nella fase d'uscita dalle
invasature 1 e 2, in condizioni meteomarine
particolarissime e, cioè, quando il vento spira da
ponente a una velocità di 15-20 nodi. In quel caso, e
la società è disponibile, farà spostare le navi
nelle invasature 3 e 4, e se il problema dovesse
permanere si farà ricorso alle pilotine».
Insoddisfatti, comunque, al termine dell'incontro i
sindacati: il Sasmant e la Cgil, in particolare, hanno
ribadito la necessità di attivare al più presto il
sistema radar «Vts» per monitorare la curva di
uscita dei traghetti Fs e la distanza di sicurezza con
la ro-ro ancorata in andana, mentre la Cisl si è
soffermata sulla futura destinazione del molo
«incriminato» all'interno del Piano regolatore
portuale, definendo «provvisoria» ogni decisione
presa a riguardo.
Il problema dell'ormeggio della nave ro-ro del
«Gruppo Franza» – il cui varo, previsto per
sabato, potrebbe slittare a causa dei ritardi della
Soprintendenza nel rilasciare il nullaosta per i
lavori d'illuminazione del molo, indispensabili dati
gli orari di arrivo e partenza della «Cartour» (alle
20 e all'1) – però, tornerà d'attualità non
appena l'Autorità portuale avrà definito il
trasferimento al «Norimberga» sia della
movimentazione merci che dei traghetti di «Meridiano
Lines» e «Ngi» che effettuano il collegamento tra
Messina e Reggio Calabria, al fine di assegnare al
consorzio «Trevi-Italgeo» le banchine «Peloro»,
«Rizzo» e «Marconi» per i lavori di
ristrutturazione.
Il porto diventa off limits — Nel
frattempo, il comandante Maccarone e il presidente
dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, stanno
per definire la nuova ordinanza (la 83/2001) che
regola l'ingresso all'interno del porto. Premesso che
i varchi torneranno a essere presidiati, sarà fatto
divieto a chiunque (sia esso pedone o automobilista)
di entrare in ambito portuale se non autorizzato. La
circolazione, comunque, sarà vietata in un raggio di
20 metri dalle bitte di ancoraggio delle navi e in uno
di 50 dalle operazioni di carico e scarico merci. Il
provvedimento, inoltre, regolamenterà la sosta
all'interno dell'area. Multe salate sono previste per
i contravventori.
Massimiliano Mondello
Fonte:gazzetta del sud
Fugati i
dubbi sulla sicurezza in vista del collegamento con
Salerno
Al Norimberga si può attraccare
Ivana
Cammaroto
È
stato sciolto il nodo sulla sicurezza nelle aree
portuali della zona falcata in vista dell'avvio del
nuovo collegamento marittimo nella tratta
Messina-Salerno. Nel corso della conferenza dei
servizi che si è svolta ieri mattina nei locali della
Capitaneria di porto sono stati chiariti alcuni dubbi
avanzati nei mesi scorsi dal Sasmant (il Sindacato
comandanti delle Ferrovie dello Stato). In una nota,
infatti, si era parlato di possibili incompatibilità
tra le rotte dei traghetti Fs e la nave Cartour del
gruppo Tourist e Caronte che a giorni sarà messa in
servizio per il nuovo collegamento. «Per l'ingresso
– ha detto il comandante Maccarone – non ci sarà
nessun problema. In uscita, durante i venti di ponente
dovrebbero presentarsi alcuni problemi nella prima e
seconda invasatura, ma i traghetti delle Ferrovie
potranno comunque essere dirottati nelle altre». I
vertici delle Fs non si sono mostrati contrari a
quest'ipotesi. Alla riunione di ieri erano presenti il
presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio,
il responsabile locale della Navigazione delle Fs ing.
Giorgio Liaci, il presidente del Sasmant Sebastiano
Pino, il segretario della Filt-Cgil Tiziano Minuti e
Mimmo Caia della Fit-Cisl, un esponente delle società
private di traghettamento Tourist e Caronte, i
rappresentanti degli ormeggiatori e dei piloti ed
anche dei vigili del fuoco (distaccamento porto). Per
quanto riguarda il punto dell'attracco della “Cartour”
al molo Norimberga, il progetto prevede l'ormeggio
nella “testata” della vasta banchina di riva, ma
non sono escluse altre ipotesi. Lo stesso comandante
Maccarone ieri ha dichiarato: «Sto valutando
l'ipotesi di mandare la nave al lato nord-est della
banchina». In questo tratto del molo attualmente c'è
un cantiere navale che dovrebbe essere sgomberato
essendo abusivo. Alla base della decisione di far
attraccare qui la nave ci sarebbe una questione
logistica: «Il Norimberga è stato attrezzato con
binari ferroviari – ha aggiunto Maccarone – e la
testata potrebbe essere utilizzata per l'attracco
delle navi da commercio». Il molo, infatti, è stato
riattivato per fungere soprattutto da scalo
commerciale. Definito l'aspetto della sicurezza,
adesso si guarda all'avvio del collegamento che ha
aperto le porte delle “Autostrade del mare”. Un
avvio che dovrebbe essere imminente. Tuttavia la data
indicata, quella del 6 ottobre, potrebbe slittare a
causa della mancata realizzazione dell'impianto di
illuminazione per il quale c'è ancora un progetto
all'esame della Soprintendenza. I lavori di
sistemazione del piazzale sono stati comunque già
avviati e la società “Servizi Norimberga Spa” è
già pronta a mettere in servizio la “Cartour”.
Sulla sicurezza del porto, il comandante Maccarone e
il presidente Vermiglio sempre ieri hanno firmato una
nuova ordinanza, la n. 83/2001, che regola l'accesso
all'area. Il contenuto ricalca quello del precedente
provvedimento in vigore fino ad oggi che ha fissato
regole più rigide sull'ingresso in ambito portuale da
parte di pedoni e mezzi. Queste alcune delle
principali disposizioni: l'accesso al porto è
consentito solamente attraverso i varchi che saranno
controllati, la sosta delle autovetture deve essere
autorizzata e ad almeno a 20 metri di distanza dal
punto di attracco e sono previsti altri divieti per
garantire ordine e sicurezza ai moli.
Tir
carico di casse di birra si ribalta sulla Tangenziale
Un incidente stradale accaduto ieri mattina sulla
tangenziale ha rallentato per diverse ore il traffico,
con forti ripercussioni anche in città nella zona
centro-nord. Intorno alle 6,30 un Tir carico di casse
di birra si è ribaltato all'uscita della galleria
Spatalara, in direzione Catania. Alla guida c'era il
trentottenne Domenino Manti, originario di Melito
Porto Salvo. L'autista, proveniente da Reggio
Calabria, era diretto a Modica. L'uomo, nonostante
tutto, se l'è cavata con poco, visto che è stato
medicato al Policlinico per una escoriazione al
ginocchio giudicata guaribile in 10 giorni. Il cassone
del Fiat Scania si è sistemato di traverso lungo la
carreggiata, che è stata invasa da un “fiume” di
birra, creando non pochi problemi per il ripristino
della circolazione. L'autista ha dichiarato alla
polizia stradale di aver perso il controllo del mezzo
transitando su un dislivello di diversi centimetri,
che si è creato all'uscita della galleria Spatalara
tra la corsia di marcia e quella di sorpasso. In
questi giorni infatti sono in corso lavori di
bitumatura del tratto e parte della carreggiata è
stata scarificata.
3/10/2001
Fonte: gds
L'Ente porto senza
vertice, scaduto pure il commissario
Emilio
Pintaldi
Il
portavoce del comitato "La nostra città" ha
scritto ad un commissario che non esiste. Dal 14
agosto l'ente porto non ha piu' una guida.
La Regione non ha piu' provveduto a rinnovare
l'incarico dell'ultimo burocrate che aveva il compito
di reggere le sorti di quello che è diventato un ente
fantasma. Visicaro ha chiesto all'ente porto un
intervento sulla vicenda del molo Norimberga.
Il portavoce del movimento antitir chiede al
commisario di far valere i propri diritti o di
rassegnare le proprie dimissioni imitando il collega
della Fiera. La lettera di Visicaro però, almeno
negli uffici dell'ente porto, rimarrà senza risposta.
L'incarico di Francesco Lala infatti è scaduto alla
vigilia di ferragosto.
E non è tutto. Gran parte delle scrivanie dell'ente
porto ormai da tempo sono vuote. A presidiare
l'appartamento, situato al numero 96 di via Vittorio
Emanuele una sola impiegata, Gaetana Cannavò, che
cerca di fare il possibile. Da metà agosto non sa
piu' da chi prendere disposizioni.
E per la verità nemmeno da chi prendere i soldi dello
stipendio visto che, senza il commissario, l'ultimo
statino non è stato firmato. L'impiegata ha comunque
già scritto alla Regione comunicando il testo della
lettera del comitato "La nostra città".
L'ente porto, che avrebbe il compito di promuovere le
attività industriali della città e l'attivazione del
punto franco nella zona falcata, è stato praticamente
esautorato quasi del tutto dall'Autorità portuale.
Dal '97 non c'è un consiglio di amministrazione. In
cassa, tra i fondi di economato, sono rimasti pochi
soldi. Basteranno appena a pagare le bollette di luce
e telefono.
"Norimberga",
no ad approdi
Rosaria
Brancato
Viale della Libertà, viale Boccetta, corso Garibaldi,
viale Europa, ss. 114, zona falcata. Mai come oggi la
città aveva subito così pesantemente il passaggio
dei Tir.
Migliaia ogni giorno, mentre si contano i morti e le
tragedie sfiorate. "Non state più alla
finestra" è l'invito del comitato "La
nostra città" che ieri ha avuto una nuova
petizione. Appuntamento alle 11 in via La Farina, per
raccogliere le firme contro l'utilizzo del molo
Norimberga per un approdo, destinato a traghettare i
tir dalla città a Salerno.
Secondo il comitato "La nostra città", ci
sarebbero ben due motivi per definire la decisione
illeggittima: la scoperta dei reperti della Real
Cittadella a pochi metri dall'attracco e l'istituzione
del punto franco nella zona del porto, attraverso la
legge 191 del 1951 vigente.
"Il sindaco decide di ampliare il numero degli
approdi e noi allarghiamo il fronte della protesta -
spiega Saro Visicaro mentre distribuisce volantini in
via La Farina, divenuta con le fasce orarie zona di
transito dei mezzi gommati - noi diciamo chiaramente:
c'è una legge dello Stato che istituisce il punto
franco nella zona falcata del porto. C'è poi un
articolo della legge, il quarto, che prescrive il
divieto di attività che siano in contrasto con quelle
delle Ferrovie dello Stato. Stiamo inviando una
diffida all'Autorità portuale ed all'Ente porto e poi
ci rivolgeremo alla Procura per capire se una legge
dello Stato deve essere applicata in Sicilia".
L'Avvocatura dello Stato, su richiesta della
Provincia, nel 1998, a proposito della Legge 191
rispose che seppur non attuata era ancora vigente.
"Rispettiamo il punto franco - conclude Visicaro
- tra l'altro c'è un disegno di legge presentato
negli anni scorsi dall'onorevole Francesco Stagno D'Alcontres
che ne ripropone l'istituzione".
Fonte:la sicilia
Viabilità
caotica, saranno utilizzati più vigili in via
Garibaldi
Nuove
misure anti-traffico — La viabilità
diventa sempre più caotica. La presenza di cantieri
in quasi tutto il centro rende necessario uno
spiegamento di forze che possa fronteggiare
l'emergenza. «Con il personale che c'è – ha
spiegato ieri il comandante dei Vigili urbani,
Calogero Ferlisi – stiamo facendo il possibile».
Intanto da oggi scatterà un primo rimedio, che certo
non sarà risolutivo ma rappresenterà un concreto
passo avanti. Negli orari di punta, Vigili urbani
saranno dislocati lungo tutta via Garibaldi. Il
traffico, paletta e fischietto alla mano, sarà
regolato dagli agenti e non dagli impianti semaforici,
in modo da favorire il deflusso di auto in direzione
sud-nord. Stesso discorso, nella prima mattinata, in
via Garibaldi all'altezza della Prefettura dove alcuni
Vigili urbani cercheranno di fluidificare al massimo
il transito delle auto da nord a sud.
Fonte: gazzetta del sud
Si fronteggia l'emergenza
sanitaria ma non si parla ancora di trasloco
“Grandi pulizie” al campo rom
(n.l.r.)
Sarà espletato il prossimo mercoledì il cottimo
fiduciario per l'appalto finalizzato a risanare il
campo nomadi di S. Raineri. Entro quella data, le
imprese potranno presentare le loro offerte sulla base
d'asta di 136 milioni per interventi di vario tipo,
volti a dare un aspetto accettabile a quello che al
momento è peggio di un girone da inferno dantesco. Il
progetto di risanamento è stato redatto dall'arch.
Andrea Miligi, che ha eseguito quasi sei mesi addietro
alcuni sopralluoghi nell'accampamento rom. Ciò a
seguito di una segnalazione partita dall'Asl che
denunciava una condizione disastrosa dal punto vista
igienico, vista la situazione di notevole degrado e il
verificarsi di alcuni casi di malattie parassitarie.
Per questo motivo, si chiedeva al Comune l'esecuzione
di interventi urgenti, come la realizzazione di
servizi igienici in numero adeguato, il rinnovo della
pavimentazione, la costruzione di una condotta per lo
smaltimento delle acque reflue, la periodica
disinfezione dei pozzetti e la derattizzazione, il
miglioramento complessivo delle condizioni abitative e
anche la realizzazione di un ambulatorio medico per il
primo soccorso. Quest'ultima prescrizione non è
compresa nell'oggetto del cottimo, ma se si riuscirà
senza intoppi a realizzare tutto il resto sarà
comunque un incredibile passo avanti. Infatti il
Comune – seppure con tempi biblici – ha
predisposto la realizzazione di tutti gli altri
interventi richiesti dall'azienda sanitaria. Saranno
dunque rimossi i bagni esistenti rimpiazzandoli con
dodici monoblocchi nuovi di zecca e dotati di lavabi e
docce con boiler per l'acqua. Verranno anche
installati lavatoi collegati con la rete fognaria,
mentre la gettata di terriccio sarà coperta con il
cemento, anche per impedire che le donne del gruppo
continuino a lavare panni e altri oggetti direttamente
in terra creando immonde e perenni pozzanghere. Da
rifare anche la rete elettrica e i pali
dell'illuminazione all'esterno, con l'eliminazione
delle terminazioni realizzate abusivamente che
costituiscono fonte di enorme pericolo. Nella perizia,
però, viene fatta una precisazione sulla quale ci
sarebbe molto da riflettere: si dice, infatti, che gli
interventi sono validi «nelle more del
trasferimento». Ciò sta a significare che una volta
rifatti bagni, luce e pavimenti, il sindaco e la sua
giunta non possono dimenticare il problema, come hanno
fatto tutte le amministrazioni negli ultimi anni, e
sentirsi autorizzati a lasciare i rom lì dove stanno
per altri decenni. Questi interventi si sono resi
improcrastinabili per motivi di emergenza sanitaria,
ma la soluzione definitiva del problema sta da
tutt'altra parte. Sul tavolo del sindaco, infatti,
langue ormai da quasi un anno il progetto redatto
dalla Ripartizione Urbanistica che, come ricorda il
vicesindaco Gianpiero D'Alia, ha fornito diverse
indicazioni sui siti nei quali potrebbe sorgere un
nuovo accampamento. E visto che Leonardi sta
manifestando l'intenzione di consentire ai nomadi (ma
quanti di loro sono in regola con il permesso di
soggiorno?) di rimanere a Messina, deve però
destinare ad essi un'area diversa da quella della zona
falcata, dalla quale deve sparire tutto ciò –
inceneritore compreso – che è in contrasto con la
sua già progettata riqualificazione.
Transito
dei tir, nuova petizione del Comitato «La nostra
città»
Saranno consegnate anche al ministro Lunardi le firme
che il comitato «La nostra città» ha iniziato a
raccogliere da ieri allo scopo di impedire che i tir
invadano l'intero territorio comunale. I primi 300
sottoscrittori hanno aderito all'iniziativa per
diffidare l'Autorità portuale e l'Ente porto. Si
tratta di «firme indispensabili per salvare la
Cittadella e il punto franco del porto», viene
evidenziato in un documento. Saranno invitati a
firmare anche il rettore e il corpo docente
dell'Università, gli Ordini professionali,
l'associazionismo laico e cattolico e tutti i
cittadini. Assemblea dell'Anci a Parma Il sindaco
Leonardi martedì 17 ottobre si recherà a Parma ove,
assieme ai colleghi dei mille comuni che hanno dato
vita all'Anci, parteciperà al momento conclusivo
delle celebrazioni del centenario. Messina ebbe un
ruolo determinante nella costituzione dell'Anci in
quanto nel 1901 la vicepresidenza dell'associazione
venne affidata all'allora sindaco avv. Antonio
Martino.
4/10/2001
Fonte:gazzetta del sud
Riqualificazione zona
falcata: i “cavilli” fermano le ruspe
Ivana Cammaroto
Tempi
lunghi per il risanamento della zona falcata. La
Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali ha
deciso di “congelare” il progetto relativo alle
prime demolizioni da avviare in un lembo di costa da
tempo lasciato nel degrado ed in mano agli abusivi. Si
tratta del primo lotto di un piano di lavori
complessivo, predisposto dall'Autorità portuale,
volto a cancellare lo scempio dei manufatti e delle
discariche che deturpano l'ambiente (il tutto in “buona
compagnia” di un inceneritore che deve essere presto
demolito). L'importo dei primi interventi è di 500
milioni ma a quanto pare si allontana la data di
espletamento della relativa gara d'appalto. Il
progetto ormai da mesi è all'esame della
Soprintendenza che adesso, dopo aver annunciato alcune
prescrizioni, ha deciso per il momento di bloccare
tutto. «Per una questione di opportunità – ha
spiegato il direttore della sezione Beni
architettonici, Rocco Scimone – abbiamo fermato il
progetto». Alla base di questa decisione ci sarebbero
alcune denunce da parte di associazioni private che
contestano i lavori in corso al molo Norimberga. Il
Comitato “La nostra città” la scorsa settimana in
una nota ha chiesto l'intervento della Soprintendenza
per alcuni accertamenti sui lavori di sistemazione
della vasta banchina di riva. C'è da dire comunque
che le costruzioni da demolire, circa dieci, sono
situate in vari punti della vasta zona costiera, anche
distanti dal “Norimberga”, l'architetto Scimone ha
comunque sottolineato che «la problematica della zona
falcata è generale e non è limitata al molo
Norimberga. Stiamo facendo delle verifiche». La
Soprintendenza lo scorso mese aveva già annunciato
delle prescrizioni da allegare al progetto presentato
dall'Authority, relative soprattutto alle modalità di
intervento. I vertici dell'organismo portuale, il
presidente Giuseppe Vermiglio e il segretario generale
Franco Barresi, dal canto loro hanno sollecitato lo
sblocco di questo piano per poter avviare la bonifica
della zona falcata. Qui il tempo è trascorso senza
che sia cambiato nulla: degrado e abusivismo fanno da
padrone mentre si continua a discutere. Anche
dell'illuminazione dei moli il cui progetto chissà
per quanto tempo resterà sulla carta.
Provincia e privati stanno per
costituire la società mista
Un porticciolo all'Annunziata?
L'idea alternativa al progettato approdo per
il gommato
Alessandro
Tumino
Il
dado, almeno il primo dei cinque con i quali si
giocherà la partita dei porticcioli turistici
fortemente voluti dall'Amministrazione Buzzanca,
dovrebbe essere “tratto” lunedì prossimo. Davanti
al notaio Paderni, per definire gli ultimi dettagli e
firmare gli atti di costituzione della prima società
mista, per azioni, incaricata di progettare,
realizzare e gestire il porticciolo sulla costa del
capoluogo, si presenteranno il presidente della
Provincia Giuseppe Buzzanca, il dirigente Lelio
Frisone, l'amministratore delegato dell'Ira
Costruzioni ing. Gianfranco Galeazzi. La catanese Ira,
per chi non lo ricordasse, è la capofila del
raggruppamento d'imprese – comprendente Aquatecno,
Società italiana dragaggi, Lotti associati e, spiega
Buzzanca, anche “un partner belga” – che la
Provincia ha prescelto dopo aver svolto un
procedimento, ad evidenza pubblica, per la valutazione
delle offerte private e la ricerca del partner. Il
presidente Buzzanca, che punta ad attivare questa
sinergia pubblico-privata dal lontano 1994, è
soddisfatto e fiducioso: «Il meccanismo –
puntualizza – si mette in moto per il primo
porticciolo che dovrà sorgere nella città capoluogo,
in un'ubicazione ancora da decidere. Seguiranno
gradualmente le altre quattro società per azioni per
gli altri porticcioli previsti. La seconda “spa”
ad essere costituita sarà quella per il porticciolo
della “zona ionica”»
– Cosa metterete nero su bianco? Costituiamo la
società (il 51 per cento ai privati, il 49 alla
Provincia, 400 milioni il capitale) ed al tempo stesso
sigliamo un “patto parasociale” che vincolerà
tanto l'ente pubblico quanto i contraenti privati ad
aprire il più possibile la partecipazione azionaria
ad altri partner privati e, da parte nostra, anche
pubblici. A questo proposito, ci rivolgeremo
immediatamente all'amministrazione comunale di Messina
per l'evidente interesse generale di cui è titolare
sul proprio territorio».
– Dove sarà ubicato, verosimilmente, il porticciolo
messinese? «No sta a me dirlo visto che stanno per
essere costituiti gli appositi organi societari: un
consiglio di amministrazione composto da cinque membri
e comprensivo di un presidente e un vicepresidente, (a
nomina mista, parte privata e parte pubblica) più,
ovviamente, un apposito amministratore delegato della
nuova “spa”».
Qual è la sua opinione in relazione al sito? «Deve
esserci sia la compatibilità del tratto di costa sia
la recettività dell'entroterra, intesa naturalmente
anche in senso alberghiero. Faccio un'ipotesi: se
fosse risolto il problema degli approdi, potrebbe
andare bene il litorale dell'Annunziata».
Illuminato il molo, la prima
nave partirà la prossima settimana
Tutto pronto al Norimberga
Alessandro
Tumino
Il molo Norimberga, dopo decenni di “sonno”, torna
ad essere parte viva del nostro porto. Il recupero
delle più grandi banchine di San Raineri (fino a
pochi mesi fa caratterizzate dalle presenze di
malintenzionati e dalle discariche) è cominciato da
tempo e andrà avanti ancora per molto, ma ieri, in
particolare, è bastata la riattivazione delle tre
antiche torri faro per dare un'idea delle possibilità
di sviluppo mercantile e urbano che questi ampi spazi
offrono. Un primo tassello sarà posto nella prima
metà della prossima settimana quando, dalla banchina
di testata, comincerà le corse la prima “autostrada
del mare” della Sicilia, la “Messina-Salerno”
attivata dalle società Tourist-Caronte su
autorizzazione dell'Autorità portuale. La nave “Cartour”
effettuerà due corse al giorno: l'arrivo a Messina
sarà alle 20.30, la partenza per Salerno all'una di
notte. Avrà una capienza di 120 autotreni, 30
trailer, 80 auto, 800 passeggeri. L'illuminazione
attivata ieri non è comunque quella definitiva visto
che il progetto di nuove torri-faro attende ancora il
placet della Soprintendenza. Secondo e fondamentale
tassello sarà, in tempi rapidi, l'avvio della
utilizzazione delle banchine del Norimberga da parte
delle navi commerciali. Inizia a delinearsi il
terminal multifunzionale voluto dall'Autorithy e dalle
Fs e in cui lo Stato ha creduto finanziandolo con 25
miliardi.
Fonte:la
sicilia
Porto
turistico, la Provincia formalizza la società mista
Luana
Campanella
La
riviera cittadina, probabilmente quella nord, sarà
presto dotata di un nuovo porticciolo turistico.
Martedì prossimo il presidente della Provincia,
Giuseppe Buzzanca, siglerà il contratto con l'«Ira
Costruzioni» per la costituzione della società mista
che dovrà realizzare la nuova struttura portuale
lungo il litorale peloritano. Il capitale di base per
l'avvio del progetto è di 400 milioni (di cui il 49%
pubblico ed il 51% privato) e consentirà di accedere
ai finanziamenti di «Agenda 2000», relativi al Por
2000/06. A coordinare i lavori e la gestione della
struttura sarà un Consiglio d'Amministrazione
composto da un presidente, designato dalla parte
pubblica; un vicepresidente, eletto dalla società
privata e 3 consiglieri di cui uno nominato dalla
Provincia. Al partner privato spetterà anche indicare
un amministratore delegato. La Provincia, inoltre,
firmerà con la società privata un patto parasociale
al fine di permettere ad altre entità sia pubbliche
che private di contribuire all'iniziativa per
sviluppare la nascita di altre strutture turistiche e,
quindi, offrire quanti più servizi possibili inerenti
al miglioramento di questo settore. «È un lavoro che
continua – ha dichiarato Buzzanca – siamo solo al
primo mattone che da vita ad nuovo modello di sviluppo
per la provincia messinese». Sul trampolino di
lancio, infatti, ci sono altri quattro porticcioli che
interesseranno rispettivamente: la costa tirrenica
(nelle zone comprese tra Villafranca e Gioiosa e tra
Capo d'Orlando e Tusa), la riviera jonica (nel tratto
compreso tra Scaletta e Taormina) e le isole Eolie.
Fonte: gazzetta del sud
ex
imsa / Il Tar: legittimo il provvedimento di revoca
m.p
Il Tar di Catania ha cambiato idea, attestando la
propria titolarità ad esprimersi sulla delibera con
la quale l'amministrazione comunale ha revocato il
contratto con l'immobiliare “2R” per i locali
dell'ex Imsa di Maregrosso, che avrebbe dovuto
ospitare il mercato rionale della Zir. E da quanto si
è potuto “interpretare” nel silenzio pressoché
totale degli interessati, il tribunale amministrativo
avrebbe giudicato l'atto della giunta «legittimo, ma
carente di motivazione»: il Comune dovrà quindi
riformulare la delibera, sulla quale dovrebbe quindi
esprimersi il Tar. La “2R”, che aveva già
realizzato nell'area gli appositi box, servizi
igienici e impianto d'illuminazione, dopo la decisione
del Comune di rescindere il contratto (ritenuto
«troppo esoso») e di destinare al mercato della Zir
un'area al villaggio San Filippo, ha presentato anche
un decreto ingiuntivo per pignorare alla Tesoreria
alcuni miliardi, ma il Tribunale civile a luglio ha
sospeso l'esecutività della seconda tranche , per un
miliardo (l'importo del primo pignoramento eseguito
nei mesi scorsi è di circa 800 milioni). Alla causa
civile, dunque, si affianca ora anche quella in sede
amministrativa che il Tar dovrà dirimere una volta
che la delibera sarà stata riformulata.
5/10/2001
Fonte: gazzetta del sud
La
rescissione del contratto costa cara al Comune
Ex Imsa: nuovo pignoramento
Il caso
“ex Imsa”, ovvero il contratto d'affitto dell'area
da adibire a sede del mercato della Zir stipulato dal
Comune con la società Due Erre (Giunta Providenti) e
“annullato” dall'attuale amministrazione, si
svilupperà a lungo nelle aule dei tribunali: su
questo non ci sono dubbi. Intanto conosce nuovi
particolari. Il giorno dopo la notizia della sentenza
del Tar che ha annullato la delibera dell'agosto 2000
con cui la Giunta Leonardi aveva annullato la
convenzione del Comune con la Due Erre (ma ha
riconosciuto al Comune il potere di intervenire in
autotutela anche laddove si è già compiuto “il
perfezionamento del vincolo contrattuale”) si è
appreso ieri dell'avvenuta esecuzione di un secondo
pignoramento, da parte della Due Erre, per 1 miliardo
e 273 milioni. Risale al 29 giugno. «È accaduto –
riferisce Cardile - che 8 giorni prima del
provvedimento di sospensione dell'esecutività dei
pignoramenti, quando l'opposizione in tal senso era
già iscritta in riserva, la società ha potuto,
legittimamente, pignorare le nuove somme. A questo
punto – annuncia – ho avviato un'indagine interna
nell'ambito dell'Ufficio legale di Palazzo Zanca per
accertare se, a fronte di un pignoramento, sia stata
fatta l'opposizione al precetto e se il Comune con i
propri difensori si sia presentato in giudizio per
chiedere una moratoria nell'assegnazione delle
somme». Intanto, in merito alla sentenza del Tar,
l'avv. Antonio Saitta, rappresentante della Due Erre,
ricorda in una nota che la delibera di annullamento
della convenzione Comune-Due Erre è stata dichiarata
illegittima e annullata dal Tar «perché l'atto della
amministrazione contro il Gruppo Due Erre è stato
giudicato carente di istruttoria e di motivazione,
soprattutto in ordine al fatto che l'area era stata
già attrezzata a mercato con l'esborso di oltre 1
miliardo e 300 milioni». Cardile osserva, comunque,
che la sentenza accerta «il diritto del Comune a
procedere all'annullamento della delibera» benché,
nel caso specifico, abbia argomentato «che la
motivazione attraverso cui si è arrivati al
deliberato è carente».Rimarca in una nota il prof.
Aldo Tigano, legale del Comune: «Il Tar ha affermato
un principio estremamente rilevante ai fini della
legittimità in astratto dell'azione posta in essere
dalla Giunta Municipale, esplicitamente rigettando la
censura di carenza di potere». E il Comune medita
sulla possibilità di un ricorso immediato al Cga
contro la pronuncia del Tar, «fermo – dice Cardile
– il ricorso davanti al giudice civile».
Si
avvicina la riconsegna all'Autorità portuale dopo i
radicali interventi di consolidamento
Pronti
i moli Colapesce e I Settembre
Restano da
ultimare parte della soletta e della pavimentazione
Marianna
Barone
Ancora
qualche settimana d'attesa e finalmente le banchine
«Colapesce» e «Primo settembre» verranno
consegnate alla città nuove di zecca. Ad assicurarlo
è il direttore tecnico dei lavori, Ferruccio Cribari
della Trevi di Cesena, preposta alla ristrutturazione
delle strutture portuali insieme alla Italgeo di
Messina. La «Primo settembre», è quasi totalmente
ultimata, visto che manca solo una soletta da inserire
nella zona centrale, mentre la metà ottobre e, in
ogni caso, non più tardi della fine del mese, anche
la «Colapesce», nel tratto compreso tra zero a
sessantaquattro, dovrebbe essere terminata. «È vero
che abbiamo sforato nella consegna dei lavori,
soprattutto per quanto riguarda la prima banchina –
spiega Cribari – ma il problema è sorto perché
abbiamo dovuto fronteggiare anche lavori non previsti.
C'è stato, infatti, un momento critico, in cui si è
paventato addirittura un ribaltamento della banchina
“Colapesce”, ridotta piuttosto male rispetto alle
altre quattro». Che tutti e cinque gli argini del
porto della città dello Stretto necessitassero di
interventi strutturali non vi è alcun dubbio, ma, a
detta del direttore tecnico dei lavori, la “Colapesce”,
a causa della sua posizione, ha subito danni maggiori
nel tempo, un erosione continua acuita anche dalle
correnti marine. «La costruzione risale al '45 –
aggiunge Cribari – era, dunque, più che ovvio che
richiedesse una ristrutturazione adeguata dopo
cinquant'anni. Per la «Primo settembre» è stato
più agevole intervenire, e ora possiamo
tranquillamente dire di essere in tempo di collaudo,
visto che manca soltanto la pavimentazione, ma, in
realtà, è come se fosse già stata consegnata».
Insomma, il direttore tecnico è pienamente
soddisfatto dell'andamento dei lavori effettuati sino
ad oggi e aggiunge: «Nonostante tutti gli intoppi che
abbiamo incontrato per strada, i lavori sono stati
eseguiti in tempi celeri e siamo rientrati nei
programmi previsti. Ribadisco, infatti, che i ritardi
sono imputabili a lavori che inizialmente non erano
stati considerati. Contiamo, comunque, di consegnare
il porto, comprese le rifiniture, tra novembre e
dicembre». I lavori, progettati nel '96, sono stati
consegnati al gruppo Trevi-Italgeo nel giugno del 2000
e, dopo, una sosta tecnica durata circa otto mesi, le
banchine sono state definitivamente affidate
all'impresa dall'Autorità portuale nel gennaio di
quest'anno. Lavori diretti dal Genio Civile opere
marittime di Palermo, nella persona del direttore
Antonio Folletta, e dell'ing. Lorenzo Ceravolo, per
l'esecuzione dei quali il ministero delle
Infrastrutture e dei trasporti ha stanziato trenta
miliardi. «La consegna, per ovvi motivi, avviene a
lotti – chiarisce Cribari – in tal modo, infatti,
si evita di bloccare completamente le attività
portuali. Per ultimare completamente i progetti è
stato preventivato un periodo di trentanove mesi».
Dopo aver terminato la «Colapesce» e la «Primo
settembre», che verranno adibite solo e
esclusivamente come banchine per il traffico
crocieristico, l'impresa, dunque, darà il via alla
ristrutturazione delle altre tre strutture portuali,
iniziando con la «Luigi Rizzo«, dove insistono le
Ferrovie dello Stato, e con la «Peloro», da dove
partono le navi per Reggio Calabria. L'ultima ad
essere ristrutturata sarà la «Marconi», la banchina
commerciale. «Abbiamo eseguito lavori di
consolidamento e del terrapieno con una nuova
metodologia – puntualizza Cribari – ed abbiamo
provveduto anche a fare le dovute sperimentazioni. Non
solo, si è anche cercato di continuare i lavori
arrecando il minimo problema al traffico crocieristico
durante il periodo estivo». Un'estate che il prossimo
anno sarà certamente più luminosa, sia per le
banchine nuove di cui la città potrà disporre, sia
per l'illuminazione delle stesse che, con
l'ultimazione dei lavori per la realizzazione del
tram, diverrà funzionante. Soddisfazione e ottimismo
trapela anche dall'Authority, che punta alla
razionalizzazione dell'intero porto per restituirlo
finalmente alla città dello Stretto, anche alla luce
degli ultimi interventi posti in essere al molo
Norimberga. Un porto al quale ci si augura che i
lavori eseguiti regaleranno un periodo d'indiscussa
stabilità, visto che l'impresa Trevi ha provveduto in
passato anche a «raddrizzare» la Torre di Pisa.
Fonte:la sicilia
Forza
Italia chiede in Consiglio comunale la «testa»
dell'assessore alla Viabilità – Tram: nuovi
cantieri sulla cortina
«Turi
Rizzo deve dimettersi»
Forza
Italia apre una «frattura» a Palazzo Zanca. Ieri
sera, il capogruppo in Consiglio comunale, Pippo
Capurro, intervenendo in pregiudiziale, ha chiesto le
dimissioni dell'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo.
L'esponente «azzurro», a nome del partito, ha
lamentato numerose lacune nella gestione del traffico,
«diventato ormai intollerabile». La presa di
posizione di Capurro avrà certamente ripercussioni
esterne, ma anche interne perché pare che qualche
altro consigliere non abbia gradito le dichiarazioni
del capogruppo. Sul fronte esterno si attende la
reazione del Pss, che ha sempre sostenuto Rizzo,
subentrato nella Giunta Leonardi sulla base di un
accordo pre-elettorale che aveva portato alle
dimissioni di Carlo Mazzù.
Tram: aprono nuovi cantieri sulla cortina del
porto — Traffico e polemiche sui doppi
turni a parte, vanno avanti i lavori del tram. La
direzione lavori attende, nei prossimi giorni della
settimana, di raggiungere altri importanti traguardi:
a brevissimo, infatti, dovranno essere attivati nuovi
cantieri sulla cortina del porto, segnatamente nel
tratto compreso tra il Banco di Sicilia e largo
Minutoli. Intanto, resta chiuso (bisogna eseguire solo
qualche piccolo lavoretto) il tratto della via I
Settembre compreso tra piazza Palazzo Reale e piazza
della Repubblica; possono transitare solo bus e auto
in cerca di posteggio (che poi restano intrappolate
tra le due barriere poste in piazza Palazzo Reale e in
piazza della Repubblica). Entro il 15 ottobre, infine,
si spera di poter riaprire alla circolazione la via I
Settembre tra via Garibaldi e viale S. Martino, dove
sono in corso di esecuzione i lavori per
l'installazione del basolato lavico; l'arteria,
secondo la ripartizione Viabilità, sarà una valvola
di sfogo per i flussi viari che non potranno
transitare sul viale Vittorio Emanuele che, con
l'apertura dei nuovi cantieri del tram, sarà
percorribile solo a senso unico.
Sarà eliminato il cordolo sulla via Palermo
— Cantieri e ostruzioni varie, come detto,
stanno diventando grossi ostacoli per la circolazione
viaria. Ieri la situazione di emergenza è stata
affrontata nel corso di una conferenza dei servizi
nella sede del IX Quartiere. Erano presenti, oltre ai
consiglieri, il comandante dei Vigili urbani, Calogero
Ferlisi e il dirigente della ripartizione Viabilità,
Mario Pizzino. È stata concordata l'eliminazione del
cordolo spartitraffico posto al centro della
carreggiata sulla via Palermo.
6/10/2001
Fonte: gds
Domenica viaggio
inaugurale per Salerno
Emilio
Pintaldi
E'
arrivata in anticipo rispetto alle previsioni. La
"Cartour", la nave del tipo Ro-ro del gruppo
Tourist-Caronte, ieri pomeriggio alle 18 è approdata
al molo Norimberga. Ad annunciarlo qualche ora prima
poche righe battute nella sede della Tourist. Questa
mattina per i giornalisti è prevista una visita
guidata a bordo. Il viaggio inaugurale è previsto per
domenica.
Dalla prossima settimana, la Cartour, che può
trasportare almeno un centinaio di Tir e può contare
su trecento posti letto, collegherà stabilmente il
molo Norimberga a Salerno. Sul piede di guerra i
comitati antitir che hanno annunciato clamorose azioni
di protesta. I camion per raggiungere il Norimberga
dovranno attraversare il viale Europa e la via La
Farina. Critico il sindacato Sasmant che riunisce gran
parte dei comandanti delle Ferrovie dello Stato.
Secondo gli ufficiali delle Fs la presenza della nave
della società privata metterà a rischio la
navigazione delle navi dello Stato.
Fonte: gazzetta
del sud
Il
Nuovo Psi replica a Forza Italia sulla richiesta di
dimissioni dell'assessore
Rizzo divide la
maggioranza
m.p.
Il “caso
Rizzo” divide il centrodestra. Neanche il tempo di
ricompattarsi frettolosamente sul voto alla manovra di
riequilibrio e al bilancio consuntivo – dopo le “manovre”
dilatorie dovute, non va trascurato, all'ormai
acclarato scollamento tra l'amministrazione e la
maggioranza che la sostiene – che la richiesta di
dimissioni dell'assessore alla Viabilità avanzata dal
capogruppo di FI Giuseppe Capurro torna ad “arroventare”
il clima politico. E mentre il diretto interessato si
limita a commentare «se Forza Italia dimostra di
avere soluzioni più efficaci per la viabilità sono
pronto a dimettermi», sono i consiglieri del Nuovo
Psi (il partito di Rizzo) a prendere posizione
rispetto alle richieste di Capurro. In una nota
diffusa ieri, Umberto Bonanno e Aldo Violato
richiamano l'esponente “azzurro” «alle vecchie
regole del buon amministrare, ed esattamente alla
collegialità dell'attuazione del programma politico e
delle responsabilità amministrative» rilevando nel
contempo (e questo è un dato di fatto) come
l'esternazione di Capurro sia «il chiaro
sintomo dello scollamento che si evidenzia tra i
partiti che compongono la maggioranza di governo al
Comune. Il Partito socialista – proseguono Bonanno e
Violato – pur avendo evidenziato in tante occasioni
ritardi o errori in alcuni settori
dell'amministrazione, non ha mai inteso personalizzare
la polemica con richieste di questa portata: non si
vogliono negare le difficoltà che esistono in un
settore così difficile come la viabilità, ma siamo
estremamente convinti che Rizzo non è e non può
diventare il capro espiatorio dei problemi di questo
specifico settore». E nella migliore tradizione della
polemica politica, nella replica del Nuovo Psi al
capogruppo forzista non mancano le “stoccate”
d'ordinanza: «Tra l'altro – osservano con una punta
d'ironia i due consiglieri – non mancano certo a
Forza Italia esponenti anche di prestigio che possono
proporre suggerimenti e soluzioni; specialmente alla
viabilità, tali esponenti hanno maturato in questi
anni notevole esperienza. Capurro e i suoi
colleghi di gruppo, spesso attenti ai problemi
quotidiani della città, potranno sicuramente usare la
stessa grinta nel sollecitare i loro rappresentanti in
giunta alla risoluzione di problemi ancora irrisolti
nei settori dei servizi sociali o dello sport dove si
registrano incomprensibili ritardi e omissioni». Se
questo riferimento è palese, dal momento che i due
settori citati sono competenza rispettivamente di Giuseppe
Santalco e Salvatore Barbera (entrambi esponenti
di FI), tra le righe si coglie anche un accenno al
consigliere comunale Carmelo Mangano e alla sua
“vicinanza” con la cooperativa «Il Pilone» (ex
«Mancoop») che ha gestito fino a poco tempo fa una
zona dei parcheggi a pagamento. Serve altro?
La
corsa inaugurale della “Messina-Salerno” parte
all'una di stanotte dal Norimberga
Via all'autostrada del
mare
No al nuovo impianto
d'illuminazione del molo
Alessandro
Tumino
È
approdata ieri alla banchina di testata del molo
Norimberga, poco prima delle 18, la nave “Cartour”
che verrà impiegata nella linea Messina-Salerno.
L'inaugurazione della nuova “autostrada del mare”,
attivata dal gruppo Tourist-Caronte, sarà “ufficializzata”
oggi con la prima corsa da Messina a Salerno. Il
servizio della “Cartour”, lunga 186 metri e larga
25, 25.000 tonnellate e una capacità di trasporto di
150 tir, 75 auto e 900 passeggeri, significa l'avvio
del recupero delle più grandi banchine del nostro
porto. Ma l'“autostrada del mare” è solo il primo
tassello del rilancio di queste aree demaniali
portuali, che passa dall'appalto ministeriale da 25
miliardi per il “terminal polivalente”. Sono quasi
finiti i lavori del primo stralcio a cura delle FS per
l'avvio del collegamento tra la stazione e le banchine
con il diretto prelievo, sul molo, delle merci dai
vagoni. E, al contempo, le tre banchine, mano a mano
che la loro ristrutturazione avanzerà, dovranno
essere sempre più utili e preziose per assorbire i
traffici commerciali del ferro, decongestionando la
cortina a beneficio del turismo croceristico. Resta
però l'incompiuta dell'illuminazione. Si è appreso
ieri che la Soprintendenza ha bocciato il progetto del
nuovo impianto (tre nuove torri faro) «per ragioni di
tutela dei beni culturali presenti nell'area», come
ha spiegato l'arch. Rocco Scimone. Il riferimento è
ai reperti della cittadella spagnola emersi durante i
primi scavi sul piazzale e sulla cui tutela è stato
alla fine trovato un accordo. In un primo tempo s'era
prospettata la possibilità d'un parere positivo, sia
pure parziale, ora invece la totale bocciatura: «gli
scavi e altri aspetti tecnici mettevano a rischio la
tutela del bene». Ma – ci si chiede – non sarebbe
stato possibile, per la Soprintendenza, chiedere e
ottenere di concordare, insieme , una diversa
collocazione delle “torri” o magari una
particolare modalità realizzativa?. Il presidente
dell'Authority Giuseppe Vermiglio, al momento, non
commenta: «Vedremo di esaminare questo parere
negativo non appena ci sarà comunicato...»
Fonte: la sicilia
«Norimberga»,
la Soprintendenza boccia il progetto per
l'illuminazione
Massimiliano
Mondello
Seconda
puntata del match che vede di fronte la Soprintendenza
da una parte e la Capitaneria e l'Autorità portuale
dall'altra: a scatenare il contenzioso, stavolta, il
progetto del nuovo impianto d'illuminazione che
dovrebbe servire il molo «Norimberga», che gli
uffici di viale Boccetta hanno bocciato per «esigenze
di tutela», ritenendo incompatibile lo scavo di 50 cm
per la posa dei cavi con la presenza della Real
Cittadella. «Grazie a Dio le vecchie torri sono
perfettamente funzionanti – afferma il comandante
Carmelo Maccarone –, ma questa situazione va
chiarita al più presto, poichè il “Norimberga”
dovrà diventare la banchina più operativa del porto
e non sono ammissibili ulteriori ritardi». Intanto,
il Comando dei Vigili del Fuoco ha bocciato la
richiesta dell'Autorità portuale di spostare in
un'invasatura della stazione marittima la nave
cisterna per il rifornimento dei traghetti dell'Ente
Ferrovie che, ogni 10-20 giorni, ormeggia all'uopo al
molo «Norimberga». La richiesta è stata respinta
per motivi di sicurezza, data la presenza di linee
elettriche aeree, ma soprattutto di Tir, auto e treni
e quindi di centinaia di persone.
Ieri pomeriggio alle 17, intanto, è giunta in riva
allo Stretto la ro-ro «Cartour» che domenica all'1
effettuerà la corsa inaugurale della tratta
Messina-Salerno. Un arrivo preceduto
dall'autorizzazione all'ormeggio della Capitaneria (in
base all'ordinanza 21/'99) e da quella per i servizi
portuali da parte dell'Authority ma, soprattutto, dai
lavori di posa del «corpo morto» (da parte della
nave «Giano») che consentirà un ormeggio più
sicuro del natante del «Gruppo Franza». I mezzi che
intendono imbarcarsi sulla «Cartour» dovranno uscire
dagli svincoli di Messina Centro e Gazzi.
7/10/2001
Fonte: la sicilia
Parla
l'avv. Saitta dopo la sentenza del Tar
«Sul
mercato ex “Imsa” ha ragione il gruppo “2R”»
Sulla
sentenza del Tar di Catania in merito al ricorso
contro la rescissione del contratto, stabilita due
anni orsono dalla Giunta comunale, sull'affitto
decennale dell'area ex «Imsa» per l'allestimento di
un mercato, interviene l'avv. Antonio Saitta, che
difende gli interessi della «2R», la ditta titolare
dell'area: «Il Tribunale amministrativo,
contrariamente a quanto riportato anche sul vostro
giornale, ha dichiarato che il Comune non poteva
sospendere il contratto d'affitto dell'area. Il Tar ha
pure dichiarato illegittima la delibera con la quale
il Comune aveva successivamente annullato il contratto
d'affitto dell'area, giudicando l'atto
dell'Amministrazione carente d'istruttoria e di
motivazione. Per il Comune è una sconfitta totale e
piena – continua Saitta –. Certo potrebbe
reiterare i provvedimenti contro la società, ma solo
in presenza di motivazioni e risultanze istruttorie
che lo giustifichino: quelle addotte fino ad oggi, a
giudizio del Tar, non lo sono. Restano, intanto, le
denunce che il gruppo immobiliare “2R” ha
presentato alla Procura per il comportamento tenuto
dagli amministratori del Comune contro la società.
Resta, pure, il fatto che il mercato è completo e
pronto per l'apertura sin dal novembre 1999 e da
quella data tenuto ostinatamente chiuso dal Comune.
Nonostante ciò, il gruppo “2R” ha avuto
riconosciuta dal giudice civile l'assegnazione delle
somme (quali canoni non pagati e quote di rimborso dei
lavori effettuati) per complessivi 2 miliardi 160
milioni 470mila 854 lire. La società ha denunciato
tali circostanze anche alla Corte dei conti. In
sintesi, dunque, i provvedimenti del Comune contro il
gruppo “2R” sono stati emanati in carenza di
potere o sono illegittimi».
Accordo di
programma / Le diciotto infrastrutture dei trasporti
sovvenzionate dal Governo in provincia di Messina
Una
“pioggia” di 2.000 miliardi
La
parte più consistente destinata a porto, autostrada e
raddoppio ferroviario
È una vera e propria “pioggia” di miliardi quella
prevista per i prossimi anni su Messina nel settore
delle infrastrutture, in particolare quelle dei
trasporti. Dei circa 10 mila miliardi stanziati dal
Governo nazionale nel quadro dell'accordo di programma
sottoscritto venerdì dal ministro dei Lavori pubblici
e infrastrutture Pietro Lunardi, dal viceministro per
l'Economia, Gianfranco Micciché, e dal presidente
della Regione siciliana Totò Cuffaro, quasi 2 mila
sono infatti destinati ad opere ricadenti (per intero
o almeno in parte) nella provincia di Messina.
L'impegno formalizzato venerdì dal Governo verrà
concretizzato con la cosiddetta “legge obiettivo”,
in modo da rendere i fondi immediatamente o in breve
disponibili. Quattro i settori d'intervento a livello
regionale: aeroporti (che ovviamente non riguarda
Messina), porti, collegamenti ferroviari e grande e
media viabilità stradale. Gli ultimi tre porteranno
nella nostra provincia rispettivamente 585, 1.005 e
320 miliardi, per un totale di 1.910 miliardi cui va
aggiunta una (piccola) parte degli ulteriori 2.000
stanziati per far fronte all'emergenza idrica Questo
il dettaglio.
Porti. A fare la parte del leone è chiaramente il
porto di
Messina , che sarà oggetto di interventi massicci di
diverse tipologie. Il finanziamento più consistente
è quello di 200 miliardi per le opere portuali,
seguito dai 170 miliardi per la strada di collegamento
con la grande viabilità. Minori importi, ma valenza
strategica addirittura fondamentale caratterizzano
invece il primo modulo dell'approdo a Sud, in
località Tremestieri (41 miliardi) e la “strada del
mare” che collegherà Tremestieri e il Molo
Norimberga (29 miliardi). La realizzazione del
terminal multipurpose sempre al Molo Norimberga,
infine, costerà 36 miliardi. In provincia, gli
interventi finanziati saranno il consolidamento del
porto di
Milazzo (24 miliardi) e la messa in sicurezza degli
approdi delle
Isole Eolie (50 miliardi), il prolungamento della diga
foranea e la realizzazione di una banchina nel porto
di Sant'Agata Militello (15 miliardi) e la costruzione
di un pontile collegato al sistema ferroviario nella
zona Asi di Giammoro . Ferrovie. “Soltanto” due le
infrastrutture da finanziarie, ma non sono certo opere
da poco. Innanzitutto il completamento del raddoppio
Fs sulla tratta Messina-Palermo , per il quale sono
stanziati 932 miliardi sui 2.900 complessivi destinati
all'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana. E
poi la metroferrovia Giampilieri-Messina centrale ,
che costerà 73 miliardi. È il settore colpito dalla
“precipitazione” di denaro pubblico di gran lunga
più cospicua. Grande e media viabilità. Si parte
dalle autostrade. Sulla A18 Messina-Catania è
prevista la realizzazione dello svincolo di Alì per
una spesa di 20 miliardi, mentre altri 3 saranno
destinati all'ampliamento dello svincolo di
Giardini-Naxos . Sulla A20 Messina-Palermo, invece, lo
stanziamento complessivo è di 156 miliardi per
l'apertura di ben tre svincoli: Monforte
,Furnari-Portorosa e Capo d'Orlando . Previste anche
due arterie di medio-grande viabilità: l'intervalliva
Patti-Taormina (7 miliardi e 200 milioni) e una
lunghissima strada di collegamento Santo Stefano di
Camastra-Gela , finanziata addirittura con 125
miliardi. Infrastrutture idriche. Qui gli stanziamenti
“pesanti” sono in altre zone della Sicilia, specie
interna e occidentale, che più del resto dell'Isola
scontano l'emergenza idrica. A Messina arriveranno 11
miliardi per la sistemazione della rete idrica e del
centro di telecontrollo dell'Amam, mentre nella Valle
dell'Alcantara saranno spesi 17 miliardi per la
canalizzazione delle falde acquifere. Buona parte di
questi fondi, come ha dichiarato il ministro Lunardi a
Palermo, è immediatamente disponibile grazie alla “legge
obiettivo”: non si dovrebbe trattare, dunque, di
fondi solo sulla carta. Ma più che di un risultato in
sé – lo tengano presente gli amministratori – si
tratta di un'occasione, certo unica: modernizzare
l'intero sistema dei trasporti della provincia
(operazione che secondo il Governo dovrà culminare
con la costruzione del ponte sullo Stretto) e creare
occupazione e sviluppo per anni. Sprecarla come si è
già fatto in altre occasioni (fino ai 500 miliardi
del risanamento), stavolta, per Messina potrebbe
significare davvero perdere... l'ultimo treno.
Fonte:gazzetta del sud
La
nuova illuminazione “disturberebbe” i reperti
Alessandro
Tumino
Oltre
20.000 metri quadrati di banchine, le più grandi del
nostro porto, cominciano ad essere riattivate. Il molo
Norimberga di San Raineri e i suoi piazzali, strappati
al degrado e all'abbandono, sono restituiti alla loro
vocazione mercantile e strategica. Nei porti più
evoluti, del resto, c'è posto per tutti gli interessi
generali: i beni culturali che possono venire alla
luce si tutelano facilmente, magari con l'allestimento
di piccoli musei all'aperto. A Messina no. Se mancano
le discrasie tra enti pubblici, allora non vale. E
così, in coincidenza col decollo dell'autostrada del
mare “Messina-Salerno” si è appreso che il
progetto dell'Autorità portuale per l'impianto di tre
nuove torri-faro necessarie a una moderna
illuminazione, più altre opere d'arredo, è stato
bocciato dopo una lunga attesa per “ragioni di
tutela” del bene culturale, ovvero per preservare da
ogni rischio i resti della Cittadella spagnola in
parte già emersi durante i primi scavi Fs sul molo.
Un paio di interrogativi. Com'è possibile che, in
più di sei mesi, la Soprintendenza non sia riuscita a
ottenere dall'Authority sufficienti garanzie riguardo
a tre costruzioni che, in fondo, sono poco più che
lampioni? Perché non funzionano i meccanismi di
raccordo visto che, per un obiettivo d'interesse
pubblico – come dare massima luce al porto dove
nasce un “autostrada del mare”! – non si trovano
soluzioni? Vediamo dunque i motivi per cui la
soprintendente Giovanna Bacci e il direttore della
Storico-architettonica Rocco Scimone, hanno dato
parere contrario d'intesa con la Sezione per i “Beni
paesistici”. Tre. Il primo: «La realizzazione degli
scavi per fondazioni e cavidotti in questo progetto
– scrivono Bacci e Scimone – comporterebbe la
demolizioni di porzioni di materia storica, oggi
sepolta, della fortezza». Vengono “bocciati”,
qui, una fila di lampioni più bassi, una dozzina, che
avrebbero dovuto illuminare la strada della zona
falcata, lungo il binario dalla stazione all'accesso
al molo. Che profondità avrebbero avuto questi scavi?
«Una trentina di centimetri», spiega uno dei due
progettisti, l'arch. Mariano Tornatore. Secondo
rilievo: «Il previsto muro di recinzione
comporterebbe l'interruzione dei rapporti visuali tra
città e monumento, creando una barriera visuale oltre
che fisica tra i corpi architettonici e il porto e
relegando ancora di più le parti emerse della Real
Cittadella in una dimensione marginale rispetto alla
compagine urbana». Proprio per non compromettere la
visuale dei nuovi semiaffiorati reperti (ma quando si
renderanno godibili le più belle fortezze della
Cittadella ancora in mano a cantieri, sfasciacarrozze
e abusivi?, ndr) la Soprintendenza aveva pensato, in
un primo tempo, a proibire solo il “muro”
autorizzando le nuove torri-faro. Poi, la bocciatura
piena. Terzo motivo: «Nonostante dagli elaborati non
sia possibile comprendere le caratteristiche delle
torri portafaro, è comunque possibile intuire che le
strutture previste si configurerebbero come invasive
per le mura storiche ipogee, particolarmente in
fondazione». Questi scavi, i più incisivi,
raggiungerebbero 1,20-1,50 metri di profondità. Ma
tornano le domande: perché non è stato già
possibile fissare insieme le contromisure? È così
difficile armonizzare le esigenze di un porto del 2001
con le sue “mura spagnole”? Si prova ancora una
volta. «Entro una settimana – ribadisce il
progettista – adegueremo il progetto a tutte le
nuove prescrizioni che la Soprintendenza vorrà
darci». La “sfida” continua.
Nella
notte è partita la corsa di prova della Cartour: a
bordo giallorossi diretti a Salerno per la partita di
oggi
Battezzata
dai tifosi
Martedì
il primo viaggio regolare
Ivana
Cammaroto
È
salpata all'una di notte dal molo Norimberga la nave
che sarà impiegata nel nuovo collegamento marittimo
tra Messina e Salerno. La Cartour (questo il nome) ha
fatto il suo ingresso in porto venerdì pomeriggio e
nelle ultime ore ha iniziato a viaggiare con un carico
“inaugurale” di oltre cinquanta mezzi. Ieri a
bordo sono state ricevute le autorità locali. I
vertici di Tourist e Caronte, le società di
traghettamento privato che hanno scommesso su questa
nuova iniziativa armatoriale, hanno illustrato le
potenzialità della nave e soprattutto del nuovo
servizio. Con la prima corsa della Cartour
praticamente è stato dato il via all'era delle “autostrade
del mare”. Un collegamento che tende a sostituirsi
al trasporto su strada. Il servizio marittimo potrà
soprattutto essere un'alternativa a quello offerto
dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria. La nave,
dalle caratteristiche di un mezzo ro-ro e con una
velocità di 25 nodi, può imbarcare 75 autovetture e
100 mezzi pesanti. A bordo sono state previste: 76
cabine passeggeri da quattro posti, 225 posti poltrona
e 200 posti ponte. La prima corsa ha anche “battezzato”
il nuovo molo Norimberga. La vasta banchina di riva
della zona falcata, dopo anni di abbandono, è stata
sistemata per essere utilizzata come attracco e scalo
da commercio. I “mezzi di prova” hanno iniziato a
imbarcarsi tre ore prima dalla partenza. Tra i primi
viaggiatori, una delegazione del Messina calcio e
qualche tifoso che ne ha approfittato per raggiungere
la città campana in vista della partita in programma
per oggi contro la Salernitana. La nave ha raggiunto
in mattinata la costa campana. La durata di
percorrenza del tratto marittimo è di sette ore. I
vertici delle società di traghettamento, Olga e
Vincenzo Franza ed Antonino Repaci, pensano già ad un
potenziamento della linea, con la messa in servizio di
una seconda nave. E se il servizio andrà a gonfie
vele, non è escluso in futuro un nuovo collegamento
con La Spezia. Per il momento, comunque, in città
bisogna pensare ad un collegamento diretto tra
l'autostrada e il porto. Messina, definita la porta
della Sicilia e considerata una città di passaggio,
è ancora sprovvista di un accesso diretto con la
tangenziale. L'avvio del nuovo servizio ha riproposto
il problema. Gli stessi armatori hanno ribadito la
necessità della realizzazione di un nuovo tipo di
collegamento urbano. «Nel contesto delle “autostrade
del mare” – ha dichiarato l'amministratore della
Caronte, Repaci – esistono dei fondi destinati alle
opere infrastrutturali». Il comandante della
Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, che nei mesi
scorsi ha proposto al Comune di realizzare una strada
sul demanio marittimo da San Raineri agli svincoli di
Tremestieri o di San Filippo, in occasione della prima
corsa per Salerno ha anch'egli rilanciato questa
necessità. La “parola” adesso spetta al sindaco
Salvatore Leonardi che ha già dato l'incarico di
predisporre il progetto per la “via del mare”. Per
questo tipo di intervento ci sarebbero anche a
disposizione una ventina di miliardi, assicurati
proprio venerdì dall'accordo di programma tra lo
Stato e la Regione. Può dunque prendere corpo
un'opera indispensabile non solo per razionalizzare la
viabilità, ma anche per eliminare dalla costa degrado
e abusivismo che regnano sovrani e impediscono, per un
lungo tratto, l'affaccio a mare. Non tutti, comunque,
hanno accolto con uguale entusiasmo il nuovo servizio
di collegamento. Il Comitato “La nostra città”,
in un volantino diffuso ieri, se la prende non solo
col sindaco, ma anche con il presidente dell'Autorità
portuale Vermiglio e con il comandante della
Capitaneria, rei di avere «consegnato un altro pezzo
di città, per giunta in pieno centro, al passaggio
dei tir». «Da domani centinaia di tir invaderanno la
nostra città: bisognerà impedirlo». Mentre, dunque,
il Comitato prepara l'ennesima protesta al grido
«fuori i tir dalla città», martedì all'1 partirà
la prima corsa regolare aperta al pubblico della “Cartour”.
In occasione del varo della nave, l'Aias (Associazione
imprese autotrasportatori siciliani) ha consegnato una
targa ai rappresentanti degli armatori privati per
plaudere alla loro iniziativa: «Un grazie alla
Caronte e alla Tourist F.B. – si legge – per avere
realizzato, insieme agli autotrasportatori siciliani,
la prima autostrada del mare».
Fonte: gds
E'
salpata con un carico di tifosi in festa la nave del
primo viaggio per Salerno
Emilio
Pintaldi
Salpa
con un carico di "tifo" la nave del gruppo
Tourist-Caronte. Supporters calcistici a bordo per il
primo viaggio della Cartour che la notte scorsa ha
coperto per la prima volta il tratto Messina-Salerno
inaugurando la nuova linea con la Campania.
Il viaggio inaugurale ha infatti coinciso con la
trasferta del Messina calcio a Salerno. Gli armatori
della Tourist, i Franza, sono azionisti anche della
squadra giallorossa. Così sulla nave, una traghetto
del tipo Ro-ro, arrivata al molo Norimberga già
venerdì pomeriggio, c'era anche un carico di speranza
per il futuro dell'undici allenato da mister Arrigoni.Ieri mattina gli armatori hanno presenziato ad una
visita guidata a bordo. Il viaggio della Cartour che
dura sette ore grazie ad una velocità di 25 nodi,
inizaia ogni giorno all'uhna di notte. Si conclude a
Salerno alle otto del mattino. La nave, costruita nei
cantieri Visentini, può trasportare 70 autovetture e
circa 110 mezzi pesanti.
Il costo del biglietto per ogni auto è di 140 mila
lire, alle quali bisogna aggiungere quaranta mila lire
per ciascun passeggero.
I Camion ed i Tir pagano secondo la lunghezza del
mezzo:45 mia lire al metro. A bordo una serie di
comfort:76 cabine possono ospitare 304 passeggeri. I
prezzi in questo caso variano dalle 300 mila lire
chieste per la singola alle 100 mila a persona
necessarie per affittare la quadrupla. Ci sono poi 225
posti poltrona e duecento posti sul ponte.
Responsabile delle cucine di bordo il foggiano
Giovanni Stragapede, il cuoco che può vantare nel suo
curriculum il pranzo cucinato per il presidente
americano George Bush a Genova. La Cartour viaggerà
inizialmente con 25 marinai imbarcati dalla cantieri
Vientini. L'equipaggio sarà presto sostituito dal
personale del gruppo Tourist-Caronte.
Sul piede di guerra i comitati antir che hanno
preannunciato clamorose azioni di protesta. In
fermento anche il Sasmant, il sindacato che riunisce
gli ufficiali delle ferrovie in apprensione per la
sicurezza all'interno del tratto di mare compreso
nell'area del Norimberga.
Fonte: la sicilia
Il
sindaco
Turi Leonardi commenta soddisfatto la firma degli
«accordi quadro» tra Stato e Regione per le
infrastrutture
«Finalmente
un progetto organico»
Duemila
miliardi per l'intera provincia, 245 soltanto per il
capoluogo
Massimiliano
Mondello
«Per la prima volta siamo di fronte ad un progetto
organico per il completamento e la realizzazione di
quelle infrastrutture propedeutiche al rilancio
economico dell'isola», esordisce così il sindaco,
Turi Leonardi che, venerdì a Palermo, ha assistito ad
un vero e proprio evento per la Sicilia: un
maxi-finanziamento da 16mila miliardi (oltre 2mila per
la città dello Stretto) per rendere, finalmente,
competitiva e «appetibile» la nostra regione.
«Particolare soddisfazione – ha detto il primo
cittadino – ho provato per il finanziamento che
consentirà la realizzazione del primo modulo
d'urgenza (e della relativa viabilità di collegamento
con il sistema autostradale) per l'approdo di
Tremestieri. Quarantuno miliardi che, adesso, ci
mettono nelle condizioni di poter portare avanti
l'iter del relativo project financing. Nel corso
dell'incontro di venerdì – ha aggiunto il sindaco
– ho colto l'occasione di sollecitare i dirigenti
del Genio civile Opere marittime per quanto concerne
la parte progettuale delle due invasature d'emergenza.
Per quanto concerne, invece, la via del mare,
l'ipotetica strada di collegamento fra Tremestieri e
il molo “Norimberga” – conclude Leonardi – i
28 miliardi attribuiti all'Autorità portuale
consentiranno di realizzarne solo un tratto e per
questo motivo ho chiesto un intervento diretto del
ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi che,
nelle prossime settimane, sarà a Messina».
Le opere finanziate a Messina e provincia —
Questo l'elenco delle opere, inserite nell'«accordo
di programma quadro», che dovrebbero essere
realizzate in città e provincia: lavori di
sistemazione delle rete idrica e del centro di
telecontrollo dell'Amam (4 progetti per un totale di
11 miliardi 375 milioni); la razionalizzazione della
canalizzazione della fascia irrigua della Valle
dell'Alcantara, a cura del Consorzio di bonifica n. 11
(16 miliardi 370 milioni); lungo l'autostrada
Messina-Palermo sono previsti interventi per il
rinnovo degli impianti elettrici e per la
realizzazione di tre nuovi svincoli a Monforte S.
Giorgio, Furnari e Capo d'Orlando (156 miliardi 836
milioni); nell'A/18 Messina-Catania è prevista la
realizzazione della nuova bretella di Alì Terme (20
miliardi) e l'ampliamento di quella di Giardini (3
miliardi); 7 miliardi e 200 milioni sono stati
stanziati per progettare l'intervalliva Patti-Taormina
e 125 miliardi per la realizzazione dell'itinerario
tra S. Stefano di Camastra e Gela; la realizzazione
della metroferrovia tra Giampilieri e la stazione
centrale (73 miliardi); per il doppio binario tra
Messina e Patti sono stati stanziati (in 3 lotti)
circa 932 miliardi e 500 per il raddoppio ferroviario
tra Giampilieri e Fiumefreddo; per l'Autorità
portuale sono in arrivo 30 miliardi per il pontile di
Giammoro, 50 per il consolidamento delle banchine di
riva, 36 per il rifacimento e la realizzazione di un
terminal multipurpose nel molo «Norimberga» e 28 per
il collegamento del porto con il sistema autostradale
e ferroviario; altri 24 miliardi arriveranno per il
completamento delle banchine e dei pontili nel porto
di Milazzo; messa in sicurezza dei porti delle isole
Eolie (50 miliardi); prolungamento della diga foranea
e realizzazione di una banchina nell'attracco di S.
Agata Militello (15 miliardi) e, dulcis in fundo, 41
miliardi per la costruzione del secondo approdo a
Tremestieri e della relativa viabilità di
collegamento con la Tangenziale.
Con
la prima corsa della «Cartour»
E'
stato inaugurato collegamento via mare tra Messina e
Salerno
È stata
inaugurata stanotte all'una, la nuova tratta
Messina-Salerno: con una corsa di prova è salpata
alla volta della Campania, la nave ro-ro «Cartour»
(nella foto in alto), l'ultima arrivata della flotta
«Tourist & Caronte».
A bordo del natante circa 50 Tir e un pullman della
dirigenza del Messina che, proprio oggi, affronterà
la Salernitana.
La nave è lunga 186,5 metri, larga 25,6, ha una
stazza lorda di 25mila tonnellate e viaggia a una
velocità di crociera di 25 nodi che gli consente di
coprire la tratta in 7 ore circa.
La capacità di carico (che si estende per 2.040 metri
lineari) è di 150 Tir e 75 auto.
Sono circa 900 i passeggeri che può ospitare: 304
potranno usufruire delle cabine, 225 dei sedili di
prima e seconda classe, mentre altri 400 circa
potranno trovare posto nei saloni.
La ro-ro è arriva già armata con 17 persone di
equipaggio e 10 per i servizi di camera e mensa, al
comando di Salvatore Costigliola. La nave, in riva
allo Stretto, ormeggia, in andana (cioè con la prua
rivolta verso il mare), nella testata del molo
«Norimberga», asfaltato a tempo di record dalla
«Co.Ind».
L'impresa ha realizzato i lavori per conto della
consortile «Servizi Norimberga», che curerà le
relative operazioni portuali di imbarco, sbarco e
instradamento dei mezzi provenienti dagli svincoli di
Gazzi e Messina Centro, attraverso la via La Farina e,
quindi, il cavalcavia. La «Cartour», se non
insorgeranno problemi, tornerà a Messina intorno alle
20 e vi resterà fino all'1 di martedì, quando
partirà la vera, prima corsa dell'autostrada del mare
verso Salerno.
Dopo
la conferma del finanziamento per l'attracco a
Tremestieri, il sindaco ha sollecitato l'elaborato
esecutivo
Un
progetto per l'approdo
Oggi
riunione di Fi sul «caso Turi Rizzo»
I soldi ci
sono, ora serve il progetto esecutivo. Per il nuovo
approdo di Tremestieri i tempi sembrano stringere dopo
la firma, a Palermo, dell'«accordo di programma
quadro» Stato-Regione sui finanziamenti di varie
infrastrutture, tra cui il nuovo attracco. Il sindaco,
Turi Leonardi ha già sollecitato il Genio civile
Opere marittime durante la sua visita palermitana di
venerdì. Per avviare l'iter di consegna dei lavori
non si dovrebbe attendere molto. Il finanziamento per
le prime due invasature d'emergenza è di 41 miliardi:
sarà anche realizzata la viabilità di collegamento
tra il nuovo approdo di Tremestrieri e la
tangenziale.È previsto - come concordato dopo i
sopralluoghi - un tunnel che bypassi la viabilità
cittadina sulla Ss 114 e che colleghi le banchine
direttamente con le autostrade. Intorno all'approdo
«d'emergenza» e finanziato con fondi pubblici
sorgerà il nuovo scalo vero e proprio. In
quest'ottica è stato avviato l'iter del project
financing (così come per il nuovo approdo per il
gommato leggero all'Annunziata). Forza Italia
vuole chiarezza – Intanto, si apre una
settimana delicata sul fronte politico, soprattutto a
Palazzo Zanca. È prevista in giornata, infatti, una
riunione del comitato cittadino di Fi, che esaminerà
la querelle sorta dopo l'intervento del capogruppo in
Consiglio, Pippo Capurro, che ha chiesto le dimissioni
dell'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo.
9/10/2001
Fonte: la sicilia
Molo
«Norimberga»: si torna a trattare
Incontro
Authority–Soprintendenza sull'illuminazione
Massimiliano
Mondello
L'Autorità
portuale sembra voler evitare un nuovo contenzioso con
la Soprintendenza e si dice disposta «a trattare per
giungere ad una decisione ragionevole sul nuovo
impianto d'illuminazione che dovrà servire il molo
“Norimberga”».
Per questa ragione, tra qualche giorno, i due uffici
si confronteranno sull'ipotesi di realizzare una
variante al progetto originale che l'organo di tutela
ha deciso di bocciare «perchè incompatibile con la
presenza dei resti della Real Cittadella».
L'elaborato originale prevedeva, infatti, la
realizzazione di uno scavo di circa 50 centimetri per
la posa dei cavi elettrici.
Un ostacolo che, comunque, non ha impedito, domenica
scorsa, il varo della prima autostrada del mare con
«casello» a Messina proprio nella banchina limitrofa
alla stazione marittima. Nel «Norimberga», infatti,
sono ancora perfettamente funzionanti le torri-faro
realizzate ormai trent'anni orsono.
La «Cartour» riprende il largo «a ranghi
ridotti» — E a proposito di autostrade del
mare, stanotte all'una la nave ro-ro «Cartour», la
nuova ammiraglia del «Gruppo Franza» che copre in
circa 7 ore la tratta Messina-Salerno (nella prima
corsa ne sono state necessarie 9 e mezza per un guasto
a uno dei motori, poi risoltosi senza particolari
problemi), ha effettuato la prima corsa ufficiale alla
volta della Campania.
Fino alle 15 le prenotazioni raggiungevano circa le 30
unità (fra autotreni, pullmini e autovetture) e,
comunque, hanno spiegato i responsabili tecnici della
holding che il carico sarebbe stato limitato «perchè
sono in via di perfezionamento alcuni approcci per
l'imbarco, lo sbarco e l'instradamento dei mezzi».
Fonte: gds
Approdi, sì ai fondi da
Stato e Regione
40 miliardi per i primi
due invasi
Enzo
Gallo
Forse
si è arrivati ad una svolta decisiva per quanto
riguarda la situazione dei progetti sui nuovi approdi
da costruire fuori città, ed in particolare nel sito
di Tremestieri. I tempi e i modi di realizzazione
delle strutture, sembrano stringersi dopo l'incontro
avuto venerdì scorso a Palermo, nell'accordo di
programma quadro fra Stato e Regione, sui previsti
finanziamenti delle varie infrastrutture da realizzare
nella città peloritana, fra cui appunto la
realizzazione dei nuovi approdi.
Il sindaco Salvatore Leonardi, di ritorno dal
capoluogo siciliano si è mostrato soddisfatto dal
meeting, dando subito mandato al Genio Civile delle
opere Marittime, di accelerare i vari iter burocratici
per la messa in moto dei cantieri da iniziare sui
litorali sud e nord.
Quindi si attende da un momento all'altro, che venga
autorizzato il progetto esecutivo. Si è parlato anche
della prima tranche di finanziamenti che dovrebbero
arrivare, circa 40 miliardi, per la messa in opera
delle prime due invasature di emergenza da costruire
in tempi rapidi. Ma oltre ai suddetti invasi, i soldi
serviranno per il collegamento viario tra i nuovi
approdi di Tremestieri e dell'Annunziata ed i raccordi
autostradali che dovranno collegarsi direttamente con
la tangenziale, scavalcando totalmente le strade
cittadine, vero problema della situazione viabile.
In più è previsto la costruzione di un galleria a
Tremestieri collegata con la parte alta
dell'autostrada A 18, che escluda totalmente la
bretella statale 114, teatro in passato di numerosi
incidenti mortali data la sua pericolosità nel
transitarla, essendo di veloce percorrenza.
Infine si è stabilito che intorno ai cosiddetti
approdi d'emergenza, verranno edificati i nuovi scali
veri e propri, che consentiranno in un futuro prossimo
lo spostamento delle navi Tourist e Caronte dalla
contestata rada S. Francesco.
A
gonfie vele la tratta per Salerno. Appena inaugurato
il nuovo collegamento la Caronte punta a raddoppiare
le corse
Intensificate però
le proteste per i maggiori Tir in transito
Emilio
Pintaldi
La
crociera di prova, nonostante le due ore di ritardo
durante il viaggio di andata va a gonfie vele, ed il
gruppo Tourist-Caronte pensa a raddoppiare le corse
del nuovo servizio di collegamento tra la città e
Salerno. E' quanto è emerso nelle ultime ore. I primi
47 Tir hanno percorso domenica scorsa
l'"autostrada del mare" Messina-Salerno
saltando il famigerato tratto che unisce su asfalto,
Reggio alla città campana.
L'amministratore della Caronte, Antonino Repaci,
sabato scorso, durante la visita guidata alla Cartour,
la nave del tipo Ro-ro che il gruppo utilizza per
coprire il collegamento con la Campania, ha ammesso
che la società punta a raddoppiare le corse dopo un
periodo di prova.
Una dichiarazione che ha già mandato su tutte le
furie gli esponenti dei comitati antitir. Oggi (la
partenza potrebbe essere rimandata a causa di alcuni
intoppi di 24 ore) sul molo ai Tir potrebbe essere
riservato un comitato di accoglienza speciale. Gli
imprenditori alcuni mesi fa, al Comune, durante la
presentazione della nuoova rotta, tra i fischi e le
proteste dei simpatizzanti del comitato "La
nostra città", avevano assicurato assieme al
primo cittadino Salvatore Leonardi che i tir diretti
al molo Norimberga, punto di attracco della Cartour,
non avrebbero interferito con il traffico cittadino.
Ma alla corsa notturna dell'una, in partenza dal
Norimberga, ed a quella mattutina delle otto, in
arrivo da Salerno, potrebbe aggiungersene presto
un'altra. Ed a questo punto la nave dovrebbe partire
ed arrivare in pieno giorno. L'invasione dei camion
sul viale Europa e sulla via La Farina sarebbe
inevitabile. A cercare di gettare acqua sul fuoco ieri
mattina al telefono, è stato Vincenzo Franza.
"E' troppo presto - ha spiegato l'amministratore
della Tourist- per parlare di altri progetti. Certo se
chi chiedono cosa faremo se le cose dovessero
funzionare è chiaro che si parli di raddoppio delle
corse. Siamo imprenditori. Ci vorranno però almeno
altri tre mesi prima di stabilire ogni cosa".
Franza però ha già un orario approssimativo per la
partenza di un'eventuale seconda nave dal
Norimberga:le dieci di sera. A quel punto la corsa
dell'una verrebbe spostata alle tre di notte quando, a
quanto pare, un certo numero di autostrasportatori si
mette in viaggio.
La nuova nave del gruppo Tourist-Caronte può
raggiungere in sette ore alla velocità di 25 ore,
Salerno. Può ospitare sino a 75 auto e cento camion.
Il costo per i mezzi pesanti è di 45 mila lire al
metro. Il posto letto in cabina singola è di
trecentomila lire. Ieri intanto il comitato "La
nostra città" è intervenuto criticamente sugli
annunciati finanziamenti per le infrastrutture
promessi dal ministro Lunardi: "Soltanto
improvvisazione e confusione", ha scritto il
comitato, che giudica esigua la cifra di 475 miliardi
destinata per le infrastrutture della città.
Fonte:gazzetta del sud
Oggi
chiederà al sindaco le dimissioni dell'assessore
Rizzo
Forza Italia insiste
(m.p.)
Pare sia
stata una riunione addirittura “infuocata” quella
che il prof. Piero Grasso, coordinatore cittadino di
Forza Italia, ha avuto con gli assessori e i
consiglieri comunali azzurri nella sede del movimento
per discutere della richiesta di dimissioni avanzata
nei confronti dell'assessore alla Mobilità urbana
Salvatore Rizzo (Nuovo Psi) dal capogruppo di Fi a
Palazzo Zanca, Giuseppe Capurro. Durante l'incontro
– al quale mancava soltanto, per motivi familiari,
l'assessore Piero Alibrandi mentre erano presenti
tutti gli altri rappresentanti forzisti in giunta e in
Consiglio – è stato ribadito il problema della
gestione della viabilità che Grasso dovrebbe
discutere oggi con il sindaco Leonardi e nei prossimi
giorni con le altre forze politiche, in particolare
con il segretario del Nuovo Psi, Nanni Ricevuto, per
chiedergli una “inversione di tendenza” nel
settore. «Del resto – spiega Capurro – era stato
sempre il coordinatore cittadino a sollecitarci su
questo problema: non è possibile andare avanti con il
caos, le code interminabili, gli ingorghi, i mezzi
pesanti che attraversano il centro città, e
soprattutto in un momento che vede molti cantieri
aperti l'assessore Rizzo deve darsi una
programmazione. Ci sono situazioni insostenibili come
via del Santo, via Santa Marta, in ultimo via Palermo
con la rimozione dei cordoli che, a un anno e mezzo
dalle nostre interrogazioni senza risposta, è stata
un po' la classica goccia che fa traboccare il vaso.
Servono risposte e soprattutto misure intelligenti per
fronteggiare un problema che è reale e non
strumentale come ha invece sostenuto il Psi». Il “caso
Rizzo” è stato sollevato la scorsa settimana dallo
stesso Capurro che – dopo essersi consultato con il
coordinatore cittadino – ha motivato la richiesta di
dimissioni dell'assessore alla Mobilità urbana
addebitandogli responsabilità precise nel momento
terribile della viabilità cittadina e nella gestione
di problemi strategici. Secca la risposta di Rizzo,
cui hanno successivamente fatto eco i consiglieri
comunali del Nuovo Psi, Umberto Bonanno e Aldo
Violato: in soldoni «se hanno soluzioni migliori le
propongano, ma i motivi veri della richiesta di
dimissioni sono ben altri». La polemica aveva quindi
lambito la questione dei parcheggi a pagamento,
risolta con una proroga fino al 15 gennaio alle due
cooperative in regola con il pagamento del canone di
occupazione suolo (la “Progetto Lavoro” e la “Orizzonte
'94”) cui il Comune ha imposto l'assunzione degli 80
parcheggiatori appartenenti alle altre due, “Il
Pilone” e “Nuova Sedco”, con l'assegnazione
delle aree gestite fino a tre mesi fa da queste ultime
(e che sembrava dovessero invece andare in gara con
avviso pubblico). Il legale rappresentante del “Pilone”
ha però contestato le cifre del Comune, accampando
addirittura un credito di oltre 300 milioni nei
confronti dell'amministrazione per pagamenti
effettuati: e proprio sulla posizione del consigliere
azzurro Carmelo Mangano in questa cooperativa (la ex
“Mancoop”) sono stati puntati gli “strali”
degli esponenti del Nuovo Psi cui Forza Italia ha
risposto infine accusando gli alleati di «cercare di
spostare l'attenzione dal problema reale». Insomma,
una polemica che rischia davvero di creare una
spaccatura profonda all'interno della maggioranza che
sostiene la giunta Leonardi: sulla questione della
Tosap (la tassa per l'occupazione del suolo su aree
pubbliche), peraltro, si era già consumato uno
scontro tra l'assessore al Bilancio, Giuseppe Cardile,
e il consigliere di An Antonio Crupi.
9/10/2001
( le scienze )
Finalmente
l'Organizzazione marittima internazionale accetta la
messa al bando del TBT, un anti-incrostante per
gli scafi che stava mettendo in pericolo molti
ambienti marini
Dopo
molti anni di pressioni da parte degli ambientalisti,
l'Organizzazione
Marittima Internazionale ha bandito lo stagno
tributile (TBT), utilizzato normalmente per dipingere
il fondo delle navi, dove impedisce le incrostazioni
da parte di molte alghe e animali. Il problema del TBT
è che esso lentamente si scioglie nell'acqua dove
provoca danni alla vita marina, già osservati negli
anni settanta.
La decisione è stata presa anche se ci sono ancora
numerose preoccupazioni riguardo alle alternative
proposte per il TBT nel rimuovere le varie creature
marine che incrostano le navi rendendole più lente.
Anche se la notizia è stata accolta con soddisfazione
dagli ambientalisti, l'Organotin Environmental Program
Association, un'organizzazione industriale, ha
avvertito che il bando del TBT potrebbe far aumentare
il numero di specie che si spostano con le navi,
invadendo habitat non loro.
Le compagnie marittime hanno tempo fino al 2003 per
interrompere l'utilizzo del TBT, e altri cinque anni
per ricoprire le chiglie verniciate in precedenza. La
prima data sembra però già destinata a slittare,
poiché il bando non può entrare in vigore fino a
quando almeno 25 nazioni per un totale del 25 per
cento del traffico marittimo totale non lo avranno
ratificato.
In realtà, la maggior parte delle nazioni europee ha
già da tempo bandito il TBT almeno dalle piccole
barche, per i danni che esso causa nelle regioni
costiere.
10/10/2001
Fonte: gds
La
"Cartour" sfrattata dal Norimberga
Necessitano
lavori di modifica al molo
Emilio Pintaldi
Sfratto temporaneo per la nave "Cartour" che
copre il nuovo collegamento con Salerno. Sino a sabato
partità dal molo Marconi di fronte alla sede
dell'Autorità portuale. Per rendere fruibile il molo
Norimberga infatti occorrono nuovi lavori. Così la
nave del gruppo tourist Caronte ha dovuto fare le
valigie: dal molo Norimberga è passata al molo
Marconi. In effetti si è spostata di qualche
centinaio di metri, sotto la sede dell'Autorità
portuale ed accanto alla concorrente Meridiano ed alla
consociata Ngi.
Un trasferimento volontario. Sono stati i tecnici
della società privata a stabilire che occorrono
alcune modifiche. Così i viaggi, che il gruppo
Tourist-Caronte definisce di prova e che non portano a
Salerno più di una ventina di tir, proseguiranno
dalla via Vittorio Emanuele con il placet temporaneo
dell'autorità portuale.
Non si placano però le polemiche. Ieri la vicenda è
finita su un'interrogazione presentata da Raimondo
Burrascano, consigliere di Forza Italia. Chiede al
sindaco di impegnarsi affinch‚ ogni permesso
rilasciato al gruppo Tourist per l'utilizzo del
Norimberga venga revocato. L'area in questione,
secondo Burrascano, dovrebbe essere destinata ad
attività produttive o di sviluppo dell'attività
portuale. Portare i camion su viale Europa e via La
Farina, secondo, il forzista, significa aumentare il
pericolo di incidenti.
A gonfie vele anche la raccolta di firme avviata dal
comitato la nostra città. Diffida l'autorità
portuale e l'ente porto a concedere il Norimberga alla
Cartour. Tra i i firmatari pure l'ex sindaco Franco
Providenti, i consiglieri comunali Filippo Tommasini,
Luigi Beninanti, Raimondo Burrascano, gli architetti
Franco Cardile e Nicola Aricò, l'ex vicesindaco Enza
Sofo.
Fonte:gazzetta del sud
Nave
Cartour / Attracco spostato al “Marconi”
L'attracco della nave “Cartour”, che svolge il
servizio di collegamento Messina-Salerno, è stato
provvisoriamente trasferito – per circa una
settimana – dal molo Norimberga della zona falcata
di San Raineri al molo Marconi, nel tratto di cortina
del porto antistante alla sede dell'Autorità
portuale. Lo spostamento per la necessità ravvisata
dai tecnici del gruppo Tourist-Caronte, dopo la prima
corsa sperimentale, di procedere al miglioramento
degli ormeggi. In particolare, dovranno essere
collocati sul fondale marino, sui due lati della
banchina di testata del “Norimberga” altrettanti
corpi morti per garantire il migliore attracco della
“Cartour”, che ha una lunghezza di 186 metri, una
larghezza di 25 e una stazza di 25.000 tonnellate. Da
qui la necessità di trasferire l'ormeggio nel molo
Marconi le cui banchine, nell'attuale fase di lavori e
cantieri sulla cortina, rappresentano una delle poche
soluzioni possibili anche per le navi commerciali. Per
quanto riguarda la via d'accesso e d'uscita dagli
spazi portuali per le auto e i tir in imbarco-sbarco
dalla “Cartour”, nel nuovo molo coincideranno con
quelle usate dai veicoli diretti alle navi del vicino
attracco di Ngi e Meridiano. Intanto, in questa fase
sperimentale, le corse per Salerno saranno a “scartamento
ridotto” dal punto di vista dell'imbarco dei tir:
una trentina per notte.
Fonte: la sicilia
Aperta
un'inchiesta sui lavori nel molo per il terminal
Messina-Salerno: acquisiti atti al Comune e
all'Authority
Il
«Norimberga» sbarca in Procura
Intanto
la nave «Cartour» è stata spostata nella banchina
«Marconi»
Massimiliano Mondello
E
il molo «Norimberga» diventa anche un caso
giudiziario: la Procura ha avviato, infatti,
un'indagine per verificare la legittimità
dell'esecuzione dei lavori per la realizzazione del
terminal di collegamento Messina-Salerno. Ieri
mattina, gli uomini della Polizia giudiziaria hanno
fatto «visita» prima negli uffici dell'Autorità
portuale e poi in quelli di Palazzo Zanca per
acquisire copia degli atti con cui sono stati
autorizzati gli interventi di pavimentazione della
banchina (il Comune ha rilasciato il parere favorevole
sulla conformità urbanistica delle opere) e, quindi,
il via libera all'ormeggio e alle operazioni portuali
che, nella giornata di domenica, hanno portato alla
corsa inaugurale della «Cartour», la nave ro-ro del
«Gruppo Franza» che collega la città dello Stretto
con il porto campano. Ieri, intanto, sull'argomento è
intervenuto con un'interrogazione al sindaco il
consigliere comunale di Fi, Raimondo Burrascano che ha
chiesto «la revoca di qualsiasi autorizzazione ai Tir
in transito sulla via La Farina», da e per l'imbarco
verso Salerno.
La «Cartour» si sposta nella banchina
«Marconi» — Intanto, da martedì sera, la
«Cartour» non ormeggia più nel molo «Norimberga»
bensì alla dirimpettaia banchina «Marconi» a causa
di un problema tecnico al «corpo morto» che rischia
d'inabissarsi. «Si tratta di una soluzione temporanea
– spiegano i rappresentanti di Autorità portuale e
Capitaneria di porto – nelle more che il “Norimberga”
venga reso più funzionale da ulteriori interventi».
In realtà, questo spostamento può essere letto come
una vittoria delle tesi dei comandanti dei traghetti
dell'Ente Ferrovie, supportati dal Sasmant e dalla
Filt/Cgil, che vedevano nell'ormeggio della ro-ro
nella testata del «Norimberga» un ostacolo
all'operatività delle prime due invasature della
stazione marittima. Infatti, se e quando la
«Cartour» tornerà nella banchina «Norimberga», lo
farà nella sezione nord-est dove sarà realizzato un
pontone galleggiante per consentire l'accosto in
andana (e cioè con la prua verso il mare). Il
supporto andrà in radice al limitrofo molo «Egeo» e
sarà necessario, quindi, spostare i punti d'ormeggio
delle motovedette dei Vigili del Fuoco, della Guardia
di Finanza e della Ps che, però, proprio nel pontone
potranno trovare nuovo «spazio».
Interviene un movimento studentesco — Sul
molo «Norimberga» interviene il movimento
studentesco «I Mamertini», guidato da Giuseppe
Ministeri. Venerdì si terrà la manifestazione
intitolata: «Dopo il Boccetta lo scandalo del molo
“Norimberga”». Parteciperanno studenti dei licei:
«La Farina», «Maurolico», «Archimede»,
«Seguenza» e «Bisazza».
11/10/2001
Fonte:gds
Scarichi abusivi
da autolavaggio
Denunciato dai vigili il titolare
Più
controlli negli esercizi commerciali a posto fisso. Su
disposizione dell'assessore all'Annona, Giuseppe
Cardile, sono cambiate le regole. Solo nel mese di
settembre, i vigili dell'Annona hanno ispezionato 57
punti vendita non in regola con le autorizzazioni
amministrative. I titolari di 4 esercizi sono stati
denunciati all'Autorità Giudiziaria per violazione
del codice penale mentre per 38 commercianti è
scattato il verbale. In virtù della nuova ordinanza
sul sequestro di beni alimentari, sono stati requisiti
64 cassette e 12 contenitori di frutta e verdura, 30
angurie, 197 pezzi di pasticceria panaria. Le
operazioni in luogo aperto, hanno riguardato anche
prodotti musicali e 1411 articoli di chincaglieria
varia. Martedì scorso, l'ultima denuncia è scattata
nei confronti del titolare dell' autolavaggio in
piazza Duomo, sprovvisto delle speciali attrezzature
per lo smaltimento delle acque reflue. Una mancanza
che dietro le recenti disposizioni, emanate dal
sindaco per prevenire l'inquinamento idrico, è
punibile penalmente.
Fonte: la sicilia
L'allarme
della direzione dei lavori per la riqualificazione di
via I Settembre: «Transito dei Tir solo a fine
ottobre»
«Il basolato
potrebbe sfondarsi»
Riaprirà
sabato la via I Settembre, ma non sarà pienamente
percorribile dagli automezzi. «Bisognerà aspettare
almeno 10 giorni – avverte la direzione lavori degli
interventi di riqualificazione –. In caso contrario
i lastroni di basolato potrebbero infossarsi,
sfaldarsi o addirittura spaccarsi». Prosegue, quindi,
la telenovela delle polemiche con la direzione lavori
del tram, che continua a premere per la riapertura
dell'arteria nel tratto fra via Garibaldi e viale S.
Martino, che potrebbe consentire di fluidificare il
traffico, soprattutto dei Tir; proprio per questo
motivo, se prima non saranno concluse le opere
dell'«Iagi» non sarà possibile attivare i nuovi
cantieri del tram sulla cortina del porto, nel tratto
fra il Banco di Sicilia e largo Minutoli. E intanto il
tempo passa: si avvicina il 22 dicembre, data ultima
per l'ultimazione della tratta ferrata. Per accelerare
i tempi della riapertura di via I Settembre, il
direttore dei lavori Salvatore Bartolotta e
l'ingegnere capo del Comune, Rosario Guarniere, hanno
eseguito un sopralluogo: è stato deciso di stoppare
gli interventi cinque metri prima dell'incrocio col
viale S. Martino, in modo da recuperare tempo. Ma
l'avvertimento di Bartolotta, notificato anche alla
«Gepco», rende necessaria adesso l'individuazione di
nuove soluzioni. Intanto qualche intoppo si registra
pure in via Garibaldi: la «Gepco» ha inviato nei
giorni scorsi un telegramma al Comune. Si avverte che
i lavori per lo spostamento dei sottoservizi, legati
alla costruzione del tram in via Vittorio Emanuele,
vanno molto in ritardo, «Enel e Italgas – denuncia
l'impresa ligure – non hanno ancora trasferito le
loro condotte».
Il
comandante della Capitaneria querela un comitato
Maccarone: «Il
Punto franco compatibile con la nave ro-ro»
Massimiliano
Mondello
Il
comandante della Capitaneria di porto, Carmelo
Maccarone, ha deciso di presentare querela (tramite
l'avv. Letterio Arena) per diffamazione aggravata
contro il comitato «La nostra città». Una denuncia
che è, per ora, contro ignoti (perché il volantino
non è firmato) ma che, al termine degli accertamenti,
vedrà un obiettivo ben definito. Nel volantino
diffuso anche via Internet, dal titolo «Comitato
d'affari» si legge che «il sindaco, il presidente
dell'Autorità portuale e il comandante del porto
hanno consegnato un altro pezzo di città al passaggio
dei Tir... Tutta l'area demaniale è presidiata e
militarizzata come se fosse di proprietà privata ed
esclusiva...». «Sono rammaricato di quanto avvenuto
– afferma Maccarone –. Del manifesto ho avuto
contezza sabato sera, quando i miei figli lo hanno
trovato nel parabrezza dell'auto. È evidente che ci
sono elementi lesivi della mia persona nei quali non
posso riconoscermi. Posso comprendere la battaglia
portata avanti dal comitato, ma sparare nel mucchio
non serve a nessuno». E dopo Maccarone, anche il
presidente dell'Authority, Giuseppe Vermiglio, si
prepara a querelare il sodalizio presieduto da Saro
Visicaro. E intanto, sul cosiddetto «caso
Norimberga» è doveroso precisare che nessun
sequestro di atti è avvenuto negli uffici
dell'Autorità portuale, poiché tutto l'incartamento
è stato preventivamente inviato alla Procura, sia
dall'Authority che dalla Capitaneria.
L'ormeggio al «Norimberga» è compatibile
col Punto franco e le Fs — E sempre in
risposta al comitato «La nostra città» (stavolta si
tratta di un semplice scambio epistolare), Maccarone
ha precisato che l'eventuale attivazione di un Punto
franco nella Zona falcata è compatibile con
l'ormeggio di navi nel molo «Norimberga» (che
ricadrebbe nell'area franca qualora venisse attivata),
visto che il molo resta nell'ambito di competenze
dell'Autorità portuale. Maccarone ha poi sottolineato
che nessun provvedimento inibitorio nei confronti dei
traghetti delle Fs è stato assunto con il rilascio
dell'autorizzazione di ormeggio alla «Cartour» nella
testata della banchina. Una situazione che, peraltro,
non sussiste più dopo il trasferimento della ro-ro al
molo «Marconi», nelle more di rendere operativa la
sezione nord-est del «Norimberga».
Molo Norimberga
/ Scatta anche una querela
«Nessun danno alle Fs»
Il
comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone torna
sull'argomento dell'“autostrada del mare”
Messina-Salerno con partenza dal molo Norimberga.
Maccarone risponde ad alcune osservazioni del comitato
“La nostra città” che in una nota ricordava
l'esistenza di un decreto regionale che, in relazione
alla legge 191 istitutiva del Punto franco nel porto,
«impone l'esclusione, nella superficie del Punto
franco, di ogni iniziativa che risulti in contrasto
con l'attività svolta dalle navi Fs». Il comitato
interrogava sui motivi «che hanno indotto la
Capitaneria ad esitare positivamente la richiesta di
concessione di un approdo per traghettamento
privato». Il comandante chiarisce ancora una volta:
«Nessuna concessione la Capitaneria ha rilasciato
relativamente ad aree situate sulla banchina
Norimberga ricadenti sulla superficie delimitata dal
Punto franco» (si tratta di un'autorizzazione di “uso
non esclusivo” del molo, di competenza
dell'Authority). «Né tanto meno – ricorda – è
stato adottato dalla Capitaneria alcun provvedimento
inibitorio del servizio delle navi traghetto Fs a
vantaggio di altre navi. Peraltro – rileva – anche
se fosse operante la normativa sul Punto franco (dal
1951 si attendono le norme attuative! ndr) il cui fine
sarebbe creare una zona per un particolare regime
doganale delle merci, non si comprenderebbe in che
senso l'esistenza di una banchina portuale
pavimentata, funzionale e operativa, potrebbe creare
un “contrasto” con le Fs». In margine alle
polemiche, infine, Maccarone, tramite l'avv. Letterio
Arena, ha sporto querela per diffamazione in relazione
a un volantino senza firme (col logo del comitato “La
nostra città”) in cui, per la linea “Messina-Salerno”,
il comandante, il sindaco e il presidente
dell'Authority vengono accusati di atti in violazione
delle leggi dopo il riferimento iniziale a un “comitato
d'affari”.
Fonte: gazzetta del sud
Cittadella
fieristica, presentato un ricorso al Tar
Non c'è
vicenda amministrativa che non finisca davanti al Tar.
E non fa eccezione alla regola il “caso” della
concessione demaniale della cittadella fieristica
rilasciata alla Compagnia del Mare, la società
presieduta dall'imprenditore messinese Gaetano
Mobilia. A chiedere la sospensione del provvedimento
emesso dall'Autorità portuale è una ditta di
Caltanissetta, la “Investimenti Immobiliari Srl”,
assistita dall'avv. Antonio Saitta, lo stesso legale
che ha difeso l'Ente Fiera nel lunghissimo contenzioso
con le autorità demaniali. Nel ricorso presentato al
Tribunale amministrativo si contestano duramente le
procedure adottate dal Comitato portuale, il fatto che
l'istanza della stessa società nissena non sia stata
neppure presa in considerazione e che non si sia
adeguatamente pubblicizzato il procedimento di
evidenza pubblica, trattandosi di un'area di ben
cinque ettari posta nel cuore del territorio comunale.
Immediata la replica del presidente dell'Authority:
«Il diritto è bello perchè va interpretato ed è
opinabile». Il prof. Giuseppe Vermiglio non vuol
entrare nel merito del contenzioso: «Spetta al
giudice – dice – leggere gli atti e decidere di
conseguenza. Posso solo dire che l'istanza della
società Investimenti Immobiliari non è stata accolta
perchè trasmessa tramite fax a conclusione del
procedimento avviato. Un modo alquanto anomalo di
chiedere una concessione demaniale». Vermiglio
intende, comunque, chiarire uno dei punti controversi,
oggetto anche di polemiche sul piano politico. Il
riferimento è agli interventi di manutenzione e ai
costi delle opere da eseguire. Una delle accuse mosse
in questi giorni da parte di qualche consigliere
comunale è che il soggetto privato ha avuto la
concessione ma a spendere i soldi sarà l'ente
pubblico. «La manutenzione ordinaria è di competenza
del concessionario – precisa il presidente
dell'Authority –, quella straordinaria, cioè la
messa a norma degli impianti elettrico, idrico e
fognario, è a carico dell'ente. Avremmo dovuto farla
in ogni caso, qualunque fosse stato il soggetto
titolare della concessione». La Compagnia del Mare
curerà gli interventi di riqualificazione, gli
allestimenti degli stand, la realizzazione di opere a
verde e di arredo urbano. I lavori di competenza
dell'Autorità portuale dovrebbero aggirarsi intorno
ai 4 miliardi di lire, somme che saranno recuperate
proprio grazie al canone (800 milioni annui) pagato
dalla società concessionaria.
Viabilità
/ L'assessore, dopo il chiarimento con Forza Italia,
non vuol fare da “capro espiatorio”
Rizzo:
«Chi sa fare miracoli venga al mio posto»
«Sono
sempre pronto a dimettermi, se un gesto del genere
dovesse recare giovamento all'amministrazione
comunale. Ma io non credo che attualmente si possa
fare più di quello che si sta facendo». L'assessore
alla viabilità Salvatore Rizzo, all'indomani del
confronto con Forza Italia, resta dello stesso avviso:
chi ha chiesto le sue dimissioni nei giorni scorsi, lo
ha fatto adducendo ragioni pretestuose. I cordoli su
via Palermo o l'intasamento di via Santa Marta
sarebbero solo dettagli, la battaglia riguarda
essenzialmente la gestione dei parcheggi a pagamento,
una materia sulla quale continuano a regnare
confusione ed incertezza. Non si sa se oggi le due
cooperative alle quali l'amministrazione comunale ha
deciso di affidare la proroga fino a gennaio
riprenderanno il servizio. E sul provvedimento della
giunta pende la spada di Damocle del ricorso al
Coreco, firmato da dieci consiglieri comunali. Gli
interessi collegati alla gestione delle aree destinate
alla sosta a pagamento sono più forti di quel che si
immagina e coinvolgono forze politiche e singoli
consiglieri. «La questione è estremamente delicata
– conferma Rizzo –, perchè bisogna coniugare le
esigenze di legalità con il diritto al lavoro dei
tanti giovani che hanno svolto l'attività in questi
anni». Stamane l'assessore incontrerà per l'ennesima
volta i rappresentanti delle organizzazioni di
categoria, che chiedono l'affidamento del servizio al
Consorzio costituito dalle cooperative dei
parcheggiatori. Tutto appare ancora in alto mare. Ed
anche il Piano dei parcheggi d'interscambio,
finanziato sulla base della vecchia legge Tognoli del
1989, resta al palo, in attesa che si conosca l'esito
del ricorso al Tar presentato dall'Ordine degli
architetti contro le procedure seguite dal Comune
nell'affidamento delle progettazioni. Palazzo Zanca
corre il serio rischio di veder andare in fumo quei 60
miliardi di lire che la giunta Leonardi (e questo è
un suo merito) era riuscita in qualche modo a “ripescare”,
rimodulando il Piano ed ottenendo i finanziamenti
dalla Regione siciliana. È davvero un compito improbo
essere il gestore delle politiche di mobilità urbana
in una città che resta sventrata dai cantieri e senza
alternative viarie realizzabili in tempi brevi.
«Avrò i miei limiti – dice Rizzo – ma fino a
quando la situazione resterà quella attuale, è
impossibile fare miracoli. Stiamo cercando di
sbloccare vecchi e nuovi progetti. La prossima
settimana sarò a Roma per la firma dell'accordo in
base al quale potremo spendere circa 7 miliardi per la
realizzazione della nuova rete semaforica e per il “progetto
pilota” di messa in sicurezza del viale Giostra. Ben
venga la nomina di un nuovo esperto o di una task
force di esperti, se tutto ciò può contribuire a
imprimere una svolta. Ma la viabilità a Messina
potrà cambiare solo nel momento in cui termineranno i
lavori in corso, il Boccetta non sarà più
un'autostrada per tir e saranno completate opere come
gli svincoli o la Via del Mare».
12/19/2001
Fonte:gazzetta del sud
Tir
tampona quattro auto Panico sulla statale “114”
Un
autotreno che viaggiava in direzione Catania ha
provocato, poco dopo le 17 di ieri, un tamponamento a
catena sulla statale 114 nei pressi della farmacia “Carleo”.
In ospedale è finita una donna, giudicata guaribile
in pochi giorni. Così come accertato dagli agenti
della sezione Infortunistica della polizia municipale,
nello scontro sono rimasti coinvolti l'autoarticolato
Scania condotto dal cinquantatreenne C.V., la Fiat “Punto”
di M.G., il Fiat “Ducato” sul quale viaggiava
N.P., l'Innocenti “Mini 90” alla cui guida si
trovava il ventiduenne R.C. e la Citroen “Saxo”
del sessantunenne G.C..
In
piazza “I Mamertini”
Partirà
stamani alle 9, da piazza Antonello, la manifestazione
organizzata dal movimento studentesco “I Mamertini”,
annunciata come “fuori dai partiti” e “intitolata”
«Dopo il Boccetta lo scandalo del molo di
Norimberga». I giovani del neonato movimento
interscolastico, costituito da oltre un centinaio di
allievi dei licei Maurolico e La Farina, hanno già
espresso critiche e perplessità in una nota firmata
dal segretario Giuseppe Ministeri (della segreteria
fanno parte Angelo Campolo, Francesco Barbaro, Tania
Stelitano, Jody De Domenico). Nel documento si va
dall'“autostrada del mare”, che viene giudicata
negativamente in relazione a temute “correnti di
traffico aggiuntivo che apriranno una ferita nel
tessuto urbano”, all'analisi generale della
viabilità messinese. I Mamertini pongono quesiti agli
amministratori: «Perché gli svincoli di Giostra e
dell'Anmnunziata sono ben lungi dall'essere
realizzati? Perché l'approdo nella zona sud è
diventata una questione di cui si parla da circa 30
anni senza che nulla sia stato fin qui concretamente
fatto?». Tornando all'autostrada del mare domandano
«perché è stato consentito di utilizzare il molo
Norimberga per un nuovo e più impegnativo servizio di
traghettamento così sacrificando le straordinarie
potenzialità che la zona falcata potrebbe esprimere,
solo se ci fosse un disegno organico di una nuova
fruizione, in grado anche di valorizzare i beni di
natura storica e architettonica?». Altri
interrogativi riguardano i lavori del tram, la mancata
realizzazione di parcheggi e della metropolitana del
mare come alternativa per la mobilità urbana lungo la
litoranea nord. E gli studenti accusano i politici di
uno «scarico di responsabilità»
Fonte:la sicilia
Giuseppe
Lo Re
Sollecitato
il progetto sull'approdo a Tremestieri —
Immancabile,
durante la visita nel capoluogo siciliano, la sosta al
Genio civile Opere marittime. Qui il primo cittadino
ha chiesto di accelerare al massimo le procedure per
la redazione del progetto sulle prime due invasature
(e collegamento via tunnel con la tangenziale) del
secondo approdo a Tremestieri, finanziato con 41
miliardi a seguito della recente firma dell'«accordo
di programma quadro» Stato-Regione per le
infrastrutture. In queste ore si stanno sbrigando le
pratiche per l'affidamento formale dell'incarico di
progettazione. I tempi per la presentazione
dell'elaborato definitivo non dovrebbero essere ancora
molto lunghi: la maggior parte del lavoro consisterà
nel compimento delle indagini geognostiche.
Al via il confronto sul riordino delle coste
— Quarto punto-cardine del «blitz»
palermitano del sindaco è stato la legge sul riordino
delle coste. «Ho avuto su quest'argomento un lungo
confronto con Pellegrino – ha detto Leonardi –
avanzando anche alcuni suggerimenti, legati anche alle
procedure per la sanatoria dell'abusivismo
dilagante».
13/10/2001
Fonte:gds
Centinaia di liceali in
piazza contro i Tir al molo Norimberga
Rosaria
Brancato
A
gridare in piazza contro i Tir, contro gli approdi in
pieno centro adesso sono loro, i giovani. All'appello
del movimento studentesco "I Mamertini"
(nella foto) ieri hanno aderito i licei Maurolico, La
Farina, Seguenza, e rappresentanti del Bisazza, dello
Jaci, del Verona Trento. Slogan e manifesti contro
l'invasione dei Tir, contro la concessione del molo
Norimberga per il nuovo servizio di traghettamento.
"Dopo lo scandalo del Boccetta che ha visto
manifestare studenti e associazioni adesso c'è questo
del Norimberga _ spiega Massimo Cavaleri dei Mamertini
_ altri Tir passeranno nel centro della città, dalla
via Santa Cecilia alla Cannizzaro, fino alla via La
Farina. Noi giovani viviamo la città e ci rendiamo
conto che la situazione della viabilità è paurosa,
dobbiamo fare qualcosa". Il movimento studentesco
ha anche preparato un documento sulla "nuova
ferita nel tessuto urbano, là dove si è già in
condizioni di collasso".
Agli amministratori i giovani, o almeno quelli che
ieri hanno sfilato in corteo per far sentire la loro
voce, chiedono perch‚ gli svincoli di Giostra e
Annunziata siano ancora lontani dal completamento,
perch‚ l'approdo a sud sia una questione della quale
si parla senza che nulla sia stato fatto, perch‚ il
tram procede con tanta leggerezza, perch‚ non esiste
un serio programma di parcheggi e non ci sia alcuna
soluzione al problema della mobilità urbana. Poi,
sulla concessione del Molo Norimberga i Mamertini
chiedono di conoscere le procedure, i metodi seguiti.
Defilato, c'era anche Saro Visicaro: "Sono qui
ultimo della fila perch‚ non vorrei che qualcuno
pensasse che strumentalizziamo gli studenti _ spiega _
siamo stati invitati e siamo qui con gioia nel vedere
che i giovani spesso la pensano diversamente dai
genitori. L'invasione dei Tir blocca l'imprenditoria,
non c'è lavoro, i giovani se ne vanno".
Fonte:gazzetta del sud
Oltre
300 studenti gridano no ai tir
Trecentocinquanta
studenti, soprattutto dei due licei classici “Maurolico”
e “La Farina”, ma anche del magistrale “Bisazza”,
del tecnico-commerciale “Jaci” e dell'industriale
“Antonello”, hanno aderito ieri mattina alla
manifestazione di protesta tenutasi nelle vie del
centro su iniziativa del nuovo movimento studentesco
“I Mamertini”. Il corteo dei giovani è stato
scandito dai vivaci slogan “anti-tir”, e
dall'opposizione all'utilizzazione del molo Norimberga
della zona falcata per l'autostrada del mare
Messina-Salerno in quanto – hanno sintetizzato in un
documento I Mamertini – «aprirebbe solo una ferita
nel tessuto urbano immettendovi correnti di traffico
aggiuntive laddove si è già in condizioni di
oggettivo collasso e di paralisi cui non si sa come
ovviare. Una situazione così grave – affermano –
che non trova riscontro in nessun altra città
italiana».
Fonte: la sicilia
L'Autorità
portuale multa la «Co.Ind.», che per conto del
«Gruppo Franza» stava realizzando una barriera sul
molo
Opere
abusive sul «Norimberga»
Ennesimo
«stop» ai lavori di pavimentazione del molo
«Norimberga», ieri mattina, al termine di un
sopralluogo congiunto, condotto da Capitaneria di
porto, Autorità portuale, Soprintedenza ai Beni
culturali e Circoscrizione doganale.
Violando quanto prescritto nell'autorizzazione del 10
settembre scorso, la «Co.Ind.» – la ditta che sta
svolgendo i lavori per conto della «Servizi
Norimberga», la società consortile che riunisce
diverse imprese portuali che curano le operazioni
d'imbarco, sbarco e instradamento dei mezzi diretti, o
provenienti da Salerno attraverso la nave «Cartour»
– stava realizzando una sorta di barriera in
lamierino zincato al di sopra dei massi «New Jersey»
che circoscrivono l'area adibita alle operazioni
portuali.
«Un intervento a protezione del cantiere che è
autorizzato per due mesi», si è affrettata a
spiegare la direzione lavori ma, comunque, un
intervento privo di ogni di autorizzazione, che ha
portato l'Autorità portuale (titolare dell'area
demaniale) ad adottare un provvedimento d'inibizione
amministrativa.
La barriera (che dovrà essere rimossa) è stata
innalzata, per il momento, fino all'altezza della
stazione navale della Guardia di Finanza, proprio
nella sezione nord-est del «Norimberga» che, nei
prossimi giorni, dovrà accogliere la nave ro-ro del
«Gruppo Franza» che, da martedì scorso, effettua il
collegamento con il porto di Salerno e che, in questi
giorni, è ospitata nella banchina «Marconi».
Scende in campo il circolo di An «L'impegno»
— Sull'autostrada del mare, ieri, è
intervenuto anche il presidente del circolo di An
«L'impegno», Stefano Notti, che ha lanciato due
proposte: invitare il «Gruppo Franza» a non
raddoppiare le corse prima dell'attivazione del
secondo approdo di Tremestieri e invita l'Ente
Ferrovie ad inaugurare una linea similare, magari con
scali intermedi, nel porto di Gioia Tauro.
14/10/2001
Fonte: gds
Impegno
di Fini per il Sud: occasione di sviluppo per il
Paese
Il vicepresidente del
Consiglio: "Il governo risolverà i problemi del
Mezzogiorno"
CROTONE.
Per il governo, il Mezzogiorno con il suo fardello di
problemi ed arretratezze «non è una palla al piede»
e l'Esecutivo è convinto che «nell'arco di una
legislatura non avvierà la soluzione dei problemi, ma
risolverà i problemi». È questa l'opinione del vice
presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, espressa a
margine di un convegno della Confindustria a Crotone.
«Il Mezzogiorno non è una palla al piede - ha detto
Fini - ma può essere una grande occasione di sviluppo
per tutto il paese». Riprendendo il titolo del
convegno che si chiede cosa c'è oltre il ponte, Fini
ha dichiarato che «il ponte deve essere fiducia e
ottimismo. Lo stesso ponte è un simbolo, non solo una
grande opera
infrastrutturale». L'importante, secondo il vice
premier,è che il sud riesca ad essere finalmente
protagonista. Per questo Fini pensa che per il sud
«occorrerà una politica di legislatura, per
risolvere alcune questioni antiche». Secondo Fini, vi
è un'Italia a due facce: una in cui c'è poco stato,
l'altra in cui lo stato non ha fatto il 100% del suo
dovere. «E questa è la realtà del meridione». Fra
i temi più scottanti e più urgenti da affrontare,
Fini ha parlato di legalità, infrastrutture, qualità
della formazione professionale e sistema creditizio.
«Nell'arco di una legislatura - ha concluso il vice
premier - il governo è convinto, non di avviare una
soluzione ma di risolvere i problemi».
15/10/2001
Fonte:gds
Cartour, slitterà di
una settimana il trasferimento al molo Norimberga
Emilio
Pintaldi
Slitta di
una settimana, mentre aumentano proteste e polemiche,
il trasferimento della Cartour al molo Norimberga.
La nave del gruppo Tourist-Caronte, che da una
settimana salpa carica di Tir con destinazione Salerno
rimarrà sino a venerdì in via Vittorio Emanuele.
Intanto, sul molo Norimberga, mentre in città
studenti e comitati manifestano il loro disappunto
(l'ultimo corteo si è tenuito venerdì mattina), si
lavora ritmo serrato. Ma il cantiere della Co.ind, la
società chiamata a realizzare le modifiche necessarie
sotto la direzione dell'ingegnere Salvatore Merlino,
ex assessore comunale, sta incontrando qualche
difficoltà imprevista.
"Sono sorti infatti alcuni inconvenienti - spiega
il segretario generale dell'Autorità portuale Franco
Barresi- nella sistemazione di cosiddetti corpi morti
sui fondali". Si tratta di strutture che rendono
piu' stabile in caso di vento l'ancoraggio della nave.
"Niente paura - spiega Vincenzo Franza
amministratore della Tourist- supereremo ogni cosa,
abbiamo soltanto bisogno di qualche giorno di
tempo".
Tra i progettisti del lavoro commissionato dal gruppo
Franza professionisti esperti del settore come
l'architetto Mariano Tornatore. La nuova linea intanto
va avanti a vele spiegate. L'Autorità portuale ha
trovato un posto all'interno del porto sotto la
propria sede:in via Vittorio Emanuele. Da una
settimana i tir, diretti in Campania si imbarcano dal
molo Marconi nel cuore della città. Una prima
autorizzazione, scaduta ieri, è stata rinnovata sino
a sabato prossimo. Ma l'Autorità portuale punta a
superare le perplessità sollevate dai comandanti
della flotta delle Fs. Gli ufficiali temono per la
sicurezza del traffico navale all'interno del porto.
La Cartour, per non interferire con il traffico delle
ferrovie, sarà spostata sulla parte nordovest del
Norimberga. A patto però che vengano superate le
difficoltà burocratiche legate ad una concessione
rivendicata da una società privata, la Savena, che
per far valere le proprie ragioni si è rivolta al
tribunale amministrativo. La sentenza nelle prossime
ore.
Non si attenuano comunque le polemiche che riguardano
il collegamento tra la rete stradale cittadina ed il
molo Norimberga. I Tir infatti per raggiungere il
prossimo punto di attracco della Cartour dovranno
attraversare il centro:dal viale Europa alla via La
Farina.
Fonte:la sicilia
I
sostituti procuratori Cavallo e De Giorgi acquisiscono
atti sul rilascio della concessione alla «Compagnia
del Mare»
Fiera:
aperta un'inchiesta
Massimiliano
Mondello
Anche la Fiera
finisce nel «mirino» della magistratura. I sostituti
procuratori Angelo Cavallo e Francesco De Giorgi
hanno, infatti,
aperto un'inchiesta sulla concessione che l'Autorità
portuale ha rilasciato, lo scorso 3 agosto, a favore
della «Compagnia del Mare», la società di Gaetano
Mobilia che ha ottenuto l'utilizzo dell'area della
cittadella di viale della Libertà, per i prossimi
quattro anni. I magistrati, accompagnati dagli uomini
del Gruppo investigativo della Pg, hanno fatto
personalmente visita agli uffici di via Vittorio
Emanuele, venerdì scorso, richiedendo copia di una
serie di atti propedeutici al rilascio
dell'autorizzazione «incriminata»: le richieste di
concessione presentate dall'Ente Fiera e dal Comune;
l'atto costitutivo e lo statuto della società di
Mobilia, nonché gli atti relativi all'istruttoria che
ha portato al rilascio della concessione a favore
della «Compagnia del Mare».
Dopo il Tar – davanti al quale la concessione è
stata impugnata dall'avv. Antonio Saitta, per conto
dell'«Iniziativa immobiliare» di Enna – quindi,
anche la magistratura ordinaria accende i riflettori
sul «caso Fiera» e sulla liceità, o meno, dell'iter
che ha portato al rilascio del placet. I vertici
dell'Autorità portuale si dicono sicuri di aver
seguito le procedure previste dalla legge e respingono
le accuse in base alle quali sarebbe stato necessario
pubblicare la domanda per il rilascio della
concessione stessa in base all'art. 18 del Codice
della Navigazione, trattandosi «di concessioni di
particolare importanza e entità». Secondo
l'Authority, infatti, questa prescrizione è prevista
solo per autorizzazioni decennali, o comunque
superiori ai quattro anni.
16/10/20101
Fonte:gds
Smog
sul Viale Boccetta pronto pannello luminoso
Il Comune autorizza l'installazione.
Fornirà dati su inquinamenti
Emilio
Pintaldi
Via
libera all'installazione sul viale Boccetta di uno dei
nove pannelli antismog a display luminosi, acquistati
da Palazzo dei Leoni.
Ad un anno e mezzo di distanza dall'annuncio
dell'iniziativa è arrivata l'autorizzazione del
Comune a sistemare l'apparecchiatura acquistata dalla
Provincia sul balcone della sede dell'Ottavo
quartiere. Il provvedimento è stato firmato ieri
mattina dai dirigenti del gabinetto del sindaco. Per
espletare una serie di semplici passaggi burocratici
ci sono voluti oltre sei mesi.
Nei giorni scorsi a chiedere l'intervento diretto del
primo cittadino erano stati il presidente, Giuseppe
Buzzanca e l'assessore al Territorio, Tanino Sutera.
Il pannello mostrerà ai passanti 24 ore su 24 i dati
sulla qualità dell'aria che si respira su una delle
arterie piu' trafficate della città a causa del
passaggio di tir ed auto diretti agli imbarcaderi
privati.
Sullo schermo confluiranno i dati raccolti dalle
centraline di rilevamento piazzate davanti al liceo
Archimede ed agli imbarcaderi del viale della
Libertà. In tempo reale un computer centrale
analizzerà le concentrazioni di anidride soforosa e
di "Pm10", la famigerata polvere prodotta
dai motori diesel. Nel caso in cui vengano superati i
liveli di emergenza, oltre ad essere avvertita in
tempo la popolazione che potrà scegliere se
percorrere il viale inquinato, dovrebbe scattare un
piano di sicurezza.
Il contenuto delle misure da adottare, che dovrebbe
prevedere anche la chiusura dello svincolo, deve
comunque essere ancora adottato. L'iniziativa
dell'assessorato all'Ambiente della Provincia retto
dal forzista Sutera, coinvolge anche le zone
maggiormente a rischio della provincia, in particolare
il Milazzese, dove esistono insediamenti industraili
come la centrale Enel e la Raffineria.
Nelle scorse settimane sono stati montati altri otto
pannelli: 2 a Pace del Mela (1 a Giammoro e l'altro
davanti al Comune del centro tirrenico); 1 a Gualtieri
Sicamino (piazza Municipio); 1 San Filippo del Mela
(davanti al Comune); 1 aValdina (frazione
Fondachello); 1 a Condrò (scuola elementare); 1 a
Santa Lucia del Mela (municipio). Anche in questo caso
la Provincia ha incontrato diverse difficoltà
burocratiche.
Soltanto tre comuni, Condrò, Gualtieri Sicaminò e
San Filippo del Mela, hanno già fornito all'ente il
collegamento telefonico indispensabile per la
trasmissione, via modem, dei dati rilevati dalle
centraline al sistema computerizzato.
Fonte: gazzetta del sud
Ponte / Consulente
ministeriale incontra l'Authority
Alessandro
Tumino
È
arrivato ieri a Messina il prof. Oliviero Baccelli, 30
anni, ricercatore del Centro di Economia regionale dei
trasporti e del turismo dell'Università “Bocconi”
di Milano. In rappresentanza del dipartimento
bocconiano, diretto dal prof. Lanfranco Senn – che
ha fatto parte del pool di advisor che l'aprile scorso
si è pronunciato sui profili economico-finanziari e
socio-ambientali del Ponte sullo Stretto – il prof.
Baccelli (assieme al docente di Economia urbana Gianni
Gorla, l'architetto Anna Grazia Caricato, il
ricercatore catanese Giuseppe Siciliano) sta compiendo
alcune “visite” alle istituzioni di Messina e
Reggio Calabria con l'obiettivo di raccogliere
elementi per uno studio ulteriore, commissionato dal
Ministero delle Infrastrutture. «Si tratta – spiega
il prof. Baccelli – di un approfondimento in
prosieguo dell'attività di consulenza che come Centro
di Economia regionale della “Bocconi” abbiamo
elaborato, quale advisor, insieme all'associazione
temporanea di imprese composta dalla “Price
Waterhouse Coopers” di Londra e Roma, dalla “Net
Engeneering” di Padova e dalla Sintra di Napoli.
L'approfondimento – spiega – disposto ai primi
d'agosto, e da completare entro novembre, si concentra
sulle opportunità di nuovi investimenti collegate
alla grande infrastruttura. In particolare, valutiamo
non solo le aree oggi assoggettate al traffico
ferroviario o ai servizi di traghettamento che con
l'attivazione del collegamento stabile verrebbero
dismesse, ma anche nuove aree utilizzabili per
investimenti, in conseguenza della maggiore
accessibilità che il Ponte sullo Stretto garantirebbe
rispetto alle attuali forme di collegamento. E ancora
– conclude – una valutazione sui tempi che avrà
la “deviazione dei traffici” dal momento in cui
sorgerà il Ponte». Ieri il ricercatore è stato
ricevuto dal presidente dell'Autorità portuale
Giuseppe Vermiglio e da un rappresentante del Comune.
Oggi incontrerà il comandante della Capitaneria di
porto Carmelo Maccarone e il responsabile della
sezione Demanio Fabio Rottino. Il prof. Vermiglio ha
fornito alcuni dati sull'attuale momento storico
vissuto dal porto con riferimenti al progetto
finanziato dallo Stato per il “Terminal
multifunzionale” al molo Norimberga; all'obiettivo
determinante di un asse di collegamento tra il sistema
autostradale e il porto; all'approdo in corso di
progettazione per le aree di Tremestieri; al progetto
di “Parco museale della Cittadella” proposto dalla
Soprintendenza per le aree vincolate della zona
falcata.
17/10/2001
Fonte:gds
Approdo di Tremestieri,
l'"Amadeus" chiede al Tar di fermare il
progetto
Emilio
Pintaldi
Rischia
il naufragio l'approdo di Tremestieri. C'è un nuovo
ostacolo davanti ai progetti del Comune. A rivolgersi
al tribunale amministrativo di Catania, il cavaliere
Amedeo Matacena, ex socio della Caronte e titolare
della società "Amadeus".
Il vulcanico ottantenne non si arrende e continua a
dare battaglia su tutti i fronti all'amministrazione
comunale ed agli imprenditori che operano sullo
Stretto. L'imprenditore di origini napoletane ha
impugnato davanti ai giudici amministrativi l'accordo
di Tremestieri sottoscritto nel maggio scorso a
Palermo dall'allora presidente della Regione Vincenzo
Leanza e dal sindaco Salvatore Leonardi.
Nel mirino di Matacena anche tutti gli atti successivi
varati dal Comune. Ad approntare un dettagliatissimo
ricorso gli avvocati Alessandro Aragona, Guido Barbaro
e Rosario Magnano. Nel documento vengono sollevati una
serie di cavilli e vengono chiamati in causa i piani
regionale e nazionale dei trasporti.
Quell'accordo, secondo Matacena, è illegittimo in
quanto il presidente protempore doveva essere
autorizzato dalla sua giunta di governo. E non è
tutto. La previsione di un approdo commerciale a sud
con lo sbarco di navi Ro-ro inserita nell'accordo, non
sarebbe stata mai contemplata dal piano dei trasporti
dell'isola. Il piano nazionale dei trasporti poi
indicherebbe quali stazioni di partenza siciliane per
le cosiddette autostrade del mare i porti di Palermo e
Catania.
Il porto di Tremestieri stravolgerebbe queste
indicazioni andando a cozzare con l'intero sistema
disegnato dagli esperti. Questo però metterebbe in
discussione la stessa linea Messina-Salerno avviata
recentemente dal gruppo Tourist Caronte e già al
centro di roventi polemiche.
Davanti al Tar sono finiti anche una serie di delibere
e provvedimenti varati dal Comune: si va dalla
delibera del 16 febbraio scorso che attiva la
procedura dle project financing per la costruzione
dell'opera a Tremestieri, all'avviso pubblico
deliberato dal sindaco. In entrambi i casi, secondo il
ricorso, sarebbe stata necessaria un'espressa
autorizzazione da parte del consiglio comunale.
Matacena, che negli anni scorsi aveva presentato un
progetto per la realizzazione di un approdo a
Tremestieri, ha più volte ingaggiato battaglie legali
contro le istituzioni locali e l'autorità portuale. I
suoi progetti, secondo l'imprenditore, sarebbero stati
sempre osteggiati. E' in corso, sempre su denuncia
dello stesso Matacena, un procedimento davanti
all'autorità dell'Antitrust nazionale che dovrebbe
stabilire se nello Stretto siano stati violati i
principi di libero mercato.
In tema di approdi ma soprattutto di Tir, c'è da
registrare una novità. Del traffico gommato e dello
smog provocato da quest'ultimo si occuperà questa
mattina a partire dale 12,30, in diretta radiofonica,
la trasmissione Rai "radio a colori"
condotta da Oliviero Bea.
E' previsto un confronto che promette scintille tra
Saro Visicaro, portavoce del comitato La nostra città
ed il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe
Vermiglio. Tra gli interventi programmati anche quello
del presidente della Regione Totò Cuffaro.
Fonte:gazzetta del sud
Dovrebbe insediarsi a
breve un pool di tecnici ed esperti
Una task force antitraffico
Il comandante Ferlisi sentito dai consiglieri
Lucio
D'Amico
Sono
i temi della viabilità a caratterizzare la giornata
politico-amministrativa a Palazzo Zanca. In mattinata
il comandante della polizia municipale Calogero
Ferlisi e il dirigente della ripartizione Domenico
Signorelli sono stati sentiti in audizione dalla
quinta commissione consiliare mentre l'assessore
Salvatore Rizzo incontrava i rappresentanti dei
lavoratori delle cooperative alle quali
l'amministrazione comunale ha deciso di affidare in
proroga, fino a gennaio, la gestione delle aree
destinate alla sosta a pagamento. E sui parcheggi in
serata si è aperto il confronto all'interno della
giunta, per definire le prossime modalità di gara
relative alla concessione delle aree inserite nel
perimetro urbano. Saranno avviate procedure di
evidenza pubblica alle quali potranno partecipare sia
il Consorzio costituito dalle cooperative che finora
hanno gestito il servizio sia altri raggruppamenti. Il
sindaco Leonardi, in ogni caso, intende insediare al
più presto una “task force” di tecnici ed esperti
antitraffico, anche in vista della consueta emergenza
collegata alle fesitività del periodo natalizio.
L'incontro con i consiglieri comunali era stato
sollecitato nei giorni scorsi dal comandante dei
vigili urbani. E a spiegare i motivi è lo stesso
Ferlisi: «Bisogna mettersi in testa che l'emergenza
viaria è destinata a proseguire fino a quando non
termineranno i lavori in corso che hanno coinvolto le
principali strade del centro. Occorre, dunque, il
massimo sforzo unitario ed una più stretta
collaborazione tra gli uffici». Non c'è alcuna
intenzione di accendere inutili polemiche – aggiunge
Ferlisi – «ma si devono evitare le discrasie che in
alcuni casi, purtroppo, si sono registrate riguardo
all'apertura o alla chiusura dei cantieri del tram e
all'allestimento della segnaletica in occasione di
alcune modifiche di sensi unici o di divieti». Il
comandante della polizia municipale chiede aiuto,
collaborazione e comprensione per le insufficienze
dell'azione di prevenzione, vigilanza e repressione
svolte dal corpo dei vigili urbani. «Non mi è mai
piaciuto – ribadisce Ferlisi – accampare
giustificazioni ma ci sono alcuni dati obiettivi: tra
assenze per malattie, periodi di riposo e di ferie e
tolti gli agenti impegnati in settori diversi dalla
mobilità urbana, il numero dei vigili quotidianamente
in azione sul territorio comunale è inferiore a 300.
Se si considera la divisione in quattro turni di
lavoro, ci ritroviamo con 70 unità nei quattro
periodi della giornata. In condizioni normali potremmo
anche farcela senza problemi, ma nell'attuale
situazione di emergenza è difficile pretendere di
più da chi opera sulla strada». Ferlisi ha anche
sottolineato la necessità di rivedere alcuni
provvedimenti che creano enormi disagi, come il doppio
senso di circolazione sul viale Regina Margherita fino
all'incrocio con viale Boccetta (davanti al liceo
Archimede). Secondo il comandante, sarebbe il caso di
tornare al sistema delle fasce orarie (senso unico
nord-sud tra le 7 e le 9, sud-nord tra le 12 e le 14)
o, comunque, studiare altre soluzioni. Quello dei
parcheggi resta uno dei nodi più spinosi che
l'amministrazione comunale non è riuscita ancora a
sciogliere. Rimane bloccato il programma di
realizzazione dei parcheggi d'interscambio, in attesa
di conoscere l'esito del ricorso al Tar presentato
dall'Ordine degli architetti contro le modalità di
affidamento delle progettazioni disposte dal Comune. E
la “querelle” sui parcheggi a pagamento si è
trascinata per troppi mesi. Il sindaco e l'assessore
Rizzo hanno chiesto alle due cooperative alle quali è
stata concessa la proroga di avviare da oggi il
servizio senza ulteriori rinvii. Per quanto riguarda
il destino dei lavoratori delle altre ditte escluse,
in quanto accusate di morosità nei confronti del
Comune, non si è riusciti finora a trovare una
soluzione in grado di contemperare le esigenze
dell'ente locale con il diritto al lavoro di chi da
anni svolge un'attività che riveste, comunque, un
interesse pubblico».
Fiera / Gli
impegni del nuovo commissario
Niente “funerali”
Ma restano pesanti incognite
Non vuol
passare alla storia come l'impresario di pompe funebri
inviato da Palermo per celebrare il funerale della
Fiera di Messina. Il commissario Fabio Caruselli ha le
idee chiare ed è sbarcato in riva allo Stretto con
due precisi obiettivi: gestire l'attuale fase di
emergenza garantendo la sopravvivenza dell'Ente
fieristico e programmare da subito, con il concerto
delle istituzioni locali, un piano di rilancio per il
futuro. L'avvocato di Palma di Montechiaro, nominato
dall'assessore regionale alla Cooperazione Michele
Cimino, si è presentato ieri alle autorità
cittadine, incontrando il sindaco a Palazzo Zanca e
partecipando al vertice svoltosi a Palazzo del
Governo, convocato dal prefetto Marino su richiesta
delle organizzazioni sindacali. Alla riunione di ieri
mattina hanno preso parte, oltre a Caruselli e a
Leonardi, i rappresentanti della Camera di commercio e
della Provincia, il presidente e il segretario
generale dell'Autorità portuale, i sindacalisti Maio
e Triglia della Cgil, Bernava e La Rosa della Cisl,
Benanti della Uil. Sul tavolo del prefetto i sindacati
hanno posto le preoccupazioni per il futuro dei 14
dipendenti e il timore che ci sia un disegno mirato a
cancellare definitivamente Messina dal panorama delle
Fiere italiane. Il commissario ha dato ampie
assicurazioni circa la volontà da parte del Governo
siciliano di valorizzare le potenzialità dell'Ente
fieristico dello Stretto. Ma i problemi sono di tale
portata da richiedere davvero una mobilitazione dei
soggetti pubblici e privati. Caruselli ha dichiarato
che l'assessorato regionale al Territorio non ha
approvato l'accordo di programma stabilito dal
precedente commissario con la Compagnia del Mare e
questo è un elemento che potrebbe inficiare la stessa
concessione rilasciata dall'Autorità portuale. La
guerra, però, non serve a nessuno e già ieri sera
Caruselli ha avuto un incontro con il presidente della
Compagnia del Mare, Gaetano Mobilia, per cercare di
rivedere e correggere alcuni aspetti della
convenzione. La questione dello svolgimento delle
manifestazioni fieristiche s'intreccia ovviamente con
quella degli interventi di manutenzione ordinaria e
straordinaria. I cantieri dovrebbero aprire a breve,
anche se già si perduto del tempo prezioso.
L'Autorità portuale ha confermato che si tratta di
lavori non più rinviabili, viste le condizioni
fatiscenti in cui versano i padiglioni e le altre
strutture della cittadella. Come fare per salvare
alcune delle manifestazioni programmate per il
2001-2002, è ancora tutto da chiarire. Ma il punto
forse più importante della riunione è quello che
riguarda il futuro oltre l'emergenza. Ed è
significativo che sia il commissario, sia i
rappresentanti della Camera di commercio e delle
organizzazioni sindacali, hanno espresso valutazioni
concordi, riaffermando la necessità di trovare un
altro sito per la creazione di un nuovo e moderno polo
fieristico, collegato alla zona produttiva della
città, alle uscite autostradali e ai nuovi approdi.
L'area ideale sembra essere quella dell'ex Sanderson e
il Governo regionale ha già dichiarato il prossimo
assenso ad esaminare la fattibilità del progetto
presentato tre anni fa da Cgil, Cisl e Uil. Le parti
torneranno a confrontarsi entro il 15 novembre.
Fonte:la sicilia
Navigazione
Fs, la Rsu proclama per domani uno sciopero
«solidale»
Singolare
iniziativa di lotta, quella assunta ieri dalla Rsu
della divisione Navigazione dell'Ente Ferrovie: i
marittimi hanno dichiarato lo sciopero, ma non
l'attueranno e devolveranno un'ora della loro
retribuzione a favore dell'Alto commissariato dell'Onu
per i rifugiati, nel quadro dell'emergenza afgana. Uno
sciopero «solidale» che verrà messo in pratica
nella giornata di domani e che, comunque, si basa su
forti recriminazioni nei confronti della politica
aziendale nello Stretto che, «sta portando a
risultati disastrosi – si legge nella nota – con
ripercussioni negative sulla qualità del servizio e
sulla stessa efficienza e sicurezza delle navi... La
cieca politica di abbattimento dei costi, abbinata a
uno scandaloso sistemi di appalti per manutenzioni e
forniture ha prodotto guasti irreversibili e degradato
la già vetusta flotta... La mancanza di una seria
politica del personale e il continuo ricorso al lavoro
straordinario, poi, sta portando ad un depauperamento
delle professionalità finora esistenti...» Il segno
tangibile della protesta, dopo il placet della
Capitaneria, sarà l'emissione di un lungo sibilo
tramite le sirene di bordo, da parte delle navi che
entrano e escono dal porto.
18/10/2001
Fonte: gds
Tir a Boccetta
Il frastuono continuo dei
camion Così si è aperto il programma. Contestato
l'utilizzo del molo Norimberga per la nuova linea di
traghetti con Salerno. Il presidente della Regione,
Cuffaro: "I ritardi per la realizzazione di altri
approdi dovuti alla mancanza dei progetti
esecutivi"
Emilio
Pintaldi
L'inferno
dei Tir sul Boccetta sbarca per mezz'ora su Radio Rai
ed il presidente della Regione ribadisce l'impegno del
governo sulla realizzazione di un nuovo approdo che
liberi la città dal traffico pesante. E' tutto quello
che Oliviero Beha, conduttore di "Radio a
colori", ieri, in diretta, ha potuto strappare ai
rappresentanti delle istituzioni ai quali ha promesso
che tornerà sull'argomento.
Trenta minuti di diretta sono comunque serviti a
trasmettere via etere il disagio dei cittadini.
Durante il programma, Beha, coadiuvato da Paola Lupi,
arrivata in catamarano due ore prima dell'inizio della
puntata, ha toccato i punti cruciali del problema: gli
svincoli finanziati e mai completati, il nuovo punto
di attracco al molo Norimberga e persino il ponte
sullo Stretto.
Non ci sono state quelle scintille possibili tra il
portavoce del comitato "La nostra città",
Saro Visicaro ed il presidente dell'Autorità
portuale, Giuseppe Vermiglio. Il collegamento è
saltato dopo pochi minuti di conversazione in cui
Vermiglio ha soltanto parlato degli aspetti tecnici
dei finanziamenti che riguardano l'attività portuale
senza spiegare le ragioni che hanno spinto il comitato
portuale a non posticipare l'avvio del collegamento
Messina-Salerno approntato dalla
"Tourist-Caronte" e destinato ad ingolfare
maggiormente il traffico cittadino.
La trasmissione si è aperta alle 12,30 con il
frastuono provocato dai Tir a tutte le ore del giorno
e della notte. Dall'inviata, che ha contato i passaggi
dei mezzi pesanti in diretta, Beha, ha avuto la
conferma sull'esattezza delle cifre impressionanti
arrivate in studio: dal Boccetta transita un Tir ogni
tre minuti. A sottolineare la drammaticità del
problema, Saro Visicaro e Giuseppe Ministeri leader
del movimento giovanile "I Mamertini", 17
anni, studente liceale.
"Il problema dei Tir - ha spiegato Viscaro- non
si è mai risolto perchè sono prevalsi gli interessi
dei traghettatiori che dalla rada San Francesco in
soli 15 minuti arrivano sull'altra sponda".
Visicaro ha contestato l'utilizzo del molo Norimberga
per il traghettamento: "La ristrutturazione di
quel molo - ha spiegato il leader del movimento
antitir - è stata finanziata soltanto perchè il
piano dei trasporti in quel sito prevede uno scalo
commerciale".
A Gianfranco Scoglio, assessore comunale alle
Infrastrutture, il compito di difendere gli
amministratori dall'accusa di non essersi impegnati a
fondo nella realizzazione del nuovo svincolo
Giostra-Annunziata finanziato con 250 miliardi
nell'87. "Gli stanziamenti - ha spiegato Scoglio
sono arrivati soltanto nel '94 e la consegna dei
lavori è avvenuta nel '95". I sei anni di
differenza, secondo Beha, sono giustificati dal modo
tutto insulare di realizzare le opere pubbliche.
Da Totò Cuffaro una parola di conforto che non è
comunque servita a tranquillizzare nè il conduttore
nè i comitati: "Abbiamo previsto - ha spiegato
il presidente - per la prima volta in un accordo di
programma il finanziamento della progettazione. Senza
i progetti esecutivi non possiamo finanziare le
opere". L'accordo a cui ha fatto riferimento
Cuffaro che stanzia 41 miliardi per Tremestieri, per
la cronaca, è stato impugnato nei giorni scorsi
davanti al Tar dall'amministratore della
"Amadeus", Armadeo Matacena.
Nel
futuro due approdi per evitare il transito dei camion
dalla città
Rosaria Brancato
La
realtà quotidiana è quella dei Tir, non solo nel
Boccetta, ma dall'introduzione delle fasce orarie
anche nel viale Europa, viale Gazzi, via La Farina. Il
futuro al momento è nei progetti, negli impegni
presi. Ci sono due punti fermi: l'accordo di programma
siglato nei mesi scorsi e la delibera del giugno 2000
sul doppio approdo, che indica una doppia soluzione al
problema dei mezzi pesanti, un attacco a Tremestieri
(da realizzare prioritariamente) ed uno
all'Annunziata.
L'accordo di programma siglato alla Regione prevede i
finanziamenti per la realizzazione dell'approdo a sud,
a Tremestieri, 41 miliardi per quello che è stato
definito un attracco d'emergenza in attesa delle
strutture definitive e per le opere di collegamento
con gli svincoli e la viabilità. Sono state inoltre
attivate le procedure per la presentazione dei project
financing per la realizzazione dell'approdo di
Tremestieri.
Nel frattempo l'armatore Matacena ha presentato un
ricorso al Tar giudicando illegittimo l'accordo
raggiunto dall'allora presidente Leanza senza
autorizzazione della sua giunta. I Tir dovrebbero
raggiungere l'attracco a sud dallo svincolo di
Tremestieri o da quello di San Filippo (che dovrebbe
essere inaugurato nelle prossime settimane).
Nel frattempo la città deve fare i conti con i tir.
Unico correttivo, contestato dalle circoscrizioni
della zona sud, sono state le fasce orarie. Il 30
ottobre scade l'ultima proroga, ma non è stta ancora
individuata una soluzione definitiva. L'assessore
Rizzo ipotizza il divieto di transito notturno per i
Tir dal Boccetta, ma al momento non c'è alcuna
decisione ufficiale.
Altro provvedimento in vigore è quello dell'obbligo
per i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose
di usare esclusivamente di notte il solo svincolo di
Tremestieri. Il provvedimento da temporaneo è
diventato definitivo a fine settembre.
Fonte: gazzetta del sud
Il ministero delle Infrastrutture e
Trasporti ha convocato le Authority di Messina,
Catania e Palermo
Via del Mare, si
stringono i tempi
Alessandro
Tumino
Il
recupero del porto e l'urgenza del suo collegamento
con l'autostrada. Sono i tasselli chiave dello
sviluppo: in rapporto alla posizione nel mar
Mediterraneo e al problema dei tir. Ma se è in corso
il rilancio delle banchine, la “via del mare”
segna il passo. Si pensi alla bocciatura del progetto
d'ampliamento della già tracciata Gazzi-San Raineri.
Adesso, finalmente, qualcosa si muove tra l'Autorità
portuale, il Comune e... il Governo. Dopo l'annuncio
da Palermo, sulla disponibilità di 21 miliardi per
l'intera Via del mare “Norimberga-Tremestieri”, si
è appreso ieri che di quest'obiettivo così
importante si discuterà il prossimo 23 ottobre, alle
11.30, in una riunione sulle “Autostrade del mare”
che è stata convocata, a Roma, dal Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti. A quest'incontro, cui
parteciperanno, tra gli altri, l'Anas, la Società
Autostrade e l'Iri, sono state invitate le Autorità
portuali di Messina, Catania e Palermo. Partiranno
dunque per la capitale il presidente dell'Authority
Giuseppe Vermiglio e il segretario generale Franco
Barresi. «Questo Ministero – ha scritto alle
Authority il dirigente generale ing. Amedeo Fumero –
ha avviato approfondimenti finalizzati
all'individuazione del complesso di azioni necessarie
a favorire lo sviluppo delle “Autostrade del mare”
che deriva dagli indirizzi strategici del Piano
generale dei trasporti. In tale contesto – aggiunge
il delegato del ministro Lunardi – sono stati
avviati incontri con tutti i soggetti interessati alla
gestione delle infrastrutture, dei servizi di
trasporto e della logistica, con riferimento alle
modalità di trasporto, nel corso dei quali sono
emersi punti di forza e di debolezza dei progetti».
Da qui l'esortazione alle realtà locali. «Per
completare il quadro informativo – scrive il
Ministero – si rende necessaria una puntuale
disamina delle problematiche di natura
infrastrutturale con riferimento sia ai caratteri
costitutivi del singolo porto sia ai collegamenti con
la rete lineare ferroviaria e stradale». L'ultima
frase tocca Messina nel vivo delle sue speranze. E
infatti i vertici dell'Autorità portuale hanno deciso
di portare al tavolo romano un prospetto di interventi
e finanziamenti in cui il ruolo più consistente e
strategico è appunto attribuito al progetto
preliminare della “Via del mare” che è stato
delineato d'intesa con il Comune che ha affidato un
incarico all'ing. Salvatore Lanzafame. La
configurazione finanziaria dell'opera è stata
sdoppiata: 28 miliardi vengono chiesti per la parte
della strada che ricadrà nella circoscrizione
portuale e altri 100 miliardi per il tratto più lungo
che dal cavalcavia della via La Farina (laddove
finisce la giurisdizione dell'Authority) dovrà
raggiungere, lungo il demanio marittimo, lo svincolo
autostradale di Tremestieri. Un'altra richiesta di
finanziamento verrà presentata dall'Authority al
Governo e riguarda (per ulteriori 10 miliardi e 500
milioni) il Terminal multifunzionale “ferro-gomma”
che nel corso del 2002 sarà realizzato al molo
Norimberga. In questo momento, all'Ufficio Contratti
del Ministero delle Opere pubbliche si sta chiudendo
la prima fase dell'appalto da 25 miliardi per la
ristrutturazione delle grandi banchine: entro il 21
novembre dovranno presentarsi le offerte.
Radiorai
scopre l'emergenza tir
Grazie a
Radiouno e al giornalista Oliviero Beha il vero “caso
Messina”, cioè la schiavitù della città
attraversata ogni giorno da migliaia di auto e tir da
e per il Continente, ha avuto per circa 30 minuti una
risonanza nazionale. Nel corso della trasmissione
radiofonica, andata in onda ieri a mezzogiorno, si è
discusso del problema del traffico gommato pesante,
dei finanziamenti impegnati e di quelli ancora di là
da venire, delle autorizzazioni rilasciate per
l'utilizzo del molo Norimberga e dei progetti dei
nuovi approdi. Sono intervenuti il presidente della
Regione Totò Cuffaro, il presidente dell'Autorità
portuale Giuseppe Vermiglio, il portavoce del comitato
“La nostra città” Saro Visicaro, il segretario
del movimento studentesco “I Mamertini” Giuseppe
Ministeri. La limitatezza del tempo a disposizione non
ha consentito un approfondimento di tematiche che non
si scoprono certo oggi, anche se c'è chi vorrebbe
intestarsi le “crociate” anti-tir dell'ultima ora.
La mobilitazione della società civile ha un valore
straordinario ma ciò di cui la città ha bisogno sono
risposte concrete, progetti che diventano opere
compiute, sforzandosi di far andare a braccetto le
esigenze pubbliche con i sacrosanti diritti degli
imprenditori del settore ad investire energie e
risorse per ampliare l'offerta e non escludere Messina
dal circuito dei traffici portuali, commerciali e
turistici. È giusto urlare al mondo che la nostra
città non ne può più di pagare a senso unico il
pesantissimo tributo, anche in costi di vite umane, a
nome dell'intera Isola. Lo si è da fatto da decenni,
seppur a fasi alterne e talvolta soltanto sull'onda
emozionale seguita ai drammatici, spesso tragici,
incidenti verificatisi sul Boccetta. Ma imbracciare un
fucile e sparare ogni giorno alla luna non ha alcun
senso. Oggi è il tempo delle azioni concrete.
L'amministrazione comunale ha imboccato un percorso
che, seppure criticabile in molti suoi aspetti, a
questo punto non può non essere portato a compimento,
con la costruzione dei nuovi approdi e il recupero
della rada di San Francesco e del water-front. Il
Governo siciliano, come ha confermato ieri Cuffaro, ha
stipulato un accordo di programma e stanziato
centinaia di miliardi che devono servire alla
realizzazione delle necessarie arterie di collegamento
tra i nuovi punti di imbarco e le uscite autostradali,
in grado di eliminare l'interferenza tra il traffico
di attraversamento e la viabilità cittadina. Il
Governo nazionale deve pretendere l'attuazione
definitiva dell'accordo di programma del '90 e ciò
avverrà solo quando verranno ultimati gli svincoli di
Giostra e dell'Annunziata. Bisogna far di tutto
perchè gli impegni presi siano mantenuti e perchè
non passino altri decenni prima di veder risolta
l'emergenza-tir. In tale contesto, però, non ha alcun
senso “demonizzare” le iniziative dei privati,
pretendere che investano altrove, chiedere al
presidente Vermiglio di non fare il proprio lavoro,
che è quello di rilanciare le prospettive di sviluppo
del porto, non certo di chiuderlo o imbalsamarlo in un
museo archeologico. (l.d.)
19/10/2001
Fonte:gds
Inquinamento
a Boccetta
Sotto inchiesta in quattro
Rosaria
Brancato
Quattro
avvisi di conclusione indagini del sostituto
procuatore Giuseppe Farinella, nell'ambito
dell'inchiesta sull'inquinamento del viale Boccetta.
Un'arteria costamente al centro di polemiche e
proteste per l'attraversamento dei Tir. Una
"questione", che è approdata anche a
Palazzo Piacentini, per un esposto del comitato
"La Nostra Città".
Rischiano di ricevere una richiesta di rinvio a
giudizio: l'ex sindaco Franco Providenti, l'attuale
primo cittadino, Salvatore Leonardi, l' ex assessore
all'Ambiente, Enza Sofo e l'attuale responsabile del
settore, Giuseppe Santalco. L'accusa è omissione
d'atti d'ufficio e violazione della normativa in
materia di ambiente.
Secondo quanto denunciato dal comitato antiTir, gli
amministratori avrebbero violato le leggi
sull'inquinamento. Una, in particolare la norma tirata
in causa: quella che nel marzo dell'83, poi modificata
a maggio '88, obbligava gli enti locali ad un costante
monitoraggio della qualità dell'aria sull'intero
territorio comunale. Un anno più tardi gli inquirenti
imputano agli ex ed agli attuali amministratori
comunali, di aver omesso di intervenire per impedire
l'emissione di sostanze inquinanti, soprattutto sul
viale Boccetta, attraversato ogni anno da migliaia di
Tir, camion e automobili.
"La Nostra Città" fece riferimento ad una
analisi eseguita tra il '96 e il '98 dall'istituto di
Chimica organica dell'università. Una relazione di
150 pagine, rimasta per anni nei cassetti di palazzo
Zanca e che il sindaco Leonardi dichiarò di non avere
mai visto. Gli esperti della facoltà avevano
accertato in oltre cinque mesi che i livelli di
benzene e anidride solforosa, composti altamente
cancerogeni, superavano di quasi il 40 per cento il
tetto consentito.
19/10/2001
Fonte: gazzetta del
sud
Boccetta /
Concluse le indagini
L'inchiesta
della Procura sull'inquinamento ambientale del
Boccetta e sulle relative responsabilità
amministrative è chiusa. Il procuratore aggiunto Pino
Siciliano e il sostituto procuratore Giuseppe
Farinella hanno infatti inviato l'avviso di
conclusione delle indagini a quattro persone (la
posizione dell'ex assessore Ferdinando Barone, che
originariamente compariva nel procedimento, è stata a
quanto pare archiviata). Un'altra tappa quindi
nell'indagine che nel maggio scorso ha registrato
l'invio di cinque informazioni di garanzia al sindaco
Salvatore Leonardi, all'assessore Giuseppe Santalco,
all'ex sindaco Franco Providenti, alla sua vice Enza
Sofo e all'ex assessore Ferdinando Barone. I
magistrati ipotizzano una serie di reati
amministrativi e ambientali in relazione ai tanti anni
di inquinamento sopportati dai residenti del Boccetta.
Dopo una lunga serie di accertamenti e relazioni
tecniche, e dopo aver sentito tutti gli indagati, i
magistrati contestano a Leonardi, Santalco, Providenti
e Sofo i reati previsti dagli articoli 674 e 659 del
codice penale, vale a dire «Getto pericoloso di
cose» e «Disturbo delle occupazioni e del riposo
delle persone»; per completare l'imputazione viene
inserito l'art. 40 del codice penale, che si occupa
del rapporto di causalità («non impedire un evento
che si ha l'obbligo di impedire, equivale a
cagionarlo»). Si tratta di reati contravvenzionali.
Non è più probabilmente contestata la fattispecie
dell'omissione di atti d'ufficio, che in un primo
tempo faceva parte del quadro accusatorio. ( n.a )
Fonta la sicilia
Boccetta:
inchiesta sull'inquinamento
Nanni Novi
Nello
scorso mese di maggio la Procura aveva fatto
notificare 5 avvisi di garanzia ad altrettanti
amministratori comunali accusati a vario titolo di
aver violato gli articoli 659 e 674 del Codice penale,
in materia d'inquinamento acustico ed atmosferico e di
omissione in atti d'ufficio. L'inchiesta era relativa
al viale Boccetta, attraversato ogni anno da milioni
di auto e di Tir. Destinatari dei provvedimenti l'ex
sindaco, Franco Providenti; l'attuale primo cittadino,
Turi Leonardi; gli ex assessori Enza Sofo e Nando
Barone e l'attuale Giuseppe Santalco. Dopo quasi 5
mesi scompare dall'inchiesta Nando Barone, mentre agli
altri quattro il sostituto procuratore, Giuseppe
Farinella, ha fatto notificare l'avviso di conclusione
indagini. L'inchiesta era scattata dopo una serie
d'esposti relativi a presunte violazioni di alcune
norme in tema d'inquinamento, omettendo di eseguire un
costante monitoraggio della qualità dell'aria.
L'armatore
greco Giorgio Poulides «Messina ha un'importanza
strategica»
«Messina
ha una posizione strategica e noi la consideriamo un
porto d'imbarco di grande rilievo». Giorgio Poulides
è oggi uno dei più ricchi armatori del mondo. Greco
come Onassis, presiede la “Festival Crociere”, la
compagnia che può vantarsi di avere nella sua flotta
un gioiello come la “European Vision”, 783 cabine
e 132 suites nelle quali lo scorso mese di luglio
hanno alloggiato, tranne il presidente degli Usa Bush,
tutte le delegazioni straniere partecipanti al G8 di
Genova. A spiegare il perchè Messina sia stata scelta
tra le tappe fondamentali del giro del Mediterraneo
che la “European Stars”, gemella della nave
ammiraglia, compirà a partire dalla prossima
primavera, è lo stesso armatore: «Ho ceduto alle
continue e benevoli insistenze del mio amico messinese
Sergio Billè». In effetti il presidente nazionale
della Confcommercio ha svolto un rilevante ruolo di
mediazione, nella consapevolezza che il turismo
crocieristico rappresenta uno dei settori più
importanti per il rilancio dell'economia cittadina.
«Il porto dello Stretto – afferma Poulides – ha
un grande prestigio, per questo lo abbiamo inserito
nel circuito delle crociere settimanali che comprende
anche Genova, Napoli, Tunisi, Palma di Maiorca,
Barcellona e Marsiglia. Nei prossimi giorni daremo
informazioni molto più dettagliate. Il dato certo,
per ora, è che la linea sarà attivata dall'aprile
2002. La nostra nave è in grado di ospitare più di
mille passeggeri». Poulides conferma l'intenzione di
venire a Messina nelle prossime settimane, per
illustrare pubblicamente l'iniziativa e per instaurare
un rapporto proficuo e duraturo con l'intera città.
L'armatore greco è al corrente che in questo momento
il nostro porto è un cantiere aperto. Da un lato,
infatti, sono in via di ultimazione i lavori di
consolidamento delle banchine lungo la Cortina,
dall'altro cominceranno a breve, entro la fine di
novembre, gli auspicati interventi di ristrutturazione
e di riqualificazione del molo Norimberga, destinato
ad ospitare il “terminal multipurpose” per il
traffico marittimo commerciale. Ma il presidente della
“Festival Crociere” crede in questa scommessa e
nelle potenzialità di una città che, pur schiacciata
dalla concorrenza di Catania e di Palermo, può
ritagliarsi uno spazio importante sia nella mappa dei
traffici crocieristici sia nello scacchiere delle “autostrade
del mare”. (l.d.)
Ad aprile partirà una linea di
collegamento settimanale con i porti di Genova,
Napoli, Barcellona, Marsiglia e Tunisi
Nasce la “metrocrocieristica”
L'iniziativa è della Festival Crociere e la
nave impiegata è identica a quella del G8
Lucio
D'Amico
Sembrerebbe
davvero una cosa impossibile. Fare di Messina non un
semplice punto di transito ma un porto di imbarco, dal
quale far partire con cadenza settimanale una linea di
navigazione turistica imperniata sui punti cardine del
Mediterraneo. E invece, dall'aprile del 2002, tutto
ciò diventerà realtà. L'iniziativa è della
Festival Crociere, la società proprietaria dell'“European
Vision”, il transatlantico che nel luglio scorso,
attraccato al porto di Genova, ha ospitato i Grandi
del mondo in occasione del vertice del G8. A collegare
i porti di Genova, Napoli, Messina, Tunisi, Palma di
Maiorca, Barcellona e Marsiglia, dalla prossima
primavera, sarà la nave gemella, la “European Stars”,
perfettamente identica alla “Vision”, un gioiello
del mare capace di contenere 750 cabine e un
equipaggio di 700 persone. Molte navi da crociera,
anche di grande prestigio, vanno e vengono dallo
Stretto ma la novità assoluta è che, in questo caso,
ci sarà l'istituzionalizzazione di un servizio di “metrocrocieristica”
che, senza interruzioni di sorta, sbarcherà e
imbarcherà una volta ogni sette giorni, per tutto
l'anno, migliaia di turisti. Notizie di tal genere
aprono inediti spiragli di ottimismo e, nello stesso
tempo, preoccupano. Da un lato, infatti, sono “scommesse”
di questa portata che possono spezzare una volta per
tutte l'odiosa spirale di inerzia, rassegnazione e
vittimismo che avvolge la nostra città ormai da
troppo tempo. Dall'altro, c'è il timore che, invece
di attrezzarsi per un salto di qualità che non può
prescindere dal rilancio del porto e delle attività
marinare nello Stretto, ci si perda in polemiche di
bassissimo profilo e in logiche “strapaesane”. Il
porto non appartiene ad una holding o a un determinato
gruppo imprenditoriale, non è di Franza, di Diano, di
Matacena e non è ovviamente neppure del grande
armatore greco o di qualunque altro decida di inserire
Messina tra le rotte della sua flotta. Il porto deve
tornare ad essere quello che fu nel glorioso passato,
il simbolo di una città che non rinuncia a “pensare
in grande”, crocevia strategico di traffici, di idee
e di persone, con un ruolo ancora più importante
proprio in considerazione dell'attuale drammatica
crisi mondiale. Ben vengano, dunque, le navi ro-ro
Messina-Salerno, i possibili futuri collegamenti con
Civitavecchia, La Spezia o addirittura Trieste, e
tutte le iniziative finalizzate al potenziamento delle
attività turistiche e crocieristiche. Tutto ciò può
diventare la ricchezza della Messina dei prossimi
anni, a patto che in tempi rapidi si riesca a colmare
il gap di dotazioni strutturali e infrastrutturali che
oggi costringe la nostra città ad essere schiava di
milioni di auto e di tir e, proprio per questo,
ridotta in uno stato di manifesta inferiorità,
indotta a vergognarsi di iniziative per le quali altre
città, che ci invidiano la posizione geografica e le
bellezze paesaggistiche, farebbero carte false e ponti
d'oro. Ed è questa sorta di abiura, questo abdicare
dalle proprie vocazioni, questo tradimento delle
proprie origini e della propria storia, la
responsabilità maggiore di chi non ha saputo
realizzare le opere di cui Messina aveva bisogno.
20/10/2001
Fonte: gazzetta del sud
I
marittimi Fs ricevuti dal prefetto
Si è
conclusa ieri con un incontro in prefettura la prima
giornata di “sciopero solidale”attuata dai
marittimi delle Ferrovie. La singolare iniziativa è
stata caratterizzata dalla devoluzione di un'ora di
paga in beneficenza, e precisamente all'Alto
commissariato per l'aiuto ai rifugiati, mentre
venivano comunque assolte le prestazioni lavorative.
La Rsu del settore navigazione aveva anche previsto di
accompagnare la manifestazione con il suono delle
sirene, che, però, sono rimaste mute in segno di
lutto per la tragica scomparsa ieri all'alba di un
elettricista impegnato sulla nave Scilla (come
riferiamo a pag. 28). Le ragioni della protesta sono
state poi spiegate nel pomeriggio al prefetto Giosuè
Marino, che ha accettato di ricevere i componenti
della Rsu, costituita da esponenti di Cgil, Cisl, Uil,
Sasmant, Sapec e Sapent. Le stesse posizioni i
sindacalisti hanno espresso in una lettera aperta ai
deputati messinesi nazionali e regionali, al
presidente della Regione, al sindaco, al presidente
della Provincia. In particolare, i rappresentanti
sindacali rimarcano il fatto che le Fs hanno attuato
solo una parte dell'accordo raggiunto nel giugno 2000,
cioè quella riguardante la riduzione del costo del
lavoro, cosa che ha consentito di fare un grosso passo
verso l'obiettivo del risanamento economico, ormai
quasi raggiunto. “Colpevolmente” disattesa,
invece, la parte dell'accordo che riguardava le
condizioni per lo sviluppo e l'aumento dei ricavi,
soprattutto nel settore del traghettamento gommato».
«La soluzione dell'emergenza del traghettamento a
Messina – si legge ancora nella lettera – non può
prescindere dal potenziamento della flotta dei
traghetti delle Fs. Per fare ciò, oltre a dirigenti
capaci, servono anche finanziamenti per nuove navi.
Non chiediamo assistenzialismo ma attenzione prima che
il caso si tramuti nell'ennesima emergenza nel campo
del lavoro». (n.l.r.)
Le Ferrovie Spa
segnalano ritardi dovuti alle manovre della Cartour
Alessandro
Tumino
Ritardi
oscillanti tra i 20 e i 35 minuti per alcune corse
notturne delle navi di linea delle Fs sono stati
registrati fin dal 7 ottobre scorso e, dopo una serie
di verifiche interne, segnalati adesso dalla Divisione
Navigazione delle Ferrovie Spa al comandante della
Capitaneria di porto Carmelo Maccarone. Il disagio ha
riguardato finora diverse navi – in particolare
alcune corse notturne che trasportano i treni –
soprattutto poco dopo l'una di notte, in coincidenza
con la manovra compiuta dalla nave “Cartour” in
uscita dal molo Marconi: in particolare, per una serie
di operazioni necessarie a togliere il complesso
ancoraggio: «questi tempi tecnici – osserva l'ing.
Franza – si ridurranno a pochissimi minuti al molo
Norimberga». La nave del gruppo Tourist-Caronte, va
ricordato, è provvisoriamente ospitata per consentire
l'adeguamento della banchina nord-est del Norimberga,
che sarà pronta e utilizzabile, salvo intoppi, a
partire da martedì. Il com. Maccarone, da parte sua,
ha spiegato che non appena riceverà i dati dalle
Ferrovie Spa, studierà e assumerà tutti i
provvedimenti necessari perché sia assicurata in ogni
caso la precedenza e la puntualità al trasporto dei
treni e dei passeggeri svolto dalle Ferrovie.
Project
financing Tre i responsabili del procedimento
Il sindaco ha nominato ieri i responsabili del
procedimento per la valutazione dei progetti
presentati nell'ambito del project financing. Si
tratta dell'ingegnere capo del Comune Rosario
Guarniere, che si occuperà della costruzione di un
centro direzionale nell'isolato 88 di via La Farina,
del dirigente dell'ufficio contratti avv. Antonino
Recupero, che analizzerà l'elaborato sulla
riqualificazione di Villa Dante, e del dirigente della
Ripartizione Urbanistica arch. Manlio Minutoli, che
esaminerà invece i progetti per la realizzazione di
un centro direzionale nello stabile comunale di via La
Farina. I tre dirigenti dovranno valutare la
rispondenza dei progetti rispetto alle previsioni
della legge “Merloni ter”, che ha appunto
istituito lo strumento della “finanza di progetto”.
Se gli elaborati saranno ritenuti ammissibili, sulla
base delle loro previsioni saranno definiti i bandi di
gara per le procedure concorsuali finalizzate alla
realizzazione delle singole iniziative. Non è stato
ancora nominato, invece, il responsabile del
procedimento per i progetti sugli approdi per i quali
il sindaco dovrà consultarsi con il presidente della
Regione prima di inviare tutti gli elaborati al Cipe,
che ne coordinerà la valutazione. (n.l.r.)
Gli
interventi di manutenzione straordinaria e di messa a
norma degli impianti
Fiera,
il progetto trasmesso al Comune
È stato trasmesso ieri al Comune il progetto di
manutenzione straordinaria e messa a norma degli
impianti tecnologici all'interno della Fiera. Gli
elaborati sono firmati dagli ingegneri Salvatore
Merlino, Matteo Bottari, Aurelio Puglisi Allegra e
dall'arch. Mariano Tornatore, i professionisti ai
quali è stato affidato l'incarico dalla Compagnia del
Mare, la società che ha avuto rilasciata la
concessione demaniale riguardante la cittadella di
viale della Libertà. Gli interventi in questa fase
saranno realizzati dall'Autorità portuale che, però,
ha inserito tra gli oneri di concessione l'obbligo, da
parte del soggetto privato, di redigere il progetto
esecutivo e definitivo. Sugli aspetti procedurali,
prima che Palazzo Zanca esprima il suo parere,
probabilmente saranno chiesti alcuni chiarimenti alla
stessa Authority. Lo ha lasciato intendere l'ingegnere
capo del Comune Rosario Guarniere. A spiegare i
passaggi compiuti dall'ente presieduto dal prof.
Giuseppe Vermiglio è il segretario generale Franco
Barresi: «L'Autorità – dice – aveva due strade:
chiedere ai privati di realizzare gli interventi di
manutenzione straordinaria, scorporando poi le somme
impiegate dal canone di concessione oppure realizzare
noi le opere, obbligando i privati a curare a proprie
spese la parte progettuale. Quest'ultima è la strada
che abbiamo seguito, ritenendo che fosse la più
conveniente e anche quella più trasparente. Sarà
espletata una gara d'appalto con un importo a base
d'asta di poco superiore ai 4 miliardi. Voglio
chiarire – aggiunge Barresi – che noi non
utilizziamo fondi pubblici per favorire i privati. I
lavori di messa a norma degli impianti e di
manutenzione straordinaria si sarebbero dovuti
realizzare in ogni caso, anche alla luce delle
prescrizioni del Genio civile opere marittime riguardo
alla sicurezza statica dei padiglioni. La stessa
clausola inserita nella convenzione con la Compagnia
del Mare era stata prevista anche nei rapporti con i
soggetti che negli ultimi anni hanno avuto in
concessione le aree, cioè l'Ente fieristico e
successivamente il Comune. Come quando si dà una casa
in affitto, occorre consegnare al concessionario
impianti e locali che abbiano i requisiti previsti
dalla legge. Per questo, si rende necessaria, tra
l'altro, la realizzazione di un nuovo impianto
fognario, visto che quello precedente, vecchio ormai
di decenni, è assolutamente inutilizzabile. Ed è
questo il motivo per il quale il progetto è stato
trasmesso al Comune, per il parere di competenza da
parte dell'ufficio fognature. Le somme stanziate
saranno recuperate grazie alla riscossione del canone
di 800 milione di lire annui e la Compagnia del Mare
curerà poi tutti gli interventi di manutenzione
ordinaria, di allestimento dei padiglioni,
riqualificazione del verde e dell'arredo urbano». I
vertici dell'Authority respingono, dunque, le accuse
di poca chiarezza ed anzi sostengono che tutto sta
avvenendo “alla luce del sole”, molto più di
quello che è avvenuto in passato nei rapporti
controversi tra il Demanio marittimo e l'Ente Fiera.
Fonte: la sicilia
I
comandanti tacciono, la Capitaneria indaga
Trenta
minuti di ritardo per i traghetti delle Fs a causa
della «Cartour»
Massimiliano
Mondello
Nuova
«disfunzione» all'interno del porto addebitabile
alla presenza della nave ro-ro «Cartour»: da quando
l'ormeggio dell'ammiraglia del «Gruppo Franza», che
collega Messina a Salerno, è stato temporaneamente
trasferito nel molo «Marconi», ogni sera, quando la
nave entra ed esce dal porto, i traghetti che la
incrociano, soprattutto la flotta delle Ferrovie,
registrano ritardi nell'ordine di 30 minuti. È
pacifico, per motivi di sicurezza, che quando una nave
effettua manovre di entrata e uscita dal porto, gli
altri natanti debbano mantenersi a distanza, ma è
altrettanto vero che l'ordinanza che regola
navigazione in porto prevede la precedenza assoluta
per le «quattro binari» delle Fs che, trasportando
treni, effettuano un servizio pubblico che non ammette
ritardi di questo genere. Ieri la comunicazione
ufficiale della divisione Navigazione che, dopo aver
ascoltato i comandanti dei traghetti, ha appurato il
ripetersi quotidiano di questi ritardi. «Non mi
spiego – ha detto il comandante Maccarone – come
queste disfunzioni non vengano segnalate, di volta in
volta, alla nostra sala operativa. Anche questo sarà
un aspetto della vicenda che dovremo chiarire». Ieri,
intanto, tecnici di «Caronte» e «Tourist», a bordo
della bidirezionale «Giano», erano all'opera per
risolvere i problemi legati al «corpo morto» della
«Cartour».
Fiera: sollecitato al Comune l'allaccio alla
rete fognaria — Intanto, il progetto per la
ristrutturazione dei padiglioni della Fiera è stato
trasmesso dall'Autorità portuale sia all'Ufficio
Fognature di Palazzo Zanca, per sollecitare l'allaccio
alla rete prima che la zona venga interessata dai
lavori per la tramvia, che all'Amam per quanto attiene
gli interventi di rifacimento della rete idrica.
21/10/2001
Fonte: la sicilia
La
Capitaneria apre un'inchiesta sui ritardi causati
dalla «Cartour» alla flotta Fs e sulla presunta
negligenza dei comandanti
Acque
agitate sullo Stretto
Il
Sasmant replica e denuncia la «solerzia» della
divisione Navigazione
Massimiliano Mondello
Sempre
più agitate le acque dello Stretto, nonostante il
perdurare del bel tempo. In primo luogo, la
Capitaneria di porto ha aperto un'inchiesta per
verificare i ritardi della flotta Fs in concomitanza
con le manovre, in entrata e in uscita dal porto,
della nave «Cartour». Duplice l'aspetto
dell'indagine amministrativa: appurare i motivi, ma
soprattutto capire il perché i comandanti dei
traghetti delle Ferrovie non hanno segnalato, di volta
in volta, questi ritardi (anche di 30 minuti) alla
sala operativa della Capitaneria. Su quest'aspetto
interviene il presidente provinciale del Sasmant, il
sindacato autonomo che rappresenta proprio lo Stato
Maggiore del naviglio ferroviario, Sebastiano Pino:
«Appare sorprendente, e per questo sospetta –
esordisce nella sua replica – la segnalazione della
dirigenza della divisione Navigazione che, in altre
occasioni, ha brillato per latitanza. Da quanto
riferiscono i comandi della flotta, i ritardi
registratisi in questi giorni, sono dell'ordine di
10-15 minuti e, quindi, fisiologici e, soprattutto,
non hanno causato ritardi ai treni passeggeri.
Problemi simili, poi, si registrano quotidianamente
per le interferenze con le navi della “Meridiano”,
della “Ngi” e durante le manovre delle navi da
crociera. In questi casi, però, nessuna solerzia da
parte delle Ferrovie». Il problema potrebbe rientrare
in maniera «indolore», martedì prossimo. Infatti,
nonostante le imprese portuali che fanno capo al
«Gruppo Franza» abbiano presentato una nuova
richiesta d'ormeggio all'Autorità portuale, per il
molo «Marconi», se la verifica tecnica del «corpo
morto» (prevista per domani sera) darà esito
positivo, la nave ro-ro tornerà nella testata della
banchina «Norimberga», nelle more che vengano
ultimati (entro e non oltre il 10 novembre) i lavori
di sistemazione della sezione nord-est. Una soluzione
che, salvo smentite sul campo, dovrebbe accontentare
tutti, o quasi...
È tornata la «Ostfold» — E,
intanto, una «vecchia conoscenza» è tornata a
solcare le acque dello Stretto: si tratta della nave
ro-ro «Ostfold» di Amedeo Matacena junior,
noleggiata fino ai primi giorni di novembre alla
«Meridiano Lines» di Cesare Diano per il
collegamento con Reggio Calabria. Il natante era sotto
sequestro al porto reggino, dopo l'incidente che la
mise fuori uso nel gennaio 2000. L'«Ostfold», per il
momento, sostituisce la «Holger» ricoverata in
cantiere, ma presto si trasferirà nel porto di
Catania per inaugurare la nuova tratta fra la città
etnea e Reggio Calabria, a cura della «Sni», la
società che raggruppa imprenditori del calibro di
Matacena junior, Leopoldo Rodriquez e il napoletano
Aponte. L'«Ostfold» sarà affiancata da due
traghetti noleggiati in Grecia.
Project financing: sollecito alla Regione — Restano
ancora nel cassetto i project financing relativi alla
realizzazione degli approdi di Tremestieri e
Annunziata: non è stato ancora nominato, infatti, il
responsabile del procedimento.
L'indicazione del professionista spetta,
congiuntamente, al presidente della Regione, Totò
Cuffaro e al sindaco, Turi Leonardi. A questo
proposito, il primo cittadino ha sollecitato il
«governatore», a sciogliere le riserve, anche per
permettere al Comune d'inviare i progetti – quelli
di «Travel Tickets» e «Amadeus» per Tremestieri e
quelli di «Travel Tickets» e del consorzio guidato
dall'«Ira Costruzioni» per l'Annunziata – al Cipe,
che affiancherà il responsabile del procedimento
nella scelta degli elaborati.
21/10/2001
Fonte: gds
La grande nave impedisce le manovre
Cartour, trasferimento al Norimberga
Emilio
Pintaldi
Le
Ferrovie dello Stato allertano i propri comandanti e
chiedono rapporti immediati sugli eventuali ritardi
causati dalla presenza in porto della nave Cartour.
Tutto questo mentre l'ammiraglia del gruppo Tourist
Caronte si prepara ad abbandonare il Molo Marconi
attuale stazione di partenza per salpare
definitivamente da martedì dal molo Norimberga area
che è stata destinata, tra le proteste dei comitati
antitir, all'espletamento del servizio. Una presa di
posizione quella delle Fs che non si era mai
registrata in tanti anni di concorrenza con gli
imprenditori privati. I vertici delle Fs, dopo le
polemiche sollevate dal sindacato Sasmant, che
raccoglie gli ufficiali della flotta Fs, hanno deciso
di non fare più sconti ai privati. Così da Roma è
partito un fonogramma riservato indirizzato ai
comandanti della flotta. I ritardi dovuti alle manovre
della Cartour la grossa nave ammiraglia del gruppo
Tourist-Caronte che da alcune settimane imbarca camion
ed auto per Salerno dal molo Marconi, devono essere
segnalati tempestivamente. La prima segnalazione è
già arrivata martedì scorso. Le navi Fs avrebbero
accumulato a causa della Cartour un ritardo di oltre
mezz'ora. Vincenzo Franza amministratore della Tourist
ammette i problemi esistenti al momento sul molo
Marconi ma annuncia:"Da martedì saremo al molo
Norimberga. Stiamo per concludere gli ultimi
interventi di adeguamento".
Una notizia che non fa gioire i componenti dei
comitati antitir ed i consiglieri del sesto quartiere
che nei prossimi giorni metterà ai voti un documento
di protesta. Per raggiungere il Molo Norimberga, così
come per il molo Marconi, usato provvisoriamente, i
Tir devono attraversare l'intera città. E proprio sul
molo Norimberga punta una delle società che
compongono il cartello che gestisce la nuova linea per
Salerno. Si tratta della Ctr del gruppo
Cemat-Combimare, una delle più grosse imprese
siciliane impegnate nel trasporto commerciale. La Ctr
ha chiesto all'Autorità portuale la concessione di un
adeguato spazio dove caricare e scaricare une trentina
di containers al giorno. Il carico verebbe trasportato
dalla Cartour con destinazione Salerno. Ed a proposito
della nave che copre la rotta con la Campania nelle
ultime ore è saltato un dato rilevante. La Cartour,
che prima di arrivare a Messina collegava l'Irlanda
all'Inghilterra, non è mai stata acquistata come è
stato detto in un primo momento. E' stata invece
soltanto noleggiata, per sei mesi con diritto di
prelazione sull'acquisizione, dal gruppo Visentini.
Gli armatori messinesi, per ora, pagano soltanto una
quota giornaliera sulla cui entità Franza mantiene il
massimo riserbo. L'equipaggio, contrariamente a quanto
era stato detto in conferenza stampa, trattandosi di
un charter è fornito dalla stessa società armatrice.
Per le assunzioni bisognerà attendere che gli affari
della società vadano meglio.
Fonte:gazzetta del sud
Sinergia tra Ente Fiera
e Compagnia del Mare
Lucio
D'amico
«Torno a
casa soddisfatto». Non c'è migliore sintesi delle
parole dell'avv. Fabio Caruselli, commissario
dell'Ente Fiera, al termine del confronto svoltosi
ieri mattina tra i vertici dell'Autorità portuale e i
rappresentanti della Compagnia del Mare. «Ci sono
ampi margini per una proficua collaborazione tra le
parti», ribadisce il funzionario di Palma di
Montechiaro inviato dall'assessore regionale alla
Cooperazione Michele Cimino con il compito di salvare
il salvabile di ciò che resta della Fiera e per
programmare un futuro che, comunque, dovrà essere
radicalmente diverso dal recente passato. L'obiettivo
della riunione convocata ieri dal presidente
dell'Authority Giuseppe Vermiglio, su richiesta dello
stesso commissario, era quello di affrontare la fase
dell'emergenza, alla luce degli indifferibili
interventi di manutenzione straordinaria, di
adeguamento e riqualificazione delle aree e degli
immobili esistenti all'interno della cittadella di
viale della Libertà. I lavori – è stato ribadito
– dovranno essere realizzati nel più breve tempo
possibile, anche se ovviamente bisognerà fare i conti
con i tempi tecnici dovuti al rilascio delle
autorizzazioni e dei pareri previsti per legge. In
ogni caso, si cercherà di contemperare le esigenze
delle ditte che opereranno all'interno della
cittadella con il programma stilato dall'Ente. La
manifestazione della Viflor, ad esempio, sarà in
qualche modo recuperata e si svolgerà all'interno del
“Natale in Fiera” previsto il prossimo dicembre.
Altre iniziative saranno concordate attraverso un
tavolo permanente di confronto. Un altro passaggio
rilevante riguarda gli interventi di competenza del
soggetto che ha avuto rilasciata per quattro anni la
concessione demaniale, cioè della Compagnia del Mare.
I lavori di manutenzione ordinaria – l'allestimento
dei padiglioni, le opere di arredo urbano, la
sistemazione del verde e di tutti gli spazi
espositivi, la realizzazione di un centro congresso e
di un'area-giardino dedicata ai più piccoli – si
svolgeranno contestualmente alle opere appaltate
dall'Autorità portuale. «Si lavorerà in sinergia
– conferma il presidente della Compagnia Gaetano
Mobilia – perchè è interesse di tutti completare
gli interventi entro la prossima primavera, in modo da
aprire la cittadella fieristica alla piena fruizione
dei messinesi fin dal mese di maggio del 2002».
Mobilia e Caruselli hanno anche affrontato la
questione della convenzione stipulata tra la Compagnia
e l'Ente fieristico, sulla quale l'assessorato
regionale alla Cooperazione ha manifestato nei giorni
scorsi dubbi e perplessità. «Tutto è modificabile
– dichiara il commissario della Fiera –, la
convenzione non è certo il Vangelo». Mobilia, da
parte sua, ribadisce come il rapporto tra la Compagnia
e la Fiera sia improntato alla massima chiarezza. «Il
commissario si è potuto rendere conto – dice
l'imprenditore messinese – che qui non ci sono in
atto tentativi di bassa speculazione. Abbiamo
impostato un programma di ampio respiro finalizzato
alla riqualificazione di un bene della città che non
solo finora non è stato valorizzato ma che è stato
riconsegnato alle autorità demaniali, e quindi al
nuovo soggetto concessionario, in condizioni di
incredibile degrado».
Gli interventi da 4
miliardi dell'Authority mirano a ristabilire le
condizioni di sicurezza dopo anni di colpevole inerzia
Fiera,
prima di tutto la manutenzione
Vanno
rifatti gli impianti elettrici, idrici e fognari.
Salve le manifestazioni
Lucio
D'Amico
Fa
ben sperare l'accordo tra Autorità portuale, Ente
Fiera e Compagnia del Mare. Quella che si vivrà nei
prossimi mesi, almeno fino alla primavera del 2002,
sarà una delicata fase di transizione, che
difficilmente potrebbe essere affrontata in un clima
di conflitto permanente. L'improrogabile necessità di
realizzare i lavori di manutenzione e ristrutturazione
condizionerà ovviamente sia i programmi dell'Ente
Fiera sia i nuovi progetti della società che ha avuto
in concessione la gestione della cittadella di viale
della Libertà. Il commissario regionale Fabio
Caruselli e il presidente della Compagnia del Mare
Gaetano Mobilia hanno, comunque, ribadito di essere
pronti a collaborare, per superare insieme l'emergenza
e dare prospettive diverse sia alla Fiera sia a quella
porzione così preziosa del territorio cittadino.
Tutto ciò, però, non può occultare le
responsabilità pregresse di chi ha riconsegnato alle
autorità demaniali aree e immobili che versano in
inaccettabili condizioni di degrado. I lavori di
manutenzione straordinaria, che costeranno più di 4
miliardi di lire, si sono resi necessari a causa dei
mancati interventi da parte degli enti pubblici e di
chi ha avuto in tutti questi anni la concessione
demaniale. La verità è che non si è spesa una lira
per restituire decoro e sicurezza ai padiglioni, per
abbellire con opere a verde e di arredo urbano i
lunghi viali della cittadella, per riparare i guasti
degli impianti fognario, idrico ed elettrico che oggi
appaiono quasi del tutto da rifare. E di tutto questo
l'Autorità portuale intende chiedere conto e ragione,
avviando eventuali procedure anche di fronte alla
Corte dei conti. La situazione vissuta nell'ultimo
decennio è ben nota. Da un lato, l'Ente Fiera,
costretto a fare i conti con un bilancio irrisorio e
con un progressivo disimpegno politico e finanziario
da parte della Regione, non ha potuto fare altro che
gestire l'emergenza che via via è andata a farsi
sempre più preoccupante. Dall'altro, il lungo
contenzioso innescato con le autorità demaniali ha
contribuito a bloccare qualunque prospettiva di
sviluppo. Negli ultimi due anni, quando la Fiera,
accusata di perdurante morosità e chiamata in
giudizio dalla Capitaneria e dall'Autorità portuale,
si è dovuta tirare fuori per forza, è subentrato il
Comune. Ma Palazzo Zanca si è limitato a versare il
canone concessorio di 800 milioni di lire, con l'unico
obiettivo di salvare la Campionaria e le altre
manifestazioni inserite nel calendario fieristico.
Sono in molti a chiedersi il perché l'Autorità
portuale stia intervenendo solo oggi, dopo che la
concessione è stata rilasciata ad un soggetto privato
e non più alla Fiera o al Comune. La risposta l'hanno
data più volte in questi giorni il presidente e il
segretario generale dell'Authority, Giuseppe Vermiglio
e Franco Barresi, i quali hanno ricordato come solo da
tre anni l'Autorità abbia potuto avviare un programma
organico e coerente, dopo la lunghissima gestione
commissariale. E in questi ultimi 36 mesi era
difficile immaginare altri percorsi. Gli ingenti
crediti accumulati nei confronti della Fiera hanno
impedito la possibilità di instaurare proficui
rapporti di collaborazione. Si è andati alla guerra a
colpi di carte bollate e di decreti ingiuntivi. Non
c'era altro sbocco, a meno che il Comune non avesse
avuto un progetto alle spalle e le risorse sufficienti
a ristrutturare, riqualificare e gestire sia i
contenuti (i programmi della Fiera) sia il contenitore
(quei meravigliosi cinque ettari posti di fronte alla
Madonnina del porto). Ma il sindaco è sempre stato
chiaro su questo argomento: il Comune non ha i fondi
nè il personale per rendere produttivo un
investimento di tal genere. E, in questo senso, è
emblematica la difficoltà con la quale l'ente locale
porta avanti la gestione delle villette comunali e dei
rari spazi attrezzati a verde. A questo punto è
intervenuto il soggetto privato, ottenendo il rilascio
della concessione e versando sia il canone relativo al
2001 sia una fidejussione bancaria di un miliardo e
mezzo di lire, programmando altresì una prima fase di
investimenti di riqualificazione ed abbellimento per
un importo di oltre 5 miliardi ed una seconda fase
durante la quale dovrebbero essere realizzate le linee
guida del progetto ideato dall'architetto spagnolo
Cesar Portela. Il fatto più rilevante è che a breve
finalmente si realizzeranno lavori attesi da decenni.
Superata l'emergenza, è evidente che il progetto
presentato dalla Compagnia del Mare dovrà prendere
concretezza, in modo da contemperare le esigenze della
fruizione del mare (elemento indispensabile per avere
in concessione quelle aree) con la tanto invocata
apertura del lungomare fieristico alla città
Fonte: la sicilia
Approdi,
stadio e svincoli: tour de force di Leonardi
Calcio,
risanamento, svincoli, approdi: è variegato il
calendario degli impegni politici del sindaco, Turi
Leonardi, nella settimana che inizia oggi.
Per quanto riguarda il primo argomento, c'è un
impegno diretto ed uno che lo è un po' meno: si
comincia domani con un vertice a Reggio Calabria, in
Prefettura, in preparazione del derby di calcio tra
Reggina e Messina, previsto a novembre; giovedì
invece Leonardi incontrerà i responsabili della ditta
«Astaldi», con i quali cercherà di eliminare le
divergenze sulla quarta perizia di variante relativa
allo sbancamento della collina sovrastante la tribuna
nord-est del costruendo stadio di calcio di S.
Filippo.
Per quanto riguarda gli svincoli di Giostra e
dell'Annunziata, si attende che l'Enas si esprima
sulla perizia di variante con la quale si vuole
modificare il materiale per la costruzione dei conci.
Per il risanamento, quella di domani potrebbe essere
una giornata davvero importante; la quarta commissione
dell'Assemblea regionale, infatti, dovrebbe esitare la
proposta per la modifica della legge 10 del '90,
consentendo procedure accelerate per il risanamento.
Infine, ci sono gli approdi: il sindaco incontrerà in
settimana il presidente della Regione, Totò Cuffaro,
con il quale si procederà alla nomina dei componenti
dello staff previsto dall'accordo di programma firmato
nei mesi scorsi, che dovrà coordinare tutti gli
interventi per la realizzazione dei nuovi approdi.
«Non
bisogna disperdere il patrimonio immobiliare e
storiografico della Fiera»
Aurelio
Giordano
«Un
luogo comune indica Messina come una città che non è
facile amministrare, e se ciò può essere condiviso,
andrebbe anche verificata l'ottica con cui essa viene
osservata ed analizzati gli elementi che si vorrebbero
portare a supporto di questa tesi. Purtroppo i giudizi
che vengono quotidianamente trinciati
"contro" gli abitanti, il sito e quindi
anche gli amministratori, talvolta sono veritieri, ma
in altri casi sono più che altro un modo banale, ma
dalle conseguenze gravi, per non affrontare in modo
serio e pragmatico il percorso da intraprendere per
dare risposte a tutti coloro che vorrebbero qui
continuare a vivere, e se del caso, a convincere
qualcuno a trasferirsi da queste parti, scommettendo
sul futuro di Messina.
Altro elemento di non facile comprensione è
l'insistenza con cui tutto ciò che è nuovo, ma
sarebbe più giusto dire va costruito è in grado di
generare effetti benefici, mentre tutto ciò che è
esistente e andrebbe riqualificato o semplicemente
pulito, a detta di alcuni non è in grado di
sviluppare gli stessi effetti sul tessuto economico di
Messina, con ciò attribuendo al contenitore maggiore
importanza rispetto al contenuto. Questa riflessione
non si riferisce solo ed esclusivamente ai cespiti
immobiliari in senso stretto, ma coinvolge anche
"luoghi" o "sistemi economici
produttivi", senza peraltro tralasciare ciò che
viene definito come il "complesso dei
servizi" in favore delle persone, necessari alla
convivenza civile organizzata, cioè il sistema
città. In quella che viene definita l'articolazione
urbana che risponde al nome di Messina, vi è un'area
in cui si possono leggere, dotati delle opportune
conoscenze, i vari periodi storici attraversati in
quel lungo periodo che va dalla ricostruzione post
terremoto ai giorni nostri, la cittadella in cui è
allocata la Fiera di Messina. Qualche pregevole
pubblicazione ha tentato di fornire un quadro
d'insieme e di dettagli della parti murarie, spesso
opera di insigni maestri del '900, in un contesto in
cui difficoltà di ogni tipo vennero frapposte agli
ideatori dell'iniziativa. A molti, quando affrontano
l'argomento "Fiera", balza in evidenza il
degrado funzionale, brutalmente definito la fiera
delle pizzette, in cui si sono svolte le
manifestazioni degli anni scorsi, in un lento ma
costante decadimento.
Ma la "Fiera di Messina" è stata ben altro
sia sotto il profilo fisico che sotto quello tecnico,
ed i vari archivi cittadini testimoniano la fondatezza
di quest'affermazione. Per non sperdere questo
patrimonio immobiliare e storiografico e rinverdire i
valori economici, non occorrono salti nel buio o un
ipotetico cambio di sede, che è facile preconizzare
equivarrebbe alla fine di questa storica entità
cittadina; ci vuole solo una buona dose di volontà
politica e di capacità civica, in cui tutte le
componenti chiamate a collaborare dovrebbero dare il
meglio di se stesse. Chi parla della limitatezza
dell'area e di spazi insufficienti, non pensa alla
"Fiera" ma a qualcos'altro, e dimentica che
nei prossimi anni altre aree ritorneranno nella piena
disponibilità della città.
L'Amministrazione comunale si è fatta carico delle
preoccupazioni più recenti sul futuro dell'Ente, è
auspicabile che anche la Regione attraverso il nuovo
Commissario faccia la sua parte, e ridia la giusta
dose di fiducia ai ceti produttivi, ed al sistema
bancario che da sempre sono stati promotori della
Fiera. Alcune soluzioni stanno già mostrando i loro
limiti, sarebbe bene riflettere prima di giungere al
punto di non ritorno, dopo conteremo solo i
"cocci"».
23/10/2001
Fonte: gds
Nuovi cantieri del
tram e senso unico sulla Cortina. Per dieci giorni i
tir da via I Settembre e via del Vespro
Viabilità:
rivoluzione
Natalia
La Rosa
C'è
decisamente la viabilità in cima agli impegni
dell'amministrazione in questa settimana con tutta una
serie di provvedimenti connessi alla predisposizione
di un migliore sistema di circolazione urbana. Tra gli
appuntamenti più importanti c'è senz'altro quello di
oggi che vedrà all'esame della Giunta la rescissione
del contratto di rimozione forzata degli autoveicoli
in sosta. È stato infatti esitato positivamente da
parte del collegio di difesa il parere sul quesito
proposto dall'amministrazione in merito alla
rescindibilità anticipata dell'accordo contrattuale
per due motivi. «Intanto per una sostanziosa
morosità – spiega il comandante dei vigili urbani
Calogero Ferlisi, che già nello scorso mese di agosto
sollevò il problema – che negli ultimi giorni
dovrebbe essere giunta a toccare quasi il miliardo di
lire per il mancato versamento del 33,27% degli
incassi mensili. Ma ritengo che si sia prodotto un
grave inadempimento anche perché la società
consortile Aurora sta provvedendo al servizio con soli
sette mezzi, rispetto ai dieci richiesti dal
capitolato d'appalto». E la rescissione sembra
proprio vicina, visto che anche la ripartizione
Viabilità si sta attrezzando per gestire in proprio
il servizio. Il dirigente, ing. Mario Pizzino, sta
disponendo la messa a punto dei cinque carri attrezzi
di cui dispone l'autoparco comunale, ai quali tra un
mese se ne potrà affiancare un altro (sempre che,
però, non si verifichino le stesse “sparizioni”
di parti meccaniche che nelle ultime settimane pare
abbiano reso quasi inservibili i mezzi comunali). Da
chiarire, però, quali e quanti operatori gestiranno
il servizio: secondo la legge può guidare un
carroattrezzi qualunque dipendente della Viabilità,
ma sembra che al momento la Ripartizione non disponga
del personale sufficiente. Si porrà, tra l'altro,
anche un serio problema sul futuro dei 54 dipendenti
della “Aurora”, che con la rescissione del
contratto potrebbero perdere il lavoro. «Ma se
l'amministrazione è seriamente intenzionata a gestire
direttamente il servizio – commenta il sindacalista
delle Rdb Giuseppe Previti – può benissimo farlo:
basta redistribuire in modo più razionale le risorse
umane». Tra l'altro, i dipendenti comunali, come
consente la legge, potrebbero dopo aver seguito un
apposito corso essere abilitati a elevare le multe,
“liberando” così il contingente di vigili urbani
impegnato ogni giorno sui carriattrezzi. Intanto,
verranno aperti già a partire da oggi i nuovi
cantieri della tranvia sulla via Vittorio Emanuele.
Proprio ieri sono state consegnate dall'Autorità
portuale anche le aree ricadenti nel tratto antistante
i palazzi dell'Inail e dell'Inps, dove la Trevi ha
appena concluso gli interventi di messa in sicurezza
della banchina portuale e della strada. La recinzione
delle aree di cantiere comporterà, come spiega il
responsabile della Viabilità, ing. Domenico
Signorelli, una nuova disciplina del traffico
automobilistico che entrerà in vigore alla fine della
settimana o all'inizio della prossima. In particolare,
si prevede l'istituzione sulla via Vittorio Emanuele
del senso unico in direzione sud-nord che con ogni
probabilità permarrà fino alla fine dei lavori.
Verrà poi riaperta la via I Settembre, tra via
Garibaldi e viale S. Martino, dove sarà mantenuto il
precedente senso unico e sarà garantita anche una
corsia preferenziale in senso contrario per i mezzi
pubblici. Una brutta sorpresa, però, attende i
messinesi: abbinato a questo “pacchetto” di lunga
durata, infatti, ce ne sarà un altro per fortuna
limitato a dieci giorni. «La direzione lavori –
spiega Signorelli – ha chiesto la consegna del
tratto di via La Farina compreso fra la stazione e via
I Settembre, per realizzare l'innesto fra i binari con
un'intersezione e uno scambio. Per fare ciò, la via
La Farina dovrà essere chiusa al traffico e dunque
dalla via I Settembre si dovrà svoltare a destra sul
viale S. Martino per poi proseguire su via del Vespro,
da dove ci si potrà reimmettere sulla via La
Farina». Questo stesso percorso, dunque, dovrà
essere seguito oltre che dalle auto anche dai mezzi
pesanti diretti da nord agli imbarcaderi della zona
portuale, così come da quelli che devono imboccare
l'autostrada nelle fasce orarie in cui il Boccetta è
off-limits. «Ci auguriamo che i disagi siano quanto
più contenuti possibile – auspica Signorelli –.
Ma questa è davvero l'unica soluzione attuabile.
L'assoluta mancanza di alternative, infatti, è emersa
anche nel corso di un confronto tra tutti i soggetti
interessati, compresi le Fs e l'Atm».
Fonte: la sicilia
Approdo
turistico
Insediato
CdA della nuova società mista
Si è
insediato ieri il CdA della società mista composta
dalla Provincia regionale e l'«Ira costruzioni» per
la costruzione del porticciolo turistico nel litorale
nord. Provvisoriamente, a rappresentare Palazzo dei
Leoni saranno: Pietro D'Anna, Letterio Frisone e Anna
Maria Tripodo. In settimana il presidente della
Provincia, Giuseppe Buzzanca, nominerà il presidente
dell'organismo amministrativo e due revisori dei
conti. I bandi di gara per gli altri 4 porticcioli da
realizzare in provincia (3 nella zona tirrenica ed uno
in quella jonica) saranno pubblicati entro qualche
giorno. Intanto, Buzzanca ha annunciato la
possibilità di ottenere altri finanziamenti europei
per il settore portuale, così come discusso
recentemente con il direttore generale
dell'assessorato regionale Trasporti, Agostino
Porretto.
Fonte: gds
La Ngi: da Milazzo al
molo Norimberga i traghetti per Gioia
Emilio
Pintaldi
Dopo
la Cartour, al molo Norimberga anche le navi della
Ngi? Novità di rilievo nella guerra dei traghetti. La
Ngi, ostacolata a Milazzo dal sindaco Nino Nastasi, è
pronta ad emigrare nel capoluogo. Le navi dirette a
Gioia Tauro, cariche di Tir, auto e containers,
potrebbero partire dal molo Norimberga, già al centro
di feroci contestazioni. Il progetto, ufficioso, non
è stato ancora illustrato all'Autorità portuale ed
alla Capitaneria. La Ngi, navigazione generale
italiana, società satellite del gruppo
Tourist-Caronte, ha deciso di abbandonare Milazzo come
porto di partenza per Gioia Tauro.
L'ostruzionismo a Milazzo ha stremato gli
imprenditori. Così la Ngi ha deciso di mollare. E per
sostituire Milazzo ci sono già un approdo ed una
rotta alternativi. La scelta è caduta sul molo
Norimberga. Un approdo già al centro di polemiche a
causa della recente assegnazione all'ammiraglia 5
gruppo Tourist-Caronte: la Cartour. Quest'ultima
proprio da questa sera, se si concluderanno i lavori
di adeguamento del molo, salperà dal Norimberga
abbandonando definitivamente il molo Marconi dove i
problemi di interferenza con le navi delle Fs non sono
mancati.
I comandanti delle Ferrovie iscritti al sindacato
Samant contestano l'utilizzo del Norimberga da parte
dei privati. Partire dal capoluogo e non dal centro
mamertino offre alla Ngi vantaggi. Il tratto di mare
dalla città a Gioia Tauro può essere percorso in
un'ora e venti minuti. Un'ora in meno partendo da
Milazzo. Sergio La Cava, amministratore della Ngi,
ammette che il progetto è al vaglio degli esperti del
gruppo. L'Autorità portuale fino ad oggi non ha
ricevuto alcuna richiesta specifica. Ma dagli uffici
di via Vittorio Emanuele fanno sapere che se gli orari
della Ngi non interferiranno con quelli della Cartour
per loro non ci sarà nessun problema.
Restano da superare alcuni ostacoli:
dall'autorizzazione della Capitaneria che si occupa
della sicurezza della navigazione a mare, al placet
del sindaco per i problemi legati alla viabilità. I
comitati antiTir definiscono una follia l'utilizzo del
Norimberga.
In tema di porto ieri è arrivato il placet al
collaudo di una prima parte dei cantieri di via
Vittorio Emanuele dove si stanno realizzando le nuove
banchine. Saranno consegnati adesso al Comune per la
realizzazione della tramvia. Via libera anche ai
lavori della banchina I Settembre.
24/10/2001
Fonte: gds
Lavori del tram alla
cortina del porto, i Tir da oggi dirottati in via I
Settembre
Enzo
Gallo
La
via I Settembre ospiterà almeno fino a fine anno il
transito dei Tir provenienti dal Boccetta e dagli
altri svincoli verso gli imbarcaderi ed in particolare
verso il molo Norimberga. Da oggi quindi i mezzi
pesanti entreranno in pieno centro storico, non
risparmiando una delle strade più antiche della
città, tra l'altro appena ripavimentata con basolato
lavico. La decisione è stata presa dal Comune a causa
della chiusura, per i lavori del tram, di una parte
della Cortina del porto e della via La Farina nei
pressi della stazione centrale.
Da oggi quindi riaperta la via I Settembre, nella
parte compresa fra la via Garibaldi ed il viale San
Martino basso. Sarà quest'ultimo tratto infatti, ad
essere adibito al percorso dei mezzi pesanti che si
immetteranno verso il cavalcavia che porta al molo
Norimberga. L'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo ha
comunque rassicurato i cittadini della temporaneità
della decisione presa, chiedendo ancora una volta di
avere pazienza per gli ulteriori disagi che i Tir
creeranno in una zona finora mai toccata.
"Bisogna consegnare entro il 31 dicembre le
ultime aree di cantiere del tram - afferma Rizzo -
visto che non ci sono soluzioni e la data di consegna
è improrogabile. Abbiamo ipotizzato alternative al
passaggio dei tir nella via Iø Settembre, ma dopo
vari incontri tecnici, si è giunti alla conclusione
inevitabile di caricare il centro cittadino di tale
onere per qualche mese. Di concerto con il comandante
dei vigili, Calogero Ferlisi, studieremo un nuovo
piano viario che possa regolare il traffico senza
intoppi, soprattutto nelle ore di punta".
Intanto era previsto per oggi l'inizio dei lavori
della tramvia sulla cortina del porto. L'avvio dei
nuovi cantieri è stato però posticipato di un paio
di giorni per attendere la riapertura al transito
della via I Settembre.
Fonte: la sicilia
Tra
Authority, Comune, Cas e Regione
Accordo di
programma per la realizzazione della «via del mare»
Massimiliano
Mondello
Il
sistema di collegamento fra il porto di Messina e la
rete autostradale necessitano della stesura di un
accordo di programma fra l'Autorità portuale, il
Comune, il Consorzio autostrade siciliane e la
Regione, capace di superare definitivamente gli
ostacoli che hanno visto «naufragare», più volte,
il progetto della cosiddetta «via del mare». Una
considerazione forse lapalissiana, ma che comunque non
si è ancora concretizzata e che è stata ribadita,
ieri mattina, al Ministero dei Trasporti dai vertici
dell'Authority. Il costo stimato dell'opera,
complessivamente, è di 130 miliardi circa: trenta per
gli interventi nell'ambito propriamente portuale e un
centinaio per quelli esterni. Il progetto preliminare
è stato redatto dall'ing. Salvatore Lanzafame (su
incarico dell'Amministrazione comunale), ma senza
l'intesa fra le parti summenzionate rischia di fare la
stessa fine di quello redatto, per conto della Giunta
Providenti, dall'ing. Antonio Rizzo.
La realizzazione della «via del mare» è
indispensabile, innanzitutto, per decongestionare il
centro cittadino dal traffico pesante diretto al
«redivivo» molo «Norimberga» che, in questa prima
fase è destinato quale casello dell'autostrada del
mare e che in un secondo tempo (successivo anche al
consolidamento) dovrà diventare, Soprintendenza
permettendo, il fulcro del traffico commerciale
marittimo (terminal multipurpose).
I progetti già cantierabili — E
sempre nel corso dell'incontro di ieri – una sorta
di ricognizione del Governo nazionale sullo stato
d'attuazione dei progetti delle Autorità portuali
siciliane (Palermo, Catania, Messina e Augusta) – il
presidente Giuseppe Vermiglio e il segretario
generale, Franco Barresi, hanno elencato i prossimi
interventi che riguarderanno Messina e Milazzo: la
gara d'appalto per il consolidamento del molo
«Norimberga» (25 miliardi), fissata per il 21
novembre; l'adeguamento funzionale della banchina
«Vespri» (20 miliardi), il cui progetto esecutivo è
in fase di redazione a cura del Genio civile Opere
marittime; lo stesso ufficio regionale sta compiendo
la perizia per il dragaggio dei fondali dei due porti;
per quanto riguarda Milazzo, inoltre, oggi il
Consiglio superiore dei Lavori pubblici dovrebbe
esaminare il progetto esecutivo per la realizzazione
del pontile nell'area industriale di Giammoro (30
miliardi), mentre è ancora alla fase preliminare
l'elaborato per il completamento del molo di
sottoflutto (18 miliardi).
Interessati
il porticciolo turistico a nord e la rete civica
«Scambio» di
azioni societarie tra la Provincia e Palazzo Zanca
Si profila
uno «scambio» alla pari di quote azionarie
all'interno di due società miste facenti capo al
Comune e alla Provincia regionale.
L'idea è stata lanciata dallo staff di Palazzo dei
Leoni, che ha scritto al sindaco Turi Leonardi
richiedendo l'ingresso, con una quota del 20%, nella
«Feluca», la società mista che cura la rete civica
e di cui fanno parte l'«Intermedia» (il partner
privato che possiede il 51%) e il Comune (49%).
La controproposta della Provincia è la seguente:
l'ingresso di Palazzo Zanca nel Consiglio
d'Amministrazione della «Nettuno», la società mista
composta dalla Provincia e dall'«Ira Costruzioni»,
che curerà la costruzione del porticciolo turistico
nella riviera nord del capoluogo. Al Comune andrebbe
sempre il 20% delle quote azionarie. Del Consiglio
d'Amministrazione della società «Nettuno», quali
componenti provvisori in rappresentanza della
Provincia regionale, sono stati nominati: Nicola
D'Anna, Letterio Frisone e Anna Maria Tripodo.
Fonte: gazzetta del sud
L'Autorità
portuale batte i pugni a Roma
La realizzazione dei collegamenti diretti tra porto e
autostrade, e per Messina la costruzione della “via
del Mare”, sono atti non più rinviabili. È questo
il dato più significativo emerso nell'ambito
dell'incontro svoltosi ieri a Roma tra i
rappresentanti del ministero dei Trasporti e i vertici
delle Autorità portuali siciliane. La riunione di
ieri è stata convocata dal ministro Lunardi con
l'obiettivo dichiarato di «avviare approfondimenti
finalizzati all'individuazione del complesso di azioni
necessarie a favorire lo sviluppo delle Autostrade del
mare». Siamo alla fase propedeutica, quella
dell'esame delle problematiche di natura
infrastrutturale con riferimento «sia ai caratteri
costitutivi del singolo porto sia ai collegamenti con
la rete lineare ferroviaria e stradale». Il
presidente dell'Authority, Giuseppe Vermiglio, e il
segretario generale Franco Barresi, hanno presentato
una relazione sullo stato di attuazione dei programmi,
sui finanziamenti finora utilizzati e su quelli ancora
da appaltare, ma hanno soprattutto evidenziato le
condizioni di disagio che la città è costretta a
sopportare proprio per la mancanza di un collegamento
con le uscite autostradali. I due rappresentanti
dell'Autorità portuale hanno ricordato dati e cifre
che il Governo nazionale conosce bene, avendo
stipulato nel dicembre 1989 uno specifico accordo di
programma con le amministrazioni comunali dell'area
dello Stretto. La situazione messinese, però, è
andata via via peggiorando ed oggi si è creata la
pericolosissima divaricazione tra il voler fare e il
non poter fare, tra la necessità di rispondere alle
sfide dei nuovi tempi (quello delle autostrade del
Mare è uno dei temi sollevati con forza dal
presidente della Repubblica Ciampi in occasione della
sua visita a Messina nel novembre 2000) e
l'impossibilità di farlo “per cause di forza
maggiore”. Nelle prossime settimane le parti
torneranno ad incontrarsi. Per quanto riguarda la “strada
del Mare”, i 21 miliardi già stanziati sono solo la
prima tranche per un'opera che dovrebbe costare
intorno ai 100. Bisogna reperire le altre somme (e il
Governo nazionale ha detto di essere pronto a fare la
sua parte) e concludere al più presto l'iter
progettuale. (l.d.)
Viabilità / L'emergenza
aggravata dalla mancata realizzazione di opere
indispensabili come i parcheggi
Le alternative si creano per tempo
Strada del Mare: il Governo nazionale pronto
a intervenire
Lucio
D'Amico
Non
ci sono alternative. È il ritornello ossessionante
che l'assessore Salvatore Rizzo e i dirigenti del
dipartimento viabilità sono costretti a ripetere,
ormai quasi quotidianamente, a commento dei
provvedimenti collegati all'apertura di nuovi cantieri
della tranvia e all'interferenza del traffico gommato
pesante con la normale mobilità urbana. Il non essere
riusciti a risolvere gli annosi problemi strutturali
comporta, purtroppo, situazioni davvero paradossali,
come la necessità, seppur solo per dieci giorni, di
far transitare i tir sulla via I Settembre, in modo da
consentire i lavori nel tratto di via La Farina
compreso tra la Stazione e via I Settembre. Tutto ciò
accade in un periodo dell'anno che notoriamente è tra
i più critici, quello che va dall'inizio di novembre
fino alle festività di fine anno, durante il quale la
città è sempre andata letteralmente in tilt, anche
quando non c'erano i cantieri disseminati nel centro
urbano e il tram non era neppure una lontanissima
ipotesi. In questa fase ci vorrebbe davvero qualcuno
con la bacchetta magica in grado di trovare una
ricetta miracolosa. Ma è anche vero che le cose
andavano programmate in maniera diversa ed invertendo
l'ordine di priorità delle opere da realizzare il
tram, probabilmente, sarebbe stata una delle ciliegine
sulla torta, dopo la realizzazione dei nuovi
collegamenti viari e la soluzione delle questioni
dell'attraversamento dello Stretto. Lo stesso può
dirsi per il problema dei parcheggi. I lavori della
tranvia vanno avanti ormai da più di tre anni, un
lasso di tempo che in tutte le città serie è
sufficiente per attrezzare aree da destinare alla
sosta, per costruire edifici multipiano o silos
sotterranei. Niente, invece, su questo versante si è
ancora mosso ed anzi le procedure si sono
ulteriormente complicate, al punto che oggi i 60
miliardi stanziati per la realizzazione di dieci
parcheggi d'interscambio (legge Tognoli del 1989)
restano solo sulla carta e rischiano di svanire. Come
la mettiamo quando la tranvia non sarà più solo un
susseguirsi di trincee a cielo aperto ma il punto
cardine del nuovo sistema di trasporto pubblico in
città? All'assessore Rizzo non resta che lanciare
nuovi appelli alla pazienza e ai messinesi non rimane
che continuare a indossare i panni di Giobbe,
l'esempio biblico di chi sopporta tutto per fede o
rassegnazione. Finora è andata così, ma è difficile
ipotecare l'immediato futuro, in un contesto nel quale
l'emergenza viaria, aggravando le condizioni di
invivibilità, ha anche procurato ingenti danni
economici ad aziende, ditte, operatori commerciali che
hanno i loro esercizi nel centro e che già paventano
conseguenze negative in vista del prossimo Natale. Se
la costruzione di nuovi parcheggi resta una delle
priorità assolute, altrettanto può dirsi per i
collegamenti diretti con l'autostrada, soprattutto ora
che i programmi di rilancio portuale stanno finalmente
prendendo corpo, malgrado qualcuno vorrebbe celebrare
il funerale del porto di Messina (evidentemente a
vantaggio di Catania e Palermo). Quanto sta avvenendo
all'interno della cittadella portuale non ha
precedenti. Sono arrivati in città non soldi “virtuali”
ma finanziamenti per cento miliardi di lire; sono in
pieno svolgimento i lavori di consolidamento delle
banchine; il molo Norimberga, dopo decenni di assoluto
abbandono, adesso sta tornando pienamente fruibile
nell'ottica dell'inserimento di Messina nel circuito
delle grandi «autostrade del mare»; nelle prossime
settimane dovrebbero anche partire i lavori di
risanamento della cittadella fieristica, anch'essa per
troppi anni lasciata colpevolmente in un progressivo
stato di degrado. L'Autorità portuale sta, insomma,
cercando di fare quello per cui è stata istituita:
potenziare e valorizzare il più possibile le
strutture portuali e i traffici commerciali e
turistici. Sarebbe assurdo gettare la croce sulla
spalle del presidente Vermiglio per il fatto che una
quota del traffico gommato, anzichè dirigersi su
viale Boccetta e viale della Libertà, imbocca il
percorso che porta al molo Norimberga. Non è questo
il problema. Parliamo in ogni caso di strade che
attraversano il centro urbano e questo è l'aspetto
più aberrante. Ma per non continuare a piangere sul
latte versato, la questione è oggi stabilire come
dare una corsia preferenziale sia allo spostamento
degli approdi sia alla realizzazione della “strada
del Mare”. Di questo si è discusso ieri a Roma, nel
corso del vertice svoltosi al ministero dei Trasporti.
Il Governo nazionale si è detto pronto a intervenire
ulteriormente sul piano finanziario ma occorre che a
Messina e a Palermo ci siano progetti immediatamente
cantierabili e, soprattutto, idee chiare sul come
procedere. Non è più tempo di alibi e di “scaricabarile”.
24/10/2001
( la repubblica )
Un
incidente tra due camion ha provocato l'incendio
Per la polizia il numero delle vittime potrebbe essere
salito
Gottardo,
scontro nel tunnel
"Forse i morti sono venti"
Tra le 10 vittime accertate uno dei due autisti
coinvolti
L'altro, un italiano, ha aiutato eroicamente gli
scampati
AIROLO
(Svizzera) - Il bilancio dell'incidente avvenuto
stamane nel tunnel del Gottardo, dove si sono
scontrati due camion provocando un incendio e il
crollo di una parte della galleria, potrebbe essere
"molto più pesante dei 10 morti scoperti
finora", secondo quanto ha dichiarato stasera il
portavoce della polizia di Airolo, Mario Ritter.
Stando ai servizi di soccorso all'imboccatura nord
della galleria, nel Cantone di Uri, il bilancio
definitivo potrebbe essere di 20 vittime.
"I soccorsi non sono ancora giunti al punto dello
scontro, avanzano molto lentamente a causa
dell'altissima temperatura nel tunnel", ha detto
il portavoce Ritter. "La volta del tunnel è
crollata per almeno 100 metri" e "non si sa
quello che si troverà sotto i detriti", ha
aggiunto. Secondo un comunicato diffuso dalla polizia,
le attuali condizioni rendono impossibile determinare
con certezza il numero dei morti, quello dei feriti e
le loro identità, come pure il numero dei veicoli
rimasti coinvolti nel disastro. Nessuna notizia
nemmeno sulla nazionalità delle persone coinvolte.
"I lavori continueranno tutta la notte e certo
per diversi giorni ancora", afferma il
comunicato, precisando che "il tunnel resterà
chiuso per un tempo indeterminato". L'incidente
è avvenuto intorno alle 9:45, a circa un chilometro
dall'uscita sud del tunnel, tra due camion, uno dei
quali trasportava pneumatici, che hanno preso fuoco.
Il conducente di quest'ultimo mezzo, l'italiano Bruno
Saba, è sceso dal suo mezzo e ha aiutato nella fuga
gli automobilisti impauriti: è riuscito a lasciare la
cabina allertando diversi scampati che hanno potuto
lasciare la galleria, lunga 17 chilometri, prima che
l'incendio si estendesse ulteriormente.
Poco dopo si è verificata un'esplosione. Tra le
vittime si conta anche l'autista del secondo camion
che trasportava materiale isolante.
Altri passeggeri provenienti dall'entrata nord del
traforo, hanno tentato di allontanarsi rapidamente dal
luogo dello scontro e dell'incendio. La maggior parte
delle vittime si contano tra i passeggeri di queste
vetture, secondo quanto riferito dalla polizia locale.
La maggior parte dei feriti, trasportati in ospedale,
lamentano sintomi da intossicazione dovuta al fumo
nero sprigionatosi dall'incendio. Dalla galleria, come
detto, continua ad uscire una spessa coltre di fumo,
che ha convinto le autorità a chiedere alla
popolazione di Airolo, la località più vicina
all'incidente all'ingresso sud del tunnel, di rimanere
in casa. A causa del forte calore sviluppatosi per
l'incendio dei veicoli coinvolti nello scontro, una
parte della volta della galleria ha ceduto. Oltre 150
soccorritori, aiutati da due elicotteri, hanno
organizzato un campo base ad Airolo.
24/10/2001
( la repubblica )
Il bilancio dei morti è destinato ad aumentare. Galleria
ancora in fiamme: i soccorritori si avvicinano alla
zona del rogo
Gottardo,
recuperati 10 corpi sono 80 i dispersi
Per un incidente chiuso anche il tunnel del San
Bernardo
Paralizzato il traffico fra l'Italia e la Svizzera
AIROLO
(Svizzera) - I soccorritori sono al lavoro dalle
prime luci del giorno nel tunnel del Gottardo, dove
ieri mattina uno scontro frontale fra due tir ha
provocato un incendio che ha ucciso almeno dieci
persone. I corpi recuperati fino a questo momento sono
quelli di nove uomini e una donna: un'ottantina le
segnalazioni di persone scomparse che la polizia sta
vagliando. Il numero scende di ora in ora,
parallelamente ai risultati dei controlli. Nonostante
ciò, il bilancio delle vittime è comunque destinato
ad aumentare, anche in considerazione del fatto che
non è stato ancora raggiunto il punto dell'incidente,
dove ci sono altri corpi. Si teme che alla fine si
conteranno una ventina di morti.Intanto il traffico
alla frontiera fra Italia e Svizzera è nel caos: lo
scontro fra un camion e un minibus, avvenuto questa
mattina, ha provocato infatti la chiusura anche del
tunnel del San Bernardo, principale alternativa al
Gottardo. Nell'incidente è morto l'autista del
minibus. Il confine svizzero è stato chiuso a tutti
gli automezzi pesanti in entrata.
Al Gottardo le squadre di soccorso non sono ancora
riuscite a raggiungere il punto dell'incidente: la
galleria è ancora in fiamme, ed è invasa da fumo e
detriti. I vigili si avvicinano attraverso il cunicolo
di emergenza che corre parallelo al tunnel degli
automezzi.Parallelamente ai lavori di recupero nel
tunnel, va avanti l'inchiesta per accertare le cause
dell'incidente. Determinante la
testimonianza di Bruno Saba, l'autista
italiano il cui camion è stato coinvolto
nell'incidente. Saba ha raccontato di essere stato
urtato da un altro camion proveniente dalla direzione
opposta, e che il carburante fuoriuscito nell'impatto
ha provocato l'incendio. L'autista che ha provocato
l'incidente probabilmente è fra i morti.
24/10/2001
( asca )
GOTTARDO:
almeno 10 morti ma per Lunardi i tunnel restano sicuri
Airolo
(Svizzera) - Lo scontro tra due camion
questa mattina nel tunnel svizzero del Gottardo ha
provocato, secondo la polizia cantonale del Ticino,
almeno dieci morti. L'incidente e' avvenuto a circa un
chilometro dall'uscita sud del tunnel, lungo 16,5
chilometri, tra due camion di cui uno trasportava
pneumatici che hanno preso fuoco. Tutti i passeggeri
delle automobili vicine sono riusciti a uscire dal
tunnel, o facendo marcia indietro, o abbandonando il
loro veicolo e raggiungendo la galleria di emergenza,
parallela al tunnel stradale. Alla base della
tragedia, secondo le informazioni della polizia, il
fatto che alcuni elementi della volta del tunnel si
siano staccati. Nonostante il disastro, il ministro
delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, pur premettendo
di non conoscere la dinamica dell'incidente del
Gottardo, ha detto che i tunnel autostradali restano
sicuri e che il rapporto di incidentalita' in galleria
e' decisamente minore rispetto all'esterno.
24/10/2001
Fonte:gds
Inquinamento sul
viale Boccetta, all'Archimede pannelli di controllo
Emilio
Pintadi
Segna
il passo la procedura che dovrebbe portare
all'installazione del pannello luminoso antismog sul
Boccetta mentre il comitato "La nostra
città" presenta mille firme in Procura contro
l'avvio del servizio di collegamento marittimo con
Salerno dal molo Norimberga. Sempre in primo piano
l'emergenza Tir. Nel campo della prevenzione si deve
registrare l'ennesimo intoppo sul percorso dei
pannelli luminosi che dovrebbero indicare ai cittadini
del Boccetta la concentrazione delle sostanze
inquinanti nell'aria che respirano.
Nei giorni scorsi è saltato fuori un contenzioso con
una delle ditte che ha fornito il software con il
quale viene gestito l'intero sistema computerizzato.
Una centrale operativa, secondo il progetto
dell'assessorato all'Ambiente deve fornire in tempo
reale ai terminali costituiti dai pannelli luminosi i
dati sulla qualità dell'aria. Nei giorni scorsi altri
otto pannelli sono stati montati nei comuni della
vallata del Mela dove esistono pericolose emissioni
industriali.
L'assessore provinciale al Territorio Tanino Sutera ha
garantito che, comunque, entro la fine di novembre,
ogni tassello sarà al proprio posto: il sistema sarà
operativo. Nelle ultime ore era stato superato un
altro problema burocratico legato alla installazione
del pannello. Palazzo dei Leoni, invece di attendere
il permesso del Comune a piazzare l'indicatore nel
balcone della sede dell'Ottavo quartiere, ha deciso di
montare il pannello all'interno del cortile del liceo
Archimede proprio all'ingresso del casello del viale
Boccetta.
Intanto ieri "La nostra città" ha deciso di
consegnare alla procura della Repubblica le mille
firme raccolte nei giorni scorsi sulla petizione che
chiede la revoca della concessione del punto di
attracco per il collegamento con Salermo. Il molo
Norimberga, ristrutturato recentemente grazie ad
ingenti stanziamenti dello Stato, secondo l'esposto è
destinato dal piano portuale e altre leggi dello stato
ad un uso prettamente commerciale. L'ingresso delle
navi ro-ro sarebbe illegittimo.
25/10/2001
Fonte: la sicilia
Autostrada del
mare / Sistemato l'ormeggio la “Cartour” libera il
molo Marconi
Si torna al Norimberga
Occupa spazi demaniali: denunciato un
cantiere
Alessandro
Tumino
Le
“prove di trazione”, per verificare che non ci
siano più intoppi nell'ormeggio della “Cartour”
alla banchina di testata del molo Norimberga, sono
state completate con risultati soddisfacenti. Ieri
notte dunque, con una corsa di prova, il vettore della
“Messina-Salerno” ha ripreso a utilizzare il molo
della zona falcata, a cui è stato assegnato
compatibilmente con i lavori per il terminal
commerciale e fin quando non sarà operativo l'approdo
per i tir finanziato di Tremestieri. Se i nuovi “corpi
morti” sommersi non daranno problemi nelle manovre
di ancoraggio al Norimberga, allora il “Marconi”
sarà definitivamente liberato. E il ritorno a S.
Raineri appare quanto mai auspicabile ad evitare
interferenze con le corse notturne dei traghetti FS
che trasportano treni da e per Messina. Dalla banchina
di testata come dalla “nord-est, infatti, tali
interferenze della “Messina-Salerno” con le
manovre delle Ferrovie vengono considerate
praticamente impossibili.
UN CASO DI ABUSIVISMO – Ieri, intanto, nuova
informativa alla Procura da parte della Capitaneria su
un caso di abusivismo al molo Norimberga. Gli agenti
del “Demanio-contenzioso” hanno riscontrato che un
cantiere per le manutenzioni navali, già denunciato a
gennaio per un'occupazione di 4000 metri quadrati, di
cui 3000 di specchio acqueo, e già sottoposto
all'ordinanza di sgombero dell'Autorità portuale –
giudicherà il Tar a novembre – ha “liberato”
solo poco più di 400 metri quadrati. Sono state
invocate, in questo caso, argomentazioni di tipo
occupazionale e d'impresa: qualche tempo fa, del
resto, si era cercato di individuare un'area
alternativa dove l'impresa potesse regolarmente
esercitare l'attività. Va però detto che l'attuale
“uso libero” di un'area portuale comporta, oltre
ai giudizi di Procura e Tar, anche l'inconveniente di
precludere l'uso della banchina nordest del Norimberga
in un momento in cui il porto è sotto
ristrutturazione e “soffre” per conciliare le
varie attività e limitare al minimo i disagi.
I DATI SUGLI IMBARCHI – Per quanto riguarda i “flussi”
del porto, fanno riflettere i nuovi dati, del
gennaio-agosto 2001, relativi ai transiti d'auto e
tir: dati che il presidente e il segretario
dell'Authority Vermiglio e Barresi hanno portato due
giorni fa al “tavolo romano” del ministero dei
Trasporti e della Navigazione laddove hanno perorato
la causa – fondamentale – della realizzazione e
finanziamento del collegamento diretto tra il porto e
l'autostrada. Sembra ormai scontato, in questo senso,
che tutti gli enti pubblici competenti (Comune,
Authority, Capitaneria, Genio Civile, Soprintendenza)
debbano unire le loro migliori forze per evitare che
nuovi progetti, non “coordinati”, si perdano per
strada come accaduto per la ristrutturazione di via
Don Blasco. I nuovi dati riguardano Tourist, Caronte,
Ferrovie, Ngi e Meridiano. Per restare nell'ambito dei
numeri più rilevanti, nell'arco di questi otto mesi
la società Tourist ha imbarcato 792.832 auto, 110.034
camion sotto i dodici metri di lunghezza e 119.914
camion sopra i dodici metri. La Caronte ha fatto
registrare, invece, 796.799 auto, 108.636 camion sotto
i dodici metri e 117.759 sopra i dodici. Più ridotti
ma rilevanti gli imbarchi e sbarchi delle Fs: 286.200
auto; 53636 camion sotto i dodici metri e 73.256 oltre
i dodici. In tutto circa 311.000 per i soli
autoarticolati. E con Ngi e Meridiano si vola ben
oltre i 420.000.
COMITATO ANTI-TIR – E infine una denuncia alla
Procura con allegata petizione, è stata presentata
ieri dal presidente del comitato “La nostra città”
Saro Visicaro in relazione a un uso giudicato
improprio del molo Norimberga.
26/10/2001
Fonte: la sicilia
I
dati dell'Autorità portuale sull'attraversamento dei
veicoli premiano i traghetti di «Tourist» e «Caronte»
Nuova
sconfitta per le Ferrovie
Intanto
la «Cartour» fa ritorno nella testata del molo
«Norimberga»
Gli anni
passano, ma la musica non cambia: la holding «Tourist
& Caronte» mantiene la leadership del
traghettamento nello Stretto, tenendo a debita
distanza la flotta delle Ferrovie. È quanto emerge
dai dati di attraversamento dei mezzi tra le due
sponde, forniti dall'Autorità portuale e aggiornati
fino al mese di agosto. Le navi del «Gruppo Franza»
nei primi otto mesi dell'anno hanno traghettato fra
Messina e Villa S. Giovanni (e viceversa): 237mila 673
mezzi di lunghezza superiore ai 12 metri; 228mila 670
veicoli di lunghezza inferiore a 12 metri e 1 milione
589mila 631 autovetture. Alle Ferrovie non sono
rimaste che le «briciole»: 73mila 256 mezzi di
lunghezza superiore ai 12 metri; 53mila 636 di quelli
di lunghezza inferiore e 286mila 200 auto. La
sproporzione si spiega anche con il numero di corse
effettuate quotidianamente: fino a 213 per «Tourist
& Caronte», tra 72 e 90 per le Fs. Nel
collegamento fra Messina e Reggio Calabria, la
«Meridiano Lines» ha traghettato 32mila 590 veicoli
commerciali e 29mila 529 macchine; mentre i
concorrenti della «Ngi» hanno trasportato 23mila 619
veicoli commerciali e 67.824 auto.
Molo «Norimberga»: torna la «Cartour»,
denuncia per la «Savena» — Ha dato esito
positivo il collaudo con il dinamometro del «corpo
morto» della «Cartour» e per questa ragione, da
questa notte, l'ammiraglia del «Gruppo Franza» ha
fatto ritorno nella testata del molo «Norimberga»
per effettuare il collegamento con Salerno. Superati i
problemi tecnici, adesso «Tourist» e «Caronte»
dovranno valutare quelli commerciali, visto che nelle
prime tre settimane i mezzi che hanno optato per
questa tratta sono stati davvero pochi rispetto alle
aspettative. Intanto sempre nel molo «Norimberga» è
tornata ad agire la sezione Demanio e Contenzioso
della Capitaneria che ha denunciato il cantiere
«Savena» per occupazione abusiva di demanio (3mila
mq di specchio acqueo e 600 nella sezione nord est
della banchina). Gli atti sono stati trasferiti
all'Autorità portuale per l'ingiunzione di sgombero,
mentre la Capitaneria ha scritto agli agenti per lo
spostamento delle due navi presenti nel cantiere
denunciato.
Giammoro: placet per il pontile Asi —
Ieri mattina, intanto, la terza sezione del Consiglio
superiore dei Lavori pubblici ha approvato il progetto
esecutivo (presentato dall'Autorità portuale) per la
realizzazione del pontile nell'area industriale di
Giammoro. L'infrastruttura che servirà gli
insediamenti della zona è stata finanziata con 30
miliardi.
Fonte: la sicilia
Il
senso unico nella cortina del porto
Fa «saltare» le fasce orarie sul Boccetta
L'ennesima
rivoluzione della viabilità urbana a causa dei lavori
di realizzazione della tramvia si ripercuoterà,
questa volta, anche sulle fasce orarie che
disciplinano il transito dei Tir dallo svincolo di
Boccetta.
Il provvedimento restrittivo, che vieta l'uso della
bretella da parte dei mezzi pesanti tra le 7 e le 9 e
tra le 18 e le 20, dovrebbe essere «congelato» per
tutto il tempo in cui la cortina del porto sarà
percorribile in senso unico, direzione sud-nord.
Alle fasce orarie, in questo periodo, dovrebbe
subentrare il divieto di attraversamento del viale
Boccetta, sempre per i mezzi pesanti, nelle ore
notturne.
Il problema sarà approfondito nei prossimi giorni,
nel corso di una riunione in Prefettura. Infatti, il
senso unico nella via Vittorio Emanuele – nonostante
l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo, abbia già
firmato l'apposita ordinanza – non entrerà in
vigore prima di lunedì, a causa di problemi tecnici
sollevati dalla «Gepco».
Nel frattempo sono stati definiti anche i percorsi
obbligati tra la via I Settembre, il viale S. Martino
e la via del Vespro, sempre a causa della prossima
apertura di un altro cantiere del tram: per collegare
i binari della via I Settembre con quelli di piazza
della Repubblica, infatti, sarà necessario chiudere
il tratto della via La Farina che va verso via Campo
delle Vettovaglie.
Fonte:gazzetta del sud
Emergenza
tir / Da novembre stop alle fasce orarie
Boccetta
chiuso di notte
I
commercianti chiedono benefici fiscali
Lucio
D'Amico
I
tir passeranno su via I Settembre ma soltanto di notte
e per il periodo strettamente necessario al
completamento dei lavori della tranvia nel tratto fra
la Stazione e la Cortina del porto. A Palazzo Zanca si
cerca di fronteggiare l'ennesima emergenza provocata
dall'interferenza del traffico di attraversamento
dello Stretto con la viabilità cittadina. Il sindaco
Leonardi ha ribadito ieri che il provvedimento delle
fasce orarie non sarà più prorogato. Dal 1.
novembre, quindi, scatterà, probabilmente da
mezzanotte fino alle 6 del mattino, il divieto di
transito sul Boccetta per i mezzi gommati pesanti. Per
evitare che l'impatto sulle altre strade diventi
devastante, è stato disposto un servizio di vigilanza
sinergico tra polizia stradale e polizia municipale. A
Roma è stata accolta positivamente la richiesta del
prefetto Giosuè Marino, rivolta al ministro degli
Interni Scajola, circa il potenziamento di uomini e
mezzi non solo lungo la tangenziale ma anche nelle
strade del centro urbano attraversate dai tir diretti
agli imbarcaderi. Il comandante Calogero Ferlisi
assicura il massimo impegno del corpo dei vigili
urbani: «Non nascondiamo la difficoltà della
situazione, che potrà essere risolta solo quando gli
approdi saranno spostati fuori dal centro urbano.
Voglio, però, rassicurare i commercianti che temono
ulteriori gravi danni alle proprie attività. Il
passaggio notturno dei camion dovrebbe evitare almeno
questo problema». Ma non è di questo avviso la
Confcommercio che sollecita l'amministrazione comunale
a valutare la possibilità di non applicare le imposte
comunali per le aziende che hanno subito o stanno
subendo penalizzazioni «per il solo fatto che sono
dislocate su strade trasformate in cantieri». In
altre città sono stati disposti simili provvedimenti
in caso di eventi straordinari, che hanno impedito la
normale attività lavorativa. Secondo l'Unione
commercianti, a Messina da tre anni si vive in stato
di emergenza permanente e di ciò si dovrebbe tenere
conto. «Non possiamo che condividere – afferma il
direttore generale Roberto Corona – i contenuti
dell'esposto firmato da 21 operatori commerciali di
via I Settembre e della Cortina del porto. Le
preoccupazioni non finiscono con il rifacimento del
manto stradale, visto che adesso si prospetta
addirittura il passaggio dei tir. Pur rendendoci conto
delle difficoltà di contemperare esigenze spesso
contrastanti, ricordiamo che il mancato adeguamento
dei flussi alle variazioni intervenute sul territorio,
determinano modifiche dei comportamenti dei cittadini,
spesso anche dei consumi, con danni che possono
talvolta rivelarsi irreversibili. Riteniamo doveroso
ricordare che i riflessi negativi non si limitano alle
aziende che insistono sulle strade direttamente
interessate dai lavori ma colpiscono anche gli
operatori che svolgono le loro attività nelle zone
limitrofe, oltre che i residenti. Si corre il rischio
di compromettere ulteriormente l'economia,
l'occupazione e lo sviluppo economico. Sono interessi
in gioco troppo grandi per poter essere trascurati».
La Confcommercio chiede al sindaco la convocazione di
un incontro urgente proprio perché si esamini la
proposta di esenzione dalle imposte comunali e perchè
si decidano altre iniziative in grado di alleviare le
sofferenze di un'intera categoria.
Oggi
conferenza stampa del Centrosinistra
Fiera,
è scontro
Ma è
assurdo rimpiangere il passato
Lucio
D'amico
Il
Centrosinistra va all'attacco. Il rilascio della
concessione alla Compagnia del Mare per la gestione
della cittadella fieristica non convince otto
consiglieri comunali, tra i quali l'ex sindaco Franco
Providenti e l'ex assessore al Commercio Luigi
Beninati, che hanno deciso di convocare per stamane
una conferenza stampa. Sarà presentata una relazione
che, di fatto, ricalca i contenuti del ricorso al Tar
presentato, a nome di una società di investimenti
immobiliari di Caltanissetta, dall'avv. Antonio
Saitta, un altro dei componenti della precedente
amministrazione comunale. Quello che si profila è un
duro scontro politico. Le perplessità manifestate
già nei giorni scorsi dai consiglieri, in particolare
da Giuseppe Previti (Democrazia europea), riguardano
sia le modalità di assegnazione della concessione da
parte dell'Autorità portuale sia la scelta di
affidare ad un soggetto privato l'ampia e pregiata
porzione del territorio cittadino che è stata gestita
dall'Ente Fiera. Qualunque siano le opinioni in
materia e gli esiti del contenzioso davanti al
Tribunale amministrativo, in questa vicenda ci sono
alcuni punti dai quali non si dovrebbe prescindere al
fine di compiere una serena ed utile riflessione,
scevra da interessi di qualsiasi genere. La cittadella
di viale della Libertà, pur considerata per decenni
un bene ad esclusivo uso e consumo della Fiera, è
stata di proprietà del Demanio marittimo, ora è di
quello portuale e, comunque, appartiene alla città.
Da un lato, dunque, qualunque gestione futura non può
ignorare che uno degli obiettivi principali, “condicio
sine qua non” ai fini del rilascio della concessione
demaniale, deve essere la valorizzazione delle
attività collegate al mare. Un terreno del Demanio
marittimo-portuale non può essere dato “solo” per
fare mercati, fiere, rassegne artigianali o
manifestazioni ricreative. Dall'altro lato,
trattandosi di aree di valore incalcolabile, ideale
prosecuzione dello storico “Chalet a mare” e
dell'attuale Passeggiata, è evidente che nessuno può
pensare di trascurare il preminente interesse
pubblico. I vialoni della cittadella vanno
assolutamente aperti alla fruibilità dei messinesi e
qualunque elemento di cesura o separazione (come
l'orrendo muraglione) deve essere abbattuto. Ma
l'apertura presuppone anche la capacità di gestire
quelle aree, di abbellirle, di renderle funzionali, di
curarne quotidianamente la pulizia e la manutenzione,
di impiegare ingenti risorse per assicurare dignità e
decoro. Tutto ciò, nel passato più o meno recente,
non è stato fatto ed oggi chi rimpiange il tempo in
cui la concessione veniva rilasciata automaticamente
all'Ente fieristico, dovrebbe spiegare perchè in
tutti questi anni non si è mossa foglia e si è
lasciato che aree e immobili di grande valore si
deteriorassero in maniera davvero vergognosa.
27/10/2001
Fonte: la sicilia
Turi
Leonardi e il sindaco di Reggio tracciano un percorso
per rinvigorire le interconnessioni tra le due sponde
Nasce
la «regione dello Stretto»
Sarà
presto costituito un organismo permanente di
concertazione
Si cerca
di stringere i tempi per l'ultimazione del primo
tratto del tram, quello da piazza della Repubblica al
capolinea sud di Gazzi che sarà collaudato a partire
dal 17 novembre, dopo la fornitura della prima vettura
da parte della «Fiat Ferroviaria». Il Comune, nei
giorni scorsi, ha autorizzato la «Gepco-Salc» ad
affidare in subappalto la fornitura dei materiali e la
messa in opera della pavimentazione nel cantiere della
tramvia di piazza della Repubblica. Una notizia che,
però, ha mandato su tutte le furie le organizzazioni
sindacali di categoria che, per questa ragione, hanno
chiesto un incontro urgente con il sindaco e la
direzione lavori. «Va bene la fornitura – dice Dino
Spinelli (Filca/Cisl) – ma la messa in opera,
trattandosi di un intervento edile, dev'essere svolta
dagli operai della “Gepco” e non c'è nessun
bisogno di affidarla in subappalto».
La protesta dei commercianti — Da
parte loro, i commercianti di via I Settembre si
dicono sempre più penalizzati. E non vogliono
assolutamente che i Tir, dirottati dalla cortina del
porto in coincidenza coi lavori del tram, finiscano
sulla storica arteria di recente oggetto di un
accurato interventi di riqualificazione urbanistica.
Ieri sull'argomento è intervenuta la Confcommercio,
che ha inviato una lettera al sindaco, Turi Leonardi:
«Non possiamo non richiederle un incontro, per
esaminare i progetti dell'Amministrazione e renderli,
se possibile, compatibili con le attese degli
imprenditori firmatari di un precedente documento di
protesta. Si corre il rischio – scrive Roberto
Corona – di compromettere ulteriormente l'economia,
l'occupazione e lo sviluppo del mercato e questi
interessi non possono essere trascurati. Ci
permettiamo, sulla scia di quanto fatto in altri
comuni, di suggerire la possibilità di non applicare
le imposte comunali per le aziende che hanno subìto o
stanno subendo penalizzazioni per il solo fatto che
sono dislocate su strade trasformate in cantieri».
27/10/2001
Fonte. gds
Tir padroni della strada
La Confcommercio chiede aiuto a Leonardi
Rosaria
Brancato
Strade
trasformate in cantieri, tir in pieno centro, ed a
pagare i disagi sono soprattutto i commercianti. Dopo
un esposto firmato da 21 operatori della via 1ø
Settembre, adesso è la Confcommercio a scendere in
campo la richiesta di un incontro urgente con il
sindaco. In primo piano i danni causati dai cantieri
del tram e l'arrivo, atteso ormai per la prossima
settimana dei tir in via 1[ Settembre, conseguenza
dell'avvio di nuovi cantieri e dell'introduzione del
senso unico nella via Vittorio Emanuele e nella
Cortina del porto. "Vorremmo esaminare insieme i
progetti dell'amministrazione - scrivono i
commercianti - e renderli compatibili con le attese e
le esigenze degli imprenditori delle vie interessate,
dalla I Settembre alla parte bassa del viale San
Martino fino a piazza della Repubblica". Se gli
acquirenti hanno per più di un anno disertato gli
esercizi della zona, per via dei cantieri del tram, il
transito obbligato dei tir disposto dalla giunta sarà
il colpo finale. "Si corre il rischio - dichiara
il presidente della Confocommercio Roberto Corona - di
compromettere economia ed occupazione e lo sviluppo
del mercato cittadino". La proposta dei
commercianti è l'esenzione, almeno per il 2001, delle
imposte comunali alle aziende che si trovano nelle
arterie penalizzate e trasformate in cantieri aperti
da troppo tempo. Intanto le nuove disposizioni in
materia di viabilità in vista dell'avvio dei nuovi
lavori alla Cortina ed in via Vittorio Emanuele
avranno ripercussioni anche sulle fasce orarie. La
terza proroga che impone il divieto ai mezzi pesanti
di utilizzare il Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18
alle 20 scadrà il 31 ottobre e sarà probabilmente
l'ultima. "Ho convocato i rappresentanti dei
quartieri interessati per trovare soluzioni
alternative alle fasce orarie e sentire anche i pareri
delle circoscrizioni che stanno affrontando disagi -
annuncia il sindaco Leonardi - escludo una nuova
proroga. Con l'apertura dei cantieri e l'obbligo per i
camion di passare dalla via Iø Settembre abbiamo seri
problemi di razionalizzazione del traffico".
L'ipotesi attualmente al vaglio del primo cittadino è
quella di vietare il transito dal viale Boccetta ai
tir solo di notte. In questo caso i bisonti della
strada diretti agli imbarcaderi potranno utilizzare
gli altri svincoli, Tremestieri, Gazzi e Messina
centro, dove nel frattempo sarà potenziata la
presenza delle forze dell'ordine.
Comandante dei vigili urbani e comandante della
Polstrada nei prossimi giorni vareranno un piano di
potenziamento e di controllo degli svincoli, durante
la notte, per disciplinare il passaggio dei mezzi
pesanti.
Fonte: gazzetta del sud
Tir, ancora
incidenti
Incidente stradale, nella notte tra giovedì e ieri,
sul viale Boccetta all'altezza di piazza Gagini. Per
cause ancora in fase di accertamento da parte delle
forze dell'ordine – l'ipotesi più accreditata è
però quella del colpo di sonno del conducente– un
camion che trasportava materiale vario diretto nel
centro Italia ha investito due autovetture che si
trovavano parcheggiate sul lato sinistro della
trafficata arteria. Scattato l'allarme, sul posto sono
intervenuti gli agenti della polizia municipale che,
contrariamente a quello che hanno accertato quanto
avvenuto e l'assenza di persone ferite. Probabilmente
grazie all'ora tarda e al traffico ridotto i danni
sono stati limitati, fortunatamente, solo ai mezzi
coinvolti. Le due autovetture, appartenenti ad un
impiegato e ad un pensionato, sono rimaste danneggiate
alle fiancate. Il camion, dopo i rilievi, ha
proseguito il viaggio. Le auto danneggiate, già ieri
mattina erano state rimosse. Sempre ieri mattina, sul
viale Europa, per un altro incidente – in questo
caso avvenuto tra un camion e un ciclomotore – il
traffico ha subìto dei rallentamenti. Così come
avrebbero accertato gli uomini di una pattuglia della
polizia municipale, lo scontro sarebbe avvenuto tra il
mezzo a due ruote e il tir a causa di un voluminoso
cartone che il conducente del motociclo aveva al
seguito. Lo scatolone sarebbe stato infatti “agganciato”
dal camion provocando la caduta del centauro. Grazie
alla prontezza di riflessi di entrambi i conducenti è
stato evitato il peggio. Il giovane motociclista è
riuscito infatti ad alzarsi da terra nell'immediato,
così come tempestivo è stato l'autista del camion a
bloccare il mezzo. Condotto al pronto soccorso del
vicino ospedale “Piemonte”, il centauro è stato
medicato per lievi escoriazioni giudicate guaribili in
un paio di giorni. (gi.pa.)
Fonte: gazzetta del sud
Niente
camion di notte sul Boccetta, Leonardi convoca i
Quartieri
Tir,
il sindaco convoca i Quartieri — Prima di
disporre la chiusura notturna del viale Boccetta per i
Tir, il sindaco vuole ascoltare i Quartieri. E per
lunedì ha convocato una riunione con i presidenti
delle circoscrizioni interessate alla bozza del nuovo
provvedimento, col quale s'interdirà il transito
dalle 22 alle 6, in modo da rispondere alle esigenze
degli abitanti e di alleggerire i disagi derivanti
dalla presenza dei cantieri del tram sulla cortina del
porto, che di conseguenza sarà percorribile solo a
senso unico da sud a nord. Il sindaco ha annunciato
ieri anche che «grazie alla disponibilità delle
forze dell'ordine, che operano insieme ai Vigili
urbani, saranno presidiati pure gli svincoli di
Trmestieri, Gazzi, Messina centro e S. Filippo, non
appena attivato». Ribadito anche che si tratta solo
di misure tampone: «La soluzione definitiva – ha
ricordato il sindaco – saranno i nuovi approdi
all'Annunziata e a Tremestieri». Intanto ieri
sull'argomento Tir è intervenuto Pippo Isgrò
(componente del coordinamento del Cdu), sollecitando a
Leonardi e al suo collega di Reggio Calabria di farsi
promotori dello sviluppo delle cosiddette «vie del
mare» per la movimentazione delle merci.
Ennesimo incidente sul viale Boccetta — Ieri
all'1.20 un Tir Fiat Iveco, condotto dal palermitano
Pietro Ciminello, che percorreva il viale Boccetta in
direzione monte-mare, ha travolto due auto in sosta
(una Volkswagen e un'Arna), trascinandone una per
oltre 50 metri. Sul posto sono intervenuti i Vigili
urbani, che hanno contravvenzionato l'autista per
eccesso di velocità. Il mezzo viaggiava a circa 80
km/h, in una bretella dove il limite è fissato a 30.
Viabilità in tilt, ieri mattina, anche sul viale
Europa, dove un altro camion ha travolto un giovane su
un motorino, rimasto fortunatamente illeso.
La chiusura
notturna del Boccetta e l'iter di realizzazione dei
nuovi approdi
Leonardi: vicina la soluzione definitiva
Lucio
D'amico
Il diavolo
ci mette sempre il suo zampino. Nel giorno in cui il
sindaco annuncia l'intenzione di chiudere di notte il
Boccetta al transito dei mezzi gommati pesanti, ecco
che si registra l'ennesimo incidente, con un tir che
investe due auto parcheggiate. È la dimostrazione di
come Messina viva perennemente nell'emergenza ed è
anche l'ennesima conferma che qualunque ordinanza o
provvedimento in cantiere non potrà mai ottenere
risultati soddisfacenti, fino a quando non saranno
risolti definitivamente i problemi strutturali. Solo
eliminando l'interferenza tra la viabilità cittadina
e il traffico di attraversamento dello Stretto si
potrà restituire la piena vivibilità ai messinesi e
a chi soggiorna nella nostra città. «Lo andiamo
dicendo da quando ci siamo insediati – afferma
Leonardi –, la soluzione definitiva passa soltanto
dalla realizzazione dei nuovi approdi». E allora la
nuova ordinanza, che prevede l'interdizione notturna
del transito dalle 22 alle 6 del giorno successivo, è
solo un tentativo di alleviare i disagi e le
sofferenze del popolo del Boccetta, che paga da
decenni il tributo più alto alla schiavitù dei tir.
Il provvedimento, comunque, sarà sottoposto al parere
delle Circoscrizioni e per questo il sindaco ha
convocato per lunedì un incontro con i presidenti dei
Quartieri interessati. «Diversificare l'utilizzo
degli svincoli autostradali – aggiunge il sindaco
– è una scelta attuata per il medio periodo, ma il
punto fondamentale del nostro programma resta la
costruzione degli approdi di Tremestieri e
dell'Annunziata, che stanno seguendo due distinti
percorsi proprio per accelerarne l'esecutività. Per
agevolare gli interventi di coloro che hanno
manifestato interesse alla realizzazione delle due
opere, sono state definite le procedure previste
dall'articolo 37 della legge Merloni per la
concessione di costruzione e gestione a privati. È
stato ottenuto anche l'inserimento delle opere nel
Piano integrativo regionale. Entro l'anno sarà
compiuta la scelta del concessionario e quindi si
passerà alla fase realizzativa. Nel frattempo, sono
disponibili risorse finanziarie regionali per 41
miliardi che consentiranno la realizzazione in tempi
brevi del cosiddetto approdo di emergenza a
Tremestieri. Più di questo – conclude Leonardi –
non potevamo far
La
replica di Autorità portuale e Compagnia del mare
«Solo un attacco strumentale e un cumulo di
falsità»
Lucio
D'amico
«È un
attacco politico strumentale, le accuse mosse sono
prive di fondamento». Immediata è la replica del
presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio,
assistito dal prof. Mario Caldarera, alle
dichiarazioni rilasciate in mattinata da Providenti,
Giunta, Beninati e Previti. E altrettanto dura è la
risposta del presidente della Compagnia del Mare
Gaetano Mobilia: «Non mi interessano le diatribe
politiche, non si possono però asserire falsità e
insinuare sospetti spacciandoli per verità». I
diretti interessati rispondono punto per punto ai
rilievi posti dai consiglieri comunali.
VERMIGLIO: «Si parte innanzitutto da una
considerazione sbagliata. Non eravamo in presenza di
un unico procedimento con tre domande in concorrenza
ma di due distinti procedimenti: 1) il rinnovo della
concessione per 4 anni al Comune; 2) l'iter avviato
dalla richiesta della Compagnia del Mare che avrebbe
potuto concludersi solo in caso di rinuncia da parte
del Comune, a condizione che il nuovo concessionario
dichiarasse di voler succedere nella stessa posizione
del rinunciante, assumendo quindi tutti gli obblighi
del Comune e in particolare quello nei confronti
dell'Ente Fiera. Si tratta, dunque, di una fattispecie
diversa rispetto a quella indicata dal Codice della
navigazione. E trattandosi di una richiesta relativa
ad un periodo non superiore a 4 anni, non avevamo
alcun obbligo a procedere alla pubblicazione della
domanda».
MOBILIA: «L'Autorità portuale entro il 31 ottobre
avrà incassato da aprile a dicembre l'intero canone
pagato dalla Compagnia del Mare. Altro che sconti e
riduzioni! Pur senza effettuare ancora alcuna
attività per la manifesta inagibilità dell'area,
abbiamo provveduto finora a versare 552 milioni per la
concessione che copre anche il periodo “scoperto”
da aprile a luglio. Inoltre, abbiamo speso 71 milioni
per l'ufficio del registro, 324 per il progetto di
messa a norma, 15 milioni per la fideiussione da 1
miliardo e mezzo pari al doppio del canone, 100
milioni per l'Ici, 75 per il progetto dei pontili, 6
milioni per assicurare l'intera cittadella. In totale,
fanno 1 miliardo 143 milioni di lire. Nei quattro anni
verseremo oltre 3 miliardi e per la futura
manutenzione ordinaria abbiamo previsto una spesa di 6
miliardi. Grazie al nostro intervento, il Comune avrà
la garanzia dell'apertura delle aree alla città,
l'Ente Fiera ha potuto effettuare la manifestazione
d'agosto e potrà svolgere le iniziative di Natale,
l'Autorità portuale ha incassato l'intero canone.
Dov'è lo scandalo? Nella concessione del 3 agosto il
sindaco ci impone di garantire gli spazi alla Fiera
per un ammontare pari al 10 per cento dei ricavi e
delle vendite in base al conto economico del '98.
L'Ente ha versato 300 milioni più Iva incassando per
la Fiera d'agosto la somma 1 miliardo 650 milioni di
lire. Senza l'intervento della Compagnia del Mare, la
Campionaria non si sarebbe potuta tenere. Ci siamo
sobbarcati oneri che non toccavano a noi per
rispettare gli impegni assunti nei confronti del
sindaco».
VERMIGLIO: «Abbiamo compiuto la scelta più
trasparente decidendo di attuare a nostro carico gli
interventi di messa a norma e di manutenzione
straordinaria. Avremmo potuto anche farli realizzare
alla Compagnia del Mare ma in quel modo si sarebbero
violate le norme comunitarie riguardanti gli appalti
pubblici. Inoltre, il concessionario avrebbe chiesto
di defalcare quelle somme dall'importo del canone,
ottenendo in pratica gratuitamente la concessione. Ma
quale garanzia avremmo avuto sull'ammontare effettivo
della spesa occorrente per i lavori, sulle modalità
di esecuzione e sui tempi? Avevamo e abbiamo una
necessità impellente: risanare il quartiere
fieristico, che ci è stato riconsegnato in condizioni
estremamente precarie, impegnando una parte delle
somme derivanti dall'avanzo di amministrazione,
rientrando in soli 4 anni dall'investimento, grazie al
canone pagato dal concessionario privato. Non è
questa una “ratio” concreta e rispondente ai
criteri della buona amministrazione? Se il Comune
avesse avuto le risorse sufficienti, sarebbe stato un
altro discorso. Per quanto riguarda la Fiera, non
poteva reclamare alcun diritto, non avendo saldato i
debiti pregressi. Si tratta non di un ente benefico ma
di un ente economico che ha sempre preteso di pagare
un canone ricognitorio di circa 40 milioni l'anno,
incassando però, ed è un esempio, per la sola
insegna pubblicitaria del Banco di Sicilia 45 milioni.
Inoltre, va chiarito che il parere del comandante del
porto non è mai stato negativo. Maccarone ha chiesto
un'integrazione di documenti, sottolineando la
necessità del recupero ai fini della fruizione del
mare. Ma è proprio questo che l'Autorità portuale ha
deciso di fare: consentire l'allestimento e la
riqualificazione degli immobili esistenti ed inoltre
la realizzazione di pontili nello specchio acqueo
antistante la cittadella, grazie ai quali saranno
svolte attività direttamente collegate alle finalità
del porto. In questi quattro anni si poteva fare
soltanto questo, riuscendo ad assicurare nel contempo
le iniziative della Fiera. Dei progetti futuri si
potrà discutere quando sarà approvato il Prg del
porto».
MOBILIA – «Qui non c'è un privato che sta mettendo
le mani sulla Fiera ma esattamente il contrario. È
grazie al privato che la Fiera può continuare a
svolgere il suo ruolo e che l'intero quartiere potrà
essere aperto 365 giorni l'anno, con iniziative e
servizi di assoluta qualità. È vero, abbiamo un
progetto più ambizioso, quello ideato dall'arch.
Cesar Portela, ma senza strumenti di programmazione
urbanistica non avremmo potuto attuarlo. Se si
deciderà di bandire un concorso di progettazione, vi
parteciperemo insieme a tutti coloro che hanno a cuore
le sorti di questa città. Non siamo mecenati ma
neppure volgari speculatori. E questo è bene che ex
amministratori e consiglieri lo sappiano».
Fonte: gazzetta del sud
Alcuni
consiglieri del Centrosinistra contestano duramente le
procedure seguite per la concessione demaniale
«La
Fiera non va svenduta ai privati»
Lucio D'Amico
«Chiediamo
al sindaco Leonardi di presentarsi lunedì sera in
consiglio per chiarire le vicende relative alla
concessione della cittadella fieristica ed al ruolo
svolto dal Comune». Comincia così l'atto d'accusa
nei confronti dell'Amministrazione e dell'Autorità
portuale, sottoscritto da alcuni consiglieri comunali,
con in testa l'ex sindaco Franco Providenti, gli ex
assessori Luigi Beninati e Gaetano Giunta, Giuseppe
Previti e Pio Amadeo. «Non riusciamo a capire –
sostengono i consiglieri – la fretta e gli errori
con cui sono stati effettuati tutti gli atti. Il 27
giugno 2001 l'assessore regionale alla Cooperazione
nominava commissario straordinario dell'Ente Fiera il
dott. Marcello Greco che, dopo pochi giorni, firmava
la convenzione con la Compagnia del Mare. L'atto,
stipulato il 3 luglio, consiste in un vero e proprio
“patto leonino” in cui l'Ente Fiera si impegna
alla immediata rinuncia alla domanda di concessione
dell'area della cittadella fieristica e la Compagnia
si impegna a concedere alla Fiera la fruibilità degli
spazi per le manifestazioni in programma per i quattro
anni per i quali ha richiesto la concessione. Si
conviene, in particolare, che per il 2001 la Fiera
verserà alla Compagnia del Mare, per poter realizzare
la Campionaria d'agosto, la somma di 300 milioni di
lire entro il 20 luglio. Il canone convenuto è di
gran lunga superiore a quello di 177 milioni richiesto
dall'Autorità portuale alla Fiera per il periodo di
marzo 2000. In precedenza, il 25 maggio 2001
l'Autorità portuale aveva dato in concessione le
stesse aree al Comune che, pertanto, alla data
dell'accordo tra Fiera e Compagnia del Mare, era
ancora in possesso dei luoghi e aveva diritto di
preferenza per il rinnovo della concessione.
L'Autorità – proseguono i consiglieri – ometteva
di svolgere qualsiasi attività di pubblicità delle
domande pervenute, violando l'articolo 37 del Codice
della navigazione e l'art. 18 del regolamento
marittimo. Il 12 luglio si riuniva il Comitato
portuale. Il segretario generale riferiva che
risultavano agli atti tre domande di concessione: Ente
Fiera, Comune e Compagnia del Mare. Inspiegabilmente,
dopo l'intervento del rappresentante della Compagnia
del Mare, il sindaco superava ogni difficoltà e
ritirava la propria domanda a favore della società
privata, rinunciando al diritto di prelazione. Così
operando, consentiva alla Compagnia di ottenere nel
giro di pochi giorni dalla Fiera la somma di 300
milioni più Iva che altrimenti sarebbe stata pagata
all'Autorità portuale. Il 23 agosto l'Ente Fiera ha
riconsegnato la cittadella alla Compagnia e il 30
agosto la Compagnia, in base ad una clausola della
concessione, ha riconsegnato all'Autorità portuale le
aree al fine di consentire i lavori di manutenzione
straordinaria per un importo di 4 miliardi. Per il
periodo di mancata disponibilità dell'area, la
Compagnia del Mare ha ottenuto la sospensione del
canone già versato. In conclusione, per il periodo
dal 26 luglio al 30 agosto la Compagnia del Mare
avrebbe pagato la somma di 62 milioni incassandone 300
dalla Fiera. Tutto ciò è singolare se si considera
che a norma del decreto del 5 ottobre '93, le opere di
manutenzione del demanio non si distinguono in
ordinarie e straordinarie ma sono tutte poste a carico
del concessionario che può chiedere eventualmente una
riduzione del canone concessorio. Perchè – si
chiedono ancora i consiglieri – la Compagnia del
Mare è stata immessa in Fiera il 3 agosto, cioè in
un periodo in cui non aveva attività da svolgere?
Perchè il sindaco ha rinunciato senza investire di
ciò la giunta e senza alcun provvedimento
amministrativo? Perchè il commissario della Fiera ha
firmato la convenzione senza che i suoi poteri fossero
convalidati dalla commissione regionale? Perchè
l'Autorità portuale non ha fatto le pubblicazioni
previste dalla legge? Perchè nella seduta del
Comitato non è stato letto il parere sostanzialmente
contrario del comandante della Capitaneria di
porto?». I consiglieri imputano al sindaco di aver
dato «un'incredibile delega in bianco al privato
affinchè si occupi degli interessi della comunità
locale» e sostengono che il «vero progetto è quello
di far fuori la Fiera e sostituirsi ad essa».
Fonte:gds
Viale Boccetta, altra
tragedia sfiorata
Tir a velocità
travolge due auto in sosta
Emilio
Pintaldi
Mentre il
sindaco decide di vietare il loro passaggio nelle ore
notturne, un Tir provoca l'ennesimo incidente.
Percorreva il viale Boccetta ad una velocità di oltre
ottanta all'ora il "bisonte" che, nella
notte tra giovedì e venerdì ha travolto due auto in
sosta trascinandone una per quasi cinquanta metri sino
alla corsia opposta.
L'autista, un palermitano, è stato denunciato per
eccesso di velocità. L'incidente è avvenuto poco
dopo l'1,30. Per l'ennesima volta è stata sfiorata la
tragedia. Teatro dell'impatto come sempre l'arteria
diventata tristemente famosa per l'impressionante
frequenza con cui si verificano incidenti provocati
dal passaggio dei Tir diretti agli imbarcaderi di
Tourist e Caronte.
Nel maggio scorso proprio un Tir provocò il ferimento
di quattro persone ed il coinvolgimento di una ventina
di mezzi. Questa volta il camion Fiat Iveco appena
uscito dallo svincolo del Boccetta e diretto agli
imbarcaderi del viale della Libertà, ha travolto due
auto parcheggiate ai lati della strada: una Volkswagen
ed un'Arna Alfa Romeo. Quest'ultima è stata
trascinata per oltre cinquanta metri: da largo
Seguenza all'ingresso della villa Mazzini sulla corsia
opposta.
Fortunatamente nessun ferito. Immediato l'intervento
dei vigili urbani che da mesi presidiano il viale
Boccetta giorno e notte. Dal cronotachigrafo del mezzo
una conferma ai sospetti degli agenti di polizia
municipale:il camion ha superato gli ottanta
chilometri orari di velocità su una strada dove vige
il limite dei trenta chilometri orari. Per il
palermitano, tradito probabilmente da un colpo di
sonno, è scattata la denuncia per eccesso di
velocità. Rischia il ritiro della patente ed il
sequestro del mezzo.
Proprio giovedì l'amministrazione comunale aveva
deciso di vietare nelle ore notturne il passaggio dei
Tir . Dal primo novembre infatti scadranno le
cosiddette fasce orarie che vietano il passaggio dei
Tir sul Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20.
Adesso il "viale della morte", così come è
stato ribattezzato dai suoi abitanti, sarà off limits
solo nelle ore notturne. I Tir da mezzanotte alle sei
transiteranno dagli altri svincoli. Una misura che
"grazia" la via I settembre. I camion
infatti, durante le fasce vietate a causa
dell'apertura dei cantieri del tram e delle banchine
sulla strada abituale, avrebbero percorso come
tracciato alternativo, la storica via I settembre
ristrutturata recentemente e coperta con il basolato.
Visicaro:
"Mettiamo strumenti per controllare i freni ai
camion"
Emilio
Pintaldi
"Non
è che l'ennesima prova che le nostre preoccupazioni
sono reali. L'amministrazione continua a fare orecchio
da mercante". E' su tutte le furie Saro Visicaro,
portavoce del comitato "La nostra città".
L'incidente del viale Boccetta rischia di far scendere
ancora una volta in strada gli esponenti dei comitati
antitir. "Quei bisonti - spiega Visicaro- sul
Boccetta diventano dei veri e propri missili. Sembra
di essere in Afghanistan. Chi si trova sulla loro
traiettoria è spacciato. Il problema è che nessuno
ha voluto disporre controlli seri sullo stato di
funzionamento dei mezzi. Molto spesso i freni sono
fuori uso. Abbiamo piu' volte detto
all'amministrazione che esiste un mezzo per prevenire
questo tipo di inconvenienti. Al valico del Frejius
esiste un rilevatore che riesce a scoprire lo stato di
riscaldamento ed il reale funzionamento dei freni.Il
sistema potrebbe essere usato in città".
Sulla revoca dell'ordinanza antitir e sulle nuove
misure che scatteranno da novembre Visicaro esprime
totale dissenso: "Di notte i camion diventano
ancora piu' pericolosi. Spostarli sugli altri svincoli
dirotta il problema. Ci vogliono soluzioni radicali.
Gli imbarcaderi devono andare fuori dalla
città".
Autostrade del mare
unica alternativa ad incidenti mortali
Pippo
Isgrò ( Ordinario di Tecnica dei trasporti marittimi
)
Da
troppo tempo e da più parti, si sostiene che sarebbe
più utile dirottare i mezzi pesanti utilizzando le
vie del mare. L'Italia possiede due grandi canali
"naturali navigabili", lunghi ciascuno circa
538 miglia marine: il mare Tirreno e il mare
Adriatico; qualcuno li ha anche chiamati autostrade
del mare. Focalizziamo per il momento l'attenzione
sulla città, che paga sicuramente il prezzo più alto
dal punto di vista ambientale, ma anche in termini di
vite umane stroncate da tragici incidenti stradali,
causati dal traffico.
L'intera penisola, con la Sicilia, concentra tutte le
sue attività produttive e di servizio lungo le fasce
costiere, quindi per l'Italia intera è di vitale
importanza, incrementare il cabotaggio che andrebbe
visto in un'ottica compiutamente intermodale
collocandola nel quadro del ciclo logistico dei
trasporti. Ciò, se venisse realizzato, ridurrebbe
fortemente gli effetti negativi della attuale morsa in
cui le strade italiane sono strette a causa del
traffico di merci trasportare su ruote.
Il voler continuare a movimentare le merci e i
prodotti tossico-nocivi con il gommato pesante,
comporterà ulteriori rischi, nonchè‚ maggiori
investimenti necessari per costruire nuove
infrastrutture, vedi il raddoppio autostradale Rc-Sa,
il ponte sullo Stretto, il completamento della Me-Pa.
Iniziative che andrebbero rivolte principalmente allo
sviluppo turistico e non all'aumento del traffico del
gommato pesante. Il trasporto per via terra costa, non
soltanto per gli elevati consumi energetici, ma costa
principalmente per il prezzo che bisogna pagare in
termini di perdite di vite umane, causate dai rischi
dall'inquinamento dal benzene.
Quello che si chiede a tutti i sindaci siciliani, è
di promuovere un progetto di ricerca sugli aspetti
della validità delle integrazioni intermodali delle
merci allo scopo di rendere più veloci, economici ed
affidabili le catene di trasporto utilizzando le vie
del mare.
Ci si augura che il piano dei trasporti tenga conto
della realtà in cui vivono i grandi centri siciliani,
che sono l'interfaccia naturale con il continente e
che quindi pagano il prezzo più alto di servitù,
causata dal gommato pesante in transito.
Il rilancio dell'area
dello Stretto: Tra la città e Reggio stilata intesa
Enzo
Gallo
Importante
svolta si registra sul versante dell'area dello
Stretto. In un incontro fra il sindaco Salvatore
Leonardi ed il vice sindaco di Reggio Calabria,
Demetrio Naccari Carlizzi, si sono delineate in un
protocollo d'intesa tra i due comuni dirimpettai, le
linee guida per un progetto che "rinvigorisca
l'area dello Stretto" nei settori trasporti,
cultura ed economia. Tale collaborazione, porterà
alla costituzione di un organismo permanente di
concertazione per l'area integrata dello Stretto, di
cui faranno parte i due sindaci, i rettori delle due
università, i presidenti delle Camere di Commercio, i
presidenti degli enti teatrali e i sindacati.
Il progetto che verrà stilato nei prossimi giorni, si
basa essenzialmente su alcuni punti cardine per
migliorare le entrate turistiche delle due città,
vera ricchezza di tutta l'area. Verranno coinvolte
molte località, da Taormina, alle Eolie, Milazzo,
Villa S.Giovanni, Gioia Tauro e Scilla per citarne
solo alcune.
In merito a questo i due dirigenti hanno stilato una
nota congiunta in cui spiegano i loro obiettivi da
perseguire, un'iniziativa varata già negli anni '70
dall'allora rettore dell'università Salvatore
Pugliatti.
28/10/2001
Fonte: gds
Inquinamento, a rischio
la valle del Mela?
Oggi assemblea pubblica
(ai)
MILAZZO
Stasera, alle 16,30 nel salone parrocchiale di piazza
Visitazione di Pace del Mela è previsto un incontro
pubblico sul tema "Dichiarazione di area ad alto
rischio, a che punto siamo".
L'intento è quello di mettere a fuoco le
problematiche connesse all'inquinamento che insiste
nel comprensorio tirrenico e le possibili procedure di
intervento per pervenire al risanamento ambientale.
E qui si è accesa una lotta senza quartiere tra chi
punta all'alto rischio e chi privilegia piuttosto la
suscettibilità ambientale.
Anche se la questione diventa sempre più un fatto che
assume connotati politici, si amplifica la piattaforma
che asseconda il decreto emanato a suo tempo dall'ex
assessore regionale Carmelo Lo Monte e prende maggiore
consistenza quindi il progetto d'intervento sull'area,
considerata "a suscettibilità ambientale".
In proposito si registra una netta presa di posizione
anche di Legambiente del Tirreno, che sollecita
l'avvio della politica del risanamento, senza
frapporre altri indugi, così come richiesto pure
anche da quasi tutti i sindaci del comprensorio (solo
S.Pier Niceto insiste per un provvedimento che
dichiari, alla stregua della richiesta di alcuni
politici, l'area "ad alto rischio
di crisi ambientale") e dalla popolazione che
auspica migliori condizioni di vita e meno esposizione
alle negative conseguenze prodotte dall'inquinamento.
"Appare di grande valore la presa di posizione
dei sindaci per una piena assunzione di
responsabilità per il risanamento ambientale del
comprensorio milazzese" -sostiene la sezione
mamertina di Legambiente, che aggiunge: "I primi
cittadini, nel farsi carico delle necessità di quelle
popolazioni alle quali ogni giorno rendono conto
democraticamente, hanno indicato per il risanamento la
strada maestra della cooperazione e del confronto
democratico con il ricorso allo strumento che punta
all'area a suscettibilità ambientale, che è stato
pensato e discusso appositamente per la nostra
realtà".
La dichiarazione di "area ad alto rischio",
spiegano i responsabili dell'associazione
ambientalista, è stata affibbiata in Sicilia alle
aree di Priolo e Gela sin dal 1993, ma i risultati
sono tuttora stentati e assai discutibili.
Pure l'assessore provinciale Giuseppe Sciotto ha
deciso di prendere posizione ed ha richiamato
l'attenzione dei vari parlamentari (Giovanni
Ardizzone, Giuseppe Naro, Salvatore D'Alia), di tutti
i sindaci del comprensorio, del segretario provinciale
del Ccd e dei segretari del partito presenti a
Milazzo, Condrò, S.Filippo del Mela, Santa Lucia del
Mela, Pace del Mela, Gualtieri Sicaminò
sulla necessità di pensare alla "qualità della
vita, prima di tutto".
Infatti secondo Sciotto è prioritario, oltre le
sterili contrapposizioni, individuare preventivamente
e con chiarezza gli obiettivi e successivamente le
strategie più consone per conseguirli.
Fatto il punto sulla situazione e valutati pro e
contro della dichiarazione di "area ad alto
rischio di crisi ambientale", l'assessore Sciotto
conclude domandandosi:
"Il riconoscimento di area ad elevato rischio di
crisi ambientale è compatibile con previsioni di
insediamenti industriali ed infrastrutturali del piano
regolatore dell'Asi e del piano territoriale
provinciale"?
Ed ancora: "E' giusto che a pagare sulla propria
pelle il prezzo di sterili contrapposizioni e di
ambigui comportamenti siano ancora una volta i
cittadini della contrada Gabbia di Pace del Mela, che
vedono rinviata sine die la soluzione dei loro
drammatici problemi di vivibilità?".
Fonte: la sicilia
Anziana
investita: camionista scagionato
Concluse
le indagini preliminari sulla morte dell'85enne
Concetta Beccore, morta la mattina dello scorso 7
giugno dopo essere stata investita da un camion in
transito sulla via Taormina. Il sostituto procuratore,
Giuseppe Leotta, ha chiesto al Gup l'archiviazione
della posizione del camionista Sergio Rossi, che era
indagato per omicidio colposo. Dopo gli interrogatori
del protagonista dell'episodio e di alcuni testimoni,
non sono state riscontrate responsabilità a carico
del camionista. In un primo momento, si era invece
pensato che all'origine dell'incidente ci fosse stata
una manovra imprudente da parte del mezzo pesante.
Alla luce delle risultanze investigative, invece, la
morte di Concetta Beccore sarebbe stata provocata
dalla caduta accidentale dell'anziana – che si stava
recando a fare la spesa – finita schiacciata sotto
le ruote del mezzo pesante, che stava percorrendo
quella strada a seguito del provvedimento che dispone
il transito secondo determinate fasce orarie per i
camion sul viale Boccetta.
«Il
piano dei lavori ci penalizza»
Moli
«Rizzo» e «Peloro» le Ferrovie si oppongono alla
chiusura simultanea
Tendono
ad inasprirsi i rapporti fra la divisione Navigazione
delle Ferrovie e l'Authority in merito alla gestione
dell'area portuale.
In particolare le Fs contestano la prossima consegna
simultanea, al consorzio «Trevi-Italgeo» per i
lavori di consolidamento, delle banchine «Peloro» e
«Rizzo». «Il programma dei lavori – afferma la
dirigenza ferroviaria – è stato redatto senza
tenere in considerazione l'operatività minima del
porto. La chiusura in contemporanea di queste due
banchine ci mette nelle condizioni di non saper dove
sistemare né i monocarena che collegano Messina
all'aeroporto di Reggio Calabria, né le bidirezionali
“a riposo”. Con undici unità navali siamo uno dei
principali armatori dello Stretto e come tali dovremmo
essere degni di maggiore considerazione. Se pensiamo,
poi, che le navi che collegano Messina a Reggio (che
attualmente ormeggiano alla “Peloro”) potrebbero
essere trasferite nel molo “Norimberga”, ci
troveremmo davvero a non poter operare. Una cosa è la
“Cartour” che effettua una corsa al giorno (e per
giunta nelle ore notturne), un'altra sono i traghetti
di “Ngi” e “Meridiano” che partono quasi ogni
ora e che da quella posizione metterebbero davvero a
rischio la sicurezza in mare, incrociando, appunto, le
nostre rotte». Questi problemi dovrebbero essere
affrontati in un apposito incontro che sia i vertici
romani, che quelli provinciali della Navigazione,
hanno chiesto all'Autorità portuale.
Accesso e circolazione nel porto: l'ordinanza
diventa esecutiva — Per dare esecuzione
all'ordinanza 108/2001 che regola l'accesso e la
circolazione nell'ambito portuale, ieri mattina si è
svolta una conferenza dei servizi nei locali della
Capitaneria. Quest'ultima, assieme al Commissariato
marittimo della polizia, effettuerà il servizio di
vigilanza dalle 7 alle 19. Nelle ore notturne, invece,
le responsabilità per le eventuali operazioni
portuali in corso, si ripercuoteranno direttamente
sulle imprese titolari del servizio. Diverse, invece,
le incombenze in capo all'Authority: il presidio del
varchi d'accesso (per ora solo quello ai molo
«Rizzo» e «Peloro»); il servizio di rimozione
coatta delle vetture in sosta vietata; l'apposizione
della cartellonistica per pubblicizzare l'ordinanza;
la segnaletica verticale per delimitare le aree di
sosta (per ora solo quella limitrofa alla sede del
Genio civile Opere marittime, presso il molo «I
settembre») e, infine, l'installazione di «new
jersey» leggeri per prevenire la caduta dei mezzi in
mare.
Fonte: gazzetta del sud
Il
comandante del porto ascoltato dai magistrati
Alessandro Tumino
Nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura sul
rilascio della concessione demaniale riguardante la
cittadella fieristica, i sostituti Angelo Cavallo e
Francesco De Giorgi hanno ascoltato il comandante
della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone. Nulla è
trapelato del lungo colloquio svoltosi al Palazzo di
giustizia. Nelle scorse settimane la polizia
giudiziaria aveva acquisito una serie di atti, tra i
quali la relazione del comandante Maccarone che il 26
giugno scorso, pronunciandosi su richiesta di parere
dell'Autorità portuale, aveva manifestato
perplessità sull'opportunità del rilascio della
concessione anche in relazione alla redazione, in
corso, del nuovo Piano regolatore portuale. Il
comandante, nella nota inviata all'Authority, aveva
evidenziato, tra l'altro, l'opportunità di acquisire
una documentazione progettuale più dettagliata, per
poter formulare il parere sulla idoneità delle
soluzioni prospettate, in merito all'uso delle aree
demaniali di viale della Libertà, rispetto agli
obiettivi perseguiti. Intanto, si è svolto ieri un
vertice dedicato ai temi della sicurezza del porto. La
Capitaneria e l'Authority hanno definito gli
interventi necessari all'applicazione delle
disposizioni della nuova ordinanza congiunta
recentemente adottata, che disciplina gli accessi
nelle aree portuali. Una piccola grande “rivoluzione”
della massima importanza visti i numerosi cantieri
aperti tra la cortina e la zona falcata. Una serie di
obiettivi sono stati messi in scaletta dal comandante
Maccarone e dal presidente Giuseppe Vermiglio.
L'Autorità portuale, in particolare, curerà
l'attivazione di presidi di vigilanza nelle aree delle
banchine Rizzo e Peloro (presto interessate a
ristrutturazione), la cartellonistica e la
segnaletica, l'apposizione nei siti pericolosi di
barriere del tipo “new jersey” leggero per la
prevenzione delle cadute accidentali in mare degli
autoveicoli, nonché l'istituzione del servizio di
rimozione coatta per le vetture parcheggiate fuori
dalle aree di sosta. La vigilanza diurna (7-19) sarà
garantita da Capitaneria e Polmare, di quella notturna
saranno responsabili le imprese portuali.
La pensionata travolta
da un Tir nel giugno scorso in via La Farina
Il camionista non
è responsabile
Il pm
chiede l'archiviazione del procedimento
(n.a.)
Dopo le indagini non sono emerse responsabilità a
carico del camionista. È questa la motivazione che ha
portato il sostituto procuratore Giuseppe Leotta a
chiedere l'archiviazione all'ufficio del Gip nei
confronti del cinquantenne Sergio Rossi,
l'autotrasportatore laziale che il 7 giugno scorso si
trovò coinvolto in un incidente stradale lungo la via
Taormina, incidente che costò la vita alla pensionata
ottantacinquenne Concetta Beccore. Dopo quella
maledetta mattina il camionista venne indagato per
omicidio colposo, ma sulla scorta dell'informativa dei
vigili urbani dell'Infortunistica che hanno
ricostruito la dinamica dell'incidente, adesso è
emerso che per quanto riguarda la condotta di Rossi
non sono emersi profili di responsabilità. La mattina
del 7 giugno erano circa le 7,15 quando si verificò
l'incidente. La Beccore, che abitava nelle casette
basse di via Taormina, al numero 7, era da poco uscita
da casa per recarsi a un vicino supermercato, situato
proprio di fronte all'abitazione. Aveva da poco
raggiunto il centro della carreggiata, quando
sopraggiunse il Tir Daf XF 95 condotto da Rossi, di
proprietà della società “Transtar 92” di Roma.
Il mezzo proveniva da Catania ed era diretto a Roma.
Furono pochi istanti fatali. Il mezzo pesante
viaggiava in direzione sud-nord essendo uscito,
proprio per l'obbligo dettato dall'ordinanza delle
fasce orarie, dallo svincolo di Tremestieri pochi
minuti prima. L'autista era diretto agli imbarcaderi
delle Ferrovie. Secondo la ricostruzione dei vigili
urbani i vestiti dell'anziana vennero come agganciati
da una “luce d'ingombro” del mezzo, e la
pensionata venne trascinata per qualche metro, per poi
ricadere pesantemente sull'asfalto. Fu lo stesso
autista, controllando uno degli specchietti
retrovisori, ad accorgersi della tragedia: bloccò
subito il pensate mezzo, prestò i primi soccorsi alla
donna e diede l'allarme. Pochi minuti e la pensionata
era già al Policlinico. Ore febbrili di controlli
mentre lei era ancora in vita e poi, mentre l'equipe
della clinica Ortopedica del prof. Giulio Santoro si
apprestava ad operarla, intorno a mezzogiorno di
quella mattina la signora Beccore morì.
29/10/2001
Fonte: gazzetta del sud
pace del
mela / Deputati ed esperti chiedono alla Regione
scelte precise
Sì all'area ad alto rischio
Emendamento alla Finanziaria di Nania e Naro
Emanuela
Fiore
PACE
DEL MELA – Già con la Finanziaria potrebbero
vedersi i primi benifici del riconoscimento di area ad
alto rischio ambientale per il comprensorio
industriale del Milazzese. Questo uno degli elementi
emersi ieri, nel salone parrocchiale di piazza
Visitazione di Pace del Mela, nel corso di un incontro
organizzato dall'associazione T.S.C. (Tutela salute
dei cittadini) sul tema «Dichiarazione di area a
rischio, a che punto siamo». All'incontro, coordinato
da Franco Biviano, sono intervenuti i deputati: sen.
Mimmo Anania, capogruppo An al Senato, che ha
introdotto i lavori; Pippo Naro, deputato nazionale
del Ccd; Giovanni Ardizzone, presidente della
Commissione Affari istituzionali dell'Ars; Santi
Formica, capogruppo An alla Regione; Angelo Paffumi,
deputato regionale “Nuova Sicilia”; Sebastiano
Sbona (parlamentare Ccd); Pippo Sciotto, assessore
provinciale; Santi La Rosa, consigliere provinciale di
Rifondazione; Giuseppe Pracanica, esperto per
l'Ambiente della Provincia; Giuseppe Falliti,
presidente Wwf di Milazzo e Tanino Santagati, della
segreteria provinciale Cgil. Presenti anche i sindaci
di S. Pier Niceto Formica e di Gualtieri, Sciotto. La
giunta comunale e il gruppo di maggioranza del
consiglio di Pace del Mela hanno invece elaborato un
documento critico, nel quale chiedono che alle
dichiarazioni verbali seguano fatti conseguenziali e
un confronto nelle sedi istituzionali. Il sen. Mimmo
Nania ha comunicato di aver presentato con l'on. Naro,
un emendamento alla legge finanziaria 2001, che
consente progetti e interventi in aree di rilevante
interesse sotto il profilo ambientale. Se venisse
approvato, ha continuato, consentirebbe nell'area di
Milazzo l'utilizzo di svariati miliardi (50 per il
2002 e 50 per il 2003). Ma è necessario che tutto il
comprensorio rientri tra le aree ad elevato rischio
ambientale, con un decreto nazionale che lo preveda.
Sulla necessità di interventi chiari il presidente
dell'associazione Tsc, padre Trifirò, il quale ha
evidenziato che spesso dietro a tanti ostacoli si
celano per lo più interessi economici. L'on.
Ardizzone, dal canto suo, ha spiegato la necessità
che «venga dichiarata l'area ad alto rischio
ambientale, perché potrebbe immediatamente fare
attingere a determinati fondi. All'inverso del decreto
di suscettibilità ambientale emesso dalla Regione,
che è una scatola vuota, limitandosi a istituire una
commissione per la delimitazione delle aree a
suscettibilità ambientale». L'on. Sbona, ex sindaco
di Melilli dove la questione inquinamento è stata
già affrontata, ha dichiarato che l'area a
suscettibilità «offende l'intelligenza umana essendo
priva di qualsiasi strategia di intervento». L'on.
Formica ha invitato alla lotta, d'intesa con le altre
aree che hanno gli stessi problemi. Sappiamo che
l'inquinamento è prodotto nella nostra zona per l'80
per cento dall'Enel e apprendiamo anche che si
dismettono cinque centrali Enel in Italia e si
trasformano a metano, con i relativi investimenti
mentre per la centrale di S. Filippo non è stato
previsto alcunché». Gli on. Naro e Paffumi e il
sindacalista Santagati, hanno ribadito la necessità
di un impegno per la dichiarazione di area ad alto
rischio ambientale, perché soprattutto non vada
disperso il lavoro sin qui realizzato con i tecnici
dello stesso ministero dell'Ambiente e si creino
condizioni di reale intervento per il risanamento di
tutto il comprensorio.
30/10/20101
Fonte: la sicilia
«Limitazioni
pure nella zona sud»
I
presidenti di 6 Quartieri chiedono accorgimenti
anti-Tir
Il viale
Boccetta sarà chiuso ai Tir dalle 21 alle 6 del
mattino: l'ordinanza sindacale entrerà in vigore
giovedì, come annunciato ieri ai rappresentanti di
III, IV, V, VI, VII e VIII Quartiere. Il sindaco, Turi
Leonardi e il comandante della Polizia municipale,
Calogero Ferlisi, hanno voluto sentire la posizione
delle circoscrizioni della zona sud prima di varare
definitivamente il provvedimento che annulla le
attuali fasce orarie (7-9 e 18-20) sul Boccetta. La
nuova ordinanza, dettata dalla fase d'emergenza
provocata dall'apertura dei nuovi cantieri del tram
sulla cortina del porto (via Vittorio Emanuele è è
percorribile solo a senso unico sud-nord) e in via
Campo delle Vettovaglie (chiuso al traffico il tratto
fra via del Vespro e via I Settembre), potrebbe avere
comunque carattere definitivo, almeno fino alla
realizzazione dei nuovi approdi di Tremestieri e
dell'Annunziata. «Così, a reggere il peso dei
camion, soprattutto la notte, ma anche di giorno,
saranno via La Farina, viale Gazzi e il viale
Europa»: denunciano i presidenti del VI e del IV
Quartiere, Agatino Bonarrigo e Rosario Santoro. E
così oltre al rafforzamento dei controlli, nella
riunione di ieri, è stata chiesta l'istituzione di
una limitazione per i Tir anche per gli svincoli di
Gazzi, Messina centro, Tremestieri e S. Filippo (non
appena completato). «In caso contrario – hanno
aggiunto Bonarrigo e Santoro – saranno organizzate
manifestazioni di protesta». È probabile, tuttavia,
che quest'ipotesi venga studiata dall'Amministrazione
nei prossimi giorni. Intanto c'è da gestire
l'emergenza: e ieri c'è stato un primo assaggio. I
camion sono transitati anche in via I Settembre,
appena riaperta dopo gli interventi di
riqualificazione. I negozianti hanno proclamato subito
lo stato d'agitazione; sono pronti a bloccare
fisicamente la strada. «Questa situazione dev'essere
sopportata per una decina di giorni – ha assicurato
il sindaco –. È dettata solo dalla coincidenza di
alcuni cantieri del tram. La via I Settembre non
dovrà sopportare questo carico per parecchi tempo».
Un po' più di pazienza, invece, devono avere i
residenti in altre zone «calde»: «Chiedo ancora due
mesi di pazienza – ha aggiunto il sindaco –. Poi,
ultimato il tram (il termine resta il 22 dicembre) i
disagi andranno via via attenuandosi».
Intanto, da oggi al 24 novembre sarà chiusa un'area
per l'allestimento del cantiere della «Gepco-Salc»
per il congiungimento della sottostazione
«Annunziata» con il viale della Libertà. Per tale
necessità sono stati istituiti il senso unico, con
direzione nord-sud, sul lato ovest della via Grosso
Cacopardi ed una corsia preferenziale, per i mezzi di
soccorso, con direzione sud-nord, nel lato est della
stessa via. Istituito, inoltre, il divieto di fermata
in ambo i lati della via Grosso Cacopardi.
Fonte:gazzetta del sud
Il dott. Pracanica sui
provvedimenti antinquinamento
«Le
ordinanze ancora inapplicate»
Continua il dibattito sulla mancata applicazione
dell'ordinanza che prevede l'entrata in vigore dei “bollini
blu”. «Già nel luglio del 1997 su richiesta
dell'allora sindaco Providenti, predisponevo la bozza
della prima ordinanza per regolare il controllo degli
scarichi delle autovetture e il rilascio dei bollini
blu, che il sindaco sottoscriveva ed emanava. Tale
ordinanza, che doveva entrare in vigore il 1. gennaio
1998, non si sa perché, rimaneva lettera morta». A
chiarirlo è il dott. Giuseppe Pracanica, ex esperto
del Comune per i problemi ambientali e estensore delle
ordinanze emanate per il controllo dell'inquinamento
prodotto dai gas di scarico. «Nel giugno del 2000 –
scrive ancora Pracanica – poiché i dati registrati
dalla rete di rilevamento della Provincia avevano
registrato valori annui di PM 10 superiori ai limiti
massimi consentiti, suggerivo al sindaco Leonardi di
aggiornare la precedente ordinanza, pur sempre in
vigore. Nelle more redigevo una bozza di ordinanza per
il controllo degli scarichi dei mezzi di transito, con
particolare attenzione ai tir e agli altri mezzi
pesanti, che il sindaco emanava il 3 agosto 2000, con
cui si disponeva l'effettuazione dei controlli in
qualsiasi zona del territorio comunale e dunque va
senz'altro corretta l'affermazione secondo la quale
“la restrizione verrebbe solo applicata ai
residenti, mentre le auto e gli altri mezzi non
messinesi (tir compresi) avrebbero via libera
dappertutto” ( ma se è vero che i controlli sui gas
vanno fatti su tutto il territorio è anche vero che
nell'ordinanza sui bollini blu l'obbligo di dotarsene
ricade solo sui residenti del Comune, mentre ne sono
esenti tutti gli altri, ndc )». «Successivamente –
ribadisce l'ex esperto comunale – in data 23 agosto
2000, il sindaco emetteva l'altra ordinanza, quella
del cosiddetto «bollino blu», redatta sempre da me
con la collaborazione del Dipartimento Ambiente del
Comune di Messina, e la notificava a tutti i
dipartimenti comunali interessati. Alla fine di
settembre, qualche giorno prima dell'entrata in vigore
dell'ordinanza, il 1. ottobre 2000, e a tre mesi da
quando era stato investito del problema, il
Dipartimento viabilità comunicava al sindaco che
riteneva l'ordinanza illegittima perché non teneva
conto di una direttiva del ministero dei lavori
pubblici, ma il sindaco, non condividendo
l'interpretazione che veniva data della norma,
manteneva in vigore l'ordinanza. Pertanto, dopo la
decisione del sindaco, non esiste contenzioso di sorta
per quanto riguarda la segnaletica, (ma gli assessori
all'ambiente e alla viabilità continuano a rinviarsi
l'un l'altro la competenza, ndc) che deve essere
installata secondo le indicazioni contenute nelle
ordinanze del 3 e del 23 agosto 2000. Si evince così
che non c'è alcuna stortura da correggere (ma rimane
la mancata indicazione delle alternative viabili per
l'attraversamento della città a chi non possiede il
bollino blu, ndc) , resta solo da domandarsi perché,
a quindici mesi dall'emissione delle ordinanze, i
dipendenti degli uffici comunali non eseguono quanto
disposto dal sindaco».
L'emergenza tir
divide i Quartieri
Lucio
D'amico
Sono i “terminal” delle quotidiane frustrazioni
dei cittadini. I presidenti dei Quartieri vivono sul
fronte ma hanno armi di cartone. Il gran consulto,
voluto ieri dal sindaco per chiarire i termini del
provvedimento che scatterà a partire da giovedì, non
poteva avere che un esito scontato. Una volta chiuso
il Boccetta, seppure solo dalle 21 di sera alle 6 del
giorno successivo, i tir sono costretti a transitare
lungo le altre direttrici che attraversano il centro
urbano e arrivano agli imbarcaderi delle Fs e delle
società private di traghettamento. Una prospettiva
ovviamente aborrita dai cittadini delle zone
interessate, così come non poteva certo trovare
grandi consensi, tra gli abitanti di viale Europa o di
via La Farina, il sistema delle fasce orarie, che
l'amministrazione comunale ha deciso di non riproporre
più. I presidenti della III, della IV, della V, della
VI e dell'VIII circoscrizione hanno esposto al sindaco
il lungo elenco delle doglianze, i timori e le
preoccupazioni delle proprie aree di appartenenza.
C'è una considerazione generale che supera gli
egoismi particolari: nessuna città al mondo può
consentire che i mezzi pesanti invadano il centro
abitato. Ma, una volta enunciato il principio
condiviso da tutti, è molto più difficile sapere
come comportarsi nel concreto. Ed ecco, dunque, con
motivate ragioni, la minaccia dei commercianti di via
I Settembre, intenzionati a bloccare il passaggio dei
tir, si aggiunge ai venti di protesta che soffiano dai
quartieri che gravitano attorno agli altri svincoli
autostradali. Leonardi ha annunciato che il divieto
sul Boccetta scatterà dal 1. novembre ma che in ogni
caso, prima del varo del provvedimento definitivo,
saranno verificati tecnicamente gli eventuali
correttivi da apportare. Secondo il comitato “La
nostra città” si tratta di soluzioni improponibili.
«Il sindaco – afferma il portavoce del comitato
Saro Visicaro – avrebbe dovuto provvedere alla
realizzazione di un area di stoccaggio per i tir a San
Filippo, imporre un sistema satellitare di
localizzazione dei mezzi pesanti per regolamentarne i
flussi, adeguarsi alle norme di legge
sull'inquinamento acustico ed atmosferico».
Consiglio
comunale / Caso Fiera, contributi sociali e Tirone
Il
confronto si surriscalda
Riapre tra le polemiche la sessione d'autunno del
consiglio comunale. In primo piano il “caso Fiera”,
la questione dei contributi al volontariato e il
progetto di coinvolgere il pubblico e i privati nel
risanamento del Tirone. Andiamo con ordine.
FIERA – Il sindaco Leonardi terrà stamane, alle 12,
una conferenza stampa per chiarire tutti i passaggi
amministrativi di competenza del Comune, compiuti
nell'iter che ha portato al rilascio della concessione
demaniale riguardante la cittadella fieristica. Ma
ieri sera Franco Providenti è tornato alla carica,
dopo l'interrogazione, sottoscritta assieme ad altri
sette consiglieri, nella quale si criticavano
duramente le procedure seguite sia dall'Autorità
portuale sia dall'amministrazione comunale. «Prima
dell'incontro con la stampa – ha detto l'ex sindaco
– Leonardi aveva il dovere di riferire in aula».
CONTRIBUTI – Non convince la modifica apportata ieri
dal Consiglio al regolamento sui contributi per i
progetti socialmente utili e rilevanti. A motivare le
perplessità è il repubblicano Giuseppe De Stefano:
«Mentre prima le associazioni dovevano dimostrare
un'esperienza nel settore di 5 anni, adesso il termine
è stato abbassato a due. E, in più, è passato il
principio della retroattività della domanda, per cui
se il progetto viene presentato ad ottobre, il Comune
è tenuto a contribuire anche per i mesi precedenti.
Non si capisce la “ratio” di un provvedimento che
rischia di far partire un vero e proprio “assalto
alla diligenza” e di penalizzare le associazioni che
portano avanti davvero progetti socialmente utili».
Fonte: gds
Viale Boccetta interdetto ai Tir
di notte fino alla costruzione dell'approdo Sud
Rosaria
Brancato
Boccetta
off-limits per i Tir dalle 21 alle 6 del mattino.
L'ordinanza scatterà in settimana e resterà in
vigore fino alla realizzazione dell'approdo a sud
quando i mezzi pesanti saranno obbligati ad utilizzare
gli svincoli di Tremestieri e San Filippo per
raggiungere gli imbarcaderi.
Da mercoledì quindi nessuna nuova proroga per le
fasce orarie, cambiano le regole. I camion,
indipendentemente dall'autostrada di provenienza, di
notte non potranno accedere allo svincolo del
Boccetta, ma saranno obbligati ad utilizzare le altre
uscite dai caselli autostradali dove nel frattempo
sarà potenziata la presenza di vigili urbani e
polstrada.
Durante il giorno invece nessuna limitazione. E'
quanto emerso dall'incontro di ieri mattina a Palazzo
Zanca tra il sindaco Salvatore Leonardi, il comandante
dei vigili urbani Calogero Ferlisi, i presidenti dei
quartieri interessati ai provvedimenti, Roberto
Nicolosi, Rosario Santoro, Paolo Armaleo, Agatino
Bonarrigo, Nino La Fauci, Giuseppe Magazzù.
"Dovevamo superare le fasce orarie - ha spiegato
il primo cittadino - hanno creato disagi ed un forte
impatto nella zona sud. Contemporaneamente dobbiamo
dare respiro a chi vive nel Boccetta, così abbiamo
deciso di vietare la circolazione notturna e
consentire in quella fascia d'orario ai tir di
utilizzare gli altri svincoli. Sarà inoltre
potenziata la presenza dei vigili urbani e della
polstrada, con il compito di controllare il rispetto
delle regole".
Il nuovo provvedimento non ha una scadenza
individuata, resterà in vigore fino all'attivazione
dell'approdo a sud. La disputa ieri mattina è stata
sulla durata del divieto. Varie le ipotesi sul
tappeto, se imporre il divieto d'attraversamento del
Boccetta da mezzanotte alle 6 o dalle 22 alle 6. Alla
fine l'Ottavo quartiere, territorio che ormai da anni
paga il transito dei "bisonti della strada"
ha ottenuto un'ora d'aria in più, dalle 21 alle 6.
Intanto c'è un'altra tegola per la viabilità. Con
l'apertura dei cantieri del tram sulla "cortina
del porto" i mezzi pesanti diretti agli
imbarcaderi transiteranno lungo la via I Settembre.
"Si tratterà di un provvedimento che durerà
pochissimo, dieci giorni - spiega Leonardi - devo
chiedere ancora pazienza ai cittadini. L'impresa non
può più sopportare soluzioni che rallentino
l'andamento dei lavori".
Infine sempre in tema di incidenti sulla strada, il
presidente dell'Associazione vittime della strada,
Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, ha scritto al
presidente della Repubblica affinchè intervenga
contro le stragi sulle strade e che proponga un minuto
di silenzio il 18 novembre, per la Giornata europea
delle vittime della strada.
Perplessità
nei quartieri: sono solo soluzioni tampone
Rosaria
Brancato
I nuovi
provvedimenti in materia di viabilità iniziano a
suscitare perplessità. Malumori non mancano
all'interno del consiglio dell'Ottavo quartiere, con
l'inevitabile ritorno dei tir in pieno giorno lungo il
viale Boccetta. "Siamo soddisfatti per il divieto
notturno - spiega il presidente Roberto Nicolosi - ma
lo saremo pienamente quando il problema sarà risolto
in modo definitivo e il Boccetta sarà liberato dalla
schiavitù ai tir".
Quanto ai presidenti dei Quartieri della zona sud
hanno deciso di attendere prima di pronunciarsi. Nel
frattempo il Quarto e il Sesto quartiere hanno avviato
un monitoraggio per capire l'entità del transito
notturno che dal 1ø novembre interesserà le arterie
della zona sud. "Le fasce orarie hanno creato
troppi disagi - commenta Rosario Santoro, presidente
del Quarto quartiere - il nostro desiderio è non
vedere più transitare i tir, neanche di giorno, ma ci
è stato assicurato che il traffico dalle 21 alle 6
costituirà appena il 10% del transito pesante
complessivo".
Per verificare l'effettiva entità dei passaggi,
Santoro e Agatino Bonarrigo si affideranno ad un
monitoraggio. Tutti d'accordo sull'abolizione delle
fasce orarie nelle circoscrizioni della zona sud, con
l'obiettivo di ottenere, alla prima occasione i
divieti ai tir nelle restanti ore del giorno e
accontentarsi del via libera ai camion solo dalle 21
alle 6. Chi sta affilando le armi sono i commercianti.
"I tir stanno mettendo in ginocchio la città -
dice il presidente della Confcommercio, Roberto Corona
- siamo contrari al passaggio dalla via I Settembre.
Non si può penalizzare ulteriormente una zona già
danneggiata da quasi due anni di cantieri
aperti".
31/10/2001
Fonte: gazzetta del sud
I tir
durante la notte dirottati verso gli altri svincoli
Scatta
il divieto a Boccetta
È entrato in vigore nella notte il divieto di
transito lungo il Boccetta per i mezzi pesanti con
massa complessiva a pieno carico superiore a otto
tonnellate. Da ora in poi i tir, dalle 21 alle 6 del
mattino successivo, dovranno utilizzare le altre
uscite autostradali. Il sindaco ha firmato ieri
mattina l'ordinanza, ribadendo di essere pronto a
rivedere il provvedimento nel caso in cui gli esiti
dovessero essere negativi. La misura disposta
dall'amministrazione comunale è già stata contestata
duramente dai rappresentanti delle circoscrizioni
interessate, che l'hanno giudicata solo una “soluzione
tampone”, del tutto inefficace a risolvere i
problemi dell'interferenza del traffico di
attraversamento dello Stretto con la viabilità
cittadina. Lo stesso Leonardi ha più volte ripetuto
che con questi provvedimenti si cerca soltanto di
alleviare i disagi del Boccetta, la zona del centro
urbano che da decenni paga il tributo più alto e che
la soluzione definitiva passa dallo spostamento degli
approdi dalla rada di San Francesco.
INCARICHI DI PROGETTAZIONE – L'Ordine degli
architetti si rivolge agli enti locali e alle
istituzioni cittadine, invitando al rispetto delle
norme contenute nel regolamento per il conferimento di
incarichi di progettazione e di direzione lavori a
professionisti esterni alla pubblica amministrazione.
Il documento, firmato dal presidente Dario La Fauci e
dal segretario Sergio Zappia, è stato inviato al
sindaco Leonardi, al presidente della Provincia
Buzzanca, all'Università, alla Curia arcivescovile,
ai dirigenti dell'Azienda sanitaria locale, ai
presidenti dell'Autorità portuale e dell'Istituto
autonomo case popolari. Il regolamento – sottolinea
l'Ordine degli architetti – dovrebbe garantire le
generali esigenze di trasparenza ed efficienza, oltre
che i principi della libera concorrenza tra
professionisti. «Le amministrazioni destinatarie
della legge regionale 21 del 1985 – ricorda il
documento – si dovranno immediatamente uniformare ai
criteri espressi nel decreto del 27 dicembre '99».
L'Ordine chiede a tutti gli enti copia degli atti
deliberativi riguardanti eventuali incarichi conferiti
a partire dal 30 marzo 2001, data in cui è entrato in
vigore il regolamento. Viene altresì evidenziato
quanto disposto dall'articolo 9 della legge regionale
21 del 1985: «I componenti di uffici od organi
competenti ad esprimere pareri tecnici o a dare
autorizzazioni su opere sulle quali è chiamato a
pronunziarsi l'ufficio o l'organo di cui fanno parte,
non possono ricevere incarichi retribuiti di
progettista, direttore dei lavori, ingegnere capo e
collaudatore relativamente a tali opere».
Il sindaco Leonardi
interviene sul “caso Fiera”
«Non
ho abdicato»
La
concessione attuale non ipoteca il futuro
Lucio
D'Amico
«La
Fiera non è stata svenduta ai privati, il Comune ha
le carte in regola e fin dall'inizio ha seguito un
percorso coerente». Il sindaco Leonardi replica così
alle dure critiche rivoltegli da Franco Providenti e
da altri sette consiglieri. Lo fa nel corso di una
conferenza stampa, chiarendo che tale scelta non vuol
essere irrispettosa nei confronti della sede
istituzionale. «Riferirò in aula – dice – sulle
vicende della concessione demaniale relativa alla
cittadella fieristica. Ma oggi ricorro allo stesso
metodo utilizzato dai consiglieri di opposizione per
lanciare le loro accuse demagogiche e
mistificatorie». Il sindaco parte da una premessa:
«Non si possono e non si debbono demonizzare gli
interventi dell'imprenditoria privata. E quando essi
sono in grado di realizzare quel che l'ente pubblico
non è in condizioni di fare, vanno incoraggiati. Ed
è proprio ciò che l'amministrazione comunale sta
cercando di fare, come dimostrano i progetti del
Prusst e il ricorso alle procedure del project
financing». Entrando nel merito del “caso Fiera”,
Leonardi smentisce il fatto che, al momento della
decisione presa dal comitato portuale, il Comune fosse
ancora titolare della concessione e che, quindi,
avesse inopinatamente rinunciato in modo da favorire
la Compagnia del Mare. «Quando si dicono cose del
genere – afferma il sindaco –, lo si fa in
malafede. Dal 16 aprile scorso tutte le strutture
della cittadella sono state riconsegnate all'Autorità
portuale. Il Comune ha svolto un ruolo di supplenza al
fine di garantire la Campionaria e le altre
manifestazioni della stagione fieristica. Non solo non
avevamo le risorse e il personale per gestire aree
così ampie ma neppure l'interesse a proseguire, con
un grave esborso di soldi pubblici (800 milioni l'anno
più tutte le spese per garantire quanto meno la
manutenzione ordinaria), in attività che non
rientrano tra i fini istituzionali dell'ente locale.
Nel momento in cui la Fiera ha presentato domanda
all'Autorità portuale, il Comune ha giustamente
ritenuto di fare un passo indietro. Debbo dire che non
ho condiviso la convenzione stipulata tra l'Ente Fiera
e la Compagnia del Mare ma, in ogni caso, la società
privata ha accolto in pieno tutte le nostre
prescrizioni. Abbiamo imposto l'apertura della
cittadella 365 giorni l'anno (dalle 8 fino alle 21 nei
periodi invernali, fino alle 24 in estate) e il
rispetto dei programmi della Fiera così come
pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione
siciliana». Leonardi ammette che, se fosse dipeso da
lui, avrebbe seguito una strada diversa,
pubblicizzando il più possibile le procedure prima di
rilasciare la concessione. «È un metodo che abbiamo
cercato sempre di seguire – afferma –, però in
questo caso non c'era un obbligo di legge. Non ho
motivo di non credere al presidente dell'Autorità
portuale, che è anche un valente giurista e che non
avrebbe mai attivato procedure “irregolari”».
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