Introduzione al catalogo

Nel 1552, nella gioia per un grande amore, il Principe Orsini, fece nascere questo complesso monumentale. Vent’anni dopo, alla morte della moglie, gli dedico quel Tempio che se volete potrete visitare. Poi il tutto, venuti meno gli Eredi, fu abbandonato. Dopo circa 400 anni, per un’altra DONNA, l’Italia ha ancora questo tesoro d’arte unico nel suo genere nel mondo. Questa DONNA morta recentemente, era TINA SEVERI BETTINI, moglie dell’attuale proprietario. A Lei va il merito di aver scoperto, avviato al restauro e salvato dalla distruzione quello che ora state visitando. E proprio in quel Tempio, nato per un grande amore, le e stata dedicato a perenne ricordo una lapide. II lavoro fatto sin qui e servito a far conoscere meglio l’Italia, infatti quasi tutte le Nazioni hanno fatto "documentari" per le proprie televisioni, e da tutto il mondo sono giunti "fotografi" per divulgare nel Loro paese questo complesso artistico. Studenti universitari sono giunti da ogni parte della terra, per prepararsi la tesi di laurea sull’arte espressa in questo Parco. II posto ha poi ispirato pittori importanti e numerosi sono i dipinti raffiguranti le sculture del complesso. Prima di venire a conoscere la vera storia su questo luogo, molti scrittori si erano sbizzarriti ad inventare storie e leggende.

Ne sono nate così pubblicazioni fantasiose, come quel libro di un Argentino, intitolato BOMARZO; che poi e stato pure di ispirazione per un’opera lirica omonima, già rappresentata in parecchie parti del mondo. Ma non rimpiangiamo la fine di una leggenda, quando la verità e più bella. Visitando questo luogo, sarete accolti dai "versi" che il promotore del complesso fece incidere sotto due Sfingi. Vi avvierete poi per sentieri scoscesi, avvolti in un grande silenzio e passerete di sorpresa in sorpresa per l’improvviso apparire di animali e figure in pietra. L’Elefante che sta per uccidere un Guerriero, la lotta tra Draghi, l’Orco nella cui bocca spalancata trovereste posto per un pic nic, la Bella addormentata nel bosco Ercole che squarcia Caco, Orsi in agguato, animale a tre teste, Nettuno sull’alto di una vasca, Sirene ed altre figure interessanti, ed infine sopra la testa di un Orco, il Mappamondo con sovrastante in miniatura il Castello Orsini a significare la potenza del Casato. E mentre queste sorprese e stranezze sono in agguato fra la natura selvaggia, non vi mancherà di scorgere la nota sentimentale. Infatti, in un angolo raccolto, lontano dai rumori, sorge quel Tempio che rinnova ogni giorno al Cielo il ricordo di un amore perduto, eternando alle generazioni il simbolo di una unione.

Nel Lazio, terra meravigliosa dalle tre esistenze: Etrusca, Romana e Medioevale, Bomarzo condivide la gloria di una Storia illustre e possiede un’opera unica nel suo genere al mondo: La Villa delle Meraviglie.

Nei giardini delle Ville laziali troverete degli elementi simili, ma il prototipo di questi giardini e il "Bosco di Bomarzo". Lo volle il Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino "sol per sfogare il core". Lo ideo quel gran- de architetto che fu Pirro Ligorio, colui che dopo la morte di Michelangelo fu chiamato a lavorare in San Pietro. Senza che I’Orsini ed il Ligorio se lo immaginassero ne uscì un capolavoro che dura nel tempo. In questo "Bosco" viene esaltata la vita che trionfa ogni primavera, come pure la perennità del mondo antico attraverso due grandi miti inseparabili: Marte - Ercole e Cerere - Prosperina; l’uno e l’altro illustrano l’unione dei morti con le forze della natura. Ma veniamo all’esegesi di queste Sculture scolpite nei grossi blocchi di pietra ivi radicati le cui figure vi sembreranno sorte dal suolo come prodigio.

II tutto risale al XVI secolo (1552) epoca in cui si sviluppava un ideale di vita fra il Principesco ed il Cortigiano. Attraverso questi alberi e queste pietre, gli Artisti, i Letterati ed i Poeti di allora, come l’Annibal Caro, il Bitussi ed il Cardinal Modruzzo, per esprimere la loro meraviglia, vollero lasciare incisi sul posto "epigrafi e versi".

Ed infatti, la profonda suggestione del paesaggio, chiuso e limitato, i sottili incantesimi sospesi nell’aria, l’arte espressa dalle Sculture, fa di questo luogo "una cosa che solo a se stessa assomiglia". Passeggiando e leggendo le scritte risparmiate dal tempo, vi chiederete perchè questo luogo e stato definito anche "Sacro Bosco". Evidentemente la parola "Sacro" ha qui il significato di meraviglioso come lo immaginavano gli Antichi, cosicchè viene anche paragonato alla celebre capitale dell’antico Egitto, come potrete leggere da un’altra scritta scolpita sulla pietra che dice: "Cedan Memphi e quant’altra meraviglia ch’ebbe già il mondo in pregio al Sacro Bosco che sol a se stesso e a null’altro assomiglia". Nell’abbandono di centinaia di anni la fantasia popolare ribattezzò questo luogo col nome di Parco dei Mostri e con questo nome Voi troverete pubblicazioni diverse. Questa mia pubblicazione vuole proporvi il nome dato al posto dell’Orsini che lo volle e dal Ligorio che lo ideò; I’ho corredata di altre notizie e di documenti che mi sono giunti da tutto il mondo, dai quali apprenderete che vale la pena di arricchire la Vostra conoscenza di questa arte Unica nel suo genere al mondo.

Giovanni Bettini

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