NEWS OTTOBRE 2001

 

2/10/2001 

Fonte: gds  

Molo Norimberga, uno stop ai timori
Parte il collegamento con la Campania


Emilio Pintaldi

Via libera dalla Capitaneria al varo della nave Cartour del gruppo Franza che collegherà la nostra città alla Campania. Le preoccupazioni dei comandanti delle Ferrovie dello Stato sullo scalo del molo Norimberga non frenano nè tantomeno bloccano il collegamento tra Messina-Salerno. Se pericolo c'è, in determinate condizioni di tempo, dovranno essere le ferrovie a chiudere, in uscita, le prime due invasature, troppo vicine alla nave del gruppo Tourist-Caronte. E' quanto è stato deciso dal comandante della capitaneria Carmelo Maccarrone che ieri mattina, a distanza di alcuni mesi dal loro esposto, ha ascoltato i rappresentanti del Sasmant il sindacato che raccoglie buona parte degli ufficiali delle navi delle ferrovie. I comandanti della flotta Fs in pratica avevano denunciato una situazione di pericolosità legata all'esiguo spazio di manovra lasciato alle navi Fs con l'ingresso della nave Cartour destinata al trasporto dei Tir. Così ieri mattina, attorno ad un tavolo, si sono ritrovati oltre al comandante della capitaneria, e ai rappresentanti del Sasmant anche l'Autorità portuale, la Caronte spa, la Tourist Ferry Boat, la corporazione piloti dello Stretto, il gruppo ormeggiatori del porto, le ferrovie dello Stato, la Filt, Cgil, il Registro navale, il comando provinciale dei vigili del fuoco, il cantiere navale Smeb e l'agenzia marittima La Cava. Durante la riunione non sono mancati gli spunti polemici. Sebastiano Pino, del Sasmant ha chiesto inutilmente l'avvio di una nupova istruttoria e la realizzazione tramite il moderno sistema radar
Vts di alcune simulazioni. Pino ha anche suggerito, in alternativa, di spostare il punto di attracco di alcune decine di metri. Nessuna di queste richieste però ha trovato accoglimento da parte della Capitaneria. Secondo il comandante Maccarrone ed i suoi ufficiali al Norimberga esistono le condizioni di sicurezza previste dal codice della navigazione. La nuova linea insomma può convivere con le ferrovie dello Stato. C'è una sola eccezione. Una prescrizione che non riguarda però i nuovi arrivati ma bensì le ferrovie dello Stato. Se il vento di ponente supererà i venti nodi (cosa che, secondo la capitaneria non avviene piu' di due volte l'anno) le ferrovie dovranno chiudere in uscita la prima e la seconda invasatura.
Tra sabato e domenica insomma la nuova nave potrà prendere il largo per la prima crocierà di prova. La Cartour, che arriverà in città nelle prossime ore, può raggiungere una velocità di venticinque nodi, può ospitare 75 autovetture ed un centonaio di tir. E' dotata di 76 cabine passeggeri da quattro posti alle quali si aggiungono 225 poltrone e 200 posti a sedere sul ponte. La partenza è prevista all'una di notte dal molo Norimberga, l'arrivo a Salerno dopo sette ore.

Fonte: la sicilia 

Esaminato in Capitaneria il problema della sicurezza legato all'ormeggio della «Cartour» nel molo «Norimberga»
«Nessun rischio per le navi Fs»
In condizioni meteomarine avverse i natanti salperanno dalle invasature 3 e 4

Massimiliano Mondello

La nave ro-ro «Cartour», che effettuerà il collegamento tra i porti di Messina e Salerno, ormeggerà nella testata del molo «Norimberga»: la decisione è emersa ieri mattina, al termine di una conferenza dei servizi protrattasi per oltre 3 ore, nei locali della Capitaneria di porto. All'ordine del giorno i problemi legati alla sicurezza nella navigazione sollevati dai comandanti dei traghetti dell'Ente Ferrovie e fatti propri dal sindacato di categoria (Sasmant) e dalla Filt/Cgil.
«Al momento – ha spiegato il comandante, Carmelo Maccarone – non è possibile prendere in considerazione l'ipotesi di far attraccare il natante nella sezione nord-est della banchina, per la presenza di opere della ditta “Savena” e per le infrastrutture e i punti d'ormeggio dei distaccamento “Porto” di Guardia di Finanza e Vigili del fuoco. I problemi per i traghetti delle Ferrovie, poi, potrebbero verificarsi solo nella fase d'uscita dalle invasature 1 e 2, in condizioni meteomarine particolarissime e, cioè, quando il vento spira da ponente a una velocità di 15-20 nodi. In quel caso, e la società è disponibile, farà spostare le navi nelle invasature 3 e 4, e se il problema dovesse permanere si farà ricorso alle pilotine». Insoddisfatti, comunque, al termine dell'incontro i sindacati: il Sasmant e la Cgil, in particolare, hanno ribadito la necessità di attivare al più presto il sistema radar «Vts» per monitorare la curva di uscita dei traghetti Fs e la distanza di sicurezza con la ro-ro ancorata in andana, mentre la Cisl si è soffermata sulla futura destinazione del molo «incriminato» all'interno del Piano regolatore portuale, definendo «provvisoria» ogni decisione presa a riguardo.
Il problema dell'ormeggio della nave ro-ro del «Gruppo Franza» – il cui varo, previsto per sabato, potrebbe slittare a causa dei ritardi della Soprintendenza nel rilasciare il nullaosta per i lavori d'illuminazione del molo, indispensabili dati gli orari di arrivo e partenza della «Cartour» (alle 20 e all'1) – però, tornerà d'attualità non appena l'Autorità portuale avrà definito il trasferimento al «Norimberga» sia della movimentazione merci che dei traghetti di «Meridiano Lines» e «Ngi» che effettuano il collegamento tra Messina e Reggio Calabria, al fine di assegnare al consorzio «Trevi-Italgeo» le banchine «Peloro», «Rizzo» e «Marconi» per i lavori di ristrutturazione.
Il porto diventa off limits — Nel frattempo, il comandante Maccarone e il presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio, stanno per definire la nuova ordinanza (la 83/2001) che regola l'ingresso all'interno del porto. Premesso che i varchi torneranno a essere presidiati, sarà fatto divieto a chiunque (sia esso pedone o automobilista) di entrare in ambito portuale se non autorizzato. La circolazione, comunque, sarà vietata in un raggio di 20 metri dalle bitte di ancoraggio delle navi e in uno di 50 dalle operazioni di carico e scarico merci. Il provvedimento, inoltre, regolamenterà la sosta all'interno dell'area. Multe salate sono previste per i contravventori.
Massimiliano Mondello

Fonte:gazzetta del sud 

Fugati i dubbi sulla sicurezza in vista del collegamento con Salerno
Al Norimberga si può attraccare


Ivana Cammaroto

È stato sciolto il nodo sulla sicurezza nelle aree portuali della zona falcata in vista dell'avvio del nuovo collegamento marittimo nella tratta Messina-Salerno. Nel corso della conferenza dei servizi che si è svolta ieri mattina nei locali della Capitaneria di porto sono stati chiariti alcuni dubbi avanzati nei mesi scorsi dal Sasmant (il Sindacato comandanti delle Ferrovie dello Stato). In una nota, infatti, si era parlato di possibili incompatibilità tra le rotte dei traghetti Fs e la nave Cartour del gruppo Tourist e Caronte che a giorni sarà messa in servizio per il nuovo collegamento. «Per l'ingresso – ha detto il comandante Maccarone – non ci sarà nessun problema. In uscita, durante i venti di ponente dovrebbero presentarsi alcuni problemi nella prima e seconda invasatura, ma i traghetti delle Ferrovie potranno comunque essere dirottati nelle altre». I vertici delle Fs non si sono mostrati contrari a quest'ipotesi. Alla riunione di ieri erano presenti il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, il responsabile locale della Navigazione delle Fs ing. Giorgio Liaci, il presidente del Sasmant Sebastiano Pino, il segretario della Filt-Cgil Tiziano Minuti e Mimmo Caia della Fit-Cisl, un esponente delle società private di traghettamento Tourist e Caronte, i rappresentanti degli ormeggiatori e dei piloti ed anche dei vigili del fuoco (distaccamento porto). Per quanto riguarda il punto dell'attracco della “Cartour” al molo Norimberga, il progetto prevede l'ormeggio nella “testata” della vasta banchina di riva, ma non sono escluse altre ipotesi. Lo stesso comandante Maccarone ieri ha dichiarato: «Sto valutando l'ipotesi di mandare la nave al lato nord-est della banchina». In questo tratto del molo attualmente c'è un cantiere navale che dovrebbe essere sgomberato essendo abusivo. Alla base della decisione di far attraccare qui la nave ci sarebbe una questione logistica: «Il Norimberga è stato attrezzato con binari ferroviari – ha aggiunto Maccarone – e la testata potrebbe essere utilizzata per l'attracco delle navi da commercio». Il molo, infatti, è stato riattivato per fungere soprattutto da scalo commerciale. Definito l'aspetto della sicurezza, adesso si guarda all'avvio del collegamento che ha aperto le porte delle “Autostrade del mare”. Un avvio che dovrebbe essere imminente. Tuttavia la data indicata, quella del 6 ottobre, potrebbe slittare a causa della mancata realizzazione dell'impianto di illuminazione per il quale c'è ancora un progetto all'esame della Soprintendenza. I lavori di sistemazione del piazzale sono stati comunque già avviati e la società “Servizi Norimberga Spa” è già pronta a mettere in servizio la “Cartour”. Sulla sicurezza del porto, il comandante Maccarone e il presidente Vermiglio sempre ieri hanno firmato una nuova ordinanza, la n. 83/2001, che regola l'accesso all'area. Il contenuto ricalca quello del precedente provvedimento in vigore fino ad oggi che ha fissato regole più rigide sull'ingresso in ambito portuale da parte di pedoni e mezzi. Queste alcune delle principali disposizioni: l'accesso al porto è consentito solamente attraverso i varchi che saranno controllati, la sosta delle autovetture deve essere autorizzata e ad almeno a 20 metri di distanza dal punto di attracco e sono previsti altri divieti per garantire ordine e sicurezza ai moli.

Tir carico di casse di birra si ribalta sulla Tangenziale

Un incidente stradale accaduto ieri mattina sulla tangenziale ha rallentato per diverse ore il traffico, con forti ripercussioni anche in città nella zona centro-nord. Intorno alle 6,30 un Tir carico di casse di birra si è ribaltato all'uscita della galleria Spatalara, in direzione Catania. Alla guida c'era il trentottenne Domenino Manti, originario di Melito Porto Salvo. L'autista, proveniente da Reggio Calabria, era diretto a Modica. L'uomo, nonostante tutto, se l'è cavata con poco, visto che è stato medicato al Policlinico per una escoriazione al ginocchio giudicata guaribile in 10 giorni. Il cassone del Fiat Scania si è sistemato di traverso lungo la carreggiata, che è stata invasa da un “fiume” di birra, creando non pochi problemi per il ripristino della circolazione. L'autista ha dichiarato alla polizia stradale di aver perso il controllo del mezzo transitando su un dislivello di diversi centimetri, che si è creato all'uscita della galleria Spatalara tra la corsia di marcia e quella di sorpasso. In questi giorni infatti sono in corso lavori di bitumatura del tratto e parte della carreggiata è stata scarificata.

3/10/2001  

Fonte: gds 

L'Ente porto senza vertice, scaduto pure il commissario

Emilio Pintaldi

Il portavoce del comitato "La nostra città" ha scritto ad un commissario che non esiste. Dal 14 agosto l'ente porto non ha piu' una guida.
La Regione non ha piu' provveduto a rinnovare l'incarico dell'ultimo burocrate che aveva il compito di reggere le sorti di quello che è diventato un ente fantasma. Visicaro ha chiesto all'ente porto un intervento sulla vicenda del molo Norimberga.
Il portavoce del movimento antitir chiede al commisario di far valere i propri diritti o di rassegnare le proprie dimissioni imitando il collega della Fiera. La lettera di Visicaro però, almeno negli uffici dell'ente porto, rimarrà senza risposta. L'incarico di Francesco Lala infatti è scaduto alla vigilia di ferragosto.
E non è tutto. Gran parte delle scrivanie dell'ente porto ormai da tempo sono vuote. A presidiare l'appartamento, situato al numero 96 di via Vittorio Emanuele una sola impiegata, Gaetana Cannavò, che cerca di fare il possibile. Da metà agosto non sa piu' da chi prendere disposizioni.
E per la verità nemmeno da chi prendere i soldi dello stipendio visto che, senza il commissario, l'ultimo statino non è stato firmato. L'impiegata ha comunque già scritto alla Regione comunicando il testo della lettera del comitato "La nostra città".
L'ente porto, che avrebbe il compito di promuovere le attività industriali della città e l'attivazione del punto franco nella zona falcata, è stato praticamente esautorato quasi del tutto dall'Autorità portuale.
Dal '97 non c'è un consiglio di amministrazione. In cassa, tra i fondi di economato, sono rimasti pochi soldi. Basteranno appena a pagare le bollette di luce e telefono.

"Norimberga", no ad approdi

Rosaria Brancato

Viale della Libertà, viale Boccetta, corso Garibaldi, viale Europa, ss. 114, zona falcata. Mai come oggi la città aveva subito così pesantemente il passaggio dei Tir.
Migliaia ogni giorno, mentre si contano i morti e le tragedie sfiorate. "Non state più alla finestra" è l'invito del comitato "La nostra città" che ieri ha avuto una nuova petizione. Appuntamento alle 11 in via La Farina, per raccogliere le firme contro l'utilizzo del molo Norimberga per un approdo, destinato a traghettare i tir dalla città a Salerno.
Secondo il comitato "La nostra città", ci sarebbero ben due motivi per definire la decisione illeggittima: la scoperta dei reperti della Real Cittadella a pochi metri dall'attracco e l'istituzione del punto franco nella zona del porto, attraverso la legge 191 del 1951 vigente.
"Il sindaco decide di ampliare il numero degli approdi e noi allarghiamo il fronte della protesta - spiega Saro Visicaro mentre distribuisce volantini in via La Farina, divenuta con le fasce orarie zona di transito dei mezzi gommati - noi diciamo chiaramente: c'è una legge dello Stato che istituisce il punto franco nella zona falcata del porto. C'è poi un articolo della legge, il quarto, che prescrive il divieto di attività che siano in contrasto con quelle delle Ferrovie dello Stato. Stiamo inviando una diffida all'Autorità portuale ed all'Ente porto e poi ci rivolgeremo alla Procura per capire se una legge dello Stato deve essere applicata in Sicilia".
L'Avvocatura dello Stato, su richiesta della Provincia, nel 1998, a proposito della Legge 191 rispose che seppur non attuata era ancora vigente. "Rispettiamo il punto franco - conclude Visicaro - tra l'altro c'è un disegno di legge presentato negli anni scorsi dall'onorevole Francesco Stagno D'Alcontres che ne ripropone l'istituzione".

Fonte:la sicilia

Viabilità caotica, saranno utilizzati più vigili in via Garibaldi

Nuove misure anti-traffico — La viabilità diventa sempre più caotica. La presenza di cantieri in quasi tutto il centro rende necessario uno spiegamento di forze che possa fronteggiare l'emergenza. «Con il personale che c'è – ha spiegato ieri il comandante dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi – stiamo facendo il possibile». Intanto da oggi scatterà un primo rimedio, che certo non sarà risolutivo ma rappresenterà un concreto passo avanti. Negli orari di punta, Vigili urbani saranno dislocati lungo tutta via Garibaldi. Il traffico, paletta e fischietto alla mano, sarà regolato dagli agenti e non dagli impianti semaforici, in modo da favorire il deflusso di auto in direzione sud-nord. Stesso discorso, nella prima mattinata, in via Garibaldi all'altezza della Prefettura dove alcuni Vigili urbani cercheranno di fluidificare al massimo il transito delle auto da nord a sud.

Fonte:  gazzetta del sud

Si fronteggia l'emergenza sanitaria ma non si parla ancora di trasloco
“Grandi pulizie” al campo rom

(n.l.r.)

Sarà espletato il prossimo mercoledì il cottimo fiduciario per l'appalto finalizzato a risanare il campo nomadi di S. Raineri. Entro quella data, le imprese potranno presentare le loro offerte sulla base d'asta di 136 milioni per interventi di vario tipo, volti a dare un aspetto accettabile a quello che al momento è peggio di un girone da inferno dantesco. Il progetto di risanamento è stato redatto dall'arch. Andrea Miligi, che ha eseguito quasi sei mesi addietro alcuni sopralluoghi nell'accampamento rom. Ciò a seguito di una segnalazione partita dall'Asl che denunciava una condizione disastrosa dal punto vista igienico, vista la situazione di notevole degrado e il verificarsi di alcuni casi di malattie parassitarie. Per questo motivo, si chiedeva al Comune l'esecuzione di interventi urgenti, come la realizzazione di servizi igienici in numero adeguato, il rinnovo della pavimentazione, la costruzione di una condotta per lo smaltimento delle acque reflue, la periodica disinfezione dei pozzetti e la derattizzazione, il miglioramento complessivo delle condizioni abitative e anche la realizzazione di un ambulatorio medico per il primo soccorso. Quest'ultima prescrizione non è compresa nell'oggetto del cottimo, ma se si riuscirà senza intoppi a realizzare tutto il resto sarà comunque un incredibile passo avanti. Infatti il Comune – seppure con tempi biblici – ha predisposto la realizzazione di tutti gli altri interventi richiesti dall'azienda sanitaria. Saranno dunque rimossi i bagni esistenti rimpiazzandoli con dodici monoblocchi nuovi di zecca e dotati di lavabi e docce con boiler per l'acqua. Verranno anche installati lavatoi collegati con la rete fognaria, mentre la gettata di terriccio sarà coperta con il cemento, anche per impedire che le donne del gruppo continuino a lavare panni e altri oggetti direttamente in terra creando immonde e perenni pozzanghere. Da rifare anche la rete elettrica e i pali dell'illuminazione all'esterno, con l'eliminazione delle terminazioni realizzate abusivamente che costituiscono fonte di enorme pericolo. Nella perizia, però, viene fatta una precisazione sulla quale ci sarebbe molto da riflettere: si dice, infatti, che gli interventi sono validi «nelle more del trasferimento». Ciò sta a significare che una volta rifatti bagni, luce e pavimenti, il sindaco e la sua giunta non possono dimenticare il problema, come hanno fatto tutte le amministrazioni negli ultimi anni, e sentirsi autorizzati a lasciare i rom lì dove stanno per altri decenni. Questi interventi si sono resi improcrastinabili per motivi di emergenza sanitaria, ma la soluzione definitiva del problema sta da tutt'altra parte. Sul tavolo del sindaco, infatti, langue ormai da quasi un anno il progetto redatto dalla Ripartizione Urbanistica che, come ricorda il vicesindaco Gianpiero D'Alia, ha fornito diverse indicazioni sui siti nei quali potrebbe sorgere un nuovo accampamento. E visto che Leonardi sta manifestando l'intenzione di consentire ai nomadi (ma quanti di loro sono in regola con il permesso di soggiorno?) di rimanere a Messina, deve però destinare ad essi un'area diversa da quella della zona falcata, dalla quale deve sparire tutto ciò – inceneritore compreso – che è in contrasto con la sua già progettata riqualificazione. 

Transito dei tir, nuova petizione del Comitato «La nostra città»

Saranno consegnate anche al ministro Lunardi le firme che il comitato «La nostra città» ha iniziato a raccogliere da ieri allo scopo di impedire che i tir invadano l'intero territorio comunale. I primi 300 sottoscrittori hanno aderito all'iniziativa per diffidare l'Autorità portuale e l'Ente porto. Si tratta di «firme indispensabili per salvare la Cittadella e il punto franco del porto», viene evidenziato in un documento. Saranno invitati a firmare anche il rettore e il corpo docente dell'Università, gli Ordini professionali, l'associazionismo laico e cattolico e tutti i cittadini. Assemblea dell'Anci a Parma Il sindaco Leonardi martedì 17 ottobre si recherà a Parma ove, assieme ai colleghi dei mille comuni che hanno dato vita all'Anci, parteciperà al momento conclusivo delle celebrazioni del centenario. Messina ebbe un ruolo determinante nella costituzione dell'Anci in quanto nel 1901 la vicepresidenza dell'associazione venne affidata all'allora sindaco avv. Antonio Martino.

4/10/2001 

Fonte:gazzetta del sud 

Riqualificazione zona falcata: i “cavilli” fermano le ruspe

Ivana Cammaroto 

Tempi lunghi per il risanamento della zona falcata. La Soprintendenza ai beni culturali ed ambientali ha deciso di “congelare” il progetto relativo alle prime demolizioni da avviare in un lembo di costa da tempo lasciato nel degrado ed in mano agli abusivi. Si tratta del primo lotto di un piano di lavori complessivo, predisposto dall'Autorità portuale, volto a cancellare lo scempio dei manufatti e delle discariche che deturpano l'ambiente (il tutto in “buona compagnia” di un inceneritore che deve essere presto demolito). L'importo dei primi interventi è di 500 milioni ma a quanto pare si allontana la data di espletamento della relativa gara d'appalto. Il progetto ormai da mesi è all'esame della Soprintendenza che adesso, dopo aver annunciato alcune prescrizioni, ha deciso per il momento di bloccare tutto. «Per una questione di opportunità – ha spiegato il direttore della sezione Beni architettonici, Rocco Scimone – abbiamo fermato il progetto». Alla base di questa decisione ci sarebbero alcune denunce da parte di associazioni private che contestano i lavori in corso al molo Norimberga. Il Comitato “La nostra città” la scorsa settimana in una nota ha chiesto l'intervento della Soprintendenza per alcuni accertamenti sui lavori di sistemazione della vasta banchina di riva. C'è da dire comunque che le costruzioni da demolire, circa dieci, sono situate in vari punti della vasta zona costiera, anche distanti dal “Norimberga”, l'architetto Scimone ha comunque sottolineato che «la problematica della zona falcata è generale e non è limitata al molo Norimberga. Stiamo facendo delle verifiche». La Soprintendenza lo scorso mese aveva già annunciato delle prescrizioni da allegare al progetto presentato dall'Authority, relative soprattutto alle modalità di intervento. I vertici dell'organismo portuale, il presidente Giuseppe Vermiglio e il segretario generale Franco Barresi, dal canto loro hanno sollecitato lo sblocco di questo piano per poter avviare la bonifica della zona falcata. Qui il tempo è trascorso senza che sia cambiato nulla: degrado e abusivismo fanno da padrone mentre si continua a discutere. Anche dell'illuminazione dei moli il cui progetto chissà per quanto tempo resterà sulla carta.

Provincia e privati stanno per costituire la società mista
Un porticciolo all'Annunziata?
L'idea alternativa al progettato approdo per il gommato


Alessandro Tumino

Il dado, almeno il primo dei cinque con i quali si giocherà la partita dei porticcioli turistici fortemente voluti dall'Amministrazione Buzzanca, dovrebbe essere “tratto” lunedì prossimo. Davanti al notaio Paderni, per definire gli ultimi dettagli e firmare gli atti di costituzione della prima società mista, per azioni, incaricata di progettare, realizzare e gestire il porticciolo sulla costa del capoluogo, si presenteranno il presidente della Provincia Giuseppe Buzzanca, il dirigente Lelio Frisone, l'amministratore delegato dell'Ira Costruzioni ing. Gianfranco Galeazzi. La catanese Ira, per chi non lo ricordasse, è la capofila del raggruppamento d'imprese – comprendente Aquatecno, Società italiana dragaggi, Lotti associati e, spiega Buzzanca, anche “un partner belga” – che la Provincia ha prescelto dopo aver svolto un procedimento, ad evidenza pubblica, per la valutazione delle offerte private e la ricerca del partner. Il presidente Buzzanca, che punta ad attivare questa sinergia pubblico-privata dal lontano 1994, è soddisfatto e fiducioso: «Il meccanismo – puntualizza – si mette in moto per il primo porticciolo che dovrà sorgere nella città capoluogo, in un'ubicazione ancora da decidere. Seguiranno gradualmente le altre quattro società per azioni per gli altri porticcioli previsti. La seconda “spa” ad essere costituita sarà quella per il porticciolo della “zona ionica”»
– Cosa metterete nero su bianco? Costituiamo la società (il 51 per cento ai privati, il 49 alla Provincia, 400 milioni il capitale) ed al tempo stesso sigliamo un “patto parasociale” che vincolerà tanto l'ente pubblico quanto i contraenti privati ad aprire il più possibile la partecipazione azionaria ad altri partner privati e, da parte nostra, anche pubblici. A questo proposito, ci rivolgeremo immediatamente all'amministrazione comunale di Messina per l'evidente interesse generale di cui è titolare sul proprio territorio».
– Dove sarà ubicato, verosimilmente, il porticciolo messinese? «No sta a me dirlo visto che stanno per essere costituiti gli appositi organi societari: un consiglio di amministrazione composto da cinque membri e comprensivo di un presidente e un vicepresidente, (a nomina mista, parte privata e parte pubblica) più, ovviamente, un apposito amministratore delegato della nuova “spa”».
Qual è la sua opinione in relazione al sito? «Deve esserci sia la compatibilità del tratto di costa sia la recettività dell'entroterra, intesa naturalmente anche in senso alberghiero. Faccio un'ipotesi: se fosse risolto il problema degli approdi, potrebbe andare bene il litorale dell'Annunziata».

Illuminato il molo, la prima nave partirà la prossima settimana
Tutto pronto al Norimberga

Alessandro Tumino

Il molo Norimberga, dopo decenni di “sonno”, torna ad essere parte viva del nostro porto. Il recupero delle più grandi banchine di San Raineri (fino a pochi mesi fa caratterizzate dalle presenze di malintenzionati e dalle discariche) è cominciato da tempo e andrà avanti ancora per molto, ma ieri, in particolare, è bastata la riattivazione delle tre antiche torri faro per dare un'idea delle possibilità di sviluppo mercantile e urbano che questi ampi spazi offrono. Un primo tassello sarà posto nella prima metà della prossima settimana quando, dalla banchina di testata, comincerà le corse la prima “autostrada del mare” della Sicilia, la “Messina-Salerno” attivata dalle società Tourist-Caronte su autorizzazione dell'Autorità portuale. La nave “Cartour” effettuerà due corse al giorno: l'arrivo a Messina sarà alle 20.30, la partenza per Salerno all'una di notte. Avrà una capienza di 120 autotreni, 30 trailer, 80 auto, 800 passeggeri. L'illuminazione attivata ieri non è comunque quella definitiva visto che il progetto di nuove torri-faro attende ancora il placet della Soprintendenza. Secondo e fondamentale tassello sarà, in tempi rapidi, l'avvio della utilizzazione delle banchine del Norimberga da parte delle navi commerciali. Inizia a delinearsi il terminal multifunzionale voluto dall'Autorithy e dalle Fs e in cui lo Stato ha creduto finanziandolo con 25 miliardi. 

Fonte:la sicilia

Porto turistico, la Provincia formalizza la società mista

Luana Campanella

La riviera cittadina, probabilmente quella nord, sarà presto dotata di un nuovo porticciolo turistico. Martedì prossimo il presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca, siglerà il contratto con l'«Ira Costruzioni» per la costituzione della società mista che dovrà realizzare la nuova struttura portuale lungo il litorale peloritano. Il capitale di base per l'avvio del progetto è di 400 milioni (di cui il 49% pubblico ed il 51% privato) e consentirà di accedere ai finanziamenti di «Agenda 2000», relativi al Por 2000/06. A coordinare i lavori e la gestione della struttura sarà un Consiglio d'Amministrazione composto da un presidente, designato dalla parte pubblica; un vicepresidente, eletto dalla società privata e 3 consiglieri di cui uno nominato dalla Provincia. Al partner privato spetterà anche indicare un amministratore delegato. La Provincia, inoltre, firmerà con la società privata un patto parasociale al fine di permettere ad altre entità sia pubbliche che private di contribuire all'iniziativa per sviluppare la nascita di altre strutture turistiche e, quindi, offrire quanti più servizi possibili inerenti al miglioramento di questo settore. «È un lavoro che continua – ha dichiarato Buzzanca – siamo solo al primo mattone che da vita ad nuovo modello di sviluppo per la provincia messinese». Sul trampolino di lancio, infatti, ci sono altri quattro porticcioli che interesseranno rispettivamente: la costa tirrenica (nelle zone comprese tra Villafranca e Gioiosa e tra Capo d'Orlando e Tusa), la riviera jonica (nel tratto compreso tra Scaletta e Taormina) e le isole Eolie.

Fonte: gazzetta del sud 

ex imsa / Il Tar: legittimo il provvedimento di revoca

m.p

Il Tar di Catania ha cambiato idea, attestando la propria titolarità ad esprimersi sulla delibera con la quale l'amministrazione comunale ha revocato il contratto con l'immobiliare “2R” per i locali dell'ex Imsa di Maregrosso, che avrebbe dovuto ospitare il mercato rionale della Zir. E da quanto si è potuto “interpretare” nel silenzio pressoché totale degli interessati, il tribunale amministrativo avrebbe giudicato l'atto della giunta «legittimo, ma carente di motivazione»: il Comune dovrà quindi riformulare la delibera, sulla quale dovrebbe quindi esprimersi il Tar. La “2R”, che aveva già realizzato nell'area gli appositi box, servizi igienici e impianto d'illuminazione, dopo la decisione del Comune di rescindere il contratto (ritenuto «troppo esoso») e di destinare al mercato della Zir un'area al villaggio San Filippo, ha presentato anche un decreto ingiuntivo per pignorare alla Tesoreria alcuni miliardi, ma il Tribunale civile a luglio ha sospeso l'esecutività della seconda tranche , per un miliardo (l'importo del primo pignoramento eseguito nei mesi scorsi è di circa 800 milioni). Alla causa civile, dunque, si affianca ora anche quella in sede amministrativa che il Tar dovrà dirimere una volta che la delibera sarà stata riformulata. 

5/10/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

La rescissione del contratto costa cara al Comune
Ex Imsa: nuovo pignoramento


Il caso “ex Imsa”, ovvero il contratto d'affitto dell'area da adibire a sede del mercato della Zir stipulato dal Comune con la società Due Erre (Giunta Providenti) e “annullato” dall'attuale amministrazione, si svilupperà a lungo nelle aule dei tribunali: su questo non ci sono dubbi. Intanto conosce nuovi particolari. Il giorno dopo la notizia della sentenza del Tar che ha annullato la delibera dell'agosto 2000 con cui la Giunta Leonardi aveva annullato la convenzione del Comune con la Due Erre (ma ha riconosciuto al Comune il potere di intervenire in autotutela anche laddove si è già compiuto “il perfezionamento del vincolo contrattuale”) si è appreso ieri dell'avvenuta esecuzione di un secondo pignoramento, da parte della Due Erre, per 1 miliardo e 273 milioni. Risale al 29 giugno. «È accaduto – riferisce Cardile - che 8 giorni prima del provvedimento di sospensione dell'esecutività dei pignoramenti, quando l'opposizione in tal senso era già iscritta in riserva, la società ha potuto, legittimamente, pignorare le nuove somme. A questo punto – annuncia – ho avviato un'indagine interna nell'ambito dell'Ufficio legale di Palazzo Zanca per accertare se, a fronte di un pignoramento, sia stata fatta l'opposizione al precetto e se il Comune con i propri difensori si sia presentato in giudizio per chiedere una moratoria nell'assegnazione delle somme». Intanto, in merito alla sentenza del Tar, l'avv. Antonio Saitta, rappresentante della Due Erre, ricorda in una nota che la delibera di annullamento della convenzione Comune-Due Erre è stata dichiarata illegittima e annullata dal Tar «perché l'atto della amministrazione contro il Gruppo Due Erre è stato giudicato carente di istruttoria e di motivazione, soprattutto in ordine al fatto che l'area era stata già attrezzata a mercato con l'esborso di oltre 1 miliardo e 300 milioni». Cardile osserva, comunque, che la sentenza accerta «il diritto del Comune a procedere all'annullamento della delibera» benché, nel caso specifico, abbia argomentato «che la motivazione attraverso cui si è arrivati al deliberato è carente».Rimarca in una nota il prof. Aldo Tigano, legale del Comune: «Il Tar ha affermato un principio estremamente rilevante ai fini della legittimità in astratto dell'azione posta in essere dalla Giunta Municipale, esplicitamente rigettando la censura di carenza di potere». E il Comune medita sulla possibilità di un ricorso immediato al Cga contro la pronuncia del Tar, «fermo – dice Cardile – il ricorso davanti al giudice civile».

Si avvicina la riconsegna all'Autorità portuale dopo i radicali interventi di consolidamento
Pronti i moli Colapesce e I Settembre
Restano da ultimare parte della soletta e della pavimentazione

Marianna Barone 

Ancora qualche settimana d'attesa e finalmente le banchine «Colapesce» e «Primo settembre» verranno consegnate alla città nuove di zecca. Ad assicurarlo è il direttore tecnico dei lavori, Ferruccio Cribari della Trevi di Cesena, preposta alla ristrutturazione delle strutture portuali insieme alla Italgeo di Messina. La «Primo settembre», è quasi totalmente ultimata, visto che manca solo una soletta da inserire nella zona centrale, mentre la metà ottobre e, in ogni caso, non più tardi della fine del mese, anche la «Colapesce», nel tratto compreso tra zero a sessantaquattro, dovrebbe essere terminata. «È vero che abbiamo sforato nella consegna dei lavori, soprattutto per quanto riguarda la prima banchina – spiega Cribari – ma il problema è sorto perché abbiamo dovuto fronteggiare anche lavori non previsti. C'è stato, infatti, un momento critico, in cui si è paventato addirittura un ribaltamento della banchina “Colapesce”, ridotta piuttosto male rispetto alle altre quattro». Che tutti e cinque gli argini del porto della città dello Stretto necessitassero di interventi strutturali non vi è alcun dubbio, ma, a detta del direttore tecnico dei lavori, la “Colapesce”, a causa della sua posizione, ha subito danni maggiori nel tempo, un erosione continua acuita anche dalle correnti marine. «La costruzione risale al '45 – aggiunge Cribari – era, dunque, più che ovvio che richiedesse una ristrutturazione adeguata dopo cinquant'anni. Per la «Primo settembre» è stato più agevole intervenire, e ora possiamo tranquillamente dire di essere in tempo di collaudo, visto che manca soltanto la pavimentazione, ma, in realtà, è come se fosse già stata consegnata». Insomma, il direttore tecnico è pienamente soddisfatto dell'andamento dei lavori effettuati sino ad oggi e aggiunge: «Nonostante tutti gli intoppi che abbiamo incontrato per strada, i lavori sono stati eseguiti in tempi celeri e siamo rientrati nei programmi previsti. Ribadisco, infatti, che i ritardi sono imputabili a lavori che inizialmente non erano stati considerati. Contiamo, comunque, di consegnare il porto, comprese le rifiniture, tra novembre e dicembre». I lavori, progettati nel '96, sono stati consegnati al gruppo Trevi-Italgeo nel giugno del 2000 e, dopo, una sosta tecnica durata circa otto mesi, le banchine sono state definitivamente affidate all'impresa dall'Autorità portuale nel gennaio di quest'anno. Lavori diretti dal Genio Civile opere marittime di Palermo, nella persona del direttore Antonio Folletta, e dell'ing. Lorenzo Ceravolo, per l'esecuzione dei quali il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha stanziato trenta miliardi. «La consegna, per ovvi motivi, avviene a lotti – chiarisce Cribari – in tal modo, infatti, si evita di bloccare completamente le attività portuali. Per ultimare completamente i progetti è stato preventivato un periodo di trentanove mesi». Dopo aver terminato la «Colapesce» e la «Primo settembre», che verranno adibite solo e esclusivamente come banchine per il traffico crocieristico, l'impresa, dunque, darà il via alla ristrutturazione delle altre tre strutture portuali, iniziando con la «Luigi Rizzo«, dove insistono le Ferrovie dello Stato, e con la «Peloro», da dove partono le navi per Reggio Calabria. L'ultima ad essere ristrutturata sarà la «Marconi», la banchina commerciale. «Abbiamo eseguito lavori di consolidamento e del terrapieno con una nuova metodologia – puntualizza Cribari – ed abbiamo provveduto anche a fare le dovute sperimentazioni. Non solo, si è anche cercato di continuare i lavori arrecando il minimo problema al traffico crocieristico durante il periodo estivo». Un'estate che il prossimo anno sarà certamente più luminosa, sia per le banchine nuove di cui la città potrà disporre, sia per l'illuminazione delle stesse che, con l'ultimazione dei lavori per la realizzazione del tram, diverrà funzionante. Soddisfazione e ottimismo trapela anche dall'Authority, che punta alla razionalizzazione dell'intero porto per restituirlo finalmente alla città dello Stretto, anche alla luce degli ultimi interventi posti in essere al molo Norimberga. Un porto al quale ci si augura che i lavori eseguiti regaleranno un periodo d'indiscussa stabilità, visto che l'impresa Trevi ha provveduto in passato anche a «raddrizzare» la Torre di Pisa.

Fonte:la sicilia 

Forza Italia chiede in Consiglio comunale la «testa» dell'assessore alla Viabilità – Tram: nuovi cantieri sulla cortina
«Turi Rizzo deve dimettersi»

Forza Italia apre una «frattura» a Palazzo Zanca. Ieri sera, il capogruppo in Consiglio comunale, Pippo Capurro, intervenendo in pregiudiziale, ha chiesto le dimissioni dell'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo. L'esponente «azzurro», a nome del partito, ha lamentato numerose lacune nella gestione del traffico, «diventato ormai intollerabile». La presa di posizione di Capurro avrà certamente ripercussioni esterne, ma anche interne perché pare che qualche altro consigliere non abbia gradito le dichiarazioni del capogruppo. Sul fronte esterno si attende la reazione del Pss, che ha sempre sostenuto Rizzo, subentrato nella Giunta Leonardi sulla base di un accordo pre-elettorale che aveva portato alle dimissioni di Carlo Mazzù.
Tram: aprono nuovi cantieri sulla cortina del porto — Traffico e polemiche sui doppi turni a parte, vanno avanti i lavori del tram. La direzione lavori attende, nei prossimi giorni della settimana, di raggiungere altri importanti traguardi: a brevissimo, infatti, dovranno essere attivati nuovi cantieri sulla cortina del porto, segnatamente nel tratto compreso tra il Banco di Sicilia e largo Minutoli. Intanto, resta chiuso (bisogna eseguire solo qualche piccolo lavoretto) il tratto della via I Settembre compreso tra piazza Palazzo Reale e piazza della Repubblica; possono transitare solo bus e auto in cerca di posteggio (che poi restano intrappolate tra le due barriere poste in piazza Palazzo Reale e in piazza della Repubblica). Entro il 15 ottobre, infine, si spera di poter riaprire alla circolazione la via I Settembre tra via Garibaldi e viale S. Martino, dove sono in corso di esecuzione i lavori per l'installazione del basolato lavico; l'arteria, secondo la ripartizione Viabilità, sarà una valvola di sfogo per i flussi viari che non potranno transitare sul viale Vittorio Emanuele che, con l'apertura dei nuovi cantieri del tram, sarà percorribile solo a senso unico.
Sarà eliminato il cordolo sulla via Palermo — Cantieri e ostruzioni varie, come detto, stanno diventando grossi ostacoli per la circolazione viaria. Ieri la situazione di emergenza è stata affrontata nel corso di una conferenza dei servizi nella sede del IX Quartiere. Erano presenti, oltre ai consiglieri, il comandante dei Vigili urbani, Calogero Ferlisi e il dirigente della ripartizione Viabilità, Mario Pizzino. È stata concordata l'eliminazione del cordolo spartitraffico posto al centro della carreggiata sulla via Palermo.

6/10/2001 

Fonte: gds 

Domenica viaggio inaugurale per Salerno

Emilio Pintaldi

E' arrivata in anticipo rispetto alle previsioni. La "Cartour", la nave del tipo Ro-ro del gruppo Tourist-Caronte, ieri pomeriggio alle 18 è approdata al molo Norimberga. Ad annunciarlo qualche ora prima poche righe battute nella sede della Tourist. Questa mattina per i giornalisti è prevista una visita guidata a bordo. Il viaggio inaugurale è previsto per domenica.
Dalla prossima settimana, la Cartour, che può trasportare almeno un centinaio di Tir e può contare su trecento posti letto, collegherà stabilmente il molo Norimberga a Salerno. Sul piede di guerra i comitati antitir che hanno annunciato clamorose azioni di protesta. I camion per raggiungere il Norimberga dovranno attraversare il viale Europa e la via La Farina. Critico il sindacato Sasmant che riunisce gran parte dei comandanti delle Ferrovie dello Stato. Secondo gli ufficiali delle Fs la presenza della nave della società privata metterà a rischio la navigazione delle navi dello Stato.

Fonte: gazzetta del sud 

Il Nuovo Psi replica a Forza Italia sulla richiesta di dimissioni dell'assessore
Rizzo divide la maggioranza

m.p.

Il “caso Rizzo” divide il centrodestra. Neanche il tempo di ricompattarsi frettolosamente sul voto alla manovra di riequilibrio e al bilancio consuntivo – dopo le “manovre” dilatorie dovute, non va trascurato, all'ormai acclarato scollamento tra l'amministrazione e la maggioranza che la sostiene – che la richiesta di dimissioni dell'assessore alla Viabilità avanzata dal capogruppo di FI Giuseppe Capurro torna ad “arroventare” il clima politico. E mentre il diretto interessato si limita a commentare «se Forza Italia dimostra di avere soluzioni più efficaci per la viabilità sono pronto a dimettermi», sono i consiglieri del Nuovo Psi (il partito di Rizzo) a prendere posizione rispetto alle richieste di Capurro. In una nota diffusa ieri, Umberto Bonanno e Aldo Violato richiamano l'esponente “azzurro” «alle vecchie regole del buon amministrare, ed esattamente alla collegialità dell'attuazione del programma politico e delle responsabilità amministrative» rilevando nel contempo (e questo è un dato di fatto) come l'esternazione di Capurro sia «il chiaro sintomo dello scollamento che si evidenzia tra i partiti che compongono la maggioranza di governo al Comune. Il Partito socialista – proseguono Bonanno e Violato – pur avendo evidenziato in tante occasioni ritardi o errori in alcuni settori dell'amministrazione, non ha mai inteso personalizzare la polemica con richieste di questa portata: non si vogliono negare le difficoltà che esistono in un settore così difficile come la viabilità, ma siamo estremamente convinti che Rizzo non è e non può diventare il capro espiatorio dei problemi di questo specifico settore». E nella migliore tradizione della polemica politica, nella replica del Nuovo Psi al capogruppo forzista non mancano le “stoccate” d'ordinanza: «Tra l'altro – osservano con una punta d'ironia i due consiglieri – non mancano certo a Forza Italia esponenti anche di prestigio che possono proporre suggerimenti e soluzioni; specialmente alla viabilità, tali esponenti hanno maturato in questi anni notevole esperienza. Capurro e i suoi colleghi di gruppo, spesso attenti ai problemi quotidiani della città, potranno sicuramente usare la stessa grinta nel sollecitare i loro rappresentanti in giunta alla risoluzione di problemi ancora irrisolti nei settori dei servizi sociali o dello sport dove si registrano incomprensibili ritardi e omissioni». Se questo riferimento è palese, dal momento che i due settori citati sono competenza rispettivamente di Giuseppe Santalco e Salvatore Barbera (entrambi esponenti di FI), tra le righe si coglie anche un accenno al consigliere comunale Carmelo Mangano e alla sua “vicinanza” con la cooperativa «Il Pilone» (ex «Mancoop») che ha gestito fino a poco tempo fa una zona dei parcheggi a pagamento. Serve altro?

La corsa inaugurale della “Messina-Salerno” parte all'una di stanotte dal Norimberga
Via all'autostrada del mare
No al nuovo impianto d'illuminazione del molo

Alessandro Tumino

È approdata ieri alla banchina di testata del molo Norimberga, poco prima delle 18, la nave “Cartour” che verrà impiegata nella linea Messina-Salerno. L'inaugurazione della nuova “autostrada del mare”, attivata dal gruppo Tourist-Caronte, sarà “ufficializzata” oggi con la prima corsa da Messina a Salerno. Il servizio della “Cartour”, lunga 186 metri e larga 25, 25.000 tonnellate e una capacità di trasporto di 150 tir, 75 auto e 900 passeggeri, significa l'avvio del recupero delle più grandi banchine del nostro porto. Ma l'“autostrada del mare” è solo il primo tassello del rilancio di queste aree demaniali portuali, che passa dall'appalto ministeriale da 25 miliardi per il “terminal polivalente”. Sono quasi finiti i lavori del primo stralcio a cura delle FS per l'avvio del collegamento tra la stazione e le banchine con il diretto prelievo, sul molo, delle merci dai vagoni. E, al contempo, le tre banchine, mano a mano che la loro ristrutturazione avanzerà, dovranno essere sempre più utili e preziose per assorbire i traffici commerciali del ferro, decongestionando la cortina a beneficio del turismo croceristico. Resta però l'incompiuta dell'illuminazione. Si è appreso ieri che la Soprintendenza ha bocciato il progetto del nuovo impianto (tre nuove torri faro) «per ragioni di tutela dei beni culturali presenti nell'area», come ha spiegato l'arch. Rocco Scimone. Il riferimento è ai reperti della cittadella spagnola emersi durante i primi scavi sul piazzale e sulla cui tutela è stato alla fine trovato un accordo. In un primo tempo s'era prospettata la possibilità d'un parere positivo, sia pure parziale, ora invece la totale bocciatura: «gli scavi e altri aspetti tecnici mettevano a rischio la tutela del bene». Ma – ci si chiede – non sarebbe stato possibile, per la Soprintendenza, chiedere e ottenere di concordare, insieme , una diversa collocazione delle “torri” o magari una particolare modalità realizzativa?. Il presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio, al momento, non commenta: «Vedremo di esaminare questo parere negativo non appena ci sarà comunicato...» 

Fonte: la sicilia 

«Norimberga», la Soprintendenza boccia il progetto per l'illuminazione

Massimiliano Mondello

Seconda puntata del match che vede di fronte la Soprintendenza da una parte e la Capitaneria e l'Autorità portuale dall'altra: a scatenare il contenzioso, stavolta, il progetto del nuovo impianto d'illuminazione che dovrebbe servire il molo «Norimberga», che gli uffici di viale Boccetta hanno bocciato per «esigenze di tutela», ritenendo incompatibile lo scavo di 50 cm per la posa dei cavi con la presenza della Real Cittadella. «Grazie a Dio le vecchie torri sono perfettamente funzionanti – afferma il comandante Carmelo Maccarone –, ma questa situazione va chiarita al più presto, poichè il “Norimberga” dovrà diventare la banchina più operativa del porto e non sono ammissibili ulteriori ritardi». Intanto, il Comando dei Vigili del Fuoco ha bocciato la richiesta dell'Autorità portuale di spostare in un'invasatura della stazione marittima la nave cisterna per il rifornimento dei traghetti dell'Ente Ferrovie che, ogni 10-20 giorni, ormeggia all'uopo al molo «Norimberga». La richiesta è stata respinta per motivi di sicurezza, data la presenza di linee elettriche aeree, ma soprattutto di Tir, auto e treni e quindi di centinaia di persone.
Ieri pomeriggio alle 17, intanto, è giunta in riva allo Stretto la ro-ro «Cartour» che domenica all'1 effettuerà la corsa inaugurale della tratta Messina-Salerno. Un arrivo preceduto dall'autorizzazione all'ormeggio della Capitaneria (in base all'ordinanza 21/'99) e da quella per i servizi portuali da parte dell'Authority ma, soprattutto, dai lavori di posa del «corpo morto» (da parte della nave «Giano») che consentirà un ormeggio più sicuro del natante del «Gruppo Franza». I mezzi che intendono imbarcarsi sulla «Cartour» dovranno uscire dagli svincoli di Messina Centro e Gazzi.

7/10/2001 

Fonte: la sicilia 

Parla l'avv. Saitta dopo la sentenza del Tar
«Sul mercato ex “Imsa” ha ragione il gruppo “2R”»


Sulla sentenza del Tar di Catania in merito al ricorso contro la rescissione del contratto, stabilita due anni orsono dalla Giunta comunale, sull'affitto decennale dell'area ex «Imsa» per l'allestimento di un mercato, interviene l'avv. Antonio Saitta, che difende gli interessi della «2R», la ditta titolare dell'area: «Il Tribunale amministrativo, contrariamente a quanto riportato anche sul vostro giornale, ha dichiarato che il Comune non poteva sospendere il contratto d'affitto dell'area. Il Tar ha pure dichiarato illegittima la delibera con la quale il Comune aveva successivamente annullato il contratto d'affitto dell'area, giudicando l'atto dell'Amministrazione carente d'istruttoria e di motivazione. Per il Comune è una sconfitta totale e piena – continua Saitta –. Certo potrebbe reiterare i provvedimenti contro la società, ma solo in presenza di motivazioni e risultanze istruttorie che lo giustifichino: quelle addotte fino ad oggi, a giudizio del Tar, non lo sono. Restano, intanto, le denunce che il gruppo immobiliare “2R” ha presentato alla Procura per il comportamento tenuto dagli amministratori del Comune contro la società. Resta, pure, il fatto che il mercato è completo e pronto per l'apertura sin dal novembre 1999 e da quella data tenuto ostinatamente chiuso dal Comune. Nonostante ciò, il gruppo “2R” ha avuto riconosciuta dal giudice civile l'assegnazione delle somme (quali canoni non pagati e quote di rimborso dei lavori effettuati) per complessivi 2 miliardi 160 milioni 470mila 854 lire. La società ha denunciato tali circostanze anche alla Corte dei conti. In sintesi, dunque, i provvedimenti del Comune contro il gruppo “2R” sono stati emanati in carenza di potere o sono illegittimi».

Accordo di programma / Le diciotto infrastrutture dei trasporti sovvenzionate dal Governo in provincia di Messina
Una “pioggia” di 2.000 miliardi
La parte più consistente destinata a porto, autostrada e raddoppio ferroviario


È una vera e propria “pioggia” di miliardi quella prevista per i prossimi anni su Messina nel settore delle infrastrutture, in particolare quelle dei trasporti. Dei circa 10 mila miliardi stanziati dal Governo nazionale nel quadro dell'accordo di programma sottoscritto venerdì dal ministro dei Lavori pubblici e infrastrutture Pietro Lunardi, dal viceministro per l'Economia, Gianfranco Micciché, e dal presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro, quasi 2 mila sono infatti destinati ad opere ricadenti (per intero o almeno in parte) nella provincia di Messina. L'impegno formalizzato venerdì dal Governo verrà concretizzato con la cosiddetta “legge obiettivo”, in modo da rendere i fondi immediatamente o in breve disponibili. Quattro i settori d'intervento a livello regionale: aeroporti (che ovviamente non riguarda Messina), porti, collegamenti ferroviari e grande e media viabilità stradale. Gli ultimi tre porteranno nella nostra provincia rispettivamente 585, 1.005 e 320 miliardi, per un totale di 1.910 miliardi cui va aggiunta una (piccola) parte degli ulteriori 2.000 stanziati per far fronte all'emergenza idrica Questo il dettaglio.
Porti. A fare la parte del leone è chiaramente il porto di
Messina , che sarà oggetto di interventi massicci di diverse tipologie. Il finanziamento più consistente è quello di 200 miliardi per le opere portuali, seguito dai 170 miliardi per la strada di collegamento con la grande viabilità. Minori importi, ma valenza strategica addirittura fondamentale caratterizzano invece il primo modulo dell'approdo a Sud, in località Tremestieri (41 miliardi) e la “strada del mare” che collegherà Tremestieri e il Molo Norimberga (29 miliardi). La realizzazione del terminal multipurpose sempre al Molo Norimberga, infine, costerà 36 miliardi. In provincia, gli interventi finanziati saranno il consolidamento del porto di
Milazzo (24 miliardi) e la messa in sicurezza degli approdi delle
Isole Eolie (50 miliardi), il prolungamento della diga foranea e la realizzazione di una banchina nel porto di Sant'Agata Militello (15 miliardi) e la costruzione di un pontile collegato al sistema ferroviario nella zona Asi di Giammoro . Ferrovie. “Soltanto” due le infrastrutture da finanziarie, ma non sono certo opere da poco. Innanzitutto il completamento del raddoppio Fs sulla tratta Messina-Palermo , per il quale sono stanziati 932 miliardi sui 2.900 complessivi destinati all'ammodernamento della rete ferroviaria siciliana. E poi la metroferrovia Giampilieri-Messina centrale , che costerà 73 miliardi. È il settore colpito dalla “precipitazione” di denaro pubblico di gran lunga più cospicua. Grande e media viabilità. Si parte dalle autostrade. Sulla A18 Messina-Catania è prevista la realizzazione dello svincolo di Alì per una spesa di 20 miliardi, mentre altri 3 saranno destinati all'ampliamento dello svincolo di Giardini-Naxos . Sulla A20 Messina-Palermo, invece, lo stanziamento complessivo è di 156 miliardi per l'apertura di ben tre svincoli: Monforte ,Furnari-Portorosa e Capo d'Orlando . Previste anche due arterie di medio-grande viabilità: l'intervalliva Patti-Taormina (7 miliardi e 200 milioni) e una lunghissima strada di collegamento Santo Stefano di Camastra-Gela , finanziata addirittura con 125 miliardi. Infrastrutture idriche. Qui gli stanziamenti “pesanti” sono in altre zone della Sicilia, specie interna e occidentale, che più del resto dell'Isola scontano l'emergenza idrica. A Messina arriveranno 11 miliardi per la sistemazione della rete idrica e del centro di telecontrollo dell'Amam, mentre nella Valle dell'Alcantara saranno spesi 17 miliardi per la canalizzazione delle falde acquifere. Buona parte di questi fondi, come ha dichiarato il ministro Lunardi a Palermo, è immediatamente disponibile grazie alla “legge obiettivo”: non si dovrebbe trattare, dunque, di fondi solo sulla carta. Ma più che di un risultato in sé – lo tengano presente gli amministratori – si tratta di un'occasione, certo unica: modernizzare l'intero sistema dei trasporti della provincia (operazione che secondo il Governo dovrà culminare con la costruzione del ponte sullo Stretto) e creare occupazione e sviluppo per anni. Sprecarla come si è già fatto in altre occasioni (fino ai 500 miliardi del risanamento), stavolta, per Messina potrebbe significare davvero perdere... l'ultimo treno.

Fonte:gazzetta del sud 

La nuova illuminazione “disturberebbe” i reperti

Alessandro Tumino

Oltre 20.000 metri quadrati di banchine, le più grandi del nostro porto, cominciano ad essere riattivate. Il molo Norimberga di San Raineri e i suoi piazzali, strappati al degrado e all'abbandono, sono restituiti alla loro vocazione mercantile e strategica. Nei porti più evoluti, del resto, c'è posto per tutti gli interessi generali: i beni culturali che possono venire alla luce si tutelano facilmente, magari con l'allestimento di piccoli musei all'aperto. A Messina no. Se mancano le discrasie tra enti pubblici, allora non vale. E così, in coincidenza col decollo dell'autostrada del mare “Messina-Salerno” si è appreso che il progetto dell'Autorità portuale per l'impianto di tre nuove torri-faro necessarie a una moderna illuminazione, più altre opere d'arredo, è stato bocciato dopo una lunga attesa per “ragioni di tutela” del bene culturale, ovvero per preservare da ogni rischio i resti della Cittadella spagnola in parte già emersi durante i primi scavi Fs sul molo. Un paio di interrogativi. Com'è possibile che, in più di sei mesi, la Soprintendenza non sia riuscita a ottenere dall'Authority sufficienti garanzie riguardo a tre costruzioni che, in fondo, sono poco più che lampioni? Perché non funzionano i meccanismi di raccordo visto che, per un obiettivo d'interesse pubblico – come dare massima luce al porto dove nasce un “autostrada del mare”! – non si trovano soluzioni? Vediamo dunque i motivi per cui la soprintendente Giovanna Bacci e il direttore della Storico-architettonica Rocco Scimone, hanno dato parere contrario d'intesa con la Sezione per i “Beni paesistici”. Tre. Il primo: «La realizzazione degli scavi per fondazioni e cavidotti in questo progetto – scrivono Bacci e Scimone – comporterebbe la demolizioni di porzioni di materia storica, oggi sepolta, della fortezza». Vengono “bocciati”, qui, una fila di lampioni più bassi, una dozzina, che avrebbero dovuto illuminare la strada della zona falcata, lungo il binario dalla stazione all'accesso al molo. Che profondità avrebbero avuto questi scavi? «Una trentina di centimetri», spiega uno dei due progettisti, l'arch. Mariano Tornatore. Secondo rilievo: «Il previsto muro di recinzione comporterebbe l'interruzione dei rapporti visuali tra città e monumento, creando una barriera visuale oltre che fisica tra i corpi architettonici e il porto e relegando ancora di più le parti emerse della Real Cittadella in una dimensione marginale rispetto alla compagine urbana». Proprio per non compromettere la visuale dei nuovi semiaffiorati reperti (ma quando si renderanno godibili le più belle fortezze della Cittadella ancora in mano a cantieri, sfasciacarrozze e abusivi?, ndr) la Soprintendenza aveva pensato, in un primo tempo, a proibire solo il “muro” autorizzando le nuove torri-faro. Poi, la bocciatura piena. Terzo motivo: «Nonostante dagli elaborati non sia possibile comprendere le caratteristiche delle torri portafaro, è comunque possibile intuire che le strutture previste si configurerebbero come invasive per le mura storiche ipogee, particolarmente in fondazione». Questi scavi, i più incisivi, raggiungerebbero 1,20-1,50 metri di profondità. Ma tornano le domande: perché non è stato già possibile fissare insieme le contromisure? È così difficile armonizzare le esigenze di un porto del 2001 con le sue “mura spagnole”? Si prova ancora una volta. «Entro una settimana – ribadisce il progettista – adegueremo il progetto a tutte le nuove prescrizioni che la Soprintendenza vorrà darci». La “sfida” continua.

 

Nella notte è partita la corsa di prova della Cartour: a bordo giallorossi diretti a Salerno per la partita di oggi
Battezzata dai tifosi
Martedì il primo viaggio regolare


Ivana Cammaroto

È salpata all'una di notte dal molo Norimberga la nave che sarà impiegata nel nuovo collegamento marittimo tra Messina e Salerno. La Cartour (questo il nome) ha fatto il suo ingresso in porto venerdì pomeriggio e nelle ultime ore ha iniziato a viaggiare con un carico “inaugurale” di oltre cinquanta mezzi. Ieri a bordo sono state ricevute le autorità locali. I vertici di Tourist e Caronte, le società di traghettamento privato che hanno scommesso su questa nuova iniziativa armatoriale, hanno illustrato le potenzialità della nave e soprattutto del nuovo servizio. Con la prima corsa della Cartour praticamente è stato dato il via all'era delle “autostrade del mare”. Un collegamento che tende a sostituirsi al trasporto su strada. Il servizio marittimo potrà soprattutto essere un'alternativa a quello offerto dall'autostrada Salerno-Reggio Calabria. La nave, dalle caratteristiche di un mezzo ro-ro e con una velocità di 25 nodi, può imbarcare 75 autovetture e 100 mezzi pesanti. A bordo sono state previste: 76 cabine passeggeri da quattro posti, 225 posti poltrona e 200 posti ponte. La prima corsa ha anche “battezzato” il nuovo molo Norimberga. La vasta banchina di riva della zona falcata, dopo anni di abbandono, è stata sistemata per essere utilizzata come attracco e scalo da commercio. I “mezzi di prova” hanno iniziato a imbarcarsi tre ore prima dalla partenza. Tra i primi viaggiatori, una delegazione del Messina calcio e qualche tifoso che ne ha approfittato per raggiungere la città campana in vista della partita in programma per oggi contro la Salernitana. La nave ha raggiunto in mattinata la costa campana. La durata di percorrenza del tratto marittimo è di sette ore. I vertici delle società di traghettamento, Olga e Vincenzo Franza ed Antonino Repaci, pensano già ad un potenziamento della linea, con la messa in servizio di una seconda nave. E se il servizio andrà a gonfie vele, non è escluso in futuro un nuovo collegamento con La Spezia. Per il momento, comunque, in città bisogna pensare ad un collegamento diretto tra l'autostrada e il porto. Messina, definita la porta della Sicilia e considerata una città di passaggio, è ancora sprovvista di un accesso diretto con la tangenziale. L'avvio del nuovo servizio ha riproposto il problema. Gli stessi armatori hanno ribadito la necessità della realizzazione di un nuovo tipo di collegamento urbano. «Nel contesto delle “autostrade del mare” – ha dichiarato l'amministratore della Caronte, Repaci – esistono dei fondi destinati alle opere infrastrutturali». Il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, che nei mesi scorsi ha proposto al Comune di realizzare una strada sul demanio marittimo da San Raineri agli svincoli di Tremestieri o di San Filippo, in occasione della prima corsa per Salerno ha anch'egli rilanciato questa necessità. La “parola” adesso spetta al sindaco Salvatore Leonardi che ha già dato l'incarico di predisporre il progetto per la “via del mare”. Per questo tipo di intervento ci sarebbero anche a disposizione una ventina di miliardi, assicurati proprio venerdì dall'accordo di programma tra lo Stato e la Regione. Può dunque prendere corpo un'opera indispensabile non solo per razionalizzare la viabilità, ma anche per eliminare dalla costa degrado e abusivismo che regnano sovrani e impediscono, per un lungo tratto, l'affaccio a mare. Non tutti, comunque, hanno accolto con uguale entusiasmo il nuovo servizio di collegamento. Il Comitato “La nostra città”, in un volantino diffuso ieri, se la prende non solo col sindaco, ma anche con il presidente dell'Autorità portuale Vermiglio e con il comandante della Capitaneria, rei di avere «consegnato un altro pezzo di città, per giunta in pieno centro, al passaggio dei tir». «Da domani centinaia di tir invaderanno la nostra città: bisognerà impedirlo». Mentre, dunque, il Comitato prepara l'ennesima protesta al grido «fuori i tir dalla città», martedì all'1 partirà la prima corsa regolare aperta al pubblico della “Cartour”. In occasione del varo della nave, l'Aias (Associazione imprese autotrasportatori siciliani) ha consegnato una targa ai rappresentanti degli armatori privati per plaudere alla loro iniziativa: «Un grazie alla Caronte e alla Tourist F.B. – si legge – per avere realizzato, insieme agli autotrasportatori siciliani, la prima autostrada del mare».

Fonte: gds 

E' salpata con un carico di tifosi in festa la nave del primo viaggio per Salerno


Emilio Pintaldi

Salpa con un carico di "tifo" la nave del gruppo Tourist-Caronte. Supporters calcistici a bordo per il primo viaggio della Cartour che la notte scorsa ha coperto per la prima volta il tratto Messina-Salerno inaugurando la nuova linea con la Campania.
Il viaggio inaugurale ha infatti coinciso con la trasferta del Messina calcio a Salerno. Gli armatori della Tourist, i Franza, sono azionisti anche della squadra giallorossa. Così sulla nave, una traghetto del tipo Ro-ro, arrivata al molo Norimberga già venerdì pomeriggio, c'era anche un carico di speranza per il futuro dell'undici allenato da mister Arrigoni.Ieri mattina gli armatori hanno presenziato ad una visita guidata a bordo. Il viaggio della Cartour che dura sette ore grazie ad una velocità di 25 nodi, inizaia ogni giorno all'uhna di notte. Si conclude a Salerno alle otto del mattino. La nave, costruita nei cantieri Visentini, può trasportare 70 autovetture e circa 110 mezzi pesanti.
Il costo del biglietto per ogni auto è di 140 mila lire, alle quali bisogna aggiungere quaranta mila lire per ciascun passeggero.
I Camion ed i Tir pagano secondo la lunghezza del mezzo:45 mia lire al metro. A bordo una serie di comfort:76 cabine possono ospitare 304 passeggeri. I prezzi in questo caso variano dalle 300 mila lire chieste per la singola alle 100 mila a persona necessarie per affittare la quadrupla. Ci sono poi 225 posti poltrona e duecento posti sul ponte. Responsabile delle cucine di bordo il foggiano Giovanni Stragapede, il cuoco che può vantare nel suo curriculum il pranzo cucinato per il presidente americano George Bush a Genova. La Cartour viaggerà inizialmente con 25 marinai imbarcati dalla cantieri Vientini. L'equipaggio sarà presto sostituito dal personale del gruppo Tourist-Caronte.
Sul piede di guerra i comitati antir che hanno preannunciato clamorose azioni di protesta. In fermento anche il Sasmant, il sindacato che riunisce gli ufficiali delle ferrovie in apprensione per la sicurezza all'interno del tratto di mare compreso nell'area del Norimberga.

Fonte: la sicilia 

Il sindaco Turi Leonardi commenta soddisfatto la firma degli «accordi quadro» tra Stato e Regione per le infrastrutture
«Finalmente un progetto organico»
Duemila miliardi per l'intera provincia, 245 soltanto per il capoluogo

Massimiliano Mondello

«Per la prima volta siamo di fronte ad un progetto organico per il completamento e la realizzazione di quelle infrastrutture propedeutiche al rilancio economico dell'isola», esordisce così il sindaco, Turi Leonardi che, venerdì a Palermo, ha assistito ad un vero e proprio evento per la Sicilia: un maxi-finanziamento da 16mila miliardi (oltre 2mila per la città dello Stretto) per rendere, finalmente, competitiva e «appetibile» la nostra regione. «Particolare soddisfazione – ha detto il primo cittadino – ho provato per il finanziamento che consentirà la realizzazione del primo modulo d'urgenza (e della relativa viabilità di collegamento con il sistema autostradale) per l'approdo di Tremestieri. Quarantuno miliardi che, adesso, ci mettono nelle condizioni di poter portare avanti l'iter del relativo project financing. Nel corso dell'incontro di venerdì – ha aggiunto il sindaco – ho colto l'occasione di sollecitare i dirigenti del Genio civile Opere marittime per quanto concerne la parte progettuale delle due invasature d'emergenza. Per quanto concerne, invece, la via del mare, l'ipotetica strada di collegamento fra Tremestieri e il molo “Norimberga” – conclude Leonardi – i 28 miliardi attribuiti all'Autorità portuale consentiranno di realizzarne solo un tratto e per questo motivo ho chiesto un intervento diretto del ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi che, nelle prossime settimane, sarà a Messina».
Le opere finanziate a Messina e provincia — Questo l'elenco delle opere, inserite nell'«accordo di programma quadro», che dovrebbero essere realizzate in città e provincia: lavori di sistemazione delle rete idrica e del centro di telecontrollo dell'Amam (4 progetti per un totale di 11 miliardi 375 milioni); la razionalizzazione della canalizzazione della fascia irrigua della Valle dell'Alcantara, a cura del Consorzio di bonifica n. 11 (16 miliardi 370 milioni); lungo l'autostrada Messina-Palermo sono previsti interventi per il rinnovo degli impianti elettrici e per la realizzazione di tre nuovi svincoli a Monforte S. Giorgio, Furnari e Capo d'Orlando (156 miliardi 836 milioni); nell'A/18 Messina-Catania è prevista la realizzazione della nuova bretella di Alì Terme (20 miliardi) e l'ampliamento di quella di Giardini (3 miliardi); 7 miliardi e 200 milioni sono stati stanziati per progettare l'intervalliva Patti-Taormina e 125 miliardi per la realizzazione dell'itinerario tra S. Stefano di Camastra e Gela; la realizzazione della metroferrovia tra Giampilieri e la stazione centrale (73 miliardi); per il doppio binario tra Messina e Patti sono stati stanziati (in 3 lotti) circa 932 miliardi e 500 per il raddoppio ferroviario tra Giampilieri e Fiumefreddo; per l'Autorità portuale sono in arrivo 30 miliardi per il pontile di Giammoro, 50 per il consolidamento delle banchine di riva, 36 per il rifacimento e la realizzazione di un terminal multipurpose nel molo «Norimberga» e 28 per il collegamento del porto con il sistema autostradale e ferroviario; altri 24 miliardi arriveranno per il completamento delle banchine e dei pontili nel porto di Milazzo; messa in sicurezza dei porti delle isole Eolie (50 miliardi); prolungamento della diga foranea e realizzazione di una banchina nell'attracco di S. Agata Militello (15 miliardi) e, dulcis in fundo, 41 miliardi per la costruzione del secondo approdo a Tremestieri e della relativa viabilità di collegamento con la Tangenziale.


Con la prima corsa della «Cartour»
E' stato inaugurato collegamento via mare tra Messina e Salerno


È stata inaugurata stanotte all'una, la nuova tratta Messina-Salerno: con una corsa di prova è salpata alla volta della Campania, la nave ro-ro «Cartour» (nella foto in alto), l'ultima arrivata della flotta «Tourist & Caronte».
A bordo del natante circa 50 Tir e un pullman della dirigenza del Messina che, proprio oggi, affronterà la Salernitana.
La nave è lunga 186,5 metri, larga 25,6, ha una stazza lorda di 25mila tonnellate e viaggia a una velocità di crociera di 25 nodi che gli consente di coprire la tratta in 7 ore circa.
La capacità di carico (che si estende per 2.040 metri lineari) è di 150 Tir e 75 auto.
Sono circa 900 i passeggeri che può ospitare: 304 potranno usufruire delle cabine, 225 dei sedili di prima e seconda classe, mentre altri 400 circa potranno trovare posto nei saloni.
La ro-ro è arriva già armata con 17 persone di equipaggio e 10 per i servizi di camera e mensa, al comando di Salvatore Costigliola. La nave, in riva allo Stretto, ormeggia, in andana (cioè con la prua rivolta verso il mare), nella testata del molo «Norimberga», asfaltato a tempo di record dalla «Co.Ind».
L'impresa ha realizzato i lavori per conto della consortile «Servizi Norimberga», che curerà le relative operazioni portuali di imbarco, sbarco e instradamento dei mezzi provenienti dagli svincoli di Gazzi e Messina Centro, attraverso la via La Farina e, quindi, il cavalcavia. La «Cartour», se non insorgeranno problemi, tornerà a Messina intorno alle 20 e vi resterà fino all'1 di martedì, quando partirà la vera, prima corsa dell'autostrada del mare verso Salerno.

Dopo la conferma del finanziamento per l'attracco a Tremestieri, il sindaco ha sollecitato l'elaborato esecutivo
Un progetto per l'approdo
Oggi riunione di Fi sul «caso Turi Rizzo»

I soldi ci sono, ora serve il progetto esecutivo. Per il nuovo approdo di Tremestieri i tempi sembrano stringere dopo la firma, a Palermo, dell'«accordo di programma quadro» Stato-Regione sui finanziamenti di varie infrastrutture, tra cui il nuovo attracco. Il sindaco, Turi Leonardi ha già sollecitato il Genio civile Opere marittime durante la sua visita palermitana di venerdì. Per avviare l'iter di consegna dei lavori non si dovrebbe attendere molto. Il finanziamento per le prime due invasature d'emergenza è di 41 miliardi: sarà anche realizzata la viabilità di collegamento tra il nuovo approdo di Tremestrieri e la tangenziale.È previsto - come concordato dopo i sopralluoghi - un tunnel che bypassi la viabilità cittadina sulla Ss 114 e che colleghi le banchine direttamente con le autostrade. Intorno all'approdo «d'emergenza» e finanziato con fondi pubblici sorgerà il nuovo scalo vero e proprio. In quest'ottica è stato avviato l'iter del project financing (così come per il nuovo approdo per il gommato leggero all'Annunziata). Forza Italia vuole chiarezza – Intanto, si apre una settimana delicata sul fronte politico, soprattutto a Palazzo Zanca. È prevista in giornata, infatti, una riunione del comitato cittadino di Fi, che esaminerà la querelle sorta dopo l'intervento del capogruppo in Consiglio, Pippo Capurro, che ha chiesto le dimissioni dell'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo.

9/10/2001 

Fonte: la sicilia 

Molo «Norimberga»: si torna a trattare
Incontro Authority–Soprintendenza sull'illuminazione

Massimiliano Mondello

L'Autorità portuale sembra voler evitare un nuovo contenzioso con la Soprintendenza e si dice disposta «a trattare per giungere ad una decisione ragionevole sul nuovo impianto d'illuminazione che dovrà servire il molo “Norimberga”».
Per questa ragione, tra qualche giorno, i due uffici si confronteranno sull'ipotesi di realizzare una variante al progetto originale che l'organo di tutela ha deciso di bocciare «perchè incompatibile con la presenza dei resti della Real Cittadella».
L'elaborato originale prevedeva, infatti, la realizzazione di uno scavo di circa 50 centimetri per la posa dei cavi elettrici.
Un ostacolo che, comunque, non ha impedito, domenica scorsa, il varo della prima autostrada del mare con «casello» a Messina proprio nella banchina limitrofa alla stazione marittima. Nel «Norimberga», infatti, sono ancora perfettamente funzionanti le torri-faro realizzate ormai trent'anni orsono.
La «Cartour» riprende il largo «a ranghi ridotti» — E a proposito di autostrade del mare, stanotte all'una la nave ro-ro «Cartour», la nuova ammiraglia del «Gruppo Franza» che copre in circa 7 ore la tratta Messina-Salerno (nella prima corsa ne sono state necessarie 9 e mezza per un guasto a uno dei motori, poi risoltosi senza particolari problemi), ha effettuato la prima corsa ufficiale alla volta della Campania.
Fino alle 15 le prenotazioni raggiungevano circa le 30 unità (fra autotreni, pullmini e autovetture) e, comunque, hanno spiegato i responsabili tecnici della holding che il carico sarebbe stato limitato «perchè sono in via di perfezionamento alcuni approcci per l'imbarco, lo sbarco e l'instradamento dei mezzi».

Fonte: gds

Approdi, sì ai fondi da Stato e Regione
40 miliardi per i primi due invasi

Enzo Gallo

Forse si è arrivati ad una svolta decisiva per quanto riguarda la situazione dei progetti sui nuovi approdi da costruire fuori città, ed in particolare nel sito di Tremestieri. I tempi e i modi di realizzazione delle strutture, sembrano stringersi dopo l'incontro avuto venerdì scorso a Palermo, nell'accordo di programma quadro fra Stato e Regione, sui previsti finanziamenti delle varie infrastrutture da realizzare nella città peloritana, fra cui appunto la realizzazione dei nuovi approdi.
Il sindaco Salvatore Leonardi, di ritorno dal capoluogo siciliano si è mostrato soddisfatto dal meeting, dando subito mandato al Genio Civile delle opere Marittime, di accelerare i vari iter burocratici per la messa in moto dei cantieri da iniziare sui litorali sud e nord.
Quindi si attende da un momento all'altro, che venga autorizzato il progetto esecutivo. Si è parlato anche della prima tranche di finanziamenti che dovrebbero arrivare, circa 40 miliardi, per la messa in opera delle prime due invasature di emergenza da costruire in tempi rapidi. Ma oltre ai suddetti invasi, i soldi serviranno per il collegamento viario tra i nuovi approdi di Tremestieri e dell'Annunziata ed i raccordi autostradali che dovranno collegarsi direttamente con la tangenziale, scavalcando totalmente le strade cittadine, vero problema della situazione viabile.
In più è previsto la costruzione di un galleria a Tremestieri collegata con la parte alta dell'autostrada A 18, che escluda totalmente la bretella statale 114, teatro in passato di numerosi incidenti mortali data la sua pericolosità nel transitarla, essendo di veloce percorrenza.
Infine si è stabilito che intorno ai cosiddetti approdi d'emergenza, verranno edificati i nuovi scali veri e propri, che consentiranno in un futuro prossimo lo spostamento delle navi Tourist e Caronte dalla contestata rada S. Francesco.


A gonfie vele la tratta per Salerno. Appena inaugurato il nuovo collegamento la Caronte punta a raddoppiare le corse
Intensificate però le proteste per i maggiori Tir in transito


Emilio Pintaldi

La crociera di prova, nonostante le due ore di ritardo durante il viaggio di andata va a gonfie vele, ed il gruppo Tourist-Caronte pensa a raddoppiare le corse del nuovo servizio di collegamento tra la città e Salerno. E' quanto è emerso nelle ultime ore. I primi 47 Tir hanno percorso domenica scorsa l'"autostrada del mare" Messina-Salerno saltando il famigerato tratto che unisce su asfalto, Reggio alla città campana.
L'amministratore della Caronte, Antonino Repaci, sabato scorso, durante la visita guidata alla Cartour, la nave del tipo Ro-ro che il gruppo utilizza per coprire il collegamento con la Campania, ha ammesso che la società punta a raddoppiare le corse dopo un periodo di prova.
Una dichiarazione che ha già mandato su tutte le furie gli esponenti dei comitati antitir. Oggi (la partenza potrebbe essere rimandata a causa di alcuni intoppi di 24 ore) sul molo ai Tir potrebbe essere riservato un comitato di accoglienza speciale. Gli imprenditori alcuni mesi fa, al Comune, durante la presentazione della nuoova rotta, tra i fischi e le proteste dei simpatizzanti del comitato "La nostra città", avevano assicurato assieme al primo cittadino Salvatore Leonardi che i tir diretti al molo Norimberga, punto di attracco della Cartour, non avrebbero interferito con il traffico cittadino.
Ma alla corsa notturna dell'una, in partenza dal Norimberga, ed a quella mattutina delle otto, in arrivo da Salerno, potrebbe aggiungersene presto un'altra. Ed a questo punto la nave dovrebbe partire ed arrivare in pieno giorno. L'invasione dei camion sul viale Europa e sulla via La Farina sarebbe inevitabile. A cercare di gettare acqua sul fuoco ieri mattina al telefono, è stato Vincenzo Franza.
"E' troppo presto - ha spiegato l'amministratore della Tourist- per parlare di altri progetti. Certo se chi chiedono cosa faremo se le cose dovessero funzionare è chiaro che si parli di raddoppio delle corse. Siamo imprenditori. Ci vorranno però almeno altri tre mesi prima di stabilire ogni cosa". Franza però ha già un orario approssimativo per la partenza di un'eventuale seconda nave dal Norimberga:le dieci di sera. A quel punto la corsa dell'una verrebbe spostata alle tre di notte quando, a quanto pare, un certo numero di autostrasportatori si mette in viaggio.
La nuova nave del gruppo Tourist-Caronte può raggiungere in sette ore alla velocità di 25 ore, Salerno. Può ospitare sino a 75 auto e cento camion. Il costo per i mezzi pesanti è di 45 mila lire al metro. Il posto letto in cabina singola è di trecentomila lire. Ieri intanto il comitato "La nostra città" è intervenuto criticamente sugli annunciati finanziamenti per le infrastrutture promessi dal ministro Lunardi: "Soltanto improvvisazione e confusione", ha scritto il comitato, che giudica esigua la cifra di 475 miliardi destinata per le infrastrutture della città.

Fonte:gazzetta del sud 

Oggi chiederà al sindaco le dimissioni dell'assessore Rizzo
Forza Italia insiste

(m.p.)

Pare sia stata una riunione addirittura “infuocata” quella che il prof. Piero Grasso, coordinatore cittadino di Forza Italia, ha avuto con gli assessori e i consiglieri comunali azzurri nella sede del movimento per discutere della richiesta di dimissioni avanzata nei confronti dell'assessore alla Mobilità urbana Salvatore Rizzo (Nuovo Psi) dal capogruppo di Fi a Palazzo Zanca, Giuseppe Capurro. Durante l'incontro – al quale mancava soltanto, per motivi familiari, l'assessore Piero Alibrandi mentre erano presenti tutti gli altri rappresentanti forzisti in giunta e in Consiglio – è stato ribadito il problema della gestione della viabilità che Grasso dovrebbe discutere oggi con il sindaco Leonardi e nei prossimi giorni con le altre forze politiche, in particolare con il segretario del Nuovo Psi, Nanni Ricevuto, per chiedergli una “inversione di tendenza” nel settore. «Del resto – spiega Capurro – era stato sempre il coordinatore cittadino a sollecitarci su questo problema: non è possibile andare avanti con il caos, le code interminabili, gli ingorghi, i mezzi pesanti che attraversano il centro città, e soprattutto in un momento che vede molti cantieri aperti l'assessore Rizzo deve darsi una programmazione. Ci sono situazioni insostenibili come via del Santo, via Santa Marta, in ultimo via Palermo con la rimozione dei cordoli che, a un anno e mezzo dalle nostre interrogazioni senza risposta, è stata un po' la classica goccia che fa traboccare il vaso. Servono risposte e soprattutto misure intelligenti per fronteggiare un problema che è reale e non strumentale come ha invece sostenuto il Psi». Il “caso Rizzo” è stato sollevato la scorsa settimana dallo stesso Capurro che – dopo essersi consultato con il coordinatore cittadino – ha motivato la richiesta di dimissioni dell'assessore alla Mobilità urbana addebitandogli responsabilità precise nel momento terribile della viabilità cittadina e nella gestione di problemi strategici. Secca la risposta di Rizzo, cui hanno successivamente fatto eco i consiglieri comunali del Nuovo Psi, Umberto Bonanno e Aldo Violato: in soldoni «se hanno soluzioni migliori le propongano, ma i motivi veri della richiesta di dimissioni sono ben altri». La polemica aveva quindi lambito la questione dei parcheggi a pagamento, risolta con una proroga fino al 15 gennaio alle due cooperative in regola con il pagamento del canone di occupazione suolo (la “Progetto Lavoro” e la “Orizzonte '94”) cui il Comune ha imposto l'assunzione degli 80 parcheggiatori appartenenti alle altre due, “Il Pilone” e “Nuova Sedco”, con l'assegnazione delle aree gestite fino a tre mesi fa da queste ultime (e che sembrava dovessero invece andare in gara con avviso pubblico). Il legale rappresentante del “Pilone” ha però contestato le cifre del Comune, accampando addirittura un credito di oltre 300 milioni nei confronti dell'amministrazione per pagamenti effettuati: e proprio sulla posizione del consigliere azzurro Carmelo Mangano in questa cooperativa (la ex “Mancoop”) sono stati puntati gli “strali” degli esponenti del Nuovo Psi cui Forza Italia ha risposto infine accusando gli alleati di «cercare di spostare l'attenzione dal problema reale». Insomma, una polemica che rischia davvero di creare una spaccatura profonda all'interno della maggioranza che sostiene la giunta Leonardi: sulla questione della Tosap (la tassa per l'occupazione del suolo su aree pubbliche), peraltro, si era già consumato uno scontro tra l'assessore al Bilancio, Giuseppe Cardile, e il consigliere di An Antonio Crupi. 

9/10/2001 ( le scienze )

Finalmente l'Organizzazione marittima internazionale accetta la messa al bando del TBT, un anti-incrostante per gli scafi che stava mettendo in pericolo molti ambienti marini

Dopo molti anni di pressioni da parte degli ambientalisti, l'Organizzazione Marittima Internazionale ha bandito lo stagno tributile (TBT), utilizzato normalmente per dipingere il fondo delle navi, dove impedisce le incrostazioni da parte di molte alghe e animali. Il problema del TBT è che esso lentamente si scioglie nell'acqua dove provoca danni alla vita marina, già osservati negli anni settanta.
La decisione è stata presa anche se ci sono ancora numerose preoccupazioni riguardo alle alternative proposte per il TBT nel rimuovere le varie creature marine che incrostano le navi rendendole più lente. Anche se la notizia è stata accolta con soddisfazione dagli ambientalisti, l'Organotin Environmental Program Association, un'organizzazione industriale, ha avvertito che il bando del TBT potrebbe far aumentare il numero di specie che si spostano con le navi, invadendo habitat non loro.
Le compagnie marittime hanno tempo fino al 2003 per interrompere l'utilizzo del TBT, e altri cinque anni per ricoprire le chiglie verniciate in precedenza. La prima data sembra però già destinata a slittare, poiché il bando non può entrare in vigore fino a quando almeno 25 nazioni per un totale del 25 per cento del traffico marittimo totale non lo avranno ratificato.
In realtà, la maggior parte delle nazioni europee ha già da tempo bandito il TBT almeno dalle piccole barche, per i danni che esso causa nelle regioni costiere.

10/10/2001 

Fonte: gds 

La "Cartour" sfrattata dal Norimberga
Necessitano lavori di modifica al molo



Emilio Pintaldi

Sfratto temporaneo per la nave "Cartour" che copre il nuovo collegamento con Salerno. Sino a sabato partità dal molo Marconi di fronte alla sede dell'Autorità portuale. Per rendere fruibile il molo Norimberga infatti occorrono nuovi lavori. Così la nave del gruppo tourist Caronte ha dovuto fare le valigie: dal molo Norimberga è passata al molo Marconi. In effetti si è spostata di qualche centinaio di metri, sotto la sede dell'Autorità portuale ed accanto alla concorrente Meridiano ed alla consociata Ngi.
Un trasferimento volontario. Sono stati i tecnici della società privata a stabilire che occorrono alcune modifiche. Così i viaggi, che il gruppo Tourist-Caronte definisce di prova e che non portano a Salerno più di una ventina di tir, proseguiranno dalla via Vittorio Emanuele con il placet temporaneo dell'autorità portuale.
Non si placano però le polemiche. Ieri la vicenda è finita su un'interrogazione presentata da Raimondo Burrascano, consigliere di Forza Italia. Chiede al sindaco di impegnarsi affinch‚ ogni permesso rilasciato al gruppo Tourist per l'utilizzo del Norimberga venga revocato. L'area in questione, secondo Burrascano, dovrebbe essere destinata ad attività produttive o di sviluppo dell'attività portuale. Portare i camion su viale Europa e via La Farina, secondo, il forzista, significa aumentare il pericolo di incidenti.
A gonfie vele anche la raccolta di firme avviata dal comitato la nostra città. Diffida l'autorità portuale e l'ente porto a concedere il Norimberga alla Cartour. Tra i i firmatari pure l'ex sindaco Franco Providenti, i consiglieri comunali Filippo Tommasini, Luigi Beninanti, Raimondo Burrascano, gli architetti Franco Cardile e Nicola Aricò, l'ex vicesindaco Enza Sofo.

Fonte:gazzetta del sud

Nave Cartour / Attracco spostato al “Marconi”

L'attracco della nave “Cartour”, che svolge il servizio di collegamento Messina-Salerno, è stato provvisoriamente trasferito – per circa una settimana – dal molo Norimberga della zona falcata di San Raineri al molo Marconi, nel tratto di cortina del porto antistante alla sede dell'Autorità portuale. Lo spostamento per la necessità ravvisata dai tecnici del gruppo Tourist-Caronte, dopo la prima corsa sperimentale, di procedere al miglioramento degli ormeggi. In particolare, dovranno essere collocati sul fondale marino, sui due lati della banchina di testata del “Norimberga” altrettanti corpi morti per garantire il migliore attracco della “Cartour”, che ha una lunghezza di 186 metri, una larghezza di 25 e una stazza di 25.000 tonnellate. Da qui la necessità di trasferire l'ormeggio nel molo Marconi le cui banchine, nell'attuale fase di lavori e cantieri sulla cortina, rappresentano una delle poche soluzioni possibili anche per le navi commerciali. Per quanto riguarda la via d'accesso e d'uscita dagli spazi portuali per le auto e i tir in imbarco-sbarco dalla “Cartour”, nel nuovo molo coincideranno con quelle usate dai veicoli diretti alle navi del vicino attracco di Ngi e Meridiano. Intanto, in questa fase sperimentale, le corse per Salerno saranno a “scartamento ridotto” dal punto di vista dell'imbarco dei tir: una trentina per notte.

Fonte: la sicilia 

Aperta un'inchiesta sui lavori nel molo per il terminal Messina-Salerno: acquisiti atti al Comune e all'Authority
Il «Norimberga» sbarca in Procura
Intanto la nave «Cartour» è stata spostata nella banchina «Marconi»

Massimiliano Mondello

E il molo «Norimberga» diventa anche un caso giudiziario: la Procura ha avviato, infatti, un'indagine per verificare la legittimità dell'esecuzione dei lavori per la realizzazione del terminal di collegamento Messina-Salerno. Ieri mattina, gli uomini della Polizia giudiziaria hanno fatto «visita» prima negli uffici dell'Autorità portuale e poi in quelli di Palazzo Zanca per acquisire copia degli atti con cui sono stati autorizzati gli interventi di pavimentazione della banchina (il Comune ha rilasciato il parere favorevole sulla conformità urbanistica delle opere) e, quindi, il via libera all'ormeggio e alle operazioni portuali che, nella giornata di domenica, hanno portato alla corsa inaugurale della «Cartour», la nave ro-ro del «Gruppo Franza» che collega la città dello Stretto con il porto campano. Ieri, intanto, sull'argomento è intervenuto con un'interrogazione al sindaco il consigliere comunale di Fi, Raimondo Burrascano che ha chiesto «la revoca di qualsiasi autorizzazione ai Tir in transito sulla via La Farina», da e per l'imbarco verso Salerno.
La «Cartour» si sposta nella banchina «Marconi» — Intanto, da martedì sera, la «Cartour» non ormeggia più nel molo «Norimberga» bensì alla dirimpettaia banchina «Marconi» a causa di un problema tecnico al «corpo morto» che rischia d'inabissarsi. «Si tratta di una soluzione temporanea – spiegano i rappresentanti di Autorità portuale e Capitaneria di porto – nelle more che il “Norimberga” venga reso più funzionale da ulteriori interventi». In realtà, questo spostamento può essere letto come una vittoria delle tesi dei comandanti dei traghetti dell'Ente Ferrovie, supportati dal Sasmant e dalla Filt/Cgil, che vedevano nell'ormeggio della ro-ro nella testata del «Norimberga» un ostacolo all'operatività delle prime due invasature della stazione marittima. Infatti, se e quando la «Cartour» tornerà nella banchina «Norimberga», lo farà nella sezione nord-est dove sarà realizzato un pontone galleggiante per consentire l'accosto in andana (e cioè con la prua verso il mare). Il supporto andrà in radice al limitrofo molo «Egeo» e sarà necessario, quindi, spostare i punti d'ormeggio delle motovedette dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza e della Ps che, però, proprio nel pontone potranno trovare nuovo «spazio».
Interviene un movimento studentesco — Sul molo «Norimberga» interviene il movimento studentesco «I Mamertini», guidato da Giuseppe Ministeri. Venerdì si terrà la manifestazione intitolata: «Dopo il Boccetta lo scandalo del molo “Norimberga”». Parteciperanno studenti dei licei: «La Farina», «Maurolico», «Archimede», «Seguenza» e «Bisazza».

11/10/2001  

Fonte:gds

Scarichi abusivi da autolavaggio
Denunciato dai vigili il titolare

Più controlli negli esercizi commerciali a posto fisso. Su disposizione dell'assessore all'Annona, Giuseppe Cardile, sono cambiate le regole. Solo nel mese di settembre, i vigili dell'Annona hanno ispezionato 57 punti vendita non in regola con le autorizzazioni amministrative. I titolari di 4 esercizi sono stati denunciati all'Autorità Giudiziaria per violazione del codice penale mentre per 38 commercianti è scattato il verbale. In virtù della nuova ordinanza sul sequestro di beni alimentari, sono stati requisiti 64 cassette e 12 contenitori di frutta e verdura, 30 angurie, 197 pezzi di pasticceria panaria. Le operazioni in luogo aperto, hanno riguardato anche prodotti musicali e 1411 articoli di chincaglieria varia. Martedì scorso, l'ultima denuncia è scattata nei confronti del titolare dell' autolavaggio in piazza Duomo, sprovvisto delle speciali attrezzature per lo smaltimento delle acque reflue. Una mancanza che dietro le recenti disposizioni, emanate dal sindaco per prevenire l'inquinamento idrico, è punibile penalmente.

Fonte: la sicilia 

L'allarme della direzione dei lavori per la riqualificazione di via I Settembre: «Transito dei Tir solo a fine ottobre»
«Il basolato potrebbe sfondarsi»


Riaprirà sabato la via I Settembre, ma non sarà pienamente percorribile dagli automezzi. «Bisognerà aspettare almeno 10 giorni – avverte la direzione lavori degli interventi di riqualificazione –. In caso contrario i lastroni di basolato potrebbero infossarsi, sfaldarsi o addirittura spaccarsi». Prosegue, quindi, la telenovela delle polemiche con la direzione lavori del tram, che continua a premere per la riapertura dell'arteria nel tratto fra via Garibaldi e viale S. Martino, che potrebbe consentire di fluidificare il traffico, soprattutto dei Tir; proprio per questo motivo, se prima non saranno concluse le opere dell'«Iagi» non sarà possibile attivare i nuovi cantieri del tram sulla cortina del porto, nel tratto fra il Banco di Sicilia e largo Minutoli. E intanto il tempo passa: si avvicina il 22 dicembre, data ultima per l'ultimazione della tratta ferrata. Per accelerare i tempi della riapertura di via I Settembre, il direttore dei lavori Salvatore Bartolotta e l'ingegnere capo del Comune, Rosario Guarniere, hanno eseguito un sopralluogo: è stato deciso di stoppare gli interventi cinque metri prima dell'incrocio col viale S. Martino, in modo da recuperare tempo. Ma l'avvertimento di Bartolotta, notificato anche alla «Gepco», rende necessaria adesso l'individuazione di nuove soluzioni. Intanto qualche intoppo si registra pure in via Garibaldi: la «Gepco» ha inviato nei giorni scorsi un telegramma al Comune. Si avverte che i lavori per lo spostamento dei sottoservizi, legati alla costruzione del tram in via Vittorio Emanuele, vanno molto in ritardo, «Enel e Italgas – denuncia l'impresa ligure – non hanno ancora trasferito le loro condotte».

Il comandante della Capitaneria querela un comitato
Maccarone: «Il Punto franco compatibile con la nave ro-ro»

Massimiliano Mondello

Il comandante della Capitaneria di porto, Carmelo Maccarone, ha deciso di presentare querela (tramite l'avv. Letterio Arena) per diffamazione aggravata contro il comitato «La nostra città». Una denuncia che è, per ora, contro ignoti (perché il volantino non è firmato) ma che, al termine degli accertamenti, vedrà un obiettivo ben definito. Nel volantino diffuso anche via Internet, dal titolo «Comitato d'affari» si legge che «il sindaco, il presidente dell'Autorità portuale e il comandante del porto hanno consegnato un altro pezzo di città al passaggio dei Tir... Tutta l'area demaniale è presidiata e militarizzata come se fosse di proprietà privata ed esclusiva...». «Sono rammaricato di quanto avvenuto – afferma Maccarone –. Del manifesto ho avuto contezza sabato sera, quando i miei figli lo hanno trovato nel parabrezza dell'auto. È evidente che ci sono elementi lesivi della mia persona nei quali non posso riconoscermi. Posso comprendere la battaglia portata avanti dal comitato, ma sparare nel mucchio non serve a nessuno». E dopo Maccarone, anche il presidente dell'Authority, Giuseppe Vermiglio, si prepara a querelare il sodalizio presieduto da Saro Visicaro. E intanto, sul cosiddetto «caso Norimberga» è doveroso precisare che nessun sequestro di atti è avvenuto negli uffici dell'Autorità portuale, poiché tutto l'incartamento è stato preventivamente inviato alla Procura, sia dall'Authority che dalla Capitaneria.
L'ormeggio al «Norimberga» è compatibile col Punto franco e le Fs — E sempre in risposta al comitato «La nostra città» (stavolta si tratta di un semplice scambio epistolare), Maccarone ha precisato che l'eventuale attivazione di un Punto franco nella Zona falcata è compatibile con l'ormeggio di navi nel molo «Norimberga» (che ricadrebbe nell'area franca qualora venisse attivata), visto che il molo resta nell'ambito di competenze dell'Autorità portuale. Maccarone ha poi sottolineato che nessun provvedimento inibitorio nei confronti dei traghetti delle Fs è stato assunto con il rilascio dell'autorizzazione di ormeggio alla «Cartour» nella testata della banchina. Una situazione che, peraltro, non sussiste più dopo il trasferimento della ro-ro al molo «Marconi», nelle more di rendere operativa la sezione nord-est del «Norimberga».


Molo Norimberga / Scatta anche una querela
«Nessun danno alle Fs»


Il comandante della Capitaneria Carmelo Maccarone torna sull'argomento dell'“autostrada del mare” Messina-Salerno con partenza dal molo Norimberga. Maccarone risponde ad alcune osservazioni del comitato “La nostra città” che in una nota ricordava l'esistenza di un decreto regionale che, in relazione alla legge 191 istitutiva del Punto franco nel porto, «impone l'esclusione, nella superficie del Punto franco, di ogni iniziativa che risulti in contrasto con l'attività svolta dalle navi Fs». Il comitato interrogava sui motivi «che hanno indotto la Capitaneria ad esitare positivamente la richiesta di concessione di un approdo per traghettamento privato». Il comandante chiarisce ancora una volta: «Nessuna concessione la Capitaneria ha rilasciato relativamente ad aree situate sulla banchina Norimberga ricadenti sulla superficie delimitata dal Punto franco» (si tratta di un'autorizzazione di “uso non esclusivo” del molo, di competenza dell'Authority). «Né tanto meno – ricorda – è stato adottato dalla Capitaneria alcun provvedimento inibitorio del servizio delle navi traghetto Fs a vantaggio di altre navi. Peraltro – rileva – anche se fosse operante la normativa sul Punto franco (dal 1951 si attendono le norme attuative! ndr) il cui fine sarebbe creare una zona per un particolare regime doganale delle merci, non si comprenderebbe in che senso l'esistenza di una banchina portuale pavimentata, funzionale e operativa, potrebbe creare un “contrasto” con le Fs». In margine alle polemiche, infine, Maccarone, tramite l'avv. Letterio Arena, ha sporto querela per diffamazione in relazione a un volantino senza firme (col logo del comitato “La nostra città”) in cui, per la linea “Messina-Salerno”, il comandante, il sindaco e il presidente dell'Authority vengono accusati di atti in violazione delle leggi dopo il riferimento iniziale a un “comitato d'affari”.

Fonte: gazzetta del sud 

Cittadella fieristica, presentato un ricorso al Tar

Non c'è vicenda amministrativa che non finisca davanti al Tar. E non fa eccezione alla regola il “caso” della concessione demaniale della cittadella fieristica rilasciata alla Compagnia del Mare, la società presieduta dall'imprenditore messinese Gaetano Mobilia. A chiedere la sospensione del provvedimento emesso dall'Autorità portuale è una ditta di Caltanissetta, la “Investimenti Immobiliari Srl”, assistita dall'avv. Antonio Saitta, lo stesso legale che ha difeso l'Ente Fiera nel lunghissimo contenzioso con le autorità demaniali. Nel ricorso presentato al Tribunale amministrativo si contestano duramente le procedure adottate dal Comitato portuale, il fatto che l'istanza della stessa società nissena non sia stata neppure presa in considerazione e che non si sia adeguatamente pubblicizzato il procedimento di evidenza pubblica, trattandosi di un'area di ben cinque ettari posta nel cuore del territorio comunale. Immediata la replica del presidente dell'Authority: «Il diritto è bello perchè va interpretato ed è opinabile». Il prof. Giuseppe Vermiglio non vuol entrare nel merito del contenzioso: «Spetta al giudice – dice – leggere gli atti e decidere di conseguenza. Posso solo dire che l'istanza della società Investimenti Immobiliari non è stata accolta perchè trasmessa tramite fax a conclusione del procedimento avviato. Un modo alquanto anomalo di chiedere una concessione demaniale». Vermiglio intende, comunque, chiarire uno dei punti controversi, oggetto anche di polemiche sul piano politico. Il riferimento è agli interventi di manutenzione e ai costi delle opere da eseguire. Una delle accuse mosse in questi giorni da parte di qualche consigliere comunale è che il soggetto privato ha avuto la concessione ma a spendere i soldi sarà l'ente pubblico. «La manutenzione ordinaria è di competenza del concessionario – precisa il presidente dell'Authority –, quella straordinaria, cioè la messa a norma degli impianti elettrico, idrico e fognario, è a carico dell'ente. Avremmo dovuto farla in ogni caso, qualunque fosse stato il soggetto titolare della concessione». La Compagnia del Mare curerà gli interventi di riqualificazione, gli allestimenti degli stand, la realizzazione di opere a verde e di arredo urbano. I lavori di competenza dell'Autorità portuale dovrebbero aggirarsi intorno ai 4 miliardi di lire, somme che saranno recuperate proprio grazie al canone (800 milioni annui) pagato dalla società concessionaria.

Viabilità / L'assessore, dopo il chiarimento con Forza Italia, non vuol fare da “capro espiatorio”
Rizzo: «Chi sa fare miracoli venga al mio posto»


«Sono sempre pronto a dimettermi, se un gesto del genere dovesse recare giovamento all'amministrazione comunale. Ma io non credo che attualmente si possa fare più di quello che si sta facendo». L'assessore alla viabilità Salvatore Rizzo, all'indomani del confronto con Forza Italia, resta dello stesso avviso: chi ha chiesto le sue dimissioni nei giorni scorsi, lo ha fatto adducendo ragioni pretestuose. I cordoli su via Palermo o l'intasamento di via Santa Marta sarebbero solo dettagli, la battaglia riguarda essenzialmente la gestione dei parcheggi a pagamento, una materia sulla quale continuano a regnare confusione ed incertezza. Non si sa se oggi le due cooperative alle quali l'amministrazione comunale ha deciso di affidare la proroga fino a gennaio riprenderanno il servizio. E sul provvedimento della giunta pende la spada di Damocle del ricorso al Coreco, firmato da dieci consiglieri comunali. Gli interessi collegati alla gestione delle aree destinate alla sosta a pagamento sono più forti di quel che si immagina e coinvolgono forze politiche e singoli consiglieri. «La questione è estremamente delicata – conferma Rizzo –, perchè bisogna coniugare le esigenze di legalità con il diritto al lavoro dei tanti giovani che hanno svolto l'attività in questi anni». Stamane l'assessore incontrerà per l'ennesima volta i rappresentanti delle organizzazioni di categoria, che chiedono l'affidamento del servizio al Consorzio costituito dalle cooperative dei parcheggiatori. Tutto appare ancora in alto mare. Ed anche il Piano dei parcheggi d'interscambio, finanziato sulla base della vecchia legge Tognoli del 1989, resta al palo, in attesa che si conosca l'esito del ricorso al Tar presentato dall'Ordine degli architetti contro le procedure seguite dal Comune nell'affidamento delle progettazioni. Palazzo Zanca corre il serio rischio di veder andare in fumo quei 60 miliardi di lire che la giunta Leonardi (e questo è un suo merito) era riuscita in qualche modo a “ripescare”, rimodulando il Piano ed ottenendo i finanziamenti dalla Regione siciliana. È davvero un compito improbo essere il gestore delle politiche di mobilità urbana in una città che resta sventrata dai cantieri e senza alternative viarie realizzabili in tempi brevi. «Avrò i miei limiti – dice Rizzo – ma fino a quando la situazione resterà quella attuale, è impossibile fare miracoli. Stiamo cercando di sbloccare vecchi e nuovi progetti. La prossima settimana sarò a Roma per la firma dell'accordo in base al quale potremo spendere circa 7 miliardi per la realizzazione della nuova rete semaforica e per il “progetto pilota” di messa in sicurezza del viale Giostra. Ben venga la nomina di un nuovo esperto o di una task force di esperti, se tutto ciò può contribuire a imprimere una svolta. Ma la viabilità a Messina potrà cambiare solo nel momento in cui termineranno i lavori in corso, il Boccetta non sarà più un'autostrada per tir e saranno completate opere come gli svincoli o la Via del Mare».

12/19/2001 

Fonte:gazzetta del sud

Tir tampona quattro auto Panico sulla statale “114”

Un autotreno che viaggiava in direzione Catania ha provocato, poco dopo le 17 di ieri, un tamponamento a catena sulla statale 114 nei pressi della farmacia “Carleo”. In ospedale è finita una donna, giudicata guaribile in pochi giorni. Così come accertato dagli agenti della sezione Infortunistica della polizia municipale, nello scontro sono rimasti coinvolti l'autoarticolato Scania condotto dal cinquantatreenne C.V., la Fiat “Punto” di M.G., il Fiat “Ducato” sul quale viaggiava N.P., l'Innocenti “Mini 90” alla cui guida si trovava il ventiduenne R.C. e la Citroen “Saxo” del sessantunenne G.C..

In piazza “I Mamertini”

Partirà stamani alle 9, da piazza Antonello, la manifestazione organizzata dal movimento studentesco “I Mamertini”, annunciata come “fuori dai partiti” e “intitolata” «Dopo il Boccetta lo scandalo del molo di Norimberga». I giovani del neonato movimento interscolastico, costituito da oltre un centinaio di allievi dei licei Maurolico e La Farina, hanno già espresso critiche e perplessità in una nota firmata dal segretario Giuseppe Ministeri (della segreteria fanno parte Angelo Campolo, Francesco Barbaro, Tania Stelitano, Jody De Domenico). Nel documento si va dall'“autostrada del mare”, che viene giudicata negativamente in relazione a temute “correnti di traffico aggiuntivo che apriranno una ferita nel tessuto urbano”, all'analisi generale della viabilità messinese. I Mamertini pongono quesiti agli amministratori: «Perché gli svincoli di Giostra e dell'Anmnunziata sono ben lungi dall'essere realizzati? Perché l'approdo nella zona sud è diventata una questione di cui si parla da circa 30 anni senza che nulla sia stato fin qui concretamente fatto?». Tornando all'autostrada del mare domandano «perché è stato consentito di utilizzare il molo Norimberga per un nuovo e più impegnativo servizio di traghettamento così sacrificando le straordinarie potenzialità che la zona falcata potrebbe esprimere, solo se ci fosse un disegno organico di una nuova fruizione, in grado anche di valorizzare i beni di natura storica e architettonica?». Altri interrogativi riguardano i lavori del tram, la mancata realizzazione di parcheggi e della metropolitana del mare come alternativa per la mobilità urbana lungo la litoranea nord. E gli studenti accusano i politici di uno «scarico di responsabilità»

Fonte:la sicilia

Giuseppe Lo Re

Sollecitato il progetto sull'approdo a Tremestieri Immancabile, durante la visita nel capoluogo siciliano, la sosta al Genio civile Opere marittime. Qui il primo cittadino ha chiesto di accelerare al massimo le procedure per la redazione del progetto sulle prime due invasature (e collegamento via tunnel con la tangenziale) del secondo approdo a Tremestieri, finanziato con 41 miliardi a seguito della recente firma dell'«accordo di programma quadro» Stato-Regione per le infrastrutture. In queste ore si stanno sbrigando le pratiche per l'affidamento formale dell'incarico di progettazione. I tempi per la presentazione dell'elaborato definitivo non dovrebbero essere ancora molto lunghi: la maggior parte del lavoro consisterà nel compimento delle indagini geognostiche.
Al via il confronto sul riordino delle coste — Quarto punto-cardine del «blitz» palermitano del sindaco è stato la legge sul riordino delle coste. «Ho avuto su quest'argomento un lungo confronto con Pellegrino – ha detto Leonardi – avanzando anche alcuni suggerimenti, legati anche alle procedure per la sanatoria dell'abusivismo dilagante».

13/10/2001 

Fonte:gds

Centinaia di liceali in piazza contro i Tir al molo Norimberga

Rosaria Brancato

A gridare in piazza contro i Tir, contro gli approdi in pieno centro adesso sono loro, i giovani. All'appello del movimento studentesco "I Mamertini" (nella foto) ieri hanno aderito i licei Maurolico, La Farina, Seguenza, e rappresentanti del Bisazza, dello Jaci, del Verona Trento. Slogan e manifesti contro l'invasione dei Tir, contro la concessione del molo Norimberga per il nuovo servizio di traghettamento.
"Dopo lo scandalo del Boccetta che ha visto manifestare studenti e associazioni adesso c'è questo del Norimberga _ spiega Massimo Cavaleri dei Mamertini _ altri Tir passeranno nel centro della città, dalla via Santa Cecilia alla Cannizzaro, fino alla via La Farina. Noi giovani viviamo la città e ci rendiamo conto che la situazione della viabilità è paurosa, dobbiamo fare qualcosa". Il movimento studentesco ha anche preparato un documento sulla "nuova ferita nel tessuto urbano, là dove si è già in condizioni di collasso".
Agli amministratori i giovani, o almeno quelli che ieri hanno sfilato in corteo per far sentire la loro voce, chiedono perch‚ gli svincoli di Giostra e Annunziata siano ancora lontani dal completamento, perch‚ l'approdo a sud sia una questione della quale si parla senza che nulla sia stato fatto, perch‚ il tram procede con tanta leggerezza, perch‚ non esiste un serio programma di parcheggi e non ci sia alcuna soluzione al problema della mobilità urbana. Poi, sulla concessione del Molo Norimberga i Mamertini chiedono di conoscere le procedure, i metodi seguiti.
Defilato, c'era anche Saro Visicaro: "Sono qui ultimo della fila perch‚ non vorrei che qualcuno pensasse che strumentalizziamo gli studenti _ spiega _ siamo stati invitati e siamo qui con gioia nel vedere che i giovani spesso la pensano diversamente dai genitori. L'invasione dei Tir blocca l'imprenditoria, non c'è lavoro, i giovani se ne vanno".

Fonte:gazzetta del sud 

Oltre 300 studenti gridano no ai tir

Trecentocinquanta studenti, soprattutto dei due licei classici “Maurolico” e “La Farina”, ma anche del magistrale “Bisazza”, del tecnico-commerciale “Jaci” e dell'industriale “Antonello”, hanno aderito ieri mattina alla manifestazione di protesta tenutasi nelle vie del centro su iniziativa del nuovo movimento studentesco “I Mamertini”. Il corteo dei giovani è stato scandito dai vivaci slogan “anti-tir”, e dall'opposizione all'utilizzazione del molo Norimberga della zona falcata per l'autostrada del mare Messina-Salerno in quanto – hanno sintetizzato in un documento I Mamertini – «aprirebbe solo una ferita nel tessuto urbano immettendovi correnti di traffico aggiuntive laddove si è già in condizioni di oggettivo collasso e di paralisi cui non si sa come ovviare. Una situazione così grave – affermano – che non trova riscontro in nessun altra città italiana».

Fonte: la sicilia 

L'Autorità portuale multa la «Co.Ind.», che per conto del «Gruppo Franza» stava realizzando una barriera sul molo
Opere abusive sul «Norimberga»

Ennesimo «stop» ai lavori di pavimentazione del molo «Norimberga», ieri mattina, al termine di un sopralluogo congiunto, condotto da Capitaneria di porto, Autorità portuale, Soprintedenza ai Beni culturali e Circoscrizione doganale.
Violando quanto prescritto nell'autorizzazione del 10 settembre scorso, la «Co.Ind.» – la ditta che sta svolgendo i lavori per conto della «Servizi Norimberga», la società consortile che riunisce diverse imprese portuali che curano le operazioni d'imbarco, sbarco e instradamento dei mezzi diretti, o provenienti da Salerno attraverso la nave «Cartour» – stava realizzando una sorta di barriera in lamierino zincato al di sopra dei massi «New Jersey» che circoscrivono l'area adibita alle operazioni portuali.
«Un intervento a protezione del cantiere che è autorizzato per due mesi», si è affrettata a spiegare la direzione lavori ma, comunque, un intervento privo di ogni di autorizzazione, che ha portato l'Autorità portuale (titolare dell'area demaniale) ad adottare un provvedimento d'inibizione amministrativa.
La barriera (che dovrà essere rimossa) è stata innalzata, per il momento, fino all'altezza della stazione navale della Guardia di Finanza, proprio nella sezione nord-est del «Norimberga» che, nei prossimi giorni, dovrà accogliere la nave ro-ro del «Gruppo Franza» che, da martedì scorso, effettua il collegamento con il porto di Salerno e che, in questi giorni, è ospitata nella banchina «Marconi».
Scende in campo il circolo di An «L'impegno» — Sull'autostrada del mare, ieri, è intervenuto anche il presidente del circolo di An «L'impegno», Stefano Notti, che ha lanciato due proposte: invitare il «Gruppo Franza» a non raddoppiare le corse prima dell'attivazione del secondo approdo di Tremestieri e invita l'Ente Ferrovie ad inaugurare una linea similare, magari con scali intermedi, nel porto di Gioia Tauro.

14/10/2001 

Fonte: gds 

Impegno di Fini per il Sud: occasione di sviluppo per il Paese   

Il vicepresidente del Consiglio: "Il governo risolverà i problemi del Mezzogiorno"

CROTONE. Per il governo, il Mezzogiorno con il suo fardello di problemi ed arretratezze «non è una palla al piede» e l'Esecutivo è convinto che «nell'arco di una legislatura non avvierà la soluzione dei problemi, ma risolverà i problemi». È questa l'opinione del vice presidente del Consiglio, Gianfranco Fini, espressa a margine di un convegno della Confindustria a Crotone. «Il Mezzogiorno non è una palla al piede - ha detto Fini - ma può essere una grande occasione di sviluppo per tutto il paese». Riprendendo il titolo del convegno che si chiede cosa c'è oltre il ponte, Fini ha dichiarato che «il ponte deve essere fiducia e ottimismo. Lo stesso ponte è un simbolo, non solo una grande opera
infrastrutturale». L'importante, secondo il vice premier,è che il sud riesca ad essere finalmente protagonista. Per questo Fini pensa che per il sud «occorrerà una politica di legislatura, per risolvere alcune questioni antiche». Secondo Fini, vi è un'Italia a due facce: una in cui c'è poco stato, l'altra in cui lo stato non ha fatto il 100% del suo dovere. «E questa è la realtà del meridione». Fra i temi più scottanti e più urgenti da affrontare, Fini ha parlato di legalità, infrastrutture, qualità della formazione professionale e sistema creditizio. «Nell'arco di una legislatura - ha concluso il vice premier - il governo è convinto, non di avviare una soluzione ma di risolvere i problemi».

15/10/2001 

Fonte:gds 

Cartour, slitterà di una settimana il trasferimento al molo Norimberga

Emilio Pintaldi

Slitta di una settimana, mentre aumentano proteste e polemiche, il trasferimento della Cartour al molo Norimberga.
La nave del gruppo Tourist-Caronte, che da una settimana salpa carica di Tir con destinazione Salerno rimarrà sino a venerdì in via Vittorio Emanuele. Intanto, sul molo Norimberga, mentre in città studenti e comitati manifestano il loro disappunto (l'ultimo corteo si è tenuito venerdì mattina), si lavora ritmo serrato. Ma il cantiere della Co.ind, la società chiamata a realizzare le modifiche necessarie sotto la direzione dell'ingegnere Salvatore Merlino, ex assessore comunale, sta incontrando qualche difficoltà imprevista.
"Sono sorti infatti alcuni inconvenienti - spiega il segretario generale dell'Autorità portuale Franco Barresi- nella sistemazione di cosiddetti corpi morti sui fondali". Si tratta di strutture che rendono piu' stabile in caso di vento l'ancoraggio della nave.
"Niente paura - spiega Vincenzo Franza amministratore della Tourist- supereremo ogni cosa, abbiamo soltanto bisogno di qualche giorno di tempo".
Tra i progettisti del lavoro commissionato dal gruppo Franza professionisti esperti del settore come l'architetto Mariano Tornatore. La nuova linea intanto va avanti a vele spiegate. L'Autorità portuale ha trovato un posto all'interno del porto sotto la propria sede:in via Vittorio Emanuele. Da una settimana i tir, diretti in Campania si imbarcano dal molo Marconi nel cuore della città. Una prima autorizzazione, scaduta ieri, è stata rinnovata sino a sabato prossimo. Ma l'Autorità portuale punta a superare le perplessità sollevate dai comandanti della flotta delle Fs. Gli ufficiali temono per la sicurezza del traffico navale all'interno del porto.
La Cartour, per non interferire con il traffico delle ferrovie, sarà spostata sulla parte nordovest del Norimberga. A patto però che vengano superate le difficoltà burocratiche legate ad una concessione rivendicata da una società privata, la Savena, che per far valere le proprie ragioni si è rivolta al tribunale amministrativo. La sentenza nelle prossime ore.
Non si attenuano comunque le polemiche che riguardano il collegamento tra la rete stradale cittadina ed il molo Norimberga. I Tir infatti per raggiungere il prossimo punto di attracco della Cartour dovranno attraversare il centro:dal viale Europa alla via La Farina.

Fonte:la sicilia 

I sostituti procuratori Cavallo e De Giorgi acquisiscono atti sul rilascio della concessione alla «Compagnia del Mare»
Fiera: aperta un'inchiesta

Massimiliano Mondello

Anche la Fiera finisce nel «mirino» della magistratura. I sostituti procuratori Angelo Cavallo e Francesco De Giorgi hanno, infatti, aperto un'inchiesta sulla concessione che l'Autorità portuale ha rilasciato, lo scorso 3 agosto, a favore della «Compagnia del Mare», la società di Gaetano Mobilia che ha ottenuto l'utilizzo dell'area della cittadella di viale della Libertà, per i prossimi quattro anni. I magistrati, accompagnati dagli uomini del Gruppo investigativo della Pg, hanno fatto personalmente visita agli uffici di via Vittorio Emanuele, venerdì scorso, richiedendo copia di una serie di atti propedeutici al rilascio dell'autorizzazione «incriminata»: le richieste di concessione presentate dall'Ente Fiera e dal Comune; l'atto costitutivo e lo statuto della società di Mobilia, nonché gli atti relativi all'istruttoria che ha portato al rilascio della concessione a favore della «Compagnia del Mare».
Dopo il Tar – davanti al quale la concessione è stata impugnata dall'avv. Antonio Saitta, per conto dell'«Iniziativa immobiliare» di Enna – quindi, anche la magistratura ordinaria accende i riflettori sul «caso Fiera» e sulla liceità, o meno, dell'iter che ha portato al rilascio del placet. I vertici dell'Autorità portuale si dicono sicuri di aver seguito le procedure previste dalla legge e respingono le accuse in base alle quali sarebbe stato necessario pubblicare la domanda per il rilascio della concessione stessa in base all'art. 18 del Codice della Navigazione, trattandosi «di concessioni di particolare importanza e entità». Secondo l'Authority, infatti, questa prescrizione è prevista solo per autorizzazioni decennali, o comunque superiori ai quattro anni.

16/10/20101

Fonte:gds 

Smog sul Viale Boccetta pronto pannello luminoso
Il Comune autorizza l'installazione. Fornirà dati su inquinamenti

Emilio Pintaldi

Via libera all'installazione sul viale Boccetta di uno dei nove pannelli antismog a display luminosi, acquistati da Palazzo dei Leoni.
Ad un anno e mezzo di distanza dall'annuncio dell'iniziativa è arrivata l'autorizzazione del Comune a sistemare l'apparecchiatura acquistata dalla Provincia sul balcone della sede dell'Ottavo quartiere. Il provvedimento è stato firmato ieri mattina dai dirigenti del gabinetto del sindaco. Per espletare una serie di semplici passaggi burocratici ci sono voluti oltre sei mesi.
Nei giorni scorsi a chiedere l'intervento diretto del primo cittadino erano stati il presidente, Giuseppe Buzzanca e l'assessore al Territorio, Tanino Sutera. Il pannello mostrerà ai passanti 24 ore su 24 i dati sulla qualità dell'aria che si respira su una delle arterie piu' trafficate della città a causa del passaggio di tir ed auto diretti agli imbarcaderi privati.
Sullo schermo confluiranno i dati raccolti dalle centraline di rilevamento piazzate davanti al liceo Archimede ed agli imbarcaderi del viale della Libertà. In tempo reale un computer centrale analizzerà le concentrazioni di anidride soforosa e di "Pm10", la famigerata polvere prodotta dai motori diesel. Nel caso in cui vengano superati i liveli di emergenza, oltre ad essere avvertita in tempo la popolazione che potrà scegliere se percorrere il viale inquinato, dovrebbe scattare un piano di sicurezza.
Il contenuto delle misure da adottare, che dovrebbe prevedere anche la chiusura dello svincolo, deve comunque essere ancora adottato. L'iniziativa dell'assessorato all'Ambiente della Provincia retto dal forzista Sutera, coinvolge anche le zone maggiormente a rischio della provincia, in particolare il Milazzese, dove esistono insediamenti industraili come la centrale Enel e la Raffineria.
Nelle scorse settimane sono stati montati altri otto pannelli: 2 a Pace del Mela (1 a Giammoro e l'altro davanti al Comune del centro tirrenico); 1 a Gualtieri Sicamino (piazza Municipio); 1 San Filippo del Mela (davanti al Comune); 1 aValdina (frazione Fondachello); 1 a Condrò (scuola elementare); 1 a Santa Lucia del Mela (municipio). Anche in questo caso la Provincia ha incontrato diverse difficoltà burocratiche.
Soltanto tre comuni, Condrò, Gualtieri Sicaminò e San Filippo del Mela, hanno già fornito all'ente il collegamento telefonico indispensabile per la trasmissione, via modem, dei dati rilevati dalle centraline al sistema computerizzato.

Fonte: gazzetta del sud 

Ponte / Consulente ministeriale incontra l'Authority

Alessandro Tumino

È arrivato ieri a Messina il prof. Oliviero Baccelli, 30 anni, ricercatore del Centro di Economia regionale dei trasporti e del turismo dell'Università “Bocconi” di Milano. In rappresentanza del dipartimento bocconiano, diretto dal prof. Lanfranco Senn – che ha fatto parte del pool di advisor che l'aprile scorso si è pronunciato sui profili economico-finanziari e socio-ambientali del Ponte sullo Stretto – il prof. Baccelli (assieme al docente di Economia urbana Gianni Gorla, l'architetto Anna Grazia Caricato, il ricercatore catanese Giuseppe Siciliano) sta compiendo alcune “visite” alle istituzioni di Messina e Reggio Calabria con l'obiettivo di raccogliere elementi per uno studio ulteriore, commissionato dal Ministero delle Infrastrutture. «Si tratta – spiega il prof. Baccelli – di un approfondimento in prosieguo dell'attività di consulenza che come Centro di Economia regionale della “Bocconi” abbiamo elaborato, quale advisor, insieme all'associazione temporanea di imprese composta dalla “Price Waterhouse Coopers” di Londra e Roma, dalla “Net Engeneering” di Padova e dalla Sintra di Napoli. L'approfondimento – spiega – disposto ai primi d'agosto, e da completare entro novembre, si concentra sulle opportunità di nuovi investimenti collegate alla grande infrastruttura. In particolare, valutiamo non solo le aree oggi assoggettate al traffico ferroviario o ai servizi di traghettamento che con l'attivazione del collegamento stabile verrebbero dismesse, ma anche nuove aree utilizzabili per investimenti, in conseguenza della maggiore accessibilità che il Ponte sullo Stretto garantirebbe rispetto alle attuali forme di collegamento. E ancora – conclude – una valutazione sui tempi che avrà la “deviazione dei traffici” dal momento in cui sorgerà il Ponte». Ieri il ricercatore è stato ricevuto dal presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio e da un rappresentante del Comune. Oggi incontrerà il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone e il responsabile della sezione Demanio Fabio Rottino. Il prof. Vermiglio ha fornito alcuni dati sull'attuale momento storico vissuto dal porto con riferimenti al progetto finanziato dallo Stato per il “Terminal multifunzionale” al molo Norimberga; all'obiettivo determinante di un asse di collegamento tra il sistema autostradale e il porto; all'approdo in corso di progettazione per le aree di Tremestieri; al progetto di “Parco museale della Cittadella” proposto dalla Soprintendenza per le aree vincolate della zona falcata.

17/10/2001 

Fonte:gds

Approdo di Tremestieri, l'"Amadeus" chiede al Tar di fermare il progetto

Emilio Pintaldi

Rischia il naufragio l'approdo di Tremestieri. C'è un nuovo ostacolo davanti ai progetti del Comune. A rivolgersi al tribunale amministrativo di Catania, il cavaliere Amedeo Matacena, ex socio della Caronte e titolare della società "Amadeus".
Il vulcanico ottantenne non si arrende e continua a dare battaglia su tutti i fronti all'amministrazione comunale ed agli imprenditori che operano sullo Stretto. L'imprenditore di origini napoletane ha impugnato davanti ai giudici amministrativi l'accordo di Tremestieri sottoscritto nel maggio scorso a Palermo dall'allora presidente della Regione Vincenzo Leanza e dal sindaco Salvatore Leonardi.
Nel mirino di Matacena anche tutti gli atti successivi varati dal Comune. Ad approntare un dettagliatissimo ricorso gli avvocati Alessandro Aragona, Guido Barbaro e Rosario Magnano. Nel documento vengono sollevati una serie di cavilli e vengono chiamati in causa i piani regionale e nazionale dei trasporti.
Quell'accordo, secondo Matacena, è illegittimo in quanto il presidente protempore doveva essere autorizzato dalla sua giunta di governo. E non è tutto. La previsione di un approdo commerciale a sud con lo sbarco di navi Ro-ro inserita nell'accordo, non sarebbe stata mai contemplata dal piano dei trasporti dell'isola. Il piano nazionale dei trasporti poi indicherebbe quali stazioni di partenza siciliane per le cosiddette autostrade del mare i porti di Palermo e Catania.
Il porto di Tremestieri stravolgerebbe queste indicazioni andando a cozzare con l'intero sistema disegnato dagli esperti. Questo però metterebbe in discussione la stessa linea Messina-Salerno avviata recentemente dal gruppo Tourist Caronte e già al centro di roventi polemiche.
Davanti al Tar sono finiti anche una serie di delibere e provvedimenti varati dal Comune: si va dalla delibera del 16 febbraio scorso che attiva la procedura dle project financing per la costruzione dell'opera a Tremestieri, all'avviso pubblico deliberato dal sindaco. In entrambi i casi, secondo il ricorso, sarebbe stata necessaria un'espressa autorizzazione da parte del consiglio comunale.
Matacena, che negli anni scorsi aveva presentato un progetto per la realizzazione di un approdo a Tremestieri, ha più volte ingaggiato battaglie legali contro le istituzioni locali e l'autorità portuale. I suoi progetti, secondo l'imprenditore, sarebbero stati sempre osteggiati. E' in corso, sempre su denuncia dello stesso Matacena, un procedimento davanti all'autorità dell'Antitrust nazionale che dovrebbe stabilire se nello Stretto siano stati violati i principi di libero mercato.
In tema di approdi ma soprattutto di Tir, c'è da registrare una novità. Del traffico gommato e dello smog provocato da quest'ultimo si occuperà questa mattina a partire dale 12,30, in diretta radiofonica, la trasmissione Rai "radio a colori" condotta da Oliviero Bea.
E' previsto un confronto che promette scintille tra Saro Visicaro, portavoce del comitato La nostra città ed il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio. Tra gli interventi programmati anche quello del presidente della Regione Totò Cuffaro.

Fonte:gazzetta del sud

Dovrebbe insediarsi a breve un pool di tecnici ed esperti
Una task force antitraffico
Il comandante Ferlisi sentito dai consiglieri

Lucio D'Amico

Sono i temi della viabilità a caratterizzare la giornata politico-amministrativa a Palazzo Zanca. In mattinata il comandante della polizia municipale Calogero Ferlisi e il dirigente della ripartizione Domenico Signorelli sono stati sentiti in audizione dalla quinta commissione consiliare mentre l'assessore Salvatore Rizzo incontrava i rappresentanti dei lavoratori delle cooperative alle quali l'amministrazione comunale ha deciso di affidare in proroga, fino a gennaio, la gestione delle aree destinate alla sosta a pagamento. E sui parcheggi in serata si è aperto il confronto all'interno della giunta, per definire le prossime modalità di gara relative alla concessione delle aree inserite nel perimetro urbano. Saranno avviate procedure di evidenza pubblica alle quali potranno partecipare sia il Consorzio costituito dalle cooperative che finora hanno gestito il servizio sia altri raggruppamenti. Il sindaco Leonardi, in ogni caso, intende insediare al più presto una “task force” di tecnici ed esperti antitraffico, anche in vista della consueta emergenza collegata alle fesitività del periodo natalizio. L'incontro con i consiglieri comunali era stato sollecitato nei giorni scorsi dal comandante dei vigili urbani. E a spiegare i motivi è lo stesso Ferlisi: «Bisogna mettersi in testa che l'emergenza viaria è destinata a proseguire fino a quando non termineranno i lavori in corso che hanno coinvolto le principali strade del centro. Occorre, dunque, il massimo sforzo unitario ed una più stretta collaborazione tra gli uffici». Non c'è alcuna intenzione di accendere inutili polemiche – aggiunge Ferlisi – «ma si devono evitare le discrasie che in alcuni casi, purtroppo, si sono registrate riguardo all'apertura o alla chiusura dei cantieri del tram e all'allestimento della segnaletica in occasione di alcune modifiche di sensi unici o di divieti». Il comandante della polizia municipale chiede aiuto, collaborazione e comprensione per le insufficienze dell'azione di prevenzione, vigilanza e repressione svolte dal corpo dei vigili urbani. «Non mi è mai piaciuto – ribadisce Ferlisi – accampare giustificazioni ma ci sono alcuni dati obiettivi: tra assenze per malattie, periodi di riposo e di ferie e tolti gli agenti impegnati in settori diversi dalla mobilità urbana, il numero dei vigili quotidianamente in azione sul territorio comunale è inferiore a 300. Se si considera la divisione in quattro turni di lavoro, ci ritroviamo con 70 unità nei quattro periodi della giornata. In condizioni normali potremmo anche farcela senza problemi, ma nell'attuale situazione di emergenza è difficile pretendere di più da chi opera sulla strada». Ferlisi ha anche sottolineato la necessità di rivedere alcuni provvedimenti che creano enormi disagi, come il doppio senso di circolazione sul viale Regina Margherita fino all'incrocio con viale Boccetta (davanti al liceo Archimede). Secondo il comandante, sarebbe il caso di tornare al sistema delle fasce orarie (senso unico nord-sud tra le 7 e le 9, sud-nord tra le 12 e le 14) o, comunque, studiare altre soluzioni. Quello dei parcheggi resta uno dei nodi più spinosi che l'amministrazione comunale non è riuscita ancora a sciogliere. Rimane bloccato il programma di realizzazione dei parcheggi d'interscambio, in attesa di conoscere l'esito del ricorso al Tar presentato dall'Ordine degli architetti contro le modalità di affidamento delle progettazioni disposte dal Comune. E la “querelle” sui parcheggi a pagamento si è trascinata per troppi mesi. Il sindaco e l'assessore Rizzo hanno chiesto alle due cooperative alle quali è stata concessa la proroga di avviare da oggi il servizio senza ulteriori rinvii. Per quanto riguarda il destino dei lavoratori delle altre ditte escluse, in quanto accusate di morosità nei confronti del Comune, non si è riusciti finora a trovare una soluzione in grado di contemperare le esigenze dell'ente locale con il diritto al lavoro di chi da anni svolge un'attività che riveste, comunque, un interesse pubblico».

Fiera / Gli impegni del nuovo commissario
Niente “funerali”
Ma restano pesanti incognite

Non vuol passare alla storia come l'impresario di pompe funebri inviato da Palermo per celebrare il funerale della Fiera di Messina. Il commissario Fabio Caruselli ha le idee chiare ed è sbarcato in riva allo Stretto con due precisi obiettivi: gestire l'attuale fase di emergenza garantendo la sopravvivenza dell'Ente fieristico e programmare da subito, con il concerto delle istituzioni locali, un piano di rilancio per il futuro. L'avvocato di Palma di Montechiaro, nominato dall'assessore regionale alla Cooperazione Michele Cimino, si è presentato ieri alle autorità cittadine, incontrando il sindaco a Palazzo Zanca e partecipando al vertice svoltosi a Palazzo del Governo, convocato dal prefetto Marino su richiesta delle organizzazioni sindacali. Alla riunione di ieri mattina hanno preso parte, oltre a Caruselli e a Leonardi, i rappresentanti della Camera di commercio e della Provincia, il presidente e il segretario generale dell'Autorità portuale, i sindacalisti Maio e Triglia della Cgil, Bernava e La Rosa della Cisl, Benanti della Uil. Sul tavolo del prefetto i sindacati hanno posto le preoccupazioni per il futuro dei 14 dipendenti e il timore che ci sia un disegno mirato a cancellare definitivamente Messina dal panorama delle Fiere italiane. Il commissario ha dato ampie assicurazioni circa la volontà da parte del Governo siciliano di valorizzare le potenzialità dell'Ente fieristico dello Stretto. Ma i problemi sono di tale portata da richiedere davvero una mobilitazione dei soggetti pubblici e privati. Caruselli ha dichiarato che l'assessorato regionale al Territorio non ha approvato l'accordo di programma stabilito dal precedente commissario con la Compagnia del Mare e questo è un elemento che potrebbe inficiare la stessa concessione rilasciata dall'Autorità portuale. La guerra, però, non serve a nessuno e già ieri sera Caruselli ha avuto un incontro con il presidente della Compagnia del Mare, Gaetano Mobilia, per cercare di rivedere e correggere alcuni aspetti della convenzione. La questione dello svolgimento delle manifestazioni fieristiche s'intreccia ovviamente con quella degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria. I cantieri dovrebbero aprire a breve, anche se già si perduto del tempo prezioso. L'Autorità portuale ha confermato che si tratta di lavori non più rinviabili, viste le condizioni fatiscenti in cui versano i padiglioni e le altre strutture della cittadella. Come fare per salvare alcune delle manifestazioni programmate per il 2001-2002, è ancora tutto da chiarire. Ma il punto forse più importante della riunione è quello che riguarda il futuro oltre l'emergenza. Ed è significativo che sia il commissario, sia i rappresentanti della Camera di commercio e delle organizzazioni sindacali, hanno espresso valutazioni concordi, riaffermando la necessità di trovare un altro sito per la creazione di un nuovo e moderno polo fieristico, collegato alla zona produttiva della città, alle uscite autostradali e ai nuovi approdi. L'area ideale sembra essere quella dell'ex Sanderson e il Governo regionale ha già dichiarato il prossimo assenso ad esaminare la fattibilità del progetto presentato tre anni fa da Cgil, Cisl e Uil. Le parti torneranno a confrontarsi entro il 15 novembre.

Fonte:la sicilia 

Navigazione Fs, la Rsu proclama per domani uno sciopero «solidale»

Singolare iniziativa di lotta, quella assunta ieri dalla Rsu della divisione Navigazione dell'Ente Ferrovie: i marittimi hanno dichiarato lo sciopero, ma non l'attueranno e devolveranno un'ora della loro retribuzione a favore dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati, nel quadro dell'emergenza afgana. Uno sciopero «solidale» che verrà messo in pratica nella giornata di domani e che, comunque, si basa su forti recriminazioni nei confronti della politica aziendale nello Stretto che, «sta portando a risultati disastrosi – si legge nella nota – con ripercussioni negative sulla qualità del servizio e sulla stessa efficienza e sicurezza delle navi... La cieca politica di abbattimento dei costi, abbinata a uno scandaloso sistemi di appalti per manutenzioni e forniture ha prodotto guasti irreversibili e degradato la già vetusta flotta... La mancanza di una seria politica del personale e il continuo ricorso al lavoro straordinario, poi, sta portando ad un depauperamento delle professionalità finora esistenti...» Il segno tangibile della protesta, dopo il placet della Capitaneria, sarà l'emissione di un lungo sibilo tramite le sirene di bordo, da parte delle navi che entrano e escono dal porto.

18/10/2001 

Fonte: gds 

Tir a Boccetta

Il frastuono continuo dei camion Così si è aperto il programma. Contestato
l'utilizzo del molo Norimberga per la nuova linea di traghetti con Salerno. Il presidente della Regione, Cuffaro: "I ritardi per la realizzazione di altri approdi dovuti alla mancanza dei progetti esecutivi"

Emilio Pintaldi

L'inferno dei Tir sul Boccetta sbarca per mezz'ora su Radio Rai ed il presidente della Regione ribadisce l'impegno del governo sulla realizzazione di un nuovo approdo che liberi la città dal traffico pesante. E' tutto quello che Oliviero Beha, conduttore di "Radio a colori", ieri, in diretta, ha potuto strappare ai rappresentanti delle istituzioni ai quali ha promesso che tornerà sull'argomento.
Trenta minuti di diretta sono comunque serviti a trasmettere via etere il disagio dei cittadini. Durante il programma, Beha, coadiuvato da Paola Lupi, arrivata in catamarano due ore prima dell'inizio della puntata, ha toccato i punti cruciali del problema: gli svincoli finanziati e mai completati, il nuovo punto di attracco al molo Norimberga e persino il ponte sullo Stretto.
Non ci sono state quelle scintille possibili tra il portavoce del comitato "La nostra città", Saro Visicaro ed il presidente dell'Autorità portuale, Giuseppe Vermiglio. Il collegamento è saltato dopo pochi minuti di conversazione in cui Vermiglio ha soltanto parlato degli aspetti tecnici dei finanziamenti che riguardano l'attività portuale senza spiegare le ragioni che hanno spinto il comitato portuale a non posticipare l'avvio del collegamento Messina-Salerno approntato dalla "Tourist-Caronte" e destinato ad ingolfare maggiormente il traffico cittadino.
La trasmissione si è aperta alle 12,30 con il frastuono provocato dai Tir a tutte le ore del giorno e della notte. Dall'inviata, che ha contato i passaggi dei mezzi pesanti in diretta, Beha, ha avuto la conferma sull'esattezza delle cifre impressionanti arrivate in studio: dal Boccetta transita un Tir ogni tre minuti. A sottolineare la drammaticità del problema, Saro Visicaro e Giuseppe Ministeri leader del movimento giovanile "I Mamertini", 17 anni, studente liceale.
"Il problema dei Tir - ha spiegato Viscaro- non si è mai risolto perchè sono prevalsi gli interessi dei traghettatiori che dalla rada San Francesco in soli 15 minuti arrivano sull'altra sponda". Visicaro ha contestato l'utilizzo del molo Norimberga per il traghettamento: "La ristrutturazione di quel molo - ha spiegato il leader del movimento antitir - è stata finanziata soltanto perchè il piano dei trasporti in quel sito prevede uno scalo commerciale".
A Gianfranco Scoglio, assessore comunale alle Infrastrutture, il compito di difendere gli amministratori dall'accusa di non essersi impegnati a fondo nella realizzazione del nuovo svincolo Giostra-Annunziata finanziato con 250 miliardi nell'87. "Gli stanziamenti - ha spiegato Scoglio sono arrivati soltanto nel '94 e la consegna dei lavori è avvenuta nel '95". I sei anni di differenza, secondo Beha, sono giustificati dal modo tutto insulare di realizzare le opere pubbliche.
Da Totò Cuffaro una parola di conforto che non è comunque servita a tranquillizzare nè il conduttore nè i comitati: "Abbiamo previsto - ha spiegato il presidente - per la prima volta in un accordo di programma il finanziamento della progettazione. Senza i progetti esecutivi non possiamo finanziare le opere". L'accordo a cui ha fatto riferimento Cuffaro che stanzia 41 miliardi per Tremestieri, per la cronaca, è stato impugnato nei giorni scorsi davanti al Tar dall'amministratore della "Amadeus", Armadeo Matacena.


Nel futuro due approdi per evitare il transito dei camion dalla città

Rosaria Brancato

 La realtà quotidiana è quella dei Tir, non solo nel Boccetta, ma dall'introduzione delle fasce orarie anche nel viale Europa, viale Gazzi, via La Farina. Il futuro al momento è nei progetti, negli impegni presi. Ci sono due punti fermi: l'accordo di programma siglato nei mesi scorsi e la delibera del giugno 2000 sul doppio approdo, che indica una doppia soluzione al problema dei mezzi pesanti, un attacco a Tremestieri (da realizzare prioritariamente) ed uno all'Annunziata.
L'accordo di programma siglato alla Regione prevede i finanziamenti per la realizzazione dell'approdo a sud, a Tremestieri, 41 miliardi per quello che è stato definito un attracco d'emergenza in attesa delle strutture definitive e per le opere di collegamento con gli svincoli e la viabilità. Sono state inoltre attivate le procedure per la presentazione dei project financing per la realizzazione dell'approdo di Tremestieri.
Nel frattempo l'armatore Matacena ha presentato un ricorso al Tar giudicando illegittimo l'accordo raggiunto dall'allora presidente Leanza senza autorizzazione della sua giunta. I Tir dovrebbero raggiungere l'attracco a sud dallo svincolo di Tremestieri o da quello di San Filippo (che dovrebbe essere inaugurato nelle prossime settimane).
Nel frattempo la città deve fare i conti con i tir. Unico correttivo, contestato dalle circoscrizioni della zona sud, sono state le fasce orarie. Il 30 ottobre scade l'ultima proroga, ma non è stta ancora individuata una soluzione definitiva. L'assessore Rizzo ipotizza il divieto di transito notturno per i Tir dal Boccetta, ma al momento non c'è alcuna decisione ufficiale.
Altro provvedimento in vigore è quello dell'obbligo per i mezzi pesanti che trasportano merci pericolose di usare esclusivamente di notte il solo svincolo di Tremestieri. Il provvedimento da temporaneo è diventato definitivo a fine settembre.

Fonte: gazzetta del sud 

Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha convocato le Authority di Messina, Catania e Palermo
Via del Mare, si stringono i tempi


Alessandro Tumino

Il recupero del porto e l'urgenza del suo collegamento con l'autostrada. Sono i tasselli chiave dello sviluppo: in rapporto alla posizione nel mar Mediterraneo e al problema dei tir. Ma se è in corso il rilancio delle banchine, la “via del mare” segna il passo. Si pensi alla bocciatura del progetto d'ampliamento della già tracciata Gazzi-San Raineri. Adesso, finalmente, qualcosa si muove tra l'Autorità portuale, il Comune e... il Governo. Dopo l'annuncio da Palermo, sulla disponibilità di 21 miliardi per l'intera Via del mare “Norimberga-Tremestieri”, si è appreso ieri che di quest'obiettivo così importante si discuterà il prossimo 23 ottobre, alle 11.30, in una riunione sulle “Autostrade del mare” che è stata convocata, a Roma, dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A quest'incontro, cui parteciperanno, tra gli altri, l'Anas, la Società Autostrade e l'Iri, sono state invitate le Autorità portuali di Messina, Catania e Palermo. Partiranno dunque per la capitale il presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio e il segretario generale Franco Barresi. «Questo Ministero – ha scritto alle Authority il dirigente generale ing. Amedeo Fumero – ha avviato approfondimenti finalizzati all'individuazione del complesso di azioni necessarie a favorire lo sviluppo delle “Autostrade del mare” che deriva dagli indirizzi strategici del Piano generale dei trasporti. In tale contesto – aggiunge il delegato del ministro Lunardi – sono stati avviati incontri con tutti i soggetti interessati alla gestione delle infrastrutture, dei servizi di trasporto e della logistica, con riferimento alle modalità di trasporto, nel corso dei quali sono emersi punti di forza e di debolezza dei progetti». Da qui l'esortazione alle realtà locali. «Per completare il quadro informativo – scrive il Ministero – si rende necessaria una puntuale disamina delle problematiche di natura infrastrutturale con riferimento sia ai caratteri costitutivi del singolo porto sia ai collegamenti con la rete lineare ferroviaria e stradale». L'ultima frase tocca Messina nel vivo delle sue speranze. E infatti i vertici dell'Autorità portuale hanno deciso di portare al tavolo romano un prospetto di interventi e finanziamenti in cui il ruolo più consistente e strategico è appunto attribuito al progetto preliminare della “Via del mare” che è stato delineato d'intesa con il Comune che ha affidato un incarico all'ing. Salvatore Lanzafame. La configurazione finanziaria dell'opera è stata sdoppiata: 28 miliardi vengono chiesti per la parte della strada che ricadrà nella circoscrizione portuale e altri 100 miliardi per il tratto più lungo che dal cavalcavia della via La Farina (laddove finisce la giurisdizione dell'Authority) dovrà raggiungere, lungo il demanio marittimo, lo svincolo autostradale di Tremestieri. Un'altra richiesta di finanziamento verrà presentata dall'Authority al Governo e riguarda (per ulteriori 10 miliardi e 500 milioni) il Terminal multifunzionale “ferro-gomma” che nel corso del 2002 sarà realizzato al molo Norimberga. In questo momento, all'Ufficio Contratti del Ministero delle Opere pubbliche si sta chiudendo la prima fase dell'appalto da 25 miliardi per la ristrutturazione delle grandi banchine: entro il 21 novembre dovranno presentarsi le offerte.

Radiorai scopre l'emergenza tir

Grazie a Radiouno e al giornalista Oliviero Beha il vero “caso Messina”, cioè la schiavitù della città attraversata ogni giorno da migliaia di auto e tir da e per il Continente, ha avuto per circa 30 minuti una risonanza nazionale. Nel corso della trasmissione radiofonica, andata in onda ieri a mezzogiorno, si è discusso del problema del traffico gommato pesante, dei finanziamenti impegnati e di quelli ancora di là da venire, delle autorizzazioni rilasciate per l'utilizzo del molo Norimberga e dei progetti dei nuovi approdi. Sono intervenuti il presidente della Regione Totò Cuffaro, il presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, il portavoce del comitato “La nostra città” Saro Visicaro, il segretario del movimento studentesco “I Mamertini” Giuseppe Ministeri. La limitatezza del tempo a disposizione non ha consentito un approfondimento di tematiche che non si scoprono certo oggi, anche se c'è chi vorrebbe intestarsi le “crociate” anti-tir dell'ultima ora. La mobilitazione della società civile ha un valore straordinario ma ciò di cui la città ha bisogno sono risposte concrete, progetti che diventano opere compiute, sforzandosi di far andare a braccetto le esigenze pubbliche con i sacrosanti diritti degli imprenditori del settore ad investire energie e risorse per ampliare l'offerta e non escludere Messina dal circuito dei traffici portuali, commerciali e turistici. È giusto urlare al mondo che la nostra città non ne può più di pagare a senso unico il pesantissimo tributo, anche in costi di vite umane, a nome dell'intera Isola. Lo si è da fatto da decenni, seppur a fasi alterne e talvolta soltanto sull'onda emozionale seguita ai drammatici, spesso tragici, incidenti verificatisi sul Boccetta. Ma imbracciare un fucile e sparare ogni giorno alla luna non ha alcun senso. Oggi è il tempo delle azioni concrete. L'amministrazione comunale ha imboccato un percorso che, seppure criticabile in molti suoi aspetti, a questo punto non può non essere portato a compimento, con la costruzione dei nuovi approdi e il recupero della rada di San Francesco e del water-front. Il Governo siciliano, come ha confermato ieri Cuffaro, ha stipulato un accordo di programma e stanziato centinaia di miliardi che devono servire alla realizzazione delle necessarie arterie di collegamento tra i nuovi punti di imbarco e le uscite autostradali, in grado di eliminare l'interferenza tra il traffico di attraversamento e la viabilità cittadina. Il Governo nazionale deve pretendere l'attuazione definitiva dell'accordo di programma del '90 e ciò avverrà solo quando verranno ultimati gli svincoli di Giostra e dell'Annunziata. Bisogna far di tutto perchè gli impegni presi siano mantenuti e perchè non passino altri decenni prima di veder risolta l'emergenza-tir. In tale contesto, però, non ha alcun senso “demonizzare” le iniziative dei privati, pretendere che investano altrove, chiedere al presidente Vermiglio di non fare il proprio lavoro, che è quello di rilanciare le prospettive di sviluppo del porto, non certo di chiuderlo o imbalsamarlo in un museo archeologico. (l.d.)

19/10/2001  

Fonte:gds 

Inquinamento a Boccetta
Sotto inchiesta in quattro

Rosaria Brancato

Quattro avvisi di conclusione indagini del sostituto procuatore Giuseppe Farinella, nell'ambito dell'inchiesta sull'inquinamento del viale Boccetta. Un'arteria costamente al centro di polemiche e proteste per l'attraversamento dei Tir. Una "questione", che è approdata anche a Palazzo Piacentini, per un esposto del comitato "La Nostra Città".
Rischiano di ricevere una richiesta di rinvio a giudizio: l'ex sindaco Franco Providenti, l'attuale primo cittadino, Salvatore Leonardi, l' ex assessore all'Ambiente, Enza Sofo e l'attuale responsabile del settore, Giuseppe Santalco. L'accusa è omissione d'atti d'ufficio e violazione della normativa in materia di ambiente.
Secondo quanto denunciato dal comitato antiTir, gli amministratori avrebbero violato le leggi sull'inquinamento. Una, in particolare la norma tirata in causa: quella che nel marzo dell'83, poi modificata a maggio '88, obbligava gli enti locali ad un costante monitoraggio della qualità dell'aria sull'intero territorio comunale. Un anno più tardi gli inquirenti imputano agli ex ed agli attuali amministratori comunali, di aver omesso di intervenire per impedire l'emissione di sostanze inquinanti, soprattutto sul viale Boccetta, attraversato ogni anno da migliaia di Tir, camion e automobili.
"La Nostra Città" fece riferimento ad una analisi eseguita tra il '96 e il '98 dall'istituto di Chimica organica dell'università. Una relazione di 150 pagine, rimasta per anni nei cassetti di palazzo Zanca e che il sindaco Leonardi dichiarò di non avere mai visto. Gli esperti della facoltà avevano accertato in oltre cinque mesi che i livelli di benzene e anidride solforosa, composti altamente cancerogeni, superavano di quasi il 40 per cento il tetto consentito. 

19/10/2001 

Fonte: gazzetta del sud

Boccetta / Concluse le indagini

L'inchiesta della Procura sull'inquinamento ambientale del Boccetta e sulle relative responsabilità amministrative è chiusa. Il procuratore aggiunto Pino Siciliano e il sostituto procuratore Giuseppe Farinella hanno infatti inviato l'avviso di conclusione delle indagini a quattro persone (la posizione dell'ex assessore Ferdinando Barone, che originariamente compariva nel procedimento, è stata a quanto pare archiviata). Un'altra tappa quindi nell'indagine che nel maggio scorso ha registrato l'invio di cinque informazioni di garanzia al sindaco Salvatore Leonardi, all'assessore Giuseppe Santalco, all'ex sindaco Franco Providenti, alla sua vice Enza Sofo e all'ex assessore Ferdinando Barone. I magistrati ipotizzano una serie di reati amministrativi e ambientali in relazione ai tanti anni di inquinamento sopportati dai residenti del Boccetta. Dopo una lunga serie di accertamenti e relazioni tecniche, e dopo aver sentito tutti gli indagati, i magistrati contestano a Leonardi, Santalco, Providenti e Sofo i reati previsti dagli articoli 674 e 659 del codice penale, vale a dire «Getto pericoloso di cose» e «Disturbo delle occupazioni e del riposo delle persone»; per completare l'imputazione viene inserito l'art. 40 del codice penale, che si occupa del rapporto di causalità («non impedire un evento che si ha l'obbligo di impedire, equivale a cagionarlo»). Si tratta di reati contravvenzionali. Non è più probabilmente contestata la fattispecie dell'omissione di atti d'ufficio, che in un primo tempo faceva parte del quadro accusatorio. ( n.a )

Fonta la sicilia

Boccetta: inchiesta sull'inquinamento

Nanni Novi

Nello scorso mese di maggio la Procura aveva fatto notificare 5 avvisi di garanzia ad altrettanti amministratori comunali accusati a vario titolo di aver violato gli articoli 659 e 674 del Codice penale, in materia d'inquinamento acustico ed atmosferico e di omissione in atti d'ufficio. L'inchiesta era relativa al viale Boccetta, attraversato ogni anno da milioni di auto e di Tir. Destinatari dei provvedimenti l'ex sindaco, Franco Providenti; l'attuale primo cittadino, Turi Leonardi; gli ex assessori Enza Sofo e Nando Barone e l'attuale Giuseppe Santalco. Dopo quasi 5 mesi scompare dall'inchiesta Nando Barone, mentre agli altri quattro il sostituto procuratore, Giuseppe Farinella, ha fatto notificare l'avviso di conclusione indagini. L'inchiesta era scattata dopo una serie d'esposti relativi a presunte violazioni di alcune norme in tema d'inquinamento, omettendo di eseguire un costante monitoraggio della qualità dell'aria.

L'armatore greco Giorgio Poulides «Messina ha un'importanza strategica»

«Messina ha una posizione strategica e noi la consideriamo un porto d'imbarco di grande rilievo». Giorgio Poulides è oggi uno dei più ricchi armatori del mondo. Greco come Onassis, presiede la “Festival Crociere”, la compagnia che può vantarsi di avere nella sua flotta un gioiello come la “European Vision”, 783 cabine e 132 suites nelle quali lo scorso mese di luglio hanno alloggiato, tranne il presidente degli Usa Bush, tutte le delegazioni straniere partecipanti al G8 di Genova. A spiegare il perchè Messina sia stata scelta tra le tappe fondamentali del giro del Mediterraneo che la “European Stars”, gemella della nave ammiraglia, compirà a partire dalla prossima primavera, è lo stesso armatore: «Ho ceduto alle continue e benevoli insistenze del mio amico messinese Sergio Billè». In effetti il presidente nazionale della Confcommercio ha svolto un rilevante ruolo di mediazione, nella consapevolezza che il turismo crocieristico rappresenta uno dei settori più importanti per il rilancio dell'economia cittadina. «Il porto dello Stretto – afferma Poulides – ha un grande prestigio, per questo lo abbiamo inserito nel circuito delle crociere settimanali che comprende anche Genova, Napoli, Tunisi, Palma di Maiorca, Barcellona e Marsiglia. Nei prossimi giorni daremo informazioni molto più dettagliate. Il dato certo, per ora, è che la linea sarà attivata dall'aprile 2002. La nostra nave è in grado di ospitare più di mille passeggeri». Poulides conferma l'intenzione di venire a Messina nelle prossime settimane, per illustrare pubblicamente l'iniziativa e per instaurare un rapporto proficuo e duraturo con l'intera città. L'armatore greco è al corrente che in questo momento il nostro porto è un cantiere aperto. Da un lato, infatti, sono in via di ultimazione i lavori di consolidamento delle banchine lungo la Cortina, dall'altro cominceranno a breve, entro la fine di novembre, gli auspicati interventi di ristrutturazione e di riqualificazione del molo Norimberga, destinato ad ospitare il “terminal multipurpose” per il traffico marittimo commerciale. Ma il presidente della “Festival Crociere” crede in questa scommessa e nelle potenzialità di una città che, pur schiacciata dalla concorrenza di Catania e di Palermo, può ritagliarsi uno spazio importante sia nella mappa dei traffici crocieristici sia nello scacchiere delle “autostrade del mare”. (l.d.)

Ad aprile partirà una linea di collegamento settimanale con i porti di Genova, Napoli, Barcellona, Marsiglia e Tunisi
Nasce la “metrocrocieristica”
L'iniziativa è della Festival Crociere e la nave impiegata è identica a quella del G8

Lucio D'Amico

Sembrerebbe davvero una cosa impossibile. Fare di Messina non un semplice punto di transito ma un porto di imbarco, dal quale far partire con cadenza settimanale una linea di navigazione turistica imperniata sui punti cardine del Mediterraneo. E invece, dall'aprile del 2002, tutto ciò diventerà realtà. L'iniziativa è della Festival Crociere, la società proprietaria dell'“European Vision”, il transatlantico che nel luglio scorso, attraccato al porto di Genova, ha ospitato i Grandi del mondo in occasione del vertice del G8. A collegare i porti di Genova, Napoli, Messina, Tunisi, Palma di Maiorca, Barcellona e Marsiglia, dalla prossima primavera, sarà la nave gemella, la “European Stars”, perfettamente identica alla “Vision”, un gioiello del mare capace di contenere 750 cabine e un equipaggio di 700 persone. Molte navi da crociera, anche di grande prestigio, vanno e vengono dallo Stretto ma la novità assoluta è che, in questo caso, ci sarà l'istituzionalizzazione di un servizio di “metrocrocieristica” che, senza interruzioni di sorta, sbarcherà e imbarcherà una volta ogni sette giorni, per tutto l'anno, migliaia di turisti. Notizie di tal genere aprono inediti spiragli di ottimismo e, nello stesso tempo, preoccupano. Da un lato, infatti, sono “scommesse” di questa portata che possono spezzare una volta per tutte l'odiosa spirale di inerzia, rassegnazione e vittimismo che avvolge la nostra città ormai da troppo tempo. Dall'altro, c'è il timore che, invece di attrezzarsi per un salto di qualità che non può prescindere dal rilancio del porto e delle attività marinare nello Stretto, ci si perda in polemiche di bassissimo profilo e in logiche “strapaesane”. Il porto non appartiene ad una holding o a un determinato gruppo imprenditoriale, non è di Franza, di Diano, di Matacena e non è ovviamente neppure del grande armatore greco o di qualunque altro decida di inserire Messina tra le rotte della sua flotta. Il porto deve tornare ad essere quello che fu nel glorioso passato, il simbolo di una città che non rinuncia a “pensare in grande”, crocevia strategico di traffici, di idee e di persone, con un ruolo ancora più importante proprio in considerazione dell'attuale drammatica crisi mondiale. Ben vengano, dunque, le navi ro-ro Messina-Salerno, i possibili futuri collegamenti con Civitavecchia, La Spezia o addirittura Trieste, e tutte le iniziative finalizzate al potenziamento delle attività turistiche e crocieristiche. Tutto ciò può diventare la ricchezza della Messina dei prossimi anni, a patto che in tempi rapidi si riesca a colmare il gap di dotazioni strutturali e infrastrutturali che oggi costringe la nostra città ad essere schiava di milioni di auto e di tir e, proprio per questo, ridotta in uno stato di manifesta inferiorità, indotta a vergognarsi di iniziative per le quali altre città, che ci invidiano la posizione geografica e le bellezze paesaggistiche, farebbero carte false e ponti d'oro. Ed è questa sorta di abiura, questo abdicare dalle proprie vocazioni, questo tradimento delle proprie origini e della propria storia, la responsabilità maggiore di chi non ha saputo realizzare le opere di cui Messina aveva bisogno.

20/10/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

I marittimi Fs ricevuti dal prefetto

Si è conclusa ieri con un incontro in prefettura la prima giornata di “sciopero solidale”attuata dai marittimi delle Ferrovie. La singolare iniziativa è stata caratterizzata dalla devoluzione di un'ora di paga in beneficenza, e precisamente all'Alto commissariato per l'aiuto ai rifugiati, mentre venivano comunque assolte le prestazioni lavorative. La Rsu del settore navigazione aveva anche previsto di accompagnare la manifestazione con il suono delle sirene, che, però, sono rimaste mute in segno di lutto per la tragica scomparsa ieri all'alba di un elettricista impegnato sulla nave Scilla (come riferiamo a pag. 28). Le ragioni della protesta sono state poi spiegate nel pomeriggio al prefetto Giosuè Marino, che ha accettato di ricevere i componenti della Rsu, costituita da esponenti di Cgil, Cisl, Uil, Sasmant, Sapec e Sapent. Le stesse posizioni i sindacalisti hanno espresso in una lettera aperta ai deputati messinesi nazionali e regionali, al presidente della Regione, al sindaco, al presidente della Provincia. In particolare, i rappresentanti sindacali rimarcano il fatto che le Fs hanno attuato solo una parte dell'accordo raggiunto nel giugno 2000, cioè quella riguardante la riduzione del costo del lavoro, cosa che ha consentito di fare un grosso passo verso l'obiettivo del risanamento economico, ormai quasi raggiunto. “Colpevolmente” disattesa, invece, la parte dell'accordo che riguardava le condizioni per lo sviluppo e l'aumento dei ricavi, soprattutto nel settore del traghettamento gommato». «La soluzione dell'emergenza del traghettamento a Messina – si legge ancora nella lettera – non può prescindere dal potenziamento della flotta dei traghetti delle Fs. Per fare ciò, oltre a dirigenti capaci, servono anche finanziamenti per nuove navi. Non chiediamo assistenzialismo ma attenzione prima che il caso si tramuti nell'ennesima emergenza nel campo del lavoro». (n.l.r.)

Le Ferrovie Spa segnalano ritardi dovuti alle manovre della Cartour

Alessandro Tumino 

Ritardi oscillanti tra i 20 e i 35 minuti per alcune corse notturne delle navi di linea delle Fs sono stati registrati fin dal 7 ottobre scorso e, dopo una serie di verifiche interne, segnalati adesso dalla Divisione Navigazione delle Ferrovie Spa al comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone. Il disagio ha riguardato finora diverse navi – in particolare alcune corse notturne che trasportano i treni – soprattutto poco dopo l'una di notte, in coincidenza con la manovra compiuta dalla nave “Cartour” in uscita dal molo Marconi: in particolare, per una serie di operazioni necessarie a togliere il complesso ancoraggio: «questi tempi tecnici – osserva l'ing. Franza – si ridurranno a pochissimi minuti al molo Norimberga». La nave del gruppo Tourist-Caronte, va ricordato, è provvisoriamente ospitata per consentire l'adeguamento della banchina nord-est del Norimberga, che sarà pronta e utilizzabile, salvo intoppi, a partire da martedì. Il com. Maccarone, da parte sua, ha spiegato che non appena riceverà i dati dalle Ferrovie Spa, studierà e assumerà tutti i provvedimenti necessari perché sia assicurata in ogni caso la precedenza e la puntualità al trasporto dei treni e dei passeggeri svolto dalle Ferrovie. 

Project financing Tre i responsabili del procedimento

Il sindaco ha nominato ieri i responsabili del procedimento per la valutazione dei progetti presentati nell'ambito del project financing. Si tratta dell'ingegnere capo del Comune Rosario Guarniere, che si occuperà della costruzione di un centro direzionale nell'isolato 88 di via La Farina, del dirigente dell'ufficio contratti avv. Antonino Recupero, che analizzerà l'elaborato sulla riqualificazione di Villa Dante, e del dirigente della Ripartizione Urbanistica arch. Manlio Minutoli, che esaminerà invece i progetti per la realizzazione di un centro direzionale nello stabile comunale di via La Farina. I tre dirigenti dovranno valutare la rispondenza dei progetti rispetto alle previsioni della legge “Merloni ter”, che ha appunto istituito lo strumento della “finanza di progetto”. Se gli elaborati saranno ritenuti ammissibili, sulla base delle loro previsioni saranno definiti i bandi di gara per le procedure concorsuali finalizzate alla realizzazione delle singole iniziative. Non è stato ancora nominato, invece, il responsabile del procedimento per i progetti sugli approdi per i quali il sindaco dovrà consultarsi con il presidente della Regione prima di inviare tutti gli elaborati al Cipe, che ne coordinerà la valutazione. (n.l.r.)

Gli interventi di manutenzione straordinaria e di messa a norma degli impianti
Fiera, il progetto trasmesso al Comune


È stato trasmesso ieri al Comune il progetto di manutenzione straordinaria e messa a norma degli impianti tecnologici all'interno della Fiera. Gli elaborati sono firmati dagli ingegneri Salvatore Merlino, Matteo Bottari, Aurelio Puglisi Allegra e dall'arch. Mariano Tornatore, i professionisti ai quali è stato affidato l'incarico dalla Compagnia del Mare, la società che ha avuto rilasciata la concessione demaniale riguardante la cittadella di viale della Libertà. Gli interventi in questa fase saranno realizzati dall'Autorità portuale che, però, ha inserito tra gli oneri di concessione l'obbligo, da parte del soggetto privato, di redigere il progetto esecutivo e definitivo. Sugli aspetti procedurali, prima che Palazzo Zanca esprima il suo parere, probabilmente saranno chiesti alcuni chiarimenti alla stessa Authority. Lo ha lasciato intendere l'ingegnere capo del Comune Rosario Guarniere. A spiegare i passaggi compiuti dall'ente presieduto dal prof. Giuseppe Vermiglio è il segretario generale Franco Barresi: «L'Autorità – dice – aveva due strade: chiedere ai privati di realizzare gli interventi di manutenzione straordinaria, scorporando poi le somme impiegate dal canone di concessione oppure realizzare noi le opere, obbligando i privati a curare a proprie spese la parte progettuale. Quest'ultima è la strada che abbiamo seguito, ritenendo che fosse la più conveniente e anche quella più trasparente. Sarà espletata una gara d'appalto con un importo a base d'asta di poco superiore ai 4 miliardi. Voglio chiarire – aggiunge Barresi – che noi non utilizziamo fondi pubblici per favorire i privati. I lavori di messa a norma degli impianti e di manutenzione straordinaria si sarebbero dovuti realizzare in ogni caso, anche alla luce delle prescrizioni del Genio civile opere marittime riguardo alla sicurezza statica dei padiglioni. La stessa clausola inserita nella convenzione con la Compagnia del Mare era stata prevista anche nei rapporti con i soggetti che negli ultimi anni hanno avuto in concessione le aree, cioè l'Ente fieristico e successivamente il Comune. Come quando si dà una casa in affitto, occorre consegnare al concessionario impianti e locali che abbiano i requisiti previsti dalla legge. Per questo, si rende necessaria, tra l'altro, la realizzazione di un nuovo impianto fognario, visto che quello precedente, vecchio ormai di decenni, è assolutamente inutilizzabile. Ed è questo il motivo per il quale il progetto è stato trasmesso al Comune, per il parere di competenza da parte dell'ufficio fognature. Le somme stanziate saranno recuperate grazie alla riscossione del canone di 800 milione di lire annui e la Compagnia del Mare curerà poi tutti gli interventi di manutenzione ordinaria, di allestimento dei padiglioni, riqualificazione del verde e dell'arredo urbano». I vertici dell'Authority respingono, dunque, le accuse di poca chiarezza ed anzi sostengono che tutto sta avvenendo “alla luce del sole”, molto più di quello che è avvenuto in passato nei rapporti controversi tra il Demanio marittimo e l'Ente Fiera.

Fonte: la sicilia 

I comandanti tacciono, la Capitaneria indaga
Trenta minuti di ritardo per i traghetti delle Fs a causa della «Cartour»


Massimiliano Mondello

Nuova «disfunzione» all'interno del porto addebitabile alla presenza della nave ro-ro «Cartour»: da quando l'ormeggio dell'ammiraglia del «Gruppo Franza», che collega Messina a Salerno, è stato temporaneamente trasferito nel molo «Marconi», ogni sera, quando la nave entra ed esce dal porto, i traghetti che la incrociano, soprattutto la flotta delle Ferrovie, registrano ritardi nell'ordine di 30 minuti. È pacifico, per motivi di sicurezza, che quando una nave effettua manovre di entrata e uscita dal porto, gli altri natanti debbano mantenersi a distanza, ma è altrettanto vero che l'ordinanza che regola navigazione in porto prevede la precedenza assoluta per le «quattro binari» delle Fs che, trasportando treni, effettuano un servizio pubblico che non ammette ritardi di questo genere. Ieri la comunicazione ufficiale della divisione Navigazione che, dopo aver ascoltato i comandanti dei traghetti, ha appurato il ripetersi quotidiano di questi ritardi. «Non mi spiego – ha detto il comandante Maccarone – come queste disfunzioni non vengano segnalate, di volta in volta, alla nostra sala operativa. Anche questo sarà un aspetto della vicenda che dovremo chiarire». Ieri, intanto, tecnici di «Caronte» e «Tourist», a bordo della bidirezionale «Giano», erano all'opera per risolvere i problemi legati al «corpo morto» della «Cartour».
Fiera: sollecitato al Comune l'allaccio alla rete fognaria — Intanto, il progetto per la ristrutturazione dei padiglioni della Fiera è stato trasmesso dall'Autorità portuale sia all'Ufficio Fognature di Palazzo Zanca, per sollecitare l'allaccio alla rete prima che la zona venga interessata dai lavori per la tramvia, che all'Amam per quanto attiene gli interventi di rifacimento della rete idrica.

21/10/2001

Fonte: la sicilia

La Capitaneria apre un'inchiesta sui ritardi causati dalla «Cartour» alla flotta Fs e sulla presunta negligenza dei comandanti
Acque agitate sullo Stretto
Il Sasmant replica e denuncia la «solerzia» della divisione Navigazione

Massimiliano Mondello

Sempre più agitate le acque dello Stretto, nonostante il perdurare del bel tempo. In primo luogo, la Capitaneria di porto ha aperto un'inchiesta per verificare i ritardi della flotta Fs in concomitanza con le manovre, in entrata e in uscita dal porto, della nave «Cartour». Duplice l'aspetto dell'indagine amministrativa: appurare i motivi, ma soprattutto capire il perché i comandanti dei traghetti delle Ferrovie non hanno segnalato, di volta in volta, questi ritardi (anche di 30 minuti) alla sala operativa della Capitaneria. Su quest'aspetto interviene il presidente provinciale del Sasmant, il sindacato autonomo che rappresenta proprio lo Stato Maggiore del naviglio ferroviario, Sebastiano Pino: «Appare sorprendente, e per questo sospetta – esordisce nella sua replica – la segnalazione della dirigenza della divisione Navigazione che, in altre occasioni, ha brillato per latitanza. Da quanto riferiscono i comandi della flotta, i ritardi registratisi in questi giorni, sono dell'ordine di 10-15 minuti e, quindi, fisiologici e, soprattutto, non hanno causato ritardi ai treni passeggeri. Problemi simili, poi, si registrano quotidianamente per le interferenze con le navi della “Meridiano”, della “Ngi” e durante le manovre delle navi da crociera. In questi casi, però, nessuna solerzia da parte delle Ferrovie». Il problema potrebbe rientrare in maniera «indolore», martedì prossimo. Infatti, nonostante le imprese portuali che fanno capo al «Gruppo Franza» abbiano presentato una nuova richiesta d'ormeggio all'Autorità portuale, per il molo «Marconi», se la verifica tecnica del «corpo morto» (prevista per domani sera) darà esito positivo, la nave ro-ro tornerà nella testata della banchina «Norimberga», nelle more che vengano ultimati (entro e non oltre il 10 novembre) i lavori di sistemazione della sezione nord-est. Una soluzione che, salvo smentite sul campo, dovrebbe accontentare tutti, o quasi...
È tornata la «Ostfold» — E, intanto, una «vecchia conoscenza» è tornata a solcare le acque dello Stretto: si tratta della nave ro-ro «Ostfold» di Amedeo Matacena junior, noleggiata fino ai primi giorni di novembre alla «Meridiano Lines» di Cesare Diano per il collegamento con Reggio Calabria. Il natante era sotto sequestro al porto reggino, dopo l'incidente che la mise fuori uso nel gennaio 2000. L'«Ostfold», per il momento, sostituisce la «Holger» ricoverata in cantiere, ma presto si trasferirà nel porto di Catania per inaugurare la nuova tratta fra la città etnea e Reggio Calabria, a cura della «Sni», la società che raggruppa imprenditori del calibro di Matacena junior, Leopoldo Rodriquez e il napoletano Aponte. L'«Ostfold» sarà affiancata da due traghetti noleggiati in Grecia.
Project financing: sollecito alla Regione — Restano ancora nel cassetto i project financing relativi alla realizzazione degli approdi di Tremestieri e Annunziata: non è stato ancora nominato, infatti, il responsabile del procedimento.
L'indicazione del professionista spetta, congiuntamente, al presidente della Regione, Totò Cuffaro e al sindaco, Turi Leonardi. A questo proposito, il primo cittadino ha sollecitato il «governatore», a sciogliere le riserve, anche per permettere al Comune d'inviare i progetti – quelli di «Travel Tickets» e «Amadeus» per Tremestieri e quelli di «Travel Tickets» e del consorzio guidato dall'«Ira Costruzioni» per l'Annunziata – al Cipe, che affiancherà il responsabile del procedimento nella scelta degli elaborati.

21/10/2001 

Fonte: gds 

La grande nave impedisce le manovre
Cartour, trasferimento al Norimberga


Emilio Pintaldi

Le Ferrovie dello Stato allertano i propri comandanti e chiedono rapporti immediati sugli eventuali ritardi causati dalla presenza in porto della nave Cartour. Tutto questo mentre l'ammiraglia del gruppo Tourist Caronte si prepara ad abbandonare il Molo Marconi attuale stazione di partenza per salpare definitivamente da martedì dal molo Norimberga area che è stata destinata, tra le proteste dei comitati antitir, all'espletamento del servizio. Una presa di posizione quella delle Fs che non si era mai registrata in tanti anni di concorrenza con gli imprenditori privati. I vertici delle Fs, dopo le polemiche sollevate dal sindacato Sasmant, che raccoglie gli ufficiali della flotta Fs, hanno deciso di non fare più sconti ai privati. Così da Roma è partito un fonogramma riservato indirizzato ai comandanti della flotta. I ritardi dovuti alle manovre della Cartour la grossa nave ammiraglia del gruppo Tourist-Caronte che da alcune settimane imbarca camion ed auto per Salerno dal molo Marconi, devono essere segnalati tempestivamente. La prima segnalazione è già arrivata martedì scorso. Le navi Fs avrebbero accumulato a causa della Cartour un ritardo di oltre mezz'ora. Vincenzo Franza amministratore della Tourist ammette i problemi esistenti al momento sul molo Marconi ma annuncia:"Da martedì saremo al molo Norimberga. Stiamo per concludere gli ultimi interventi di adeguamento".
Una notizia che non fa gioire i componenti dei comitati antitir ed i consiglieri del sesto quartiere che nei prossimi giorni metterà ai voti un documento di protesta. Per raggiungere il Molo Norimberga, così come per il molo Marconi, usato provvisoriamente, i Tir devono attraversare l'intera città. E proprio sul molo Norimberga punta una delle società che compongono il cartello che gestisce la nuova linea per Salerno. Si tratta della Ctr del gruppo Cemat-Combimare, una delle più grosse imprese siciliane impegnate nel trasporto commerciale. La Ctr ha chiesto all'Autorità portuale la concessione di un adeguato spazio dove caricare e scaricare une trentina di containers al giorno. Il carico verebbe trasportato dalla Cartour con destinazione Salerno. Ed a proposito della nave che copre la rotta con la Campania nelle ultime ore è saltato un dato rilevante. La Cartour, che prima di arrivare a Messina collegava l'Irlanda all'Inghilterra, non è mai stata acquistata come è stato detto in un primo momento. E' stata invece soltanto noleggiata, per sei mesi con diritto di prelazione sull'acquisizione, dal gruppo Visentini. Gli armatori messinesi, per ora, pagano soltanto una quota giornaliera sulla cui entità Franza mantiene il massimo riserbo. L'equipaggio, contrariamente a quanto era stato detto in conferenza stampa, trattandosi di un charter è fornito dalla stessa società armatrice. Per le assunzioni bisognerà attendere che gli affari della società vadano meglio.

Fonte:gazzetta del sud 

Sinergia tra Ente Fiera e Compagnia del Mare

Lucio D'amico

«Torno a casa soddisfatto». Non c'è migliore sintesi delle parole dell'avv. Fabio Caruselli, commissario dell'Ente Fiera, al termine del confronto svoltosi ieri mattina tra i vertici dell'Autorità portuale e i rappresentanti della Compagnia del Mare. «Ci sono ampi margini per una proficua collaborazione tra le parti», ribadisce il funzionario di Palma di Montechiaro inviato dall'assessore regionale alla Cooperazione Michele Cimino con il compito di salvare il salvabile di ciò che resta della Fiera e per programmare un futuro che, comunque, dovrà essere radicalmente diverso dal recente passato. L'obiettivo della riunione convocata ieri dal presidente dell'Authority Giuseppe Vermiglio, su richiesta dello stesso commissario, era quello di affrontare la fase dell'emergenza, alla luce degli indifferibili interventi di manutenzione straordinaria, di adeguamento e riqualificazione delle aree e degli immobili esistenti all'interno della cittadella di viale della Libertà. I lavori – è stato ribadito – dovranno essere realizzati nel più breve tempo possibile, anche se ovviamente bisognerà fare i conti con i tempi tecnici dovuti al rilascio delle autorizzazioni e dei pareri previsti per legge. In ogni caso, si cercherà di contemperare le esigenze delle ditte che opereranno all'interno della cittadella con il programma stilato dall'Ente. La manifestazione della Viflor, ad esempio, sarà in qualche modo recuperata e si svolgerà all'interno del “Natale in Fiera” previsto il prossimo dicembre. Altre iniziative saranno concordate attraverso un tavolo permanente di confronto. Un altro passaggio rilevante riguarda gli interventi di competenza del soggetto che ha avuto rilasciata per quattro anni la concessione demaniale, cioè della Compagnia del Mare. I lavori di manutenzione ordinaria – l'allestimento dei padiglioni, le opere di arredo urbano, la sistemazione del verde e di tutti gli spazi espositivi, la realizzazione di un centro congresso e di un'area-giardino dedicata ai più piccoli – si svolgeranno contestualmente alle opere appaltate dall'Autorità portuale. «Si lavorerà in sinergia – conferma il presidente della Compagnia Gaetano Mobilia – perchè è interesse di tutti completare gli interventi entro la prossima primavera, in modo da aprire la cittadella fieristica alla piena fruizione dei messinesi fin dal mese di maggio del 2002». Mobilia e Caruselli hanno anche affrontato la questione della convenzione stipulata tra la Compagnia e l'Ente fieristico, sulla quale l'assessorato regionale alla Cooperazione ha manifestato nei giorni scorsi dubbi e perplessità. «Tutto è modificabile – dichiara il commissario della Fiera –, la convenzione non è certo il Vangelo». Mobilia, da parte sua, ribadisce come il rapporto tra la Compagnia e la Fiera sia improntato alla massima chiarezza. «Il commissario si è potuto rendere conto – dice l'imprenditore messinese – che qui non ci sono in atto tentativi di bassa speculazione. Abbiamo impostato un programma di ampio respiro finalizzato alla riqualificazione di un bene della città che non solo finora non è stato valorizzato ma che è stato riconsegnato alle autorità demaniali, e quindi al nuovo soggetto concessionario, in condizioni di incredibile degrado».

Gli interventi da 4 miliardi dell'Authority mirano a ristabilire le condizioni di sicurezza dopo anni di colpevole inerzia
Fiera, prima di tutto la manutenzione
Vanno rifatti gli impianti elettrici, idrici e fognari. Salve le manifestazioni

Lucio D'Amico

Fa ben sperare l'accordo tra Autorità portuale, Ente Fiera e Compagnia del Mare. Quella che si vivrà nei prossimi mesi, almeno fino alla primavera del 2002, sarà una delicata fase di transizione, che difficilmente potrebbe essere affrontata in un clima di conflitto permanente. L'improrogabile necessità di realizzare i lavori di manutenzione e ristrutturazione condizionerà ovviamente sia i programmi dell'Ente Fiera sia i nuovi progetti della società che ha avuto in concessione la gestione della cittadella di viale della Libertà. Il commissario regionale Fabio Caruselli e il presidente della Compagnia del Mare Gaetano Mobilia hanno, comunque, ribadito di essere pronti a collaborare, per superare insieme l'emergenza e dare prospettive diverse sia alla Fiera sia a quella porzione così preziosa del territorio cittadino. Tutto ciò, però, non può occultare le responsabilità pregresse di chi ha riconsegnato alle autorità demaniali aree e immobili che versano in inaccettabili condizioni di degrado. I lavori di manutenzione straordinaria, che costeranno più di 4 miliardi di lire, si sono resi necessari a causa dei mancati interventi da parte degli enti pubblici e di chi ha avuto in tutti questi anni la concessione demaniale. La verità è che non si è spesa una lira per restituire decoro e sicurezza ai padiglioni, per abbellire con opere a verde e di arredo urbano i lunghi viali della cittadella, per riparare i guasti degli impianti fognario, idrico ed elettrico che oggi appaiono quasi del tutto da rifare. E di tutto questo l'Autorità portuale intende chiedere conto e ragione, avviando eventuali procedure anche di fronte alla Corte dei conti. La situazione vissuta nell'ultimo decennio è ben nota. Da un lato, l'Ente Fiera, costretto a fare i conti con un bilancio irrisorio e con un progressivo disimpegno politico e finanziario da parte della Regione, non ha potuto fare altro che gestire l'emergenza che via via è andata a farsi sempre più preoccupante. Dall'altro, il lungo contenzioso innescato con le autorità demaniali ha contribuito a bloccare qualunque prospettiva di sviluppo. Negli ultimi due anni, quando la Fiera, accusata di perdurante morosità e chiamata in giudizio dalla Capitaneria e dall'Autorità portuale, si è dovuta tirare fuori per forza, è subentrato il Comune. Ma Palazzo Zanca si è limitato a versare il canone concessorio di 800 milioni di lire, con l'unico obiettivo di salvare la Campionaria e le altre manifestazioni inserite nel calendario fieristico. Sono in molti a chiedersi il perché l'Autorità portuale stia intervenendo solo oggi, dopo che la concessione è stata rilasciata ad un soggetto privato e non più alla Fiera o al Comune. La risposta l'hanno data più volte in questi giorni il presidente e il segretario generale dell'Authority, Giuseppe Vermiglio e Franco Barresi, i quali hanno ricordato come solo da tre anni l'Autorità abbia potuto avviare un programma organico e coerente, dopo la lunghissima gestione commissariale. E in questi ultimi 36 mesi era difficile immaginare altri percorsi. Gli ingenti crediti accumulati nei confronti della Fiera hanno impedito la possibilità di instaurare proficui rapporti di collaborazione. Si è andati alla guerra a colpi di carte bollate e di decreti ingiuntivi. Non c'era altro sbocco, a meno che il Comune non avesse avuto un progetto alle spalle e le risorse sufficienti a ristrutturare, riqualificare e gestire sia i contenuti (i programmi della Fiera) sia il contenitore (quei meravigliosi cinque ettari posti di fronte alla Madonnina del porto). Ma il sindaco è sempre stato chiaro su questo argomento: il Comune non ha i fondi nè il personale per rendere produttivo un investimento di tal genere. E, in questo senso, è emblematica la difficoltà con la quale l'ente locale porta avanti la gestione delle villette comunali e dei rari spazi attrezzati a verde. A questo punto è intervenuto il soggetto privato, ottenendo il rilascio della concessione e versando sia il canone relativo al 2001 sia una fidejussione bancaria di un miliardo e mezzo di lire, programmando altresì una prima fase di investimenti di riqualificazione ed abbellimento per un importo di oltre 5 miliardi ed una seconda fase durante la quale dovrebbero essere realizzate le linee guida del progetto ideato dall'architetto spagnolo Cesar Portela. Il fatto più rilevante è che a breve finalmente si realizzeranno lavori attesi da decenni. Superata l'emergenza, è evidente che il progetto presentato dalla Compagnia del Mare dovrà prendere concretezza, in modo da contemperare le esigenze della fruizione del mare (elemento indispensabile per avere in concessione quelle aree) con la tanto invocata apertura del lungomare fieristico alla città

Fonte: la sicilia

Approdi, stadio e svincoli: tour de force di Leonardi

Calcio, risanamento, svincoli, approdi: è variegato il calendario degli impegni politici del sindaco, Turi Leonardi, nella settimana che inizia oggi.
Per quanto riguarda il primo argomento, c'è un impegno diretto ed uno che lo è un po' meno: si comincia domani con un vertice a Reggio Calabria, in Prefettura, in preparazione del derby di calcio tra Reggina e Messina, previsto a novembre; giovedì invece Leonardi incontrerà i responsabili della ditta «Astaldi», con i quali cercherà di eliminare le divergenze sulla quarta perizia di variante relativa allo sbancamento della collina sovrastante la tribuna nord-est del costruendo stadio di calcio di S. Filippo.
Per quanto riguarda gli svincoli di Giostra e dell'Annunziata, si attende che l'Enas si esprima sulla perizia di variante con la quale si vuole modificare il materiale per la costruzione dei conci.
Per il risanamento, quella di domani potrebbe essere una giornata davvero importante; la quarta commissione dell'Assemblea regionale, infatti, dovrebbe esitare la proposta per la modifica della legge 10 del '90, consentendo procedure accelerate per il risanamento.
Infine, ci sono gli approdi: il sindaco incontrerà in settimana il presidente della Regione, Totò Cuffaro, con il quale si procederà alla nomina dei componenti dello staff previsto dall'accordo di programma firmato nei mesi scorsi, che dovrà coordinare tutti gli interventi per la realizzazione dei nuovi approdi.

«Non bisogna disperdere il patrimonio immobiliare e storiografico della Fiera»

Aurelio Giordano

«Un luogo comune indica Messina come una città che non è facile amministrare, e se ciò può essere condiviso, andrebbe anche verificata l'ottica con cui essa viene osservata ed analizzati gli elementi che si vorrebbero portare a supporto di questa tesi. Purtroppo i giudizi che vengono quotidianamente trinciati "contro" gli abitanti, il sito e quindi anche gli amministratori, talvolta sono veritieri, ma in altri casi sono più che altro un modo banale, ma dalle conseguenze gravi, per non affrontare in modo serio e pragmatico il percorso da intraprendere per dare risposte a tutti coloro che vorrebbero qui continuare a vivere, e se del caso, a convincere qualcuno a trasferirsi da queste parti, scommettendo sul futuro di Messina.
Altro elemento di non facile comprensione è l'insistenza con cui tutto ciò che è nuovo, ma sarebbe più giusto dire va costruito è in grado di generare effetti benefici, mentre tutto ciò che è esistente e andrebbe riqualificato o semplicemente pulito, a detta di alcuni non è in grado di sviluppare gli stessi effetti sul tessuto economico di Messina, con ciò attribuendo al contenitore maggiore importanza rispetto al contenuto. Questa riflessione non si riferisce solo ed esclusivamente ai cespiti immobiliari in senso stretto, ma coinvolge anche "luoghi" o "sistemi economici produttivi", senza peraltro tralasciare ciò che viene definito come il "complesso dei servizi" in favore delle persone, necessari alla convivenza civile organizzata, cioè il sistema città. In quella che viene definita l'articolazione urbana che risponde al nome di Messina, vi è un'area in cui si possono leggere, dotati delle opportune conoscenze, i vari periodi storici attraversati in quel lungo periodo che va dalla ricostruzione post terremoto ai giorni nostri, la cittadella in cui è allocata la Fiera di Messina. Qualche pregevole pubblicazione ha tentato di fornire un quadro d'insieme e di dettagli della parti murarie, spesso opera di insigni maestri del '900, in un contesto in cui difficoltà di ogni tipo vennero frapposte agli ideatori dell'iniziativa. A molti, quando affrontano l'argomento "Fiera", balza in evidenza il degrado funzionale, brutalmente definito la fiera delle pizzette, in cui si sono svolte le manifestazioni degli anni scorsi, in un lento ma costante decadimento.
Ma la "Fiera di Messina" è stata ben altro sia sotto il profilo fisico che sotto quello tecnico, ed i vari archivi cittadini testimoniano la fondatezza di quest'affermazione. Per non sperdere questo patrimonio immobiliare e storiografico e rinverdire i valori economici, non occorrono salti nel buio o un ipotetico cambio di sede, che è facile preconizzare equivarrebbe alla fine di questa storica entità cittadina; ci vuole solo una buona dose di volontà politica e di capacità civica, in cui tutte le componenti chiamate a collaborare dovrebbero dare il meglio di se stesse. Chi parla della limitatezza dell'area e di spazi insufficienti, non pensa alla "Fiera" ma a qualcos'altro, e dimentica che nei prossimi anni altre aree ritorneranno nella piena disponibilità della città.
L'Amministrazione comunale si è fatta carico delle preoccupazioni più recenti sul futuro dell'Ente, è auspicabile che anche la Regione attraverso il nuovo Commissario faccia la sua parte, e ridia la giusta dose di fiducia ai ceti produttivi, ed al sistema bancario che da sempre sono stati promotori della Fiera. Alcune soluzioni stanno già mostrando i loro limiti, sarebbe bene riflettere prima di giungere al punto di non ritorno, dopo conteremo solo i "cocci"».

23/10/2001 

Fonte: gds 

Nuovi cantieri del tram e senso unico sulla Cortina. Per dieci giorni i tir da via I Settembre e via del Vespro
Viabilità: rivoluzione

Natalia La Rosa

C'è decisamente la viabilità in cima agli impegni dell'amministrazione in questa settimana con tutta una serie di provvedimenti connessi alla predisposizione di un migliore sistema di circolazione urbana. Tra gli appuntamenti più importanti c'è senz'altro quello di oggi che vedrà all'esame della Giunta la rescissione del contratto di rimozione forzata degli autoveicoli in sosta. È stato infatti esitato positivamente da parte del collegio di difesa il parere sul quesito proposto dall'amministrazione in merito alla rescindibilità anticipata dell'accordo contrattuale per due motivi. «Intanto per una sostanziosa morosità – spiega il comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi, che già nello scorso mese di agosto sollevò il problema – che negli ultimi giorni dovrebbe essere giunta a toccare quasi il miliardo di lire per il mancato versamento del 33,27% degli incassi mensili. Ma ritengo che si sia prodotto un grave inadempimento anche perché la società consortile Aurora sta provvedendo al servizio con soli sette mezzi, rispetto ai dieci richiesti dal capitolato d'appalto». E la rescissione sembra proprio vicina, visto che anche la ripartizione Viabilità si sta attrezzando per gestire in proprio il servizio. Il dirigente, ing. Mario Pizzino, sta disponendo la messa a punto dei cinque carri attrezzi di cui dispone l'autoparco comunale, ai quali tra un mese se ne potrà affiancare un altro (sempre che, però, non si verifichino le stesse “sparizioni” di parti meccaniche che nelle ultime settimane pare abbiano reso quasi inservibili i mezzi comunali). Da chiarire, però, quali e quanti operatori gestiranno il servizio: secondo la legge può guidare un carroattrezzi qualunque dipendente della Viabilità, ma sembra che al momento la Ripartizione non disponga del personale sufficiente. Si porrà, tra l'altro, anche un serio problema sul futuro dei 54 dipendenti della “Aurora”, che con la rescissione del contratto potrebbero perdere il lavoro. «Ma se l'amministrazione è seriamente intenzionata a gestire direttamente il servizio – commenta il sindacalista delle Rdb Giuseppe Previti – può benissimo farlo: basta redistribuire in modo più razionale le risorse umane». Tra l'altro, i dipendenti comunali, come consente la legge, potrebbero dopo aver seguito un apposito corso essere abilitati a elevare le multe, “liberando” così il contingente di vigili urbani impegnato ogni giorno sui carriattrezzi. Intanto, verranno aperti già a partire da oggi i nuovi cantieri della tranvia sulla via Vittorio Emanuele. Proprio ieri sono state consegnate dall'Autorità portuale anche le aree ricadenti nel tratto antistante i palazzi dell'Inail e dell'Inps, dove la Trevi ha appena concluso gli interventi di messa in sicurezza della banchina portuale e della strada. La recinzione delle aree di cantiere comporterà, come spiega il responsabile della Viabilità, ing. Domenico Signorelli, una nuova disciplina del traffico automobilistico che entrerà in vigore alla fine della settimana o all'inizio della prossima. In particolare, si prevede l'istituzione sulla via Vittorio Emanuele del senso unico in direzione sud-nord che con ogni probabilità permarrà fino alla fine dei lavori. Verrà poi riaperta la via I Settembre, tra via Garibaldi e viale S. Martino, dove sarà mantenuto il precedente senso unico e sarà garantita anche una corsia preferenziale in senso contrario per i mezzi pubblici. Una brutta sorpresa, però, attende i messinesi: abbinato a questo “pacchetto” di lunga durata, infatti, ce ne sarà un altro per fortuna limitato a dieci giorni. «La direzione lavori – spiega Signorelli – ha chiesto la consegna del tratto di via La Farina compreso fra la stazione e via I Settembre, per realizzare l'innesto fra i binari con un'intersezione e uno scambio. Per fare ciò, la via La Farina dovrà essere chiusa al traffico e dunque dalla via I Settembre si dovrà svoltare a destra sul viale S. Martino per poi proseguire su via del Vespro, da dove ci si potrà reimmettere sulla via La Farina». Questo stesso percorso, dunque, dovrà essere seguito oltre che dalle auto anche dai mezzi pesanti diretti da nord agli imbarcaderi della zona portuale, così come da quelli che devono imboccare l'autostrada nelle fasce orarie in cui il Boccetta è off-limits. «Ci auguriamo che i disagi siano quanto più contenuti possibile – auspica Signorelli –. Ma questa è davvero l'unica soluzione attuabile. L'assoluta mancanza di alternative, infatti, è emersa anche nel corso di un confronto tra tutti i soggetti interessati, compresi le Fs e l'Atm».

Fonte: la sicilia

Approdo turistico
Insediato CdA della nuova società mista


Si è insediato ieri il CdA della società mista composta dalla Provincia regionale e l'«Ira costruzioni» per la costruzione del porticciolo turistico nel litorale nord. Provvisoriamente, a rappresentare Palazzo dei Leoni saranno: Pietro D'Anna, Letterio Frisone e Anna Maria Tripodo. In settimana il presidente della Provincia, Giuseppe Buzzanca, nominerà il presidente dell'organismo amministrativo e due revisori dei conti. I bandi di gara per gli altri 4 porticcioli da realizzare in provincia (3 nella zona tirrenica ed uno in quella jonica) saranno pubblicati entro qualche giorno. Intanto, Buzzanca ha annunciato la possibilità di ottenere altri finanziamenti europei per il settore portuale, così come discusso recentemente con il direttore generale dell'assessorato regionale Trasporti, Agostino Porretto.

Fonte: gds 

La Ngi: da Milazzo al molo Norimberga i traghetti per Gioia

Emilio Pintaldi

Dopo la Cartour, al molo Norimberga anche le navi della Ngi? Novità di rilievo nella guerra dei traghetti. La Ngi, ostacolata a Milazzo dal sindaco Nino Nastasi, è pronta ad emigrare nel capoluogo. Le navi dirette a Gioia Tauro, cariche di Tir, auto e containers, potrebbero partire dal molo Norimberga, già al centro di feroci contestazioni. Il progetto, ufficioso, non è stato ancora illustrato all'Autorità portuale ed alla Capitaneria. La Ngi, navigazione generale italiana, società satellite del gruppo Tourist-Caronte, ha deciso di abbandonare Milazzo come porto di partenza per Gioia Tauro.
L'ostruzionismo a Milazzo ha stremato gli imprenditori. Così la Ngi ha deciso di mollare. E per sostituire Milazzo ci sono già un approdo ed una rotta alternativi. La scelta è caduta sul molo Norimberga. Un approdo già al centro di polemiche a causa della recente assegnazione all'ammiraglia 5 gruppo Tourist-Caronte: la Cartour. Quest'ultima proprio da questa sera, se si concluderanno i lavori di adeguamento del molo, salperà dal Norimberga abbandonando definitivamente il molo Marconi dove i problemi di interferenza con le navi delle Fs non sono mancati.
I comandanti delle Ferrovie iscritti al sindacato Samant contestano l'utilizzo del Norimberga da parte dei privati. Partire dal capoluogo e non dal centro mamertino offre alla Ngi vantaggi. Il tratto di mare dalla città a Gioia Tauro può essere percorso in un'ora e venti minuti. Un'ora in meno partendo da Milazzo. Sergio La Cava, amministratore della Ngi, ammette che il progetto è al vaglio degli esperti del gruppo. L'Autorità portuale fino ad oggi non ha ricevuto alcuna richiesta specifica. Ma dagli uffici di via Vittorio Emanuele fanno sapere che se gli orari della Ngi non interferiranno con quelli della Cartour per loro non ci sarà nessun problema.
Restano da superare alcuni ostacoli: dall'autorizzazione della Capitaneria che si occupa della sicurezza della navigazione a mare, al placet del sindaco per i problemi legati alla viabilità. I comitati antiTir definiscono una follia l'utilizzo del Norimberga.
In tema di porto ieri è arrivato il placet al collaudo di una prima parte dei cantieri di via Vittorio Emanuele dove si stanno realizzando le nuove banchine. Saranno consegnati adesso al Comune per la realizzazione della tramvia. Via libera anche ai lavori della banchina I Settembre.

24/10/2001

Fonte: gds

Lavori del tram alla cortina del porto, i Tir da oggi dirottati in via I Settembre

Enzo Gallo

La via I Settembre ospiterà almeno fino a fine anno il transito dei Tir provenienti dal Boccetta e dagli altri svincoli verso gli imbarcaderi ed in particolare verso il molo Norimberga. Da oggi quindi i mezzi pesanti entreranno in pieno centro storico, non risparmiando una delle strade più antiche della città, tra l'altro appena ripavimentata con basolato lavico. La decisione è stata presa dal Comune a causa della chiusura, per i lavori del tram, di una parte della Cortina del porto e della via La Farina nei pressi della stazione centrale.
Da oggi quindi riaperta la via I Settembre, nella parte compresa fra la via Garibaldi ed il viale San Martino basso. Sarà quest'ultimo tratto infatti, ad essere adibito al percorso dei mezzi pesanti che si immetteranno verso il cavalcavia che porta al molo Norimberga. L'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo ha comunque rassicurato i cittadini della temporaneità della decisione presa, chiedendo ancora una volta di avere pazienza per gli ulteriori disagi che i Tir creeranno in una zona finora mai toccata.
"Bisogna consegnare entro il 31 dicembre le ultime aree di cantiere del tram - afferma Rizzo - visto che non ci sono soluzioni e la data di consegna è improrogabile. Abbiamo ipotizzato alternative al passaggio dei tir nella via Iø Settembre, ma dopo vari incontri tecnici, si è giunti alla conclusione inevitabile di caricare il centro cittadino di tale onere per qualche mese. Di concerto con il comandante dei vigili, Calogero Ferlisi, studieremo un nuovo piano viario che possa regolare il traffico senza intoppi, soprattutto nelle ore di punta".
Intanto era previsto per oggi l'inizio dei lavori della tramvia sulla cortina del porto. L'avvio dei nuovi cantieri è stato però posticipato di un paio di giorni per attendere la riapertura al transito della via I Settembre.

Fonte: la sicilia 

Tra Authority, Comune, Cas e Regione
Accordo di programma per la realizzazione della «via del mare»


Massimiliano Mondello

Il sistema di collegamento fra il porto di Messina e la rete autostradale necessitano della stesura di un accordo di programma fra l'Autorità portuale, il Comune, il Consorzio autostrade siciliane e la Regione, capace di superare definitivamente gli ostacoli che hanno visto «naufragare», più volte, il progetto della cosiddetta «via del mare». Una considerazione forse lapalissiana, ma che comunque non si è ancora concretizzata e che è stata ribadita, ieri mattina, al Ministero dei Trasporti dai vertici dell'Authority. Il costo stimato dell'opera, complessivamente, è di 130 miliardi circa: trenta per gli interventi nell'ambito propriamente portuale e un centinaio per quelli esterni. Il progetto preliminare è stato redatto dall'ing. Salvatore Lanzafame (su incarico dell'Amministrazione comunale), ma senza l'intesa fra le parti summenzionate rischia di fare la stessa fine di quello redatto, per conto della Giunta Providenti, dall'ing. Antonio Rizzo.
La realizzazione della «via del mare» è indispensabile, innanzitutto, per decongestionare il centro cittadino dal traffico pesante diretto al «redivivo» molo «Norimberga» che, in questa prima fase è destinato quale casello dell'autostrada del mare e che in un secondo tempo (successivo anche al consolidamento) dovrà diventare, Soprintendenza permettendo, il fulcro del traffico commerciale marittimo (terminal multipurpose).
I progetti già cantierabili — E sempre nel corso dell'incontro di ieri – una sorta di ricognizione del Governo nazionale sullo stato d'attuazione dei progetti delle Autorità portuali siciliane (Palermo, Catania, Messina e Augusta) – il presidente Giuseppe Vermiglio e il segretario generale, Franco Barresi, hanno elencato i prossimi interventi che riguarderanno Messina e Milazzo: la gara d'appalto per il consolidamento del molo «Norimberga» (25 miliardi), fissata per il 21 novembre; l'adeguamento funzionale della banchina «Vespri» (20 miliardi), il cui progetto esecutivo è in fase di redazione a cura del Genio civile Opere marittime; lo stesso ufficio regionale sta compiendo la perizia per il dragaggio dei fondali dei due porti; per quanto riguarda Milazzo, inoltre, oggi il Consiglio superiore dei Lavori pubblici dovrebbe esaminare il progetto esecutivo per la realizzazione del pontile nell'area industriale di Giammoro (30 miliardi), mentre è ancora alla fase preliminare l'elaborato per il completamento del molo di sottoflutto (18 miliardi).

Interessati il porticciolo turistico a nord e la rete civica
«Scambio» di azioni societarie tra la Provincia e Palazzo Zanca


Si profila uno «scambio» alla pari di quote azionarie all'interno di due società miste facenti capo al Comune e alla Provincia regionale.
L'idea è stata lanciata dallo staff di Palazzo dei Leoni, che ha scritto al sindaco Turi Leonardi richiedendo l'ingresso, con una quota del 20%, nella «Feluca», la società mista che cura la rete civica e di cui fanno parte l'«Intermedia» (il partner privato che possiede il 51%) e il Comune (49%).
La controproposta della Provincia è la seguente: l'ingresso di Palazzo Zanca nel Consiglio d'Amministrazione della «Nettuno», la società mista composta dalla Provincia e dall'«Ira Costruzioni», che curerà la costruzione del porticciolo turistico nella riviera nord del capoluogo. Al Comune andrebbe sempre il 20% delle quote azionarie. Del Consiglio d'Amministrazione della società «Nettuno», quali componenti provvisori in rappresentanza della Provincia regionale, sono stati nominati: Nicola D'Anna, Letterio Frisone e Anna Maria Tripodo.

Fonte: gazzetta del sud 

L'Autorità portuale batte i pugni a Roma


La realizzazione dei collegamenti diretti tra porto e autostrade, e per Messina la costruzione della “via del Mare”, sono atti non più rinviabili. È questo il dato più significativo emerso nell'ambito dell'incontro svoltosi ieri a Roma tra i rappresentanti del ministero dei Trasporti e i vertici delle Autorità portuali siciliane. La riunione di ieri è stata convocata dal ministro Lunardi con l'obiettivo dichiarato di «avviare approfondimenti finalizzati all'individuazione del complesso di azioni necessarie a favorire lo sviluppo delle Autostrade del mare». Siamo alla fase propedeutica, quella dell'esame delle problematiche di natura infrastrutturale con riferimento «sia ai caratteri costitutivi del singolo porto sia ai collegamenti con la rete lineare ferroviaria e stradale». Il presidente dell'Authority, Giuseppe Vermiglio, e il segretario generale Franco Barresi, hanno presentato una relazione sullo stato di attuazione dei programmi, sui finanziamenti finora utilizzati e su quelli ancora da appaltare, ma hanno soprattutto evidenziato le condizioni di disagio che la città è costretta a sopportare proprio per la mancanza di un collegamento con le uscite autostradali. I due rappresentanti dell'Autorità portuale hanno ricordato dati e cifre che il Governo nazionale conosce bene, avendo stipulato nel dicembre 1989 uno specifico accordo di programma con le amministrazioni comunali dell'area dello Stretto. La situazione messinese, però, è andata via via peggiorando ed oggi si è creata la pericolosissima divaricazione tra il voler fare e il non poter fare, tra la necessità di rispondere alle sfide dei nuovi tempi (quello delle autostrade del Mare è uno dei temi sollevati con forza dal presidente della Repubblica Ciampi in occasione della sua visita a Messina nel novembre 2000) e l'impossibilità di farlo “per cause di forza maggiore”. Nelle prossime settimane le parti torneranno ad incontrarsi. Per quanto riguarda la “strada del Mare”, i 21 miliardi già stanziati sono solo la prima tranche per un'opera che dovrebbe costare intorno ai 100. Bisogna reperire le altre somme (e il Governo nazionale ha detto di essere pronto a fare la sua parte) e concludere al più presto l'iter progettuale. (l.d.)

Viabilità / L'emergenza aggravata dalla mancata realizzazione di opere indispensabili come i parcheggi
Le alternative si creano per tempo
Strada del Mare: il Governo nazionale pronto a intervenire


Lucio D'Amico

Non ci sono alternative. È il ritornello ossessionante che l'assessore Salvatore Rizzo e i dirigenti del dipartimento viabilità sono costretti a ripetere, ormai quasi quotidianamente, a commento dei provvedimenti collegati all'apertura di nuovi cantieri della tranvia e all'interferenza del traffico gommato pesante con la normale mobilità urbana. Il non essere riusciti a risolvere gli annosi problemi strutturali comporta, purtroppo, situazioni davvero paradossali, come la necessità, seppur solo per dieci giorni, di far transitare i tir sulla via I Settembre, in modo da consentire i lavori nel tratto di via La Farina compreso tra la Stazione e via I Settembre. Tutto ciò accade in un periodo dell'anno che notoriamente è tra i più critici, quello che va dall'inizio di novembre fino alle festività di fine anno, durante il quale la città è sempre andata letteralmente in tilt, anche quando non c'erano i cantieri disseminati nel centro urbano e il tram non era neppure una lontanissima ipotesi. In questa fase ci vorrebbe davvero qualcuno con la bacchetta magica in grado di trovare una ricetta miracolosa. Ma è anche vero che le cose andavano programmate in maniera diversa ed invertendo l'ordine di priorità delle opere da realizzare il tram, probabilmente, sarebbe stata una delle ciliegine sulla torta, dopo la realizzazione dei nuovi collegamenti viari e la soluzione delle questioni dell'attraversamento dello Stretto. Lo stesso può dirsi per il problema dei parcheggi. I lavori della tranvia vanno avanti ormai da più di tre anni, un lasso di tempo che in tutte le città serie è sufficiente per attrezzare aree da destinare alla sosta, per costruire edifici multipiano o silos sotterranei. Niente, invece, su questo versante si è ancora mosso ed anzi le procedure si sono ulteriormente complicate, al punto che oggi i 60 miliardi stanziati per la realizzazione di dieci parcheggi d'interscambio (legge Tognoli del 1989) restano solo sulla carta e rischiano di svanire. Come la mettiamo quando la tranvia non sarà più solo un susseguirsi di trincee a cielo aperto ma il punto cardine del nuovo sistema di trasporto pubblico in città? All'assessore Rizzo non resta che lanciare nuovi appelli alla pazienza e ai messinesi non rimane che continuare a indossare i panni di Giobbe, l'esempio biblico di chi sopporta tutto per fede o rassegnazione. Finora è andata così, ma è difficile ipotecare l'immediato futuro, in un contesto nel quale l'emergenza viaria, aggravando le condizioni di invivibilità, ha anche procurato ingenti danni economici ad aziende, ditte, operatori commerciali che hanno i loro esercizi nel centro e che già paventano conseguenze negative in vista del prossimo Natale. Se la costruzione di nuovi parcheggi resta una delle priorità assolute, altrettanto può dirsi per i collegamenti diretti con l'autostrada, soprattutto ora che i programmi di rilancio portuale stanno finalmente prendendo corpo, malgrado qualcuno vorrebbe celebrare il funerale del porto di Messina (evidentemente a vantaggio di Catania e Palermo). Quanto sta avvenendo all'interno della cittadella portuale non ha precedenti. Sono arrivati in città non soldi “virtuali” ma finanziamenti per cento miliardi di lire; sono in pieno svolgimento i lavori di consolidamento delle banchine; il molo Norimberga, dopo decenni di assoluto abbandono, adesso sta tornando pienamente fruibile nell'ottica dell'inserimento di Messina nel circuito delle grandi «autostrade del mare»; nelle prossime settimane dovrebbero anche partire i lavori di risanamento della cittadella fieristica, anch'essa per troppi anni lasciata colpevolmente in un progressivo stato di degrado. L'Autorità portuale sta, insomma, cercando di fare quello per cui è stata istituita: potenziare e valorizzare il più possibile le strutture portuali e i traffici commerciali e turistici. Sarebbe assurdo gettare la croce sulla spalle del presidente Vermiglio per il fatto che una quota del traffico gommato, anzichè dirigersi su viale Boccetta e viale della Libertà, imbocca il percorso che porta al molo Norimberga. Non è questo il problema. Parliamo in ogni caso di strade che attraversano il centro urbano e questo è l'aspetto più aberrante. Ma per non continuare a piangere sul latte versato, la questione è oggi stabilire come dare una corsia preferenziale sia allo spostamento degli approdi sia alla realizzazione della “strada del Mare”. Di questo si è discusso ieri a Roma, nel corso del vertice svoltosi al ministero dei Trasporti. Il Governo nazionale si è detto pronto a intervenire ulteriormente sul piano finanziario ma occorre che a Messina e a Palermo ci siano progetti immediatamente cantierabili e, soprattutto, idee chiare sul come procedere. Non è più tempo di alibi e di “scaricabarile”.

24/10/2001 ( la repubblica )

Un incidente tra due camion ha provocato l'incendio
Per la polizia il numero delle vittime potrebbe essere salito
Gottardo, scontro nel tunnel
"Forse i morti sono venti"

Tra le 10 vittime accertate uno dei due autisti coinvolti
L'altro, un italiano, ha aiutato eroicamente gli scampati

AIROLO (Svizzera) - Il bilancio dell'incidente avvenuto stamane nel tunnel del Gottardo, dove si sono scontrati due camion provocando un incendio e il crollo di una parte della galleria, potrebbe essere "molto più pesante dei 10 morti scoperti finora", secondo quanto ha dichiarato stasera il portavoce della polizia di Airolo, Mario Ritter. Stando ai servizi di soccorso all'imboccatura nord della galleria, nel Cantone di Uri, il bilancio definitivo potrebbe essere di 20 vittime.
"I soccorsi non sono ancora giunti al punto dello scontro, avanzano molto lentamente a causa dell'altissima temperatura nel tunnel", ha detto il portavoce Ritter. "La volta del tunnel è crollata per almeno 100 metri" e "non si sa quello che si troverà sotto i detriti", ha aggiunto. Secondo un comunicato diffuso dalla polizia, le attuali condizioni rendono impossibile determinare con certezza il numero dei morti, quello dei feriti e le loro identità, come pure il numero dei veicoli rimasti coinvolti nel disastro. Nessuna notizia nemmeno sulla nazionalità delle persone coinvolte. "I lavori continueranno tutta la notte e certo per diversi giorni ancora", afferma il comunicato, precisando che "il tunnel resterà chiuso per un tempo indeterminato". L'incidente è avvenuto intorno alle 9:45, a circa un chilometro dall'uscita sud del tunnel, tra due camion, uno dei quali trasportava pneumatici, che hanno preso fuoco. Il conducente di quest'ultimo mezzo, l'italiano Bruno Saba, è sceso dal suo mezzo e ha aiutato nella fuga gli automobilisti impauriti: è riuscito a lasciare la cabina allertando diversi scampati che hanno potuto lasciare la galleria, lunga 17 chilometri, prima che l'incendio si estendesse ulteriormente.
Poco dopo si è verificata un'esplosione. Tra le vittime si conta anche l'autista del secondo camion che trasportava materiale isolante.
Altri passeggeri provenienti dall'entrata nord del traforo, hanno tentato di allontanarsi rapidamente dal luogo dello scontro e dell'incendio. La maggior parte delle vittime si contano tra i passeggeri di queste vetture, secondo quanto riferito dalla polizia locale.
La maggior parte dei feriti, trasportati in ospedale, lamentano sintomi da intossicazione dovuta al fumo nero sprigionatosi dall'incendio. Dalla galleria, come detto, continua ad uscire una spessa coltre di fumo, che ha convinto le autorità a chiedere alla popolazione di Airolo, la località più vicina all'incidente all'ingresso sud del tunnel, di rimanere in casa. A causa del forte calore sviluppatosi per l'incendio dei veicoli coinvolti nello scontro, una parte della volta della galleria ha ceduto. Oltre 150 soccorritori, aiutati da due elicotteri, hanno organizzato un campo base ad Airolo.

24/10/2001 ( la repubblica )

Il bilancio dei morti è destinato ad aumentare. Galleria ancora in fiamme: i soccorritori si avvicinano alla zona del rogo

Gottardo, recuperati 10 corpi sono 80 i dispersi
Per un incidente chiuso anche il tunnel del San Bernardo
Paralizzato il traffico fra l'Italia e la Svizzera

AIROLO (Svizzera) - I soccorritori sono al lavoro dalle prime luci del giorno nel tunnel del Gottardo, dove ieri mattina uno scontro frontale fra due tir ha provocato un incendio che ha ucciso almeno dieci persone. I corpi recuperati fino a questo momento sono quelli di nove uomini e una donna: un'ottantina le segnalazioni di persone scomparse che la polizia sta vagliando. Il numero scende di ora in ora, parallelamente ai risultati dei controlli. Nonostante ciò, il bilancio delle vittime è comunque destinato ad aumentare, anche in considerazione del fatto che non è stato ancora raggiunto il punto dell'incidente, dove ci sono altri corpi. Si teme che alla fine si conteranno una ventina di morti.Intanto il traffico alla frontiera fra Italia e Svizzera è nel caos: lo scontro fra un camion e un minibus, avvenuto questa mattina, ha provocato infatti la chiusura anche del tunnel del San Bernardo, principale alternativa al Gottardo. Nell'incidente è morto l'autista del minibus. Il confine svizzero è stato chiuso a tutti gli automezzi pesanti in entrata.
Al Gottardo le squadre di soccorso non sono ancora riuscite a raggiungere il punto dell'incidente: la galleria è ancora in fiamme, ed è invasa da fumo e detriti. I vigili si avvicinano attraverso il cunicolo di emergenza che corre parallelo al tunnel degli automezzi.Parallelamente ai lavori di recupero nel tunnel, va avanti l'inchiesta per accertare le cause dell'incidente. Determinante la testimonianza di Bruno Saba, l'autista italiano il cui camion è stato coinvolto nell'incidente. Saba ha raccontato di essere stato urtato da un altro camion proveniente dalla direzione opposta, e che il carburante fuoriuscito nell'impatto ha provocato l'incendio. L'autista che ha provocato l'incidente probabilmente è fra i morti.

24/10/2001 ( asca )

GOTTARDO: almeno 10 morti ma per Lunardi i tunnel restano sicuri

Airolo (Svizzera)  - Lo scontro tra due camion questa mattina nel tunnel svizzero del Gottardo ha provocato, secondo la polizia cantonale del Ticino, almeno dieci morti. L'incidente e' avvenuto a circa un chilometro dall'uscita sud del tunnel, lungo 16,5 chilometri, tra due camion di cui uno trasportava pneumatici che hanno preso fuoco. Tutti i passeggeri delle automobili vicine sono riusciti a uscire dal tunnel, o facendo marcia indietro, o abbandonando il loro veicolo e raggiungendo la galleria di emergenza, parallela al tunnel stradale. Alla base della tragedia, secondo le informazioni della polizia, il fatto che alcuni elementi della volta del tunnel si siano staccati. Nonostante il disastro, il ministro delle Infrastrutture, Pietro Lunardi, pur premettendo di non conoscere la dinamica dell'incidente del Gottardo, ha detto che i tunnel autostradali restano sicuri e che il rapporto di incidentalita' in galleria e' decisamente minore rispetto all'esterno.

24/10/2001 

Fonte:gds 

Inquinamento sul viale Boccetta, all'Archimede pannelli di controllo

Emilio Pintadi

Segna il passo la procedura che dovrebbe portare all'installazione del pannello luminoso antismog sul Boccetta mentre il comitato "La nostra città" presenta mille firme in Procura contro l'avvio del servizio di collegamento marittimo con Salerno dal molo Norimberga. Sempre in primo piano l'emergenza Tir. Nel campo della prevenzione si deve registrare l'ennesimo intoppo sul percorso dei pannelli luminosi che dovrebbero indicare ai cittadini del Boccetta la concentrazione delle sostanze inquinanti nell'aria che respirano.
Nei giorni scorsi è saltato fuori un contenzioso con una delle ditte che ha fornito il software con il quale viene gestito l'intero sistema computerizzato. Una centrale operativa, secondo il progetto dell'assessorato all'Ambiente deve fornire in tempo reale ai terminali costituiti dai pannelli luminosi i dati sulla qualità dell'aria. Nei giorni scorsi altri otto pannelli sono stati montati nei comuni della vallata del Mela dove esistono pericolose emissioni industriali.
L'assessore provinciale al Territorio Tanino Sutera ha garantito che, comunque, entro la fine di novembre, ogni tassello sarà al proprio posto: il sistema sarà operativo. Nelle ultime ore era stato superato un altro problema burocratico legato alla installazione del pannello. Palazzo dei Leoni, invece di attendere il permesso del Comune a piazzare l'indicatore nel balcone della sede dell'Ottavo quartiere, ha deciso di montare il pannello all'interno del cortile del liceo Archimede proprio all'ingresso del casello del viale Boccetta.
Intanto ieri "La nostra città" ha deciso di consegnare alla procura della Repubblica le mille firme raccolte nei giorni scorsi sulla petizione che chiede la revoca della concessione del punto di attracco per il collegamento con Salermo. Il molo Norimberga, ristrutturato recentemente grazie ad ingenti stanziamenti dello Stato, secondo l'esposto è destinato dal piano portuale e altre leggi dello stato ad un uso prettamente commerciale. L'ingresso delle navi ro-ro sarebbe illegittimo.

25/10/2001 

Fonte: la sicilia

Autostrada del mare / Sistemato l'ormeggio la “Cartour” libera il molo Marconi
Si torna al Norimberga
Occupa spazi demaniali: denunciato un cantiere

Alessandro Tumino

Le “prove di trazione”, per verificare che non ci siano più intoppi nell'ormeggio della “Cartour” alla banchina di testata del molo Norimberga, sono state completate con risultati soddisfacenti. Ieri notte dunque, con una corsa di prova, il vettore della “Messina-Salerno” ha ripreso a utilizzare il molo della zona falcata, a cui è stato assegnato compatibilmente con i lavori per il terminal commerciale e fin quando non sarà operativo l'approdo per i tir finanziato di Tremestieri. Se i nuovi “corpi morti” sommersi non daranno problemi nelle manovre di ancoraggio al Norimberga, allora il “Marconi” sarà definitivamente liberato. E il ritorno a S. Raineri appare quanto mai auspicabile ad evitare interferenze con le corse notturne dei traghetti FS che trasportano treni da e per Messina. Dalla banchina di testata come dalla “nord-est, infatti, tali interferenze della “Messina-Salerno” con le manovre delle Ferrovie vengono considerate praticamente impossibili.
UN CASO DI ABUSIVISMO – Ieri, intanto, nuova informativa alla Procura da parte della Capitaneria su un caso di abusivismo al molo Norimberga. Gli agenti del “Demanio-contenzioso” hanno riscontrato che un cantiere per le manutenzioni navali, già denunciato a gennaio per un'occupazione di 4000 metri quadrati, di cui 3000 di specchio acqueo, e già sottoposto all'ordinanza di sgombero dell'Autorità portuale – giudicherà il Tar a novembre – ha “liberato” solo poco più di 400 metri quadrati. Sono state invocate, in questo caso, argomentazioni di tipo occupazionale e d'impresa: qualche tempo fa, del resto, si era cercato di individuare un'area alternativa dove l'impresa potesse regolarmente esercitare l'attività. Va però detto che l'attuale “uso libero” di un'area portuale comporta, oltre ai giudizi di Procura e Tar, anche l'inconveniente di precludere l'uso della banchina nordest del Norimberga in un momento in cui il porto è sotto ristrutturazione e “soffre” per conciliare le varie attività e limitare al minimo i disagi.
I DATI SUGLI IMBARCHI – Per quanto riguarda i “flussi” del porto, fanno riflettere i nuovi dati, del gennaio-agosto 2001, relativi ai transiti d'auto e tir: dati che il presidente e il segretario dell'Authority Vermiglio e Barresi hanno portato due giorni fa al “tavolo romano” del ministero dei Trasporti e della Navigazione laddove hanno perorato la causa – fondamentale – della realizzazione e finanziamento del collegamento diretto tra il porto e l'autostrada. Sembra ormai scontato, in questo senso, che tutti gli enti pubblici competenti (Comune, Authority, Capitaneria, Genio Civile, Soprintendenza) debbano unire le loro migliori forze per evitare che nuovi progetti, non “coordinati”, si perdano per strada come accaduto per la ristrutturazione di via Don Blasco. I nuovi dati riguardano Tourist, Caronte, Ferrovie, Ngi e Meridiano. Per restare nell'ambito dei numeri più rilevanti, nell'arco di questi otto mesi la società Tourist ha imbarcato 792.832 auto, 110.034 camion sotto i dodici metri di lunghezza e 119.914 camion sopra i dodici metri. La Caronte ha fatto registrare, invece, 796.799 auto, 108.636 camion sotto i dodici metri e 117.759 sopra i dodici. Più ridotti ma rilevanti gli imbarchi e sbarchi delle Fs: 286.200 auto; 53636 camion sotto i dodici metri e 73.256 oltre i dodici. In tutto circa 311.000 per i soli autoarticolati. E con Ngi e Meridiano si vola ben oltre i 420.000.
COMITATO ANTI-TIR – E infine una denuncia alla Procura con allegata petizione, è stata presentata ieri dal presidente del comitato “La nostra città” Saro Visicaro in relazione a un uso giudicato improprio del molo Norimberga.

26/10/2001 

Fonte: la sicilia 

I dati dell'Autorità portuale sull'attraversamento dei veicoli premiano i traghetti di «Tourist» e «Caronte»
Nuova sconfitta per le Ferrovie
Intanto la «Cartour» fa ritorno nella testata del molo «Norimberga»

Gli anni passano, ma la musica non cambia: la holding «Tourist & Caronte» mantiene la leadership del traghettamento nello Stretto, tenendo a debita distanza la flotta delle Ferrovie. È quanto emerge dai dati di attraversamento dei mezzi tra le due sponde, forniti dall'Autorità portuale e aggiornati fino al mese di agosto. Le navi del «Gruppo Franza» nei primi otto mesi dell'anno hanno traghettato fra Messina e Villa S. Giovanni (e viceversa): 237mila 673 mezzi di lunghezza superiore ai 12 metri; 228mila 670 veicoli di lunghezza inferiore a 12 metri e 1 milione 589mila 631 autovetture. Alle Ferrovie non sono rimaste che le «briciole»: 73mila 256 mezzi di lunghezza superiore ai 12 metri; 53mila 636 di quelli di lunghezza inferiore e 286mila 200 auto. La sproporzione si spiega anche con il numero di corse effettuate quotidianamente: fino a 213 per «Tourist & Caronte», tra 72 e 90 per le Fs. Nel collegamento fra Messina e Reggio Calabria, la «Meridiano Lines» ha traghettato 32mila 590 veicoli commerciali e 29mila 529 macchine; mentre i concorrenti della «Ngi» hanno trasportato 23mila 619 veicoli commerciali e 67.824 auto.
Molo «Norimberga»: torna la «Cartour», denuncia per la «Savena» — Ha dato esito positivo il collaudo con il dinamometro del «corpo morto» della «Cartour» e per questa ragione, da questa notte, l'ammiraglia del «Gruppo Franza» ha fatto ritorno nella testata del molo «Norimberga» per effettuare il collegamento con Salerno. Superati i problemi tecnici, adesso «Tourist» e «Caronte» dovranno valutare quelli commerciali, visto che nelle prime tre settimane i mezzi che hanno optato per questa tratta sono stati davvero pochi rispetto alle aspettative. Intanto sempre nel molo «Norimberga» è tornata ad agire la sezione Demanio e Contenzioso della Capitaneria che ha denunciato il cantiere «Savena» per occupazione abusiva di demanio (3mila mq di specchio acqueo e 600 nella sezione nord est della banchina). Gli atti sono stati trasferiti all'Autorità portuale per l'ingiunzione di sgombero, mentre la Capitaneria ha scritto agli agenti per lo spostamento delle due navi presenti nel cantiere denunciato.
Giammoro: placet per il pontile Asi — Ieri mattina, intanto, la terza sezione del Consiglio superiore dei Lavori pubblici ha approvato il progetto esecutivo (presentato dall'Autorità portuale) per la realizzazione del pontile nell'area industriale di Giammoro. L'infrastruttura che servirà gli insediamenti della zona è stata finanziata con 30 miliardi.

Fonte: la sicilia 

Il senso unico nella cortina del porto
Fa «saltare» le fasce orarie sul Boccetta

L'ennesima rivoluzione della viabilità urbana a causa dei lavori di realizzazione della tramvia si ripercuoterà, questa volta, anche sulle fasce orarie che disciplinano il transito dei Tir dallo svincolo di Boccetta.
Il provvedimento restrittivo, che vieta l'uso della bretella da parte dei mezzi pesanti tra le 7 e le 9 e tra le 18 e le 20, dovrebbe essere «congelato» per tutto il tempo in cui la cortina del porto sarà percorribile in senso unico, direzione sud-nord.
Alle fasce orarie, in questo periodo, dovrebbe subentrare il divieto di attraversamento del viale Boccetta, sempre per i mezzi pesanti, nelle ore notturne.
Il problema sarà approfondito nei prossimi giorni, nel corso di una riunione in Prefettura. Infatti, il senso unico nella via Vittorio Emanuele – nonostante l'assessore alla Viabilità, Turi Rizzo, abbia già firmato l'apposita ordinanza – non entrerà in vigore prima di lunedì, a causa di problemi tecnici sollevati dalla «Gepco».
Nel frattempo sono stati definiti anche i percorsi obbligati tra la via I Settembre, il viale S. Martino e la via del Vespro, sempre a causa della prossima apertura di un altro cantiere del tram: per collegare i binari della via I Settembre con quelli di piazza della Repubblica, infatti, sarà necessario chiudere il tratto della via La Farina che va verso via Campo delle Vettovaglie.

Fonte:gazzetta del sud

Emergenza tir / Da novembre stop alle fasce orarie
Boccetta chiuso di notte
I commercianti chiedono benefici fiscali

Lucio D'Amico

I tir passeranno su via I Settembre ma soltanto di notte e per il periodo strettamente necessario al completamento dei lavori della tranvia nel tratto fra la Stazione e la Cortina del porto. A Palazzo Zanca si cerca di fronteggiare l'ennesima emergenza provocata dall'interferenza del traffico di attraversamento dello Stretto con la viabilità cittadina. Il sindaco Leonardi ha ribadito ieri che il provvedimento delle fasce orarie non sarà più prorogato. Dal 1. novembre, quindi, scatterà, probabilmente da mezzanotte fino alle 6 del mattino, il divieto di transito sul Boccetta per i mezzi gommati pesanti. Per evitare che l'impatto sulle altre strade diventi devastante, è stato disposto un servizio di vigilanza sinergico tra polizia stradale e polizia municipale. A Roma è stata accolta positivamente la richiesta del prefetto Giosuè Marino, rivolta al ministro degli Interni Scajola, circa il potenziamento di uomini e mezzi non solo lungo la tangenziale ma anche nelle strade del centro urbano attraversate dai tir diretti agli imbarcaderi. Il comandante Calogero Ferlisi assicura il massimo impegno del corpo dei vigili urbani: «Non nascondiamo la difficoltà della situazione, che potrà essere risolta solo quando gli approdi saranno spostati fuori dal centro urbano. Voglio, però, rassicurare i commercianti che temono ulteriori gravi danni alle proprie attività. Il passaggio notturno dei camion dovrebbe evitare almeno questo problema». Ma non è di questo avviso la Confcommercio che sollecita l'amministrazione comunale a valutare la possibilità di non applicare le imposte comunali per le aziende che hanno subito o stanno subendo penalizzazioni «per il solo fatto che sono dislocate su strade trasformate in cantieri». In altre città sono stati disposti simili provvedimenti in caso di eventi straordinari, che hanno impedito la normale attività lavorativa. Secondo l'Unione commercianti, a Messina da tre anni si vive in stato di emergenza permanente e di ciò si dovrebbe tenere conto. «Non possiamo che condividere – afferma il direttore generale Roberto Corona – i contenuti dell'esposto firmato da 21 operatori commerciali di via I Settembre e della Cortina del porto. Le preoccupazioni non finiscono con il rifacimento del manto stradale, visto che adesso si prospetta addirittura il passaggio dei tir. Pur rendendoci conto delle difficoltà di contemperare esigenze spesso contrastanti, ricordiamo che il mancato adeguamento dei flussi alle variazioni intervenute sul territorio, determinano modifiche dei comportamenti dei cittadini, spesso anche dei consumi, con danni che possono talvolta rivelarsi irreversibili. Riteniamo doveroso ricordare che i riflessi negativi non si limitano alle aziende che insistono sulle strade direttamente interessate dai lavori ma colpiscono anche gli operatori che svolgono le loro attività nelle zone limitrofe, oltre che i residenti. Si corre il rischio di compromettere ulteriormente l'economia, l'occupazione e lo sviluppo economico. Sono interessi in gioco troppo grandi per poter essere trascurati». La Confcommercio chiede al sindaco la convocazione di un incontro urgente proprio perché si esamini la proposta di esenzione dalle imposte comunali e perchè si decidano altre iniziative in grado di alleviare le sofferenze di un'intera categoria.

Oggi conferenza stampa del Centrosinistra
Fiera, è scontro
Ma è assurdo rimpiangere il passato

Lucio D'amico

Il Centrosinistra va all'attacco. Il rilascio della concessione alla Compagnia del Mare per la gestione della cittadella fieristica non convince otto consiglieri comunali, tra i quali l'ex sindaco Franco Providenti e l'ex assessore al Commercio Luigi Beninati, che hanno deciso di convocare per stamane una conferenza stampa. Sarà presentata una relazione che, di fatto, ricalca i contenuti del ricorso al Tar presentato, a nome di una società di investimenti immobiliari di Caltanissetta, dall'avv. Antonio Saitta, un altro dei componenti della precedente amministrazione comunale. Quello che si profila è un duro scontro politico. Le perplessità manifestate già nei giorni scorsi dai consiglieri, in particolare da Giuseppe Previti (Democrazia europea), riguardano sia le modalità di assegnazione della concessione da parte dell'Autorità portuale sia la scelta di affidare ad un soggetto privato l'ampia e pregiata porzione del territorio cittadino che è stata gestita dall'Ente Fiera. Qualunque siano le opinioni in materia e gli esiti del contenzioso davanti al Tribunale amministrativo, in questa vicenda ci sono alcuni punti dai quali non si dovrebbe prescindere al fine di compiere una serena ed utile riflessione, scevra da interessi di qualsiasi genere. La cittadella di viale della Libertà, pur considerata per decenni un bene ad esclusivo uso e consumo della Fiera, è stata di proprietà del Demanio marittimo, ora è di quello portuale e, comunque, appartiene alla città. Da un lato, dunque, qualunque gestione futura non può ignorare che uno degli obiettivi principali, “condicio sine qua non” ai fini del rilascio della concessione demaniale, deve essere la valorizzazione delle attività collegate al mare. Un terreno del Demanio marittimo-portuale non può essere dato “solo” per fare mercati, fiere, rassegne artigianali o manifestazioni ricreative. Dall'altro lato, trattandosi di aree di valore incalcolabile, ideale prosecuzione dello storico “Chalet a mare” e dell'attuale Passeggiata, è evidente che nessuno può pensare di trascurare il preminente interesse pubblico. I vialoni della cittadella vanno assolutamente aperti alla fruibilità dei messinesi e qualunque elemento di cesura o separazione (come l'orrendo muraglione) deve essere abbattuto. Ma l'apertura presuppone anche la capacità di gestire quelle aree, di abbellirle, di renderle funzionali, di curarne quotidianamente la pulizia e la manutenzione, di impiegare ingenti risorse per assicurare dignità e decoro. Tutto ciò, nel passato più o meno recente, non è stato fatto ed oggi chi rimpiange il tempo in cui la concessione veniva rilasciata automaticamente all'Ente fieristico, dovrebbe spiegare perchè in tutti questi anni non si è mossa foglia e si è lasciato che aree e immobili di grande valore si deteriorassero in maniera davvero vergognosa. 

27/10/2001 

Fonte: la sicilia 

Turi Leonardi e il sindaco di Reggio tracciano un percorso per rinvigorire le interconnessioni tra le due sponde
Nasce la «regione dello Stretto»
Sarà presto costituito un organismo permanente di concertazione

Si cerca di stringere i tempi per l'ultimazione del primo tratto del tram, quello da piazza della Repubblica al capolinea sud di Gazzi che sarà collaudato a partire dal 17 novembre, dopo la fornitura della prima vettura da parte della «Fiat Ferroviaria». Il Comune, nei giorni scorsi, ha autorizzato la «Gepco-Salc» ad affidare in subappalto la fornitura dei materiali e la messa in opera della pavimentazione nel cantiere della tramvia di piazza della Repubblica. Una notizia che, però, ha mandato su tutte le furie le organizzazioni sindacali di categoria che, per questa ragione, hanno chiesto un incontro urgente con il sindaco e la direzione lavori. «Va bene la fornitura – dice Dino Spinelli (Filca/Cisl) – ma la messa in opera, trattandosi di un intervento edile, dev'essere svolta dagli operai della “Gepco” e non c'è nessun bisogno di affidarla in subappalto».
La protesta dei commercianti — Da parte loro, i commercianti di via I Settembre si dicono sempre più penalizzati. E non vogliono assolutamente che i Tir, dirottati dalla cortina del porto in coincidenza coi lavori del tram, finiscano sulla storica arteria di recente oggetto di un accurato interventi di riqualificazione urbanistica. Ieri sull'argomento è intervenuta la Confcommercio, che ha inviato una lettera al sindaco, Turi Leonardi: «Non possiamo non richiederle un incontro, per esaminare i progetti dell'Amministrazione e renderli, se possibile, compatibili con le attese degli imprenditori firmatari di un precedente documento di protesta. Si corre il rischio – scrive Roberto Corona – di compromettere ulteriormente l'economia, l'occupazione e lo sviluppo del mercato e questi interessi non possono essere trascurati. Ci permettiamo, sulla scia di quanto fatto in altri comuni, di suggerire la possibilità di non applicare le imposte comunali per le aziende che hanno subìto o stanno subendo penalizzazioni per il solo fatto che sono dislocate su strade trasformate in cantieri».

27/10/2001

Fonte. gds

Tir padroni della strada
La Confcommercio chiede aiuto a Leonardi

Rosaria Brancato

Strade trasformate in cantieri, tir in pieno centro, ed a pagare i disagi sono soprattutto i commercianti. Dopo un esposto firmato da 21 operatori della via 1ø Settembre, adesso è la Confcommercio a scendere in campo la richiesta di un incontro urgente con il sindaco. In primo piano i danni causati dai cantieri del tram e l'arrivo, atteso ormai per la prossima settimana dei tir in via 1[ Settembre, conseguenza dell'avvio di nuovi cantieri e dell'introduzione del senso unico nella via Vittorio Emanuele e nella Cortina del porto. "Vorremmo esaminare insieme i progetti dell'amministrazione - scrivono i commercianti - e renderli compatibili con le attese e le esigenze degli imprenditori delle vie interessate, dalla I Settembre alla parte bassa del viale San Martino fino a piazza della Repubblica". Se gli acquirenti hanno per più di un anno disertato gli esercizi della zona, per via dei cantieri del tram, il transito obbligato dei tir disposto dalla giunta sarà il colpo finale. "Si corre il rischio - dichiara il presidente della Confocommercio Roberto Corona - di compromettere economia ed occupazione e lo sviluppo del mercato cittadino". La proposta dei commercianti è l'esenzione, almeno per il 2001, delle imposte comunali alle aziende che si trovano nelle arterie penalizzate e trasformate in cantieri aperti da troppo tempo. Intanto le nuove disposizioni in materia di viabilità in vista dell'avvio dei nuovi lavori alla Cortina ed in via Vittorio Emanuele avranno ripercussioni anche sulle fasce orarie. La terza proroga che impone il divieto ai mezzi pesanti di utilizzare il Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20 scadrà il 31 ottobre e sarà probabilmente l'ultima. "Ho convocato i rappresentanti dei quartieri interessati per trovare soluzioni alternative alle fasce orarie e sentire anche i pareri delle circoscrizioni che stanno affrontando disagi - annuncia il sindaco Leonardi - escludo una nuova proroga. Con l'apertura dei cantieri e l'obbligo per i camion di passare dalla via Iø Settembre abbiamo seri problemi di razionalizzazione del traffico". L'ipotesi attualmente al vaglio del primo cittadino è quella di vietare il transito dal viale Boccetta ai tir solo di notte. In questo caso i bisonti della strada diretti agli imbarcaderi potranno utilizzare gli altri svincoli, Tremestieri, Gazzi e Messina centro, dove nel frattempo sarà potenziata la presenza delle forze dell'ordine.
Comandante dei vigili urbani e comandante della Polstrada nei prossimi giorni vareranno un piano di potenziamento e di controllo degli svincoli, durante la notte, per disciplinare il passaggio dei mezzi pesanti.

Fonte: gazzetta del sud 

Tir, ancora incidenti

Incidente stradale, nella notte tra giovedì e ieri, sul viale Boccetta all'altezza di piazza Gagini. Per cause ancora in fase di accertamento da parte delle forze dell'ordine – l'ipotesi più accreditata è però quella del colpo di sonno del conducente– un camion che trasportava materiale vario diretto nel centro Italia ha investito due autovetture che si trovavano parcheggiate sul lato sinistro della trafficata arteria. Scattato l'allarme, sul posto sono intervenuti gli agenti della polizia municipale che, contrariamente a quello che hanno accertato quanto avvenuto e l'assenza di persone ferite. Probabilmente grazie all'ora tarda e al traffico ridotto i danni sono stati limitati, fortunatamente, solo ai mezzi coinvolti. Le due autovetture, appartenenti ad un impiegato e ad un pensionato, sono rimaste danneggiate alle fiancate. Il camion, dopo i rilievi, ha proseguito il viaggio. Le auto danneggiate, già ieri mattina erano state rimosse. Sempre ieri mattina, sul viale Europa, per un altro incidente – in questo caso avvenuto tra un camion e un ciclomotore – il traffico ha subìto dei rallentamenti. Così come avrebbero accertato gli uomini di una pattuglia della polizia municipale, lo scontro sarebbe avvenuto tra il mezzo a due ruote e il tir a causa di un voluminoso cartone che il conducente del motociclo aveva al seguito. Lo scatolone sarebbe stato infatti “agganciato” dal camion provocando la caduta del centauro. Grazie alla prontezza di riflessi di entrambi i conducenti è stato evitato il peggio. Il giovane motociclista è riuscito infatti ad alzarsi da terra nell'immediato, così come tempestivo è stato l'autista del camion a bloccare il mezzo. Condotto al pronto soccorso del vicino ospedale “Piemonte”, il centauro è stato medicato per lievi escoriazioni giudicate guaribili in un paio di giorni. (gi.pa.)

Fonte: gazzetta del sud

Niente camion di notte sul Boccetta, Leonardi convoca i Quartieri

Tir, il sindaco convoca i Quartieri — Prima di disporre la chiusura notturna del viale Boccetta per i Tir, il sindaco vuole ascoltare i Quartieri. E per lunedì ha convocato una riunione con i presidenti delle circoscrizioni interessate alla bozza del nuovo provvedimento, col quale s'interdirà il transito dalle 22 alle 6, in modo da rispondere alle esigenze degli abitanti e di alleggerire i disagi derivanti dalla presenza dei cantieri del tram sulla cortina del porto, che di conseguenza sarà percorribile solo a senso unico da sud a nord. Il sindaco ha annunciato ieri anche che «grazie alla disponibilità delle forze dell'ordine, che operano insieme ai Vigili urbani, saranno presidiati pure gli svincoli di Trmestieri, Gazzi, Messina centro e S. Filippo, non appena attivato». Ribadito anche che si tratta solo di misure tampone: «La soluzione definitiva – ha ricordato il sindaco – saranno i nuovi approdi all'Annunziata e a Tremestieri». Intanto ieri sull'argomento Tir è intervenuto Pippo Isgrò (componente del coordinamento del Cdu), sollecitando a Leonardi e al suo collega di Reggio Calabria di farsi promotori dello sviluppo delle cosiddette «vie del mare» per la movimentazione delle merci.
Ennesimo incidente sul viale Boccetta — Ieri all'1.20 un Tir Fiat Iveco, condotto dal palermitano Pietro Ciminello, che percorreva il viale Boccetta in direzione monte-mare, ha travolto due auto in sosta (una Volkswagen e un'Arna), trascinandone una per oltre 50 metri. Sul posto sono intervenuti i Vigili urbani, che hanno contravvenzionato l'autista per eccesso di velocità. Il mezzo viaggiava a circa 80 km/h, in una bretella dove il limite è fissato a 30. Viabilità in tilt, ieri mattina, anche sul viale Europa, dove un altro camion ha travolto un giovane su un motorino, rimasto fortunatamente illeso.

La chiusura notturna del Boccetta e l'iter di realizzazione dei nuovi approdi
Leonardi: vicina la soluzione definitiva

Lucio D'amico

Il diavolo ci mette sempre il suo zampino. Nel giorno in cui il sindaco annuncia l'intenzione di chiudere di notte il Boccetta al transito dei mezzi gommati pesanti, ecco che si registra l'ennesimo incidente, con un tir che investe due auto parcheggiate. È la dimostrazione di come Messina viva perennemente nell'emergenza ed è anche l'ennesima conferma che qualunque ordinanza o provvedimento in cantiere non potrà mai ottenere risultati soddisfacenti, fino a quando non saranno risolti definitivamente i problemi strutturali. Solo eliminando l'interferenza tra la viabilità cittadina e il traffico di attraversamento dello Stretto si potrà restituire la piena vivibilità ai messinesi e a chi soggiorna nella nostra città. «Lo andiamo dicendo da quando ci siamo insediati – afferma Leonardi –, la soluzione definitiva passa soltanto dalla realizzazione dei nuovi approdi». E allora la nuova ordinanza, che prevede l'interdizione notturna del transito dalle 22 alle 6 del giorno successivo, è solo un tentativo di alleviare i disagi e le sofferenze del popolo del Boccetta, che paga da decenni il tributo più alto alla schiavitù dei tir. Il provvedimento, comunque, sarà sottoposto al parere delle Circoscrizioni e per questo il sindaco ha convocato per lunedì un incontro con i presidenti dei Quartieri interessati. «Diversificare l'utilizzo degli svincoli autostradali – aggiunge il sindaco – è una scelta attuata per il medio periodo, ma il punto fondamentale del nostro programma resta la costruzione degli approdi di Tremestieri e dell'Annunziata, che stanno seguendo due distinti percorsi proprio per accelerarne l'esecutività. Per agevolare gli interventi di coloro che hanno manifestato interesse alla realizzazione delle due opere, sono state definite le procedure previste dall'articolo 37 della legge Merloni per la concessione di costruzione e gestione a privati. È stato ottenuto anche l'inserimento delle opere nel Piano integrativo regionale. Entro l'anno sarà compiuta la scelta del concessionario e quindi si passerà alla fase realizzativa. Nel frattempo, sono disponibili risorse finanziarie regionali per 41 miliardi che consentiranno la realizzazione in tempi brevi del cosiddetto approdo di emergenza a Tremestieri. Più di questo – conclude Leonardi – non potevamo far

La replica di Autorità portuale e Compagnia del mare «Solo un attacco strumentale e un cumulo di falsità»

Lucio D'amico

«È un attacco politico strumentale, le accuse mosse sono prive di fondamento». Immediata è la replica del presidente dell'Autorità portuale Giuseppe Vermiglio, assistito dal prof. Mario Caldarera, alle dichiarazioni rilasciate in mattinata da Providenti, Giunta, Beninati e Previti. E altrettanto dura è la risposta del presidente della Compagnia del Mare Gaetano Mobilia: «Non mi interessano le diatribe politiche, non si possono però asserire falsità e insinuare sospetti spacciandoli per verità». I diretti interessati rispondono punto per punto ai rilievi posti dai consiglieri comunali.
VERMIGLIO: «Si parte innanzitutto da una considerazione sbagliata. Non eravamo in presenza di un unico procedimento con tre domande in concorrenza ma di due distinti procedimenti: 1) il rinnovo della concessione per 4 anni al Comune; 2) l'iter avviato dalla richiesta della Compagnia del Mare che avrebbe potuto concludersi solo in caso di rinuncia da parte del Comune, a condizione che il nuovo concessionario dichiarasse di voler succedere nella stessa posizione del rinunciante, assumendo quindi tutti gli obblighi del Comune e in particolare quello nei confronti dell'Ente Fiera. Si tratta, dunque, di una fattispecie diversa rispetto a quella indicata dal Codice della navigazione. E trattandosi di una richiesta relativa ad un periodo non superiore a 4 anni, non avevamo alcun obbligo a procedere alla pubblicazione della domanda».
MOBILIA: «L'Autorità portuale entro il 31 ottobre avrà incassato da aprile a dicembre l'intero canone pagato dalla Compagnia del Mare. Altro che sconti e riduzioni! Pur senza effettuare ancora alcuna attività per la manifesta inagibilità dell'area, abbiamo provveduto finora a versare 552 milioni per la concessione che copre anche il periodo “scoperto” da aprile a luglio. Inoltre, abbiamo speso 71 milioni per l'ufficio del registro, 324 per il progetto di messa a norma, 15 milioni per la fideiussione da 1 miliardo e mezzo pari al doppio del canone, 100 milioni per l'Ici, 75 per il progetto dei pontili, 6 milioni per assicurare l'intera cittadella. In totale, fanno 1 miliardo 143 milioni di lire. Nei quattro anni verseremo oltre 3 miliardi e per la futura manutenzione ordinaria abbiamo previsto una spesa di 6 miliardi. Grazie al nostro intervento, il Comune avrà la garanzia dell'apertura delle aree alla città, l'Ente Fiera ha potuto effettuare la manifestazione d'agosto e potrà svolgere le iniziative di Natale, l'Autorità portuale ha incassato l'intero canone. Dov'è lo scandalo? Nella concessione del 3 agosto il sindaco ci impone di garantire gli spazi alla Fiera per un ammontare pari al 10 per cento dei ricavi e delle vendite in base al conto economico del '98. L'Ente ha versato 300 milioni più Iva incassando per la Fiera d'agosto la somma 1 miliardo 650 milioni di lire. Senza l'intervento della Compagnia del Mare, la Campionaria non si sarebbe potuta tenere. Ci siamo sobbarcati oneri che non toccavano a noi per rispettare gli impegni assunti nei confronti del sindaco».
VERMIGLIO: «Abbiamo compiuto la scelta più trasparente decidendo di attuare a nostro carico gli interventi di messa a norma e di manutenzione straordinaria. Avremmo potuto anche farli realizzare alla Compagnia del Mare ma in quel modo si sarebbero violate le norme comunitarie riguardanti gli appalti pubblici. Inoltre, il concessionario avrebbe chiesto di defalcare quelle somme dall'importo del canone, ottenendo in pratica gratuitamente la concessione. Ma quale garanzia avremmo avuto sull'ammontare effettivo della spesa occorrente per i lavori, sulle modalità di esecuzione e sui tempi? Avevamo e abbiamo una necessità impellente: risanare il quartiere fieristico, che ci è stato riconsegnato in condizioni estremamente precarie, impegnando una parte delle somme derivanti dall'avanzo di amministrazione, rientrando in soli 4 anni dall'investimento, grazie al canone pagato dal concessionario privato. Non è questa una “ratio” concreta e rispondente ai criteri della buona amministrazione? Se il Comune avesse avuto le risorse sufficienti, sarebbe stato un altro discorso. Per quanto riguarda la Fiera, non poteva reclamare alcun diritto, non avendo saldato i debiti pregressi. Si tratta non di un ente benefico ma di un ente economico che ha sempre preteso di pagare un canone ricognitorio di circa 40 milioni l'anno, incassando però, ed è un esempio, per la sola insegna pubblicitaria del Banco di Sicilia 45 milioni. Inoltre, va chiarito che il parere del comandante del porto non è mai stato negativo. Maccarone ha chiesto un'integrazione di documenti, sottolineando la necessità del recupero ai fini della fruizione del mare. Ma è proprio questo che l'Autorità portuale ha deciso di fare: consentire l'allestimento e la riqualificazione degli immobili esistenti ed inoltre la realizzazione di pontili nello specchio acqueo antistante la cittadella, grazie ai quali saranno svolte attività direttamente collegate alle finalità del porto. In questi quattro anni si poteva fare soltanto questo, riuscendo ad assicurare nel contempo le iniziative della Fiera. Dei progetti futuri si potrà discutere quando sarà approvato il Prg del porto».
MOBILIA – «Qui non c'è un privato che sta mettendo le mani sulla Fiera ma esattamente il contrario. È grazie al privato che la Fiera può continuare a svolgere il suo ruolo e che l'intero quartiere potrà essere aperto 365 giorni l'anno, con iniziative e servizi di assoluta qualità. È vero, abbiamo un progetto più ambizioso, quello ideato dall'arch. Cesar Portela, ma senza strumenti di programmazione urbanistica non avremmo potuto attuarlo. Se si deciderà di bandire un concorso di progettazione, vi parteciperemo insieme a tutti coloro che hanno a cuore le sorti di questa città. Non siamo mecenati ma neppure volgari speculatori. E questo è bene che ex amministratori e consiglieri lo sappiano». 

Fonte: gazzetta del sud

Alcuni consiglieri del Centrosinistra contestano duramente le procedure seguite per la concessione demaniale
«La Fiera non va svenduta ai privati»


Lucio D'Amico 

«Chiediamo al sindaco Leonardi di presentarsi lunedì sera in consiglio per chiarire le vicende relative alla concessione della cittadella fieristica ed al ruolo svolto dal Comune». Comincia così l'atto d'accusa nei confronti dell'Amministrazione e dell'Autorità portuale, sottoscritto da alcuni consiglieri comunali, con in testa l'ex sindaco Franco Providenti, gli ex assessori Luigi Beninati e Gaetano Giunta, Giuseppe Previti e Pio Amadeo. «Non riusciamo a capire – sostengono i consiglieri – la fretta e gli errori con cui sono stati effettuati tutti gli atti. Il 27 giugno 2001 l'assessore regionale alla Cooperazione nominava commissario straordinario dell'Ente Fiera il dott. Marcello Greco che, dopo pochi giorni, firmava la convenzione con la Compagnia del Mare. L'atto, stipulato il 3 luglio, consiste in un vero e proprio “patto leonino” in cui l'Ente Fiera si impegna alla immediata rinuncia alla domanda di concessione dell'area della cittadella fieristica e la Compagnia si impegna a concedere alla Fiera la fruibilità degli spazi per le manifestazioni in programma per i quattro anni per i quali ha richiesto la concessione. Si conviene, in particolare, che per il 2001 la Fiera verserà alla Compagnia del Mare, per poter realizzare la Campionaria d'agosto, la somma di 300 milioni di lire entro il 20 luglio. Il canone convenuto è di gran lunga superiore a quello di 177 milioni richiesto dall'Autorità portuale alla Fiera per il periodo di marzo 2000. In precedenza, il 25 maggio 2001 l'Autorità portuale aveva dato in concessione le stesse aree al Comune che, pertanto, alla data dell'accordo tra Fiera e Compagnia del Mare, era ancora in possesso dei luoghi e aveva diritto di preferenza per il rinnovo della concessione. L'Autorità – proseguono i consiglieri – ometteva di svolgere qualsiasi attività di pubblicità delle domande pervenute, violando l'articolo 37 del Codice della navigazione e l'art. 18 del regolamento marittimo. Il 12 luglio si riuniva il Comitato portuale. Il segretario generale riferiva che risultavano agli atti tre domande di concessione: Ente Fiera, Comune e Compagnia del Mare. Inspiegabilmente, dopo l'intervento del rappresentante della Compagnia del Mare, il sindaco superava ogni difficoltà e ritirava la propria domanda a favore della società privata, rinunciando al diritto di prelazione. Così operando, consentiva alla Compagnia di ottenere nel giro di pochi giorni dalla Fiera la somma di 300 milioni più Iva che altrimenti sarebbe stata pagata all'Autorità portuale. Il 23 agosto l'Ente Fiera ha riconsegnato la cittadella alla Compagnia e il 30 agosto la Compagnia, in base ad una clausola della concessione, ha riconsegnato all'Autorità portuale le aree al fine di consentire i lavori di manutenzione straordinaria per un importo di 4 miliardi. Per il periodo di mancata disponibilità dell'area, la Compagnia del Mare ha ottenuto la sospensione del canone già versato. In conclusione, per il periodo dal 26 luglio al 30 agosto la Compagnia del Mare avrebbe pagato la somma di 62 milioni incassandone 300 dalla Fiera. Tutto ciò è singolare se si considera che a norma del decreto del 5 ottobre '93, le opere di manutenzione del demanio non si distinguono in ordinarie e straordinarie ma sono tutte poste a carico del concessionario che può chiedere eventualmente una riduzione del canone concessorio. Perchè – si chiedono ancora i consiglieri – la Compagnia del Mare è stata immessa in Fiera il 3 agosto, cioè in un periodo in cui non aveva attività da svolgere? Perchè il sindaco ha rinunciato senza investire di ciò la giunta e senza alcun provvedimento amministrativo? Perchè il commissario della Fiera ha firmato la convenzione senza che i suoi poteri fossero convalidati dalla commissione regionale? Perchè l'Autorità portuale non ha fatto le pubblicazioni previste dalla legge? Perchè nella seduta del Comitato non è stato letto il parere sostanzialmente contrario del comandante della Capitaneria di porto?». I consiglieri imputano al sindaco di aver dato «un'incredibile delega in bianco al privato affinchè si occupi degli interessi della comunità locale» e sostengono che il «vero progetto è quello di far fuori la Fiera e sostituirsi ad essa».

Fonte:gds

Viale Boccetta, altra tragedia sfiorata
Tir a velocità travolge due auto in sosta

Emilio Pintaldi

Mentre il sindaco decide di vietare il loro passaggio nelle ore notturne, un Tir provoca l'ennesimo incidente. Percorreva il viale Boccetta ad una velocità di oltre ottanta all'ora il "bisonte" che, nella notte tra giovedì e venerdì ha travolto due auto in sosta trascinandone una per quasi cinquanta metri sino alla corsia opposta.
L'autista, un palermitano, è stato denunciato per eccesso di velocità. L'incidente è avvenuto poco dopo l'1,30. Per l'ennesima volta è stata sfiorata la tragedia. Teatro dell'impatto come sempre l'arteria diventata tristemente famosa per l'impressionante frequenza con cui si verificano incidenti provocati dal passaggio dei Tir diretti agli imbarcaderi di Tourist e Caronte.
Nel maggio scorso proprio un Tir provocò il ferimento di quattro persone ed il coinvolgimento di una ventina di mezzi. Questa volta il camion Fiat Iveco appena uscito dallo svincolo del Boccetta e diretto agli imbarcaderi del viale della Libertà, ha travolto due auto parcheggiate ai lati della strada: una Volkswagen ed un'Arna Alfa Romeo. Quest'ultima è stata trascinata per oltre cinquanta metri: da largo Seguenza all'ingresso della villa Mazzini sulla corsia opposta.
Fortunatamente nessun ferito. Immediato l'intervento dei vigili urbani che da mesi presidiano il viale Boccetta giorno e notte. Dal cronotachigrafo del mezzo una conferma ai sospetti degli agenti di polizia municipale:il camion ha superato gli ottanta chilometri orari di velocità su una strada dove vige il limite dei trenta chilometri orari. Per il palermitano, tradito probabilmente da un colpo di sonno, è scattata la denuncia per eccesso di velocità. Rischia il ritiro della patente ed il sequestro del mezzo.
Proprio giovedì l'amministrazione comunale aveva deciso di vietare nelle ore notturne il passaggio dei Tir . Dal primo novembre infatti scadranno le cosiddette fasce orarie che vietano il passaggio dei Tir sul Boccetta dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. Adesso il "viale della morte", così come è stato ribattezzato dai suoi abitanti, sarà off limits solo nelle ore notturne. I Tir da mezzanotte alle sei transiteranno dagli altri svincoli. Una misura che "grazia" la via I settembre. I camion infatti, durante le fasce vietate a causa dell'apertura dei cantieri del tram e delle banchine sulla strada abituale, avrebbero percorso come tracciato alternativo, la storica via I settembre ristrutturata recentemente e coperta con il basolato.

Visicaro: "Mettiamo strumenti per controllare i freni ai camion"

Emilio Pintaldi

"Non è che l'ennesima prova che le nostre preoccupazioni sono reali. L'amministrazione continua a fare orecchio da mercante". E' su tutte le furie Saro Visicaro, portavoce del comitato "La nostra città". L'incidente del viale Boccetta rischia di far scendere ancora una volta in strada gli esponenti dei comitati antitir. "Quei bisonti - spiega Visicaro- sul Boccetta diventano dei veri e propri missili. Sembra di essere in Afghanistan. Chi si trova sulla loro traiettoria è spacciato. Il problema è che nessuno ha voluto disporre controlli seri sullo stato di funzionamento dei mezzi. Molto spesso i freni sono fuori uso. Abbiamo piu' volte detto all'amministrazione che esiste un mezzo per prevenire questo tipo di inconvenienti. Al valico del Frejius esiste un rilevatore che riesce a scoprire lo stato di riscaldamento ed il reale funzionamento dei freni.Il sistema potrebbe essere usato in città".
Sulla revoca dell'ordinanza antitir e sulle nuove misure che scatteranno da novembre Visicaro esprime totale dissenso: "Di notte i camion diventano ancora piu' pericolosi. Spostarli sugli altri svincoli dirotta il problema. Ci vogliono soluzioni radicali. Gli imbarcaderi devono andare fuori dalla città". 

Autostrade del mare unica alternativa ad incidenti mortali

Pippo Isgrò ( Ordinario di Tecnica dei trasporti marittimi )

Da troppo tempo e da più parti, si sostiene che sarebbe più utile dirottare i mezzi pesanti utilizzando le vie del mare. L'Italia possiede due grandi canali "naturali navigabili", lunghi ciascuno circa 538 miglia marine: il mare Tirreno e il mare Adriatico; qualcuno li ha anche chiamati autostrade del mare. Focalizziamo per il momento l'attenzione sulla città, che paga sicuramente il prezzo più alto dal punto di vista ambientale, ma anche in termini di vite umane stroncate da tragici incidenti stradali, causati dal traffico.
L'intera penisola, con la Sicilia, concentra tutte le sue attività produttive e di servizio lungo le fasce costiere, quindi per l'Italia intera è di vitale importanza, incrementare il cabotaggio che andrebbe visto in un'ottica compiutamente intermodale collocandola nel quadro del ciclo logistico dei trasporti. Ciò, se venisse realizzato, ridurrebbe fortemente gli effetti negativi della attuale morsa in cui le strade italiane sono strette a causa del traffico di merci trasportare su ruote.
Il voler continuare a movimentare le merci e i prodotti tossico-nocivi con il gommato pesante, comporterà ulteriori rischi, nonchè‚ maggiori investimenti necessari per costruire nuove infrastrutture, vedi il raddoppio autostradale Rc-Sa, il ponte sullo Stretto, il completamento della Me-Pa. Iniziative che andrebbero rivolte principalmente allo sviluppo turistico e non all'aumento del traffico del gommato pesante. Il trasporto per via terra costa, non soltanto per gli elevati consumi energetici, ma costa principalmente per il prezzo che bisogna pagare in termini di perdite di vite umane, causate dai rischi dall'inquinamento dal benzene.
Quello che si chiede a tutti i sindaci siciliani, è di promuovere un progetto di ricerca sugli aspetti della validità delle integrazioni intermodali delle merci allo scopo di rendere più veloci, economici ed affidabili le catene di trasporto utilizzando le vie del mare.
Ci si augura che il piano dei trasporti tenga conto della realtà in cui vivono i grandi centri siciliani, che sono l'interfaccia naturale con il continente e che quindi pagano il prezzo più alto di servitù, causata dal gommato pesante in transito.

Il rilancio dell'area dello Stretto: Tra la città e Reggio stilata intesa

Enzo Gallo

Importante svolta si registra sul versante dell'area dello Stretto. In un incontro fra il sindaco Salvatore Leonardi ed il vice sindaco di Reggio Calabria, Demetrio Naccari Carlizzi, si sono delineate in un protocollo d'intesa tra i due comuni dirimpettai, le linee guida per un progetto che "rinvigorisca l'area dello Stretto" nei settori trasporti, cultura ed economia. Tale collaborazione, porterà alla costituzione di un organismo permanente di concertazione per l'area integrata dello Stretto, di cui faranno parte i due sindaci, i rettori delle due università, i presidenti delle Camere di Commercio, i presidenti degli enti teatrali e i sindacati.
Il progetto che verrà stilato nei prossimi giorni, si basa essenzialmente su alcuni punti cardine per migliorare le entrate turistiche delle due città, vera ricchezza di tutta l'area. Verranno coinvolte molte località, da Taormina, alle Eolie, Milazzo, Villa S.Giovanni, Gioia Tauro e Scilla per citarne solo alcune.
In merito a questo i due dirigenti hanno stilato una nota congiunta in cui spiegano i loro obiettivi da perseguire, un'iniziativa varata già negli anni '70 dall'allora rettore dell'università Salvatore Pugliatti.


28/10/2001 

Fonte: gds 

Inquinamento, a rischio la valle del Mela?
Oggi assemblea pubblica


(ai)

MILAZZO Stasera, alle 16,30 nel salone parrocchiale di piazza Visitazione di Pace del Mela è previsto un incontro pubblico sul tema "Dichiarazione di area ad alto rischio, a che punto siamo".
L'intento è quello di mettere a fuoco le problematiche connesse all'inquinamento che insiste nel comprensorio tirrenico e le possibili procedure di intervento per pervenire al risanamento ambientale.
E qui si è accesa una lotta senza quartiere tra chi punta all'alto rischio e chi privilegia piuttosto la suscettibilità ambientale.
Anche se la questione diventa sempre più un fatto che assume connotati politici, si amplifica la piattaforma che asseconda il decreto emanato a suo tempo dall'ex assessore regionale Carmelo Lo Monte e prende maggiore consistenza quindi il progetto d'intervento sull'area, considerata "a suscettibilità ambientale".
In proposito si registra una netta presa di posizione anche di Legambiente del Tirreno, che sollecita l'avvio della politica del risanamento, senza frapporre altri indugi, così come richiesto pure anche da quasi tutti i sindaci del comprensorio (solo S.Pier Niceto insiste per un provvedimento che dichiari, alla stregua della richiesta di alcuni politici, l'area "ad alto rischio
di crisi ambientale") e dalla popolazione che auspica migliori condizioni di vita e meno esposizione alle negative conseguenze prodotte dall'inquinamento.
"Appare di grande valore la presa di posizione dei sindaci per una piena assunzione di responsabilità per il risanamento ambientale del comprensorio milazzese" -sostiene la sezione mamertina di Legambiente, che aggiunge: "I primi cittadini, nel farsi carico delle necessità di quelle popolazioni alle quali ogni giorno rendono conto democraticamente, hanno indicato per il risanamento la strada maestra della cooperazione e del confronto democratico con il ricorso allo strumento che punta all'area a suscettibilità ambientale, che è stato pensato e discusso appositamente per la nostra realtà".
La dichiarazione di "area ad alto rischio", spiegano i responsabili dell'associazione ambientalista, è stata affibbiata in Sicilia alle aree di Priolo e Gela sin dal 1993, ma i risultati sono tuttora stentati e assai discutibili.
Pure l'assessore provinciale Giuseppe Sciotto ha deciso di prendere posizione ed ha richiamato l'attenzione dei vari parlamentari (Giovanni Ardizzone, Giuseppe Naro, Salvatore D'Alia), di tutti i sindaci del comprensorio, del segretario provinciale del Ccd e dei segretari del partito presenti a Milazzo, Condrò, S.Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, Pace del Mela, Gualtieri Sicaminò
sulla necessità di pensare alla "qualità della vita, prima di tutto".
Infatti secondo Sciotto è prioritario, oltre le sterili contrapposizioni, individuare preventivamente e con chiarezza gli obiettivi e successivamente le strategie più consone per conseguirli.
Fatto il punto sulla situazione e valutati pro e contro della dichiarazione di "area ad alto rischio di crisi ambientale", l'assessore Sciotto conclude domandandosi:
"Il riconoscimento di area ad elevato rischio di crisi ambientale è compatibile con previsioni di insediamenti industriali ed infrastrutturali del piano regolatore dell'Asi e del piano territoriale provinciale"?
Ed ancora: "E' giusto che a pagare sulla propria pelle il prezzo di sterili contrapposizioni e di ambigui comportamenti siano ancora una volta i cittadini della contrada Gabbia di Pace del Mela, che vedono rinviata sine die la soluzione dei loro drammatici problemi di vivibilità?".

Fonte: la sicilia 

Anziana investita: camionista scagionato

Concluse le indagini preliminari sulla morte dell'85enne Concetta Beccore, morta la mattina dello scorso 7 giugno dopo essere stata investita da un camion in transito sulla via Taormina. Il sostituto procuratore, Giuseppe Leotta, ha chiesto al Gup l'archiviazione della posizione del camionista Sergio Rossi, che era indagato per omicidio colposo. Dopo gli interrogatori del protagonista dell'episodio e di alcuni testimoni, non sono state riscontrate responsabilità a carico del camionista. In un primo momento, si era invece pensato che all'origine dell'incidente ci fosse stata una manovra imprudente da parte del mezzo pesante. Alla luce delle risultanze investigative, invece, la morte di Concetta Beccore sarebbe stata provocata dalla caduta accidentale dell'anziana – che si stava recando a fare la spesa – finita schiacciata sotto le ruote del mezzo pesante, che stava percorrendo quella strada a seguito del provvedimento che dispone il transito secondo determinate fasce orarie per i camion sul viale Boccetta.

«Il piano dei lavori ci penalizza»
Moli «Rizzo» e «Peloro» le Ferrovie si oppongono alla chiusura simultanea

Tendono ad inasprirsi i rapporti fra la divisione Navigazione delle Ferrovie e l'Authority in merito alla gestione dell'area portuale.
In particolare le Fs contestano la prossima consegna simultanea, al consorzio «Trevi-Italgeo» per i lavori di consolidamento, delle banchine «Peloro» e «Rizzo». «Il programma dei lavori – afferma la dirigenza ferroviaria – è stato redatto senza tenere in considerazione l'operatività minima del porto. La chiusura in contemporanea di queste due banchine ci mette nelle condizioni di non saper dove sistemare né i monocarena che collegano Messina all'aeroporto di Reggio Calabria, né le bidirezionali “a riposo”. Con undici unità navali siamo uno dei principali armatori dello Stretto e come tali dovremmo essere degni di maggiore considerazione. Se pensiamo, poi, che le navi che collegano Messina a Reggio (che attualmente ormeggiano alla “Peloro”) potrebbero essere trasferite nel molo “Norimberga”, ci troveremmo davvero a non poter operare. Una cosa è la “Cartour” che effettua una corsa al giorno (e per giunta nelle ore notturne), un'altra sono i traghetti di “Ngi” e “Meridiano” che partono quasi ogni ora e che da quella posizione metterebbero davvero a rischio la sicurezza in mare, incrociando, appunto, le nostre rotte». Questi problemi dovrebbero essere affrontati in un apposito incontro che sia i vertici romani, che quelli provinciali della Navigazione, hanno chiesto all'Autorità portuale.
Accesso e circolazione nel porto: l'ordinanza diventa esecutiva — Per dare esecuzione all'ordinanza 108/2001 che regola l'accesso e la circolazione nell'ambito portuale, ieri mattina si è svolta una conferenza dei servizi nei locali della Capitaneria. Quest'ultima, assieme al Commissariato marittimo della polizia, effettuerà il servizio di vigilanza dalle 7 alle 19. Nelle ore notturne, invece, le responsabilità per le eventuali operazioni portuali in corso, si ripercuoteranno direttamente sulle imprese titolari del servizio. Diverse, invece, le incombenze in capo all'Authority: il presidio del varchi d'accesso (per ora solo quello ai molo «Rizzo» e «Peloro»); il servizio di rimozione coatta delle vetture in sosta vietata; l'apposizione della cartellonistica per pubblicizzare l'ordinanza; la segnaletica verticale per delimitare le aree di sosta (per ora solo quella limitrofa alla sede del Genio civile Opere marittime, presso il molo «I settembre») e, infine, l'installazione di «new jersey» leggeri per prevenire la caduta dei mezzi in mare.

Fonte: gazzetta del sud 

Il comandante del porto ascoltato dai magistrati


Alessandro Tumino

Nell'ambito dell'inchiesta avviata dalla Procura sul rilascio della concessione demaniale riguardante la cittadella fieristica, i sostituti Angelo Cavallo e Francesco De Giorgi hanno ascoltato il comandante della Capitaneria di porto Carmelo Maccarone. Nulla è trapelato del lungo colloquio svoltosi al Palazzo di giustizia. Nelle scorse settimane la polizia giudiziaria aveva acquisito una serie di atti, tra i quali la relazione del comandante Maccarone che il 26 giugno scorso, pronunciandosi su richiesta di parere dell'Autorità portuale, aveva manifestato perplessità sull'opportunità del rilascio della concessione anche in relazione alla redazione, in corso, del nuovo Piano regolatore portuale. Il comandante, nella nota inviata all'Authority, aveva evidenziato, tra l'altro, l'opportunità di acquisire una documentazione progettuale più dettagliata, per poter formulare il parere sulla idoneità delle soluzioni prospettate, in merito all'uso delle aree demaniali di viale della Libertà, rispetto agli obiettivi perseguiti. Intanto, si è svolto ieri un vertice dedicato ai temi della sicurezza del porto. La Capitaneria e l'Authority hanno definito gli interventi necessari all'applicazione delle disposizioni della nuova ordinanza congiunta recentemente adottata, che disciplina gli accessi nelle aree portuali. Una piccola grande “rivoluzione” della massima importanza visti i numerosi cantieri aperti tra la cortina e la zona falcata. Una serie di obiettivi sono stati messi in scaletta dal comandante Maccarone e dal presidente Giuseppe Vermiglio. L'Autorità portuale, in particolare, curerà l'attivazione di presidi di vigilanza nelle aree delle banchine Rizzo e Peloro (presto interessate a ristrutturazione), la cartellonistica e la segnaletica, l'apposizione nei siti pericolosi di barriere del tipo “new jersey” leggero per la prevenzione delle cadute accidentali in mare degli autoveicoli, nonché l'istituzione del servizio di rimozione coatta per le vetture parcheggiate fuori dalle aree di sosta. La vigilanza diurna (7-19) sarà garantita da Capitaneria e Polmare, di quella notturna saranno responsabili le imprese portuali. 

La pensionata travolta da un Tir nel giugno scorso in via La Farina
Il camionista non è responsabile
Il pm chiede l'archiviazione del procedimento

(n.a.)

Dopo le indagini non sono emerse responsabilità a carico del camionista. È questa la motivazione che ha portato il sostituto procuratore Giuseppe Leotta a chiedere l'archiviazione all'ufficio del Gip nei confronti del cinquantenne Sergio Rossi, l'autotrasportatore laziale che il 7 giugno scorso si trovò coinvolto in un incidente stradale lungo la via Taormina, incidente che costò la vita alla pensionata ottantacinquenne Concetta Beccore. Dopo quella maledetta mattina il camionista venne indagato per omicidio colposo, ma sulla scorta dell'informativa dei vigili urbani dell'Infortunistica che hanno ricostruito la dinamica dell'incidente, adesso è emerso che per quanto riguarda la condotta di Rossi non sono emersi profili di responsabilità. La mattina del 7 giugno erano circa le 7,15 quando si verificò l'incidente. La Beccore, che abitava nelle casette basse di via Taormina, al numero 7, era da poco uscita da casa per recarsi a un vicino supermercato, situato proprio di fronte all'abitazione. Aveva da poco raggiunto il centro della carreggiata, quando sopraggiunse il Tir Daf XF 95 condotto da Rossi, di proprietà della società “Transtar 92” di Roma. Il mezzo proveniva da Catania ed era diretto a Roma. Furono pochi istanti fatali. Il mezzo pesante viaggiava in direzione sud-nord essendo uscito, proprio per l'obbligo dettato dall'ordinanza delle fasce orarie, dallo svincolo di Tremestieri pochi minuti prima. L'autista era diretto agli imbarcaderi delle Ferrovie. Secondo la ricostruzione dei vigili urbani i vestiti dell'anziana vennero come agganciati da una “luce d'ingombro” del mezzo, e la pensionata venne trascinata per qualche metro, per poi ricadere pesantemente sull'asfalto. Fu lo stesso autista, controllando uno degli specchietti retrovisori, ad accorgersi della tragedia: bloccò subito il pensate mezzo, prestò i primi soccorsi alla donna e diede l'allarme. Pochi minuti e la pensionata era già al Policlinico. Ore febbrili di controlli mentre lei era ancora in vita e poi, mentre l'equipe della clinica Ortopedica del prof. Giulio Santoro si apprestava ad operarla, intorno a mezzogiorno di quella mattina la signora Beccore morì. 

29/10/2001 

Fonte: gazzetta del sud 

pace del mela / Deputati ed esperti chiedono alla Regione scelte precise
Sì all'area ad alto rischio
Emendamento alla Finanziaria di Nania e Naro

Emanuela Fiore

PACE DEL MELA – Già con la Finanziaria potrebbero vedersi i primi benifici del riconoscimento di area ad alto rischio ambientale per il comprensorio industriale del Milazzese. Questo uno degli elementi emersi ieri, nel salone parrocchiale di piazza Visitazione di Pace del Mela, nel corso di un incontro organizzato dall'associazione T.S.C. (Tutela salute dei cittadini) sul tema «Dichiarazione di area a rischio, a che punto siamo». All'incontro, coordinato da Franco Biviano, sono intervenuti i deputati: sen. Mimmo Anania, capogruppo An al Senato, che ha introdotto i lavori; Pippo Naro, deputato nazionale del Ccd; Giovanni Ardizzone, presidente della Commissione Affari istituzionali dell'Ars; Santi Formica, capogruppo An alla Regione; Angelo Paffumi, deputato regionale “Nuova Sicilia”; Sebastiano Sbona (parlamentare Ccd); Pippo Sciotto, assessore provinciale; Santi La Rosa, consigliere provinciale di Rifondazione; Giuseppe Pracanica, esperto per l'Ambiente della Provincia; Giuseppe Falliti, presidente Wwf di Milazzo e Tanino Santagati, della segreteria provinciale Cgil. Presenti anche i sindaci di S. Pier Niceto Formica e di Gualtieri, Sciotto. La giunta comunale e il gruppo di maggioranza del consiglio di Pace del Mela hanno invece elaborato un documento critico, nel quale chiedono che alle dichiarazioni verbali seguano fatti conseguenziali e un confronto nelle sedi istituzionali. Il sen. Mimmo Nania ha comunicato di aver presentato con l'on. Naro, un emendamento alla legge finanziaria 2001, che consente progetti e interventi in aree di rilevante interesse sotto il profilo ambientale. Se venisse approvato, ha continuato, consentirebbe nell'area di Milazzo l'utilizzo di svariati miliardi (50 per il 2002 e 50 per il 2003). Ma è necessario che tutto il comprensorio rientri tra le aree ad elevato rischio ambientale, con un decreto nazionale che lo preveda. Sulla necessità di interventi chiari il presidente dell'associazione Tsc, padre Trifirò, il quale ha evidenziato che spesso dietro a tanti ostacoli si celano per lo più interessi economici. L'on. Ardizzone, dal canto suo, ha spiegato la necessità che «venga dichiarata l'area ad alto rischio ambientale, perché potrebbe immediatamente fare attingere a determinati fondi. All'inverso del decreto di suscettibilità ambientale emesso dalla Regione, che è una scatola vuota, limitandosi a istituire una commissione per la delimitazione delle aree a suscettibilità ambientale». L'on. Sbona, ex sindaco di Melilli dove la questione inquinamento è stata già affrontata, ha dichiarato che l'area a suscettibilità «offende l'intelligenza umana essendo priva di qualsiasi strategia di intervento». L'on. Formica ha invitato alla lotta, d'intesa con le altre aree che hanno gli stessi problemi. Sappiamo che l'inquinamento è prodotto nella nostra zona per l'80 per cento dall'Enel e apprendiamo anche che si dismettono cinque centrali Enel in Italia e si trasformano a metano, con i relativi investimenti mentre per la centrale di S. Filippo non è stato previsto alcunché». Gli on. Naro e Paffumi e il sindacalista Santagati, hanno ribadito la necessità di un impegno per la dichiarazione di area ad alto rischio ambientale, perché soprattutto non vada disperso il lavoro sin qui realizzato con i tecnici dello stesso ministero dell'Ambiente e si creino condizioni di reale intervento per il risanamento di tutto il comprensorio.

30/10/20101 

Fonte: la sicilia

«Limitazioni pure nella zona sud»
I presidenti di 6 Quartieri chiedono accorgimenti anti-Tir


Il viale Boccetta sarà chiuso ai Tir dalle 21 alle 6 del mattino: l'ordinanza sindacale entrerà in vigore giovedì, come annunciato ieri ai rappresentanti di III, IV, V, VI, VII e VIII Quartiere. Il sindaco, Turi Leonardi e il comandante della Polizia municipale, Calogero Ferlisi, hanno voluto sentire la posizione delle circoscrizioni della zona sud prima di varare definitivamente il provvedimento che annulla le attuali fasce orarie (7-9 e 18-20) sul Boccetta. La nuova ordinanza, dettata dalla fase d'emergenza provocata dall'apertura dei nuovi cantieri del tram sulla cortina del porto (via Vittorio Emanuele è è percorribile solo a senso unico sud-nord) e in via Campo delle Vettovaglie (chiuso al traffico il tratto fra via del Vespro e via I Settembre), potrebbe avere comunque carattere definitivo, almeno fino alla realizzazione dei nuovi approdi di Tremestieri e dell'Annunziata. «Così, a reggere il peso dei camion, soprattutto la notte, ma anche di giorno, saranno via La Farina, viale Gazzi e il viale Europa»: denunciano i presidenti del VI e del IV Quartiere, Agatino Bonarrigo e Rosario Santoro. E così oltre al rafforzamento dei controlli, nella riunione di ieri, è stata chiesta l'istituzione di una limitazione per i Tir anche per gli svincoli di Gazzi, Messina centro, Tremestieri e S. Filippo (non appena completato). «In caso contrario – hanno aggiunto Bonarrigo e Santoro – saranno organizzate manifestazioni di protesta». È probabile, tuttavia, che quest'ipotesi venga studiata dall'Amministrazione nei prossimi giorni. Intanto c'è da gestire l'emergenza: e ieri c'è stato un primo assaggio. I camion sono transitati anche in via I Settembre, appena riaperta dopo gli interventi di riqualificazione. I negozianti hanno proclamato subito lo stato d'agitazione; sono pronti a bloccare fisicamente la strada. «Questa situazione dev'essere sopportata per una decina di giorni – ha assicurato il sindaco –. È dettata solo dalla coincidenza di alcuni cantieri del tram. La via I Settembre non dovrà sopportare questo carico per parecchi tempo». Un po' più di pazienza, invece, devono avere i residenti in altre zone «calde»: «Chiedo ancora due mesi di pazienza – ha aggiunto il sindaco –. Poi, ultimato il tram (il termine resta il 22 dicembre) i disagi andranno via via attenuandosi».
Intanto, da oggi al 24 novembre sarà chiusa un'area per l'allestimento del cantiere della «Gepco-Salc» per il congiungimento della sottostazione «Annunziata» con il viale della Libertà. Per tale necessità sono stati istituiti il senso unico, con direzione nord-sud, sul lato ovest della via Grosso Cacopardi ed una corsia preferenziale, per i mezzi di soccorso, con direzione sud-nord, nel lato est della stessa via. Istituito, inoltre, il divieto di fermata in ambo i lati della via Grosso Cacopardi.

Fonte:gazzetta del sud 

Il dott. Pracanica sui provvedimenti antinquinamento
«Le ordinanze ancora inapplicate»


Continua il dibattito sulla mancata applicazione dell'ordinanza che prevede l'entrata in vigore dei “bollini blu”. «Già nel luglio del 1997 su richiesta dell'allora sindaco Providenti, predisponevo la bozza della prima ordinanza per regolare il controllo degli scarichi delle autovetture e il rilascio dei bollini blu, che il sindaco sottoscriveva ed emanava. Tale ordinanza, che doveva entrare in vigore il 1. gennaio 1998, non si sa perché, rimaneva lettera morta». A chiarirlo è il dott. Giuseppe Pracanica, ex esperto del Comune per i problemi ambientali e estensore delle ordinanze emanate per il controllo dell'inquinamento prodotto dai gas di scarico. «Nel giugno del 2000 – scrive ancora Pracanica – poiché i dati registrati dalla rete di rilevamento della Provincia avevano registrato valori annui di PM 10 superiori ai limiti massimi consentiti, suggerivo al sindaco Leonardi di aggiornare la precedente ordinanza, pur sempre in vigore. Nelle more redigevo una bozza di ordinanza per il controllo degli scarichi dei mezzi di transito, con particolare attenzione ai tir e agli altri mezzi pesanti, che il sindaco emanava il 3 agosto 2000, con cui si disponeva l'effettuazione dei controlli in qualsiasi zona del territorio comunale e dunque va senz'altro corretta l'affermazione secondo la quale “la restrizione verrebbe solo applicata ai residenti, mentre le auto e gli altri mezzi non messinesi (tir compresi) avrebbero via libera dappertutto” ( ma se è vero che i controlli sui gas vanno fatti su tutto il territorio è anche vero che nell'ordinanza sui bollini blu l'obbligo di dotarsene ricade solo sui residenti del Comune, mentre ne sono esenti tutti gli altri, ndc )». «Successivamente – ribadisce l'ex esperto comunale – in data 23 agosto 2000, il sindaco emetteva l'altra ordinanza, quella del cosiddetto «bollino blu», redatta sempre da me con la collaborazione del Dipartimento Ambiente del Comune di Messina, e la notificava a tutti i dipartimenti comunali interessati. Alla fine di settembre, qualche giorno prima dell'entrata in vigore dell'ordinanza, il 1. ottobre 2000, e a tre mesi da quando era stato investito del problema, il Dipartimento viabilità comunicava al sindaco che riteneva l'ordinanza illegittima perché non teneva conto di una direttiva del ministero dei lavori pubblici, ma il sindaco, non condividendo l'interpretazione che veniva data della norma, manteneva in vigore l'ordinanza. Pertanto, dopo la decisione del sindaco, non esiste contenzioso di sorta per quanto riguarda la segnaletica, (ma gli assessori all'ambiente e alla viabilità continuano a rinviarsi l'un l'altro la competenza, ndc) che deve essere installata secondo le indicazioni contenute nelle ordinanze del 3 e del 23 agosto 2000. Si evince così che non c'è alcuna stortura da correggere (ma rimane la mancata indicazione delle alternative viabili per l'attraversamento della città a chi non possiede il bollino blu, ndc) , resta solo da domandarsi perché, a quindici mesi dall'emissione delle ordinanze, i dipendenti degli uffici comunali non eseguono quanto disposto dal sindaco».

L'emergenza tir divide i Quartieri

Lucio D'amico

Sono i “terminal” delle quotidiane frustrazioni dei cittadini. I presidenti dei Quartieri vivono sul fronte ma hanno armi di cartone. Il gran consulto, voluto ieri dal sindaco per chiarire i termini del provvedimento che scatterà a partire da giovedì, non poteva avere che un esito scontato. Una volta chiuso il Boccetta, seppure solo dalle 21 di sera alle 6 del giorno successivo, i tir sono costretti a transitare lungo le altre direttrici che attraversano il centro urbano e arrivano agli imbarcaderi delle Fs e delle società private di traghettamento. Una prospettiva ovviamente aborrita dai cittadini delle zone interessate, così come non poteva certo trovare grandi consensi, tra gli abitanti di viale Europa o di via La Farina, il sistema delle fasce orarie, che l'amministrazione comunale ha deciso di non riproporre più. I presidenti della III, della IV, della V, della VI e dell'VIII circoscrizione hanno esposto al sindaco il lungo elenco delle doglianze, i timori e le preoccupazioni delle proprie aree di appartenenza. C'è una considerazione generale che supera gli egoismi particolari: nessuna città al mondo può consentire che i mezzi pesanti invadano il centro abitato. Ma, una volta enunciato il principio condiviso da tutti, è molto più difficile sapere come comportarsi nel concreto. Ed ecco, dunque, con motivate ragioni, la minaccia dei commercianti di via I Settembre, intenzionati a bloccare il passaggio dei tir, si aggiunge ai venti di protesta che soffiano dai quartieri che gravitano attorno agli altri svincoli autostradali. Leonardi ha annunciato che il divieto sul Boccetta scatterà dal 1. novembre ma che in ogni caso, prima del varo del provvedimento definitivo, saranno verificati tecnicamente gli eventuali correttivi da apportare. Secondo il comitato “La nostra città” si tratta di soluzioni improponibili. «Il sindaco – afferma il portavoce del comitato Saro Visicaro – avrebbe dovuto provvedere alla realizzazione di un area di stoccaggio per i tir a San Filippo, imporre un sistema satellitare di localizzazione dei mezzi pesanti per regolamentarne i flussi, adeguarsi alle norme di legge sull'inquinamento acustico ed atmosferico». 

Consiglio comunale / Caso Fiera, contributi sociali e Tirone
Il confronto si surriscalda


Riapre tra le polemiche la sessione d'autunno del consiglio comunale. In primo piano il “caso Fiera”, la questione dei contributi al volontariato e il progetto di coinvolgere il pubblico e i privati nel risanamento del Tirone. Andiamo con ordine.
FIERA – Il sindaco Leonardi terrà stamane, alle 12, una conferenza stampa per chiarire tutti i passaggi amministrativi di competenza del Comune, compiuti nell'iter che ha portato al rilascio della concessione demaniale riguardante la cittadella fieristica. Ma ieri sera Franco Providenti è tornato alla carica, dopo l'interrogazione, sottoscritta assieme ad altri sette consiglieri, nella quale si criticavano duramente le procedure seguite sia dall'Autorità portuale sia dall'amministrazione comunale. «Prima dell'incontro con la stampa – ha detto l'ex sindaco – Leonardi aveva il dovere di riferire in aula».
CONTRIBUTI – Non convince la modifica apportata ieri dal Consiglio al regolamento sui contributi per i progetti socialmente utili e rilevanti. A motivare le perplessità è il repubblicano Giuseppe De Stefano: «Mentre prima le associazioni dovevano dimostrare un'esperienza nel settore di 5 anni, adesso il termine è stato abbassato a due. E, in più, è passato il principio della retroattività della domanda, per cui se il progetto viene presentato ad ottobre, il Comune è tenuto a contribuire anche per i mesi precedenti. Non si capisce la “ratio” di un provvedimento che rischia di far partire un vero e proprio “assalto alla diligenza” e di penalizzare le associazioni che portano avanti davvero progetti socialmente utili».

Fonte: gds 

Viale Boccetta interdetto ai Tir di notte fino alla costruzione dell'approdo Sud


Rosaria Brancato

Boccetta off-limits per i Tir dalle 21 alle 6 del mattino. L'ordinanza scatterà in settimana e resterà in vigore fino alla realizzazione dell'approdo a sud quando i mezzi pesanti saranno obbligati ad utilizzare gli svincoli di Tremestieri e San Filippo per raggiungere gli imbarcaderi.
Da mercoledì quindi nessuna nuova proroga per le fasce orarie, cambiano le regole. I camion, indipendentemente dall'autostrada di provenienza, di notte non potranno accedere allo svincolo del Boccetta, ma saranno obbligati ad utilizzare le altre uscite dai caselli autostradali dove nel frattempo sarà potenziata la presenza di vigili urbani e polstrada.
Durante il giorno invece nessuna limitazione. E' quanto emerso dall'incontro di ieri mattina a Palazzo Zanca tra il sindaco Salvatore Leonardi, il comandante dei vigili urbani Calogero Ferlisi, i presidenti dei quartieri interessati ai provvedimenti, Roberto Nicolosi, Rosario Santoro, Paolo Armaleo, Agatino Bonarrigo, Nino La Fauci, Giuseppe Magazzù.
"Dovevamo superare le fasce orarie - ha spiegato il primo cittadino - hanno creato disagi ed un forte impatto nella zona sud. Contemporaneamente dobbiamo dare respiro a chi vive nel Boccetta, così abbiamo deciso di vietare la circolazione notturna e consentire in quella fascia d'orario ai tir di utilizzare gli altri svincoli. Sarà inoltre potenziata la presenza dei vigili urbani e della polstrada, con il compito di controllare il rispetto delle regole".
Il nuovo provvedimento non ha una scadenza individuata, resterà in vigore fino all'attivazione dell'approdo a sud. La disputa ieri mattina è stata sulla durata del divieto. Varie le ipotesi sul tappeto, se imporre il divieto d'attraversamento del Boccetta da mezzanotte alle 6 o dalle 22 alle 6. Alla fine l'Ottavo quartiere, territorio che ormai da anni paga il transito dei "bisonti della strada" ha ottenuto un'ora d'aria in più, dalle 21 alle 6.
Intanto c'è un'altra tegola per la viabilità. Con l'apertura dei cantieri del tram sulla "cortina del porto" i mezzi pesanti diretti agli imbarcaderi transiteranno lungo la via I Settembre. "Si tratterà di un provvedimento che durerà pochissimo, dieci giorni - spiega Leonardi - devo chiedere ancora pazienza ai cittadini. L'impresa non può più sopportare soluzioni che rallentino l'andamento dei lavori".
Infine sempre in tema di incidenti sulla strada, il presidente dell'Associazione vittime della strada, Giuseppa Cassaniti Mastrojeni, ha scritto al presidente della Repubblica affinchè intervenga contro le stragi sulle strade e che proponga un minuto di silenzio il 18 novembre, per la Giornata europea delle vittime della strada.

Perplessità nei quartieri: sono solo soluzioni tampone

Rosaria Brancato

I nuovi provvedimenti in materia di viabilità iniziano a suscitare perplessità. Malumori non mancano all'interno del consiglio dell'Ottavo quartiere, con l'inevitabile ritorno dei tir in pieno giorno lungo il viale Boccetta. "Siamo soddisfatti per il divieto notturno - spiega il presidente Roberto Nicolosi - ma lo saremo pienamente quando il problema sarà risolto in modo definitivo e il Boccetta sarà liberato dalla schiavitù ai tir".
Quanto ai presidenti dei Quartieri della zona sud hanno deciso di attendere prima di pronunciarsi. Nel frattempo il Quarto e il Sesto quartiere hanno avviato un monitoraggio per capire l'entità del transito notturno che dal 1ø novembre interesserà le arterie della zona sud. "Le fasce orarie hanno creato troppi disagi - commenta Rosario Santoro, presidente del Quarto quartiere - il nostro desiderio è non vedere più transitare i tir, neanche di giorno, ma ci è stato assicurato che il traffico dalle 21 alle 6 costituirà appena il 10% del transito pesante complessivo".
Per verificare l'effettiva entità dei passaggi, Santoro e Agatino Bonarrigo si affideranno ad un monitoraggio. Tutti d'accordo sull'abolizione delle fasce orarie nelle circoscrizioni della zona sud, con l'obiettivo di ottenere, alla prima occasione i divieti ai tir nelle restanti ore del giorno e accontentarsi del via libera ai camion solo dalle 21 alle 6. Chi sta affilando le armi sono i commercianti. "I tir stanno mettendo in ginocchio la città - dice il presidente della Confcommercio, Roberto Corona - siamo contrari al passaggio dalla via I Settembre. Non si può penalizzare ulteriormente una zona già danneggiata da quasi due anni di cantieri aperti". 

31/10/2001 

Fonte: gazzetta del sud

I tir durante la notte dirottati verso gli altri svincoli
Scatta il divieto a Boccetta


È entrato in vigore nella notte il divieto di transito lungo il Boccetta per i mezzi pesanti con massa complessiva a pieno carico superiore a otto tonnellate. Da ora in poi i tir, dalle 21 alle 6 del mattino successivo, dovranno utilizzare le altre uscite autostradali. Il sindaco ha firmato ieri mattina l'ordinanza, ribadendo di essere pronto a rivedere il provvedimento nel caso in cui gli esiti dovessero essere negativi. La misura disposta dall'amministrazione comunale è già stata contestata duramente dai rappresentanti delle circoscrizioni interessate, che l'hanno giudicata solo una “soluzione tampone”, del tutto inefficace a risolvere i problemi dell'interferenza del traffico di attraversamento dello Stretto con la viabilità cittadina. Lo stesso Leonardi ha più volte ripetuto che con questi provvedimenti si cerca soltanto di alleviare i disagi del Boccetta, la zona del centro urbano che da decenni paga il tributo più alto e che la soluzione definitiva passa dallo spostamento degli approdi dalla rada di San Francesco.
INCARICHI DI PROGETTAZIONE – L'Ordine degli architetti si rivolge agli enti locali e alle istituzioni cittadine, invitando al rispetto delle norme contenute nel regolamento per il conferimento di incarichi di progettazione e di direzione lavori a professionisti esterni alla pubblica amministrazione. Il documento, firmato dal presidente Dario La Fauci e dal segretario Sergio Zappia, è stato inviato al sindaco Leonardi, al presidente della Provincia Buzzanca, all'Università, alla Curia arcivescovile, ai dirigenti dell'Azienda sanitaria locale, ai presidenti dell'Autorità portuale e dell'Istituto autonomo case popolari. Il regolamento – sottolinea l'Ordine degli architetti – dovrebbe garantire le generali esigenze di trasparenza ed efficienza, oltre che i principi della libera concorrenza tra professionisti. «Le amministrazioni destinatarie della legge regionale 21 del 1985 – ricorda il documento – si dovranno immediatamente uniformare ai criteri espressi nel decreto del 27 dicembre '99». L'Ordine chiede a tutti gli enti copia degli atti deliberativi riguardanti eventuali incarichi conferiti a partire dal 30 marzo 2001, data in cui è entrato in vigore il regolamento. Viene altresì evidenziato quanto disposto dall'articolo 9 della legge regionale 21 del 1985: «I componenti di uffici od organi competenti ad esprimere pareri tecnici o a dare autorizzazioni su opere sulle quali è chiamato a pronunziarsi l'ufficio o l'organo di cui fanno parte, non possono ricevere incarichi retribuiti di progettista, direttore dei lavori, ingegnere capo e collaudatore relativamente a tali opere».

Il sindaco Leonardi interviene sul “caso Fiera”
«Non ho abdicato»
La concessione attuale non ipoteca il futuro


Lucio D'Amico

«La Fiera non è stata svenduta ai privati, il Comune ha le carte in regola e fin dall'inizio ha seguito un percorso coerente». Il sindaco Leonardi replica così alle dure critiche rivoltegli da Franco Providenti e da altri sette consiglieri. Lo fa nel corso di una conferenza stampa, chiarendo che tale scelta non vuol essere irrispettosa nei confronti della sede istituzionale. «Riferirò in aula – dice – sulle vicende della concessione demaniale relativa alla cittadella fieristica. Ma oggi ricorro allo stesso metodo utilizzato dai consiglieri di opposizione per lanciare le loro accuse demagogiche e mistificatorie». Il sindaco parte da una premessa: «Non si possono e non si debbono demonizzare gli interventi dell'imprenditoria privata. E quando essi sono in grado di realizzare quel che l'ente pubblico non è in condizioni di fare, vanno incoraggiati. Ed è proprio ciò che l'amministrazione comunale sta cercando di fare, come dimostrano i progetti del Prusst e il ricorso alle procedure del project financing». Entrando nel merito del “caso Fiera”, Leonardi smentisce il fatto che, al momento della decisione presa dal comitato portuale, il Comune fosse ancora titolare della concessione e che, quindi, avesse inopinatamente rinunciato in modo da favorire la Compagnia del Mare. «Quando si dicono cose del genere – afferma il sindaco –, lo si fa in malafede. Dal 16 aprile scorso tutte le strutture della cittadella sono state riconsegnate all'Autorità portuale. Il Comune ha svolto un ruolo di supplenza al fine di garantire la Campionaria e le altre manifestazioni della stagione fieristica. Non solo non avevamo le risorse e il personale per gestire aree così ampie ma neppure l'interesse a proseguire, con un grave esborso di soldi pubblici (800 milioni l'anno più tutte le spese per garantire quanto meno la manutenzione ordinaria), in attività che non rientrano tra i fini istituzionali dell'ente locale. Nel momento in cui la Fiera ha presentato domanda all'Autorità portuale, il Comune ha giustamente ritenuto di fare un passo indietro. Debbo dire che non ho condiviso la convenzione stipulata tra l'Ente Fiera e la Compagnia del Mare ma, in ogni caso, la società privata ha accolto in pieno tutte le nostre prescrizioni. Abbiamo imposto l'apertura della cittadella 365 giorni l'anno (dalle 8 fino alle 21 nei periodi invernali, fino alle 24 in estate) e il rispetto dei programmi della Fiera così come pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana». Leonardi ammette che, se fosse dipeso da lui, avrebbe seguito una strada diversa, pubblicizzando il più possibile le procedure prima di rilasciare la concessione. «È un metodo che abbiamo cercato sempre di seguire – afferma –, però in questo caso non c'era un obbligo di legge. Non ho motivo di non credere al presidente dell'Autorità portuale, che è anche un valente giurista e che non avrebbe mai attivato procedure “irregolari”».